Commento a Potere e natura umana.2

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Prof. Giammusso, commento a “Potere e natura umana” di H. Plessner
Intro
39: quanto meno si stima la politica, tanto peggiore diventa. Esigenza di un alto livello di attenzione
40: assenza di una politische Kultur; la questione di una politica è al tempo stesso una questione
rivolta alla filosofia; la realtà va posta al centro della filosofia; contatto con la vita necessario per
l'essenza della filosofia
41: contenuti di un'antropologia politica: 1) genealogia della vita politica a partire dalla costituzione
umana conforme a una teoria delle pulsioni e delle passioni, 2) teoria degli affetti e caratteriologia,
da cui la vita politica trarrebbe vantaggio; 3) riflessione sulle correlazioni tra concezione della natura
umana e concezione dello Stato e della comunità (scoprire l'apriori politico)
41: la filosofia non può interrogare direttamente la politica, ma deve interrogarsi anche sulla natura
del suo interrogare (perché viene messa in discussione dalla politica stessa)
42: comprendere la politica nella sua necessità umana
42: concetto di popolo a metà tra natura e spirito
43: teoria della politica; antropologia filosofica; questione del politico nelle Grenzen
(rottura delle relazioni vitali); la questione del rapporto tra amico e nemico (la politica è
essenziale all’essere umano o è solo una tecnica?)
1. La concezione naturalistica dell’antropologia
45: esame comparativo ed empirico delle razze umane (concetto positivo di antropologia)
46: conservatorismo: politico ridotto ad antropologico; chi ha detto che l’uomo sia
definibile sono in termini biologici? La difesa della sopravvivenza non esaurisce la vita
della politica
2. la concezione universalistica della politica
49: l’aspetto biologico è troppo ristretto
50: concezione storica che va fino in fondo: prendere l’uomo come soggetto responsabile,
luogo da cui sgorgano i valori extratemporali (possibilità di leggere in questo modo, non
necessità); dare forma al mondo: relativizzazione: eguaglianza di tutto ciò che è sotto
l’occhio di Dio; l’affermazione dell’idea europea coincide con la scoperta della relatività
51: l'uomo come soggetto creatore e scaturigine della cultura (rischio dell'alienazione; non
vedere il potere creativo) (in un discorso sull'insondabilità questo punto è importante: dire
che l'uomo è insondabile significa vederne l'aspetto creativo; primato della vita sulle forme);
principio della riduzione antropologica: tutte le sfere di senso extra-temporali vengono
relativizzate alla fonte umana (potere e responsabilità)
52: scaturigine dell'eterno dal tempo; l'uomo come creatore che è legato e sottoposto alle
proprie creazioni (bestimmt- unbestimmt): da questa possibilità si apre la strada per
l'antropologia universale erede della visione storica del mondo
3. L'antropologia universale deve procedere a priori o a posteriori?
55: concetto fenomenologico di essenza
56: il fenomeno, per come viene inteso, ubbidisce a certe condizioni in quanto viene intesa
così e non un altro modo; analisi categoriale non può trovare risposta empirica
58: l'apriorismo conduce all'ontologizzazione dell'essenza umana
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4. Due possibilità del procedimento a priori
59: il cosa e il come (più l'uomo è se stesso, più è uomo)
60: heidegger: gli esistenziali rendono possibile la storia
61: chi non ha realizzato la modalità dell'esserci, è ancora uomo?; idealizzazione
eurocentrica; le altre forme di interpretazione dell'essere umano hanno un diritto pari
63: le condizioni per cui intendo l'esistenza in quanto esistenza diventano le condizioni per
cui si può condurre l'esistenza autentica; assolutizzazione di determinate possibilità umane;
si deve invece apprendere dall'uomo cosa sia e come interpreti la sua esistenza; non
uniformare l'estraneo alla propria condizione di esistenza
5. Una nuova possibilità: il nesso tra a priori e a posteriori
65: Uomo come luogo di irruzione creativa del mondo spirituale (a partire dai cui valori
comprende se stesso, la teoria che rende comprensibile questa creatività deve rimanere
aperta per garantire l'universalità)
66: non sappiamo di cosa l'essere umano è capace; creatività; deriva di qui l'abbandono
della supremazia e della missione; il senso della storia (ciò che fa di un uomo un uomo deve
essere ritenuto insondabile); critica della teleologia positivistica
67: i dati di fatto come decisioni intorno all'essenza umana; cosalità del corpo; dalla storia
dello spirito apprende anche la filosofia
68: insondabilità e serietà, che sottrae al nichilismo e al relativismo (alla realtà è tolto il suo
carattere terribile)
69: rinuncia all'assolutezza dei presupposti (lancia di odino); l'Europa vince lasciando liberi
6. L'idea di una filosofia della vita in Dilthey
71: tardo XIX secolo: epoca che si sentì un novum nella storia del mondo; uomo che conta
solo sulle sue forze
72: la scienza, un sapere provvisorio, imprime la sua direzione alla vita; l'uomo del tempo si
sente come una creatura di passaggio
73: la storia si incontra con l'evoluzionismo sotto l'aspetto del riconoscimento della
transitorietà in trasformazione, ma contesta la riduzione dell'ethos alla razionalità
scientifica; questione della conoscenza storica
75: storia non solo come palcoscenico su cui vanno e vengono i valori; ma luogo di
produzione e negazione dei valori, del non producibile
77: nesso vitale tra ideale ed empirico che sostiene sia la storia come oggetto sia lo storico
78: comprendere come penetrazione negli oggetti a partire da uno strato sensibile-intuitivo;
unità di intuire e comprendere
79: problema di una critica della ragione storica svolta sotto l'aspetto della storia;
relativizzazione dei suoi elementi
80: circolazione tra esperienza e ciò che la rende possibile
7. Il principio dell'insondabilità o delle questioni aperte
85: indegno nel senso kantiano è ciò che contraddice il principio di una autodeterminazione
della volontà
86: legittimità del comprendere; ipotesi e anticipazioni, ma l'apriori posto dall'anticipazione
nelle scienze ermeneutiche ha solo un carattere regolativo, non costitutivo
87: sondare=misurare
88: gli oggetti storici non si limitano a caratteristiche determinate nello spazio e nel tempo
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89: l'insondabilità si basa sulla questione rivolta alla comprensione; rinuncia creativa,
scoperta di ciò che arriva nel presente e dipende dal presente; con l'insondabilità viene
scoperto l'emergere dell'intemporale dal tempo; riappropriazione comprendente dell'umano;
comprendere storicamente: conoscere se stessi come qualcosa di divenuto a partire
dall'opera di generazioni (ricondurre il presente al comportamento che lo rende accessibile)
90: mancanza di un cominciamento assoluto; lo storicismo nasce come assolutizzazione
della realtà; primato del presente che interroga
91: potere teoretico e pratico: comprensione e decisione sul passato (il passato non è un
nesso oggettuale separato dal presente)
92: l'esperienza critica della storia è possibile a partire da un presentificare che precede il
passato
8. l'uomo in quanto potere
93: pluralismo delle visioni del mondo, non riducibili a una storia del mondo (la scoperta
della relatività aveva minato la fiducia in un contatto diretto con il mondo e con le cose);
Dilthey ha posto la questione del superamento dell'eurocentrismo collegandola al
convincimento del suo futuro
94: pensare nel senso della vita, che procede da individuazione (la vita e le forme); l'esserci
si determina individuandosi, non al di qua di un'individuazione
95: la decisione sull'essenza dell'uomo non può essere ricercata senza la sua partecipazione
(decisione storica sempre faticosamente raggiunta); la decisione su un presente da
conquistare viene resa possibile su un'altra già avvenuta: o si attiene o se ne stacca;
immanenza aperta: compenetrazione tra passato e presente; insondabilità: indeterminatezza
a sé per amore della vita stessa (passaggio molto oscuro in cui il senso è che il rapporto tra
passato e presente non viene mai determinato del tutto; e quindi si tratta di entrare
pienamente nell'indeterminatezza
96: indeterminatezza a sé come potere; non si può assolutizzare alcun punto di vista; le
forme di sapere relative alla propria umanità sono diverse e non riconducibili al fondamento
potestativo (la consapevolezza del carattere di umanità)
97: l'uomo come potere, concezione in cui si esprime la spiritualità europea; riconoscimento
del potere di condizionare la storia e non solo di esserne condizionato
98: radicamento del sapere storico nell'immanenza delle condizioni storiche; se l'uomo si
pensa come potere c'è sviluppo, se no, c'è smarrimento in quel che è storicamente divenuto
ovvero onnipotenza; ragione umana come ragione di Dio; il criterio dell'uomo come potere
resta immanente alla storia; principio regolativo
9. l'uomo, un essere esposto
101: come potere l'essere umano si trova nel contrasto di familiarità ed estraneità; l'uomo
come essere indeterminato per se stesso cui il mondo si presenta sotto l'aspetto del noto e
dell'ignoto: tener ferma una decisione già adottata oppure rivoltarsi contro di essa
102: il fondamento della linea di familiarità: paura e ostilità per l'estraneo, ma non perché se
ne teme il carattere distruttivo, ma perché è perturbante (estraneo come proprio e familiare
nell'altro; l'uomo non si vede solo in un qui, ma anche in un là nell'altro); la familiarità è
aperta, non è delimitata dalla natura
103: il carattere perturbante non è risolto da una concezione umanistica, democratica,
relativistica; la configurazione dell'estraneo dipende dalla posizione vitale verso se stessi e
verso il mondo (non è la natura il perturbante)
104: la sfera del politico si radica nel perturbante, comportamento orientato ad accrescere il
proprio potere e limitare quello altrui; il politico riguarda tutte le relazioni umane; l'attività
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politica scaturisce dalla necessità del vivere in una condizione del pro e contro,
dell'affermare e delimitare una zona propria contro una zona estranea; il perturbante è la
possibilità dell'ostilità
105: coazione al conflitto, ognuno si contrappone a sé non solo qui, ma anche nel là
dell'altro quale suo estraneo; la politica non può essere considerata un'attività riservata a
pochi poiché ha a che fare con la relazione familiare-estraneo, che non può essere aggirata;
indeterminatezza dell'essere umano che conquista di volta in volta la sua determinatezza
106: ognuno conosce il suo simile come colui che è se stesso, e tuttavia come un altro; la
decisione dà forma alla situazione
107: ambiente primario e mondo perturbante sono strettamente intrecciati tra loro; l'uomo
conquista la sua dimensione tra ambiente e mondo, tra familiare e perturbante; ogni
sicurezza è strappata con la lotta all'insicurezza e genera altra insicurezza
108: difettività dell'essere umano, che vive solo in quanto conduce una vita (di qui
possibilità mancate e perdute, correggibilità, casualità) finitudine intrecciata con
l'infinitezza; artificiosità naturale dell'essere umano; il diritto proviene dalla potestatività,
non dal potere già acquisito; fondazione di un ordinamento "naturale", ossia giusto
109: il giusto come categoria fondamentale dell'esistenza
10. Primato dell'antropologia o della filosofia per la questione del potere?
111: la politica è la situazione dell'esistenza umana; orizzonte entro cui si conquistano i
riferimenti di senso per se stessi;
112: filosofia, antropologia e politica attingono allo stesso fondamento potestativo
115: Siccome l'uomo vive solo conducendo una vita, è sempre presente uno sfondo sul
quale l'interpretazione si basa
116-117: cartesianesimo come filosofia basata sul primato ontologico e gnoseologico del
soggetto
125: la filosofia dopo Dilthey rinuncia a un ancoraggio assoluto; analisi delle categorie della
vita storica; logica del significare e del comprendere
128: questione aperta: non si può decidere se l'antropologia o la filosofia abbiano il primato;
principio di indeterminatezza: nessuna tra politica, filosofia e antropologia detiene il
primato; esito: l'uomo è il soggetto di imputazione del proprio mondo, non c'è un
fondamento assoluto, visione relativa vincolata a un atteggiamento nella e verso la vita
130: funzione culturale della politica; nessuna concezione dell'uomo è politicamente
indifferente; nessuna logica o etica prescinde da una determinazione della filosofia; nessuna
forma dell'umano è possibile al di fuori di un orizzonte politico, al di fuori dell'appartenenza
a un ethnos
11. Impotenza e calcolabilità
133: solo la storia dice quello che l'essere umano è; questa circolarità è essa stessa frutto di
una scoperta storica
134: immanenza chiusa: prospettiva del coscienzialismo, che ha per esito lo storicismo e il
relativismo; immanenza aperta: apre all'oggettività di altre tradizioni
135: la politica per Hegel può essere solo un portare a maturazione quello che è espressione
di un principio ideale universale
138: la lotta tra le visioni del mondo non trova mai conclusione
12. Il vincolo a un popolo
142-143: posizione eccentrica; fragilità della trasparenza umana; appartenenza a un popolo
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144: la concezione idealistica della storia toglie al reale la sua relatività, l'imprevedibile e
nuovo
145: un popolo può essere necessario solo se si rende necessario; superando
l'assolutizzazione del proprio ethnos la politica si civilizza; politica come arte del possibile,
non in relazione al massimo ma all'ottimo per la propria condizione esistenziale; 146:
heidegger secolarizza lutero
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