Vai a: Programma del Corso Università di Pisa Facoltà di Scienze MFN Corso di Laurea in Scienze Geologiche Laboratorio Micro Rocce Mineralogia ottica a.a. 2007 / 2008 Sergio Rocchi Dipartimento di Scienze della Terra Via S. Maria, 53 email: [email protected] Programma e lezioni: http://www.dst.unipi.it/dst/rocchi/SR/LMR.html Registro lezioni: http://unimap.unipi.it/registri/dettregistri.php?re=11861::: Vai a: Programma del Corso Programma 2 LE ROCCE Le rocce e i loro costituenti Studio delle rocce al microscopio MINERALOGIA OTTICA Identificazione sistematica dei minerali al microscopio Osservazioni a luce parallela polarizzata Osservazioni con nicol incrociati Osservazioni a luce convergente con nicol incrociati MINERALI DELLE ROCCE ROCCE IGNEE ROCCE METAMORFICHE Lezione fuori sede Viaggio di istruzione Verifiche in itinere 1 Vai a: Programma del Corso orario lunedi martedi mercoledi giovedi 9-10 aula micro 10-11 aula micro 11-12 aula micro 12-13 aula micro venerdi assistenti assistenti assistenti assistenti 14-15 15-16 aula F 16-17 aula F 17-18 tutti 3 gruppo I aula micro aula micro docente docente aula micro aula micro docente + assist. docente + assist. aula micro aula micro docente docente aula micro aula micro docente + assist. docente + assist. gruppo II frequenza obbligatoria (firma) facoltativo 4 Vai a: Programma del Corso • lezioni fuori sede – Rosignano, San Vincenzo, Campiglia – Sardegna meridionale 1 g., 8 maggio 4 gg, 20-23 aprile • verifiche in itinere – Rocce plutoniche – Rocce vulcaniche – Rocce metamorfiche 14 aprile 15 maggio 5 giugno 2 Vai a: Programma del Corso Le Rocce e i loro costituenti Vai a: Programma del Corso descrizione delle rocce 6 la descrizione di una roccia si basa sulla combinazione di due tipi di dati microstruttura • La microstruttura (o tessitura) di una roccia è l'insieme dei caratteri derivanti da dimensioni, forma e rapporti spaziali dei suoi componenti. • Le rocce ignee acquisiscono la loro microstruttura durante il processo igneo di solidificazione (passaggio del sistema dallo stato liquido allo stato solido). • Le rocce metamorfiche acquisiscono la loro microstruttura durante il processo metamorfico (subsolidus). • Le rocce sedimentarie acquisiscono la loro microstruttura durante il processo sedimentario (erosione-trasportodeposizione-diagenesi, precipitazione, biocostruzione). + costituenti • Natura e abbondanza dei componenti di una roccia ignea (minerali, con reticoli cristallini ordinati) dipendono dalla composizione del magma. Se il passaggio dal liquido al solido è molto rapido il solido conserva una struttura simile a quella del liquido, amorfa (vetro). • Natura e abbondanza dei componenti di una roccia metamorfica (minerali) dipendono dalla composizione del roccia di partenza e dallʼintensità del processo metamorfico. Natura e abbondanza dei componenti di una roccia sedimentaria (minerali, materiale organico) dipendono dalla composizione del materiale deposto e del materiale diagenetico (cemento). • 3 Vai a: Programma del Corso Studio delle rocce al microscopio • Descrizione – Microstrutture – Minerali • Classificazione • Petrologia – Formulazione ipotesi multiple – Valutazione ipotesi 7 DATI INTERPRETAZIONE • Confronto con altri dati – Osservazioni di terreno – Osservazioni su campioni macro – Analisi chimica Vai a: Programma del Corso 8 identificazione dei costituenti (minerali) • Identificazione macroscopica – Proprietà fisiche e chimica dei minerali • Identificazione microscopica – Interazione tra luce polarizzata e minerali • Microscopio da Mineralogia/Petrografia – Interazione elettroni-minerali • SEM (Microscopio Elettronico a Scansione, fino 106 ingrandimenti) • Identificazione chimica – Analisi bulk • • XRF (Fluorescenza raggi X) ICP-MS (Inductively Coupled Plasma-Mass Spectrometry) – Analisi in situ (puntuali) • • • • SEM-EDS (Microscopio Elettronico a Scansione con microanalisi a Sistema Dispersivo di Energia) EPMA-WDS (Microsonda Elettronica con microanalisi a Sistema Dispersivo di Lunghezze d'onda) LA-ICP-MS (Laser Ablation ICP-MS) Identificazione strutturale • XRD (Diffrattometria raggi X) • TEM (Microscopio Elettronico a Trasmissione) 4 9 Vai a: Programma del Corso identificazione MACRO dei minerali • splendore – metallico, non metallico (vitreo, adamantino, submetallico, grasso o untuoso, sericeo, perlaceo, terroso) • colore • frattura • sfaldatura – concoide, irregolare, scheggiosa, ruvida, terrosa, piana – perfetta/facile, buona/evidente, difficile; una, due…; angolo • abito cristallino • forma - sistema cristalllino • durezza – scala Mohs (1822) – <2-2.5 = tenero (rigato dallʼunghia), <5-5.5 = semiduro (rigato dal coltello), >5 = duro (riga il vetro), > 7 = durissimo (riga la porcellana) • densità • altre caratteristiche fisiche e chimiche – reazione allʼHCl diluito, etc Vai a: Programma del Corso 10 Identificazione MICRO dei minerali strumenti: • il microscopio da petrografia • la sezione sottile • manuali di mineralogia ottica • applicazione della mineralogia ottica 5 Vai a: Programma del Corso il microscopio da petrografia 11 occhio oculare diaframma lente di Amici analizzatore obiettivo piattaforma girevole lente convergente diaframma del condensatore polarizzatore diaframma di apertura lampada Vai a: Programma del Corso La sezione sottile 12 • cosʼè – una fettina di roccia dello spessore di 30 µm • a cosa serve – a studiare le manifestazioni dellʼinterazione tra luce polarizzata e struttura cristallografica dei materiali costituenti le rocce (minerali e vetro) • come si fa 6 Vai a: Programma del Corso 13 Indice MINERALOGIA OTTICA Identificazione sistematica dei minerali al microscopio Osservazioni a luce parallela polarizzata Osservazioni con nicol incrociati Osservazioni a luce convergente con nicol incrociati Vai a: Programma del Corso mineralogia ottica: 14 identificazione sistematica di una fase Nicol // Minerale da identificare forma opaco trasparente rilievo Colore, pleocroismo Conosc. Nicol X sfaldature isotropo anisotropo birifrangenza estinzione uniassico biassico 2V + – + – 7 mineralogia ottica: 15 Vai a: Programma del Corso sequenza osservazioni LUCE NICOLS OSSERVAZIONI TERMINOLOGIA // // FORMA sviluppo facce forma 3D // // COLORE assorbimento pleocroismo zonatura conv // // // RIFRANGENZA VARIE euedrale/subedrale/anedrale equidimes. – inequidimens., tozzo, prismatico opaco vs trasparente --> colore assorbimento schema pleocroismo rilievo linea di Becke I.R. > vs < fasi adiacenti sfaldature inclusioni dimensioni, natura, abbondanza basso/medio/alto orientazione cristallografica // X BIRIFRANGENZA colori scala Newton colore + ordine = birifrangeza (max) // X ESTINZIONE angolo posizione indici // X VARIE geminazioni zonatura smescolamenti X FIGURA INTERF. angolo assi ottici segno ottico conv estinz. retta vs estinz. obliqua estinz. retta --> allungam. positivo vs negativo estinz. retta --> angolo indici-direz. cristallografiche 0° (= uniassico) vs ≠ 0° (=biassico) --> angolo 2V + vs – 16 Vai a: Programma del Corso Minerali opachi Colore in luce riflessa minerale note nero grafite Sottili scaglie, spalmature ottone pirite Cristalli euedrali quadrati Bronzo-rame pirrotina Masserelle, lamine Ottone carico scuro calcopirite Masserelle, Blu acciaio, rosso, nero ematite Masserelle o cristalli euedrali Nero violetto ilmenite Cristalli lamellari Blu acciaio-nero magnetite Cristalli ottaedrici, sezioni rombiche, subquadrate, a sei lati Nero ferro-marrone nerastro cromite Spesso con serpentino Giallo-marrone limonite aggregati, colloidali, porosi, pisolitici bianco leucoxene Prodotto a grana fine dellʼalterazione di minerali titaniferi 8 Vai a: Programma del Corso Le osservazioni a luce parallela polarizzata 17 Forma • il sistema cristallino condiziona la forma dei cristalli • la forma dei cristalli fornisce informazioni sul sistema cristallino Vai a: Programma del Corso Le osservazioni a luce parallela polarizzata 18 esempio di forma 3D - olivina 9 Vai a: Programma del Corso Le osservazioni a luce parallela polarizzata 19 Rifrangenza - rilievo 1 2 n1 < n2 Le osservazioni a luce parallela polarizzata Vai a: Programma del Corso 20 Rifrangenza - linea di Becke fascia scura fascia luminosa 1 2 n1 < n2 angolo limite 10 Vai a: Programma del Corso Le osservazioni a luce parallela polarizzata 21 Rifrangenza - linea di Becke quarzo feldspato alcalino abbassando il piatto del microscopio (allontanandolo dall’obiettivo).... la linea luminosa si sposta verso il minerale a indice di rifrazione più alto 22 Vai a: Programma del Corso Minerali (e non) isotropi rilievo fase Indici di rifrazione note rilievo negativo! Fluorite Sodalite Analcime Haüyna 1.40-1.46 1.434 1.483-1.487 1.496-1.505 Piccoli cristalli basso Leucite 1.508-1.511 Quasi isotropo, geminazioni polisintetiche incrociate Antigorite 1.50-57 Medio-alto Granati 1-738-1.887 Molto alto Spinello Cromite Perovskite 1.72-1.78 2.07-2.16 2.34-2.38 variabile Vetro Palagonite 1.48.1.61 1.47-1.63 Cristalli euedrali a sei lati Vetro vulcanico alterato 11 Vai a: Programma del Corso Le osservazioni a luce parallela polarizzata 23 Colore e Pleocroismo Io = intensità luce incidente I = intensità luce trasmessa t = spessore minerale k = coeff. assorbimento I = Io e-kt k = f (λ, direzione) mezzo isotropo k=0 k=∞ k=0 0<k<∞ k=∞ mezzo anisotropo ∀λ trasparente incolore trasparente incolore ∀λ per λ1 per λ2 per λ3 opaco opaco colorato in λ1 dominante e λ2 secondario colorato pleocroico in λ1 e λ2 Vai a: Programma del Corso Le osservazioni a luce parallela polarizzata 24 Colore e Pleocroismo biotite polarizzatore analizzatore biotite • ruotando il piatto del microscopio di 90° in senso orario .... • i colori di assorbimento del minerale trasparente colorato (e anisotropo) variano: – assorbimento massimo quando l’indice cristallografico principale (visualizzato da allungamento e sfaldature) è parallelo al piano di polarizzazione della luce (piano di vibrazione della luce nel polarizzatore) – pleocroismo diretto, tipico della biotite (mica nera) 12 Vai a: Programma del Corso colore Isotr. no pleocr. Anisotropo cubico uniassico + rosso spinello rosa granato – pleocroico biassico + rutilo – iddingsit e tormalina marrone Granato, spinello Zircone Stilpnomelan o rutilo Tormalina giallo zircone titanite iddingsit e Iperstene andalusite Biotite, Allanite orneblenda (basaltica) Stilpnomelan o Tormalina Staurolite Monazite cloritoide Pistacite Biotite, Allanite Actinolite Pistacite Biotite, Egirina Iperstene Actinolite orneblenda Glaucofane cordierite verde spinello tormalina Cloritoide clorite Egirinaaugite blu Sodalite, fluorite tormalina cloritoide viola fluorite Vai a: Programma del Corso 25 glaucofane Le osservazioni a luce parallela polarizzata 26 Sfaldature 1 sistema di sfaldature parallelo alla base es.: Biotite 2 sistemi di sfaldature es.: Lawsonite 13 Vai a: Programma del Corso Le osservazioni a luce parallela polarizzata 27 Sfaldature 2 sistemi di sfaldature parallele all'asse c es.: Pirosseno 2 sistemi di sfaldature parallele all'asse c es.: Anfibolo Vai a: Programma del Corso Le osservazioni a luce parallela polarizzata 28 Inclusioni • sono comunemente costituite da cristalli (generalmente euedrali) o porzioni di vetro inclusi allʼinterno di un cristallo (es.: cromite nellʼolivina, bolle di vetro nel plagioclasio) • la presenza di inclusioni non è un criterio diagnostico inclusioni di spinello (cromite) in olivina 14 Vai a: Programma del Corso Le osservazioni con nicol incrociati 29 Birifrangenza Vai a: Programma del Corso Numero rilievo sfaldature Rilievo, sfaldature, birifrangenza Birifrangenza < 0.01 Birifrangenza 0.01 -0.03 30 Birifrangenza > 0.03 bassissim o 1 2 3 basso clorite cordierite medio muscovite alto (clino)zoisite, staurolite, cloritoide bassissim o Ortoclasio, sanidino, anortoclasio, albite, microclino basso Plagioclasio Medio-alto Opx, andalusite basso sillimanite Biotite, pistacite Tremolite-actinolite, glaucofane, orneblenda, giadeite, augite Egirina, rutilo, titanite Lawsonite, cianite medio Molto alto 15 Le osservazioni con nicol incrociati Vai a: Programma del Corso 31 Estinzione retta γʼ αʼ αʼ γʼ Le osservazioni con nicol incrociati Vai a: Programma del Corso 32 Estinzione retta Posizione di estinzione γʼ αʼ αʼ γʼ 16 Le osservazioni con nicol incrociati Vai a: Programma del Corso 33 Allungamento Rotazione oraria di 45° γʼ αʼ αʼ γʼ γ γ (γ′ + γ ) − (α ′ + α ) > γ′− α ′ (γ′ − α ′) + (γ − α ) > γ′− α ′ (γ′ + α ) − (α ′ + γ) < γ′− α ′ (γ′ − α ′) − (γ − α ) < γ′− α ′ allungamento positivo allungamento negativo Le osservazioni con nicol incrociati Vai a: Programma del Corso 34 Estinzione obliqua Posizione di estinzione c γʼ αʼ c αʼ γʼ • angolo tra l'asse c (materializzato dalle sfaldature) e gli indici = 30° (e 60°) • c∧γ = 30° oppure c∧γ = 30° ? 17 Le osservazioni con nicol incrociati Vai a: Programma del Corso 35 Angolo di estinzione - Allungamento Rotazione oraria di 45° c c γʼ αʼ αʼ γʼ γ γ (γ′ + γ ) − (α ′ + α ) > γ′− α ′ γ = 30° v Vai a: Programma del Corso c v c (γ′ + α ) − (α ′ + γ) < γ′− α ′ α = 30° Le osservazioni con nicol incrociati 36 Smescolamenti • • • • sono costituiti da isole di una fase di una certa composizione immerse in un cristallo ospite di composizione diversa la due composizioni hanno relazioni di solvus subsolidus la loro presenza o assenza non è un criterio diagnostico la presenza e il tipo possono essere fortemente indicativi (es.: pertiti, antipertiti e pirosseni delle rocce intrusive) 18 Vai a: Programma del Corso Le osservazioni a luce convergente con nicol incrociati 37 Angolo 2V : Minerali Uniassici, 2V=0 Vai a: Programma del Corso Osservazioni a luce convergente con nicol incrociati 38 Angolo 2V : Minerali Biassici, 2V≠ 0 19 Vai a: Programma del Corso Osservazioni a luce convergente con nicol incrociati 39 Angolo 2V : misurazione nei Minerali Biassici 2V piccolo sezione perp. a un asse ottico 2V grande sezione ortogonale a una bisettrice: quale? 2V grande sezione perp. a un asse ottico Vai a: Programma del Corso Osservazioni a luce convergente con nicol incrociati 40 Segno ottico - Minerali Uniassici quarzo: uniassico positivo calcite: uniassica negativa 20 Vai a: Programma del Corso Osservazioni a luce convergente con nicol incrociati 41 Segno ottico - Minerali Biassici biassico positivo biassico negativo Vai a: Programma del Corso Vai a: La sezione sottile 42 Come si fa una sezione sottile L'esame microscopico di una roccia è uno dei cardini di qualsiasi indagine geologica. Tale esame viene condotto attraverso il microscopio da petrografia su un frammento selezionato del campione di roccia ridotto a uno spessore standard di 0.03 mm, comunemente detto sezione sottile. Sarebbe opportuno che ogni studente di scienze geologiche apprendesse la tecnica di preparazione di una sezione sottile, e l'acquisizione di tale metodologia diviene addirittura indispensabile per gli studenti che debbano studiare un grande numero di sezioni sottili per la stesura della loro tesi di laurea. Essi potranno così evitare i lunghi periodi di attesa imposti dai laboratori esterni e contribuire a un notevole risparmio di fondi da parte dell'Università; in più, usciranno dall'Università per entrare nel mondo del lavoro con una esperienza personale in uno dei pochi settori geologici (sensu lato) dove la domanda è costantemente molto alta. L'attrezzatura necessaria per la preparazione di sezioni sottili è molto semplice e la preparazione stessa non presenta alcuna difficoltà concettuale per uno studente di scienze geologiche, ma necessita di una certa esperienza se si desiderano risultati di alta qualità in tempi brevi. Un buon livello qualitativo può comunque essere raggiunto con un minimo di pazienza e perseveranza. 21 Vai a: Programma del Corso Come si fa una sezione sottile Taglio grossolano Prima di tutto si sceglie sul campione quello che dovrà essere il piano della sezione sottile e lo si materializza segnandolo con una matita o un pennarello non impregnante (Fig.1a). Quindi si procede al taglio del campione lungo questo piano mediante una apposita troncatrice. Il cosiddetto taglio è in realtà una abrasione lungo un sottile solco ad opera dei materiali abrasivi che la sega reca sul proprio bordo esterno. Tali materiali possono essere costituiti da particelle di corindone o di diamante e possono essere continuamente rifornite come materiale sciolto sul bordo del disco oppure essere cementate direttamente sul bordo del disco. 43 Le troncatrici più efficaci sono quelle con particelle di diamante saldate (magari con microfusione a laser) sul bordo del disco (=sega diamantata). Parallelamente alla superficie piatta ottenuta con il primo taglio, si effettua un altro taglio in maniera da ottenere una fetta di roccia spessa circa 10 mm (Fig.1b). Ortogonalmente a queste due superfici si effettuano quattro tagli tali che il risultato consista un parallelepipedo alto 10 mm con base di dimensioni uguali a quelle del coprioggetto che si vuole usare (generalmente mm 24x40, Fig.1c). Su una delle facce maggiori della fettina così ottenuta si riporta, sempre con una matita o un pennarello non impregnante, la sigla del campione. ~10 mm 24 mm 40 mm 10 mm Fig. 1b Fig. 1a Vai a: Programma del Corso Fig. 1c Come si fa una sezione sottile Levigatura e/o lucidatura della faccia inferiore Una delle due facce maggiori del parallelepipedo (quella senza sigla) viene levigata in più stadi con smeriglio di corindone di grana decrescente. E' molto importante lavare bene il preparato di roccia ad ogni passaggio, in quanto eventuali residui di smeriglio a grana più grossa di quella che si sta usando e frammenti residui dall'abrasione possono creare sgradevoli solchi. Stadio 1. Smeriglio 100µm (grana 120). Mezzo cucchiaino di smeriglio viene posto su un pezzo di vetro e bagnato con acqua. Il parallelepipedo viene sfregato sullo smeriglio con movimento rotatorio, esecitando una leggera pressione. Dopo circa mezzo minuto il rumore dello sfregamento cambia, in quanto le particelle di corindone vanno arrotondandosi. Il vetro viene allora lavato e lo smeriglio sostituito. 45 Stadio 2. Smeriglio 60µm (grana 220). Sono in genere necessari due passaggi con smeriglio nuovo di circa un minuto ciascuno. Quindi campione e vetro vengono lavati sotto un getto d'acqua. Stadio 3. 12 µm (grana 3F). Un passaggio di circa un minuto e solito lavaggio di vetro e campione. Stadio 4. Se si vuole ottenere una superficie lucida si effettua un ulteriore passaggio con pasta di ossido di Ce (0.8 µm). Il campione viene quindi lavato ed essiccato in stufa a una temperatura di circa 60°C. Quando la superficie appare piatta, si lavano sotto un getto d'acqua vetro e campione. 22 Vai a: Programma del Corso Come si fa una sezione sottile Incollaggio sul vetrino portaoggetti e taglio fine Lʼincollaggio può essere effettuando usando diversi tipi di collanti. Balsamo del Canada. Un sottile strato di balsamo deve essere steso sul vetrino portaoggetti e cotto a 160°C per due minuti. Il balsamo non deve essere cotto troppo a lungo o portato a temperature troppo alte, in quanto può divenire fragile e virare al marrone. Quindi la superficie levigata (o lucidata) del campione, scaldato a 120°C, viene posta sullo strato di balsamo e, con piccoli movimenti e una leggera pressione si spremono il collante in eccesso ed eventuali piccole bolle d'aria rimaste intrappolate nel collante tra vetrino e campione. Il balsamo del Canada ha indice di rifrazione n=1.537. 46 La fettina di roccia incollata sul vetrino portaoggetti deve essere tagliata con l'uso di una sega diamantata a disco sottile per ridurne lo spessore a circa 0.5 mm. Fondamentale è mantenere (o ottenere) il parallelismo tra la faccia superiore e quella inferiore. Resina epossidica. La procedura è analoga, ma presenta il vantaggio di effettuarsi a freddo. Gli svantaggi sono rappresentati dalle difficoltà di mescolamento nel caso in cui il collante sia commercializzato in due componenti separati, dalla tossicità, e dall'indice di rifrazione, generalmente più alto di quello del balsamo (n=1.555). Lakeside 70. Viene fornito in bastoncini e deve essere scaldato al di sopra di 85°C. Ha indice di rifrazione (n=1.540) molto vicino a quello del balsamo. E' buona regola incidere la sigla del campione in un angolo sul retro del coprioggetto. Vai a: Programma del Corso Questa operazione necessita dell'ausilio di un microscopio da petrografia, pur di modesta qualità e in configurazione molto semplificata. Infatti lo spessore della sezione viene da qui in avanti controllato sfruttando una tavola di Michel-Lévy, che riporta gli spessori della sezione in funzione della potenza birifrattiva e del colore di interferenza mostrato da un minerale. Così, alcuni minerali noti, comuni e a bassa birifrangenza (quarzo e feldspati) sono usati come indice di spessore. E' molto importante lavare bene il preparato di roccia ad ogni passaggio, in quanto eventuali residui di smeriglio a grana più grossa di quella che si sta usando possono creare sgradevoli solchi, mentre frammenti residui dall'abrasione sono addirittura in grado, quando lo spessore sia ormai molto ridotto, di distruggere una sezione. Come si fa una sezione sottile Assottigliamento e lucidatura 47 Stadio 1. Smeriglio 100µm (grana 120). Lo spessore della fettina viene ridotto fino a 0.2 mm usando lo smeriglio su una mola a piatto orizzontale girevole. Al microscopio: i minerali trasparenti sono attraversati dalla luce. Quindi campione e mola vengono lavati con un getto d'acqua. Stadio2. Smeriglio 60µm (grana 220). Lo spessore del preparato viene ridotto fino a 0.1 mm usando lo smeriglio su una mola a piatto orizzontale girevole. Al microscopio: quarzo e feldspati mostrano colori di interferenza luminosi del secondo ordine. Quindi campione e mola vengono lavati con un getto d'acqua. Stadio 3. 12 µm (grana 3F). Lo spessore viene ridotto fino a 0.03 mm usando lo smeriglio su una mola a piatto orizzontale girevole. Particolare cura deve essere posta affinché lo spessore della sezione rimanga uniforme su tutta l'area. Al microscopio: Sono quindi necessari frequenti controlli al microscopio, che devono testimoniare una uniforme riduzione dei colori di interferenza. Lo spessore della sezione sarà quello desiderato (0.03 mm = 30 µm) quando i colori di interferenza di quarzo e feldspati raggiungono il grigio e bianco del primo ordine. Se la roccia non contiene né quarzo né feldspati la stima dello spessore dovrà basarsi sui colori degli altri minerali e risulterà più difficoltosa. Quindi campione e mola vengono lavati con un getto d'acqua. Stadio 4. La lucidatura finale si effettua con un passaggio a mano su vetro con ossido di Ce. Il campione viene quindi lavato ed essiccato in stufa a una temperatura di circa 60°C. 23 Vai a: Programma del Corso Come si fa una sezione sottile Incollaggio del vetrino portaoggetti e finitura Il preparato così ottenuto viene coperto incollandovi un vetrino coprioggetto, di spessore molto inferiore a quello del portaoggetto. Viene in genere utilizzato lo stesso collante usato per l'incollaggio tra preparato e portaoggetto, con la stessa procedura. Il coprioggetto viene appoggiato su un lato del preparato ricoperto di una sottilissima pellicola di collante, e quindi lasciato lentamente cadere su di esso. Le eventuali bollicine d'aria rimaste intrappolate possono essere espulse tramite una leggera pressione sul coprioggetto. Lo strato di collante deve essere più sottile possibile, per evitare problemi di messa a fuoco con lenti (obiettivi) ad alto ingrandimento (≥40x), che hanno una distanza di lavoro molto corta. Vai a: Programma del Corso 48 Quando il collante si è definitivamente indurito, gli eccessi possono essere rimossi con una lametta, e finalmente può essere incollata una etichetta recante la sigla del campione ed eventuali altre informazioni. testi consigliati • MINERALOGIA OTTICA – Armienti P. (a cura di, 1993): La determinazione dei plagioclasi al microscopio polarizzante. SEU, Pisa, pp.40. – Deer W.A., Howie R.A. & Zussman J. (1992) : An introduction to the rock-forming minerals. Longman. – Kerr P.F. Optical mineralogy. McGraw-Hill, pp. 492. – Peccerillo A., Perugini D. (2003) : Introduzione alla Petrografia ottica. Morlacchi. 200 pp + CD-ROM – Pichler, H. & Schmitt-Riegraf C. (1997) : Rock-forming minerals in thin sections. Chapman & Hall, 220 pp. – Phillips W. & Griffen, D.T. (1981) : Optical mineralogy - The nonopaque minerals.Freeman & C. 677 pp. – Roubault M. (1963): Determination des mineraux des roches aux microscope polarisant. Lamarre-Poinat, pp. 364. • MICROSTRUTTURE: – Bard J.P. (1990): Microtextures des roches magmatiques et metamorphiques. Masson, pp. 208. – MacKenzie W.S., Donaldson C.H. & Guilford C. (1982): Atlas of Igneous Rocks and their Textures. Longman (Zanichelli in italiano), pp. 148. – Rocchi S. (1993): Meccanismi di cristallizzazione e strutture delle rocce ignee. SEU, Pisa, pp. 57. – Vernon, R. H., 2004, A practical guide to rock microstructure, Cambridge University Press, pp. 594. – Yardley B.W.D., MacKenzie W.S.& Guilford C. Atlas of metamorphic rocks and their textures. Longman. • ROCCE – Cox K.G., Bell J.D.& Pankhurst R.J. (1979): The interpretation of igneous rocks. George Allen & Unwin, pp. 450. – D'Amico C., Innocenti F.& Sassi F.P. (1987): Magmatismo e metamorfismo. UTET, pp. 536. – D'Amico C. (1973): Le rocce metamorfiche. Patron (Bologna), pp.333. – D'Argenio B., Innocenti F.& Sassi F.P. (1994): Introduzione allo studio delle rocce. UTET, pp.162. – Le Maitre R.W. (editor, 1989): A classification of Igneous Rocks and Glossary of terms. Blackwell, pp.193 – Nockolds S.R., Knox R.W.O. & Chinner G.A. (1978): Petrology for students. Cambridge University Press, pp. 435. – Shelley D. (1992): Igneous and metamorphic rocks under the microscope. London, Chapman & Hall, pp. 445. – Yardley B.W.D. (1993): An introduction to metamorphic petrology. Longman, pp. 248. 49 24