in questo numero › Stravaganza › Le fiamme e la ragione › Tartufo

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stagione 2009-10, numero 4, 10 novembre 2009
in questo numero
›Stravaganza
›Le fiamme e la ragione
›Tartufo
›Metti in salvo il tesoretto
ci sono infiniti modi
di essere presenti
sulla scena. il nostro,
storicamente, sta nel fare
che ciò accada. molto,
molto prima che il sipario
si alzi generali è lì.
Generali. dove c’è arte.
Politeama Rossetti
STEFANO BOLLANI
DANISH TRIO
FESTIVAL DELLA
CANZONE TRIESTINA
LE FIAMME E LA RAGIONE
Prezzi dei biglietti: vedi “Tartufo”
Sala Bartoli
21:00
mar
★ 10
novembre
11
20.30
20.30
AP
21.30
mer
21.00
novembre
gio
 12
novembre
21.00
ven
TANGO METROPOLIS
Platea A-B 3★ Platea C-I Gall. 2★ II Gallerie 1★
Platea A-B € 40/€ 34 Platea C € 36/€ 30
I Galleria € 30/€ 25 II Galleria € 25/€ 20 Logg. € 7.50
Aterballetto
“CERTE NOTTI”
Platea A-B 3★ Platea C-I Gall. 2★ II Gallerie 1★
Platea A-B € 40/€ 34 Platea C € 36/€ 30
I Galleria € 30/€ 25 II Galleria € 25/€ 20 Logg. € 7.50
13
21.00
14
novembre
21.00
15
17.00
novembre
sab
20.30
DAN
dom
16.00
novembre
lun
16
20.30
20.30
DAN
novembre
mar
★ 17
novembre
mer
18
TARTUFO
di Molière
regia di Carlo Cecchi
con Carlo Cecchi, Licia Maglietta,
Elia Schilton
Platea A-B 2★ Platea C - Gallerie 1★
Platea A-B € 29/€ 24 Platea C € 21/€ 17
Gallerie € 16/€ 13
stravaganza
20.30
PRI
novembre
gio
 19
novembre
ven
20
20.30
B
novembre
sab
20.30
C
Il Conde/Le Voci,
L’intervista, E
pensare che c’era
il pensiero, Scaffale
XXI, Orson Welles’
Roast
Il Conde/Le Voci,
L’intervista, E
pensare che c’era
il pensiero, Scaffale
XXI, Orson Welles’
Roast
21.00
21.00
21.00
22
17.00
novembre
lun
Posto unico 1★
Biglietti
Posto unico interi € 16 ridotti € 13
21.00
21
novembre
dom
16.00
D
21.00
di Dacia Maraini
regia di Claudio Misculin
con Claudio Misculin,
Sabrina Nonne Wagner,
Dario Kuzma,
Donatella Di Gilio,
Gabriele Palmano,
Giuseppe Feminiano,
Giuseppe Denti,
Eloisa Gatto, Livio Struja
23
Luca Barbarossa/neri marcorè
attenti a quei 2
metti in salvo
il tesoretto
la passione secondo
luca e paolo
21.00
20.30
AP
la dame aux camelias
20.30
DAN
cyrano
de bergerac
di Edmond Rostand
regia di Daniele Abbado
con Massimo Popolizio
Platea A-B 2★ Platea C - Gallerie 1★
Platea A-B € 29/€ 24 Platea C € 21/€ 17
Gallerie € 16/€ 13
Il giuoco delle parti,
Zio Vanja,
Lo Schiaccianoci
21.30
mer
25
novembre
gio
 26
novembre
18.00
Il giuoco delle parti,
Zio Vanja,
Lo Schiaccianoci
21.00
ven
20.30
società dei concerti
★ 24
novembre
20.30
AP
Platea A-B 2★ Platea C - Gallerie 1★
Platea A-B € 29/€ 24 Platea C € 21/€ 17
Gallerie € 16/€ 13
Platea A-B 3★ Platea C-I Gall. 2★ II Gallerie 1★
Platea A-B € 40/€ 34 Platea C € 36/€ 30
I Galleria € 30/€ 25 II Galleria € 25/€ 20 Logg. € 7.50
novembre
mar
20.30
C
21.00
29
17.00
30
★
novembre
mar
1
dicembre
mer
Pippi Calzelunghe,
Aggiungi un posto
a tavola
2
16.00
E
20.30
B
28
novembre
lun
20.30
20.30
A
21.00
novembre
dom
16.00
20.30
PRI
27
novembre
sab

dicembre
gio
3
dicembre
ven
4
dicembre
sab
5
dicembre
Pippi Calzelunghe,
Aggiungi un posto
a tavola
storia di un
astronauta
spettacolo multimediale
con proiezioni video
ideato da Fabio Poggiali
con Fabio Poggiali
Posto unico 1★
Biglietti
Posto unico interi € 16 ridotti € 13
Il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia collabora con l’Accademi
La “Stravaganza” di D
Lo spettacolo propone una riflessione sugli effetti, le applicaz
«È la dimenticanza che porta a
rifare gli errori di una volta?»
denunciava sulle colonne del
Corriere della Sera poco più di
un anno fa Dacia Maraini. «O c’è
una volontà pertinace di disfare
ciò che di buono è stato concepito e applicato dal pensiero
sperimentale di questo Paese
anche troppo immobilista? Che
la legge Basaglia non funzioni fino
in fondo lo sanno perfino i sassi.
Ma perché troppo spesso manca
la realizzazione di una parte della
legge che prevede l’accoglienza
dei malati nelle comunità terapeutiche, la cura assicurata, il
recupero e la restituzione alla
società degli individui più fragili
e sconnessi. Un progetto coraggioso, non facile, certamente, ma
che va comunque tentato, nel
rispetto degli ammalati…».
Stravaganza, che la stessa grande scrittrice ha concepito – e
che ora viene portato in scena
in un’inedita edizione diretta da
Claudio Misculin, dall’Accademia
della Follia e dal Teatro Stabile del
Friuli Venezia Giulia – ci invita a
riflettere proprio su queste problematiche. Lo Stabile regionale e
la singolare realtà dell’Accademia
della Follia – fondata nel 1992 da
Claudio Misculin, Angela Pianca e
Cinzia Quintiliani – hanno incrociato più volte le loro strade:
l’incontro più significativo però è
avvenuto lo scorso anno, quando
alla Sala Bartoli è stato presentato il loro La luce di dentro, scritto
4
da Giuliano Scabia.
Il rapporto di collaborazione si
rafforza ora con la realizzazione
di questa nuova piéce che ricostruisce, attraverso le vicende
di alcuni malati, l’avvento della
Legge Basaglia e invita a osservare su quali ne siano stati gli effetti, le applicazioni, i problemi.
Trieste, e lo Stabile regionale,
sono di certo la cornice più
adeguata a una simile riflessione
e una scelta ugualmente opportuna è stata quella attinente alla
drammaturgia della Maraini, che
altri percorsi: “stravaganza”
nella sua carriera non ha mai
lesinato in impegno civile, umano,
sociale.
Stravaganza è a Trieste per la
prima volta (dopo un applaudito
esordio in anteprima, a settembre, nella cornice del Festival
dei Matti a Venezia) ma il testo
– concepito nel 1986 e pubblicato l’anno successivo – vanta
una lunga storia di successi ed
è andato in scena spesso anche
all’estero: da Vienna a Canberra,
da Rio de Janeiro a Berlino, da
Melbourne a Tolosa… A dimo-
ia della Follia per questa nuova produzione
Dacia Maraini
zioni e i problemi della legge Basaglia
strazione che il tema che dibatte
ci appartiene universalmente, è
una riflessione necessaria all’uomo, alla sua coscienza, alla sua
dignità.
«Cinque malati di mente internati in un manicomio, tre uomini
e due donne, si tengono compagnia, si raccontano, si amano,
litigano, si aggrediscono, ridono
di sé e degli altri» riassume Dacia
Maraini. «Un giorno vengono
a sapere che è stata votata la
legge Basaglia: da domani tutti a
casa! L’ospedale chiude. Ma dove
andare? Ciascuno fa i conti con
il proprio passato: chi ha una
compagna che si è messa a vivere con un altro, chi una madre
morente e dei fratelli invadenti
che hanno occupato tutta la
casa, chi un padre che certamente non rivuole presso di sé una
figlia cleptomane, chi una moglie
che ha trovato modo di fare
soldi per conto proprio visto
che lui non è stato più capace
di mantenerla. I cinque decidono
comunque di tornare a casa.
Gli affetti su cui hanno sempre
sognato sono lì ad attenderli. Ma
appena arrivati trovano gelo e
disattenzione. In realtà nessuno
li vuole: sono stati bellamente
sostituiti. C’è addirittura qualche
parente che ha paura di loro,
e vorrebbe chiuderli a chiave
nella stanza rimediata all’ultimo
momento. Così i quattro, perché
il quinto Alcide non ha nessuno da cui andare ed è rimasto
in manicomio, sono costretti a
tornare in ospedale. Dove però
decidono di vivere a modo loro:
senza medici, senza elettroshock,
senza chiavi e chiavistelli, in una
comune aperta, con nuove regole stabilite da loro.»
Diretti da Claudio Misuclin a
portare in scena questa storia
saranno Sabrina Nonne Wagner,
Dario Kuzma, Donatella Di Gilio,
Gabriele Palmano, Giuseppe
Feminiano, Giuseppe Denti,
Eloisa Gatto, Livio Struja.
di Ilaria Lucari
Stravaganza
abbonamento altri percorsi
(spettacolo fisso)
Sala Bartoli
dal 10/11 al 22/11/2009
durata 1h e 30’ con intervallo
di ............................................Dacia Maraini
regia di ............................ Claudio Misculin
scene di .............................Diego Iaconfcic
melodie di........................ Claudio Misculin
produzione........................... Teatro Stabile
del Friuli Venezia Giulia,
Accademia della Follia
in collaborazione con A.gens
personaggi ......................................interpreti
Attilio................................. Claudio Misculin
Ada..................................Donatella Di Gilio
Peres......................................... Dario Kuzma
Elvira...................Sabrina Nonne Wagner
Alcide..............................Gabriele Palmano
e con................................. Eloisa Gatto,
Giuseppe Feminiano,
Giuseppe Denti,
Livio Struja
noi siamo gli errori che
10-22 novembre
ore 21, feriali
ore 17, festivi
Trieste
Sala Bartoli
permettono la vostra intelligenza
testo di Dacia Maraini
regia di Claudio Misculin
In scena: Claudio Misculin, Sabrina Nonne Wagner, Dario Kuzma,
Donatella Di Gilio, Gabriele Palmano, Giuseppe Feminiano, Giuseppe Denti,
Eloisa Gatto, Livio Struja
Direttore di scena Aldo Vivoda
Scenografie Diego Iaconfcic
Melodie Claudio Misculin
Produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Accademia della Follia
In collaborazione con Agens
Info: www.ilrossetti.it - www.infostravaganza.it
Cinzia Quintiliani-cell 348 3403136
comune di trieste
Dipartimento
di salute mentale
di trieste
5
I matt-at
Peppe Dell’Acqua, diret
racconta come nascono
L’Accademia
della
Follia
con Claudio Misculin è nata
nell’ospedale psichiatrico di San
Giovanni a Trieste. Erano i giorni
in cui, arrivato Franco Basaglia,
le porte si aprivano, gli internati circolavano per il parco e
cominciavano a guadagnare la
città. Misculin occupò, con alcuni
suoi compagni, uno dei reparti
appena svuotato.
Da allora, di quel luogo, ha condiviso la storia e il tumultuoso
cambiamento. E così come è
difficile collocare e definire il
lavoro di Basaglia e la svolta
storica che ha prodotto, risulta
altrettanto complicato ridurre
alle parole del teatro (o della
psichiatria) il lavoro di Claudio
Misculin. L’Accademia della
Follia non è un centro diurno,
non è un laboratorio di teatro
dove attori professionisti intrattengono i pazienti psichiatrici,
non è il tentativo una tantum di
mettere in scena qualcosa con i
matti, una poesia, una canzone,
un pezzo scritto “da loro”. Non
è un luogo di terapia di gruppo. Non è una filodrammatica
6
dove attori dilettanti impegnano il loro tempo libero. Quelli
dell’Accademia sono, come essi
stessi dicono, “matti di mestiere
e attori per vocazione”. Non
dispongono di tempo libero
perché hanno vissuto il tempo
servo delle istituzioni e l’assenza
del tempo nelle giornate appiattite dalla malattia. Sono stanchi di intrattenersi o di essere
intrattenuti, hanno sperimentato secoli di terapie e centinaia
di giornate di Centri di salute
mentale. Hanno rischiato l’annullamento nell’identità piatta
del malato di mente.
L’Accademia della Follia è un
luogo dove le persone, finalmente incerte e dubbiose sulle
loro identità, si scommettono
nella ruvidezza, nei conflitti, nel
molteplice gioco dei ruoli. Si
scommettono rigorosamente (e
dolorosamente talvolta) come
persone.
Sfugge alle collocazioni e alle
definizioni Franco Basaglia quando semplicemente afferma che
il suo interesse è “per il malato
e non per la malattia”, quando
altri percorsi: “stravaganza”
si accorge che inaudite violenze sono accadute in nome di
conoscenze confuse e contraddittorie che hanno costituito
le fondamenta quanto mai fragili della “scienza” psichiatrica,
quando angosciosamente si
interroga su “che cos’è la psichiatria?”. L’apertura delle porte
dei reparti, l’abbattimento dei
muri e delle reti, la chiusura
degli ospedali psichiatrici, il riconoscimento delle storie e della
singolarità delle persone saranno le risposte dovute e ineludibili a quella domanda. Gli attori
e le attrici dell’Accademia della
Follia, senza compromessi, testimoniando col proprio corpo e
con le parole della loro storia,
inverano tutti i passaggi che da
quelle domande hanno preso
forma. L’Accademia si trova così
di volta in volta a denunciare
le violenze del manicomio e
della contenzione, travolgente
e disperato il “Mattiakovski”, la
stupida e mortifera rigidità della
scienza e dei poteri medici, bellissimi i lavori su Semmelweiss
e Maccacaro, l’assurdità della
sopravvivenza dei manicomi
criminali, esilarante e tragico
“Ardito Giulio Romano Italico
Muscolini”, e poi le storie delle
persone che ritornano a vivere
come nell’impagabile tenerezza
de La luce di dentro che racconta la meravigliosa storia di
Marco Cavallo, e ancora storie
di persone, La storia di Augusta
ttori di Claudio Misculin
ttore del Dipartimento di Salute Mentale di Trieste,
o e si sviluppano i progetti dell’Accademia della Follia
e della sua interminabile vita
in manicomio, Parole in tuffo
dove Giovanni Spiga, internato,
racconta del manicomio che ti
taglia la lingua e ti ruba le parole.
Si direbbe che Dacia Maraini ha
scritto Stravaganza per gli attori
dell’Accademia della Follia per
come narra le possibilità di cambiamento, di vita, di futuro malgrado la malattia. Non perché i
personaggi in scena sono matti.
Il testo, ricco com’è di costruzioni e parole precise, taglienti e
incisive è difficile da far proprio,
da “imparare a memoria” come
dice Darko, il più grosso della
compagnia. Entusiasma tuttavia
gli attori proprio perché racconta di impacci e fallimenti, di
tormenti e violenze, di dolori, di
mortificazioni, di intuizioni eccitanti e gioiose. Racconta della
storia delle persone e raccontandola rompe l’involucro della
malattia e la follia ritorna senza
difficoltà nella vita, nostra e
degli attori.
Trovare un modo perché la follia
ritorni a far parte della vita e non
sia ridotta a malattia dalla forza
della ragione e dalla violenza
delle istituzioni, è la ricerca che i
personaggi in scena fanno e che
Claudio Misculin con gli attori
dell’Accademia porta avanti da
anni con coraggio e vigore.
I luoghi comuni hanno invaso
il campo della comunicazione
intorno alle persone che vivono
l’esperienza della malattia e a
quanti sono per diverse ragioni coinvolti. I luoghi deputati
alla comunicazione, i giornali, le
radio, le televisioni, non fanno
altro che produrre menzogne,
sciatterie, dimenticanze. A cercarla non si trova neanche una
mezza verità. Milioni di persone
hanno vissuto e vivono una vita
dignitosa malgrado la malattia
mentale, lavorano, hanno famiglia, coltivano progetti e futuro.
Una legge, di cui nulla veramente si sa, ha restituito diritti, soggettività e infinite possibilità. E i
matti, nel grigiore dei talk show
televisivi, ancora continuano a
essere pericolosi, ingombranti,
inguaribili, improduttivi. Diversi
e incomprensibili nel loro modo
di stare al mondo. Più nessuno
sembra in grado di dire che gli
immutabili destini segnati dalla
malattia e dall’internamento
sono diventati singolari, incerti e
ricchi di possibilità. Solo la parola di chi vive e ha vissuto queste
esperienze, la parola riconquistata “dei matti” sembra finalmente sconcertare. Saltano le
certezze intorno alla malattia e
alla nostra normalità. Riusciamo
a vedere l’altro, a dare significato
alle parole, alle scelte, ai comportamenti fino a ieri fuori da
ogni possibile umana comprensione. Il testo di Dacia Maraini
e i matt-attori dell’Accademia
testimoniano questa possibilità.
E il teatro sembra diventare il
solo luogo dove oggi si può dire
la verità.
Le origini dell’Accademia
della Follia
L’Accademia della Follia a cui gli artisti che ammireremo in
Stravaganza o – come si definiscono – i matt-attori, fanno riferimento, è un progetto teatrale e culturale: si occupa di teatro
e follia. Formata da attori a rischio, è un’esperienza singolare
universale dove la sofferenza individuale trova lo spazio delle
parole e dei gesti. La ricerca nasce all’interno dell’ex ospedale
psichiatrico di Trieste nel periodo in cui le sue mura venivano
abbattute da Franco Basaglia. Claudio Misculin in quel periodo
si trovava lì e prendeva parte a questo sogno comune: nel
1976 ha fondato il primo gruppo proprio dentro l’ex ospedale,
il primo “teatro dei matti” e assieme agli altri ha partecipato
alla creazione di quell’idea che poi è divenuta la Legge 180.
Il matto – secondo l’assunto dell’Accademia della Follia – può
diventare un talento artistico se si creano opportunità di
esplorare e di mettere in scena altre maschere oltre a quella
unica e sovradeterminata di malato.
7
Il popolare giornalista televisivo ritorna a teatro, dove ha iniziato
La ragione è finita tra
Corrado Augias ripercorre in scena il dramma di Giordano Br
Scrittore, giornalista, acutissimo
intellettuale, Corrado Augias rappresenta un punto di riferimento
nel mondo della cultura italiana:
è dunque un privilegio poterlo
avere protagonista assoluto sul
palcoscenico dello Stabile regionale ne Le fiamme e la ragione,
spettacolo di cui è autore e
interprete.
La sua fama gli viene dall’attività
giornalistica (collabora tuttora
con La Repubblica ed è stato
a lungo inviato speciale dello
stesso quotidiano oltre che de
L’Espresso e Panorama) e parimenti da quella narrativa. Augias
è autore infatti, di una bibliografia
assai ampia, in cui vanno citate
al meno opere legate alla storia
italiana quali Quel treno da Vienna
o L’ultima primavera, storie di
spionaggio fra cui Giornali e spie
o il presago romanzo Tre colonne in cronaca firmato assime a
Daniela Pasti. Celeberrimi poi i
suoi quattro romanzi dedicati a
diverse città: I segreti di… Parigi,
Londra, New York e Roma.
Augias non è nuovo nemmeno
al mondo del teatro, che lo ha
visto impegnarsi – assieme ad
Antonio Calenda – negli anni
Sessanta e dunque nella fertile
stagione della sperimentazione e
della ricerca, al Teatro Centouno
di Roma, per il quale scrisse
Direzione Memorie e Riflessi di
conoscenza, entrambi diretti da
Calenda e interpretati da Gigi
Proietti. Ritrova ora il linguaggio
8
della drammaturgia per affrontare un argomento che gli sta
a cuore e che oggi più che
mai appare urgente e necessario:
quello della libertà di pensiero e
del ruolo della scienza, di cui la
figura di Giordano Bruno rappresenta un emblema.
Giordano Bruno era un frate
domenicano, ma anche un filosofo dalle fiammeggianti intuizioni
che ebbe il coraggio di sfidare i
dogmatismi della Chiesa, armato
soltanto della forza della ragione
e della coerenza.
altri percorsi: “le fiamme e la ragione”
Nel 1600, di fronte allo scisma
di Lutero e al rinforzarsi del
protestantesimo, la Chiesa viveva
un momento di grave vulnerabilità, a cui sapeva rispondere
solo con ottusa violenza, con
un cieco arroccarsi sulle proprie
posizioni. Il filosofo nolano fu una
vittima di questo atteggiamento che trovava nell’Inquisitore
Cardinale Bellarmino la sua massima espressione.
A Giordano Bruno, la cui mente
non era disposta ad accettare
una “verità” univoca e imposta,
la sua carriera assieme a Calenda e Proietti Le fiamme e
la ragione
a le fiamme
runo, condannato al rogo nel 1600
rimaneva una sola salvezza: l’abiura. Egli però non volle cedere
a quella intimazione, come fece
invece pochi anni dopo Galileo:
subì dunque otto anni di inumana prigionia, una carcerazione
solitaria e durissima, oltre ogni
immaginazione. Fu torturato crudelmente dall’Inquisizione e, poiché seppe sopportare tutto questo senza spostarsi dalle proprie
posizioni, fu infine condannato al
rogo. Campo dei Fiori, la piccola
piazza nel cuore di Roma dove
il 17 febbraio del 1600 avven-
ne il martirio, ospita tuttora un
monumento a questo “ostinato
testimone della verità”, come
lo definisce Corrado Augias: un
monito alla libertà di pensiero,
alla tolleranza… Concetti su cui
oggi più che mai sentiamo l’esigenza di riflettere.
Promo Music – realtà che già in
passato ha realizzato spettacoli
di cifra innovativa, basti pensare
alla recente coproduzione con
lo Stabile regionale di Variazioni
sul cielo, che contava su una protagonista e autrice del calibro
dell’astrofisica Margherita Hack
– ha offerto ad Augias l’opportunità di dare sostanza scenica
ai suoi interessantissimi testi su
Giordano Bruno. Nasce così uno
spettacolo originale, in cui Augias
ripercorre la cronaca di un processo, la conseguente condanna
a morte e riflette sulle ragioni di
questa condanna. S’intrecciano a
tali pensieri le creazioni video di
Andrea Bocca e le musiche originali di Valentino Corvino eseguite dai C-Project e da Fabio
Tricomi. Il tutto è armoniosamente concertato dalla regia di
Ruggero Cara, che avvolge lo
spettatore in un ritmo impetuoso di narrazione: lo spettacolo
diviene portatore di un messaggio su cui sarà imprescindibile
riflettere per tutti coloro – atei,
agnostici, cattolici – che vogliano
guardare a uno stato laico, giusto,
civile, tollerante.
di Ilaria Lucari
abbonamento altri percorsi
(spettacolo fisso)
Politeama Rossetti
giovedì 12/11/2009
durata 1h e 30’ senza intervallo
testi di ...............................Corrado Augias
regia di ..................................Ruggero Cara
musiche originali
di .................................. Valentino Corvino
musice live di.................................C-Project
e Fabio Tricomi
oud, lira calabrese, tamburi
luci e fonica di......... Stefano Delle Piane,
Renzo Garbarino
creazioni video di............... Andrea Bocca
produzione............................. Promo Music
in coproduzione con
Festival della Scienza di Genova
con ...................................... Corrado Augias
e C-Project
9
L’allestimento diretto dallo stesso Cecchi ha ottenuto unanim
Tartufo, il servo diven
Carlo Cecchi e Licia Maglietta sono i protagonisti della nuova
«…Agitato e praticamente privo
di trucco, come del resto gli altri
attori di questa messinscena
non datata, Cecchi si aggira per
la scena semivuota, davanti ai
severi sfondi scuri di Francesco
Calcagnini, dibattendosi in preda
a languori d’amore e a violente
rabbie contro i familiari interdetti e a loro volta divorati dai
piccoli interessi personali, prigionieri di una società perbenista
da demistificare, dubbiosi, attaccabrighe, inconcludenti portavoce di gustosi dialoghi corrosivi,
in cui si distinguono le immagini
femminili… l’efficace immagine
in rosso di Licia Maglietta, e
la luttuosa Madame Pernella di
Angelica Ippolito, severa custode delle tradizioni avite e quindi
facile preda di Tartufo. Questi è
la chiave dello spettacolo, ostentata nell’autore che lo fa entrare
solo a metà spettacolo quando il pubblico che lo aspetta
dal principio sa già tutto di
lui, dandogli una responsabilità
non da poco» Franco Quadri,
critico de La Repubblica, è stato
colpito molto favorevolmente
dalla nuova edizione del Tartufo
molièreiano, che Carlo Cecchi
mette in scena nella traduzione
illuminante di Cesare Garboli.
Le sue parole ne tratteggiano
un quadro accattivante, che già
lascia intuire la singolarità e l’inventiva del linguaggio registico
di Cecchi.
Dopo i successi collezionati
10
prosa: “tarfufO”
fin dall’esordio – a cui appunto si riferisce la recensione di
Quadri – Tartufo arriva anche al
Politeama Rossetti dove Carlo
Cecchi è stato ospite frequente
e molto amato, l’ultima volta
nel 2006 con una lettura interessante e originale del pirandelliano Sei personaggi in cerca
d’autore.
Fra le più accese e consapevoli personalità dell’innovazione in Italia, Cecchi ha sempre
ricercato attraverso una cultura
ampia e raffinata che rifugge da
ogni chiusura, un teatro che
sia comunicazione e coscienza
critica: ce ne darà prova con
questa nuova messinscena, che
lo vede oltre che regista, anche
interprete. Accanto a lui s’impegna una compagnia d’attori di
primo livello, in cui spiccano le
già citate Licia Miglietta e Angela
Ippolito ma dove ognuno appare
intenso e motivato nel proprio
ruolo.
«Spesso mi domandano perché ritorno così volentieri a
Molière» scrive Cecchi nelle
mi consensi di pubblico e di critica
ntato padrone
rilettura del capolavoro di Molière
sue note. «Come Shakespeare,
Molière ha scritto per gli attori,
e io sono un attore che lavora
con altri attori. Una commedia
di Molière si rivela in scena,
grazie agli attori. Le sue battute
sono battute per un copione,
non per un libro. Cosa c’è di più
emozionante e di più esaltante
per un attore che accogliere
quel dono che, alcuni secoli fa,
due attori lasciarono a coloro che sarebbero venuti; ossia
il dono di alcune pièces e di
alcuni personaggi che gli attori
futuri avrebbero potuto rendere presenti sulla scena? (…)
Chi è Tartufo – continua – lo
decidano gli spettatori. Noi, così
com’è implicito nella traduzione
di Garboli, oltre che nei suoi
numerosissimi scritti su Tartufo,
abbiamo cercato di mantenere,
alla commedia e al personaggio, la loro sostanziale ambiguità;
superando il cliché dell’ipocrisia e vedendo il personaggio di
Tartufo anche “in positivo”: un
servo che usa l’intelligenza e gli
strumenti della politica per fare
carriera e diventare, da servo,
padrone. Ma tutto questo, e le
risonanze contemporanee che
la commedia e il personaggio
possono produrre, è solo attraverso il teatro che lo si può
cogliere. Figuriamoci poi in una
commedia come Tartufo, dove
il teatro è talmente importante da diventarne, forse, il tema
principale».
La compagnia di Carlo Cecchi
porrà dunque in luce più che
mai gli accenti attuali e l’intramontabile qualità di una commedia – scritta nel 1664 – che
intreccia sentimenti ad inganni
e a scaltre e interessate manovre, tutte da scoprire. La satira
pungente contro l’ipocrisia di
Tartufo – e di tutta la società
borghese di allora – scosse a
tal punto che la piéce non ebbe
vita facile e fu addirittura vietata:
una incisività critica che le rende
universale.
Tartufo
abbonamento prosa
(turni PRI, B, C, D)
Politeama Rossetti
dal 19/11 al 22/11/2009
durata 2h e 15’ con intervallo
di ..........................................................Molière
traduzione di .................... Cesare Garboli
regia di ....................................Carlo Cecchi
scene di ................Francesco Calcagnini
costumi di........................... Sandra Cardini
musiche di............... Michele dall’Ongaro
produzione........................... Teatro Stabile
delle Marche,
Teatro Stabile di Napoli
personaggi ......................................interpreti
Madame Pernella............Angelica Ippolito
Orgone..................................... Carlo Cecchi
Elmira......................................Licia Maglietta
Damide.........................................Diego Sepe
Marianna..............................Barbara Ronchi
Valerio............................Francesco Ferrieri
Cleante.................Roberto De Francesco
Tartufo.........................................Elia Schilton
Dorina..................................Antonia Truppo
Il Signor Leale/
un Ufficiale ...............................Rino Marino
Filippina.............................Francesca Leone
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Gli Artisti Associati ritornano a Trieste con una rielaborazion
L’avaro Gianrico e il
Il grande Gianrico Tedeschi di nuovo in scena dopo il successo
Una babele festosa di recitazione, musica, colori, costumi,
addirittura una “traduzione”
dei cantica della commedia latina in arrangiamenti bandistici…
E poi attori, cantanti, tutti vivacissimi e pronti a una varietà
di mutazioni: attrici che interpretano uomini, giovani che si
trasformano in vecchi, il tutto
al servizio di uno spettacolo
che vuole essere un’occasione al tempo stesso antica e
contemporanea di divertire…
Tutto ciò sarà racchiuso in
Metti in salvo il tesoretto, spettacolo che Gianrico Tedeschi
rielabora dall’Aulularia plautina
e affida alla perizia registica di
Walter Mramor, conservandosi
invece il ruolo del protagonista. Lo attornia un gruppo
creativo ed energico, da Valter
Sivilotti – autore delle musiche originali, come pure degli
arrangiamenti di alcune hit contemporanee che ascolteremo
nello spettacolo – ai numerosi
interpreti, fra cui vanno citati
almeno Marianella Laszlo, Sveva
Tedeschi e Ivan Lucarelli, tutti
già applauditi sul palcoscenico
del Politeama Rossetti.
Se fino alla fine della passata
stagione Gianrico Tedeschi ha
incarnato un “grande vecchio”
che rifiutava il decadimento e il
passare del tempo, il Giovanni
Chierici della sveviana La rigenerazione – un successo firmato
dallo Stabile regionale assieme
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ad a.Artisti Associati – in questo nuovo spettacolo affronta,
con tutta la sua irraggiungibile
sapienza scenica, un grandissimo archetipo di vecchio e di
avaro.
Sul profilo del protagonista
dell’Aulularia infatti sono stati
forgiati quasi tutti gli avari della
storia della drammaturgia, con
i loro tic, le loro angosce, la
loro testardaggine. Gianrico
Tedeschi tratteggerà il suo
avaro con tutti questi colori,
e vi aggiungerà del proprio,
ALTRI PERCORSI: “metti in salvo il tesoretto”
rendendo al personaggio ad
esempio un perfidia che il lieto
fine molièreiano aveva sfumato
un po’, un’attualità che ce lo
rende vicino, un cinismo che si
mostra senza pudore…
«Oggi – scrive infatti Tedeschi
nelle note allo spettacolo – nel
nostro tempo il poeta Plauto
spinge sulla strada del tragicomico. Ecco perché non condividiamo lo scioglimento tradizionale della commedia nello
stile goldoniano del “vogliamoci
bene”. Del resto non si sa,
ne dell’Aulularia di Plauto
suo tesoretto
o della “Rigenerazione” di Italo Svevo
questo è certo, come Plauto
abbia chiuso la storia: l’atto è
andato perduto. Per noi l’Avaro
è avaro fino alla fine, anzi alla
fine ancora di più perché il
tesoro ritrovato non lo vuole
più perdere. È un Avaro che
diventa sinistro, politico, barattando la figlia partoriente con
quella cassa magica, misteriosa,
che gli dà la sicurezza di possedere finalmente e solo per sé il
suo tesoretto».
L’invenzione del servo accorto
però non è una reale sicurezza,
ma l’illusione di essa: chissà
che la cassa magica non sia una
pura invenzione? Un gioco di
fantasia?
Ecco: è questo il nostro riscatto
dall’Avaro. C’è infatti qualcosa
che lui non possiederà mai: il
privilegio della fantasia.
Essa è facoltà e diritto speciale di Plauto, invece, che senza
arroganza né retorica, ma con
una potenza che non conosce
i confini del tempo ci giunge in
eredità e ancor oggi ci insegna a
giocare con l’invenzione, l’equivoco, l’ironia talvolta caustica,
talaltra sorniona, addirittura
con il surreale…
«Ma questo Plauto – commenta infatti ancora Tedeschi – considerato perfino imitatore di se
stesso, come si sarebbe definito,
lui, inventore di parole nuove, di
diminutivi strampalati, di aggettivi e sostantivi usati come
puro suono? Forse un futurista.
Plauto futurista... non è male.
Non si è mai sentito dire da
saggisti e studiosi. No, Plauto è
semplicemente una sagoma. Dà
l’idea. Sagoma infatti che cos’è?
È il contrappeso della stadera,
che scorre di qua e di là dalla
misura, per cui si ragguagliano i pesi quando sta fermo. Il
fatto è che Plauto non sta mai
fermo e quindi la misura non si
saprà mai. Bisogna immaginarla.
È tutt’altro che un limite il suo.
È la sua grandezza».
Metti in salvo il
tesoretto
abbonamento altri percorsi
(spettacolo fisso)
Politeama Rossetti
mercoledì 25/11/2009
durata 2h con intervallo
da “Aulularia” di Plauto
libera rielaborazione
di......................................Gianrico Tedeschi
musiche originali di ...........Valter Sivilotti
regia di ............................. Walter Mramor
luci di ...............................Marco Policastro
scene di ..........................Enrico Cavallero
costumi di .......................... Elisa Bolognini
elementi coreografici
di .................................... Marta Bevilacqua
produzione ..................a.Artisti Associati
personaggi........................................interpreti
Euclione.......................... Gianrico Tedeschi
Strobilo-Prologo.......... Marianella Laszlo
Megadoro-CongrionePrologo...................................Marina De Juli
Serva-EunomiaPrologo..................................Sveva Tedeschi
Liconide-Prologo.............. Daniel De Rossi
Antrace-Congrione.............. Ivan Lucarelli
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news
diretto da Antonio Calenda
L’iniziativa “music&live”
si propone di attirare molti ospiti da fuori regione
Biglietto a teatro gratis per i turisti
Collaborazione tra il Rossetti e la Turismo FVG per la promozione dei musical
La musica di qualità continua a essere
un veicolo di promozione turistica: con
l’obiettivo di aumentare arrivi e presenze in Friuli Venezia Giulia l’Agenzia
TurismoFVG punta ancora su Music&Live,
un prodotto turistico su misura in cui
adesso rientreranno anche i grandi
musical previsti dal cartellone del
Politeama Rossetti. La formula collaudata
di Music&Live, “dormi in regione e avrai
un biglietto omaggio”, che quest’estate
ha fatto ballare i turisti sulle note dei
big della musica pop, verrà applicata ai
musical “Chicago”, “We Will Rock You”,
“West Side Story” ed “Evita”. In particolare, gli spettatori dei musical potranno
prenotare un soggiorno di due notti
negli hotel convenzionati di Trieste (di
due, tre o quattro stelle) e ricevere in
omaggio un biglietto in galleria o un
biglietto scontato del 50% in platea.
Grazie a questi pacchetti amanti del
teatro e turisti provenienti da tutta
Europa potranno quindi approfittare
della presenza in regione di alcuni dei
musical più importanti del panorama
internazionale per trascorrere una breve
vacanza a Trieste e lasciarsi affascinare
dalle sue bellezze.
To be or not to be
ritorna in regione
Al Giovanni da Udine dal’11 al 15 novembre
Ritorna in Friuli Venezia Giulia “To be
or not to be”, lo spettacolo prodotto
dallo Stabile regionale che Maria Letizia
Compatangelo ha tratto dall’omonimo
film di Ernst Lubitsch. La commedia,
diretta da Antonio Calenda, sarà in scena
al Teatro Giovanni da Udine da mercoledì 11 a domenica 15 novembre.
Da oltre un secolo il giornale della tua città
cronaca, notizie, sport, approfondimenti
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IL ROSSETTI news
www.ilpiccolo.it
un assaggio della prossima stagione
Il Natale si festeggia
con i cori degli alpini
café
TRIESTE
Al Politeama Rossetti martedì 15 dicembre
Ritorna anche quest’anno al Politeama
Rossetti l’amatissimo appuntamento
natalizio con il concerto dei cori
alpini, che ormai da diverse stagioni
si svolge davanti a una sala affollatissima.
La data fissata per “Aspettiamo il
Natale con gli Alpini 2009” è quella
di martedì 15 dicembre: i biglietti per
il concerto saranno in vendita dal
20 novembre presso i consueti punti
vendita del Teatro Stabile al prezzo di
3 euro. Sulla scena si susseguiranno il
Coro dell’Associazione Nazionale Alpini
di Trieste “Nino Baldi” diretto da Paolo
Rossi, quello di Udine Codroipo diretto
da Massimiliano Golin, il Coro CAI di
Belluno diretto da Vittorino Nalato e
il Coro Monte Nero di Cividale diretto
da Mauro Verona, tutti impegnati ad
eseguire pagine del miglior repertorio
tradizionale. Un’ospite molto gradita
sarà poi la Banda della Polizia
Municipale di Trieste diretta da Fabio
Benolli.
AssociAzioNe NAzioNAle AlpiNi
sezione m.d’o. guido corsi - tRieste
circolo culturale Alpini
Martedì 15 dicembre 2009 ore 20.30
Politeama Rossetti
AspettiAmo il
NAtAle coN gli
AlpiNi
Serata di auguri alla cittadinanza e di beneficenza
a favore del C.A.V. - Centro Aiuto alla Vita “Marisa” di Trieste
Coro A.n.A. Trieste “nino Baldi”
Direttore Paolo Rossi
Coro A.n.A. di Udine-Codroipo
Direttore Massimiliano Golin
Coro C.A.I. Belluno
Direttore Vittorino Nalato
Banda della Polizia Municipale di Trieste
Direttore Fabio Benolli
Coro A.n.A. Monte nero di Cividale
Direttore Mauro Verona
posto unico 3 euro
Punti vendita:
Biglietteria del Rossetti, Viale XX Settembre / Ticket Point di Corso Italia / Centro commerciale Torri d’Europa, infopoint III livello
Con il patrocinio di
Con il contributo di
comunedi
di trieste
trieste
comune
assessorato alla cultura
area cultura
il menù
• pescetti del golfo, savor, Starec blend polijane...
in scatoletta
• prosciutto di san Daniele 0°, stracciatella, datterini, sale del galles
• misticanza d’insalate, erbe aromatiche, fiori
• il gioco del freddo e del crudo
• minestra di patate, gamberi, caviale di trota
• jota classica, sgombro affumicato, S1 by Starec
Tribe... in box
• pastapadella... calamarata, erbe, pomodoro, peperoncino, taggiasche, burrata
• pastapadella... linguettine, olio, peperoncino, erbe,
pomodoro, pesciolini
• bisteccone limousine, tergeste dop
• burrata 38°, piovra bruciata
• pesciolini in “tocio” & patate in “tecia”
• seppioline grigliate al sale
• i miei formaggi... mostarde, confetture, mieli
• soufflè al cioccolato & gianduia
• mantecato alla mandorla & coriandolo
• crema bruciata, lime, zenzero
• tartufo-ice
• pane, acqua e grudella
• abbonamento... cibario a quattro
portate: 3 portate salate & 1 dolce scelte e
preparate dallo staff, € 32,00
• Teatro a Tavola @ 25 euro: 3 portate &
3 bicchieri in abbinamento, se l’acquisto avviene
assieme a quello dei biglietti per lo spettacolo.
Aperto a Trieste un
nuovo punto vendita
Periodico del Teatro Stabile
del Friuli Venezia Giulia
redazione Viale XX Settembre, 45
34126 Trieste
tel. 040-3593511 fax 040-3593555
www.ilrossetti.it [email protected]
Anno XVIII - numero 184
10 novembre 2009
Aut. Tribunale di Trieste n° 846
del 30.7.1992
stampa Stella Arti Grafiche,Trieste
direttore responsabile
Stefano Curti
redazione Ilaria Lucari, Ivis Lasagna
I biglietti del Rossetti disponibili da Multimedia
Continua a espandersi la rete di
vendita del Teatro Stabile in collaborazione con Vivaticket. Da alcuni
giorni è infatti attivo il nuovo punto
vendita presso l’agenzia Multimedia di
via di Campo Marzio a Trieste (tel.
040-31177). Presso la nuova agenzia
sarà possibile acquistare i biglietti
per tutti gli spettacoli in programma
al Politeama e alla Sala Bartoli. Non
saranno invece possibili operazioni su
abbonamenti.
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la cultura,
Ci sono infiniti buoni
motivi per incoraggiare
e sostenere la cultura
in tutte le sue
migliori espressioni.
La Fondazione
lo crede da sempre.
quasi un processo di “geminazione”
Leggere un libro. Visitare una mostra. Ascoltare un concerto.
Raramente si pensa che si tratta di autentici “privilegi”: oggi condivisi
da molti, ma ancora (anche se può apparire strano) preclusi ai più.
La cultura, per progredire, richiede continue “chiavi di accesso”.
Dalle più elementari (come il saper leggere) ad altre più sofisticate,
che la cultura stessa, quasi per “geminazione”, crea di continuo.
Chiavi che ci consentono di scrutare orizzonti sempre più affascinanti
e impegnativi (percepire l’enigma di una statua greca, di un quadro
astratto o di un brano musicale, al di là della mera contemplazione).
Chiavi che durano per sempre. Che affinano gusto e capacità di giudizio.
Che non possiamo smarrire e che nessuno ci potrà mai rubare.
Che potremo condividere e scambiare con altri.
La cultura, innegabile segno di benessere sociale. Ma anche
matrice di autentica felicità individuale.
il colore del benessere sociale
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