T80 Scegliere il concime

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Come scegliere il concime
GUIDE ALLA SCELTA
Informazioni generali
Il concime è quella sostanza che, somministrata
alla pianta, le fornisce gli elementi nutritivi
necessari alla sua sopravvivenza. Sono molti e
largamente utilizzati in agricoltura e nel
giardinaggio, si possono acquistare nei negozi
specializzati a prezzi che variano in base alla loro
composizione. La pianta, per la sua nascita e
sviluppo, ha bisogno di molti elementi chimici,
disponibili in natura. Tuttavia, tra questi, 13
sono
fondamentali
e
assolutamente
irrinunciabili. La prima suddivisione nel tipo di
concime si fa in base alla quantità di sostanze
necessarie: Macroelementi, ossia gli elementi
principali della fertilità, quelli che la pianta assume in dosi elevate:
•
Azoto (N)
•
Fosforo (P)
•
Potassio (K)
Mesoelementi, cioè gli elementi secondari (che pur la pianta assorbe in buona dose), come:
•
Calcio (Ca)
•
Magnesio (Mg)
•
Zolfo (S)
•
Cloro (Cl)
Microelementi, assimilati dalla pianta in quantità modeste, ma la mancanza di uno solo di questi può
determinare conseguenze anche gravi per la su sopravvivenza.
•
Boro (B)
•
Manganese (MN)
•
Rame (Cu)
•
Zinco (Zn)
•
Molibdeno (Mo)
•
Cobalto (Co)
•
Ferro (Fe)
I simboli racchiusi tra parentesi sono i relativi simboli chimici, importanti per leggere in maniera corretta la “carta
d’identità” del concime in vendita.
Maggiore è la quantità dei macroelementi presenti nel concime, maggiore sarà il prezzo.
I principali tipi di concime
Una prima grande classificazione va fatta in merito alla loro origine, cioè come sono prodotti.
Si definiscono organici, quelli ottenuti da un’attività biologica, contenenti il carbonio (C) che a sua volta è legato
chimicamente ad un elemento.
Sono invece minerali o chimici, se ottenuti da un processo di raffinazione e lavorazione industriale.
Una miscela tra le prime due categorie genera il concime organominerale.
Dal punto di vista strettamente chimico, avremo
una seconda classificazione del concime, cioè tra
semplici e complessi. I primi contengono in
grandi quantità uno dei tre macroelementi,
Azoto, Fosforo, Potassio. I secondi invece
contengono un mix di elementi principali. Nello
specifico, se hanno delle composizioni di soli due
elementi si chiamano anche binari (NP, NK, PK).
Ternari, se ne contengono tutti e tre (NPK).
•
Azotati. L’azoto svolge un ruolo primario per la crescita e lo sviluppo della pianta, prepara la fioritura e
da un bel colore verde intenso all’apparato fogliare. I principali tipi di fertilizzante di questo genere sono:
il nitrato di calcio, il nitrato di sodio, il solfato ammonico e l’urea, che vanta la più alta concentrazione di
azoto (46%).
• Fosfatici. Il Fosforo è fondamentale nel momento della fioritura e per la fruttificazione. A differenza
dell’Azoto, non necessita di grandi quantità. I più diffusi sono i perfosfati minerali, il fosfato di calcio e il
fosfato di ammonio.
• Potassici. Permettono di dare colore ai fiori e sapori ai frutti. I nitrati potassici (che contengono anche
una quantità di azoto) e solfato di potassio sono i più utilizzati per questa categoria.
• Organici. Le prime tre categorie sopraccitate appartengono ai concimi detti “minerali”, cioè prodotti
chimicamente nelle raffinerie. Quelli organici, invece, vantano un utilizzo che si spinge indietro nei secoli.
È tutto sommato il migliore, perché fornisce il maggior numero di elementi fertili alla pianta
contemporaneamente, rende più sciolti i terreni compatti (e viceversa), riesce ad alzare la temperatura
della terra grazie al processo fermentativo. I più diffusi sono quelli provenienti dal letame degli animali
(o stallatico). Tuttavia, il loro uso è diminuito a causa della scarsità rispetto alle superfici coltivabili. Si
trovano in commercio anche lavorazioni di sangue secco dei macelli, estratti della cenere, etc.
Una seconda classificazione è in base alle loro caratteristiche fisiche:
• I concimi liquidi vanno diluiti in acqua seguendo le indicazioni sulla confezione; vanno usati ad intervalli
regolari.
• I granulari sono concimi chimici o minerali pronti all’uso, solitamente in sacchi con capienza da 5 a 25 kg,
che svolgono anche diverse altre funzioni (antimuschio, rinverdente, ecc).
• I bastoncini concimanti sono ideali soprattutto per coltivazioni in vaso, favoriscono crescita rigogliosa e
sana grazie alla formulazione a lenta cessione di lunga durata: la loro azione si protrae anche per tre
mesi.
In commercio, oltre a concimi universali, sono disponibili molti tipi di concimi adatti a soddisfare le esigenze
specifiche di piante fiorite, piante verdi, da appartamento, balcone, giardino, orto, piante acidofile, orchidee,
piante grasse:
• Concimi universali: equilibrati, adatti a mantenere stabile la presenza dei principali nutrienti nel terreno
che verranno assorbiti dalla pianta. Mantengono fertile il terreno.
• Concimi per piante da fiore: specifici per rose, gerani, … vanno tenute ben concimate se si vuole ottenere
una abbondante e colorata fioritura. Somministrati a inizio primavera, stimolano la fioritura.
• Concimi per piante acidofile: migliorano la fioritura (colorata e abbondante) e la produzione di foglie
(verdi e brillanti) in azalee, ciclamini, rododendri e altre piante acidofile.
• Concimi per piante verdi: aumentano lo sviluppo e il vigore della pianta, la produzione di foglie brillanti
e lucenti.
•
•
•
Concimi per orto: aumentano la pezzatura di pomodori, carote, zucchine ed altri ortaggi, ne intensificano
il sapore e velocizzano la maturazione.
Concimi per prato: rendono il prato più fitto e robusto, l’erba più verde e lucente.
Concimi per piante in piena terra: mescolati al terreno nella buca dove verrà messa a dimora la pianta,
aumentano la fertilità del terreno e offrono gli elementi nutritivi necessari per il suo sviluppo.
La scelta del concime
Dando una prima occhiata alle confezioni, è possibile rendersi
conto in maniera immediata del tipo di pianta a cui quel
concime è destinato, sebbene l'etichetta permetta di ricavare
informazioni molto più dettagliate.
Sulle confezioni di concime, vengono indicate tre sigle, N, P e
K, che corrispondono appunto ad Azoto, fosforo e Potassio. I
numeri in prossimità di queste sigle indicano in quale misura
sono presenti le tre sostanze. Ad esempio, se abbiamo 12-7-10
significa che su 100kg di fertilizzante, 12kg saranno di Azoto, 7 di Fosforo e 10 di Potassio. Le piante verdi (quelle
in cui prevalgono le foglie), sia da interni che da esterni, hanno bisogno di tanto azoto. Per le piante con fioritura
abbondante è necessario un concime ad alta concentrazione di potassio (K) e fosforo (P), che stimolano la
formazione dei boccioli e rendono più vivi i colori. I microelementi migliorano la fioritura e la fruttificazione.
Sono inoltre utili a correggere l'acidità del terreno. Alcuni fertilizzanti agiscono in modo immediato, altri hanno
un'azione lenta e graduale. Liquidi o in polvere solubile, sciolti nell'acqua e versati sul terriccio, vengono assorbiti
nel giro di tre-quattro giorni. Il loro effetto dura poco e, in genere, consiglio di ripetere la somministrazione ogni
due settimane circa. Il concime in granuli va distribuito sul terriccio e si scioglie gradualmente ad ogni
innaffiatura. La durata del suo effetto varia dai tre ai nove mesi.
Un concime autoprodotto
Con l’utilizzo di una compostiera è possibile, raccogliendo e trattando
opportunamente tutti i residui organici dell’orto e del giardino, produrre in
proprio un terriccio ricco di elementi fertilizzanti. Si aggiunge ai residui del
rasaerba o del bio- trituratore un prodotto specifico. Si miscela e si introduce
nella compostiera; altro materiale si può aggiungere in momenti successivi.
In evidenza
Il concime viene somministrato alla pianta per nutrirla in funzione delle caratteristiche del terreno in cui si trova,
delle esigenze specifiche della pianta, delle condizioni e della fase in cui essa si trova (fioritura, fruttificazione,
…), della densità d’impianto e delle tecniche di gestione del suolo.
In primavera, alla ripresa vegetativa, è meglio somministrare alla pianta un concime in forma liquida o a lenta
cessione granulare, ed eventualmente frazionarlo in più dosi da somministrare nel corso della stagione. In
autunno, invece, è meglio evitare la somministrazione di concime chimico poiché può bruciare la coltura e, non
essendo assimilato velocemente dalle piante, inquina le falde acquifere; meglio in questo periodo un concime
organico (stallatico
Il mio ambiente
La cornunghia
La cornunghia è un ottimo concime organico che,
se somministrato in primavera, aumentando la
percentuale di azoto, accelera il processo di
colorazione e previene il pericolo di
fermentazione e la formazione di muffe e funghi
nel terreno. E' di origine animale (è ottenuta
tramite essiccazione e torrefazione di corna e
unghie scartate dalla lavorazione industriale della carne), rappresenta una
ottima alternativa ai fertilizzanti di sintesi ed è utile per alleggerire il terriccio ).
La cornunghia deve essere somministrata prima della semina o distribuita
subito dopo la vangatura, con dosi variabili a seconda del tipo di terreno e del
tipo di pianta a cui è destinata.
E' il prodotto ideale per la concimazione di piante da frutto e ornamentali,
proprio per questa sua caratteristica lenta cessione e non crea problemi sotto
l'aspetto della fermentazione, come accade invece con altri tipi di concime, in quanto, proprio per il materiale
da cui deriva, è già stata sottoposta a torrefazione.
Utilizzata fin dai tempi antichi in campo agricolo, la cornunghia viene generalmente utilizzata anche per orto e
giardino, dove è indicata anche per prati e manti erbosi, oltre a frutteti, come già indicato in precedenza. Essendo
un concime organico, oltre a fornire preziosi elementi nutritivi alle piante, la cornunghia aiuta anche a favorire
lo sviluppo di organismi buoni, utili al terreno e anche alle altre piante. Per questo motivo, per quanto riguarda
la modalità di distribuzione, si consiglia l'interro di questo concime, eventualmente distribuendolo sulla
superficie durante la vangatura, con successivo movimento delle zolle per depositarla nel sottosuolo.
Il cuoio torrefatto
La cornunghia è un concime naturale di tipo lento,
che per essere funzionale deve subire un lungo
processo di decomposizione; in alternativa a
questo genere di concime, se ne sta affermando
un altro genere sul mercato: il cuoio torrefatto,
conosciuto anche con il nome di dermazoto o
fertorganico. Si tratta di un prodotto di scarto
della concia del pellame, in particolare della torrefazioni dei pellami, dalle
idrolizzazioni e della lavorazione industriale della carne. Il suo più grande
vantaggio, sul piano pratico, è l'elevato apporto di azoto organico (9%) che
viene rilasciato in maniera molto lenta rendendo il terreno bilanciato e,
soprattutto, senza perdite come lisciviazione o volatilizzazione. In questo senso
il cuoio torrefatto garantisce in un'unica somministrazione un ottimo apporto
di azoto, spesso sufficiente per tutta l'anno. Il periodo migliore per la
concimazione con cuoio torrefatto è il tardo autunno o inverno inoltrato in modo da rilasciare il necessario
apporto per le piante di nuovo impianto. In generale, però, il cuoio torrefatto può essere utilizzato ogni qual volta
ce ne sia bisogno. Il cuoio torrefatto mineralizza per un periodo dai due ai cinque mesi, in questo lasso di tempo
è in grado di fornire un ottimo supporto (sia come prevenzione che come cura) per la clorosi ferrica e anche per
la mancanza di magnesio.
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