POR CALABRIA 2000/2006 - ASSE III – RISORSE UMANE MISURA 3.9 SVILUPPO DELLA COMPETITIVITÀ DELLE IMPRESE PUBBLICHE E PRIVATE CON PRIORITÀ ALLE PMI GESTIONE SOSTENIBILE DELLE RISORSE ENERGETICHE NEI SETTORI DELL’EDILIZIA E DEGLI IMPIANTI Modulo n°2 La dimensione energetica dello sviluppo sostenibile Unità Didattica: 2.4 LE FONTI ALTERNATIVE DI ENERGIA E LA SOSTENIBILITA’ DEI LORO IMPIEGHI A cura di Arch. Martino Milardi 1 LE FONTI RINNOVABILI SECONDO LA NORMATIVA ITALIANA «...il sole, il vento, le risorse idriche, le risorse geotermiche, le maree, il moto ondoso e la trasformazione in energia elettrica dei prodotti vegetali o dei rifiuti organici e inorganici...» D.L .16 marzo 1999, n.79, art. 2,15 energia mareomotrice ENERGIA IDROELETTRICA ENERGIA GEOTERMICA energia del moto ondoso energia talassotermica termica ENERGIA SOLARE fotovoltaica ENERGIA EOLICA Biogas Olii vegetali ENERGIA DA BIOMASSE Biodiesel Cippato TERMOVALORIZZAZIONE DI CDR ENERGIA IDROELETTRICA Si intende quel tipo di energia che sfrutta il movimento di masse di acqua per produrre energia cinetica e quindi, grazie ad un alternatore accoppiato ad una turbina, l'energia elettrica. Viene ricavata dal corso di fiumi e di laghi grazie alla creazione di dighe e di condotte forzate. ENERGIA MAREOMOTRICE È ricavata dagli spostamenti d'acqua causati dalle maree, che in alcune zone del pianeta raggiungono i 20 metri di ampiezza verticale ENERGIA GEOTERMICA È generata per mezzo di fonti geologiche di calore. La geotermia consiste nel convogliare i vapori provenienti dalle sorgenti d'acqua del sottosuolo verso apposite turbine adibite alla produzione di energia elettrica e riutilizzando il vapore acqueo per il riscaldamento, le coltivazioni in serra e il termalismo. BIOMASSA Sono costituite dalle sostanze di origine animale e vegetale, non fossili, che possono essere usate come combustibili per la produzione di energia. Alcune fonti come la legna non 2 necessitano di subire trattamenti altre come gli scarti vegetali o i rifiuti urbani devono essere processate in un digestore. - Biogas: Miscela di vari tipi di gas (per la maggior parte metano) prodotto dal fermentazione batterica in anaerobiosi (assenza di ossigeno) dei residui organici provenienti da rifiuti, vegetali in decomposizione, carcasse in putrescenza. - Biodiesel: È biocombustibile liquido, trasparente e di colore ambrato, ottenuto da olio vegetale (colza, girasole o altri). Non è un olio vegetale puro e semplice, bensì il risultato di un processo chimico a partire da questi o altri componenti biologici - Cippato: È legno ridotto in scaglie con dimensioni di alcuni millimetri, prodotto a partire da tronchi e ramaglie. Esistono coltivazioni legnose a corta rotazione destinate alla produzione di cippato pertanto si può considerare come fonte di energia rinnovabile. TERMOVALORIZZAZIONE DEI CDR L’energia viene prodotta dalla combustione di rifiuti solidi urbani. Poiché questi sono prodotti anche con materie prime fossili o prodotti sintetici non biodegradabili viene da alcuni considerata una fonte energetica non rinnovabile 1 Arriva il Rifiuto I rifiuti conferiti all'impianto vengono scaricati in una vasca dalla quale un sistema di aspirazione impedisce l'uscita di cattivi odori. I rifiuti vengono quindi depositati da una gru sul forno a griglia mobile, dove inizia la combustione. 4 Il vapore I fumi caldi generati dalla combustione portano in ebollizione una caldaia che produce vapore. 5 L'energia Il vapore prodotto nella caldaia viene trasformato in energia elettrica, per mezzo di una turbina, e l'energia generata è quindi immessa nella rete elettrica nazionale Trattamento dei fumi 6 I fumi, vengono convogliati in un sistema di trattamento a più stadi che sottrae loro le ceneri volanti e riduce le altre sostanze in esse contenute. S Controllo delle emissioni Le principali emissioni gassose sono costantemente controllate e regolate automaticamente. Eventuali scostamenti dai valori consentiti sono immediatamente segnalati da allarmi che portano alla fermata parziale o totale dell'impianto. S Riduzione delle sostanze inquinanti Le sostanze inquinanti vengono ridotte già in fase di combustione, mediante il controllo di temperatura e aria di combustione, si contiene la formazione di ossido di carbonio e altri incombusti. Immettendo urea si abbatte il livello degli ossidi di azoto 2 La combustione I rifiuti vengono rivoltati in continuazione sulla griglia in movimento. Una corrente d'aria forzata tiene viva la combustione 3 L'estrazione delle scorie Le sostanze più pesanti che "resistono" alla combustione (ad esempio i minerali come il ferro,l'acciaio,ecc.), cadono in una vasca piena di acqua, posta al di sotto della griglia. Qui raffredddate, vengono estratte ed inviate in discariche. 7 L'inertizzazione Le ceneri volanti prodotte dalla combustione vengono inviata all'inertizzatore che, mescolandole a cemento ed acqua, ne modifica la composizione chimica. Le ceneri vengono cosi trasformate in materiale solido inerte, sarà trasportato in discarica. 3 L’ENERGIA EOLICA Una turbina eolica in grado di utilizzare una forza del vento che va da 3 m/s a 30 m/s può produrre mediamente 860 kWh all'anno per ogni m2 di corrente d'aria intercettata, un rotore eolico può avere una potenza nominale di 0,3-0,5 kW/m2 , EOLICO: I COMPONENTI DELLE MACCHINE ROTORE: I rotori degli attuali aerogeneratori hanno due o tre pale. I rotori a due pale sono meno costosi e girano a velocità più elevate, mentre quelli a tre pale presentano migliori proprietà dinamiche, poiché forniscono una coppia motrice più uniforme, e hanno una resa energetica leggermente superiore NAVICELLA (O GONDOLA): È l’elemento, montato alla sommità della torre, a cui è collegato il rotore e che contiene al suo interno il moltiplicatore di giri (non necessariamente), il generatore di corrente, il sistema di controllo ed il sistema di imbardata. MOZZO OSCILLANTE: Consente al rotore di oscillare di alcuni gradi perpendicolarmente al piano di rotazione. Questo grado di libertà riduce gli sforzi al piede della pala dovuti alle raffiche, allo strato limite e all'effetto torre. TRASMISSIONE DEL MOTO: La trasmissione del moto dal rotore al generatore elettrico avviene attraverso un moltiplicatore di giri il cui rapporto è, in genere, tanto più elevato quanto maggiore è il diametro del rotore. SISTEMI DI GENERAZIONE: È possibile accoppiare all'aeromotore un generatore a corrente continua o un generatore a corrente alternata a seconda delle esigenze dell'utenza da alimentare. REGOLAZIONE DELL’ALLINEAMENTO DEL ROTORE: E' importante mantenere nel tempo un allineamento quanto più continuo possibile tra l'asse del rotore e la direzione del vento per garantire la massima producibilità della macchina. Nei piccoli aerogeneratori è frequente, con rotori sopravvento, l'impiego di una semplice pinna direzionale; con rotori sottovento, si tende spesso a realizzare un auto-orientamento spontaneo di tipo aerodinamico. 4 QUADRI DI CONTROLLO: Il controllo si realizza mediante apparati più o meno sofisticati che misurano la tensione, l'intensità e la frequenza della corrente, l'energia prodotta dal generatore, il fattore di potenza. Tali dispositivi controllano il funzionamento della macchina, la proteggono, la mettono in parallelo con la rete, la staccano dalla stessa in caso di guasto o la fermano in caso di eccessiva velocità del vento. TRASFORMATORE: È quell'elemento che si interpone tra la centrale e la rete elettrica; ha la funzione di variare la tensione della corrente in uscita dall'alternatore, in particolare di portare la corrente dalla tensione di uscita del generatore a quella della linea elettrica. TORRE: Le macchine possono differire anche per il tipo di torre, che può essere tubolare, a traliccio o a palo strillato. FONDAZIONI: Alla base della torre sono necessarie, delle fondazioni, cioè delle strutture che trasferiscono a terra i carichi che agiscono sulla macchina eolica: peso proprio, spinta del vento ed azioni sismiche. DIMENSIONE MACCHINE POTENZA DIAMETRO ROTORE ALTEZZA MOZZO Piccola taglia 5-100 kW 3-20 metri 10-20 metri Media taglia 100-800 kW 25-50 metri 25-50 metri Grande taglia 800-2500 kW 55-70 metri 60-80 metri IL SOLARE TERMICO COLLETTORE: Viene esposto alla luce solare e installato sulle falde del tetto o su appositi supporti, in giardino o sulle terrazze ASSORBITORE: Ha la funzione di assorbire la radiazione solare incidente e di trasformarla in calore; normalmente è realizzato da una piastra di metallo termicamente conduttivo, solitamente il rame, verniciato o trattato per essere completamente opaco alla luce (nero). LIQUIDO VETTORE: Il calore sviluppato nell'assorbitore, viene trasferito ad un liquido vettore che fluisce in appositi tubi di rame posti a contatto con lo stesso. VETRO POSTO DI FRONTE ALL’ASSORBITORE: Ha lo scopo di mantenere intrappolato il calore all'interno permettendo nel contempo l'esposizione alla luce dell'assorbitore. Nei moderni collettori l' assorbitore non e' semplicemente verniciato ma è trattato da un cosiddetto 5 strato selettivo che determina un alto grado di assorbimento unito ad una bassissima emissività della radiazione termica COIBENTAZIONE LATERALE E POSTERIORE ALL’ASSORBITORE: Ha lo scopo limitare il più possibile la dispersione di calore. ACCUMULATORE: Rappresentabile come un grosso serbatoio di acqua coibentato che ha lo scopo di immagazzinare il calore ceduto dai collettori. IL SOLARE TERMICO: LE TECNOLOGIE AD ALTA TEMPERATURA Si realizzano attraverso l'utilizzo di concentratori solari parabolici lineari o puntuali, che sono in grado di raccogliere l'energia solare di un'ampia superficie e di concentrarla in uno spazio relativamente ridotto, al fine di aumentarne considerevolmente la temperatura. A MEDIA TEMPERATURA A BASSA TEMPERATURA Utilizzabile con successo per la produzione di calore per il riscaldamento dell'acqua sanitaria e per il riscaldamento di ambienti: - tecnologia semplice e collaudata, - ampia disponibilità sul mercato di prodotti affidabili ed economici, - semplicità di installazione e manutenzione. L’ORIENTAMENTO E INCLINAZIONE ORIENTAMENTO INCLINAZIONE RISULTATO SUD 30° SITUAZIONE OTTIMALE – RENDIMENTO MASSIMO SU BASE ANNUALE SUD 10-20° OVEST 0° (PANNELLO PIANO) RISULTATI MIGLIORI NELLO sfruttamento dei pannelli solari termici piani ECCESSIVA ROTAZIONE A OVEST 0° (PANNELLO PIANO) impianto che funziona molto male in inverno SUD < 60° IMPIANTI PROGETTATI PER INTEGRARE ANCHE IL RISCALDAMENTO – COSTANZA DELLA RADIAZIONE D’ESTATE ED INVERNO 6 SOLARE TERMICO: IMPIANTI A CIRCOLAZIONE NATURALE L’acqua riscaldata nel pannello solare si espande e sale nel serbatoio d’accumulo, venendo sostituita dall’acqua fredda che scende nel serbatoio. 1. Il serbatoio coibentato accumula il calore necessario 2. Il calore viene trasportato dal fluido vettore fino al serbatoio attraverso un circuito specifico, il fluido non viene mai a contatto con l’acqua sanitaria. 3. Il fluido nei pannelli, riscaldandosi con le radiazioni solari, diventa più leggero e sale nel serbatoio dove trasferisce il suo calore all’acqua sanitaria attraverso le pareti metalliche di uno scambiatore, perdendo calore il fluido si raffredda e torna verso il basso. SOLARE TERMICO: IMPIANTI A CIRCOLAZIONE FORZATA E’ necessario installare un sistema a circolazione forzata laddove il serbatoio di accumulo dell'acqua non può essere posizionato ad un livello più alto rispetto ai pannelli solari 1. Con il sole la temperatura del fluido in uscita dai collettori supera quella del bollitore e la centralina attiva la pompa che mette in circolo il fluido termovettore trasferendo il calore dai collettori all'acqua nel bollitore 2. Se il calore solare non è sufficiente la pompa si spegne per riaccendersi in condizioni più favorevoli, al tramonto il fluido all'uscita dei collettori si raffredda e la pompa si immagazzinata ferma. nel L'acqua boiler calda rimane in temperatura disponibile all'utenza per alcuni giorni. 7 I VANTAGGI AMBIENTALI DEL IL SOLARE TERMICO Per quantificare tali vantaggi è possibile valutare la quantità di biossido di carbonio (CO2) emessa nell’atmosfera dai diversi modi comunemente utilizzati per produrre acqua calda (scaldabagno elettrico, caldaia a metano, pannelli solari). Per produrre l’acqua calda necessaria al proprio fabbisogno, una famiglia di 4 persone con uno scaldabagno elettrico utilizza circa 7,7 kWh elettrici al giorno. Per produrre 1kWh con una centrale termoelettrica si emettono circa 0,7 kg di CO2, uno scaldabagno è, quindi, responsabile di circa 5,4 kg di CO2 ogni giorno. Una caldaia a metano utilizza circa 0,9 metri cubi di combustibile al giorno per famiglia. Poiché nella combustione di metano si producono circa 1,96 kg di CO2 ogni metro cubo, l’emissione giornaliera è pari a 1.77kg di CO2. Con i pannelli solari non si ha nessuna emissione di CO2 né di altri inquinanti atmosferici come le polveri, gli ossidi di azoto e ossidi di zolfo. In ogni caso i pannelli possono essere usati anche ad integrazione della caldaia gas o dello scaldabagno con riduzioni delle emissioni del 60%. IL FOTOVOLTAICO La conversione della radiazione solare in energia elettrica avviene nella cella fotovoltaica. Essa è costituita da una sottile fetta di un materiale semiconduttore, molto spesso silicio. Quando un fotone (RAGGIO DI SOLE) dotato di sufficiente energia viene assorbito nella cella, nel materiale semiconduttore di cui essa è costituita si crea una coppia di cariche elettriche di segno opposto, un "elettrone" (cioè una carica di segno negativo) ed una "lacuna" (carica positiva). Si dice allora che queste cariche sono "disponibili per la conduzione di elettricità". Per generare effettivamente una corrente elettrica è necessaria una differenza di potenziale, e questa viene creata grazie all’introduzione di piccole quantità di impurità nel materiale che costituisce le celle. Queste impurità, chiamate anche "droganti", sono in grado di modificare profondamente le proprietà elettriche del semiconduttore: Atomi di Fosforo: Si ottiene la formazione di silicio di tipo "n", caratterizzato da una densità di elettroni liberi (cariche negative) più alta di quella presente nel silicio normale (intrinseco). Atomi di Boro: porta al silicio di tipo "p" in cui le cariche libere in eccesso sulla norma sono di segno positivo. 8 L’EFFETTO FOTOVOLTAICO Una cella fotovoltaica richiede il diretto contatto, su una grande superficie, di due strati di silicio p ed n. Nella zona di contatto tra i due tipi di silicio, detta "giunzione p-n", si ha la formazione di un forte campo elettrico. Le cariche elettriche positive e negative generate, per effetto fotovoltaico, dal bombardamento dei fotoni costituenti la luce solare, nelle vicinanze della giunzione vengono separate dal campo elettrico. Tali cariche danno luogo a una circolazione di corrente quando il dispositivo viene connesso ad un carico. La corrente è tanto maggiore quanto maggiore è la quantità di luce incidente. GIUNZIONE P- N IL MODULO FOTOVOLTAICO Le celle solari costituiscono un prodotto intermedio dell’industria fotovoltaica: forniscono valori di tensione e corrente limitati in rapporto a quelli normalmente richiesti dagli apparecchi utilizzatori, sono estremamente fragili, elettricamente non isolate, prive di supporto meccanico. Esse vengono, quindi, assemblate in modo opportuno a costituire un’unica struttura: il modulo fotovoltaico. Il processo di fabbricazione dei moduli fotovoltaici 1. Connessione Elettrica: Consiste nel collegare in serie-parallelo le singole celle per ottenere i valori di tensione e di corrente desiderati. 2. Incapsulamento: Consiste nell’inglobare le celle fotovoltaiche tra una lastra di vetro e una di plastica, tramite laminazione a caldo di materiale polimerico. L’incapsulamento, protegge le celle, deve essere: - totalmente trasparente alla radiazione solare; - stabile ai raggi ultravioletti e alla temperatura; 9 - deve possedere capacità autopulenti; - consentire di mantenere bassa la temperatura delle celle. - La vita di una cella solare è infinita; è pertanto la durata dell’incapsulamento a determinare la durata di vita del modulo, oggi stimabile in 25-30 anni 3. Montaggio della cornice e della scatola di giunzione: Il montaggio della cornice conferisce al modulo maggiore robustezza e ne consente l’ancoraggio alle strutture di sostegno. L’efficienza della cella La cella può utilizzare solo una parte dell’energia della radiazione solare incidente. L’energia sfruttabile dipende dalle caratteristiche del materiale di cui è costituita la cella: l'efficienza di conversione, intesa come percentuale di energia luminosa trasformata in energia elettrica disponibile per celle commerciali al silicio è in genere compresa tra il 12% e il 17%. LE CAUSE DI INEFFICIENZA: 1. non tutti i fotoni posseggono una energia sufficiente a generare una coppia elettrone-lacuna; 2. l’eccesso di energia dei fotoni non genera corrente ma viene dissipata in calore all’interno della cella; 3. non tutti i fotoni penetrano all’interno della cella, in parte vengono riflessi; 4. solo una parte dell’energia acquisita dall’elettrone viene trasformata in energia elettrica; 5. non tutte le coppie elettrone-lacuna generate vengono separate dal campo elettrico di giunzione, una parte si ricombina all’interno della cella; 6. la corrente generata è soggetta e perdite conseguenti alla presenza di resistenze serie. L’EFFICIENZA DEI MODULI EFFICIENZA DI CONVERSIONE SILICIO MONOCRISTALLINO 13 - 14% SILICIO POLICRISTALLINO 12% SILICIO AMORFO 7 - 8% 10