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Società Italiana di Fitochimica
e delle Scienze delle Piante
Medicinali, Alimentari e da Profumo
WORKSHOP
ESSENZE AROMATICHE:
VIZI e VIRTU’ del loro USO in TERAPIA
PROGRAMMA & ABSTRACTS
14 Ottobre 2016
Salone degli Affreschi, Palazzo Ateneo
Università degli Studi di Bari Aldo Moro, Bari
Società Italiana di Fitochimica
e delle Scienze delle Piante
Medicinali, Alimentari e da Profumo
La S.I.F.- Società Italiana di Fitochimica e delle scienze delle piante medicinali, alimentari e da
profumo – costituita nel 1981, è una associazione di diritto privato, senza fini di lucro.
Il suo scopo è promuovere la conoscenza del mondo vegetale con una visione interdisciplinare
di cui fanno parte ricercatori esperti in ambito botanico, agronomico, fitochimico, biochimico,
farmacognostico, farmacologico, tossicologico, alimentare, cosmetico, ecologico, tecnologicofarmaceutico.
Intende in particolare:
favorire e incrementare la ricerca scientifica in tutti i campi menzionati;
divulgare tra i soci le conoscenze scientifiche acquisite, stimolando fra essi sia lo scambio di
notizie sia la collaborazione e cooperazione nella ricerca;
intrattenere le relazioni con altre società scientifiche e centri di studio europei ed
extraeuropei che abbiano analoghi scopi;
divulgare l'importanza delle Scienze delle Piante Medicinali, Alimentari e da Profumo.
Una attività importante svolta dalla SIF è la Scuola di Fitochimica “Paolo Ceccherelli” istituita nel
1981 che costituisce una opportunità offerta ai giovani ricercatori che operano nel campo delle
discipline di tipo fitochimico.
Gli argomenti oggetto della Scuola costituiscono un approfondimento delle varie classi di
sostanze naturali di cui vengono trattati aspetti concernenti biosintesi, nomenclatura,
distribuzione, separazione, sintesi, attività biologica, impieghi, sulla base di lezioni tenute da
ricercatori invitati e di discussioni collegiali
CARICHE SOCIALI TRIENNIO 2016/2018
Presidente
Prof.ssa Anna Rita Bilia
Vice Presidente
Prof.ssa Luisa Pistelli
Consiglio Direttivo
Prof.ssa Pinarosa Avato
Prof.ssa Angela Bisio
Prof.ssa Rosy Caniato
Prof.ssa Filomena Conforti
Prof.ssa Nuziatina De Tommasi
Prof.ssa Maria Carla Marcotullio
Prof. Giorgio Pintore
Dr. Alessandro Venditti
Presidente uscente
Prof. Massimo Curini
Soci Onorari
1991 Prof. Giovanni Battista Marini Bettolo†
2002 Prof. Gian Mario Nano
2014 Prof. Franco Francesco Vincieri
http://users.unimi.it/phytosif
Sede Legale
Via Francesco Ferrucci n. 2 20145 Milano
C.F. 97012550154
Segreteria
Elisabetta Monni
Fraz. Sfogliata 3/a 27040 Mornico Losana (PV)
338 8666249 – 333 7571104
[email protected]
Presidenza
Prof.ssa Bilia Anna Rita
Dipartimento di Chimica “Ugo Schiff”
Università degli Studi di Firenze
Via Ugo Schiff, 6 50019 Firenze
055 4573708 [email protected]
WORKSHOP
COMITATO SCIENTIFICO
P. Avato – Università di Bari
A. R. Bilia - Università di Firenze
A. Bisio - Università di Genova
R. Caniato – Università di Padova
F. Conforti – Università della Calabria
M. Curini - Università di Perugia
N. De Tommasi – Università di Salerno
M. Marcotullio - Università di Perugia
G. Pintore - Università di Sassari
L. Pistelli - Università di Pisa
A. Venditti - Università di Roma
COMITATO ORGANIZZATORE
Pinarosa Avato, Maria Pia Argentieri, Francesco Racaniello
SEGRETERIA AMMINISTRATIVA
Elisabetta Monni, [email protected]
Programma
9.00-10.00 REGISTRAZIONE PARTECIPANTI
10.00-10.30 APERTURA dei LAVORI e SALUTI di BENVENUTO
I Sessione – Chairperson, Prof.ssa Pinarosa Avato
10.30-10.50 Basi razionali dell’aromaterapia. Prof. Giacinto Bagetta, Università della
Calabria, Rende, CS
10.50-11.10 Aromaterapia: aspetti regolatori e qualità. Prof.ssa Anna Rita Bilia,
Università degli Studi di Firenze, Sesto Fiorentino, FI
11.10-11.30 Sicurezza d’impiego degli oli essenziali. Dott.ssa Annabella Vitalone,
Università La Sapienza, Roma
11.30-11.50 Importanza della composizione stereoisomerica in fragranze naturali. Prof.
Stefano Serra, CNR-ICRM, Milano
11.50-12.10 Curcumin - fennel essential oil: from nature to therapy of symptoms in
irritable bowel syndrome. A multicenter italian clinical study. Dott. Agostino
Di Ciaula, Ospedale di Bisceglie-Medicina Interna, ASL BAT
12.10-14.00 COLAZIONE di LAVORO
II Sessione – Chairperson, Prof.ssa Anna Rita Bilia
14.00-14.20 Reazioni cutanee da contatto con piante. Prof.ssa Caterina Foti,
Università degli Studi di Bari Aldo Moro, Bari
14.20-14.40 Interazione tra composti volatili e canali TRPs. Prof. Orazio Taglialatela
Scafati, Università di Napoli Federico II, Napoli
14.40-15.00 Approccio nanotecnologico nella formulazione degli oli essenziali:
un'opportunità per migliorare la loro stabilità ed efficacia terapeutica.
Prof.ssa Maria Camilla Bergonzi, Università degli Studi di Firenze, Sesto
Fiorentino, FI
15.00-15.20 Caratterizzazione neurofarmacologica dell’olio essenziale di bergamotto:
un caso di studio. Prof. Luigi Morrone, Università della Calabria, Rende,
CS
15.20-15.40 Potenziali effetti genotossici degli oli essenziali. Dott.ssa Antonella Di
Sotto, Università La Sapienza, Roma
15.40-16.00 Attività sinergica tra antimicrobici ed oli essenziali. Prof.ssa Filomena
Corbo, Università degli Studi di Bari Aldo Moro, Bari
16.00-16.20 Dalla pianta all’uso terapeutico degli oli essenziali. Dott.ssa Maria Pia
Argentieri, Università degli Studi di Bari Aldo Moro, Bari
16.20-17.00 CHIUSURA dei LAVORI
ABSTRACTS
GIACINTO BAGETTA
Degree in Medicine and Surgery (cum laude) since 1983. Consultant in Pharmacology since 1987 and
Full Professor of Pharmacology since 1994 at the University of Cagliari. Full professor at the
Department of Pharmacy, Health Science and Nutrition, University of Calabria since 1995 and Head of
Department for the period 1996-2001. Author of more than 400 publications: more than 180 full papers
(see Scopus) in internationally indexed journals (> 5000 citations, h-index 39 for Google Scholar and >
4300 citations and h-index 34 for Scopus and ISI web of knowledge; Top Italian Scientist and Top Ten
Scientist of the University of Calabria established by Via-Academy), 25 book chapters, and more than
250 abstracts of communications in national and international meetings. Giacinto Bagetta is a member
of the Italian Societies of Pharmacology, Neuroscience and former member of the Italian Association of
Immunopharmacology, British Pharmacological Society, and International Society for Neurochemistry.
Member of the Editorial Board of high impact factor journals like Current Opinion in Pharmacology and
past member of the Editorial Board of Journal Neurochemistry, Journal of Neuroscience Methods, and
Journal of Chemotherapy. Referee for prestigious, internationally recognized, scientific journals and
research funding agencies such as The Wellcome Trust (UK), The National Council for Research (CNR,
Italy), The Italian Space Agency (ASI), and the Ministry of Scientific Research of the Austrian
Government; Member of the National Health Research Committee at the Ministry of Health since 1996
and with right of vote from May 2004 to December 2010. Expert member in Pharmacology for Ethic
committees at regional hospitals and Italian Institutes for Clinical Research (IRCCS) since 1996 through
2013. Member of the Department of Pharmacy, Health Science and Nutrition subcommittee (Giunta)
since 2013 through 2018. Since March 2016 through 2019 he is expert member of the Committee for
Veterinary Medicines at the Ministry of Health (Rome).
RATIONAL BASIS FOR AROMATHERAPY
Giacinto Bagetta
Department of Pharmacy, Health Science and Nutrition, Section of Preclinical and Translational Pharmacology, University of
Calabria, 87036 Rende (CS), Italy; [email protected]; http://gbagetta.jimdo.com
The essential oil (EO) of bergamot is used in aromatherapy to minimize stress-induced anxiety, mood
disorders and chronic pain. Preclinical data show that for systemic administration bergamot EO is
endowed with behavioural and EEG effects being a functional reflection of the phytocomplex interfering
with fundamental synaptic processes (Morrone et al., 2007, Pharmacol. Res. 55, 255-262) and plasticity
(see Bagetta et al., 2010, Fitoterapia 81, 453 – 461). Peripheral nerve damage causes neuropathic pain
manifested by hyperalgesia and allodynia and bergamot EO has been shown to be effective in
controlling neuropathic pain (Katsuyama et al., 2015, Biomed. Res. 36, 47-54; see Rombolà et al., 2016,
Mini-Rev. Med. Chem. 1[9]:721-728). In fact, it attenuates mechanical allodynia in the spinal nerve
ligation model of neuropathic pain in mice as well as in the partial sciatic nerve injury model. Quite
importantly, neuropathic pain is often resistant to opioids and neither systemic nor intrathecal morphine
is effective. Interestingly, in neuropathic mice, intraplantar injection of very low doses of morphine
induces a dose-dependent analgesic effect when combined with inactive doses of bergamot EO or
linalool, an ingredient of the essential oil. The latter effect originates from interactions with primary
afferent neurons and is important since unwanted side effects in the CNS are avoided. Collectively, the
preclinical data gathered so far form the rational basis for translation of EO of bergamot in pain trials.
ANNA RITA BILIA
Prof. Dr. Anna Rita Bilia è professore associato presso il Dipartimento di Chimica dell'Università di
Firenze e dal 2006 è direttore del Corso di Specializzazione Post-laurea di Farmacia Ospedaliera.
Laureata in Farmacia con il massimo dei voti (cum laude) nel 1988, ha un dottorato di ricerca in Scienze
Chimiche, sezione Chimica Organica ottenuto nel 1992, e due specializzazioni post-laurea (cum laude)
“Scienza e della Tecnologia delle piante officinali” conseguito presso l’Università di Pisa e “Farmacia
Ospedaliera” conseguita presso l’Università di Milano. Alla fine del 1997, ha ottenuto una posizione
permanente (Ricercatore Universitario) presso il Dipartimento di Scienze Farmaceutiche di Firenze.
Premi: Nel 1995 ha ottenuto il premio nazionale "Claudio Redaelli" per i migliori giovani ricercatori nel
campo della fitochimica e nel 2002 ha ottenuto il premio internazionale "Egon Stahl Medal" quale
migliore ricercatore di età inferiore ai 40 anni, che lavorava nel settore dei prodotti naturali.
Tra le sue cariche internazionali si ricorda: esperto della Farmacopea europea e membro del gruppo di
TCM, membro del Comitato consultivo europeo Pfizer online, membro del direttivo dal 2006 della
società scientifica internazionale Gesellschaft für Arzneipflanzenforschung (GA), vice-presidente eletto
della società per il 2014-2015 e dal 2016 presidente eletto della GA. Dal 1997 è delegato italiano del
direttivo e membro del comitato scientifico della cooperazione scientifica europea sulla Fitoterapia,
European Scientific Cooperative on Phytotherapy (ESCOP). Incarichi nazionali: dal 2013 è presidente
della Società Italiana di Fitochimica e delle Scienze delle Piante Medicinali, Alimentari e da Profumo
(SIF). Membro del Consiglio Direttivo dell 'Associazione dei Ricercatori della farmaceutica Tecnologia e
Legislazione
(ADRITELF)
dal
2007
al
2015.
AROMATERAPIA: ASPETTI REGOLATORI E QUALITÀ
Anna Rita Bilia
Dipartimento di Chimica “Ugo Schiff”, via Ugo Schiff 6, 50019, Sesto Fiorentino , Firenze
In commercio si trovano diverse categorie merceologiche di prodotti che contengono olii essenziali. Gli olii
essenziali puri sono in genere venduti come profumi per ambiente, o ingredienti per produrre detersivi profumati,
per preparare repellenti naturali per mosche, zanzare e altri parassiti sia per uso domestico che in campo
agricolo, come aromatizzanti alimentari, nell’industria cosmetica. Sul mercato sono anche presenti dispositivi
medici ed integratori contenenti olii essenziali, e un numero limitato di medicinali come fiale contenenti miscele di
olii essenziali per suffumigi e frizioni toraciche, o altri come alcool canforato impiegato come rubefacente e
analgesico, nel trattamento di nevralgie leggere, dolori articolari e muscolari, gotta, irritazioni e pruriti cutanei, o
come antisettico. Di conseguenza, la maggior parte degli olii essenziali è venduta come prodotti chimico, e come
tale soggetto a libera vendita, ma in accordo alla normativa comunitaria sulle sostanze chimiche e sulla loro
utilizzazione sicura redatta dalla European Chemical Agency (ECHA, https://echa.europa.eu ), entrata in vigore
nel 2007, il cui acronimo è REACH (Registration, Evaluation, Authorisation and Restriction of Chemicals). Tali
sostanze devono essere provviste di idonee etichette, dei simboli di pericolo e delle indicazioni di sicurezza
adatti. Anche nel caso gli olii essenziali rappresentino ingredienti di cosmetici, detergenti e alimenti, sono
considerati prodotti chimici ma con regolamenti peculiari dei diversi settori specifici. In particolare per quanto
riguarda l’uso di olii essenziali come sostanze aromatizzanti negli alimenti esiste una lista europea di (Annesso I
della normativa quadro 1334/2008 e Regolamento EU 872/2012) in continua revisione. Se rappresentano
ingredienti di cosmetici esiste una regolamentazione europea (Regulation 1223/2009, Directive 76/768/EEC,
Decision 2006/257/EC), di cui esiste un database della commissione europea, il CosIng
(https://ec.europa.eu/growth/sectors/cosmetics/cosing). Nel caso il prodotto contenente olii essenziali sia un
biocida (disinfettanti, repellenti, insetticidi, preservanti, in accordo all’art. 3 del regolamento UE n. 528/2012) i
principi attivi devono essere stati approvati ed inseriti nella lista positiva per il tipo di prodotto corrispondente. Nel
caso gli olii essenziali siano impiegati come ingredienti in dispositivi medici, in accordo alla vigente legislazione
europea, non è possibile dichiarare in etichetta una azione farmacologica degli stessi
(http://ec.europa.eu/growth/sectors/medical-devices/regulatory-framework/). Gli olii essenziali possono anche
essere utilizzati come ingredienti di integratori alimentari e come tali prima della commercializzazione devono
ricevere una notifica dal Ministero della Salute (Decreto ministeriale 9 luglio 2012 sulla ”Disciplina dell’impiego
negli integratori alimentari di sostanze e preparati vegetali”). Inoltre con il Decreto 27 marzo 2014 gli ingredienti
botanici da impiegare (inclusi gli oli essenziali) sono riportati in due liste, l’allegato 1 che mantiene la lista italiana
(con le indicazioni di riferimento per gli effetti fisiologici definite dalle linee guida ministeriali, che non costituiscono
parte integrante del DM 9 luglio 2012) e l’allegato 1 bis che include la lista BELFRIT rappresentano entrambe
l’elenco
delle
piante
utilizzabili
(http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?id=1424&area=Alimenti%20particolari%20e%20integratori&menu=
integratori). Un limitato numero di medicamenti contengono olii essenziali, dove possono anche avere funzione di
enhancer di penetrazione se si tratta di formulazioni per uso dermatologico. Solo per i medicamenti è possibile
dichiarare una attività terapeutica. In particolare il comitato per i fitoterapici (HPMC) dell’ EMA ha prodotto diverse
monografie
di
olii
essenziali
denominate
European
Union
Herbal
Monographs
(http://www.ema.europa.eu/ema/index.jsp?curl=pages/medicines/landing/herbal_search.jsp&mid=WC0b01ac058
001fa1d) che descrivono il parere scientifico dell’HMPC sulla composizione, l’utilizzo, le finalità d’impiego, le
modalità d’azione e le condizioni per un impiego sicuro, incluso gli eventuali effetti collaterali e le possibili
interazioni con altri medicinali. La qualità di questi olii impiegati in campo terapeutico deve essere conforme a
quella riportata nelle specifiche monografie della Farmacopea Europea.
ANNABELLA VITALONE
Annabella Vitalone, presso l’Università di Roma “la Sapienza”, si è laureata in Farmacia (con lode)
(1996), ha conseguito il titolo di Dottore in ricerca in Farmacologia, Farmacognosia e Tossicologia
(2003) ed è specializzata in Farmacologia (2006). Ha lavorato come Visiting Scientist presso il Dept. of
Environmental and Occupational Health Sciences dell’Università di Washington a Seattle, WA (20002002), è stata Assegnista presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Bari (2004-2005) e
dell’Università di Parma (2006-2007). Dal 1 novembre 2007 prende servizio come Ricercatore a tempo
indeterminato nel SSD BIO/15 (oggi BIO14) presso il Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia “V.
Erspamer” della Sapienza; il 6/2/2014 ha conseguito l’abilitazione scientifica nazionale a Professore di
seconda fascia. Dal 2003, ha svolto attività didattica di Fitoterapia, Farmacognosia, Farmacologia e
Tossicologia per gli studenti di Medicina e Chirurgia, Farmacia, Scienze Farmaceutiche Applicate,
Biotecnologie Farmaceutiche e nell’ambito di Progetti esecutivi coordinati e sponsorizzati dal Ministero
del Lavoro e delle Politiche Sociali (Fondo Sociale Europeo). Attualmente è professore aggregato
presso la Facoltà di Farmacia e Medicina nel Corso di Laurea in Farmacia ed in quello di Scienze
Farmaceutiche Applicate dell’Università di Roma Sapienza. Tra i vari premi e riconoscimenti ricevuti, si
ricorda che la Dr.ssa Vitalone ha ricevuto borse di studio dalla Società Italiana di Farmacologia (2001) e
dalla Società Italiana di Tossicologia (2007); ha visto finanziati diversi progetti tra cui: Progetto Giovani
Ricercatori, dal Ministero dell’Università e della Ricerca (2002); progetto di Facoltà (2008); progetto
FARI (2011); Ricerca Scientifica Sapienza (2014); è stata premiata come migliore scienziato italiano
dalla Société de Pharmacie de la Méditerranée Latine, Marsiglia- France (2008); è stata revisore dei
conti della Società Italiana di Farmacognosia (2010-2013); è Segretario nel Consiglio di Corso di Studio
in Scienze Farmaceutiche Applicate della Facoltà di Farmacia e Medicina (2012-presente); è
componente della Commissione Aule/Orari per tutti i corsi della ex Facoltà di Farmacia (2008-presente);
è responsabile U-GOV e VQR-select per il Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia (2012-presente); è
componente del Gruppo di Lavoro in Farmacognosia e Fitoterapia della Società Italiana di
Farmacologia (2012-presente). E’ revisore di lavori scientifici per diverse riviste internazionali (e.g.
Natural Product Research, Neurotoxicology, Phytotherapy Research, Planta Medica, African Journal of
Biotechnology, Journal of Ethnopharmacology, BMC Complementary and Alternative Medicine) e fa
parte dell’Editorial board del Journal of Case Reports and Studies. E’ autrice di oltre 40 pubblicazioni
internazionali e nazionali, ha presentato contributi a numerosi congressi nazionali ed internazionali, ha
partecipato attivamente nell’ambito della Fitosorveglianza alla redazione/aggiornamento di alcuni siti
istituzionali di enti (ISS) e società scientifiche (SIF, SIPHAR) e ha contribuito alla stesura ed alla
traduzione di diversi libri. La ricerca di Annabella Vitalone è attualmente rivolta a studi farmacognostici
relativi alla sicurezza d’impiego ed agli effetti farmacologici di piante medicinali e prodotti vegetali
ampiamente utilizzati e/o sospetti responsabili di reazioni avverse. In parallelo sono stati condotti studi
monocentrici di prevalenza d’uso ed indagini conoscitive dei prodotti contenenti piante medicinali da
parte di specifiche popolazioni (i.e., donne in gravidanza, allattamento, popolazioni di studenti). A
completare lo studio del profilo della sicurezza d’impiego di prodotti contenenti piante medicinali, sono
state condotte delle rassegne scientifiche (epatotossicità e multidrug-resistance da tè verde; ipertrofia
prostatica benigna trattata con piante medicinali), manoscritti (sospette reazioni avverse da piante
medicinali utilizzate come lassativi, a scopo dimagrante, ecc.) e capitoli di libri (fitovigilanza,
cosmetovigilanza) su argomenti di grande attualità.
SICUREZZA D’IMPIEGO DEGLI OLI ESSENZIALI
Annabella Vitalone
Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia “V. Erspamer”, Sapienza Università di Roma
Gli oli essenziali (O.E.) sono prodotti odorosi costituiti da miscele complesse di sostanze organiche ottenute da materie
prime vegetali. Attualmente sono utilizzati in diversi ambiti tra cui il settore alimentare, cosmetico, nell’aromaterapia, in
prodotti per la casa (e.g., detersivi, profumatori per ambiente). In campo “salutistico” vengono spesso impiegati per le loro
proprietà espettoranti, bechiche, antimicrobiche (antibatteriche, antivirali, antimicotiche) [1]. Tuttavia, più recentemente, ci si
è accorti di come diversi fattori possono compromettere la loro sicurezza. Esiste innanzitutto una tossicità intrinseca, tale
che per alcune sostanze (e.g., anisolo, eugenolo, farnesolo, geraniolo, d-limonene) è stata eliminata o ridotta la presenza nei
cosmetici [2]. Molte fragranze contenute negli O.E. sono considerate, infatti, quali noti allergeni per l’uomo e sono spesso
responsabili di processi di sensibilizzazione che si verificano sempre più frequentemente nei bambini. Nell’uomo, gli effetti
più comuni si presentano a livello cutaneo, quelli di tipo irritativo (rash, eczemi, orticaria) sono generalmente ascrivibili alla
presenza di citrale, cinnamati, mentolo, vanillina; anormalità nella pigmentazione cutanea (soprattutto a livello del collo e del
volto) sono state associate all’olio di geranio, di sandalo e di ylang-ylang; reazioni fototossiche (eritemi seguiti da
iperpigmentazione), sebbene più rare, si presentano a seguito di esposizione a essenze contenenti psoraleni. Tra le piante
contenenti oli essenziali considerate più fototossiche vi sono Ficus carica (fico), Citrus bergamia (bergamotto) ed oli ricavati
da altre specie del genere Citrus [3]. Va inoltre ricordato che gli O.E. possono essere responsabili anche di altre reazioni
avverse, come quelle gastrointestinali (nausea, vomito, diarrea) dovute alla presenza di anetolo e eucaliptolo; reazioni
respiratorie (esacerbazioni di un asma preesistente) ed oculari (lacrimazione persistente), dovute alla volatilità delle
fragranze. Sono state riportate anche reazioni avverse gravi che, in termini di causalità, sono state considerate come
certamente o probabilmente ascrivibili all’uso di O.E., tra cui: edema polmonare acuto, tachicardia, ipotonia, dispnea e
convulsioni (associate al ginepro), ginecomastia prepuberale (olio di lavanda e melaleuca), vomito e confusione mentale (in
seguito all’uso di canfora); acidosi metabolica, tachicardia e perdita di coscienza (dovute all’inalazione di mentolo ed
eucaliptolo); ecc. [4]. Il recupero dei pazienti è stato generalmente completo, tranne un caso di coma e convulsioni, seguito
dal decesso del paziente (in seguito all’uso dell’olio di Wintergreen) [5]. La sicurezza di molti O.E. può essere compromessa
anche da fattori che non dipendono necessariamente dalla loro composizione, ma dipendono da chi li usa (andrebbero
evitati in gravidanza, pediatria, pazienti allergici), dalla modalità di assunzione (e.g., orale, bendaggi occlusivi), dai canali di
vendita del prodotto (internet non assicura la qualità) e dal packaging (i.e., bottigliette non idonee ad evitare la contraffazione
e l’assunzione da parte di bambini, etichettatura non esaustiva) [3,6] . Infine, i dati preclinici di cui disponiamo non sempre
sono predittivi di ciò che accade nell’uomo (soprattutto in seguito ad assunzione orale); alcuni O.E. (eucalipto, canfora,
wintergreen) infatti si sono dimostrati più tossici nell’uomo rispetto all’animale da esperimento [7]. Per cercare di limitare
l’insorgenza di effetti indesiderati, indotti dagli O.E., bisognerebbe adottare alcune precauzioni ed evitare: esposizione al
sole, utilizzo prolungato di O.E. non diluiti, uso in gravidanza, pediatria, impiego su cute non integra, ecc. Per utilizzare in
sicurezza gli O.E. è altrettanto utile seguire linee guida recentemente promulgate da enti regolatori (e.g., FDA, NCI),
associazioni (e.g., NAHA) ed accademie (e.g., Università del Minnesota).
1. Reichling J, Schnitzler P, Suschke U, Saller R. Essential oils of aromatic plants with antibacterial, antifungal, antiviral, and cytotoxic
properties--an overview. Forsch Komplementmed; 16(2):79-90 (2009).
2. Regolamento (CE) n. 1223/2009 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 30 novembre 2009 sui prodotti cosmetici.
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. L 342/59-209 - Disponibile al 7/9/2016 presso http://eur-lex.europa.eu/legalcontent/it/ALL/?uri=CELEX%3A32009R1223.
3. Dweck A. Toxicology of Essential Oils Reviewed. Personal Care Magazine 2,3:65-72 (2009).
4. Posadzki P, Alotaibi A, Ernst E. Adverse effects of aromatherapy: a systematic review of case reports and case series. Int J Risk Saf
Med; 24(3):147-6 (2012).
5. Chin R, Olson K, Dempsey D. Salicylate toxicity from ingestion and continued dermal absorption. Cal J Emerg Med. 8(1):23-5 (2007).
6. Lis-Balchin M. The safety issue in aromatherapy. 7:75-92. In: Aromatherapy Science: A Guide for Healthcare Professionals. Ed.
Pharmaceutical Press (2005).
7. Tisserand R & Young R. Essential Oil Safety - A Guide for Health Care Professionals. Second Ed. Churchill Livingston Elsevier (2014).
STEFANO SERRA
Attualmente è ricercatore CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) presso l’Istituto di Chimica del
Riconoscimento Molecolare (ICRM), via L. Mancinelli 7, Milano. Si è laureato nel 1995 all’Università di
Pavia presso il Dipartimento di Chimica Organica dove ha studiato la sintesi stereoselettiva del
triterpene antitumorale saponaceolide B, sotto la guida del Professor Vidari. Un anno più tardi, si è unito
al gruppo di ricerca del Professor Fuganti, presso il Politecnico di Milano, dove ha lavorato sempre
nell’ambito della sintesi organica. In particolare nel 1996 ha ottenuto una borsa di studio annuale
finalizzata alla sintesi di antibiotici cefalosporinici e successivamente ha ottenuto due assegni di ricerca
di durata annuale per lo studio di nuove sintesi di aromi e fragranze. Sempre nell’ambito del Politecnico
di Milano (sede consorziata dell’Università degli Studi di Milano), ha partecipato al XIII ciclo del
dottorato di ricerca e nel 2000 ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Chimica Industriale. Nel
2001 è diventato ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche ed ha preso servizio presso l’Istituto
di Chimica del Riconoscimento Molecolare. Da un punto di vista dell’attività scientifica, si è occupato di
differenti aspetti della chimica organica. In particolare ha studiato l’uso di enzimi e microorganismi nella
sintesi organica, focalizzandosi sulla preparazione stereoselettiva di aromi e fragranze nonché sulla
sintesi di prodotti naturali. Tra i principali risultati ottenuti in questi ambiti vi sono lo sviluppo di una
nuova reazione di benzoanellazione, lo sviluppo di una nuova reazione di ossidazione, la riduzione
stereoselettiva di olefine attivate mediante microorganismi e la sintesi di composti chirali mediante l’uso
di risoluzioni enzimatiche. Queste ricerche hanno permesso la sintesi stereoselettiva di numerosi
composti d’interesse industriale quali farmaci, terpeni, aromi, fragranze e apocarotenoidi fornendo
materiale scientifico utilizzato in 112 pubblicazioni su riviste internazionali ed in 3 brevetti europei.
Attualmente collabora, quale referee, con numerose riviste attinenti ai campi di interesse sopra descritti
ed è membro dell’ advisory editorial board della rivista Natural Product Communications.
IMPORTANZA DELLA COMPOSIZIONE STEREOISOMERICA IN FRAGRANZE NATURALI
Stefano Serra
CNR - Istituto di Chimica del Riconoscimento Molecolare (ICRM), via L. Mancinelli 7, 20131 Milano
Gli oli essenziali ed in generale le fragranze naturali sono miscele molto complesse di differenti
composti chimici la cui azione sinergica è responsabile delle caratteristiche organolettiche finali di questi
prodotti. L’unicità di una fragranza di origine naturale e la difficoltà nel riprodurla per sintesi sono
attribuibili principalmente a questa complessità nonchè all’individuazione dei componenti maggiormente
attivi. In tale contesto, un aspetto abbastanza sottovalutato riguarda l’importanza della composizione
stereoisomerica di ogni singolo componente. L’intensità e la qualità di un composto odoroso come pure
l’attività biologica in genere (ad esempio l’attività chemestetica) di un componente di un olio essenziale
sono spesso dipendenti dalla composizione stereoisomerica del composto in questione. Nella relazione
saranno descritti alcuni esempi significativi di composti naturali e di fragranze artificiali le cui forme
enantiomeriche, diastereoisomeriche o regioisomeriche hanno attività molto differenti fra loro. In alcuni
casi solo la sintesi specifica di ogni isomero di una data molecola ne permette una valutazione
affidabile. In questo contesto verrà descritto il caso di apocarotenoidi come iononi, damasconi ed ironi
che sono molto usati in profumeria/cosmesi e la cui completa caratterizzazione ha portato a risultati
sorprendenti.
Infine saranno descritti alcuni studi riguardanti la relazione tra struttura chimica e attività odorosa (SAR).
Queste ricerche dimostrano che per alcune specifiche classi di composti è possibile individuare una
correlazione tra struttura ed attività. Tuttavia una razionalizzazione completa e generale dell’interazione
tra composti volatili e recettori olfattivi è ancora mancante.
AGOSTINO DI CIAULA
Nato a Bari nel 1965. Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1989, specializzazione in Medicina Interna nel
1994 (Università di Bari). Dirigente Medico (vicedirettore della U.O.C. Medicina Interna del P.O.
Bisceglie-Trani). Da anni impegnato in attività assistenziali, didattiche e di ricerca biomedica in vari
campi. Autore di numerose pubblicazioni in lingua inglese su riviste internazionali con I.F., di
pubblicazioni in lingua italiana, di libri e capitoli di libro in lingua italiana e inglese. Svolge attività di
reviewer per riviste scientifiche internazionali. Relatore a numerosi convegni in ambito nazionale e
internazionale e docente a eventi formativi post-laurea. Ha sviluppato attività di ricerca in ambito
internistico, gastroenterologico, ecografico, epidemiologico e sui rapporti tra ambiente e salute. È
referente regionale per la Puglia e coordinatore del comitato scientifico nazionale di ISDE Italia
(International Society of Doctors for the Environment).
CURCUMIN- FENNEL ESSENTIAL OIL: FROM NATURE TO THERAPY OF SYMPTOMS IN
IRRITABLE BOWEL SYNDROME. A MULTICENTER ITALIAN CLINICAL STUDY
Agostino Di Ciaula*, Piero Portincasa,1 Leonilde Bonfrate,1 Maria Lia Scribano,2 Anna Kohn,2 Nicola
Caporaso,3 Davide Festi,4 Maria Chiara Campanale,5 Teresa Di Rienzo,5 Maria Guarino,3 Martina
Taddia,4 Maria Vittoria Fogli,6 Maria Grimaldi,6 Antonio Gasbarrini5
*Division of Internal Medicine, Hospital of Bisceglie, ASL BAT, Italy; 1 Department of Biomedical Sciences and Human
Oncology, University Medical School, Bari, Italy; 2 Gastroenterology Operative Unit, Azienda Ospedaliera San CamilloForlanini, Rome, Italy; 3 Department of Clinical Medicine and Surgery, University of Naples Federico II, via S. Pansini,
Naples, Italy; 4 Department of Medical and Surgical Sciences, University of Bologna-Alma Mater Studiorum, Bologna Italy; 5
Department of Internal Medicine, Gastroenterology Division, Catholic University of Sacred Heart, Policlinico “A. Gemelli”
Hospital, Largo Gemelli 8, 00168 Roma, Italy; 6 Department of Clinical Research, Alfa Wassermann SpA, via Ragazzi del
’99, 40133, Bologna, Italy
Background & Aims: Irritable Bowel Syndrome (IBS) patients still require effective treatment. The antiinflammatory property of curcumin and the antispasmodic and carminative effect of fennel suggests that
combination of these nutraceutical compounds would be useful in functional bowel disorders including
IBS. We assessed the efficacy and tolerability of a combination of curcumin and fennel essential oil
(CU-FEO) in IBS symptoms relief.
Methods: 121 patients with mild-to-moderate symptoms of IBS defined by an Irritable Bowel Syndromesymptom severity score (IBS-SSS) 100-300 and abdominal pain score 30-70 on a 100 mm Visual
Analogue Scale (VAS), were randomly assigned to CU-FEO or placebo (2 capsules b.d. for 30 days).
Primary endpoint was the mean decrease of IBS-SSS at the end of the treatment corrected for the
mean baseline score (relative decrease). The impact of the treatment on quality of life was assessed
through IBS-QoL questionnaire.
Results: CU-FEO was safe, well-tolerated and induced symptom relief in patients with IBS; a significant
decrease in the mean relative IBS-SSS was observed after 30 days of treatment (50.05 ± 28.85% vs
26.12 ± 30.62%, P<0.001). This result matched the reduction of abdominal pain and all the other
symptoms of IBS-SSS. The percentage of symptom-free patients was significantly higher in the CUFEO than in the placebo group (25.9% vs. 6.8%, P = 0.005). All domains of IBS-QoL improved
consistently.
Conclusion: the present study shows that the administration of a 30-day course of a novel oral
combination of two nutraceutical compounds, namely curcumin and fennel oil, results in early and
consistent symptomatic relief in IBS patients with both subtypes. The benefit is achieved without safety
and tolerability concerns. Further studies should target subpopulations of IBS patients while identifying
the ideal treatment periods.
CATERINA FOTI
E' nata a Bari dove risiede, ha frequentato gli universitari e si è specializzata in Dermatologia e
Venereologia. La Prof.ssa Foti Caterina, dopo la specializzazione in Dermatologia e Venerologia presso
l’Università degli Studi di Bari, ha frequentato la stessa clinica in qualità di Borsista negli anni 1989-90.
L'11 Aprile 1990 e' stata assunta quale Assistente Medico di Dermatologia di ruolo del Policlinico di
Bari. Dal 30 Dicembre 1993 al 31-Ottobre 1998 ha prestato servizio presso lo stessa clinica con la
qualifica di Dirigente Medico di I livello-fascia B di ruolo, Disciplina di Dermatologia. Dal I° Novembre
1998 presta servizio presso l’Università’ degli Studi di Bari con la qualifica di Professore di II fascia,
settore scientifico disciplinare MED 35 svolgendo attività didattica nel CdS di Medicina e Chirurgia e in
diversi CdS triennali di ambito sanitario ed attività assistenziale presso la U.O. di Dermatologia e
Venerologia dapprima in qualità di "Responsabile struttura semplice di dermatologia allergologica" e
successivamente, dal 1 Maggio 2013 , come Direttore della Clinica Dermatologica dell’Università di
Bari. E’ inoltre presidente della Società italiana di Dermatologia Allergologica, Professionale ed
Ambientale (SIDAPA) e membro dell‘European Environmental and Contact Dermatitis Research
Group (EECDRG) . E' autrice di 236 pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali ed estere, di 32
capitoli su trattati vari e di una monografia. Ha partecipato a numerosi congressi nazionali ed
internazionali. I principali interessi scientifici sono rivolti allo studio delle dermatiti da contatto, delle
fotodermatiti e dell'orticaria. Vari sono stati anche gli studi riguardanti le dermatiti da contatto con
cosmetici e comprendenti osservazioni eziologiche, patogenetiche, cliniche e diagnostiche.
REAZIONI CUTANEE DA CONTATTO CON PIANTE
Caterina Foti
Clinica Dermatologica – Università degli Studi di Bari Aldo Moro
Date le continue ed ubique occasioni di contatto con vegetali e loro prodotti, le dermatiti causate da
questi agenti eziologici costituiscono un rilevante e complesso capitolo della patologia
dermatologica, professionale e non. I quadri clinici delle fitodermatiti sono diversi e sono indotti con
meccanismi patogenetici variabili. L’orticaria da contatto con prodotti vegetali può essere diretta (non
immunologica) o indiretta (immunologica) mediata da anticorpi di tipo reaginico. Oltre al latice di
Hevea brasiliensis, le specie vegetali con documentata capacità di indurre orticaria da contatto sono
molte. La dermatite da contatto irritante, che si sviluppa per un meccanismo traumatico o chimico, ha
aspetti clinici a varia morfologia e figurazione. La fitofotodermatite da contatto può insorgere con
meccanismo tossico o eccezionalmente allergico, e può essere spontanea o indotta. Sono anche
possibili fitodermatiti aeromediate e quadri discromici (per esempio, da Lawsonia inermis e Juglans
regia). Scopo di questo intervento sarà illustrare i casi più comuni di reazioni cutanee causate dal
contatto con piante e dall’uso di prodotti per la cura del corpo contenenti ingredienti vegetali.
ORAZIO TAGLIALATELA SCAFATI
Il prof. Orazio Taglialatela Scafati è Professore Ordinario di Biologia Farmaceutica (BIO15) presso il
Dipartimento di Farmacia dell'Università di Napoli Federico II e titolare della cattedra di Biologia del
corso di laurea in CTF e di Biologia Vegetale per il Cdl In Farmacia. Inoltre, il prof. Taglialatela-Scafati è
Direttore del Corso di Perfezionamento in "Piante Officinali e Preparazioni Fitoterapiche", istituito presso
il Dipartimento di Farmacia dell’Università di Napoli Federico II, e Presidente della Commissione
Paritetica Docenti-Studenti del Dipartimento di Farmacia. Gli interessi scientifici del prof. Taglialatela
Scafati includono l'isolamento, la caratterizzazione strutturale e le modificazioni semisintetiche di
metaboliti secondari da piante e da altre fonti naturali, da utilizzare come composti guida per chiarire
processi biologici, processi patologici, o per la scoperta di nuovi farmaci. Negli anni, questa attività di
ricerca ha portato all'isolamento di diverse centinaia di composti, alcuni dei quali dotati di potenti attività
biologiche. Il prof. Taglialatela-Scafati è autore di circa 150 articoli su riviste scientifiche internazionali e
titolare di due brevetti. Inoltre, ha pubblicato come editor tre volumi scientifici: “Flavour and Fragrance
Chemistry” (Kluwer Academic Publishers), “Modern Alkaloids.” (Wiley-VCH) e “Handbook of Marine
Natural Products” (Springer). Il prof. Taglialatela Scafati è Associate Editor della rivista scientifica
Marine Drugs e membro dell'Editorial Board delle riviste scientifiche Steroids, Fitoterapia, EvidenceBased Complementary and Alternative Medicine ed Acta Pharmaceutica Sinica. Il prof. Taglialatela
Scafati è stato coordinatore di diversi progetti scientifici finanziati dal Ministero della Ricerca Scientifica
e dalla Comunità Europea. In particolare, è stato Coordinatore Nazionale di un progetto PRIN dedicato
alla ricerca di sostanze ad attività antimalarica da fonti naturali. Inoltre è attualmente Responsabile
Scientifico per l'Università di Napoli Federico II della Convenzione con l'Università Sam Ratulangi di
Manado (Indonesia) e della Convenzione con lo Shanghai Institute of Materia Medica, Chinese
Academy of Sciences (Cina).
INTERAZIONE TRA COMPOSTI VOLATILI E CANALI TRPs
Orazio Taglialatela Scafati
Dipartimento di Farmacia, Università di Napoli Federico II, Via D. Montesano, 49, 80131, Napoli, Email: [email protected]
I canali cationici TRP (Transient Receptor Potential) esplicano un ruolo centrale nelle funzioni sensoriali
e sono stati riconosciuti come importante target biologico e farmacologico [1]. TRPV1, clonato nel 1997
[2], è stato il primo canale di questa famiglia ad essere identificato, riconosciuto come principale
responsabile delle sensazioni associate alla capsaicina ed alla piperina. Nel successivo ventennio, sono
stati identificati oltre cinquanta diversi canali TRP, trenta dei quali espressi nei mammiferi e raggruppati
in sei sottofamiglie principali; TRPC, TRPA, TRPV, TRPM, TRPP e TRPML [3].
I canali TRP sono pressoché ubiquitari nell'organismo umano e regolano diverse funzioni cellulari e
fisiologiche, tra cui la trasduzione sensoriale, il gusto, l'olfatto, inclusa la percezione di composti nocivi
ed irritanti. Considerando queste attività, gli agonisti/antagonisti TRP possono, almeno in linea di
principio, fornire interessanti opzioni farmacologiche in diverse patologie, completando il quadro dei
farmaci esistenti con un meccanismo alternativo.
I canali TRP sono ampiamente espressi anche nella cavità nasale e nelle prime vie aeree, in cui
esplicano una importante azione associata alla cosiddetta rivelazione "trigeminale". Diversi stimolanti di
questi canali producono effetti descritti come fresco, irritante, ecc. Per esempio, il mentolo induce nella
cavità nasale la sensazione trigeminale di fresco a moderate concentrazioni e di "caldo" ad elevate
concentrazioni. Allicina, canfora, allilisotiocianato sono solo alcuni tra i tanti composti volatili in grado di
interagire con i recettori TRP.
L'Autore presenterà diversi esempi, risultanti dalla propria attività di ricerca, di studi riguardanti molecole
volatili in grado di interagire con recettori TRPs. In alcuni casi, tale interazione non solo è in grado di
scatenare la risposta sensoriale, ma può essere di interesse nel chiarimento di processi patologici (es.
emicrania) o può avere potenzialità farmacologiche (es. azioni anti-infiammatorie o anche antitumorali).
[1] Benemei S, Patacchini R, Trevisani M, Geppetti P. TRP channels. Curr Opin Pharmacol 2015; 22: 18-23.
[2] Caterina MJ, Schumacher MA, Tominaga M, Rosen TA, Levine JD, Julius D. The capsaicin receptor, a heatactivated ion channel in the pain pathway. Nature 1997; 389: 816-824.
[3] Montell C, Birnbaumer L, Flockerzi V, Bindels RJ, Bruford EA, Caterina MJ, Clapham DE, Harteneck C, Heller
S, Julius D, Kojima I, Mori Y, Penner R, Prawitt D, Scharenberg AM, Schultz G, Shimizu N, Zhu MX. A unified
nomenclature for the superfamily of TRP cation channels. Mol Cell 2002; 9: 229-231.
CAMILLA BERGONZI
Ricercatrice (settore Scientifico-Disciplinare CHIM/09) e Professore Aggregato presso la Scuola di
Scienze della Salute Umana (cds ex Facoltà di Farmacia), Corso di Laurea in Farmacia dell'Università
di Firenze. Laureata con lode nel 1997 in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche presso l’Università di
Pisa, dal 1996 alla fine del 1999 ha condotto ricerche nell’ambito della chimica dei carboidrati presso il
Dipartimento di Chimica Bioorganica di Pisa.
Nel 2002 ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Scienza e Tecnologia delle Piante Officinali. Dal
2002 al 2004 è risultata vincitrice di due assegni di ricerca. Dalla fine del 1999 a tutt’oggi svolge la sua
attività scientifica presso il Dipartimento di Chimica dell’Università di Firenze come appartenente del
gruppo Phytolab che svolge attività di ricerca nel campo della tecnologia farmaceutica applicata a
sostanze di origine naturale ed estratti vegetali e nel settore di controllo di qualità di droghe vegetali e
loro preparazioni. La sua ricerca è volta ad incrementare la solubilità e/o la stabilità chimica di molecole
naturali o estratti vegetali per migliorarne il profilo di biodisponibilità e di conseguenza l’efficacia. In
particolare ha svolto studi riguardanti l’impiego dei micro- e nanocarriers (liposomi, microemulsioni,
particelle lipidiche solide, ciclodestrine, nanoparticelle, micelle) di comune uso tecnologico al campo
delle sostanze naturali, per superare le grosse problematiche fisico-chimiche, quali scarsa solubilità in
acqua, instabilità chimica, scarsa biodisponibilità, che limita l’uso nella pratica clinica di queste
molecole. Ha inoltre approfondito gli aspetti relativi al controllo di qualità di droghe vegetali ed estratti
commerciali, ha affrontato studi volti all’ottimizzazione della stabilità e della biodisponibilità di droghe
vegetali, loro estratti e preparazioni commerciali, ed infine si è occupata dell’indagine fitochimica di
droghe vegetali come contributo della loro qualità o dei loro prodotti con interesse farmaceutico,
cosmetico e alimentare. Si occupa anche da anni di metodiche di autenticazione e validazione di metodi
analitici, usando tecniche convenzionali come HPLC-DAD-MS, HPLC-MS-MS, HPTLC, TLC, e tecniche
innovative in questo campo, quali l’NMR ad alti campi. Tali ricerche hanno coinvolto sia collaborazioni
scientifiche con altre Università italiane che straniere e si sono concretizzate in numerose partecipazioni
ai congressi con comunicazioni orali e/o posters, letture su invito, 1 brevetto e 70 pubblicazioni su riviste
internazionali. Fa parte di vari Editorial board ed è revisore per varie riviste internazionali nell’ambito
della tecnica farmaceutica, della chimica analitica, della farmacologia e delle sostanze naturali. Dal
2002 svolge la sua attività didattica presso l’Università di Firenze, con incarichi di insegnamento
nell’ambito della Tecnologia Farmaceutica dei farmaci di sintesi e biotecnologici e della Legislazione
Farmaceutica per i corsi di laurea in Farmacia e in Biotecnologie e per la Scuola di Specializzazione in
Farmacia Ospedaliera. Dal 2011 è titolare del Corso di Tecnologia e Legislazione Farmaceutiche (12
CFU), per il Corso di Laurea di Farmacia.
APPROCCIO NANOTECNOLOGICO NELLA FORMULAZIONE DEGLI OLI ESSENZIALI:
UN'OPPORTUNITÀ PER MIGLIORARE LA LORO STABILITÀ ED EFFICACIA TERAPEUTICA.
Maria Camilla Bergonzi
Dipartimento di Chimica, Università degli studi di Firenze, Via Ugo Schiff 6, 50019 Sesto Fiorentino (FI) [email protected]
Gli oli essenziali hanno numerose promettenti potenzialità per il mantenimento e il miglioramento della
salute, nonché prevenire e trattare alcune patologie. Tuttavia alcune loro caratteristiche fisico-chimiche
come la scarsa solubilità in acqua e limitata stabilità, l'elevata volatilità e gli effetti collaterali associati
all'uso, ne limitano in alcuni casi la loro applicazione in medicina. La nanotecnologia è un approccio
innovativo che ha potenziali applicazioni in campo medicinale e salutistico. Infatti, le nanoparticelle sono
strumento molto attraente e sono in grado di risolvere il principali inconvenienti associati all’impiego
degli oli essenziali migliorandone la stabilità chimica in presenza di aria, luce, umidità e temperature
elevate, fattori che possono portare alla rapida evaporazione e alla degradazione dei loro costituenti.
Inoltre, i nanocarriers assicurano la manipolazione facile e sicura degli stessi trasformandoli da liquidi a
polveri solide, determinano un mascheramento del sapore/odore, ottenendo un rilascio controllato dei
principi attivi, riducendone gli effetti collaterali, riducendo l’irritazione locale mucosale, abbassando la
dose terapeutica, aumentando la sicurezza a lungo termine ed in genere la biodisponibilità e l'efficacia
terapeutica.
I carriers di possibile impiego sono i liposomi, le nanoparticelle lipidiche solide e strutturate, nano -e
microemulsioni e nanoparticelle polimeriche (Bilia, 2014).
Le vie di somministrazione degli oli sono rappresentate dalla via orale e da quella topica. Per entrambe
le vie di somministrazione i nanocarriers svolgono un ruolo essenziale per (i) il rilascio prolungato e
controllato di farmaci a livello locale, (ii) la penetrazione dei tessuti profondi a causa delle dimensioni
nanometriche, (iii) la captazione cellulare e il traffico subcellulare e (iv) la protezione delle molecole
veicolate a livello sia extracellulare e intracellulare (Bilia, 2014).
Nella relazione verranno riportati alcuni dati di letteratura significativi dove si dimostra l’aumentata
efficacia terapeutica di alcuni nanocarriers evidenziando anche i limiti di questa tipologia di formulazioni.
Bibliografia.
Bilia AR, Guccione C, Isacchi B, Righeschi C, Firenzuoli F, Bergonzi MC. “Essential oils loaded in
nanosystems: a developing strategy for a successful therapeutic approach” eCAM 2014.
doi.org/10.1155/2014/651593 [Epub ahead of print]
LUIGI MORRONE
Luogo di nascita: Castiglione Cosentino (CS); Data di nascita: 10/04/63; Titoli di studio: Laurea in
Farmacia nel 1987, Dottore di Ricerca in Scienze Farmaceutiche dal 1992; Posti tenuti: 1995-1996
Professore a contratto di Farmacologia e Farmacognosia, presso la Facoltà di Farmacia dell’Università
della Calabria; 1996-2001 Ricercatore Universitario di Farmacologia, presso la Facoltà di Farmacia,
Dipartimento Farmacobiologico, dell’Università della Calabria; dal 2002 Professore Associato di
Farmacologia, presso il Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione
dell’Università della Calabria. È titolare degli insegnamenti di Tossicologia per i Corsi di Laurea in
Farmacia e Chimica e Tecnologia Farmaceutiche e dell’insegnamento di Tossicologia degli Alimenti per
il Corso di Laurea Magistrale in Scienza della Nutrizione. Gli attuali interessi di ricerca riguardano
prevalentemente lo studio dei meccanismi cellulari e molecolari coinvolti nella morte neuronale in
modelli animali di malattie neurodegenerative, lo studio dei meccanismi cellulari e molecolari coinvolti
nel dolore neuropatico e la valutazione del profilo neurofarmacologico di sostanze di origine naturali. È
autore di 60 pubblicazioni su riviste internazionali a severo comitato di referee, 7 capitoli di libri e oltre
70 estratti di comunicazioni a congressi nazionali e internazionali. E’ co-editor per la CRC Press della
serie di volumi Clinical Pharmacognosy Series. È membro della Società Italiana di Farmacologia e della
Società Italiana di Neuroscienze ed è membro del Comitato Etico della Regione Calabria Sez. Area
Nord.
NEUROPHARMACOLOGICAL CHARACTERIZATION OF BERGAMOT ESSENTIAL OIL: A CASE
STUDY
Luigi A. Morrone
Department of Pharmacy, Health Science and Nutrition, Section of Preclinical and Translational Pharmacology, University of
Calabria, 87036 Rende (CS), Italy; [email protected]
Bergamot is a citrus fruit classified as Citrus Bergamia Risso belonging to the Rutacee family. This
citrus is cultivated for its essential oil (EO), a product in great demand by perfumery and cosmetic
industries but also employed by pharmaceutical, food and confectionery industries. In the past the
phytocomplex was used in folk medicine and, actually, likewise other essential oils, it is widely used in
aromatherapy, a complementary medicine highly diffused in the industrialized countries to improve
mood and mild symptoms of stress-induced disorders such as anxiety, depression and behavioural
disturbances in dementia and chronic pain (see Bagetta et al., 2010, Fitoterapia 81, 453 – 461). The
increasing use of aromatherapy is based mainly on the observation of clinical improvement though
limited data are available regarding the underlying mechanism. Accordingly, it is crucial that the
therapeutic use of essential oils be exclusively performed following rigorous pre-clinical studies.
Particularly, knowledge of biological properties of bergamot essential oil is extremely limited. To gain
more insights into the mechanisms underlying the central effect of BEO we investigate, by a
neurochemical and behavioural approach, the effects of the phytocomplex demonstrating that BEO is
endowed with specific and reproducible effects on the CNS of rat. (Morrone et al., 2007, Pharmacol.
Res. 55, 255-262; see Rombolà et al., 2016, Mini-Rev. Med. Chem. 1[9]:721-728 ). In particular, the
behavioural and EEG spectrum power effects of BEO are well correlated with its hippocampal
exocytotic and carrier-mediated release of discrete amino acids endowed with neurotransmitter function
supporting the deduction that BEO is able to interfere with normal and pathological synaptic plasticity.
ANTONELLA DI SOTTO
Ricercatore a tempo determinato di tipologia A - settore Scientifico Disciplinare BIO/14 (BIO/15 fino a
dicembre 2015). Dal 2005 ha condotto ricerche sulle proprietà farmacologiche e sulla sicurezza
d’impiego di prodotti a base di piante officinali e loro costituenti presso il Dipartimento di Fisiologia e
Farmacologia “V. Erspamer” dell’Università Sapienza di Roma. Nel 2009 ha conseguito il titolo di
Dottore di Ricerca in Tossicologia presso il Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia “V. Erspamer”
dell’Università Sapienza di Roma. Negli anni 2009 -2010 ha svolto attività di ricerca post-doc nel campo
delle sostanze naturali presso il Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia “V. Erspamer” dell’Università
Sapienza di Roma e da giugno 2010 è in servizio presso lo stesso Dipartimento come Ricercatore a
tempo determinato, in particolare RTD L. 230/05 (art.1 comma 14) fino a maggio 2013 ed RTDA L.
240/2010 (art. 24, comma 3) da gennaio 2014 ad oggi. Dal 2007 svolge seminari e lezioni teoricopratiche nell’ambito dell’insegnamento della Farmacognosia per i corsi di Laurea di Farmacia, Chimica
e Tecnologie Farmaceutiche e Scienze Farmaceutiche Applicate dell’Università Sapienza di Roma. Dal
2011 è docente dell’insegnamento di Farmacognosia applicata del Corso di Laurea in Scienze
Farmaceutiche Applicate presso la Facoltà di Farmacia e Medicina dell’Università Sapienza di Roma,
mentre dal 2015 è responsabile del modulo di Farmacognosia (insegnamento di Farmacologia applicata
Tossicologia e Farmacognosia) nel Corso di laurea in Biotecnologie Farmaceutiche della stessa facoltà.
I suoi principali interessi di ricerca si incentrano sullo studio della farmacologia e tossicologia dei
prodotti di origine naturale, in particolare sull'individuazione di nuove molecole dotate di attività
chemiopreventiva e chemiosensibilizzante, da utilizzare nella prevenzione del cancro o come supporto
alla chemioterapia. Tra i composti di origine naturale, si è occupata in particolare della valutazione delle
proprietà chemiopreventive di terpenoidi (mono-, di- e sesquiterpeni), polifenoli e glucosinolati. In linea
con questi studi, ha ottenuto diversi finanziamenti per progetti annuali dall’Università Sapienza di Roma.
Si è interessata anche allo studio di prodotti vegetali ad uso alimentare per le loro proprietà funzionali e
come fonte di nuove molecole di interesse farmacologico. Inoltre, in linea con gli obiettivi della comunità
europea, relativamente alla sicurezza di impiego di composti chimici ai quali siamo comunemente
esposti, la Dr. Di Sotto si è occupata della caratterizzazione del profilo di genotossicità di alcuni
composti naturali utilizzati come additivi alimentari e cosmetici. Nell’ambito delle problematiche di
sicurezza di impiego dei prodotti naturali, ha studiato anche i possibili effetti tossici a livello epatico di
integratori alimentari o preparati a base di piante medicinali. Questa attività di ricerca è confermata da
diverse pubblicazioni scientifiche e da abstracts di congressi nazionali ed internazionali. Ad oggi, la Dr.
Di Sotto è autore e coautore di 31 lavori pubblicati su riviste peer-reviewed internazionali con impact
factor e di 41 abstracts di congressi. Nell’ambito degli studi svolti, sono state sviluppate diverse
collaborazioni scientifiche intra- ed interuniversità, e con altri enti tra cui il “CRA-ORL” di Lodi ed i
Consorzi di tutela del “Peperone Cornetto di Pontecorvo DOP” e della “Melanzana rossa di Rotonda
DOP”. Dal 2015 è membro del Focal Point Italiano dell’EFSA e dell’Editorial board della rivista
“Evidence-Based Complementary and Alternative Medicine”; è inoltre referee ad hoc per diverse riviste
internazionali nell’ambito della farmaco-tossicologia delle sostanze naturali.
POTENZIALI EFFETTI GENOTOSSICI DEGLI OLI ESSENZIALI
Antonella Di Sotto
Dipartimento di Fisiologia Umana e Farmacologia, Sapienza Università di Roma, P.le Aldo Moro 5, Roma
Gli oli essenziali sono miscele aromatiche di idrocarburi, tra cui monoterpeni e sesquiterpeni, utilizzati
ampiamente come fragranze, antimicrobici, antiossidanti e skin penetration enhancer nell’industria cosmetica,
farmaceutica, saponiera ed alimentare; alcuni di questi sono noti anche per le proprietà chemiopreventive,
antinfiammatorie ed antiproliferative [1]. Sebbene siano addizionati in piccoli quantitativi, l’uso diffuso in diversi
prodotti commerciali ne comporta una possibile sovraesposizione. Pertanto, in accordo con quanto evidenziato a
livello regolatorio [2], anche per oli essenziali e loro componenti si è resa necessaria la caratterizzazione del
profilo di sicurezza, in termini di livelli di esposizione e di assunzione, assorbimento, metabolismo e tossicità. Tra
le informazioni tossicologiche, la genotossicità rappresenta un aspetto rilevante in quanto può fornire informazioni
circa possibili effetti cancerogeni. Il potenziale genotossico è valutato secondo procedure standardizzate in vitro
ed in vivo (es. test di Ames per mutazioni puntiformi, test del micronucleo per danno cromosomico) [3]. La
maggior parte degli studi di genotossicità si è indirizzata sui composti puri, mentre gli oli essenziali sono stati
caratterizzati in misura minore in quanto non sottoposti ad un controllo regolatorio diretto. Per diversi oli
essenziali sono stati ottenuti risultati contrastanti utilizzando metodiche differenti, presumibilmente a causa della
diversa sensibilità dei sistemi sperimentali e della variabilità della composizione. In particolare, l’olio essenziale di
Lavandula angustifolia Miller è risultato non mutageno nel test di Ames; di contro, un significativo effetto
genotossico è stato evidenziato nel test del micronucleo [4,5]. Analogamente, alcune evidenze di danno genetico
sono state riportate anche per gli oli essenziali di coriandolo, citronella, palmarosa e menta; tuttavia i risultati
sono da confermare [1,6]. Contrariamente agli oli essenziali, diversi studi di genotossicità sono stati condotti sui
composti isolati. Diversi monoterpeni, tra cui mentone e pulegone (Mentha pulegium L.), canfora (Salvia fruticosa
Mill.), safrolo (Sassafras albidum Nutt. Nees), β-asarone (Asarum forbesii Maxim), anetolo (Apiaceae spp.) e
derivati allilbenzenici (eugenolo, metileugenolo ed estragolo) sono risultati genotossici in uno o più test, mentre
per altri, come linalil acetato, timolo e carvacrolo, il profilo di genotossicità resta ancora da definire a causa delle
risposte contrastanti in diversi test [6,7]. Di contro, composti come d-limonene, α-terpineolo, eucaliptolo, βmircene, carvone, β-cariofillene ed α-humulene sono risultati privi di rischi di genotossicità e dotati di proprietà
chemiopreventive, in quanto capaci di contrastare il danno genetico indotto da agenti mutageni noti [8]. Il danno
genotossico da oli essenziali (es. olio essenziale di rosmarino) e loro componenti sembra da ricondurre in parte
all’induzione di stress ossidativo intracellulare [6]. I composti fenolici e polifenolici sembrano essere direttamente
coinvolti negli effetti proossidanti degli oli essenziali, probabilmente per formazione di intermedi reattivi [1]. Infatti,
per l’eugenolo è stato riportato il metabolismo ad un intermedio radicalico fenossilico che sarebbe responsabile
dell’induzione di stress ossidativo in cellule leucemiche, con conseguente apoptosi [6].
In questo contesto, considerando la crescente esposizione dei consumatori agli oli essenziali e tenuto conto della
bassa percezione della loro tossicità, si rende necessaria la caratterizzazione del loro profilo di sicurezza, al fine
sia di definire i livelli di esposizione privi di rischi per l’uomo e l’ambiente sia di identificare le componenti
potenzialmente reattive. Nel caso specifico del danno genotossico, è importante non solo caratterizzare il profilo
di tossicità del prodotto, in accordo con le linee guida regolatorie, ma anche definire il possibile destino
metabolico dei componenti che può comportare la formazione di specie reattive oppure la detossificazione di
costituenti genotossici.
[1] Bakkali et al. Food Chem Toxicol. 2008, 46, 446. [2] European Council, 2008. Official Journal of the European
Union L 354, 34. [3] Kirkland et al. Mutat Res. 2011, 721, 27. [4] Evandri et al. Food Chem Toxicol. 2005, 43,
1381. [5] Di Sotto et al. Environ Mol Mutagen. 2011, 52, 69. [6] Llana-Ruiz-Cabello et al. Food Chem Toxicol.
2015, 81, 9. [7] Zhou et al. Phytother Res. 2013, 27, 1745. [8] Bhalla et al. J Sci Food Agric. 2013, 93, 3643.
FILOMENA CORBO
Filomena Corbo è prof. Associato di Chimica Farmaceutica presso il Dip di Farmacia-Scienze del
Farmaco di UNIBA dal 2007. E’ laureata sia in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche (1989) che in
Farmacia (2000) conseguite entrambe con lode. Ha conseguito il Ph.D. in "Chimica del Farmaco" e
recentemente (2014) un Master di II livello in" Manager della ricerca e tecnico commerciale per il
mercato dell’innovazione” per il quale ha svolto uno periodo di tirocinio presso l’Ufficio di
Rappresentanza della Regione Puglia –Bruxelles (settembre-dicembre 2014). Ha numerosi Incarichi
istituzionali tra cui: 1) Delegato del Rettore all’Internazionalizzazione UNIBA; 2) Componente “Gruppo di
lavoro per la Ricerca” UNIBA; 3) Referente UNIBA nella “Rete Operativa” per i “Fondi a gestione diretta
EU” (Agenzia per i Rapporti con l’Esterno-IPRES-Regione Puglia); 4) Componente del Comitato
scientifico del Parco Tecnologico Tecnopolis; 5) Componente Commissione Paritetica del Protocollo
d’intesa tra l’Università degli studi Aldo Moro di Bari e il Corpo Consolare di Puglia, Basilicata e Molise
6) Componente del Consiglio Direttivo della SIROE (Società Italiana per la ricerca sugli oli essenziali).
E’ membro del Tavolo di lavoro nazionale del Cluster Agroalimentare CLAN. E’ stata Membro del
Tavolo Ministeriale di Coordinamento dei Master Italiani in Regolamenti Europei sulla sicurezza chimica
(Ministero della Salute); Coordinatrice Scientifica del Master di II livello in “ I Regolamenti REACH e
CLP: valore alla sostenibilità dei processi produttivi e alla tutela della salute”. Nell’ambito dei progetti
finanziati, sia a carattere regionale che nazionale, si è occupata dello studio delle interazioni tra
molecole originali e importanti target biologici di tipo eucariotico e procariotico su tematiche quali
antimicrobici, antitumorali, malattie rare (miotonie) e sostanze naturali. Negli ultimi anni ha maturato un
particolare interesse nei confronti della Nutraceutica focalizzando l’attenzione su matrici alimentari
come l’olio extravergine di oliva, il vino, i microortaggi e acquisendo una serie di competenze nell’
estrazione di fitocomplessi da matrici vegetali attraverso sia tecniche tradizionali sia tecniche innovative
green (Microonde,Ultrasuoni) nella valutazione dell’attività antiossidante degli estratti e determinazione
dei polifenoli totali. E’ autrice di numerose pubblicazioni internazionali tutte di elevato Fattore di Impatto
(IF) e di un brevetto. E’ stata partner di Progetti di Ricerca Regionali (POR Puglia) e coordinatrice di
progetti di Fondazioni Bancarie.
ATTIVITÀ SINERGICA TRA ANTIMICROBICI ED OLI ESSENZIALI
Filomena Corbo, Antonio Rosato
Dipartimento di Farmacia Scienze del Farmaco – Università degli Studi di Bari ‘Aldo Moro’ via Orabona 4 70125 Bari
La multiresistenza batterica è un fenomeno in notevole crescita che compromette il trattamento di malattie
infettive e mina i progressi scientifici volti alla scoperta di nuovi antimicrobici. La resistenza agli antibiotici è un
processo evolutivo fisiologico, ma l'inappropriatezza prescrittiva e di utilizzo, in campo medico e veterinario, ne
accelera il processo. Affrontare la resistenza agli antibiotici è una priorità per l'OMS. Negli ultimi anni, è in
continuo aumento l’uso di impianti biomedicali quali cateteri, pacemakers, protesi cardiache e articolari che
possono essere colonizzati da microrganismi in grado di formare biofilm non altrimenti eradicabili se non
mediante l’asportazione chirurgica. Alla luce di queste premesse, vista la crescente difficoltà anche dei più
recenti antimicrobici di sintesi di superare i fenomeni di farmacoresistenza, l’uso combinato di
antibiotici/battericidi, in commercio o di nuova sintesi, in sinergia con composti naturali di estrazione da alimenti
e/o oli essenziali potrebbe rappresentare una svolta terapeutica importante. Gli oli essenziali in particolare, sono
miscele complesse la cui composizione chimica, standardizzabile e quantificabile attraverso le più sofisticate e
recenti tecniche cromatografiche, mostrano profili antimicrobici e spettri d’azione estremamente ampi. Il loro
utilizzo in associazione con antimicrobici ha mostrato un miglioramento del profilo terapeutico, una diminuzione
della dose del farmaco (e quindi degli effetti collaterali) e a volte un superamento delle più comuni farmaco
resistenze. Argomento della comunicazione è lo studio degli effetti sinergici tra oli essenziali a composizione
standardizzata e antibiotici commerciali, anche obsoleti, come per esempio la gentamicina, presidio quasi
esclusivo per la cura di miocarditi ed endocarditi, ma con pesanti effetti collaterali, al fine di individuare le migliori
coppie sinergiche, i profili di attività su microorganismi isolati e su biofilm batterici, le caratteristiche di sicurezza e
i meccanismi d’azione. Numerosi lavori scientifici 1-4 hanno evidenziato la presenza di relazioni sinergiche in vitro
tra oli essenziali e antimicrobici, mostrando una notevole riduzione delle concentrazioni dei componenti
l’associazione stessa. In particolare sono state studiate le azioni sinergiche di antibiotici e di antifungini con oli
essenziali su ceppi batterici Gram +, Gram- sia di collezione internazionale che isolati clinici e su ceppi fungini di
Candida albicans e non-albicans. Tra gli isolati clinici è stata data particolare rilevanza a ceppi di S. aureus
MRSA. I risultati ottenuti in questi anni mostrano valori dell’indice di sinergia (FICI) interessanti in particolare con
l’associazione tra Norfloxacina e/o Gentamicina con l’olio essenziale di Pelargonium graveolans e Aniba
rosaeodora (FICI 0.11-0.50). Le associazioni tra antifungini come la Nistatina e l’Amfotericina B con oli essenziali
di Melaleuca alternifolia, Origanum vulgare e Pelargonium graveolens hanno mostrato un’azione sinergica
fortemente influenzata dal tipo di antimicrobico usato. E’ da sottolineare la forte sinergia tra Gentamicina e Aniba
rosaeodora sul ceppo Gram – di Acinetobacter baumanii (0.24 g/ml rispetto a 4 g/ml) e Gentamicina e Mentha
piperita.5 Dato il crescente impatto delle infezioni ospedaliere e di comunità sostenute da S. aureus MRSA, di
recente è stata focalizzata l’attenzione su particolari associazioni tra un antibiotico ad esclusivo uso ospedaliero a
struttura ossazolidinonica, il Linezolid, attivo su S. aureus MRSA e a spettro ristretto ai Gram + e oli essenziali di
Origanum vulgare, Crithmum maritimum ,cannella e Monarca dydima. I risultati dei test vedono un notevole
effetto antimicrobico esteso anche a Gram – e un significativo effetto sinergico.
1)Rosato A, Vitali C, De Laurentis N et Al., “Antibacterial effect of some essential oils administered alone or in combination with
Norfloxacin.” Phytomedicine, 2007, 14: 727-732.
2)Rosato A, Vitali C, Gallo D et Al., “The inhibition of Candida species by selected essential oils and their synergism with Amphotericin.”
Phytomedicine. 2008, 15:635-638.
3)Rosato A, Vitali C, Piarulli M et Al,. “In vitro synergic efficacy of the combination Nystatin essential oils against some Candida species.”
Phytomedicine, 2009, 16:972-975.
4)Rosato A, Piarulli M, Corbo F et Al., “In vitro synergistic action of certain combinations of Gentamicin and essential oils.” Current
Medicinal Chemistry, 2010, 17:3289-3295.
5) Rosato A, Catalano A., Carocci A., Corbo F et Al., “Synergistic action of Mentha piperita L. essential oil in association with
antimicrobial drugs” 2016 submitted to Flavour and Fragrance Journal
MARIA PIA ARGENTIERI
Ricercatore (SSD BIO/14, Macrosettore 05/G1: Farmacologia, Farmacologia clinica e Farmacognosia)
dal 2006 presso il Dipartimento di Farmacia-Scienze del Farmaco dell’Università degli Studi di Bari, nel
2002 si è laureata in Farmacia (Università degli Studi di Bari), e nel 2006 ha conseguito il titolo di
Dottore di Ricerca in “Sintesi Chimica ed Enzimatica Applicata” discutendo la tesi dal titolo:” Analisi del
fenotipo molecolare di vegetali per l'identificazione di molecole bioattive”. Nell'ambito del dottorato, ha
condotto attività di ricerca all´estero (17/05-29/08/2004, 18/04-18/08/2005) presso la University of
Copenaghen (Danimarca) dove é stato svolto un progetto dal titolo: "Characterization of
sulfotransferase knockouts in Arabidopsis as a mean to understand glucosinolate transport".
Dal 2003 ha partecipato a numerosi progetti di ricerca di Ateneo, progetti MIUR-PRIN, progetti strategici
ed esplorativi della Regione Puglia, Progetti della Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia ed a
Contratti di Ricerca per aziende del settore fitoterapico. L’attività di ricerca è confermata da numerosi
lavori su riviste di carattere scientifico internazionali e da un’ampia partecipazione a congressi nazionali
ed internazionali. E’ revisore di lavori scientifici per diverse riviste internazionali.
Presso il Dipartimento di Farmacia-Scienze del Farmaco dell’Università degli Studi di Bari svolge i corsi
di Farmacognosia con Elementi di Botanica Farmaceutica, Fitochimica e Biologia Vegetale per i corsi di
laurea in Farmacia e Scienze e Tecnologie Erboristiche e dei Prodotti per la Salute. Ha inoltre svolto i
corsi di Fitoterapia e Riconoscimento di Droghe. E’ docente presso l’Università Nostra Signora del Buon
Consiglio di Tirana dove tiene i corsi di Biologia Vegetale e di Farmacognosia con Elementi di Botanica
Farmaceutica. E’ docente del Master di II livello “Biotechnology for Medicinal and Aromatic PlantsBiotecMAP e del Master di II livello di Cosmetica dove tiene il corso di Aromaterapia. Membro di società
scientifiche nazionali (SIF-Società Italiana di Fitochimica) ed internazionali (PSE- Phytochemical
European Society). Ha competenze nel campo delle droghe vegetali soprattutto per quel che concerne
lo studio dei composti bioattivi e della loro attività biologica.
DALLA PIANTA ALL’USO TERAPEUTICO DEGLI OLI ESSENZIALI
Maria Pia Argentieri
Dipartimento di Farmacia-Scienze del Farmaco, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, Via Orabona 4, 70125 Bari.
[email protected]
Da secoli le piante sono la fonte principale di sostanze utili per la cura e la prevenzione di svariate
patologie grazie al loro contenuto di principi bioattivi. In etnomedicina sono riportati diversi esempi di
piante utilizzate anche per il trattamento di malattie infiammatorie; tale proprietà è spesso ascritta agli
oli essenziali da esse prodotte.
Piante particolarmente ricche di oli essenziali appartengono alla famiglia delle Lamiaceae. Molte di esse
sono diffuse nella zona Mediterranea, come per esempio timo, origano, rosmarino, basilico, lavanda,
menta. In questo lavoro vengono presentati i dati relativi allo studio dell’attività antinfiammatoria degli oli
essenziali estratti dalle parti aeree di Lavandula pinnata L. f e dalle foglie di Origanum vulgare ssp
hirtum, determinata mediante test di inibizione delle cicloossigenasi (COX-1 e COX-2). Dai dati
preliminari è emerso che l’olio essenziale della specie di origano investigata è discretamente più attivo
dell’olio della lavanda, mostrando una IC50 pari a 9.1 µg/ml e 11.4 µg/ml, rispettivamente nei confronti
della COX-1.
La valutazione del profilo quali- quantitativo dell’olio essenziale estratto dalle parti aeree di L. pinnata ha
mostrato un profilo caratteristico per questa specie in quanto il componente principale è risultato essere
il carvacrolo (84%). L’indagine fitochimica, ha evidenziato che anche l’olio essenziale di O. vulgare ssp.
hirtum è caratterizzato da un elevato contenuto di carvacrolo (89%).
Il carvacrolo è un composto approvato dalla Food and Drug Administration come additivo alimentare. È
inoltre una sostanza molto studiata per le sue numerose proprietà biologiche. In continuazione di studi
già effettuati da noi sulle sue attività neuromodulatorie dopaminergiche e serotonergiche, in questo
contesto è stata valutata anche la capacità del carvacrolo di inibire le cicloossigenasi. Una possibile
correlazione tra l’attività della molecola e quella degli oli essenziali di L. pinnata e O. vulgare ssp.
hirtum verrà discussa.
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