INTRODUZIONE ALLA FISIOGNOMICA: LA CONDIZIONE di

INTRODUZIONE ALLA FISIOGNOMICA: LA CONDIZIONE
di Raffaella De Barberis
La condizione, indica lo stato fisiologico, mentale e spirituale di un soggetto in un determinato
momento della vita. Ogni stato patologico, nasce come “acuto” e, se non adeguatamente trattato,
evolve in “cronico”. La condizione, è variabile e leggibile sul volto del soggetto, attraverso la
manifestazione di segni (detti di condizione) dal significato preciso, riconducibili alla sofferenza di
un particolare organo o apparato corporeo. Per esempio, a molti sarà capitato di dover andare ad
un appuntamento importante escogitando qualche stratagemma per occultare un foruncolo
comparso proprio sul viso! Questo imprevisto, oltre a rivelarsi una vera e propria scocciatura, è, di
fatto, un segnale che l’organismo invia per informarci costantemente sulla continua ricerca di una
omeostasi interna; molto spesso, questi avvertimenti indicano la necessità di modifiche nello stile
di vita, forse un po’ negletto.
Per garantire una reale comprensione dell’argomento, è necessario fare una premessa riguardo ai
segni di condizione, poiché essi sono classificabili in due grandi categorie:
‒
segni indicanti uno stato ACUTO: ci indicano presenza
di calore, infiammazione, iper attività dell’organo o
apparato. Generalmente, essi evolvono velocemente
fino a scomparire. A questa categoria, appartiene il
“rossore”, che, solitamente, si accompagna a
secchezza, manifestata da desquamazione della pelle
nel distretto interessato. Qui, il messaggio dall’interno
indica che il calore è tanto e tale da aver prodotto un
asciugamento dei liquidi dell’organo che, a sua volta,
tende all’esaurimento della struttura. Il rossore, può
essere accompagnato da foruncoli, solitamente di color
giallo burrigginoso, indicanti la presenza di una cattiva
qualità del sangue, con eventuali ristagni dello stesso;
per comprendere questo concetto, sarebbe utile
visualizzare un’ansa di fiume dove l’acqua non ha più
forza di scorrere, tanto da formare una pozza mal
odorante.
Le cause di produzione di sangue di cattiva qualità,
sono riconducibili ad una digestione inadeguata degli
alimenti con inevitabile deposito nel corpo di sostanze non ben metabolizzate, o con
introduzione di cibi di qualità scadente. La composizione del sangue, è dunque migliorabile
controllando l’alimentazione, nella quantità e qualità di cibo ingerito, e dedicando più tempo al
pasto e alla masticazione.
‒
segni indicanti CRONICITA’: solitamente di color bianco, ci indicano presenza di freddo, ipoattività dell’organo o apparato, evoluzione dello stadio acuto. Queste espressioni, una volta
manifestatisi, difficilmente scompaiono.
Ai segni di cronicità, appartengono: i gonfiori e le rughe o righe.
Il gonfiore stabile, indica freddo, presenza di acqua o di sangue stagnante nell’organo.
La ruga o riga, rivela il malfunzionamento organizzato nel tempo relativo ad un’infiammazione
talmente forte e prolungata che bruciò i tessuti. Se la ruga è anche rossa, allora l’infiammazione
è ancora attiva.
In questi casi, per poter affrontare efficacemente il problema oramai cronicizzato, è necessario
un atto terapeutico, poiché la sola correzione alimentare è ormai insufficiente.
Una volta prese in esame le tipologie di segni, è indispensabile comprendere in quali distretti del
viso essi compaiono.
Le labbra, per esempio, possono essere soggette ad una triplice lettura:
1. leggono il funzionamento della milza, organo primario per la capacità estrattiva del
nutrimento dai cibi, secondo la concezione della MTC. Le labbra luminose rosate e carnose,
testimoniano un buon funzionamento dell’organo; al contrario, secchezza, gonfiore e
cromatismi errati sono testimonianza di problemi.
2. leggono tutto l’apparato digerente; il labbro superiore ed inferiore possiedono una porzione
visibile ed una nascosta. Il labbro superiore, nella sua porzione visibile, corrisponde al fondo
dello stomaco, cioè la zona del cardias, dove si accumula l’ultimo cibo ingerito. La regione
non visibile, legge lo stato della zona pilorica. Il labbro superiore, deve avere un disegno
ben definito; se così non fosse potremmo sospettare una gastrite. Un labbro troppo rosso,
denota una ipersecrezione di acido cloridrico; un labbro tendente al bianco, è segno di
ipocloridria.
Il labbro inferiore, nella sua porzione visibile, legge lo stato del grosso intestino, mentre in
quella non visibile legge lo stato di intestino tenue, digiuno ed ileo. Una riga verticale netta
che divide il labbro inferiore, indica presenza di emorroidi o di appendicite. Spaccature ai
lati delle labbra, ci segnalano una infiammazione acuta del duodeno e, in casi più gravi,
ulcera duodenale. Xantelasmi, cioè piccole palline di grasso sul labbro, indicano intrusione di
grasso nelle relative porzioni dell’apparato digerente. Un labbro con pelle che si sfalda,
indica un cattivo assorbimento imputabile ad eccessiva secchezza intestinale. Labbra
esageratamente rosse, indicano infiammazione nell’apparato digerente, mentre la presenza
di striature ricorda stati infiammatori di vecchia data.
3. l'ultima lettura della zona delle labbra, estendibile ad
occhi e naso, è quella relativa all’apparato genitale, alla
luce della correlazione esistente in fisiognomica tra alto e
basso. In questa logica, la zona degli occhi corrisponde
alle ovaie o ai testicoli, l’area del naso all’utero o al pene
e la regione della bocca alla vulva o al glande. Di
conseguenza, diremo che se la zona degli occhi assume
una colorazione bianca, allora sarà presente freddo nella
zona ovarica; se attorno ad essi compaiono formazioni
seborroiche sospetteremo la presenza di cisti nelle ovaie;
se in fase premestruo gli occhi sono particolarmente
gonfi, potremo sospettare una infiammazione ovarica.
D’altra parte, il sopracciglio, legge lo stato delle tube
uterine: in ragione di ciò, per indicare una buona
capacità riproduttiva esso dovrà essere ben delineato. La
lunghezza del naso, è correlabile alla lunghezza del pene
e dell'utero. Labbra carnose, indicano una vulva carnosa,
ma se troppo rosse possono tradire la presenza di
vaginite.