Passive foreign investment company taxation

Tassazione dei Fondi Comuni di
Investimento Esteri (PFIC) Jacobs, CPA
& J. Richard Duke, J.D., LLM
Introduzione al Trattamento Fiscale dei Fondi comuni di Investimento Esteri negli Stati Uniti
Uno degli aspetti degli investimenti esteri che crea maggior confusione riguarda la disparità di
trattamento applicata alle società di investimento, fondi comuni e fondi comuni a scadenza, di
provenienza estera rispetto ai fondi comuni costituiti negli Stati Uniti. Per comprendere il problema,
è utile iniziare con una spiegazione fondamentale del trattamento fiscale riservato ai possessori di
quote americani di un fondo comune negli Stati Uniti.
Generalmente, un fondo comune USA viene trattato con modalità analoghe a quelle delle società di
persone per quanto concerne l’utile e le plusvalenze realizzati. Il reddito viene trasferito ai
possessori di quote in proporzione alla partecipazione al fondo e viene dichiarato da quest’ultimo
all’ IRS con modulo elettronico 1099. Una copia della dichiarazione viene inviata al sottoscrittore
per consentirgli di predisporre la dichiarazione dei redditi.
Le società di investimento o i fondi comuni esteri non sono soggetti a questo genere di
dichiarazione e diffusione di dati. Né desiderano diventarlo. Perciò, gli Stati Uniti fanno gravare sul
sottoscrittore l’onere di determinare la propria quota di reddito maturata in capo alla società di
investimento. Le norme fiscali vigenti definiscono qualsiasi genere di fondo di investimento non
americano, costituito nella forma di società di capitali, come passive foreign investment company
(società estera di investimento passivo) o PFIC.
Le leggi fiscali USA mirano chiaramente a scoraggiare l’investimento, da parte di persone fisiche e
giuridiche americane, in fondi comuni esterni agli USA, dove il reddito o le plusvalenze dei fondi
esteri non sono soggetti a tassazione corrente, come accade per le plusvalenze ed altri redditi della
maggior parte dei fondi comuni nazionali. Per di più, le leggi fiscali cercano palesemente di
dissuadere le persone fisiche e giuridiche americane dal servirsi di società di fondi di investimento
straniere. Per esempio, se 11 (o più) persone fisiche o giuridiche americane possiedono le medesime
quote di una società estera, a quest’ultima non sarà applicabile la definizione di società estera
controllata e nessuno dei possessori di quote sarà soggetto a tassazione corrente sull’ utile della
società estera.
Nondimeno, tranne i casi di società diverse, i possessori di quote di una PFIC saranno soggetti ad
una pesante imposizione fiscale sul reddito distribuito da quest’ultima. Sono previste le seguenti
eccezioni:



la PFIC sceglie di acconsentire alle richieste di relazioni dettagliate della SEC e dell’IRS,
il sottoscrittore sceglie di pagare le imposte sull’ attuale reddito non distribuito della PFIC
(il che richiede la collaborazione della PFIC) ,
la PFIC è quotata ad una borsa valori nazionale ed il sottoscrittore sceglie di pagare le
imposte su qualsiasi incremento del valore di mercato registrato, da un anno all’altro, dalle
quote.
Come norma generale, una persona fisica o giuridica americana si trova in una posizione migliore
quando investe direttamente nelle quote di società estere non classificate come PFIC oppure in un
fondo comune USA che investa, a sua volta, in azioni estere o in fondi comuni esteri. In alcuni
casi, una persona fisica o giuridica USA può essere in grado di utilizzare una polizza vita che
investe in fondi comuni oppure un contratto di assicurazione sulla vita a rendita variabile per
investire in fondi comuni esteri, tuttavia il trattamento fiscale sarà basato sulle norme previste per
gli investimenti in tali tipi di polizza piuttosto che nelle azioni o fondi comuni sottostanti.
Le sezioni dal 1291 a 1297 della normativa fiscale forniscono le disposizioni per le persone fisiche
o giuridiche americane che investono nelle “Passive Foreign Investment Companies” (PFIC). Una
PFIC viene definita come “...qualsiasi società di capitali estera con reddito lordo di origine passiva
pari o superiore al 75 percento oppure con il 50 percento od oltre delle proprie attività che generano,
o siano ritenute in grado di generare reddito di origine passiva”.
Esistono eccezioni per le banche, società di assicurazioni e società di capitali estere in buona fede
impegnate nell'attività in titoli – intendendo con ciò la compravendita attiva dei titoli.
Una PFIC che abbia scelto di essere una “società estera di investimento" prima del 31 dicembre
1962, è soggetta ad alcune vecchie norme, che prevedono quanto segue:



(1) la società deve essere registrata secondo il US Investment Company Act del 1940, oppure
(2) la società deve operare principalmente nell’investimento o nella negoziazione di titoli e
(3) il 50 percento od oltre del totale dei diritti di voto combinati di tutte le classi di azioni
devono essere direttamente o indirettamente posseduti da persone fisiche e giuridiche
americane.
Qualora la società estera di investimento scelga di distribuire almeno il 90 percento del proprio
reddito ordinario, ed i possessori di quote dichiarino plusvalenze nette di capitale, siano esse
distribuite o no, questi ultimi non saranno tassati con aliquote di tassazione ordinarie sulle rispettive
parti di guadagni o profitti della società estera di investimento, nel caso in cui le loro quote siano
vendute o riacquistate. Sostanzialmente, ciò produrrà un risultato fiscale analogo a quello del
possesso di quote in un fondo comune americano.
In merito alle società che non avevano fatto una scelta del genere prima del 1963, nel caso in cui
una società estera di investimento sia registrata presso la SEC, oppure sia posseduta in misura
maggiore del 50 percento da persone fisiche o giuridiche americane, qualsiasi plusvalenza realizzata
dagli azionisti sarà considerata come reddito ordinario, a meno che la società scelga di essere tassata
in maniera simile a quella dei fondi comuni USA.
Qualora la PFIC non sia abilitata ad essere una società estera di investimento con opzione fiscale
oppure decida di non esserlo, l’azionista americano potrà decidere di trattare la PFIC come "veicolo
fiscale” – noto come “qualified electing fund” ( fondo con opzione fiscale condizionata) ovvero
QEF. Se il possessore di quote americano effettua tale scelta, dovrà dichiarare come reddito la
propria quota di reddito proporzionale e le plusvalenze sul capitale del QEF per l'anno d'imposta.
L’investitore che effettua tale scelta potrà anche decidere di differire il pagamento delle imposte
sulla parte del reddito non distribuito del QEF in capo al possessore di quote del fondo, tuttavia tale
dilazione sarà soggetta al pagamento di interessi. Tale scelta è consentita soltanto se la PFIC
soddisfa i requisiti di accessibilità al pubblico delle informazioni dell’IRS, che consentiranno allo
stesso IRS di determinare i redditi ordinari e le plusvalenze di capitale della PFIC.
Qualora i possessori di quote americani di un fondo che investe in una PFIC richiedano ed accettino
di essere tassati sul reddito del fondo, non dovrebbero subire inconvenienti per aver scelto la
condizione di QEF per ciascuna PFIC nella quale il fondo ha investito, anche se non si aspettano di
ricevere distribuzioni correnti di reddito dal fondo stesso. In verità, una mancata scelta in tal senso
comporterebbe enormi svantaggi. Se la PFIC non è un QEF per ciascun anno in cui opera in tale
veste, allora continueranno ad applicarsi la conversione da plusvalenza di capitale a reddito
ordinario e le disposizioni sul pagamento degli interessi in proporzione agli utili della società per il
periodo in cui essa non era QEF. In altre parole, soltanto un QEF cosiddetto con “pedigree”, rimasto
tale durante tutti gli anni in cui era una PFIC, viene esentato dal pagamento degli interessi e dalle
norme relative alla modifica del ruolo. Per tale motivo, un contratto di fondi esteri dovrebbe
prevedere che il gestore non possa acquisire partecipazioni azionarie in una società estera che sia
definita, ai fini fiscali per gli USA, come società di capitali (a meno che quest’ultima sia impegnata
nella gestione attiva di beni e servizi) senza dare avviso ai possessori di quote americani ed ai loro
commercialisti affinché sia possibile scegliere in tempo utile di essere un QEF. Inoltre, l’accordo
fiduciario dovrebbe prevedere che tale richiesta di avviso debba essere resa applicabile a qualsiasi
consulente per gli investimenti impiegato dal gestore per amministrare qualsiasi attività del fondo.
Qualora una PFIC non desideri essere assoggettata alla giurisdizione della SEC e non fornisca alla
IRS le informazioni richieste ogni anno per scegliere un QEF, allora per i possessori di quote della
PFIC:
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
(1) sarà applicata la tassazione ordinaria su qualsiasi distribuzione di reddito fatta dalla
PFIC,
(2) le distribuzioni e le cessioni relative a quote del fondo considerate dagli anni precedenti
profitti della PFIC saranno tassate all’aliquota più elevata prevista per i redditi ordinari in
ciascun anno precedente e
(3) sarà applicato un interesse sui riparti differiti.
I riparti nel primo anno trascorso come PFIC saranno trattati come reddito ordinario. I riparti futuri
sono altresì trattati come reddito ordinario nella misura in cui essi non superino il 125% delle
distribuzioni medie dei tre (o inferiori) anni precedenti. In tal modo, i riparti pianificati potranno
essere utilizzati per ridurre al minimo le imposte sulle distribuzioni di reddito accumulato.
Le cessioni di quote della PFIC per donazione, successione o altro modo (come in alcuni rimborsi)
sono trattate come distribuzioni di reddito ma non sono idonee al trattamento di tassazione ordinaria
descritto in precedenza.
Il Taxpayer’s Relief Act del 1997 ha introdotto delle modifiche che hanno lo scopo di eliminare
alcune disposizioni, incompatibili e sovrapposte tra loro, delle norme applicabili ad una società
estera controllata (CFC) che sia anche una PFIC. Sostanzialmente, una società estera che sia per
altri aspetti una PFIC non sarà soggetta anche alle norme di transito riferibili ad una CFC per il 10%
o più dei Possessori di Quote USA della CFC. Tale modifica è applicabile per gli anni d'imposta
successivi al 1997. Tuttavia, mentre una PFIC non è una QEF (qualified electing fund), qualsiasi
azione posseduta da un cittadino USA che possieda il 10% o più delle azioni è soggetta a (1) una
imposta corrente e ad un interesse sulle distribuzioni di reddito differite, oppure (2) alle norme
applicabili ad una PFIC. In aggiunta, se un possessore di quote CFC cessa di possedere il 10% di
quote ma resta come possessore di quote, sarà immediatamente soggetto alle norme delle PFIC.
Un’ altra “norma esemplificativa” contenuta nella legge del 1997 consente ai possessori americani
di azioni in una PFIC che sia scambiata su una borsa valori nazionale, di fare una scelta di
"adeguamento al mercato" (IRC sezione 1256) basata sul valore di mercato delle quote PFIC alla
fine di ciascun anno. Tuttavia, tutti i guadagni ammessi dal detentore di quote saranno trattati come
reddito ordinario e tutte le perdite saranno contenute entro i profitti accertati in precedenza. Inoltre,
l’ IRS ha introdotto norme pianificate che renderanno estremamente difficile a molti fondi comuni
esteri di raggiungere i requisiti minimi richiesti per scegliere l’ "adeguamento al mercato”.
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Informazioni preliminari su Offshore Tax Strategies sono disponibili su
questo sito web accessibile al pubblico, mentre sarà possibile ottenere
informazioni più dettagliate nel nostro sito privato accessibile ai soli possessori
di quote paganti. Il sito web dei possessori di quote include anche una varietà
di resoconti speciali e collegamenti estesi ad altri siti web – con i nostri
commenti imparziali su quei siti.
Gli autori:
Vernon Jacobs è un commercialista che fornisce servizi di consullenza fiscale a clienti con interessi
internazionali. J. Richard Duke, JD, LLM è un avvocato specializzato in leggi fiscali internazionali ed è
Professore Aggiunto di leggi fiscali internazionali.
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(traduzione a cura di Antonio Lucidi)
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