(n. 20) Salvaguardia del territorio dell`Alto But. Contro la

Consiglio regionale
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
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IX LEGISLATURA - ATTI CONSILIARI - PROGETTI DI LEGGE E RELAZIONI
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PETIZIONE N. 20
Presentata da 1060 cittadini della regione
<<Salvaguardia del territorio dell'Alto But. Contro la realizzazione
dell'elettrodotto Wurmlach-Somplago>>
Presentata il 9 novembre 2005
Il Comitato
Consiglio
per la salvaguardia del territo rio
regionale
della
esprimersi,
nelle
sedi
presentato
dalla
società
realizzazione
di
una
Regione
competenti,
Alpe
Linea
Autonoma
in
Adria
Ae rea
a
Friuli
maniera
–
220
in
But
Venezia
sfavorevole
Energia
Kv
Alto
SpA
e
semplice
al
chiede al
Giulia
di
progetto
relativo
terna,
alla
per
il
collegamento della stazione di smistamento di Wurmlach (in territorio
austriaco) con la stazione elettrica di Somplago (in territorio italiano.
*****
L ' E l e t t r o d o t t o a 2 2 0 k V " W U R M L AC H - S O M P L AG O "
In vista dell'imminente Conferenza dei Servizi, i cittadini firmatari della seguente petizione e il
Comitato Alto-But contro l'elettrodotto "Wurmlach-Somplago" (nella sua qualità di
organismo portatore di interessi diffusi, costituitosi, per spontanea riunione dei cittadini, il
28/01/2005 nel COMUNE di PALUZZA) chiedono al Consiglio Regionale della REGIONE FRIULI
VENEZIA- GIULIA di esprimersi in modo chiaro, trasparente e DEFINITIVO relativamente al
suddetto progetto. Il comitato, a margine della petizione, inoltra alla Regione le seguenti
puntualizzazioni, osservazioni inerenti il progetto presentato dall'ALPE ADRIA- ENERGIA SpA
(ENEL PRODUZIONE SpA; FERRIERE NORD SpA; VERBUND, gestore di rete austriaco).
Innanzitutto bisogna considerare la sproporzione fra le esigenze energetiche dell'azienda del
cav. Pittini e la potenza dell'elettrodotto (300MW, a fronte di un utilizzo stimato, al rialzo, intorno ai
100MW) ; infatti il Comitato ritiene che la Ferriere Nord non abbia fornito, nel corso delle
assemblee pubbliche, sufficienti giustificazioni alla necessità di una linea di 220kV a corrente
alternata.
In seconda istanza è importante tener presente la portata del notevole impatto ambientale e
socio-economico che l'opera ha sul territorio interessato: in particolare l'effetto visivo,
relativamente al paesaggio, risulta pesante. Nel comune di Paluzza, ad esempio, la linea, per
buona parte del suo percorso, attraversa il verde bosco, compromettendone inevitabilmente gli
equilibri naturali e faunistici (come anche dimostrato dallo studio di impatto ambientale); nei tratti
boschivi, poi, è prevista un'ingente opera di disboscamento a raso (60 metri a valle ed altrettanti a
monte). Infine, a giudizio del Comitato, è decisamente inammissibile che una linea di tale portata
attraversi, devastandole, zone naturalisticamente e architettonicamente tutelate.
I rischi alla salute, anche se non ufficialmente dimostrabili, sono da considerarsi
comunque fin troppo importanti. A riguardo la Legge Quadro stabilisce che
nell'esposizione continua a campi elettromagnetici ELF non debbano essere superati gli
0,2 μT, che, per una linea della tensione e della tipologia del presente elettrodotto,
equivale a distanze dal suolo ben maggiori dell'altezza media (29 m) prevista per i
tralicci. A margine è importante però osservare che una maggiore altezza media dei
sostegni alla linea avrebbe ancor maggiori ripercussioni sulla bellezza paesaggistica
delle località interessate. Numerosi studi, non ancora ufficiali, indicano un'influenza
diretta dei campi elettromagnetici sull'incidenza delle leucemie infantili e sullo sviluppo di
forme cancerogene soprattutto nei soggetti più deboli. Studi più recenti hanno anche
messo in evidenza l'effetto dannoso dei campi elettromagnetici sul sistema endocrino. Il
diritto alla tutela cautelativa della salute, riconosciuto in primis dalla legislazione europea
(TRATTATO ISTITUTIVO DELL'UNIONE, art. 174 comma 2), suggerirebbe anche che le
distanze di sicurezza siano mantenute non solo rispetto alle abitazioni, ma anche rispetto
ad impianti sportivi e luoghi frequentati da un numero significativo di persone.
Riguardo alla richiesta di soluzioni alternative di minore impatto paesaggistico e
salutistico (quale l'INTERRAMENTO dell'opera con una linea a corrente CONTINUA
che, possedendo un campo elettrico facilmente schermabile lungo tutto il tracciato e un
campo magnetico totalmente irrilevante, garantisce una soluzione adeguata per le
esigenze relative alla salvaguardia del paesaggio e all'integrità psico-fisica delle
persone) la Ferriere Nord ha risposto con un perentorio diniego, adducendo la
motivazione che i costi e i tempi di esecuzione diventerebbero talmente grandi da non
potersi sposare con la necessità dell'azienda di produrre un utile dalla realizzazione
della suddetta opera.
1) L'impatto ambientale
I membri del Comitato e, più estesamente, tutti i firmatari della petizione vogliono con questa azione
sottolineare tutta una serie di perplessità sull'impatto che l'Elettrodotto Pittini avrà sulle località
caratteristiche della Valle del But e della Conca Tolmezzina. Riguardo la realizzazione e l'utilizzo delle
infrastrutture in progetto bisogna evidenziare il loro impatto floristico e faunistico sul territorio (dovuto alla
deforestazione e al passaggio di uomini e mezzi), sul suolo (dovuto alla sottrazione per lungo tempo di
terreno boschivo e agricolo), sull'habitat nel suo complesso (disturbo e nocività per la fauna a causa del
movimento di uomini e mezzi durante i lavori e le eventuali manutenzioni, danneggiamento di specie
avicole per la presenza di conduttori aerei, effetti dannosi all'avifauna durante le migrazioni e influsso dei
campi elettromagnetici sul loro sistema di orientamento; senza contare che i lavori dovrebbero essere
interrotti nei periodi di riproduzione di tutte le specie); infine il rischio di nocività dell'opera non è limitato
solo agli esseri umani ma anche alle diverse specie animali presenti al suolo e sugli alberi.
2) L'Impatto socio-economico
Il Comitato invita la Regione a valutare attentamente l'impatto socio-economico che la
realizzazione di questo elettrodotto potrà avere sulle località da esso interessate. La
linea, nel suo insieme, rischia di danneggiare attività economiche già sviluppate lungo
tutta la Valle del But; esiste infatti in questa zona un fiorente agriturismo di tipo
naturalistico che si basa, però, su un paesaggio non deturpato da insediamenti
industriali e costruzioni particolarmente invasive. Ovviamente la realizzazione
dell'elettrodotto presentato dall'Alpe Adria- Energia SpA non danneggerebbe solo gli
operatori turistici che si trovano sul suo percorso, ma svaluterebbe l'intera zona,
creando ingenti danni economici a tutto il settore, con una potenziale influenza negativa
su un indotto turistico tutt'altro che trascurabile. Infatti al danno apportato al turismo si
accompagnerebbe tutta una serie di effetti negativi secondari: quali quelli relativi alle
attività ad esso collegate (l'artigianato, in primis, e la coltivazione di prodotti biologici in
loco), nonché quelli relativi al valore generale delle località caratteristiche (in
particolare, elemento non trascurabile, la riduzione del valore immobiliare delle
abitazioni situate nella zona).
E' chiaro che in presenza di un danno accertato, i cittadini saranno autorizzati a chiedere agli enti
responsabili un adeguato risarcimento. Sebbene sul piano legale la richiesta di risarcimento verrebbe
rivolta al diretto "colpevole" del danno, cioè la Ferriere Nord, ciò non annulla la responsabilità politica degli
enti pubblici che autorizzano il danneggiamento di ambienti naturali ed interessi economici (già presenti!)
sulla propria giurisdizione.
In conclusione, il Comitato sottopone la suddetta PETIZIONE, sottoscritta da PIU' DI 1000 PERSONE
residenti in Regione, e tutti gli elementi emersi in queste poche righe all'attenzione della REGIONE
FRIULI VENEZIA GIULIA, invitandola ad utilizzarli per esprimere parere negativo al progetto presentato
dall'ALPE ADRIA- ENERGIA SpA. Infine, una maggiore attenzione ai nuovi progetti relativi alla
costruzione di elettrodotti, e con particolare riguardo a quello in questione, anche a tutela dei diritti e degli
interessi dei cittadini e dell'ambiente, da parte dell'AMMINISTRAZIONE REGIONALE, è non solo
auspicabile, ma bensì assolutamente necessaria.