7. Il mercato della moneta
7.1 Che cosa è moneta
In un’economia di mercato i beni non si scambiano fra loro, ma si scambiano con moneta: a fronte di un flusso reale di prodotti e di servizi sta un flusso monetario. I redditi che si distribuiscono dal settore delle imprese alle famiglie si trasformano in spesa per acquistare prodotti sul mercato. La moneta costituisce un elemento fondamentale del funzionamento di un’economia di mercato.
Qual è la definizione di moneta? E' moneta tutto ciò che viene accettato come tale.: si tratta di moneta fiduciaria, esiste in quanto gli operatori hanno fiducia in quello strumento come moneta.
La prima funzione della moneta è un mezzo di pagamento che permette di effettuare gli scambi sul mercato, i beni si scambiano con moneta non fra di loro, perché un bene sia moneta occorre che chi la riceve in pagamento di un certo bene sia poi sicuro di poterla spendere, di poterla utilizzare, per l’acquisto di altri beni. Perché se vendendo il prodotto del mio lavoro e ottengo in cambio un bene che poi non potrò utilizzare per acquistare altri beni, ovviamente rinuncerò a vendere. Vendo il bene che ho prodotto solo se in cambio ottengo un bene che poi potrò utilizzare per acquistare altri beni, ecco la fiducia, che sta alla base della moneta come mezzo di scambio, come mezzo di pagamento. Questa fiducia innanzitutto viene fuori dal fatto che è un’autorità a mettere il proprio sigillo sulla moneta, la moneta in Italia una volta veniva coniata dal sovrano per garantire il peso in oro argento o altra merce pregiata, poi viene stampata la moneta legale dalla Banca Centrale, oggi ci sono ancora banconote stampate della Banca centrale. La moneta legale comunque viene accettata se c’è fiducia nella moneta, se il sistema economico è traballante, se si ha l’idea che la moneta perda velocemente potere d’acquisto, nessuno può rifiutarsi di accettare in pagamento la moneta legale, però può cercare di non mettere le merci sul mercato: in tempi di guerra si crea un mercato parallelo, il mercato nero, dove le merci spariscono dai mercati ufficiali e vengono venduti e scambiati con altra moneta, con oro eccetera . Nell’ex Jugoslavia alla fine degli anni 80, si avvertiva che il sistema stava crollando, e quindi veniva meno la fiducia nella moneta legale , ovviamente si era obbligati ad accettarla, però chi poteva farne a meno era ben contento di essere pagato in lire, in dollari, in marchi tedeschi, e faceva grandi sconti a chi pagava in valuta estera.
D’altra parte, la maggior parte degli scambi non avviene con moneta legale ma avviene con moneta bancaria, cioè con moneta fiduciaria creata dalle banche commerciali a favore dei clienti ed è moneta che circola fra i clienti: la moneta bancaria sono i depositi di conto corrente bancario. Questi depositi possono essere trasferiti mediante assegni, l’assegno è un ordine di pagamento che viene emesso dall’acquirente in cambio dei beni, ma il venditore non sa se l’assegno rappresenta un mezzo di pagamento valido fino a quando non gira l’assegno alla sua banca e avviene la compensazione fra i conti del venditore e dell’acquirente, quindi occorrerà tempo. Infatti non c’è l’obbligo di accettazione gli assegni, l’assegno si accetta se l'acquirente è una persona conosciuta. Se si va in un albergo, non si accettano assegni, perché l’ospite può passare 1, 2 notti e poi chi lo vede più! L’albergatore corre il rischio che l'assegno sia scoperto, che non abbia un corrispettivo in pagamento. Oggi abbiamo uno strumento che ha permesso una 11
diffusione capillare della moneta bancaria, la moneta elettronica, carte di credito, Bancomat etc. , perché questa moneta elettronica permette la conferma in tempo reale della copertura del deposito dell’acquirente. Questo ha permesso una grande diffusione della moneta bancaria anche per le spese di piccoli importi, una volta si riservava solo ad importi rilevanti, grandi acquisti come la casa etc.
Tanto più il sistema monetario è articolato tanto maggiore è l’utilizzazione dei depositi bancari rispetto alla moneta legale, in un sistema poco sviluppato prevalentemente si utilizza moneta legale mentre la moneta bancaria è ridotta come intermediazione finanziaria.
Sia la moneta legale che quella bancaria si basano sulla fiducia, non esistono riserve auree per la convertibilità della moneta, le ultime riserve auree erano quelle che avevano gli Stati Uniti a fronte dell’emissione di dollari, ma la convertibilità di dollari in oro è stata definitivamente abbandonata il 17 agosto del 1971, da quel momento in poi tutte le monete si basano esclusivamente sulla fiducia. La fiducia nella moneta legale consiste nel fatto che chi l’accetta si aspetta che quella moneta mantenga il suo potere d’acquisto, che i prezzi nel sistema economico siano relativamente stabili, e cioè non vi sia grossa inflazione nel sistema economico, non vi sia un aumento del livello dei prezzi. Quindi la banca centrale ha come obiettivo principale quello della stabilità dei prezzi, perché con la stabilità dei prezzi accresce la fiducia nella moneta legale, cioè nella moneta che emette.
7.2 Banca centrale e offerta di moneta 7.2.1 I canali di creazione
Vediamo come la Banca centrale crea moneta, e come la immette nel sistema economico. Al centro del sistema monetario c'è la Banca Centrale; in Europa la Banca Centrale Europea BCM, un’istituzione sopranazionale indipendente dal governo europeo e da quello dei singoli paesi. Obiettivo della Banca centrale europea è la stabilità del potere d'acquisto della moneta, opera in modo che il tasso di inflazione sia tendenzialmente attorno al 2%, si ritiene infatti che non esista un tasso di inflazione zero perché i prezzi crescono e si muovono continuamente, e quindi è considerato stabile un livello di crescita dei prezzi del 2% . Questo obiettivo per affermare la sua credibilità, e quindi, la fiducia nell’euro nell’ambito del sistema monetario europeo e nell’ambito internazionale.
La banca centrale immette moneta legale, o base monetaria nel sistema economico, ovvero distrugge moneta, cioè riduce la moneta in circolazione, attraverso i c.d. canali di creazione. Il primo canale di creazione è il settore pubblico, cioè l’amministrazione centrale e periferica dello Stato, a livello centrale i conti dello Stato sono gestiti dal ministero del Tesoro. Se la spesa pubblica supera le entrate, cioè se si ha un deficit di bilancio, vuol dire che il Governo ha speso più di quanto non abbia incassato e si vede costretto a reperire la moneta necessaria a finanziare il deficit. Come fa il Governo a procurarsi la moneta necessaria per sostenere le spese? In due modi, o emette titoli del debito pubblico, cioè ci indebita sul mercato, raccoglie sul mercato la moneta già esistente, oppure in teoria si indebita con la Banca Centrale, cioè vende titoli alla Banca Centrale che crea moneta. Si ha creazione di moneta attraverso il settore pubblico quando il Governo ricorre alla creazione di moneta della Banca Centrale per finanziare la spesa in deficit, non coperta con emissione di titoli sul mercato, quindi finanziamento monetario della spesa in deficit. Questo canale per quanto riguarda l’Unione Economica Europea è oggi inesistente, perché il trattato di Maastricht prevede espressamente che i governi non possano finanziare la spesa in deficit ricorrendo alla Banca Centrale, ma la devono finanziare 22
esclusivamente con emissione di titoli del debito pubblico. Fino a 20 anni fa in Italia era possibile finanziare parte della spesa con emissione di titoli presso la Banca Centrale, e quindi con creazione di base monetaria, anzi uno dei canali principali era proprio il finanziamento del deficit pubblico con tutte le implicazioni che comportava in termini di incremento di liquidità, spinta inflazionistica ecc.ecc.
Secondo canale è il settore estero. Ogni paese ha rapporti di tipo economico con il resto del mondo, si vendono prodotti, si acquistano prodotti, riceve capitali finanziari, fa prestiti al resto del mondo. Quindi a fronte di questi movimenti di beni e di capitali esistono movimenti monetari: se si vendono prodotti all’estero si viene pagati in valuta estera e quindi ci sarà un afflusso di moneta nel nostro paese, analogamente se importo beni dall'estero la moneta usata per i pagamenti quindi esce dal paese. Afflussi di valuta in entrata, a fronte delle nostre vendite all’estero; afflussi di valuta in uscita, a fronte dei nostri acquisti dal resto del mondo. È chiaro che se la bilancia dei pagamenti è in attivo l’afflusso di valuta supera il deflusso, arriva dall’estero più valuta di quanto noi non ne paghiamo, e quindi la moneta aumenta. Se viceversa la bilancia dei pagamento è in deficit si ha un deflusso di valuta, e quindi la quantità di moneta nel sistema economico tenderà a diminuire. Si ha creazione di moneta legale, o base monetaria, attraverso il canale estero quando vi è un attivo della bilancia dei pagamenti.
Il terzo settore di creazione, diventato attualmente il più consistente in termini quantitativi, è il settore bancario. Le banche commerciali emettono una loro moneta, costituita dai depositi bancari, però hanno l’obbligo di tenere a fronte dei depositi creati una certa percentuale di moneta legale. Se le banche fanno un deposito, a favore di un cliente, di un milione di euro, devono tenere una riserva di valuta legale pari a circa il 10%, cioè 100 mila euro. Come fanno le banche a procurarsi la liquidità che debbono tenere come riserva a fronte dei depositi? Convincendo gli operatori a non tenere moneta, ma a depositarla in banca , facendosela prestare dalle altre banche, il cosiddetto mercato interbancario, ovvero ricorrendo alla Banca Centrale. In altri termini la Banca Centrale è il monopolista della moneta legale, che fornisce alle Banche commerciali facendo pagare un prezzo, che si chiama tasso ufficiale di sconto. Questo significa che la Banca Centrale è in grado di controllare le singole banche, perché se ricorrono molto spesso alle anticipazioni bancarie vuol dire che sono molto esposte, e quindi può tendere a ridurre la liquidità che fornisce.
Questi sono canali istituzionali che dipendono dall’andamento del bilancio del settore pubblico, dall’andamento del settore estero e dai comportamenti delle banche, ma la banca centrale può operare a sua discrezione. Accanto a tutti questi canali di creazione istituzionali, si deve considerare un altro canale di creazione che dipende dalla scelta della Banca Centrale, le operazioni di mercato aperto, attività con le quali la Banca può accrescere o contrarre la liquidità in circolazione. Una forma diffusa di operazione di mercato aperto è l’acquisto o la vendita di titoli ad operatori privilegiati, cioè alle banche: se vuole accrescere la liquidità del sistema, la Banca Centrale acquista titoli e immette base monetaria; se vuole ridurre la liquidità, vende titoli e toglie liquidità al sistema. Altre forme possono essere le operazioni pronti contro termini, con le quali la Banca centrale chiede alle banche commerciali di prestare oggi una certa somma per riaverla alla scadenza, ad es. tre mesi, con un certo ammontare d'interesse, o viceversa presta oggi per ricevere domani. Quindi sono strumenti con i quali interviene sul mercato.
7.2.2 Base monetaria e offerta di moneta
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La moneta legale si definisce base monetaria, perché è la cosiddetta moneta ad alto potenziale sulla quale si crea la moneta emessa dalle banche ordinarie, la moneta bancaria è metaforicamente costruita sulla base rappresentata dalla moneta legale utilizzata come riserva bancaria.
Questa base monetaria BM, emessa dalla Banca Centrale, come viene utilizzata? Ha due usi, uno è quello di circolante, cioè viene ad essere direttamente utilizzata dalle famiglie e dalle imprese come mezzo di pagamento, ad esempio le banconote rappresentano circolante. L’altra utilizzazione possibile della base monetaria è quella che fanno le banche come riserva a fronte dei depositi che creano, cioè le riserve bancarie.
Quindi la base monetaria emessa dalla Banca Centrale, cioè immessa nel sistema economico, può essere utilizzata o come circolante oppure come riserva bancaria, cioè come base per la creazione della moneta bancaria.
BM = CIRC + RB
L’offerta di moneta (MS) è costituita da circolante, che è la moneta legale utilizzata come mezzo di pagamento, e dai depositi di conto corrente bancario.
MS = CIRC + DB
Il circolante è costituito dalla base monetaria direttamente utilizzata dalle famiglie e dalle imprese per acquistare beni sul mercato, come le banconote e le monete. L’altra moneta sono i depositi di conto corrente bancari. Le banche non hanno convenienza ai versamenti degli utenti, non guadagnano su quello che noi depositiamo ma creando moneta, cioè facendo credito e aprendo depositi di conto corrente a favore della clientela . A fronte di questa moneta bancaria, hanno bisogno di una certa riserva, sotto forma di moneta legale. Se l’offerta di moneta fosse costituita solo da circolante, ovviamente la base monetaria sarebbe utilizzata solo come circolante e base monetaria e offerta di moneta coinciderebbero, sarebbero la stessa cosa; in questo caso l’offerta di moneta sarebbe al livello minimo, perché tutta la moneta creata dalla banca centrale sarebbe utilizzata come circolante, quindi come offerta di moneta. Se non si utilizzasse circolante, ma solo moneta bancaria, cioè depositi bancari, l’offerta di moneta sarebbe a livello massimo e sarebbe un multiplo della base monetaria. La riserva bancaria (RB), è uguale a una certa percentuale, ad esempio (b), dei depositi bancari (DB),
RB = bDB
ipotizzando che la riserva bancaria sia uguale alla base monetaria (BM), cioè tutta la base monetaria sia utilizzata come riserva bancaria e non c’è circolante,
BM = RB
la quota di riserva bancaria costituita dalla base monetaria, cioè BM = bDB
consente un livello massimo di depositi bancari pari a DB= 1/b BM
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Se la base monetaria è pari a 100, la percentuale dei depositi b è il 10%, i depositi bancari che possono essere creati sono pari a 1000. Infatti avremo:
DB = 1/0,10 * 100 = 10 *100 = 1000
Se tutta la base monetaria è tenuta come riserva bancaria l’offerta di moneta sarà costituita esclusivamente da depositi bancari e sarà un multiplo della riserva, sarà la massima quantità che può essere creata. L'offerta di moneta è da considerare come una piramide rovesciata: se la base monetaria è usata come circolante costituisce tutta l’offerta di moneta, cioè la moneta legale è utilizzata direttamente come mezzo di pagamento. Mentre se la base monetaria è usata come riserva bancaria da luogo ad una quantità di depositi che è un multiplo, si crea un ammontare di depositi che è molto superiore alla quota di riserva. Data la base monetaria i depositi saranno tanto più grandi quanto minore è la quota di riserva.
7.2.3
Il moltiplicatore monetario.
L’offerta di moneta dipende dalla creazione di base monetaria della Banca Centrale, dalla capacità delle banche di intermediare la moneta, dalla scelta delle famiglie e delle imprese di utilizzare circolante o moneta bancaria. La Banca Centrale può influenzare la creazione di base monetaria, aumentandola o diminuendo attraverso le operazioni di mercato aperto, può influenzare la quantità di base monetaria che le banche tengono come riserva, stabilendo la quota di riserva obbligatoria e determinando il tasso ufficiale di sconto, cioè il costo della liquidità per le banche . Le banche possono influenzare l’offerta di moneta, convincendo le famiglie e le imprese a ridurre l’utilizzazione di circolante e accrescendo la quota di moneta che possono utilizzare come riserva. In questo senso la creazione della moneta elettronica è stata una innovazione importante che ha permesso di ridurre l’uso del circolante accrescendo l’utilizzazione della moneta bancaria. L’offerta di moneta è data da circolante più depositi : MS = CIRC + DB
mentre l’offerta di base monetaria è utilizzata come circolante e come riserve bancarie:
BM = CIRC + RB
Esprimiamo i valori di circolante (CIRC) e di riserve bancarie (RB) in rapporto ai depositi bancari (DB), cioè la quota di circolante rispetto all’utilizzazione di depositi.
cu = CIRC/DB
Il rapporto circolante depositi bancari, ci dice quanto le famiglie tengono di circolante in rapporto all’ammontare di depositi. Il rapporto riserve depositi esprime la quota di base monetaria che le banche tengono a fronte dei depositi creati sia come riserva obbligatoria, determinata dalla banca centrale, che come riserva libera in relazione alle scelte delle banche.
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re = RB\DB
Esprimiamo sia l’offerta di moneta che la base monetaria in termini di rapporti percentuali con i depositi bancari
MS = CIRC \DB + DB\DB
MS = cu + 1
e
BM = CIRC\DB + RB\DB
BM = cu + re
A questo punto dividiamo l’offerta di moneta MS con la Base Monetaria e vediamo il rapporto fra offerta di moneta e base monetaria, MS/BM=cu+1/cu+re
Da cui otteniamo il moltiplicatore monetario
MS = cu + 1\ cu +re *BM
L’offerta di moneta dipende innanzi tutto dalla base monetaria, tanto maggiore è la base monetaria tanto maggiore sarà l’offerta di moneta; dipende poi dal rapporto circolante\ depositi , se aumenta questa quota si riduce l’offerta di moneta, e dipende infine dalla quota di riserva bancaria, se aumenta la riserva bancaria si riduce l’offerta di moneta.
7.2.4 Banca Centrale e controllo dell’offerta di moneta.
Si possono formulare due ipotesi estreme sulla capacità della Banca Centrale di controllare l’offerta di moneta. La prima ipotesi è che la Banca Centrale sia in grado di controllare perfettamente l’offerta di moneta, da buon monopolista la Banca Centrale è in grado di determinare l’ammontare di moneta in circolazione nel sistema economico, mentre il tasso di interesse sarà determinato dalla domanda di moneta.
Poiché l’offerta di moneta è data, variazioni della domanda di moneta possono influenzare esclusivamente il costo del denaro ma non hanno alcun effetto sulla quantità di moneta. Manovrando l’offerta di moneta, la Banca Centrale è in grado di controllare perfettamente il mercato: se aumenta l’offerta di moneta fa diminuire il tasso d’interesse e soddisfa una maggiore domanda, viceversa se vuol ridurre la domanda di moneta contrae l’offerta e fa aumentare il costo del denaro. In questa impostazione la Banca Centrale ha un grande potere di mercato, di controllo sul mercato, è la cosiddetta impostazione esogena, cioè l’offerta di moneta è determinata dall’esterno. Per l’impostazione opposta l’offerta di moneta è determinata endogenamente , cioè all’interno del mercato. In questo caso la Banca Centrale si limita a fissare il tasso d’interesse di mercato, e poi lascia che siano gli operatori, vale a dire il mercato, a determinare la quantità di moneta. La 66
Banca Centrale ha un potere di mercato minimo: può fissare il costo del denaro, ma poi deve creare tutta la quantità di moneta richiesta.
Nella rappresentazione grafica l’offerta di moneta si presenta come verticale nel primo caso, offerta di moneta esogena, e orizzontale nel secondo, offerta di moneta endogena. Con il controllo completo della Banca Centrale l’offerta di moneta si presenta verticale e la domanda di moneta determina il livello del tasso d’interesse; viceversa nel caso opposto la Banca Centrale fissa il tasso d’interesse e offre una quantità teoricamente infinita di moneta, l’offerta è orizzontale; è la domanda di mercato a determinare la quantità. Nel primo caso la Banca Centrale deve aumentare l’offerta per ridurre il tasso d’interesse e far crescere la quantità di moneta: controlla la quantità di moneta; nel secondo caso deve ridurre il tasso d’interesse per fare aumentare la domanda controlla il prezzo del denaro mentre la quantità è stabilita dal mercato.
In termini teorici, il primo grafico èl’impostazione verticalista che ritiene l’offerta di moneta esogena (controllata dalla Banca Centrale), l’altra è quella orizzontalista che ritiene l’offerta di moneta endogena (determinata dal mercato, la banca centrale si limita a fissare il costo del denaro all’ingrosso) . Una situazione intermedia si determina considerando l’intermediazione bancaria: a mano a mano che il tasso d’interesse aumenta le banche ordinarie hanno convenienza ad estendere l’intermediazione, e quindi al crescere del tasso di interesse aumentano l’offerta di moneta, che si presenta crescente sul grafico.
Va notato che oggi i comportamenti della Banca Centrale Europea e della Riserva Federale sono vicini al secondo modello, piuttosto che al primo. L’autorità monetaria fissa, infatti, il tasso ufficiale di sconto e lascia al mercato la determinazione della quantità di moneta, anche perché in regime di liberalizzazione finanziaria sarebbe difficile controllare la mobilità della moneta. 77
7.3
La domanda di moneta.
Domandare moneta significa tenere liquidità ferma, se la moneta fosse immediatamente spesa al momento dell’incasso, non si avrebbe nessuna domanda di moneta.
Per quali motivi si domanda moneta? I motivi dipendono dalle funzioni della moneta.
Quali sono le funzioni della moneta?
Funzione di numerario, la moneta serve come unità di misura del valore, se noi esprimiamo il valore di un bene, il suo prezzo, lo esprimiamo in termini di euro. Funzione di mezzo di pagamento, in un’economia di mercato i beni non si scambiano fra loro ma si scambiano con moneta. Funzione di riserva di valore, la ricchezza può conservarsi in vari modi, ad esempio tenendo metalli preziosi, acquistando abitazioni, acquistando attività finanziarie (titoli ecc.), tra questi strumenti finanziari si considera anche la moneta, che è un modo per conservare la ricchezza.
Esaminiamo a proposito delle funzioni perché si tiene moneta?
Prenderemo in considerazione le funzioni di mezzo di pagamento e di riserva di valore.
7.3.1 La moneta come mezzo di pagamento.
In un’economia di mercato per portare a termine gli scambi occorre moneta, che si ottiene con gli incassi che ciascuno ha, vale a dire le entrate che riceve, mentre le spese che effettua rappresentano gli esborsi. Teoricamente se gli incassi e gli esborsi fossero simultanei, non si domanderebbe moneta, gli scambi avverrebbero nello stesso momento. Si pensi ad un’economia di baratto, nella quale non si tiene moneta perché ogni vendita presuppone un corrispondente acquisto. Nella realtà invece, gli esborsi difficilmente avvengono simultaneamente agli incassi, c’è sempre un intervallo fra esborsi e incassi. Questo intervallo spinge gli operatori a tenere una parte del proprio reddito sotto forma di moneta, per fare fronte alle spese certe e previste, perché non tenere moneta significa non poter effettuare gli scambi.
Qual è la scelta alternativa del tenere moneta? L’alternativa potrebbe essere di tenere attività finanziarie, ad esempio titoli al portatore o depositi a risparmio. In questo caso se si devono effettuare delle spese e non si ha circolante, bisogna andare in banca, portare il libretto, perdere tempo allo sportello, cambiare, ed effettuare le spese. Tutto ciò comporta un costo. Ovviamente tenendo la moneta nel libretto ottengo un rendimento, mentre tenere moneta nessuno rendimento.
Allora bisogna confrontare il costo che si sostiene nel perdere tempo per andare a prelevare dal libretto, e il rendimento che tenere la moneta nel libretto può dare.
Questo rendimento è tanto minore quanto minore è l’ammontare del reddito, e quanto minore è il tempo di permanenza sul libretto: più a lungo si tiene ferma maggiore è il rendimento che si può accumulare, maggiore è la somma maggiore è il rendimento. Mentre i costi sono in genere abbastanza stabili, i rendimenti sono decrescenti. Se i rendimenti superano i costi, allora conviene tenere la moneta in banca nel deposito di risparmio, se i rendimenti sono inferiori ai costi conviene tenere moneta.
Il rendimento dipende dal tasso di interesse che le banche pagano: questo può influenzare la quantità di moneta che si detiene. Tuttavia questa non è la variabile principale che influenza la domanda di moneta come mezzo di pagamento, perché la moneta è detenuta per fare fronte alle spese che dobbiamo affrontare con scadenza certa e quindi può essere molto breve il periodo che si può tenere nel deposito a risparmio. Si ritiene che per fare fronte alle spese certe sia più 88
conveniente tenere moneta e poiché le spese, in genere, dipendono dal livello del reddito, tanto maggiore è il livello di reddito tanto maggiore sarà il livello di spesa, quindi, tanto maggiore la quantità di moneta che si desidera detenere. Vero che ci può essere un tasso di interesse elevato, ma se si deve prelevare in continuazione la convenienza a tenere la moneta in banca sparisce perché il rendimento è minimo. Quindi la domanda di moneta come mezzo di pagamento viene collegata essenzialmente al livello del reddito. La domanda di moneta come mezzo di pagamento è considerata funzione diretta del livello di spesa e, quindi, del livello di reddito. Seguendo la teoria economica, si considerano due tipi di spese: il primo tipo si riferisce alle spese certe e previste, che normalmente si fanno nella vita delle famiglie e nell’attività delle imprese (il fitto, il salario, i fornitori, i regali). Per fare fronte alle spese certe e previste si fa una domanda di moneta, domanda di moneta per transazioni, che è considerata relativamente stabile. Si devono inoltre affrontare delle spese impreviste che possono rendersi necessarie indipendentemente dalle nostre scelte, ad esempio se si guasta la macchina o si ha una malattia improvvisa. Questa riserva di moneta che si tiene per far fronte alle spese impreviste è definita domanda di moneta precauzionale, ed è anche questa collegata al livello di spesa e, quindi, al livello del reddito. Riassumendo la domanda di moneta come mezzo di pagamento è legata al livello della spesa, e il livello della spesa dipende dal livello del reddito. Di norma si possono distinguere due tipi di spesa: quelle certe e previste, cioè che danno luogo alla domanda di moneta per transazione, e quelle impreviste che danno luogo ad una domanda di moneta precauzionale. Entrambe possono essere considerate una funzione abbastanza stabile del reddito, dipendono anche dal tasso d’interesse, nel senso che se il tasso di interesse che si può ottenere su strumenti finanziari alternativi tende a crescere, il costo opportunità del tenere moneta tende ad aumentare. Questa domanda di moneta L1, domanda di liquidità per transazione, è funzione diretta e stabile del livello del reddito, ed è espressa da una funzione costante (k) del reddito (Y).
L1=kY
7.3.2 La domanda di moneta come riserva di valore.
La ricchezza è uno stock, una quantità ad una certa data che può tenersi sotto varie forme, in immobili, quadri, pietre preziose, oro, può tenersi in strumenti finanziari. Quale è la differenza? Gli strumenti finanziari possono essere venduti in tempi rapidi, mentre gli immobili no. Se si ha bisogno di liquidità immediata, e si deve vendere una casa, il valore al quale si può vendere è in genere inversamente proporzionale al tempo che si ha a disposizione per vendere. Tanto più rapidamente si deve vendere, tanto più il prezzo tende a diminuire. Mentre se si hanno degli strumenti finanziari, dei titoli, delle obbligazioni, delle azioni, si è certi che si possono vendere in tempo reale al loro prezzo di mercato. Fra gli strumenti finanziari consideriamo le azioni e le obbligazioni. Cosa sono le azioni? Quote di capitale sociale, titoli di proprietà, chi possiede azioni Fiat, ad esempio, è proprietario di determinate quote della Fiat. Tante più azioni si detengono, tanto maggiore è la quota di proprietà, e tanto maggiore sarà il controllo sull’impresa. Il valore dell’azione dipende dall’andamento economico dell’impresa e dalla domanda e dall’offerta di azioni che c’è sul mercato di borsa, ove si acquistano e si vendono gli strumenti finanziari. Se l’impresa va bene, i titoli tendono a crescere, se le prospettive sono negative, si cerca di disfarsi delle azioni, e il costo delle azioni tende a diminuire.
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Le obbligazioni sono un titolo di debito dell’impresa. L’impresa chiede un prestito, emettendo un'obbligazione, e si impegna a restituirlo entro un certo periodo di tempo, più o meno ampio. Chi sottoscrive un’obbligazione, non fa altro che rinunciare a tenere moneta. Perché si ha convenienza a rinunziare alla moneta e tenere obbligazioni? In fondo con la moneta si possono acquistare beni, cioè la moneta è un mezzo di pagamento, uno strumento finanziario “liquido”, anzi ha la liquidità massima, mentre il titolo non è un mezzo di pagamento. Se si vuole realizzare il valore del titolo per acquistare beni bisogna vendere il titolo sul mercato al valore che ha in quel momento. Per convincere gli operatori a prestare la loro liquidità ad altri occorre pagare un compenso, cioè pagare un tasso di interesse. Il tasso d’ interesse come dice Keynes è il compenso per la perdita della “liquidità”. Ovviamente tenere moneta significa rinunziare a percepire un interesse, quindi quanto maggiore il tasso d'interesse pagato sui titoli tanto più elevato il costo opportunità del tenere moneta: si ha perciò una relazione inversa fra tasso d'interesse e domanda di moneta. Ma, in effetti, la scelta fra tenere moneta o titoli non dipende tanto dal tasso d'interesse corrente quanto da quello atteso: infatti, poiché il valore dei titoli varia in relazione inversa al tasso d'interesse di mercato, gli operatori hanno convenienza a comprare titoli( cedendo moneta) quando si aspettano che il tasso d'interesse diminuisca e, quindi, il corso dei titoli cresca; mentre hanno convenienza a vendere titoli (domandare moneta) quando si aspettano che il tasso d'interesse aumenti e, quindi, il prezzo dei titoli crolli. Ciascun operatore ha in mente un tasso d'interesse che ritiene normale: se il tasso attuale è superiore a quello che reputa normale ha convenienza a comprare titoli, viceversa ha convenienza a vendere titoli. Ipotizziamo cinque gruppi di operatori che ritengono che il tasso di interesse di mercato normale sia rispettivamente un tasso del 5%, del 6%, del 7%, dell'8% e del 9%. Perché vi è una relazione inversa fra prezzo dei titoli e tasso d'interesse di mercato?
Sappiamo che il valore di un titolo fra un anno è dato dal valore attuale più il tasso d'interesse:
Vt + iVt = Vt+1 ovvero Vt (1+i) = Vt+1 ad esempio se il valore attuale di un titolo è 1000 euro e il tasso d'interesse è del 10%, il valore fra un anno sarà pari a 1100. analogamente il valore attuale di un titolo liquidabile fra un anno è Vt = Vt+1 \ (1+i)
se il valore di un titolo fra un anno è 1100 e il tasso d'interesse rimane al 10% il valore attuale è ovviamente pari 1000; ma se il tasso d'interesse è maggiore, ad esempio 20%, il valore attuale dello stesso titolo diminuisce a 916,67 ; mentre se il tasso d'interesse è minore il valore attuale dello stesso titolo cresce a 1047,62 . In altri termini il valore attuale di un titolo varia in relazione inversa al tasso d'interesse di mercato: di conseguenza se gli operatori si 10
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aspettano che il tasso d'interesse di mercato debba aumentare ( e il prezzo dei titoli diminuire) hanno convenienza a vendere titoli oggi e tenere moneta. Viceversa se si aspettano che il tasso d'interesse debba diminuire (e il prezzo dei titoli aumentare) hanno convenienza a comprare titoli oggi e offrire moneta.
Se il tasso di interesse di mercato è uguale al 9%, un solo gruppo si aspetta che rimanga invariato mentre tutti gli altri gruppi si aspettano che il tasso di interesse di mercato debba diminuire: se i↓, il valore aumenta e pertanto hanno convenienza a comprare titoli. La domanda di moneta DM↓, diminuisce: se tutti comprano titoli c’è una domanda di moneta minima.
Se il tasso d'interesse diventa il 7%, la metà dei gruppi a sinistra si aspetta che il valore dei titoli diminuisca, e quindi vendono, la metà a destra si aspetta che aumenti e quindi comprano. Aumenta il numero di chi domanda moneta e offrono titoli. Se il tasso d’interesse si riduce al 5%, la maggior parte dei gruppi si aspetta che il tasso d'interesse debba aumentare e il valore dei titoli diminuire e, quindi, vendono titoli e domandano moneta. La domanda di moneta è elevata, quando il tasso d’interesse è basso. Quando il tasso d’interesse è alto le aspettative della maggioranza sono per una diminuzione del tasso d'interesse , si avrà convenienza ad acquistare oggi che il prezzo dei titoli è minore, in modo di avere domani guadagni in conto capitale; si riduce la domanda di moneta e si preferisce tenere titoli.
Si pone pertanto una relazione inversa fra domanda di moneta speculativa e tasso d’interesse, quando il tasso di interesse è elevato la domanda di moneta è bassa, mano a mano che il tasso di interesse diminuisce la domanda di moneta tende ad aumentare.
7.3.4 La domanda di moneta : rappresentazione grafica
La domanda di moneta è formata da due componenti, L1 che è la domanda di moneta come mezzo di pagamento, cioè la domanda di moneta per transazioni e precauzionale, e L 2 che è la domanda di moneta speculativa, cioè la domanda di moneta come attività finanziaria, in alternativa agli altri strumenti finanziari, la moneta come riserva di valore.
La domanda di moneta per transazioni e precauzionale, cioè la domanda di moneta come mezzo di pagamento, dipende dal livello di spesa che a sua volta è legato al livello del reddito. Si può esprimere come una costante
L1 = KY
la domanda di moneta speculativa dipende dal tasso di interesse
L2 = ­ h i
dove il segno meno indica la relazione inversa, se il tasso di interesse aumenta la domanda di moneta diminuisce e viceversa, h esprime la reattività della domanda di moneta al tasso di interessi. La domanda complessiva di moneta sarà data da
MD = KY­ h i
Ad indicare che sia il reddito che il tasso di interesse influenzano la domanda di moneta.
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La domanda di moneta dipende sia dal reddito che dal tasso di interesse, sul grafico ci limitiamo a rappresentare la relazione fra due sole variabili le altre vengono considerate come date, in questo caso si indica la relazione fra domanda di moneta e tasso d’interesse dato il livello del reddito. Quindi il livello del reddito è espresso dalla posizione della funzione, mentre l’andamento della funzione è determinato dal tasso di interesse. In altri termini abbiamo che il livello della domanda di moneta rispetto al reddito è una costante, una quantità indipendente dal tasso d’interesse, tanto più spostata a destra quanto maggiore è il livello della domanda di moneta per transazione, mentre la relazione funzionale fra domanda di moneta e tasso d’interesse è data da h che esprime la pendenza della funzione. Di norma si ha una funzione di domanda di moneta decrescente da sinistra verso destra ad indicare che la domanda di moneta aumenta mano a mano che il tasso di interesse diminuisce.
Se il livello del reddito aumenta, la funzione si sposta verso l’alto e verso destra a indicare che la domanda di moneta è maggiore a parità di tasso di interesse, quindi un aumento del reddito è evidenziato da uno spostamento della funzione verso l’alto e verso destra, da MD = kY – h i, a MD’ = kY’ – hi. Mentre se varia il valore di h, la reattività della domanda di moneta al tasso di interesse varia la pendenza della funzione. Quando il tasso d’interesse è elevato la domanda di moneta è bassa quindi la reattività è minima . Si pensi a un tasso di interesse massimo al quale la domanda di moneta non esiste più, non è più reattiva, tutti preferisco comprare titoli. Quando invece il tasso d’interesse è a livelli minimi, tutti vogliono vendere titoli, la domanda di moneta è enormemente grande. Questo secondo caso è definito trappola della liquidità, ed è una situazione che accade nei periodi crisi, quando gli operatori si vogliono disfare dei titoli, come nella crisi di Wall Street del 1929. Tutti domandano moneta, la domanda di moneta è teoricamente infinita, perché tutti vogliono vendere titoli, ma nessuno vuole comprare, siamo al livello di tassi d’interesse minimi. Se si rapporta tutto questo all’inclinazione della domanda di moneta, al valore di h, possiamo avere che quando h = 0 la funzione è verticale, parallela all’asse delle ordinate. Significa che qualunque sia il tasso d’interesse la domanda di moneta speculativa è nulla . Quando la pendenza è zero l’elasticità è massima: la domanda di moneta è orizzontale. Al tasso di interesse minimo la domanda di moneta è teoricamente infinita, tutti domandano moneta cercando di vendere titoli. Siamo nella trappola della liquidità.
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i
MS
i
’
MD’=kY’­hi
i
MD= kY­ hi
M
M
7.4
Equilibrio sul mercato della moneta.
Si determina l’equilibrio sul mercato della moneta quando la domanda e l’offerta sono uguali.
Per quanto riguarda l’offerta, si sono considerate diverse possibilità di controllo dell’offerta di moneta da quella esogena controllata perfettamente dalla Banca Centrale, a quella endogena determinata dal livello della domanda. Per semplicità consideriamo l’ipotesi che la Banca Centrale sia in grado di controllare perfettamente l’offerta di moneta e, quindi, l’offerta si presenta verticale.
_
MS = M
La domanda di moneta dipende dal livello del reddito e dal tasso d’interesse. MD = KY­ hi
Si ha equilibrio quando offerta e domanda sono uguali
MS=MD ovvero
MS = KY­ hi
Aggiungiamo un altro particolare, agli operatori non interessa la moneta in termini di valore nominale, ma interessa la moneta in termini di potere d’acquisto, quindi si deve considerare 13
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l’offerta di moneta in termini reali, cioè la quantità nominale di moneta in rapporto al livello generale dei prezzi.
M\P = kY ­ hi,
Questa è l’equazione che ci dà l’equilibrio sul mercato della moneta, offerta uguale domanda.
Come si risolve? Come tutte le equazioni di mercato c’è un prezzo che porta in equilibrio domanda e offerta di moneta, in questo caso il prezzo è il tasso d’interesse, il compenso per la perdita della liquidità.
Abbiamo che
M
hi = k Y­
P
da cui
M
KY −
i =
p
h
esiste sempre un tasso di interesse che porta in equilibrio domanda e offerta di moneta. Il tasso d’interesse è in relazione inversa all’offerta di moneta e in relazione diretta rispetto al reddito.
Se l’offerta di moneta aumenta, il segno è meno, il tasso d’interesse diminuisce. Perché se l’offerta di moneta aumenta il tasso di interesse diminuisce? Se c’è molta moneta in circolazione, il costo della moneta tende a scendere, i tassi d’interesse si riducono, c’è eccesso di offerta di moneta. Mentre se il reddito aumenta il tasso d’interesse aumenta, si muovono nella stessa direzione, perché se aumenta il reddito aumenta la domanda per transazione, cioè aumenta la domanda di moneta, gli operatori si procurano la moneta necessaria, per effettuare maggiori spese, indebitandosi e, per convincere gli operatori a dare a prestito, offrono tassi d’interesse crescenti.
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