stagione 2009-10, numero 4, 10 novembre 2009 in questo numero ›Stravaganza ›Le fiamme e la ragione ›Tartufo ›Metti in salvo il tesoretto ci sono infiniti modi di essere presenti sulla scena. il nostro, storicamente, sta nel fare che ciò accada. molto, molto prima che il sipario si alzi generali è lì. Generali. dove c’è arte. Politeama Rossetti STEFANO BOLLANI DANISH TRIO FESTIVAL DELLA CANZONE TRIESTINA LE FIAMME E LA RAGIONE Prezzi dei biglietti: vedi “Tartufo” Sala Bartoli 21:00 mar ★ 10 novembre 11 20.30 20.30 AP 21.30 mer 21.00 novembre gio 12 novembre 21.00 ven TANGO METROPOLIS Platea A-B 3★ Platea C-I Gall. 2★ II Gallerie 1★ Platea A-B € 40/€ 34 Platea C € 36/€ 30 I Galleria € 30/€ 25 II Galleria € 25/€ 20 Logg. € 7.50 Aterballetto “CERTE NOTTI” Platea A-B 3★ Platea C-I Gall. 2★ II Gallerie 1★ Platea A-B € 40/€ 34 Platea C € 36/€ 30 I Galleria € 30/€ 25 II Galleria € 25/€ 20 Logg. € 7.50 13 21.00 14 novembre 21.00 15 17.00 novembre sab 20.30 DAN dom 16.00 novembre lun 16 20.30 20.30 DAN novembre mar ★ 17 novembre mer 18 TARTUFO di Molière regia di Carlo Cecchi con Carlo Cecchi, Licia Maglietta, Elia Schilton Platea A-B 2★ Platea C - Gallerie 1★ Platea A-B € 29/€ 24 Platea C € 21/€ 17 Gallerie € 16/€ 13 stravaganza 20.30 PRI novembre gio 19 novembre ven 20 20.30 B novembre sab 20.30 C Il Conde/Le Voci, L’intervista, E pensare che c’era il pensiero, Scaffale XXI, Orson Welles’ Roast Il Conde/Le Voci, L’intervista, E pensare che c’era il pensiero, Scaffale XXI, Orson Welles’ Roast 21.00 21.00 21.00 22 17.00 novembre lun Posto unico 1★ Biglietti Posto unico interi € 16 ridotti € 13 21.00 21 novembre dom 16.00 D 21.00 di Dacia Maraini regia di Claudio Misculin con Claudio Misculin, Sabrina Nonne Wagner, Dario Kuzma, Donatella Di Gilio, Gabriele Palmano, Giuseppe Feminiano, Giuseppe Denti, Eloisa Gatto, Livio Struja 23 Luca Barbarossa/neri marcorè attenti a quei 2 metti in salvo il tesoretto la passione secondo luca e paolo 21.00 20.30 AP la dame aux camelias 20.30 DAN cyrano de bergerac di Edmond Rostand regia di Daniele Abbado con Massimo Popolizio Platea A-B 2★ Platea C - Gallerie 1★ Platea A-B € 29/€ 24 Platea C € 21/€ 17 Gallerie € 16/€ 13 Il giuoco delle parti, Zio Vanja, Lo Schiaccianoci 21.30 mer 25 novembre gio 26 novembre 18.00 Il giuoco delle parti, Zio Vanja, Lo Schiaccianoci 21.00 ven 20.30 società dei concerti ★ 24 novembre 20.30 AP Platea A-B 2★ Platea C - Gallerie 1★ Platea A-B € 29/€ 24 Platea C € 21/€ 17 Gallerie € 16/€ 13 Platea A-B 3★ Platea C-I Gall. 2★ II Gallerie 1★ Platea A-B € 40/€ 34 Platea C € 36/€ 30 I Galleria € 30/€ 25 II Galleria € 25/€ 20 Logg. € 7.50 novembre mar 20.30 C 21.00 29 17.00 30 ★ novembre mar 1 dicembre mer Pippi Calzelunghe, Aggiungi un posto a tavola 2 16.00 E 20.30 B 28 novembre lun 20.30 20.30 A 21.00 novembre dom 16.00 20.30 PRI 27 novembre sab dicembre gio 3 dicembre ven 4 dicembre sab 5 dicembre Pippi Calzelunghe, Aggiungi un posto a tavola storia di un astronauta spettacolo multimediale con proiezioni video ideato da Fabio Poggiali con Fabio Poggiali Posto unico 1★ Biglietti Posto unico interi € 16 ridotti € 13 Il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia collabora con l’Accademi La “Stravaganza” di D Lo spettacolo propone una riflessione sugli effetti, le applicaz «È la dimenticanza che porta a rifare gli errori di una volta?» denunciava sulle colonne del Corriere della Sera poco più di un anno fa Dacia Maraini. «O c’è una volontà pertinace di disfare ciò che di buono è stato concepito e applicato dal pensiero sperimentale di questo Paese anche troppo immobilista? Che la legge Basaglia non funzioni fino in fondo lo sanno perfino i sassi. Ma perché troppo spesso manca la realizzazione di una parte della legge che prevede l’accoglienza dei malati nelle comunità terapeutiche, la cura assicurata, il recupero e la restituzione alla società degli individui più fragili e sconnessi. Un progetto coraggioso, non facile, certamente, ma che va comunque tentato, nel rispetto degli ammalati…». Stravaganza, che la stessa grande scrittrice ha concepito – e che ora viene portato in scena in un’inedita edizione diretta da Claudio Misculin, dall’Accademia della Follia e dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia – ci invita a riflettere proprio su queste problematiche. Lo Stabile regionale e la singolare realtà dell’Accademia della Follia – fondata nel 1992 da Claudio Misculin, Angela Pianca e Cinzia Quintiliani – hanno incrociato più volte le loro strade: l’incontro più significativo però è avvenuto lo scorso anno, quando alla Sala Bartoli è stato presentato il loro La luce di dentro, scritto 4 da Giuliano Scabia. Il rapporto di collaborazione si rafforza ora con la realizzazione di questa nuova piéce che ricostruisce, attraverso le vicende di alcuni malati, l’avvento della Legge Basaglia e invita a osservare su quali ne siano stati gli effetti, le applicazioni, i problemi. Trieste, e lo Stabile regionale, sono di certo la cornice più adeguata a una simile riflessione e una scelta ugualmente opportuna è stata quella attinente alla drammaturgia della Maraini, che altri percorsi: “stravaganza” nella sua carriera non ha mai lesinato in impegno civile, umano, sociale. Stravaganza è a Trieste per la prima volta (dopo un applaudito esordio in anteprima, a settembre, nella cornice del Festival dei Matti a Venezia) ma il testo – concepito nel 1986 e pubblicato l’anno successivo – vanta una lunga storia di successi ed è andato in scena spesso anche all’estero: da Vienna a Canberra, da Rio de Janeiro a Berlino, da Melbourne a Tolosa… A dimo- ia della Follia per questa nuova produzione Dacia Maraini zioni e i problemi della legge Basaglia strazione che il tema che dibatte ci appartiene universalmente, è una riflessione necessaria all’uomo, alla sua coscienza, alla sua dignità. «Cinque malati di mente internati in un manicomio, tre uomini e due donne, si tengono compagnia, si raccontano, si amano, litigano, si aggrediscono, ridono di sé e degli altri» riassume Dacia Maraini. «Un giorno vengono a sapere che è stata votata la legge Basaglia: da domani tutti a casa! L’ospedale chiude. Ma dove andare? Ciascuno fa i conti con il proprio passato: chi ha una compagna che si è messa a vivere con un altro, chi una madre morente e dei fratelli invadenti che hanno occupato tutta la casa, chi un padre che certamente non rivuole presso di sé una figlia cleptomane, chi una moglie che ha trovato modo di fare soldi per conto proprio visto che lui non è stato più capace di mantenerla. I cinque decidono comunque di tornare a casa. Gli affetti su cui hanno sempre sognato sono lì ad attenderli. Ma appena arrivati trovano gelo e disattenzione. In realtà nessuno li vuole: sono stati bellamente sostituiti. C’è addirittura qualche parente che ha paura di loro, e vorrebbe chiuderli a chiave nella stanza rimediata all’ultimo momento. Così i quattro, perché il quinto Alcide non ha nessuno da cui andare ed è rimasto in manicomio, sono costretti a tornare in ospedale. Dove però decidono di vivere a modo loro: senza medici, senza elettroshock, senza chiavi e chiavistelli, in una comune aperta, con nuove regole stabilite da loro.» Diretti da Claudio Misuclin a portare in scena questa storia saranno Sabrina Nonne Wagner, Dario Kuzma, Donatella Di Gilio, Gabriele Palmano, Giuseppe Feminiano, Giuseppe Denti, Eloisa Gatto, Livio Struja. di Ilaria Lucari Stravaganza abbonamento altri percorsi (spettacolo fisso) Sala Bartoli dal 10/11 al 22/11/2009 durata 1h e 30’ con intervallo di ............................................Dacia Maraini regia di ............................ Claudio Misculin scene di .............................Diego Iaconfcic melodie di........................ Claudio Misculin produzione........................... Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Accademia della Follia in collaborazione con A.gens personaggi ......................................interpreti Attilio................................. Claudio Misculin Ada..................................Donatella Di Gilio Peres......................................... Dario Kuzma Elvira...................Sabrina Nonne Wagner Alcide..............................Gabriele Palmano e con................................. Eloisa Gatto, Giuseppe Feminiano, Giuseppe Denti, Livio Struja noi siamo gli errori che 10-22 novembre ore 21, feriali ore 17, festivi Trieste Sala Bartoli permettono la vostra intelligenza testo di Dacia Maraini regia di Claudio Misculin In scena: Claudio Misculin, Sabrina Nonne Wagner, Dario Kuzma, Donatella Di Gilio, Gabriele Palmano, Giuseppe Feminiano, Giuseppe Denti, Eloisa Gatto, Livio Struja Direttore di scena Aldo Vivoda Scenografie Diego Iaconfcic Melodie Claudio Misculin Produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Accademia della Follia In collaborazione con Agens Info: www.ilrossetti.it - www.infostravaganza.it Cinzia Quintiliani-cell 348 3403136 comune di trieste Dipartimento di salute mentale di trieste 5 I matt-at Peppe Dell’Acqua, diret racconta come nascono L’Accademia della Follia con Claudio Misculin è nata nell’ospedale psichiatrico di San Giovanni a Trieste. Erano i giorni in cui, arrivato Franco Basaglia, le porte si aprivano, gli internati circolavano per il parco e cominciavano a guadagnare la città. Misculin occupò, con alcuni suoi compagni, uno dei reparti appena svuotato. Da allora, di quel luogo, ha condiviso la storia e il tumultuoso cambiamento. E così come è difficile collocare e definire il lavoro di Basaglia e la svolta storica che ha prodotto, risulta altrettanto complicato ridurre alle parole del teatro (o della psichiatria) il lavoro di Claudio Misculin. L’Accademia della Follia non è un centro diurno, non è un laboratorio di teatro dove attori professionisti intrattengono i pazienti psichiatrici, non è il tentativo una tantum di mettere in scena qualcosa con i matti, una poesia, una canzone, un pezzo scritto “da loro”. Non è un luogo di terapia di gruppo. Non è una filodrammatica 6 dove attori dilettanti impegnano il loro tempo libero. Quelli dell’Accademia sono, come essi stessi dicono, “matti di mestiere e attori per vocazione”. Non dispongono di tempo libero perché hanno vissuto il tempo servo delle istituzioni e l’assenza del tempo nelle giornate appiattite dalla malattia. Sono stanchi di intrattenersi o di essere intrattenuti, hanno sperimentato secoli di terapie e centinaia di giornate di Centri di salute mentale. Hanno rischiato l’annullamento nell’identità piatta del malato di mente. L’Accademia della Follia è un luogo dove le persone, finalmente incerte e dubbiose sulle loro identità, si scommettono nella ruvidezza, nei conflitti, nel molteplice gioco dei ruoli. Si scommettono rigorosamente (e dolorosamente talvolta) come persone. Sfugge alle collocazioni e alle definizioni Franco Basaglia quando semplicemente afferma che il suo interesse è “per il malato e non per la malattia”, quando altri percorsi: “stravaganza” si accorge che inaudite violenze sono accadute in nome di conoscenze confuse e contraddittorie che hanno costituito le fondamenta quanto mai fragili della “scienza” psichiatrica, quando angosciosamente si interroga su “che cos’è la psichiatria?”. L’apertura delle porte dei reparti, l’abbattimento dei muri e delle reti, la chiusura degli ospedali psichiatrici, il riconoscimento delle storie e della singolarità delle persone saranno le risposte dovute e ineludibili a quella domanda. Gli attori e le attrici dell’Accademia della Follia, senza compromessi, testimoniando col proprio corpo e con le parole della loro storia, inverano tutti i passaggi che da quelle domande hanno preso forma. L’Accademia si trova così di volta in volta a denunciare le violenze del manicomio e della contenzione, travolgente e disperato il “Mattiakovski”, la stupida e mortifera rigidità della scienza e dei poteri medici, bellissimi i lavori su Semmelweiss e Maccacaro, l’assurdità della sopravvivenza dei manicomi criminali, esilarante e tragico “Ardito Giulio Romano Italico Muscolini”, e poi le storie delle persone che ritornano a vivere come nell’impagabile tenerezza de La luce di dentro che racconta la meravigliosa storia di Marco Cavallo, e ancora storie di persone, La storia di Augusta ttori di Claudio Misculin ttore del Dipartimento di Salute Mentale di Trieste, o e si sviluppano i progetti dell’Accademia della Follia e della sua interminabile vita in manicomio, Parole in tuffo dove Giovanni Spiga, internato, racconta del manicomio che ti taglia la lingua e ti ruba le parole. Si direbbe che Dacia Maraini ha scritto Stravaganza per gli attori dell’Accademia della Follia per come narra le possibilità di cambiamento, di vita, di futuro malgrado la malattia. Non perché i personaggi in scena sono matti. Il testo, ricco com’è di costruzioni e parole precise, taglienti e incisive è difficile da far proprio, da “imparare a memoria” come dice Darko, il più grosso della compagnia. Entusiasma tuttavia gli attori proprio perché racconta di impacci e fallimenti, di tormenti e violenze, di dolori, di mortificazioni, di intuizioni eccitanti e gioiose. Racconta della storia delle persone e raccontandola rompe l’involucro della malattia e la follia ritorna senza difficoltà nella vita, nostra e degli attori. Trovare un modo perché la follia ritorni a far parte della vita e non sia ridotta a malattia dalla forza della ragione e dalla violenza delle istituzioni, è la ricerca che i personaggi in scena fanno e che Claudio Misculin con gli attori dell’Accademia porta avanti da anni con coraggio e vigore. I luoghi comuni hanno invaso il campo della comunicazione intorno alle persone che vivono l’esperienza della malattia e a quanti sono per diverse ragioni coinvolti. I luoghi deputati alla comunicazione, i giornali, le radio, le televisioni, non fanno altro che produrre menzogne, sciatterie, dimenticanze. A cercarla non si trova neanche una mezza verità. Milioni di persone hanno vissuto e vivono una vita dignitosa malgrado la malattia mentale, lavorano, hanno famiglia, coltivano progetti e futuro. Una legge, di cui nulla veramente si sa, ha restituito diritti, soggettività e infinite possibilità. E i matti, nel grigiore dei talk show televisivi, ancora continuano a essere pericolosi, ingombranti, inguaribili, improduttivi. Diversi e incomprensibili nel loro modo di stare al mondo. Più nessuno sembra in grado di dire che gli immutabili destini segnati dalla malattia e dall’internamento sono diventati singolari, incerti e ricchi di possibilità. Solo la parola di chi vive e ha vissuto queste esperienze, la parola riconquistata “dei matti” sembra finalmente sconcertare. Saltano le certezze intorno alla malattia e alla nostra normalità. Riusciamo a vedere l’altro, a dare significato alle parole, alle scelte, ai comportamenti fino a ieri fuori da ogni possibile umana comprensione. Il testo di Dacia Maraini e i matt-attori dell’Accademia testimoniano questa possibilità. E il teatro sembra diventare il solo luogo dove oggi si può dire la verità. Le origini dell’Accademia della Follia L’Accademia della Follia a cui gli artisti che ammireremo in Stravaganza o – come si definiscono – i matt-attori, fanno riferimento, è un progetto teatrale e culturale: si occupa di teatro e follia. Formata da attori a rischio, è un’esperienza singolare universale dove la sofferenza individuale trova lo spazio delle parole e dei gesti. La ricerca nasce all’interno dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste nel periodo in cui le sue mura venivano abbattute da Franco Basaglia. Claudio Misculin in quel periodo si trovava lì e prendeva parte a questo sogno comune: nel 1976 ha fondato il primo gruppo proprio dentro l’ex ospedale, il primo “teatro dei matti” e assieme agli altri ha partecipato alla creazione di quell’idea che poi è divenuta la Legge 180. Il matto – secondo l’assunto dell’Accademia della Follia – può diventare un talento artistico se si creano opportunità di esplorare e di mettere in scena altre maschere oltre a quella unica e sovradeterminata di malato. 7 Il popolare giornalista televisivo ritorna a teatro, dove ha iniziato La ragione è finita tra Corrado Augias ripercorre in scena il dramma di Giordano Br Scrittore, giornalista, acutissimo intellettuale, Corrado Augias rappresenta un punto di riferimento nel mondo della cultura italiana: è dunque un privilegio poterlo avere protagonista assoluto sul palcoscenico dello Stabile regionale ne Le fiamme e la ragione, spettacolo di cui è autore e interprete. La sua fama gli viene dall’attività giornalistica (collabora tuttora con La Repubblica ed è stato a lungo inviato speciale dello stesso quotidiano oltre che de L’Espresso e Panorama) e parimenti da quella narrativa. Augias è autore infatti, di una bibliografia assai ampia, in cui vanno citate al meno opere legate alla storia italiana quali Quel treno da Vienna o L’ultima primavera, storie di spionaggio fra cui Giornali e spie o il presago romanzo Tre colonne in cronaca firmato assime a Daniela Pasti. Celeberrimi poi i suoi quattro romanzi dedicati a diverse città: I segreti di… Parigi, Londra, New York e Roma. Augias non è nuovo nemmeno al mondo del teatro, che lo ha visto impegnarsi – assieme ad Antonio Calenda – negli anni Sessanta e dunque nella fertile stagione della sperimentazione e della ricerca, al Teatro Centouno di Roma, per il quale scrisse Direzione Memorie e Riflessi di conoscenza, entrambi diretti da Calenda e interpretati da Gigi Proietti. Ritrova ora il linguaggio 8 della drammaturgia per affrontare un argomento che gli sta a cuore e che oggi più che mai appare urgente e necessario: quello della libertà di pensiero e del ruolo della scienza, di cui la figura di Giordano Bruno rappresenta un emblema. Giordano Bruno era un frate domenicano, ma anche un filosofo dalle fiammeggianti intuizioni che ebbe il coraggio di sfidare i dogmatismi della Chiesa, armato soltanto della forza della ragione e della coerenza. altri percorsi: “le fiamme e la ragione” Nel 1600, di fronte allo scisma di Lutero e al rinforzarsi del protestantesimo, la Chiesa viveva un momento di grave vulnerabilità, a cui sapeva rispondere solo con ottusa violenza, con un cieco arroccarsi sulle proprie posizioni. Il filosofo nolano fu una vittima di questo atteggiamento che trovava nell’Inquisitore Cardinale Bellarmino la sua massima espressione. A Giordano Bruno, la cui mente non era disposta ad accettare una “verità” univoca e imposta, la sua carriera assieme a Calenda e Proietti Le fiamme e la ragione a le fiamme runo, condannato al rogo nel 1600 rimaneva una sola salvezza: l’abiura. Egli però non volle cedere a quella intimazione, come fece invece pochi anni dopo Galileo: subì dunque otto anni di inumana prigionia, una carcerazione solitaria e durissima, oltre ogni immaginazione. Fu torturato crudelmente dall’Inquisizione e, poiché seppe sopportare tutto questo senza spostarsi dalle proprie posizioni, fu infine condannato al rogo. Campo dei Fiori, la piccola piazza nel cuore di Roma dove il 17 febbraio del 1600 avven- ne il martirio, ospita tuttora un monumento a questo “ostinato testimone della verità”, come lo definisce Corrado Augias: un monito alla libertà di pensiero, alla tolleranza… Concetti su cui oggi più che mai sentiamo l’esigenza di riflettere. Promo Music – realtà che già in passato ha realizzato spettacoli di cifra innovativa, basti pensare alla recente coproduzione con lo Stabile regionale di Variazioni sul cielo, che contava su una protagonista e autrice del calibro dell’astrofisica Margherita Hack – ha offerto ad Augias l’opportunità di dare sostanza scenica ai suoi interessantissimi testi su Giordano Bruno. Nasce così uno spettacolo originale, in cui Augias ripercorre la cronaca di un processo, la conseguente condanna a morte e riflette sulle ragioni di questa condanna. S’intrecciano a tali pensieri le creazioni video di Andrea Bocca e le musiche originali di Valentino Corvino eseguite dai C-Project e da Fabio Tricomi. Il tutto è armoniosamente concertato dalla regia di Ruggero Cara, che avvolge lo spettatore in un ritmo impetuoso di narrazione: lo spettacolo diviene portatore di un messaggio su cui sarà imprescindibile riflettere per tutti coloro – atei, agnostici, cattolici – che vogliano guardare a uno stato laico, giusto, civile, tollerante. di Ilaria Lucari abbonamento altri percorsi (spettacolo fisso) Politeama Rossetti giovedì 12/11/2009 durata 1h e 30’ senza intervallo testi di ...............................Corrado Augias regia di ..................................Ruggero Cara musiche originali di .................................. Valentino Corvino musice live di.................................C-Project e Fabio Tricomi oud, lira calabrese, tamburi luci e fonica di......... Stefano Delle Piane, Renzo Garbarino creazioni video di............... Andrea Bocca produzione............................. Promo Music in coproduzione con Festival della Scienza di Genova con ...................................... Corrado Augias e C-Project 9 L’allestimento diretto dallo stesso Cecchi ha ottenuto unanim Tartufo, il servo diven Carlo Cecchi e Licia Maglietta sono i protagonisti della nuova «…Agitato e praticamente privo di trucco, come del resto gli altri attori di questa messinscena non datata, Cecchi si aggira per la scena semivuota, davanti ai severi sfondi scuri di Francesco Calcagnini, dibattendosi in preda a languori d’amore e a violente rabbie contro i familiari interdetti e a loro volta divorati dai piccoli interessi personali, prigionieri di una società perbenista da demistificare, dubbiosi, attaccabrighe, inconcludenti portavoce di gustosi dialoghi corrosivi, in cui si distinguono le immagini femminili… l’efficace immagine in rosso di Licia Maglietta, e la luttuosa Madame Pernella di Angelica Ippolito, severa custode delle tradizioni avite e quindi facile preda di Tartufo. Questi è la chiave dello spettacolo, ostentata nell’autore che lo fa entrare solo a metà spettacolo quando il pubblico che lo aspetta dal principio sa già tutto di lui, dandogli una responsabilità non da poco» Franco Quadri, critico de La Repubblica, è stato colpito molto favorevolmente dalla nuova edizione del Tartufo molièreiano, che Carlo Cecchi mette in scena nella traduzione illuminante di Cesare Garboli. Le sue parole ne tratteggiano un quadro accattivante, che già lascia intuire la singolarità e l’inventiva del linguaggio registico di Cecchi. Dopo i successi collezionati 10 prosa: “tarfufO” fin dall’esordio – a cui appunto si riferisce la recensione di Quadri – Tartufo arriva anche al Politeama Rossetti dove Carlo Cecchi è stato ospite frequente e molto amato, l’ultima volta nel 2006 con una lettura interessante e originale del pirandelliano Sei personaggi in cerca d’autore. Fra le più accese e consapevoli personalità dell’innovazione in Italia, Cecchi ha sempre ricercato attraverso una cultura ampia e raffinata che rifugge da ogni chiusura, un teatro che sia comunicazione e coscienza critica: ce ne darà prova con questa nuova messinscena, che lo vede oltre che regista, anche interprete. Accanto a lui s’impegna una compagnia d’attori di primo livello, in cui spiccano le già citate Licia Miglietta e Angela Ippolito ma dove ognuno appare intenso e motivato nel proprio ruolo. «Spesso mi domandano perché ritorno così volentieri a Molière» scrive Cecchi nelle mi consensi di pubblico e di critica ntato padrone rilettura del capolavoro di Molière sue note. «Come Shakespeare, Molière ha scritto per gli attori, e io sono un attore che lavora con altri attori. Una commedia di Molière si rivela in scena, grazie agli attori. Le sue battute sono battute per un copione, non per un libro. Cosa c’è di più emozionante e di più esaltante per un attore che accogliere quel dono che, alcuni secoli fa, due attori lasciarono a coloro che sarebbero venuti; ossia il dono di alcune pièces e di alcuni personaggi che gli attori futuri avrebbero potuto rendere presenti sulla scena? (…) Chi è Tartufo – continua – lo decidano gli spettatori. Noi, così com’è implicito nella traduzione di Garboli, oltre che nei suoi numerosissimi scritti su Tartufo, abbiamo cercato di mantenere, alla commedia e al personaggio, la loro sostanziale ambiguità; superando il cliché dell’ipocrisia e vedendo il personaggio di Tartufo anche “in positivo”: un servo che usa l’intelligenza e gli strumenti della politica per fare carriera e diventare, da servo, padrone. Ma tutto questo, e le risonanze contemporanee che la commedia e il personaggio possono produrre, è solo attraverso il teatro che lo si può cogliere. Figuriamoci poi in una commedia come Tartufo, dove il teatro è talmente importante da diventarne, forse, il tema principale». La compagnia di Carlo Cecchi porrà dunque in luce più che mai gli accenti attuali e l’intramontabile qualità di una commedia – scritta nel 1664 – che intreccia sentimenti ad inganni e a scaltre e interessate manovre, tutte da scoprire. La satira pungente contro l’ipocrisia di Tartufo – e di tutta la società borghese di allora – scosse a tal punto che la piéce non ebbe vita facile e fu addirittura vietata: una incisività critica che le rende universale. Tartufo abbonamento prosa (turni PRI, B, C, D) Politeama Rossetti dal 19/11 al 22/11/2009 durata 2h e 15’ con intervallo di ..........................................................Molière traduzione di .................... Cesare Garboli regia di ....................................Carlo Cecchi scene di ................Francesco Calcagnini costumi di........................... Sandra Cardini musiche di............... Michele dall’Ongaro produzione........................... Teatro Stabile delle Marche, Teatro Stabile di Napoli personaggi ......................................interpreti Madame Pernella............Angelica Ippolito Orgone..................................... Carlo Cecchi Elmira......................................Licia Maglietta Damide.........................................Diego Sepe Marianna..............................Barbara Ronchi Valerio............................Francesco Ferrieri Cleante.................Roberto De Francesco Tartufo.........................................Elia Schilton Dorina..................................Antonia Truppo Il Signor Leale/ un Ufficiale ...............................Rino Marino Filippina.............................Francesca Leone 11 Gli Artisti Associati ritornano a Trieste con una rielaborazion L’avaro Gianrico e il Il grande Gianrico Tedeschi di nuovo in scena dopo il successo Una babele festosa di recitazione, musica, colori, costumi, addirittura una “traduzione” dei cantica della commedia latina in arrangiamenti bandistici… E poi attori, cantanti, tutti vivacissimi e pronti a una varietà di mutazioni: attrici che interpretano uomini, giovani che si trasformano in vecchi, il tutto al servizio di uno spettacolo che vuole essere un’occasione al tempo stesso antica e contemporanea di divertire… Tutto ciò sarà racchiuso in Metti in salvo il tesoretto, spettacolo che Gianrico Tedeschi rielabora dall’Aulularia plautina e affida alla perizia registica di Walter Mramor, conservandosi invece il ruolo del protagonista. Lo attornia un gruppo creativo ed energico, da Valter Sivilotti – autore delle musiche originali, come pure degli arrangiamenti di alcune hit contemporanee che ascolteremo nello spettacolo – ai numerosi interpreti, fra cui vanno citati almeno Marianella Laszlo, Sveva Tedeschi e Ivan Lucarelli, tutti già applauditi sul palcoscenico del Politeama Rossetti. Se fino alla fine della passata stagione Gianrico Tedeschi ha incarnato un “grande vecchio” che rifiutava il decadimento e il passare del tempo, il Giovanni Chierici della sveviana La rigenerazione – un successo firmato dallo Stabile regionale assieme 12 ad a.Artisti Associati – in questo nuovo spettacolo affronta, con tutta la sua irraggiungibile sapienza scenica, un grandissimo archetipo di vecchio e di avaro. Sul profilo del protagonista dell’Aulularia infatti sono stati forgiati quasi tutti gli avari della storia della drammaturgia, con i loro tic, le loro angosce, la loro testardaggine. Gianrico Tedeschi tratteggerà il suo avaro con tutti questi colori, e vi aggiungerà del proprio, ALTRI PERCORSI: “metti in salvo il tesoretto” rendendo al personaggio ad esempio un perfidia che il lieto fine molièreiano aveva sfumato un po’, un’attualità che ce lo rende vicino, un cinismo che si mostra senza pudore… «Oggi – scrive infatti Tedeschi nelle note allo spettacolo – nel nostro tempo il poeta Plauto spinge sulla strada del tragicomico. Ecco perché non condividiamo lo scioglimento tradizionale della commedia nello stile goldoniano del “vogliamoci bene”. Del resto non si sa, ne dell’Aulularia di Plauto suo tesoretto o della “Rigenerazione” di Italo Svevo questo è certo, come Plauto abbia chiuso la storia: l’atto è andato perduto. Per noi l’Avaro è avaro fino alla fine, anzi alla fine ancora di più perché il tesoro ritrovato non lo vuole più perdere. È un Avaro che diventa sinistro, politico, barattando la figlia partoriente con quella cassa magica, misteriosa, che gli dà la sicurezza di possedere finalmente e solo per sé il suo tesoretto». L’invenzione del servo accorto però non è una reale sicurezza, ma l’illusione di essa: chissà che la cassa magica non sia una pura invenzione? Un gioco di fantasia? Ecco: è questo il nostro riscatto dall’Avaro. C’è infatti qualcosa che lui non possiederà mai: il privilegio della fantasia. Essa è facoltà e diritto speciale di Plauto, invece, che senza arroganza né retorica, ma con una potenza che non conosce i confini del tempo ci giunge in eredità e ancor oggi ci insegna a giocare con l’invenzione, l’equivoco, l’ironia talvolta caustica, talaltra sorniona, addirittura con il surreale… «Ma questo Plauto – commenta infatti ancora Tedeschi – considerato perfino imitatore di se stesso, come si sarebbe definito, lui, inventore di parole nuove, di diminutivi strampalati, di aggettivi e sostantivi usati come puro suono? Forse un futurista. Plauto futurista... non è male. Non si è mai sentito dire da saggisti e studiosi. No, Plauto è semplicemente una sagoma. Dà l’idea. Sagoma infatti che cos’è? È il contrappeso della stadera, che scorre di qua e di là dalla misura, per cui si ragguagliano i pesi quando sta fermo. Il fatto è che Plauto non sta mai fermo e quindi la misura non si saprà mai. Bisogna immaginarla. È tutt’altro che un limite il suo. È la sua grandezza». Metti in salvo il tesoretto abbonamento altri percorsi (spettacolo fisso) Politeama Rossetti mercoledì 25/11/2009 durata 2h con intervallo da “Aulularia” di Plauto libera rielaborazione di......................................Gianrico Tedeschi musiche originali di ...........Valter Sivilotti regia di ............................. Walter Mramor luci di ...............................Marco Policastro scene di ..........................Enrico Cavallero costumi di .......................... Elisa Bolognini elementi coreografici di .................................... Marta Bevilacqua produzione ..................a.Artisti Associati personaggi........................................interpreti Euclione.......................... Gianrico Tedeschi Strobilo-Prologo.......... Marianella Laszlo Megadoro-CongrionePrologo...................................Marina De Juli Serva-EunomiaPrologo..................................Sveva Tedeschi Liconide-Prologo.............. Daniel De Rossi Antrace-Congrione.............. Ivan Lucarelli 13 news diretto da Antonio Calenda L’iniziativa “music&live” si propone di attirare molti ospiti da fuori regione Biglietto a teatro gratis per i turisti Collaborazione tra il Rossetti e la Turismo FVG per la promozione dei musical La musica di qualità continua a essere un veicolo di promozione turistica: con l’obiettivo di aumentare arrivi e presenze in Friuli Venezia Giulia l’Agenzia TurismoFVG punta ancora su Music&Live, un prodotto turistico su misura in cui adesso rientreranno anche i grandi musical previsti dal cartellone del Politeama Rossetti. La formula collaudata di Music&Live, “dormi in regione e avrai un biglietto omaggio”, che quest’estate ha fatto ballare i turisti sulle note dei big della musica pop, verrà applicata ai musical “Chicago”, “We Will Rock You”, “West Side Story” ed “Evita”. In particolare, gli spettatori dei musical potranno prenotare un soggiorno di due notti negli hotel convenzionati di Trieste (di due, tre o quattro stelle) e ricevere in omaggio un biglietto in galleria o un biglietto scontato del 50% in platea. Grazie a questi pacchetti amanti del teatro e turisti provenienti da tutta Europa potranno quindi approfittare della presenza in regione di alcuni dei musical più importanti del panorama internazionale per trascorrere una breve vacanza a Trieste e lasciarsi affascinare dalle sue bellezze. To be or not to be ritorna in regione Al Giovanni da Udine dal’11 al 15 novembre Ritorna in Friuli Venezia Giulia “To be or not to be”, lo spettacolo prodotto dallo Stabile regionale che Maria Letizia Compatangelo ha tratto dall’omonimo film di Ernst Lubitsch. La commedia, diretta da Antonio Calenda, sarà in scena al Teatro Giovanni da Udine da mercoledì 11 a domenica 15 novembre. Da oltre un secolo il giornale della tua città cronaca, notizie, sport, approfondimenti 14 IL ROSSETTI news www.ilpiccolo.it un assaggio della prossima stagione Il Natale si festeggia con i cori degli alpini café TRIESTE Al Politeama Rossetti martedì 15 dicembre Ritorna anche quest’anno al Politeama Rossetti l’amatissimo appuntamento natalizio con il concerto dei cori alpini, che ormai da diverse stagioni si svolge davanti a una sala affollatissima. La data fissata per “Aspettiamo il Natale con gli Alpini 2009” è quella di martedì 15 dicembre: i biglietti per il concerto saranno in vendita dal 20 novembre presso i consueti punti vendita del Teatro Stabile al prezzo di 3 euro. Sulla scena si susseguiranno il Coro dell’Associazione Nazionale Alpini di Trieste “Nino Baldi” diretto da Paolo Rossi, quello di Udine Codroipo diretto da Massimiliano Golin, il Coro CAI di Belluno diretto da Vittorino Nalato e il Coro Monte Nero di Cividale diretto da Mauro Verona, tutti impegnati ad eseguire pagine del miglior repertorio tradizionale. Un’ospite molto gradita sarà poi la Banda della Polizia Municipale di Trieste diretta da Fabio Benolli. AssociAzioNe NAzioNAle AlpiNi sezione m.d’o. guido corsi - tRieste circolo culturale Alpini Martedì 15 dicembre 2009 ore 20.30 Politeama Rossetti AspettiAmo il NAtAle coN gli AlpiNi Serata di auguri alla cittadinanza e di beneficenza a favore del C.A.V. - Centro Aiuto alla Vita “Marisa” di Trieste Coro A.n.A. Trieste “nino Baldi” Direttore Paolo Rossi Coro A.n.A. di Udine-Codroipo Direttore Massimiliano Golin Coro C.A.I. Belluno Direttore Vittorino Nalato Banda della Polizia Municipale di Trieste Direttore Fabio Benolli Coro A.n.A. Monte nero di Cividale Direttore Mauro Verona posto unico 3 euro Punti vendita: Biglietteria del Rossetti, Viale XX Settembre / Ticket Point di Corso Italia / Centro commerciale Torri d’Europa, infopoint III livello Con il patrocinio di Con il contributo di comunedi di trieste trieste comune assessorato alla cultura area cultura il menù • pescetti del golfo, savor, Starec blend polijane... in scatoletta • prosciutto di san Daniele 0°, stracciatella, datterini, sale del galles • misticanza d’insalate, erbe aromatiche, fiori • il gioco del freddo e del crudo • minestra di patate, gamberi, caviale di trota • jota classica, sgombro affumicato, S1 by Starec Tribe... in box • pastapadella... calamarata, erbe, pomodoro, peperoncino, taggiasche, burrata • pastapadella... linguettine, olio, peperoncino, erbe, pomodoro, pesciolini • bisteccone limousine, tergeste dop • burrata 38°, piovra bruciata • pesciolini in “tocio” & patate in “tecia” • seppioline grigliate al sale • i miei formaggi... mostarde, confetture, mieli • soufflè al cioccolato & gianduia • mantecato alla mandorla & coriandolo • crema bruciata, lime, zenzero • tartufo-ice • pane, acqua e grudella • abbonamento... cibario a quattro portate: 3 portate salate & 1 dolce scelte e preparate dallo staff, € 32,00 • Teatro a Tavola @ 25 euro: 3 portate & 3 bicchieri in abbinamento, se l’acquisto avviene assieme a quello dei biglietti per lo spettacolo. Aperto a Trieste un nuovo punto vendita Periodico del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia redazione Viale XX Settembre, 45 34126 Trieste tel. 040-3593511 fax 040-3593555 www.ilrossetti.it [email protected] Anno XVIII - numero 184 10 novembre 2009 Aut. Tribunale di Trieste n° 846 del 30.7.1992 stampa Stella Arti Grafiche,Trieste direttore responsabile Stefano Curti redazione Ilaria Lucari, Ivis Lasagna I biglietti del Rossetti disponibili da Multimedia Continua a espandersi la rete di vendita del Teatro Stabile in collaborazione con Vivaticket. Da alcuni giorni è infatti attivo il nuovo punto vendita presso l’agenzia Multimedia di via di Campo Marzio a Trieste (tel. 040-31177). Presso la nuova agenzia sarà possibile acquistare i biglietti per tutti gli spettacoli in programma al Politeama e alla Sala Bartoli. Non saranno invece possibili operazioni su abbonamenti. 15 la cultura, Ci sono infiniti buoni motivi per incoraggiare e sostenere la cultura in tutte le sue migliori espressioni. La Fondazione lo crede da sempre. quasi un processo di “geminazione” Leggere un libro. Visitare una mostra. Ascoltare un concerto. Raramente si pensa che si tratta di autentici “privilegi”: oggi condivisi da molti, ma ancora (anche se può apparire strano) preclusi ai più. La cultura, per progredire, richiede continue “chiavi di accesso”. Dalle più elementari (come il saper leggere) ad altre più sofisticate, che la cultura stessa, quasi per “geminazione”, crea di continuo. Chiavi che ci consentono di scrutare orizzonti sempre più affascinanti e impegnativi (percepire l’enigma di una statua greca, di un quadro astratto o di un brano musicale, al di là della mera contemplazione). Chiavi che durano per sempre. Che affinano gusto e capacità di giudizio. Che non possiamo smarrire e che nessuno ci potrà mai rubare. Che potremo condividere e scambiare con altri. La cultura, innegabile segno di benessere sociale. Ma anche matrice di autentica felicità individuale. il colore del benessere sociale