CLUB delle U.E.C
Associazione delle Unità di Endocrinochirurgia Italiane
PROTOCOLLI GESTIONALI
diagnostico-assistenziale-terapeutici
in
CHIRURGIA TIROIDEA
Data di redazione: 20 febbraio 2002
Data di prevista revisione: 20 febbraio 2004
protocolli gestionali in chirurgia tiroidea - 1
INDICE

Premessa

Introduzione …………………………………………………………….. pag. 3

Percorso diagnostico ……………………………………………………. pag. 4
 Ecografia
 Esami ematochimici
 Scintigrafia
 Agoaspirato
 Fibroscopia laringea
 Rx Torace per Trachea…
 TC – RMN

Modalità e tempi di ammissione …………………………………………
 Proposta di ricovero
 Esami in pre-ricovero
 Raccomandazioni per il paziente
 Ricovero

Percorso terapeutico:
 Preparazione del paziente all’intervento ……………………………. pag. 7
 Antibiotici
 Profilassi antitrombotica
 Unità di sangue
 Disinfezione cutanea
 Posizione sul letto operatorio
 Consenso informato
 Trattamento chirurgico ……………..……………………………. ….. pag. 10
 Indicazioni
 Tipo di intervento chirurgico
 Terapia chirurgica dell’ipertiroidismo
 Terapia chirurgica del gozzo nodulare eutiroideo
 Terapia chirurgica della patologia maligna tiroidea
- Carcinoma differenziato
- Carcinoma midollare
- carcinoma indifferenziato o anaplastico
 Linfoadenectomia
 Il drenaggio
 L’esame istologico
 Percorso terapeutico: gestione post-operatoria ………………………... pag. 14
 Assistenza infermieristica
 Assistenza medica
 Percorso terapeutico: gestione delle complicanze maggiori ……………. pag. 15
 Ipoparatiroidismo
 Lesioni transitorie o definitive del nervo ricorrente

Dimissione e documentazione informativa …………………………………. pag. 16
 Modalità di dimissione
 Documentazione informativa
- Consigli pratici alla dimissione
- Lettera di dimissione

Ambulatorio e follow-up ……………………………………………….………pag. 18
………………………………………………………………. pag. 3
pag. 6
protocolli gestionali in chirurgia tiroidea - 2
PREMESSA
Nonostante l’incidenza rilevante della patologia tiroidea nel nostro paese e l’interesse
che questa suscita in ambito scientifico, non risultano in letteratura organici protocolli
gestionali almeno per quanto riguarda la patologia benigna.
La Società Italiana di Chirurgia (S.I.C.), nell’ambito del suo 102° Congresso di Roma,
ha tenuto la 1° Consensus Conference sui carcinomi differenziati della tiroide 1. La stessa
SIC, al 103° Congresso di Bologna, ha dedicato la relazione biennale all’argomento: “Il
gozzo”, tenuta dal Prof. Francesco Paolo Campana 2. La Società Italiana di
Endocrinochirurgia (S.I.E.C.) non ha predisposto a tutt’oggi linee guida.
Il CLUB delle UEC – Associazione delle Unità di Endocrinochirurgia Italiane- nel
giugno 2000 ha pubblicato un volume dal titolo “La patologia chirurgica della tiroide e delle
paratiroidi - Protocollo di trattamento diagnostico e terapeutico” 3 che rappresenta,
attualmente, l’unico documento scientifico organico, pubblicato in Italia, in materia.
La Regione Piemonte ha predisposto un protocollo, limitatamente agli aspetti
terapeutici, per la patologia tumorale.
Il protocollo che presentiamo è suffragato dai documenti sopra riportati e da altri
riferimenti bibliografici citati di seguito. Si è preferita una presentazione discorsiva, ancorché
sintetica, per esporre anche la motivazione e le ragioni scientifiche che stanno dietro ai
comportamenti e fornire, così, sia ai medici sia agli operatori del comparto una guida il più
possibile completa sul chi, quando, come e perché fare.
INTRODUZIONE
a)
b)
c)
d)
e)
f)
g)
h)
I protocolli gestionali devono prendere in considerazione:
percorso diagnostico
modalità e tempi di ammissione
percorso terapeutico: preparazione del paziente all’intervento
percorso terapeutico: trattamento chirurgico
percorso terapeutico: gestione post-operatoria
percorso terapeutico: gestione delle complicanze maggiori
dimissione e documentazione informativa
ambulatorio e follow-up.
protocolli gestionali in chirurgia tiroidea - 3
a) PERCORSO DIAGNOSTICO
La diagnostica deve essere essenziale, mirata a definire la patologia oggetto di studio,
può essere eseguita ambulatorialmente senza necessità di alcuna preparazione specifica da
parte del paziente e prevede:
 ESAMI DI I LIVELLO (possono essere prescritti dal medico curante di base e sono
necessari per una prima valutazione)
 ecografia
 esami ematochimici

ESAMI DI II LIVELLO (è preferibile siano prescritti dall’endocrinologo o
dall’endocrinochirurgo e sono finalizzati all’approfondimento diagnostico)
 scintigrafia
 agoaspirato (FNAB)
 fibroscopia laringea
 Rx torace per trachea
 TC –RMN
 ECOGRAFIA: da eseguire sempre (ambulatoriamente).
Il referto deve dare indicazioni su:
- sede, volumetria e simmetria lobare (con particolare riguardo a eventuale componente
retrosternale)
- eventuale presenza e caratteristiche di nodi ghiandolari (se monolaterali, precisare se
indenne il lobo controlaterale)
- individuazione di nodi sospetti meritevoli di FNAB
- condizione della trachea
- presenza o no di linfonodi laterocervicali.
 ESAMI EMATOCHIMICI: da eseguire sempre (ambulatoriamente)
- FT3, FT4, TSH (non antecedenti a 30 gg in caso di iperfunzione)
- HTG
- Calcemia e Fosforemia
- Calcitonina (in presenza di patologia nodulare non tossica)
- Anti-TPO, Anti–HTG e TRAb (in caso di sospetta patologia autoimmune).
 SCINTIGRAFIA (ambulatoriamente):
- se è presente iperfunzione
- in caso di recidiva
- in presenza di sospetti gozzi dimenticati o ectopici

AGOASPIRATO (ambulatoriamente):
i noduli, individuati ecograficamente, < ad 1 cm di diametro vanno segnalati, ma non
hanno alcun significato clinico; pertanto, non vanno agoaspirati eccetto che in età
pediatrica o in pazienti con segni ecografici dubbi (pattern III° e IV° di Lagalla) 4. In
questo caso l’agoaspirato non deve essere ripetuto più di una volta. E’ opportuno che
l’agoaspirato sia sempre ecoguidato ed effettuato alla presenza dell’anatomopatologo onde
verificare che il campione prelevato sia adeguato 5.
protocolli gestionali in chirurgia tiroidea - 4
 FIBROSCOPIA LARINGEA - ambulatoriamente o in pre-ricovero:
va eseguita sempre preoperatoriamente per un’accurata valutazione dell’integrità delle
corde vocali e della loro motilità. Non va surrogata con la laringoscopia indiretta perché
inficiata di falsi negativi (in particolare per la motilità).
 RX TORACE per trachea – ambulatoriamente o in pre-ricovero:
consente di acquisire elementi valutativi sulla deviazione e compressione tracheale, sulla
rilevanza della componente intratoracica del gozzo e sull’eventuale presenza di gozzi “a
sciarpa”.
 TC – RMN – ambulatoriamente o in pre-ricovero:
in caso di gozzo con importante componente retrosternale, di gozzi dimenticati, di
neoplasie sospette invasive, di complesse recidive (preferire la RMN perché, essendo
senza m.d.c. iodato, non ritarderà l’eventuale trattamento radiometabolico in caso di
carcinoma differenziato; inoltre, in caso di neoplasia, potrà dare indicazioni sull’eventuale
infiltrazione tracheale).
protocolli gestionali in chirurgia tiroidea - 5
b) MODALITA’ E TEMPI DI AMMISSIONE
 PROPOSTA DI RICOVERO:
- urgente: per patologia neoplastica ovvero se presenti segni di rilevante compressione
locale
- con sollecitudine: per patologia sospetta tumorale o con scarsa compliance alla terapia
tireostatica
- appena possibile: patologia benigna eutiroidea
- appena stabilizzata: patologia ipertiroidea.
 ESAMI IN PRE-RICOVERO:
ematochimici per intervento, ECG, Rx Torace, visita anestesiologica, vista ORL e
fibroscopia laringea.
 RACCOMANDAZIONI PER IL PAZIENTE:
Assumere il Tapazole e l’Eutirox fino al giorno prima dell’intervento.
Sospendere i Beta-bloccanti, riducendoli progressivamente, almeno 3 gg prima
dell’intervento.
Sospendere l’assunzione di Aspirina o altri antiaggreganti almeno una settimana prima
dell’intervento.
 RICOVERO:
il giorno stesso dell’intervento
protocolli gestionali in chirurgia tiroidea - 6
b) PERCORSO TERAPEUTICO: preparazione del paziente all’intervento
 ANTIBIOTICI: non è giustificato l’uso, eccetto casi particolari (diabete grave,
valvulopatie, immunodeficienza) 6, 7.
 PROFILASSI ANTI-TROMBOTICA: non necessaria, eccetto nei casi di presenza di
specifici fattori di rischio
 UNITA’ DI SANGUE: non è giustificato effettuare il predeposito o predisporre unità di
sangue. Subiscono una trasfusione soltanto l’1% di tutte le emorragie equivalenti allo
0,12% di tutte le tiroidi operate 8, 9.
L’American Association of blood Banks (Bethesda, 1996) ha catalogato gli interventi
sulla tiroide tra quelli a bassissimo rischio e, quindi, non abbisognevoli di predisporre di
unità di sangue.
 DISINFEZIONE CUTANEA: accurata pulizia della cute. E’ meglio usare disinfettanti
non iodati (Ibitane alcolico, colorato con Blu di metilene per evidenziare l’area chirurgica
disinfettata), evitando di inficiare un’eventuale mappa scintigrafica post-chirurgica in caso
di riscontro di patologia neoplastica.
 POSIZIONE SUL LETTO OPERATORIO (a cura dell’anestesista di sala e del
chirurgo operatore):
- il paziente deve essere posto sul tavolo operatorio con un rialzo sotto le spalle, a
livello delle scapole, per consentire un’adeguata, ma non forzata, iperestensione del
collo;
- le braccia devono essere addotte e fissate lungo il corpo per evitare rare, ma gravi e
spesso irreversibili, paralisi da stiramento del plesso brachiale, favorite
dall’iperestensione del rachide cervico-dorsale 10, 11;
- proteggere i gomiti con adeguata imbottitura per evitare la paralisi del nervo ulnare;
- proteggere gli occhi del paziente con appropriate mascherine di plastica per evitare
ulcerazioni corneali e traumi oculari.
 CONSENSO INFORMATO:
E’ necessario che il chirurgo informi adeguatamente il paziente sulle indicazioni al
trattamento chirurgico, sulle eventuali terapie alternative, sui vantaggi attesi
dall’intervento, sui possibili rischi, sulle eventuali terapie riabilitative e sull’eventuale
condizione clinica del paziente in caso di lesioni permanenti postoperatorie.
L’informazione fornita deve avere i requisiti della chiarezza espositiva, completezza e
tempestività. E’ opportuno che il consenso sia richiesto, secondo le modalità sopra
esposte, già al momento della prima visita (in ambulatorio) e poi nuovamente in occasione
del ricovero, prima dell’intervento stesso. Ciò per consentire al paziente di approfondire
con il proprio medico (o altra persona di sua fiducia) le informazioni ricevute e per
acquisire, se lo desidera, referenze sul chirurgo che dovrà operarlo e sulla struttura
sanitaria che dovrà accoglierlo. E’ necessario che di questo consenso informato e
consapevole ne rimanga una documentazione scritta, vista la particolarità della prestazione
terapeutica (asportazione della tiroide) e per le possibili conseguenze della stessa
sull’integrità fisica del soggetto 12.
protocolli gestionali in chirurgia tiroidea - 7
Sulla base di quanto suddetto, quale documentazione scritta, si adotta il seguente schema
di consenso scritto, proposto dal CLUB delle UEC, che, di volta in volta, è personalizzato
e sottoscritto.
---------------REGIONE PIEMONTE - AZIENDA USL 9
Ospedale di Ivrea - Divisione di Chirurgia Generale
Primario: Dr D. Cossavella
MODULO di INFORMAZIONE e CONSENSO ALL'ATTO MEDICO
Io sottoscritto ROSSI Giovanni dichiaro di essere stato informato, sia durante la prima visita
sia al momento del ricovero, in modo chiaro e a me comprensibile dal Dr Mario Bianchi che per la patologia
riscontratami di Gozzo plurinodulare tossico è indicato l’intervento chirurgico.
Dell’intervento propostomi mi sono stati chiaramente spiegati gli obiettivi, i benefici (anche in
rapporto a terapie alternative), gli eventuali rischi e/o menomazioni prevedibili.
Mi è stato spiegato che, se intraoperatoriamente verrà confermato il reperto ecografico e/o scintigrafico,
l'intervento previsto consisterà nell’asportazione totale o sub totale (se necessario) della tiroide.
Sono stato informato che questo intervento può comportare:
 La lesione provvisoria o definitiva dei nervi laringei che innervano le corde vocali, con conseguenti
alterazioni anche gravi della voce e possibili difficoltà respiratorie che potrebbero comportare anche la
necessità di una tracheostomia. Le alterazioni fonatorie possono manifestarsi con voce rauca, soffiata,
diplofonica, di falsetto o anche con alterazioni del timbro, del tono, dell’estensione, dell’intensità e
dell’affaticabilità vocale con difficoltà anche ad intonare il canto. A queste alterazioni della voce
possono associarsi, ma quasi sempre con carattere transitorio, anche alterazioni deglutitorie con
difficoltà ad inghiottire i liquidi.
 La lesione provvisoria o definitiva delle ghiandole paratiroidi con conseguente alterazione del
quantitativo di calcio e fosforo nel sangue e, quindi, la necessità di assumere terapia a base di calcio e
vitamina D anche per tutta la vita.
 Emorragie operatorie che potrebbero comportare anche la necessità di un reintervento a scopo
emostatico.
Il chirurgo mi ha, altresì, sufficientemente informato sull’incidenza che hanno queste
complicanze (anche nella sua casistica personale), spiegandomi come la chirurgia, ed in particolare quella
della tiroide, benché eseguita con tecnica rigorosa, non può considerarsi esente da rischi in quanto sia i nervi
laringei sia le ghiandole paratiroidi possono andare incontro a sofferenza temporanea e definitiva anche per
una serie di cause che prescindono dal corretto trattamento chirurgico (esposizione dei nervi, eventi
cicatriziali, sofferenze da freddo o da calore, sofferenza vascolare e altre cause non conosciute).
Sono stato informato, inoltre, che dovrò assumere per tutta la vita una terapia a base di ormoni
tiroidei, soprattutto se mi verrà asportata completamente la tiroide e che mi rimarrà una cicatrice chirurgica
del collo.
Sono comunque consapevole che, presentandosi la necessità di salvarmi da un pericolo
imminente e non altrimenti evitabile di un danno grave alla mia persona, o se si constatassero difficoltà ad
eseguire l'intervento chirurgico con la tecnica propostami, verranno poste in atto tutte le pratiche che i
sanitari curanti riterranno idonee a scongiurare o limitare tale pericolo e, comunque, a portare a termine
l'intervento chirurgico nella migliore sicurezza, ove necessario anche modificando il programma terapeutico
prospettatomi.
Ciò premesso, dichiaro di essere stato invitato a leggere con molta attenzione quanto riportato
in questo scritto composto di due pagine, che corrisponde, peraltro, a quanto ampiamente spiegatomi a voce.
protocolli gestionali in chirurgia tiroidea - 8
Dichiaro, altresì, di avere ben compreso il significato di quanto mi è stato esposto e di non
avere ulteriori chiarimenti da chiedere oltre a quelli che mi sono stati già forniti e, quindi, consapevolmente
acconsento / non acconsento al trattamento chirurgico propostomi.
Firma leggibile della paziente. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Firma leggibile del medico. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
P.S.: Autorizzo / non autorizzo inoltre i sanitari curanti, ove durante l’intervento chirurgico evidenziassero
altre patologie non precedentemente diagnosticate, a provvedere, secondo scienza e coscienza, alla cura di
tali patologie, anche modificando il programma terapeutico prospettatomi e preventivamente concordato
Firma leggibile della paziente. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Firma leggibile del medico. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Data e ora
Consenso proposto dal CLUB delle U.E.C.
----------------
protocolli gestionali in chirurgia tiroidea - 9
d) PERCORSO TERAPEUTICO: trattamento chirurgico
 INDICAZIONI:
Le indicazione al trattamento chirurgico delle tireopatie benigne sono di competenza
preminentemente endocrinologica, necessitano della conferma endocrinochirurgica e si
classificano in:.
 assolute:
- citologia sospetta o positiva
- crescita volumetrica rapida
- gozzo cervico-mediastinico
 relative:
- deviazione e compressione tracheale
- tireoglobulina molto elevata
- disturbi disfagici
- disturbi soggettivi di compressione
- aspetto estetico
- gozzo tossico.
 TIPI DI INTERVENTO CHIRURGICO
Di tutti gli interventi chirurgici proposti per il trattamento della patologia tiroidea gli
unici che vengono ritenuti attuali sono:
- loboistmectomia totale (LIT)
- tiroidectomia totale (TT)
- tiroidectomia subtotale con residuo monolaterale (TSTM) (solo in casi particolari: v.
di seguito)
Requisiti tecnici della definizione di loboistmectomia:
- asportazione di un lobo più l’istmo più la piramide in toto
- evidenziazione e/o isolamento-preparazione del nervo laringeo ricorrente
- rispetto dell’integrità anatomica e vascolare delle paratiroidi
- rispetto dell’integrità anatomica della branca esterna del nervo laringeo superiore.
Requisiti tecnici della definizione di tiroidectomia totale:
- asportazione della tiroide più la piramide in toto
- evidenziazione e/o isolamento-preparazione dei nervi laringei ricorrenti bilateralmente
- rispetto dell’integrità anatomica e vascolare delle paratiroidi bilateralmente
- rispetto dell’integrità anatomica della branca esterna del nervo laringeo superiore.
Requisiti tecnici della definizione di tiroidectomia subtotale con residuo monolaterale:
- asportazione di un lobo più l’istmo più la piramide in toto, lasciando soltanto un
piccolo residuo del lobo controlaterale
- evidenziazione e/o isolamento-preparazione del nervi laringeo ricorrente da un lato ed
evidenziazione dall’altro lato all’origine dal mediastino
- rispetto dell’integrità anatomica e vascolare delle paratiroidi bilateralmente
- rispetto dell’integrità anatomica della branca esterna del nervo laringeo superiore.
protocolli gestionali in chirurgia tiroidea - 10
 TERAPIA CHIRURGICA DELL’IPERTIROIDISMO
- Adenoma tossico: loboistmectomia totale
- Gozzo plurinodulare tossico: tiroidectomia totale di principio (TSTM solo di necessità
se vi sono dubbi sull’integrità anatomica del nervo laringeo ricorrente o sulla
vascolarizzazione delle paratiroidi).
- M. di Flajani-Basedow-Graves: la chirurgia è opzione secondaria quando il
trattamento con tireostatici non è risultato efficace. La tiroidectomia totale va eseguita
di principio (TSTM solo di necessità se vi sono dubbi sull’integrità anatomica del
nervo laringeo ricorrente o sulla vascolarizzazione delle paratiroidi).
Trattandosi, infatti, di patologia autoimmune, spesso con concomitante esoftalmo, è
presupposto razionale asportare tutta la tiroide per non lasciare ulteriori stimoli
antigenici. Il trattamento radiometabolico è un’opzione; utilizzato prevalentemente
negli U.S.A. dove è preferito per la sua economicità e perché scevro da complicanze
chirurgiche, tale trattamento elimina l’iperfunzione, ma non lo stimolo autoimmune.
 TERAPIA CHIRURGICA DEL GOZZO NODULARE EUTIROIDEO
- Patologia nodulare monolaterale: loboistmectomia totale
- Gozzo multinodulare: tiroidectomia totale di principio (TSTM solo di necessità se vi
sono dubbi sull’integrità anatomica del nervo laringeo ricorrente o sulla
vascolarizzazione delle paratiroidi).
 TERAPIA CHIRURGICA DELLA PATOLOGIA MALIGNA TIROIDEA
La patologia maligna tiroidea si classifica in:
- Carcinoma differenziato (papillifero e follicolare)
- Carcinoma midollare
- Carcinoma anaplastico
 CARCINOMA DIFFERENZIATO:
Gli elementi di valutazione sul tipo di trattamento chirurgico da eseguire devono tenere
conto dei:
- fattori di rischio (pregressa esposizione a radiazioni ionizzanti, deficit iodico,
predisposizione famigliare)
- elementi clinico-diagnostici (manifestazione clinica, reperto ecografico e colordoppler, agoaspirato)
- fattori prognostici (età, istotipo, TNM, sesso, misura, estensione, presenza di
linfonodi, presenza di mts, ploidia del DNA, completezza della resezione).
- fattori di patogenesi molecolare (alterazioni a carico dei geni ras Gas, TSH-R, ret,
trk, p 53)
Un’importante casistica della Mayo Clinic ha valutato la sopravvivenza in base al T,
rilevando che per i CTD era inversamente proporzionale alle dimensioni del Tumore,
passando da un 98% al di sotto dei 2 cm al 50% per quelli oltre 7 cm 13.
Nonostante che sia stata posta da alcuni autori l’indicazione ad eseguire una LIT in
caso di tumori differenziati di diametro inferiore ad 1.5 cm, si ritiene che il trattamento
di elezione per il carcinoma differenziato della tiroide, noto preoperatoriamente, debba
essere la tiroidectomia totale per i seguenti motivi:
- è importante poter eseguire una scintigrafia total-body in quanto, in caso di
necessità, si può praticare un trattamento radiometabolico in prima istanza
- va contro ogni principio oncologico inseguire le mts aspettandone la
manifestazione clinica piuttosto che prevenirle
protocolli gestionali in chirurgia tiroidea - 11
-
le mts da CDT si possono presentare anche a distanza di molti anni, ma non sempre
captano il radioiodio, si possono presentare in organo od apparati (ossa, cervello)
dove determinano una grave compromissione della qualità della vita e un’effettiva
riduzione della sopravvivenza anche in caso di tumori piccoli ed occulti 1, 14, 15, 16,
17
.
Si propone l’intervento conservativo solo nei casi in cui ad una LIT segua una diagnosi
istologica di carcinoma occulto o nei casi di falsi negativi divenuti positivi ad un
esame istologico dopo inclusione e, comunque, solo nei carcinomi differenziati di
dimensione inferiore a 1,5 cm 1. Questo in considerazione del fatto che anche un
reintervento presenta dei rischi e pone delle problematiche chirurgiche non
insignificanti, ma purché tutti gli elementi valutativi prognostici acquisiti siano
favorevoli. Coerentemente con questo atteggiamento è da proporre sempre come
intervento “di minima” per qualunque patologia nodulare monolaterale, presunta
benigna, la loboistmectomia totale e nulla di meno.
 CARCINOMA MIDOLLARE:
il trattamento di elezione è la tiroidectomia totale sia nelle forme sporadiche (70%) che
nelle forme ereditarie - MEN 2A o Sindrome di Sipple (in associazione al
feocromocitoma e all’iperparatiroidismo) - MEN 2B o Sindrome di Gorlin-Steinert (in
associazione al feocromocitoma, a ganglioneuromatosi e habitus marfanoide) che
globalmente incidono per il 30%.
Se è associato il feocromocitoma, prima della tiroidectomia va programmata ed
eseguita la surrenalectomia.
Se è presente iperparatiroidismo, trattandosi di iperplasia diffusa delle paratiroidi,
contestualmente alla tiroidectomia va eseguita una paratiroidectomia sub totale con
asportazione dell’omento tireotimico e dei lobi timici (per eventuale presenza di
paratiroidi soprannumerarie. 18, 19, 20, 21
Per la linfoadenectomia v.b. il capitolo relativo.
 CARCINOMA INDIFFERENZIATO O ANAPLASTICO:
Obiettivo della chirurgia deve essere l’exeresi radicale del tumore, ma questo obiettivo
è perseguibile soltanto se non sono già infiltrate le strutture limitrofe.
Qualora questa infiltrazione fosse limitata ai muscoli nastriformi del collo, al nervo
ricorrente e alla vena giugulare si procederà all’asportazione in blocco.
Quando, invece, sono infiltrate la trachea, l’esofago, la carotide o massicciamente i
linfonodi bisogna astenersi dall’intervenire o, se proprio necessario per la presenza di
crisi dispnoiche, eseguire una tracheostomia. 22
Per la linfoadenectomia v.b. il capitolo relativo.
 LINFOADENECTOMIA:
- Tumori differenziati: no, se non vi è evidenza ecografica e/o clinica di mts
linfonodali.
- Midollari: nelle forme sporadiche note preoperatoriamente contestualmente alla
tiroidectomia si esegue la linfoadenectomia del distretto centrale (ricorrenziale,
paratracheale e del legamento tireotimico). Nelle forme ereditarie qualora si tratti di
soggetti adulti (età > di 15 anni) e con valori di calcitonina molto elevati, anche in
caso di negatività clinica dei linfonodi, è consigliata la linfoadenectomia funzionale
bilaterale del collo. Linfoadenctomia di principio (dissezione linfatica del collo) in
caso di linfonodi metastatici.
protocolli gestionali in chirurgia tiroidea - 12
-
Anaplastico: è dubbia l’utilità della linfoadenectomia che, comunque, per un concetto
oncologico di riduzione della massa neoplastica, va eseguita se vi sono linfonodi
clinicamente evidenti qualora si associ ad un intervento con intento radicale.
 IL DRENAGGIO:
Sempre uno o due e che non fuoriescano mai dalla ferita, ma da due apposite incisione ai
margini laterali della cervicotomia. I drenaggi vanno posti in aspirazione e chiusi.
 L’ESAME ISTOLOGICO:
Può essere eseguito al criostato per valutazione estemporanea o dopo inclusione per
valutazione definitiva.
Il pezzo operatorio dovrà essere orientato (es. un filo sul polo superiore destro) e non
dovrà essere tagliato dal chirurgo per non alterarne la struttura macroscopica.
protocolli gestionali in chirurgia tiroidea - 13
e) PERCORSO TERAPEUTICO: gestione post-operatoria
La gestione post-operatoria è affidata al personale medico e infermieristico che deve
essere qualificato e addestrato a riconoscere e trattare eventuali complicanze quali la dispnea,
l’emorragia e l’ipoparatiroidismo acuto
 ASSISTENZA INFERMIERISTICA:
- rimuovere la medicazione e controllare lo stato della ferita la sera stessa
dell’intervento per escludere raccolte emorragiche;
- medicare senza fare uso di disinfettanti iodati;
- controllare la pervietà e la corretta aspirazione dei drenaggi;
- avvertire urgentemente il medico di guardia in caso di:
 abbondante secrezione ematica dai drenaggi,
 presenza di ferita tumida,
 comparsa di dispnea o senso di costrizione al collo,
 manifestazioni ipocalcemiche (parestesie);
- prelievo ematico per Ca ionizzato dopo 24 h per tutte gli interventi alla tiroide e
calcemia sierica ancora dopo 48 h soltanto per la tiroidectomia totale.
 ASSISTENZA MEDICA:
- in caso di emorragia, rimuovere subito la medicazione, togliere la sutura e riaprire la
ferita già al letto del malato, contestualmente predisporre la sala operatoria e avvertire
il chirurgo reperibile per riesplorare la ferita chirurgica;
- medicazione della ferita prima della dimissione;
- rimozione dei drenaggio, dopo avere eliminato l’aspirazione, in I o II giornata;
- rimozione dei punti e sostituzione con steri-strips in II giornata (questa operazione non
è necessaria se la sutura è stata effettuata con colla);
- se presente ipocalcemia sintomatica (parestesie), terapia con Ca Gluconato (2 f in F.
250 cc. 2 o 3 volte al dì);
- se presente ipocalcemia chimica, Ca carbonato per os (3-6 g) + vitamina D
(Rocaltrol®) 0,50 - 1 da prescrivere anche a domicilio
- terapia integrativa con tiroxina sempre (a dosi progressive, cominciando da 25 mcg al
mattino e a digiuno);
- terapia sostitutiva solo dopo esame istologico (in previsione di scintigrafia total body,
se presente neoplasia) in caso di patologia eutiroidea. In caso di patologia tossica
(Basedow, gozzo plurinodulare tossico) iniziare subito a dosi progressive (1/2 cps da
100 mcg per 5 gg, poi ¾ di cps per 5 gg e, infine, 1 cps al giorno fino al controllo degli
ormoni da effettuare dopo circa 30 gg)
protocolli gestionali in chirurgia tiroidea - 14
f) PERCORSO TERAPEUTICO: gestione delle complicanze maggiori
 IPOPARATIROIDISMO:
- Se durante l’intervento una paratiroide rimane devascolarizzata va reimpiantata, dopo
frammentazione, in una tasca del muscolo SCM 23, 24..
- Questa tasca va chiusa con un filo non riassorbile per lasciare un repere in caso fosse
necessario rimuovere il reimpianto (iperparatiroidismo I o secondario a IRC) 25.
- In caso di infarcimento emorragico ghiandolare o di congestione venosa va praticata
un’incisione della capsula della paratiroide a scopo decompressivo 26.
- Se è presente ipocalcemia sintomatica nel post-operatorio va somministrata terapia
con Ca Gluconato (2 f in F. 250 cc. 2 o 3 volte al dì); se presente ipocalcemia chimica,
Ca carbonato per os (2-3 g) + vitamina D (Rocaltrol®) 0,50 mcg da prescrivere anche a
domicilio (evitare preparazioni di calcio con aggiunta di sodio per non dovere
somministrare grosse quantità di Na soprattutto ad anziani ed ipertesi).
 LESIONI TRANSITORIE O DEFINITIVE DEL NERVO RICORRENTE
- In caso di diplegia respiratoria al momento dell’estubazione, evitare la tracheostomia
immediata e tenere il paziente intubato per 24-36 h. Rimuovere, quindi, il tubo
endotracheale con l’ausilio di un broncoscopio a fibre ottiche per verificare la ripresa
della mobilità di almeno una corda vocale.
- Se persiste diplegia respiratoria, tracheotomia senza fissare il lembo tracheale alla cute
per evitare disfagia da retrazione cicatriziale.
- In caso di diplegia fonatoria con sufficiente spazio respiratorio non effettuare la
tracheotomia e attivare il più presto possibile la rieducazione logopedica.
- In caso di monoplegia, attivare il più presto possibile la rieducazione logopedica
previa documentazione iconografia (registrazione della laringoscopia a fibre ottiche).
- In tutti i casi riportare accuratamente nel diario clinico le osservazioni cliniche e i
trattamenti proposti e/o effettuati.
- In caso di disfagia severa ai liquidi, per evitare la disidratazione somministrare per os
liquidi sotto forma di gelatina.
protocolli gestionali in chirurgia tiroidea - 15
g) DIMISSIONE E DOCUMENTAZIONE INFORMATIVA
 DIMISSIONE:
- in II giornata nella loboistmectomia e nei casi favorevoli con buon decorso nella
tiroidectomia totale;
- in III giornata nella tiroidectomia totale con ipocalcemia facilmente controllabile con
la terapia per os;
- a calcemia stabilizzata in caso di grave ipocalcemia sintomatica;
- no Day Hospital, da valutare nelle loboistmectomie la Day Surgery.
 DOCUMENTAZIONE INFORMATIVA:
- consigli pratici alla dimissione: consegnare al paziente un foglio dove sono riportati
una serie di consigli pratici legati all’autogestione della sua convalescenza e i recapiti
a cui rivolgersi in caso di necessità di un consiglio. Si riporta di seguito il modello
adottato:
---------------ASL 9 - OSPEDALE DI IVREA
U.O.A. DI CHIRURGIA GENERALE
Primario: dr Domenico Cossavella
UNITA’ DI ENDOCRINOCHIRURGIA
Responsabile. dr Lodovico Rosato
Consigli pratici dopo intervento di tiroidectomia
Il soggetto operato di tiroidectomia parziale (cioè quando il chirurgo lascia un pezzo di tiroide)
è consigliabile che assuma un piccola dose di ormone tiroideo (es. Eutirox ®) per evitare che la
ghiandola residua s’ipertrofizzi, rischiando di formare altri noduli o un gozzo recidivo.
Quando, invece, la tiroide viene asportata tutta (tiroidectomia totale) è necessario assumere l’ormone
tiroideo alla dose necessaria.
La compressa di Eutirox va assunta tutti i giorni al mattino e a digiuno, mentre il dosaggio dell’ormone
andrà periodicamente controllato, eseguendo i seguenti esami ematochimici: FT3 - FT4 - TSH.
E’ il medico curante che deve stabilire il giusto dosaggio.
Nel caso in cui il soggetto operato dimenticasse di assumere l’Eutirox per qualche giorno, non
succede assolutamente nulla, né si dovrà cambiare il dosaggio quotidiano stabilito per recuperare le
dosi non assunte.
Le scorte di ormone tiroideo, accumulate nel nostro organismo, sono tali da consentirci di riuscire a fare
a meno, in caso di estrema necessità, della terapia anche per circa un mese. Naturalmente il paziente in
questa evenienza avvertirà progressivamente i sintomi della carenza ormonale (affaticamento,
stanchezza, svogliatezza, sonnolenza).
La cicatrice chirurgica si può considerare completamente guarita, anche ai fini estetici, soltanto
dopo circa tre mesi. Può succedere che nelle settimane successive all’intervento il soggetto operato
avverta dei disturbi a deglutire (sensazione di corpo estraneo in gola, fissità della cute del collo, senso di
tensione sulla pelle del petto durante la deglutizione). Questi disturbi sono passeggeri e regrediscono
progressivamente in circa quattro mesi. La causa è dovuta alla cicatrizzazione profonda della ferita che
comporta il mancato scorrimento dei piani muscolari del collo.
La voce, dopo l’intervento chirurgico, può subire delle modificazioni del tono, pur rimanendo
limpida, o indebolirsi (facile stancabilità e difficoltà a parlare ad alta voce, urlare o cantare). Gran parte
di questi disturbi regrediscono completamente in alcuni mesi. In particolare la modificazione del tono
della voce è dovuta al venire meno della compressione sull’organo della fonazione (la laringe) da parte
della tiroide ingrossata (gozzo).
Dopo l’intervento il soggetto operato potrà muovere liberamente il collo. E’, di solito,
necessario un periodo di convalescenza di circa 20-30 giorni; non sarà necessario coprire la cicatrice
protocolli gestionali in chirurgia tiroidea - 16
asciutta e il soggetto operato, anche di tiroidectomia totale, può svolgere senza limitazione alcuna tutte
le attività lavorative, familiari e della vita di relazione.
La donna in età fertile potrà avere regolarmente gravidanze e allattare.
L’unica raccomandazione è che per tutta la vita venga assunta in modo regolare la terapia ormonale
sostitutiva.
Può succedere che si verifichi nel periodo post-operatorio un’ipocalcemia che, naturalmente
viene segnalata dai medici al momento della dimissione. In questo caso si consiglia di assumere con
scrupolo la dose di calcio prescritta giornalmente, effettuando controlli settimanali della calcemia. Di
solito i valori del calcio ritornano normali in qualche settimana o mese. Nel caso in cui si avvertissero
formicolii agli arti è opportuno contattarci subito anche telefonicamente (0125414328).
Per ulteriori chiarimenti rivolgersi all’ambulatorio di Endocrinochirurgia - Poliambulatorio di
Corso Nigra - mercoledì dalle 8.30 alle 10.30, Tel 0125 414554
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-
lettera di dimissione: consegnare al paziente perché la recapiti al suo medico curante
una relazione clinica completa, firmata dal medico di reparto che esegue la dimissione,
e che contenga come elementi essenziali:
 data e diagnosi di ricovero;
 principali esami diagnostici eseguiti con particolare rilievo per quelli alterati;
 data e definizione dell’intervento chirurgico
 descrizione del decorso con particolare evidenziazione di manifestazioni
disfoniche, disfagiche, ipocalcemiche, emorragiche;
 terapia domiciliare consigliata (in caso di terapia sostitutiva consigliare 50 mcg di
tiroxina per 5 gg., 75 mcg per i successivi 5 gg. e poi 100 mcg sempre, da
assumere al mattino e a digiuno)
 controlli clinici e/o diagnostici raccomandati. Se non vi sono ragioni per
indicazioni particolari, raccomandare una prima visita di controllo
endocrinochirurgica dopo circa 30-40 giorni, associando il dosaggio ematico di
Ft3, Ft4, TSH, calcemia e Fosforemia. Se presente ipocalcemia raccomandare
controllo della calcemia settimanale, comunicando ai medici referenti per quella
patologia il valore, se alterato. Se dopo un mese persiste ipocalcemia, prescrivere il
dosaggio del Paratormone Intatto.
Una copia integrale della lettera di dimissione va allegata alla cartella clinica e un’altra
copia va conservata nell’archivio del reparto.
protocolli gestionali in chirurgia tiroidea - 17
h) AMBULATORIO E FOLLOW-UP
Nell’ambulatorio di Endocrinochirurgia si effettuano:
 Prime visite di pazienti inviati dal medico curante, dall’ambulatorio di Endocrinologia o
dal servizio di Anatomia Patologica.
 Ai pazienti a cui si propone il ricovero per intervento vanno date subito adeguate
informazioni su:
- le indicazioni al trattamento chirurgico,
- le eventuali terapia alternative,
- i vantaggi che possono derivare dall’intervento e i possibili rischi legati alla
metodica operatoria da attuare,
- la condizione in cui ci si può trovare se si presentassero complicanze e gli eventuali
rimedi.
 Si rilascia al paziente una contenuta relazione clinica in cui è riportata chiaramente:
- la diagnosi,
- eventuali patologie di cui il paziente soffre e meritevoli di particolare segnalazione,
- la terapia proposta,
- gli eventuali approfondimenti diagnostici richiesti,
- l’eventuale concordanza o meno con altre consulenze (es. endocrinologica e/o
internistica) portate in visione,
- in caso di proposta di intervento chirurgico va fatto riferimento alle informazioni
fornite al fine di un preliminare consenso al trattamento indicato,
- la proposta di ricovero, segnalando eventuali priorità.
 Visite di controllo se c’è necessità di medicazioni chirurgiche, altrimenti il paziente andrà
indirizzato presso l’ambulatorio di Endocrinologia dove effettuerà il follow-up.
 A distanza di un mese circa dall’intervento si può proporre al paziente una visita ORL di
controllo per fibroscopia ottica delle corde vocali per verificarne la normale motilità.
Detto controllo va effettuato entro una settimana dall’intervento in caso di sintomatologia
(disfonia).
 In caso di presenza di deficit fonatori avviare subito il paziente alla visita fisiatrica
(sempre che questa non sia già stata prescritta dallo specialista otorinolaringoiatra).
protocolli gestionali in chirurgia tiroidea - 18
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12. Codice deontologico dei Medici - capo IV° Informazione e consenso – art. 30:
Informazione al cittadino; art. 32: Acquisizione del consenso
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