La Famiglia “Soggetto Sociale” - AFI

Afi – Monselice
PROVINCIA DI PADOVA
Associazione delle Famiglie
Assessorato ai Servizi Sociali
La Famiglia “Soggetto Sociale” e l’associazionismo familiare.
Ruolo delle Istituzioni e delle associazioni.
Principio di sussidiarietà. Politica condivisa.
Ing. Antonio Zerman
Vice presidente Consulta della famiglia Comune di Verona.
Vice presidente Afi. Delegato al Forum delle Associazioni familiari
Sommario
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
La crisi dello stato sociale (e della famiglia?)
Vision attuale sulla famiglia
La famiglia soggetto sociale
La relazione familiare
La famiglia capitale sociale
Le attuali politiche per la famiglia
Le nuove politiche societarie
Il principio di sussidiarietà e l’associazionismo familiare
La consulta della famiglia
1. La crisi dello stato sociale (e della famiglia?)
Alcuni indicatori ci danno dei segnali di possibile
situazione di crisi della famiglia:
•
Denatalità, invecchiamento
•
Modifica della struttura familiare
•
Conflittualità
•
Povertà economica
•
Aumento patologie infantili e giovanili
•
Perdita delle funzioni educative
Padova 2003
Nel contempo si delinea un’importante difficoltà nella
gestione dello stato sociale, sia a livello nazionale che
locale:
• Costi elevatissimi e crescenti
• Riduzione delle risorse, anche in prospettiva (pensioni)
• Conflittualità e richiesta sempre maggiore di servizi
• Scarsa efficacia delle politiche e degli interventi
Deriva
Maschi
100e+
95-99
90-94
85-89
80-84
75-79
70-74
65-69
60-64
55-59
50-54
45-49
40-44
35-39
30-34
25-29
20-24
15-19
10-14
5-9
- di 5
-12.000 -9.000 -6.000 -3.000
•
Deriva dello Stato Sociale, che non riesce più ad
elaborare un progetto di società, ma insegue le tendenze
evoluzionistiche di frammentazione dei rapporti e delle relazioni
Zerman
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Femmine
-
3.000
6.000
9.000
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•
Deriva della famiglia: la famiglia è lasciata a sé stessa, non vede proposta o promossa da parte
dello stato sociale una caratteristica distintiva della famiglia, un modello
Regione Veneto - Ampiezza delle Famiglie
Regione Veneto - Ampiezza delle Famiglie
4
2,6
2,6
1961
1961
1971
1971
1981
1981
N° Famiglie
N° Famiglie
1991
1991
2001
2001
4,5
4,5
4
4
3,5
3,5
3
3
2,5
2,5
2
2
1,5
1,5
1
1
0,5
0,5
0
0
N° Medio componenti
N° Medio componenti
4
N° Famiglie
N° Famiglie
1.800.000
1.800.000
1.600.000
1.600.000
1.400.000
1.400.000
1.200.000
1.200.000
1.000.000
1.000.000
800.000
800.000
600.000
600.000
400.000
400.000
200.000
200.000
-
Lo stato moderno che si pregia di
garantire i diritti civili e di aver prodotto
una società che esalta un conquistato
benessere economico, riscontra un
crescente malessere della famiglia e delle
persone, in parte latente prima di essere
esplicitato nelle patologie
N° medio componenti
N° medio componenti
Stato sociale
Famiglia
Zerman
Paradosso della modernità
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Quale futuro?
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2. Vision attuale sulla famiglia
Neo mercantile (liberista)
•
•
•
•
Famiglia società naturale spontanea
Libera scelta individuale e privata
Lo Stato interviene il meno possibile solo in
caso di bisogno
I beni e servizi per le famiglie sono prodotti
dal mercato
Neo welfarista
• Famiglia aggregato di individui che convivono
• Famiglia scelta individuale
• Lo Stato interviene per garantire servizi universalistici per emancipare categorie sociali
(bambini, donne, anziani, padri in difficoltà) da povertà e da mancanza di pari opportunità
Visione incentrata sull’individuo
Vision sulle politiche familiari
•
•
Assistenziali (patologia)
Implicite
Istituzioni & Mercato
a
b
c
d
e
Individuo
Individuo
Famiglia
• Indirette
• Senza osservazione e feed-back
• Lo Stato certifica la qualità degli interventi
Le politiche familiari hanno perduto la famiglia
Zerman
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3. La Famiglia soggetto sociale
Funzioni sociali della Famiglia
-
-
Nascita del nuovo cittadino
Formazione della persona
Educazione ai valori etici e civili
Luogo unico di incontro e
scambio gratuito
- tra i generi e
- tra le generazioni
(che la distingue dalle altre aggregazioni)
Attore principale della storia (passato, presente, futuro)
L’insieme delle persone e delle relazioni
Accoglienza
•accoglienza della vita
•ogni persona è accettata per
quello che è
•solidarietà tra le generazioni
•incontro tra i generi
•affido
Dono
•dono della vita
• tempo e affetto
•servizio agli altri
•sacrificio per l’altro
•gratuità e amore
•non logica dei diritti e doveri
Educazione
•ai valori
•alla socialità
•alla fraternità
•a rispettare le regole (legalità)
•alla reciprocità (si insegna e si
impara)
•ci si corregge e ci si perdona
Azione economica
• Utilizza beni e servizi del mercato, anche oltre quelli individuali
• Fornisce fattori produttivi
• investimento nei figli (cultura, capacità cognitive e non
cognitive, fattori qualitativi: relazionalità, impegno, lealtà, ecc.)
James Heckman, Nobel economia 2000: good families promote
cognitive, social and behavioral skills. Bad families do not.
•redistributore interno di risorse, auto-assicurazione contro rischi,
ammortizzatore sociale
•cura, riparazione, assistenza (affido, anziani, disabili)
Zerman
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Cura
•bimbi
•soggetti deboli (disagio,
malattia, difficoltà)
•disabili
•anziani
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4. La relazione familiare
(Donati, Manuale di sociologia della famiglia, 1999)
relazione originale
Peculiare: segue criteri di differenziazione propri; non surrogabile da altre relazioni. Criteri:
- differenza di genere (che implica la sessualità – donazione di sè) e
- obbligazioni tra generazioni (che implicano la parentela)
relazione originaria
auto-prodotta, in quanto si costituisce in ragione di fattori sociologici autonomi, ovvero “fontali”, e
non può essere intesa solo come la risultante di fattori individuali (motivi di ordine psicologico) o
collettivi (motivi di ordine economico, politico o religioso), o di un loro mix. I fattori originari sono
relazionali (scambio, dono, reciprocità, amore); la famiglia sorge primariamente per impulsi interni
non riconducibili solo a forze esterne o a motivi prevalenti in altre relazioni (sentimenti, utilità,
potere, ecc.).
relazione primordiale
che esiste all'inizio e dall'inizio, sia in senso filogenetico (la famiglia sta all'origine
dell'evoluzione umana) sia in senso ontogenetico (in ogni tempo e luogo, il singolo individuo
entra nella società e matura la sua partecipazione ad essa in modo tanto più umano quanto
più e meglio è sostenuto dalla mediazione di una famiglia).
La famiglia è elemento fondante della società all'inizio della storia umana.
La società nasce quando nasce la famiglia.
entità invisibile
La famiglia è un'entità invisibile per l'osservatore immediato.
Rimanda a referenze simboliche e a legami che solo in parte vengono esplicitati, mentre in
buona misura restano latenti, nascosti, non detti o indicibili, anche se sono vissuti.La relazione
famiglia infatti non solo attua mediazioni, ma consiste di mediazioni che come tali non sono visibili
ad occhio nudo, e non sono mai totalmente formalizzabili o quantificabili, e di cui solo in parte i
singoli individui sono consapevoli.
La mediazione
(Donati, Manuale di sociologia della famiglia, 1999)
Relazione di mediazione tra l'individuo e il collettivo (la società)
L'individuo non esiste atomicamente, ma forma la sua identità e si costituisce come personalità e
come soggetto d'azione solo in quanto può attingere alle entità collettive della società, tra le quali la
famiglia occupa un posto primario e insostituibile
Relazione di mediazione tra natura e cultura
La relazione familiare è il luogo dove gli elementi naturali (bio-psichici, istintivi o irriflessivi) e gli
elementi culturali (cioè imitativi, appresi, riflessivi) trovano una loro composizione.
E' nella famiglia che il bambino apprende a incanalare gli istinti, i sentimenti, le passioni verso
espressioni culturali adeguate; così per l’adulto
Zerman
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Relazione di mediazione tra pubblico e privato
Si insegna al figlio (e all’adulto) che cosa sono le relazioni familiari e quelle non-familiari, interne
(private) ed esterne (pubbliche), con la diversità di regole e il necessario bilanciamento armonico.
Segnali e indicatori positivi
•
•
•
•
•
•
•
Famiglia al primo posto dei valori
Il matrimonio è ancora considerato un’istituzione
La gran parte delle famiglie è normale
Nascono nuove forme di autorganizzazione familiare
Rafforzamento dei legami familiari (es. ruolo dei nonni)
Nuovo ruolo della figura paterna
Oggi come non mai si può vivere veramente la relazione familiare come scelta di piena
libertà e realizzazione
5. La famiglia capitale sociale
Capitale Sociale
Capitale: insieme di risorse (Capitale finanziario:: es. ricchezza economica della famiglia; Capitale
umano: es. livello di istruzione dei genitori)
Sociale: insieme di relazioni che generano altre relazioni
Zerman
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Capitale sociale: es. per riuscire a scuola non basta avere genitori ricchi e ben istruiti, occorre
anche che passino tempo con i loro figli e si impegnino a trasmettere le capacità necessarie alla
riuscita scolastica
in questo modo aumenta:
Benessere dei componenti
Atteggiamento di fiducia negli altri
Azioni civiche rivolte alla comunità di appartenenza
Partecipazione alla vita associativa in generale
Qualità servizi relazionali sia a familiari che ad altri soggetti
Il Capitale Sociale Familiare accresce il livello civile ed economico della società
Zerman
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La cittadinanza della famiglia
La nuova vision sulla famiglia e sullo stato sociale
Ripensare al modello di civiltà occidentale
Riconoscere la soggettività sociale della famiglia
Cittadinanza della famiglia
Riconoscere i diritti della famiglia come tale
Riconoscere i diritti relazionali della persona, che non ledono i diritti individuali, ma si aggiungono
ad essi
Riconoscere i soli diritti individuali può portare all’emergere di nuove disuguaglianze
Cittadinanza non come intitolazione dall’alto, concessa dallo Stato, ma costruzione politica dal
basso, che parte dalla famiglia (sussidiarietà)
Il benessere familiare
I paradossi del benessere familiare (Donati, CISF 1999)
Paradossi della modernità
Contro-paradossi del dopo-moderno
Paradossi dell’ideologia dominante, funzionali
all’ordine moderno e post-moderno lib/lab
Paradossi dell’esperienza vitale, espressivi di un
ordine sociale alternativo al lib/lab
Il benessere familiare è dato dal benessere individuale dei
membri e nell’auto-realizzazione individuale che riesce a
promuovere
Il benessere familiare è dato dalle relazioni fra i membri
(non è chiaro agli stessi individui come il benessere
emerga relazionalmente); si può fare famiglia solo
assieme
è nella libertà dei vincoli posti dall’alter (è tanto maggiore
quanto meno ego si vincola ad alter)
è nella libertà di valorizzare l’alter (è tanto maggiore
quanto più ego si rende sinergico con alter) – libertà per
l’altro, non dall’altro
consiste nel costruire vincoli di positiva reciprocità (il
bene è nell’effetto di reciprocità)
consiste nel limitare il più possibile le costrizioni
reciproche
dipende dalla capacità di sottrarsi alle pressioni esterne (=
vivere la privacy) e distinguersi dalle altre famiglie
Zerman
dipende dalla capacità della famiglia di essere collegata ad
una rete sociale valida e rendersi interdipendente con altre
famiglie: la sfera privata della famiglia è tanto più
autonoma quanto più si rende solidale con le altre
famiglie
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6. Le attuali politiche familiari
Costituzione Italiana
Art. 29
La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla
legge a garanzia dell'unità familiare.
Art. 30
E' dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori dal
matrimonio.
Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti.
La legge assicura ai figli nati fuori dal matrimonio ogni tutela giuridica e sociale, compatibile con i
diritti dei membri della famiglia legittima.
La legge detta le norme e i limiti per la ricerca della paternità.
Art. 31
La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e
l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose.
Protegge la maternità, l'infanzia e la gioventù favorendo gli istituti necessari a tale scopo.
Esempi sulla situazione attuale.
Percentuale PIL per pensioni e famiglia
Fonte: Libro Bianco sul welfare 2003
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Detrazioni fiscali per figli a carico
Fonte: Libro Bianco sul welfare 2003 e dati IRPEF
7. Le nuove politiche societarie
Politiche lib/lab e politiche societarie
Sistema lib/lab
•
•
•
•
•
Dominanza del pubblico
Lotta alla povertà e all’esclusione sociale
Obiettivo: inclusione dell’individuo come individuo
Lo Stato produce la “sua” società civile
Paradosso: si insegue il progetto di realizzare una sfera di pari opportunità individuali, di
massima autorealizzazione individuale, ma tale progetto resta sempre incompiuto, con costi
in termini di illibertà, disuguaglianze e mancanze di solidarietà, es. nelle famiglie e tra
famiglie
•
Sistema societario
•
•
•
•
Zerman
Dominanza a un nuovo intreccio tra società civile e Stato, secondo un principio di
sussidiarietà complesso: verticale, orizzontale, rete
Sistema integrato di interventi e servizi secondo logica di competizione solidale fra
organizzazioni
Obiettivo: inclusione sociale delle persone e delle famiglie che non significhi
omologazione degli individui e delle forme sociali
Valorizzazione e promozione delle relazioni familiari
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Sistema lib/lab (modello erogatorio/assistenziale)
1. Diluire le politiche familiari nelle politiche sociali (perdita di soggettività sociale della
famiglia)
2. Trattare la famiglia come consumatore/utente “bisognoso” (quindi in relazione di
dipendenza verticale dall’istituzione), con orientamento ai bisogni individuali
3. Lo Stato è il certificatore finale della qualità del servizio/intervento (anche quando
coinvolge le famiglie: autoreferenzialità)
• Interventi: assegni, sgravi fiscali, centri per famiglie, progetti ad hoc (es. minori) parità
diritto studio; es. stile emiliano-romagnolo (più servizi e meno famiglia)
•
Sistema societario (modello promozionale)
1. Favorire l’imprenditorialità di privato sociale della famiglia in ottica di cittadinanza
societaria
2. Trattare la famiglia come cliente e “prosumer” (produttore e consumatore) in relazioni
simmetriche e autonome, orizzontali, anche con le istituzioni
3. Certificatore finale della qualità del servizio sono le stesse famiglie, singole e associate, in
forme organizzative che non solo hanno funzione di rappresentanza (consulte, authority), ma
anche capacità di organizzazione di reti di scambi formali-informali
• Interventi: forme di previdenza con titolarità alla famiglia, buoni, rilancio consultori,
promozione delle associazioni familiari come enti organizzatori di servizi
Sistema societario
•
•
•
•
Empowerment,
partnership,
condivisione,
imprese
comunitarie
di
famiglie,
lavoro
di
rete
tra
famiglie
e
per le famiglie
Tutti
gli
attori
sono
in
gioco;
devono
essere
messi
in relazione secondo una logica societaria, di simmetria e di interazione
Coordinare e utilizzare i vari attori per renderli sinergici
La politica societaria si muove prevalentemente a livello “meso”, fra il livello macro del
sistema complessivo e il livello micro degli individui e delle relazioni interpersonali
(=>importanza dell’intervento locale)
SISTEMA POLITICO
TERZO SETTORE
MERCATO
FAMIGLIE E RETI PRIMARIE
Zerman
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7 Il principio di sussidiarietà e l’associazionismo familiare
Il principio di Sussidiarietà (Art.118 Costituzione)
Gli Enti pubblici (Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni )
Favoriscono la autonoma iniziativa dei cittadini singoli o associati per lo svolgimento di
attività di interesse generale
funzione promozionale
obbliga l’istituzione ad aiutare la famiglia in modo da metterla in condizione di svolgere i
suoi compiti
funzione protettiva
proibisce agli Enti di sostituirsi ad essa, nell’ambito delle competenze che le sono proprie
e che essa è in grado di svolgere da sola o liberamente associata
Qualora le famiglie non fossero in grado di assolvere i propri compiti (educativo o
assistenziale) con le loro forze, si impone agli ordinamenti di ordine superiore di non
assumere subito su di sé questi compiti, ma di cercare vie di rafforzamento delle energie e
delle capacità in modo da aumentarne l’autonomia, intesa non come autoreferenzialità ma
come capacità di scegliere l’ambiente con cui entrare in relazione
funzione di responsabilizzazione degli attori
obbliga l’istituzione a respingere i compiti che le famiglie pretendono di scaricare su di
esso, pur essendo in grado di assolverli
La famiglia prosociale
•
•
•
•
•
•
•
Zerman
Ricchezza di relazionalità
Generosità, gratuità, abnegazione, solidarietà, partecipazione, …
Realizza un contenimento della spesa sociale
Influisce direttamente sulle tendenze del mercato
Notevole risorsa in termini di idee, progetti, azione
Tendenza alle attività di gruppo
Diventa promotore di azioni di rete
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Il ruolo delle associazioni
L’associazionismo familiare è il luogo dove le politiche locali incarnano la vera sussidiarietà nei
confronti delle famiglie
Però solo dove la familiarità dell’azione associativa si esplica in senso pieno l’associazionismo
familiare può svolgere questa funzione
Le associazioni familiari
Le associazioni familiari in senso stretto sono:
•
•
•
organismi che si costituiscono attorno ad uno specifico bisogno familiare,
sono promossi da famiglie e
attuano un intervento che non solo è rivolto alla famiglia, ma la coinvolge in modo diretto e
la rende protagonista dell’azione:
l’associazione promuove, così, una solidarietà di tipo familiare, legata al quotidiano, continua,
personalizzata, flessibile, mutevole, che assume forme differenziate sulla base dei livelli diversi di
risposta ai bisogni delle famiglie
In questo modo l’associazionismo familiare agisce sulle relazioni familiari, rigenerandole e
rafforzandole (fornendo loro le risorse), perché trovino autonomamente la risposta risolutiva al
proprio bisogno
L’associazionismo familiare genera capitale sociale
Capitale
Capitale Sociale Secondario
Secondario
Ben
Associazioni di associazioni
e
ess
Società
Associazioni familiari
re
Reti Secondarie informali
Comunità
Reti Primarie
Relazioni familiari
Capitale
Capitale Sociale
Sociale Primario
Primario
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Famiglia
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Società
Rappresentanza
Peso Politico
Servizi innovativi
Cultura della
famiglia
Associazione familiare
FAMIGLIA
Consapevolezza
Potenziamento
relazioni
Contrasta il rischio dell’individualismo
Benessere
Protagonista
Terzo settore
Disagio
Associazione familiare
Normalità
La presenza delle associazioni familiari innesca un circolo virtuoso che genera maggiore benessere
e previene il disagio
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Benessere familiare:
Se definito solo dall’interno (famiglia): non si rende conto delle proprie funzioni sociali,
rischia il soggettivismo (privatismo)
Se definito solo dall’esterno (istituzione): riflette solo l’interesse di istituzioni estranee alla
famiglia
=> occorre una soluzione relazionale: il benessere familiare sia osservato da una “terza
parte” simpatetica sia con la famiglia che con le istituzioni pubbliche, perché rappresenta il
benessere comune di tutti i soggetti in gioco
Le forme federative di associazioni di famiglie potrebbero essere un tale punto di vista,
qualora raggiungessero un grado di consapevolezza e di organizzazione adeguata
Dovrebbero elevarsi oltre gli interessi e le identità particolari delle singole famiglie e delle
associazioni per rappresentare il punto di vista delle famiglie (come “sistema delle
famiglie”) sull’intera società, in dialogo con i punti di vista alternativi del mercato e dello
Stato
Principi metodologici fondamentali
1. famiglia come risorsa e bene comune per la società locale, centralità e insostituibilità del
suo ruolo di soggetto sociale attivo;
2. famiglia come nucleo complessivo e unitario, sia pure complesso e in continua
trasformazione nelle sue fasi del ciclo di vita, progettando gli interventi per i singoli
componenti come membri di una famiglia e non come entità a sé stanti, integrando i servizi
rivolti ai singoli soggetti con i servizi rivolti alla famiglia;
3. operare nei confronti della famiglia con politiche dirette ed esplicite, accanto ai tradizionali
interventi indiretti o impliciti;
4. aver sempre presente che la famiglia è influenzata da innumerevoli fattori, e pertanto gli
interventi impliciti o espliciti ad essa rivolti devono essere ben considerati in tutti i settori
di attività dell’amministrazione (quindi non solo nei "servizi sociali", ma negli interventi
per la casa, la scuola, l'educazione e la formazione, l'arredo urbano, le tariffe, le tasse, i
trasporti, la qualità della vita, la sicurezza, la salute, ecc.;)
5. riconoscere la necessità di coordinare gli interventi che localmente si compiono da parte
dei diversi enti locali oltre che dal privato e dal privato sociale;
6. passare da un'impostazione di tipo assistenziale e di intervento sulle patologie a una politica
di prevenzione e promozione orientata alla famiglia normale, sia pure indirizzando
maggiore attenzione alle famiglie deboli e in difficoltà;
7. tenere presente che l'ente pubblico si debba prendere in carico anche il compito propositivo
di stimolo e di promozione culturale nei confronti della famiglia per farle riscoprire il
proprio fondamentale ruolo educativo e di soggetto sociale, e per trasformarla da semplice
fruitrice passiva a protagonista attiva nella vita della città;
8. interventi nei confronti della famiglia caratterizzati da un principio di sussidiarietà
correttamente applicato: non solo l'ente superiore non deve svolgere le funzioni che
possono essere correttamente svolte dalla società inferiore, in questo caso dalla famiglia o
dalle reti informali, ma nel momento in cui questo soggetto si trovi in difficoltà nel compiere
tali proprie funzioni, l'ente superiore deve stimolarlo ed aiutarlo a riprendere la capacità di
svolgerle, piuttosto che tentare di sostituirsi;
Zerman
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9. coinvolgere e favorire la creazione delle reti informali di solidarietà e di servizi delle
famiglie all’interno dei quartieri e delle circoscrizioni, l'attività delle associazioni e del
volontariato, lo sviluppo dei meccanismi di raccordo tra operatori formali e informali;
10. monitorare costantemente l'evoluzione della società e delle famiglie e l'efficacia degli
interventi a livello territoriale per riorganizzare tempestivamente le politiche familiari.
9. La Consulta della famiglia
Inquadramento normativo
D.Lgs. 18-8-2000 n. 267 (ex l. 142/90)
Articolo 8
Partecipazione popolare.
1. I comuni, anche su base di quartiere o di frazione, valorizzano le libere forme associative
e promuovono organismi di partecipazione popolare all'amministrazione locale. I rapporti
di tali forme associative sono disciplinati dallo statuto.
Statuto del Comune di Verona:
Art. 10: Principio di decentramento e di partecipazione
2. Il comune favorisce la partecipazione dei cittadini, sia singoli che associati,
all'amministrazione locale, promuovendo in particolare la collaborazione delle Associazioni
di volontariato all'esercizio delle proprie funzioni, così da dare maggiore funzionalità ai
servizi e maggiore credibilità allo stesso intervento pubblico.
Art 43: Valorizzazione delle formazioni sociali
7. Il comune, allo scopo di favorire il coinvolgimento dei cittadini nelle scelte della
comunità, attua iniziative intese a costituire organismi rappresentativi delle istanze sociali
in determinati settori della vita associativa aventi il fine di dibattere le problematiche
afferenti alle formazioni medesime e di formulare in termini complessivi le istanze e le
petizioni da avanzare all'ente.
8. Il comune, inoltre, al fine di favorire il concorso delle formazioni sociali all'indirizzo,
allo svolgimento ed al controllo dell'attività comunale, riconosce la possibilità di
costituzione di organismi di coordinamento congruamente rappresentativi delle
associazioni e delle altre forme di partecipazione presenti nella comunità locale e ne
favorisce lo sviluppo. Tali organismi si struttureranno nel rispetto del principio democratico
con appositi regolamenti comunicati al consiglio comunale, nei quali saranno disciplinate le
finalità, la struttura e l'articolazione in modo da assicurarne la rappresentatività, la
trasparenza e l'effettiva funzionalità.
Gli organismi di coordinamento instaurano con il consiglio comunale e con la giunta
comunale un sistema di relazioni le cui modalità di esplicazione sono fissate tra il comune e
gli organismi medesimi.
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La Consulta della Famiglia del Comune di Verona
Nascita il 25 ottobre 1997
Composta da 28 Associazioni – attualmente 42
Statuto:
organismo propositivo e consultivo sulle problematiche familiari, nonché centro di
partecipazione, di aggregazione, di analisi e confronto con le realtà sociali operanti nel
territorio comunale
Essa ha il compito di contribuire all'elaborazione delle politiche familiari
dell'Amministrazione Comunale, e in particolare ha tra gli scopi:
– dare impulso all'Amministrazione Comunale al fine di effettuare studi e ricerche
sulla situazione delle famiglie a Verona e sulle politiche familiari più opportune;
– promuovere iniziative atte a diffondere una cultura per la famiglia come istituzione
fondamentale e a rendere la società e le altre istituzioni più attente ed adeguate ai
problemi che la riguardano;
– favorire il metodo collaborativo tra soggetti pubblici e privati che operano per la
realizzazione di interventi a favore della famiglia;
– contribuire, attraverso la propria attività propositiva, al miglioramento dei servizi
offerti dall'Amministrazione Comunale, nonché alla promozione di interventi in
ambiti culturali, economici, sociali, ecc., al fine di realizzare un concreto
miglioramento della qualità della vita nella città.
Fanno parte della Consulta:
le Associazioni che:
– da almeno due anni al momento della domanda operino in modo continuativo nel
territorio del Comune di Verona con attività, esplicitata nello Statuto, a favore del
nucleo familiare; la Giunta Comunale potrà motivatamente ammettere, previo parere
della competente Commissione Consiliare altre associazioni che, pur in mancanza
della suddetta anzianità, siano comunque ritenute idonee;
– svolgano le attività stesse senza scopo di lucro.
senza diritto di voto:
– l'Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Verona
– il Presidente della Commissione Consiliare V
– il Dirigente del Settore Servizi Sociali del Comune di Verona, o suo delegato.
La Consulta provvede:
a stabilire un rapporto permanente con gli enti pubblici per contribuire all'elaborazione di
politiche sociali nei confronti della famiglia;
a fornire i pareri, le indicazioni, le proposte ed i progetti in opportuni interventi tesi al
superamento di ogni forma di esclusione e di emarginazione;
a sensibilizzare la partecipazione di tutti i cittadini alla gestione democratica dei problemi
della famiglia.
Zerman
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Afi – Monselice
PROVINCIA DI PADOVA
Associazione delle Famiglie
Assessorato ai Servizi Sociali
Organi:
–
–
–
–
Assemblea
Consiglio direttivo (6 + Presidente)
Presidente
Gruppi di lavoro
Durata delle cariche: 2 anni
Attività svolta
Quale famiglia?
Promozione della famiglia “normale”
Rapporti con i Mass media (conferenze stampa, programmi TV e radio, interviste)
Convegni
Enti locali (ULSS, Provincia, Ufficio Scolastico Provinciale, Curia Diocesana, Ordine dei
Medici, aziende municipalizzate)
Assessorato alla famiglia
Rapporti con il Forum delle Associazioni Familiari
Sito Internet
Argomenti trattati
Scuola
Regolamento asili nido
Tutela dei minori: pediatri - centri di aggregazione
- Affido – istituzione del Servizio Affidi
Natalità: cultura, sostegno economico, prevenzione dell’aborto - Coordinamento
promozione e tutela della vita
Interventi di prevenzione della conflittualità familiare (cultura, formazione alla vita di
coppia, mutuo aiuto, scuole per genitori, sostegno terapeutico, mediazione familiare)
Osservatorio sulla famiglia
Pubblicità
Urbanistica – arredo urbano
Tariffe ed ICI
Zerman
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Afi – Monselice
PROVINCIA DI PADOVA
Associazione delle Famiglie
Assessorato ai Servizi Sociali
Aspetti generali
Dimensione del Comune
Composizione (accesso delle associazioni)
Connessione con l’Amministrazione:
– Interfaccia costante (“segreteria intelligente”)
– Sincronia sulle tematiche
– Differenze degli orari
Autonomia:
– Rapporti con gli altri enti locali
– Rapporti con i media
– Rapporti con le famiglie
Dinamica interna:
– Regolamento
– Individuazione delle tematiche prioritarie
– Gruppi di lavoro
–
La Consulta – problematiche principali
Rapporto politico con il Comune (autonomia, diversità di opinione, coinvolgimento
sinergico, “imbrigliatura”)
Rapporto tecnico - amministrativo con il Comune (molteplicità degli attori, condivisione
delle informazioni, sincronia delle tematiche, coinvolgimento nel procedimento)
Complessità delle azioni necessarie, che spesso nascono da attori istituzionali diversi (es.
ULSS, medici, Comune, ecc.) rispetto alle risorse a disposizione
Disponibilità di fondi? (iniziative proprie, costi di gestione)
Dinamica interna (univocità di visione, individuazione delle problematiche da affrontare,
gestione delle assemblee)
Rapporto Consulta/Comune vs.
singola Associazione/Comune (in particolare quando ci sono relazioni personali)
Consulta vs. authority
Consulta vs. difensore civico: quale struttura di supporto, quale efficacia, quale reale
coinvolgimento nel processo politico-amministrativo e nella valutazione?
Zerman
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Afi – Monselice
PROVINCIA DI PADOVA
Associazione delle Famiglie
Assessorato ai Servizi Sociali
La Consulta – aspetti positivi
Esplicita il valore della famiglia e delle politiche familiari
Sollecita culturalmente (talora politicamente) tutta l’Amministrazione (tecnici e politici)
Matura le Associazioni (oltre che l’Amministrazione)
– Sulla famiglia e sulla sua importanza
– Sulle vere politiche familiari
– Sulle problematiche dell’azione amministrativa
– Sul dialogo reciproco e sulla sinergia
È costituita da associazioni che conoscono bene i problemi del territorio, e possono
apportare importanti contributi politici e tecnici
È un sensore sul territorio per la sperimentazione di politiche familiari
Porta nell’amministrazione il linguaggio “relazionale” e quindi la misura non
“burocratica” dell’efficacia degli interventi (outcome vs. output)
Un rapporto positivo permetterebbe di coinvolgere la cittadinanza condividendo le
problematiche principali e responsabilizzandola sugli interventi possibili (soggetto di
mediazione)
Zerman
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