Gravidanza, neonati e fumo: come si comportano i

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Gravidanza, neonati e fumo: come si comportano i genitori?
Risultati delle indagini condotte con gli operatori degli ambulatori vaccinali della ASL NO
A cura del Servizio Sovrazonale di Epidemiologia
Perché occuparsi di gravidanza, neonati e fumo?
Fumare in gravidanza causa una riduzione degli scambi di ossigeno
tra mamma e bambino e può provocare conseguenze serie, come la
nascita di un bimbo sottopeso, il parto prematuro e altre complicanze,
tra le quali addirittura l’aborto. Per questo è importante che la donna
in attesa di un figlio smetta di fumare.
La mamma deve anche stare attenta a non soggiornare in ambienti
“fumosi”. Il fumo passivo respirato dalla mamma, infatti, raggiunge il
circolo venoso fetale e può provocare effetti dannosi sul bambino. Per
questo è importante che anche il papà e tutti i familiari che vivono
con la futura mamma non fumino in sua presenza.
E dopo la nascita?
Riprendere a fumare dopo la gravidanza, oltre ad essere un rischio
per la salute della donna, diventa pericoloso per la salute del
bambino, sia perché la nicotina passa nel latte materno, sia perché si
espone il bambino a fumo passivo, principale inquinante domestico.
I bambini figli di fumatori o che vivono in un ambiente in cui
abitualmente qualcuno fuma, soffrono più frequentemente di otite
cronica e di gravi malattie polmonari, come bronchiti, polmoniti e
asma. Inoltre, nei bambini esposti a fumo passivo, è più frequente la
cosiddetta morte in culla. Anche dopo la nascita, quindi, è
importante salvaguardare la salute nel bambino non fumando in sua
presenza.
Cambia l’abitudine al fumo quando si aspetta un bambino?
Ogni 10 donne che si accorgono di aspettare un bambino, 3 sono fumatrici. Di queste la maggior
parte (8 ogni 10) fuma meno di 10 sigarette al giorno.
Tra gli uomini, ogni 10 futuri papà, i fumatori sono 4 e la metà di loro fuma più di 10 sigarette al
giorno.
La gravidanza è un periodo particolare della vita della donna, in cui aumenta il livello di attenzione
per la propria salute e per quella del figlio, per questo la maggior parte delle
fumatrici (6 ogni 10) si astiene dal fumare in gravidanza. Inoltre alcune (3 ogni 10)
diminuiscono il numero giornaliero di sigarette fumate. Solo 1 ogni 10 continua a
fumare come prima.
La modifica della propria dipendenza dal fumo di sigaretta è più difficoltosa tra i
padri. Infatti ogni 10 fumatori, 4 diminuiscono la quantità di sigarette fumate e solo
1 smette di fumare. Quindi circa la metà dei futuri padri (5 ogni 10), non modifica
la propria dipendenza dal fumo anche avendo saputo di essere in attesa di un figlio.
Questi informazioni sono state raccolte nell’ambito del progetto “Nascita senza
fumo”, che ha coinvolto gli operatori di numerose strutture aziendali (Direzione Medica dei
PP.OO.R, Epidemiologia, Dipartimento Materno Infantile e Igiene Pubblica), è stato condotto in
collaborazione con la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori – Sezione provinciale di Novara e
finanziato dalla Regione Piemonte come Ricerca Sanitaria Finalizzata. Per il progetto 596 mamme
nel 2006 e 453 nel 2007 hanno compilato uno specifico questionario al termine della prima seduta
vaccinale del bambino; l’adesione all’indagine è stata in entrambi gli anni di oltre il 98%.
E dopo il parto?
I cambiamenti dell’abitudine tabagica dei genitori sono stati valutati in occasione delle sedute
vaccinali dei figli attraverso domande rivolte dagli operatori sanitari a 258 coppie seguite per un
anno fino alla quarta seduta vaccinale (12°-15° mese di vita del bambino), tra il 2007 e il 2008.
Anche se alcuni genitori riprendono a fumare, a circa un anno dal parto, l’abitudine al fumo è meno
diffusa rispetto a prima della gravidanza (madri: 15% vs 29%; padri: 37% vs 42%).
Tra le mamme fumatrici quasi la metà è riuscita a smettere, mentre tra i papà quelli che hanno
smesso sono solo 2 ogni 10: 1 quando ha scoperto di aspettare un bambino e l’altro dopo la nascita
del figlio.
Purtroppo, riuscire a smettere di
Genitori che fumavano prima della gravidanza: abitudine al fumo alla
fumare per l’arrivo di un figlio
4° seduta vaccinale del bambino
non sempre costituisce per i
23%
genitori l’occasione per la
cessazione
definitiva
della
61%
Continuano a fumare
19%
dipendenza. Infatti ogni 10
Riprendono
9%
mamme fumatrici prima del
Alternano
4%
concepimento circa 2, che
Smettono dopo il parto
1%
Smettono in gravidanza
avevano smesso in gravidanza,
18%
49%
hanno
ripreso
nell’anno
10%
successivo al parto. In questo
10%
caso i padri sono più
mamma
papà
“determinati” (ha ripreso a
fumare solo 1 dei 13 che avevano messo).
Il periodo post-partum si rivela un momento in cui gli operatori sanitari devono sostenere i genitori,
perchè non riacquisiscano l’abitudine tabagica, anche considerato che più di un genitore su 10
alterna periodi di astinenza a periodi di dipendenza dalle sigarette.
Il punto di vista del bambino …
Anche se l’arrivo del bambino fa diminuire il numero di adulti che fuma, quanti sono i neonati
ancora esposti al fumo passivo dei genitori? La situazione “migliore” si osserva a tre mesi di vita;
successivamente
alcune
Entrambi i genitori
Almeno un genitore
Madre
Padre
mamme
e
alcuni
papà
100
riprendono a fumare. A 13-15
mesi ogni 10 bambini, 4 sono
80
quelli con un genitore che fuma
60
e 1 è esposto al fumo passivo di
%
40
entrambi.
Il padre rimane la figura
20
maggiormente
responsabile
0
dell’esposizione
al
fumo
prima della
3
5
11 - 12
13 - 15
passivo del proprio figlio, in
gravidanza
Mesi di vita
tutto il periodo osservato.
Conclusioni
I dati raccolti confermano l’esigenza di agire per incrementare la disassuefazione al fumo dei
genitori in gravidanza ed evidenziano la necessità di consolidare l’astinenza dal fumo nei mesi
successivi al parto. Queste azioni proteggono i bambini dal fumo passivo e sono anche a favore
della salute dei loro genitori.
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