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KIDDYCAR KIDDYCAR KIDDYCAR KIDDYCAR
KIDDYCAR – Sunlit Silence
(Rai Trade – settembre 2009)
Dodici brani per un viaggio intimo e solenne attraverso un disco ombroso e
policromo al tempo stesso, in cui muoversi con leggerezza tra composizioni e
testi che evocano dimensioni estatiche e contemplative, piccole ossessioni
sempre sul punto di sfuggire dalle labbra e sogni che incantano e si dissolvono
attraverso lo sguardo di un bambino. Un disco che è sostenuto da ritmiche
sofisticate, prodotte da un utilizzo dell’elettronica minimo e attento, incentrato
sull’uso di sequenze frutto di un’accurata ricerca che spazia tra il sound degli
anni ’70 e ’80.
C'è grande attenzione per l'aspetto compositivo in Sunlit Silence, sia sul piano
armonico che su quello melodico, in un intreccio di note mai elusive ma puntuali
ed efficaci, che squarciano il silenzio con grazia attraverso soluzioni sempre
diverse. Riferimenti e citazioni che fluttuano nello spazio e nel tempo con sorprendente disinvoltura, là dove
sequencers à la Kraftwerk incontrano e avvolgono chitarre à la Morricone, intrecci di violoncello e pianoforte di
matrice classica scivolano verso cembali e chitarre seventy pop mentre la voce di Valentina Cidda è il fil rouge che
attraversa tutto il disco con un cantato evocativo, sussurrato, che traccia con leggerezza confini e con uguale
delicatezza li infrange.
Particolare attenzione è stata rivolta anche per la scelta dell'artwork di copertina, un'immagine dell'incredibile
pittore iperrealista Gottfried Helnwein (www.helnwein.com) che ha concesso gratuitamente l'utilizzo della sua opera
dopo aver ascoltato la musica dei Kiddycar.
Risultato di un intero anno di lavoro, questo album nasce sotto “un cielo famelico che dondola sopra l’abisso”, in un
“soleggiato silenzio” interrotto e attraversato da queste dodici tracce per poi risolversi col suono della pioggia che
resta, leggera e insinuante, alla fine del viaggio.
LA BAND - storia
Dopo una prima uscita ufficiale con l’EP Small Things
pubblicato da Minuta Records (Svizzera), e la presentazione
dei video dei brani “Your Desert” e “Girogirotondo” (Special
Guest Andrea Chimenti), nel 2007 esce in Italia il primo
album
della
band
Forget
About
(Seahorse
Recordings/Goodfellas) che, accolto con grande entusiasmo
dalla critica, consente ai Kiddycar di essere subito inseriti
all’interno della rubrica “Scommettiamo su” in Home Page di
MTV per la durata straordinaria di due settimane.
Ad ottobre dello stesso anno i Kiddycar realizzano il brano
“You Save Me From Understanding More” in collaborazione
con Paolo Messere dei Blessed Child Opera, pubblicato
nella compilation Silber Sound of Halloween dalla Silber
Records, U.S.A.
A novembre 2007, Forget About è licenziato in Giappone dalla Xtal Records di Tokyo. Intanto i videoclip di “Human
Logic” e ”Dit de l’amour” entrano a far parte della rosa dei finalisti al P.I.V.I. (Premio Italiano Videoclip Indipendente)
di Milano. Radio Rai 1 inserisce i Kiddycar in rotazione nella propria playlist, mentre a dicembre il gruppo è ospite
di Village (Radio Rai 1), per un live e un’intervista in diretta.
Il 13 dello stesso mese la band presenta, nell’ambito del Performing Media Lab (festival di arti multimediali diretto
da Carlo Infante) presso il Teatro di S. Giovanni Valdarno, il videoclip del brano “Human Logic” (già finalista al
P.I.V.I.), realizzato da Almasen Artisti Associati (Fernando Maraghini e Maria Erica Pacileo
http://www.almasen.it/index_it.htm) e girato a Berlino nel settembre 2007 con il sostegno della “Berlinische
Galerie”.
Il 24 Dicembre esce l’LP How This Word Resounds (vinile 33 giri in edizione limitata, 500 copie numerate a mano),
realizzato dai Kiddycar con l’artista Christian Rainer e pubblicato da Fridge Records, distribuzione Goodfellas
(distribuzione digitale Seahorse Recordings).
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Da Gennaio 2008 Forget About è distribuito anche nella Svizzera francese dalla Phenix Records. Nello stesso
mese i Kiddycar con Christian Rainer sono segnalati nella Home Page di MTV e l’LP How This Word Resounds è
proposto in ascolto in esclusiva sul portale per una settimana.
Inoltre il video di “Dit de l’amour” (brano d’apertura dell'LP) è trasmesso da All-Music.
A Febbraio 2008 Radio Rai 1, Radiounomusica, propone i Kiddycar sul player online del sito Eurosonic.net. tra gli
artisti che considera il meglio delle sue scelte di musica italiana; Eurosonic è un organismo che fa parte dell' EBU,
Unione delle radio pubbliche europee di cui Radio1 è parte attiva.
Il 7 Marzo 2008 i Kiddycar sono invitati dalla RAI a tenere un concerto in diretta dall’Auditorium della storica sala A
del centro RAI di Via Asiago a Roma per i concerti del venerdì sera, inaugurando, in quella occasione, una nuova
veste del loro live set che prevede l'inserimento un trio di archi (due violini e un violoncello).
Ad Aprile i Kiddycar sono invitati dall'Istituto di Cultura Italiana di Bucarest a tenere un concerto nella capitale
rumena.
Nel frattempo anche il video di “Your Desert” entra in rotazione su All Music. Così come, poco dopo, anche tutti gli
altri quattro i video, mentre quello di “Dit de l'amour” viene espressamente richiesto da MTV.
Il video di “Human Logic” viene trasmesso in diretta televisiva su Rai 2 durante la puntata di Scalo 76 del 3 maggio
2008 ed è uno dei tre videoclip a entrare in finale su quattromila partecipanti. Lo stesso videoclip viene
nuovamente presentato e trasmesso in diretta televisiva su Rai 2 durante l’ultima puntata di Scalo 76 del 31
Maggio 2008.
Ospiti a LA3 TV in diretta, i Kiddycar presentano i video di “Human Logic” e “Dit de l'amour” anche in questo
contesto.
Sempre “Human Logic”, in una nuova versione, diventa la colonna sonora del video realizzato da Atlantide
Audiovisivi, per la regia di Mario Alves Rebehy, in relazione al progetto dello scrittore Paulo Coelho che per il suo
libro, “La strega di Portobello”, invita videomakers di tutto il mondo a girare filmati ispirati ai capitoli del suo libro per
poi ricavarne un lungometraggio a mosaico.
Il video è stato scelto tra migliaia di altri e, oltre a essere entrato a far parte della rosa dei finalisti, viene trasmesso
Sabato 9 e domenica 10 agosto 2008 sulla CNN International, all’interno della trasmissione Spirit of Storytellings,
durante l'intervista con lo scrittore brasiliano che, per l'occasione, presenta il suo progetto. Inoltre, per interpretare
il ruolo di Atena, la strega di Portobello, viene scelta la cantante/attrice Valentina Cidda, voce dei Kiddycar.
“Girogirotondo” (bonus track di Forget About feat. Andrea Chimenti) è stato utilizzato per il documentario di Davide
Barletti Diario di Uno Scuro (www.cinemaitaliano.info/diariodiunoscuro).
Recentemente i Kiddycar hanno firmato un remix per la band Ceca Miou Miou (www.myspace.com/mioumiou) per
il brano “Sublime” incluso nell’album di remix Électronique /MiouMixes/ uscito nella Repubblica Ceca a dicembre
2008 e in Giappone a Gennaio 2009.
Hanno partecipato al progetto, insieme ai Kiddycar, B.Fleischmann, Montag, aus, Lullatone, FilFla, Sawako,
Moskitoo, Balún e altri.
Nel 2009 i Kiddycar firmano un contratto con Rai Trade per la pubblicazione del nuovo album Sunlit Silence in
uscita a settembre.
La BBC d Bristol (Uk) contatta i Kiddycar e presenta il 4 Aprile 2009 il brano “Trust” all'interno della trasmissione
“Introducing”, parlando della band come una delle nuove realtà Europee da seguire con maggior attenzione.
DISCOGRAFIA
(EP): Small Things - Minuta Records (Switzerland)
(AAVV): "Minuta: Online classics 2001" - Minuta Records (Switzerland)
(CD): Forget about - Seahorse Recordings (Italy)
(AAVV): "Silber sounds of Halloween" - Silber Records (U.S.A.)
(CD): "Forget About" - Japanese version) Xtal Records (Japan)
(LP): "How this word resounds" - Fridge Records (Italy)
LINKS
www.kiddycar.it
www.raitrade.com
www.promorama.it
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VALENTINA CIDDA – Musicista, attrice e regista, scrittrice
Fin da molto piccola segue suo padre, Mario Maldesi, nel suo
lavoro. Maldesi è un maestro indiscusso della postsincronizzazione e del doppiaggio cinematografico, teorico e
artefice di un uso rivoluzionario della parola nel cinema durante il
neorealismo, braccio destro dei più grandi registi Italiani e stranieri
(www.mariomaldesi.it). Questa esperienza, le permette di vivere a
strettissimo contatto con il mondo del teatro e del cinema.
Comincia da bambina a recitare, tanto sui palcoscenici quanto in
sala di doppiaggio, prendendo/prestando la sua voce in numerosi
film tra i quali ricordiamo:
-
“Lady Hawk” di Richard Donner, con Matthew Broderick, Rutger Hauer e Michelle Pfeiffer
“Bird” di Clint Estwood
“A World Apart – Un Mondo A Parte” di Chris Menges, vincitore del premio speciale della giuria e premio
ex-aequo per la miglior attrice del Festival Di Cannes
“Così Lontano Così Vicino” di Wim Wenders
Il lavoro di Valentina Cidda per il cinema prosegue anche in età adulta come dialoghista ed adattatrice
cinematografica, mettendo la sua firma sotto le versioni italiane di film quali:
-
“L’Estate di Kikugiro” di Takeshi Kitano
“Una Storia Vera” di David Linch,
“La Tigre e il Dragone” di Ang Lee
“Regole d’Onore” e “The Hunted” di Wiliam Friedkin
Si presta inoltre ad un’intensa collaborazione con Riccardo Aragno, storico dialogista di Kubrik, per “Eyes
Wide Shut”, l’ultimo film terminato dopo la morte del regista.
Gli anni in cui si occupa di far parlare il cinema in Italiano si rivelano fondamentali per tutta una serie di
riflessioni legate allo studio del linguaggio e delle sue potenzialità, all’esplorazione del personaggio e delle
connessioni mentali, culturali e biologiche che il linguaggio plasma e condiziona, con particolare attenzione
alle differenze sostanziali tra oriente e occidente.
Valentina coltiva col tempo un interesse e un’attenzione estrema verso la struttura portante delle opere
cinematografiche e teatrali in cui si imbatte per motivi di lavoro o per puro piacere, affascinata dallo scoprire
i testi che hanno spinto gli autori a trasporre sullo schermo o sul palcoscenico una determinata storia.
La scrittura, quindi, come magia suprema e regno dell'immaginazione in cui tutto è possibile, un po' come
accade nelle narrazioni dei bambini. E' per questo motivo che Valentina scrive, scrive e scrive ricevendo
numerosi premi e riconoscimenti tra i quali ricordiamo:
-
vincitrice del premio di poesia “Ciro Coppola” nell’isola d’Ischia, patrocinato dal Ministero della Pubblica
Istruzione, Premio del Presidente della Repubblica
vincitrice al premio letterario “Energheia” nella città di Matera con conseguente pubblicazione del
racconto “Cigno nero”
vincitrice del premio letterario “Colosseo d’oro” con pubblicazione della raccolta di racconti “Nevica”
presso la casa editrice “Lo Faro” di Roma
per due anni consecutivi finalista al premio letterario “L’autore” indetto dalla casa editrice “Firenze Libri” e
reso noto dal quotidiano “La Repubblica”
tra i vincitori del premio “Grinzane Cavour” sezione giovani inediti
vincitrice assoluta del premio letterario “Studio 12” a Roma con una giuria ricca di critici e autori di chiara
fama tra cui la giornalista Adele Cambria e la pittrice-scrittrice Simona Weller. Conseguente
pubblicazione del racconto “La scalinata d’argento”.
Varie le pubblicazioni su antologie e riviste. Tra queste:
- Cura dell’intervento autonomo “L’ultimo ciak” all’interno del volume “Fellini e il doppiaggio”, edito dalla
Fondazione Fellini. Incarico ricevuto dalla Fondazione stessa nel mese di Giugno 2005.
- L’incantesimo matematico della bellezza (Argomento: Filosofia/Estetica), Rivista dell'Università Di Siena
- Lettera sull’unità (Argomento: Filosofia/Estetica), Rivista dell'Università Di Siena
- Rappresentazione integrale (Argomento: Filosofia della comunicazione), Rivista dell'Università Di Siena
- L’ora digitale (Argomento: Filosofia della comunicazione), Rivista dell'Università Di Siena
- Gli immaginari dell’ibridazione mutante (Argomento: Filosofia della comunicazione), Rivista dell'Università
Di Siena
Valentina studia pianoforte e composizione in conservatorio fino all’ottavo anno. Si distacca poi
dall’ambiente classico attratta sempre più da ambiti di sperimentazione e ricerca e la musica diventa
componente essenziale del proprio lavoro teatrale. Continua a dedicarsi al teatro come attrice, alla scrittura
teatrale e soprattutto alla regia. Prende parte (come regista, come attrice o come musicista) alla
realizzazione di numerosi spettacoli ed eventi sul territorio nazionale.
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Riceve l’incarico di ideatrice e curatrice di eventi teatrali e culturali per diversi Comuni, Istituzioni e
Accademie in svariate occasioni.
Per due anni è direttrice artistica dell’International Festival of Performing Arts “Arezzo Festival”.
Fonda nel 2003 l’associazione Teatrale “Il Guazzabuglio” con la quale porta avanti numerose produzioni ed
esperienze anche nell’ambito del Teatro di Strada e di un Teatro Ragazzi onirico e filosofico.
Si laurea con il massimo dei voti in Filosofia della Comunicazione con una tesi dal titolo "Ai margini
dell’evoluzione: spunti riflessivi sul corpo tra biologia e tecnologia".
Nel 2005 dà vita al gruppo di ricerca e produzione teatrale Dulcamarateatro
(www.myspace.com/dulcamarateatro - www.dulcamarateatro.it), progetto nutrito da un gusto contemporaneo
minimalista e da una filosofia esistenzialista che si fa ponte tra nichilismo e speranza estrema nel tentativo
di immaginare uno spazio di espressione sempre consapevole e attento a innumerevoli ambiti disciplinari,
dalla filosofia alla biotecnologia, dalle scienze del linguaggio all’Arte Contemporanea, oltre che all’ascolto di
tutte quelle sollecitazione introdotte nel teatro dalle avanguardie degli ultimi decenni.
Tutta la ricerca di Valentina Cidda è volta verso una radice comune, una “pochezza” sepolta sotto
un'“abbondanza” formale, la nudità immutata e immutabile dell’anima umana.
Dulcamarateatro è presente in numerosi festival e teatri dal 2006 con performance, istallazioni, video e
spettacoli. Nell’estate del 2006 Valentina Cidda è responsabile della rassegna di Teatro Off “I Giardini
Segreti” all’interno del festival internazionale Mercantia a Certaldo, dove debutta con tre performance e due
istallazioni che segnano un momento importante per la definizione sempre più netta e precisa dell’identità
estetica e filosofica della compagnia.
Nel 2005 inaugura il Centro Il Garage - di cui assume la direzione artistica - centro di studio e ricerca
cinematografica, teatrale e musicale che ospita annualmente workshop di artisti di fama internazionale oltre
a performance, cineforum e concerti. Tutte le proposte del Centro Il Garage ruotano intorno a realtà più o
meno laterali rispetto ad ambiti più istituzionali, realtà alternative, quindi, musica indie, sperimentazione ecc.
(www.myspace.com/centroilgarage).
Sempre nel 2006 partecipa alla fondazione della band indie-pop Kiddycar. (Seahorse Recordings/Goodfellas
- Italia – Xtal Records / Tokyo – Phenix Records / Svizzera)
Valentina Cidda è di fatto la “voce” della band e ad essa dedica la maggior parte delle sue energie
(www.myspace.com/kiddycar - www.kiddycar.it).
Valentina porta avanti negli anni una propria ricerca sul lavoro dell’attore (e quindi su se stessa) arrivando a
concepire un metodo teorico e pratico che definisce “La meccanica delle emozioni”: una ricerca
sull’esplorazione del nostro corpo-mente, sulla connessione diretta e l’interazione immediata di reazioni
emotive e reazioni fisiche, di corpo delle emozioni e corpo fisico, spirito e materia, pensiero e sangue,
complici gli intensi studi i nell’ambito della Filosofia della Mente e della Gnoseologia.
Un percorso, quindi, che spazia dalla filosofia allo zen, dalle discipline orientali alla gnoseologia, dalla
musica alla storia dell’arte con una sola direzione costante: una sempre più ricca e solida consapevolezza
del proprio “sé” e al suo rapporto con l’“altro”, intendendo per alterità qualsiasi forma d’esistenza esterna da
cui riceviamo i quotidiani stimoli che danno fondamento all’esistenza.
--“Per come la vedo io non c'è che un sospiro e un grido per ogni cosa da dire...
Le cose da dire sono fragili…fragili quanto la vita…non si può che dirle e tacerle
contemporaneamente…quasi potessero infrangersi nel chiasso del mondo…sotto i suoi tamburi di
guerra…eppure questo sussurro sospeso tra l’urlo e il silenzio le rende potenti oltre misura,
offre loro tutto lo spazio per bruciare…
Entrare negli abissi della voce…entrare in quell’antico respiro,
nell’antica fiamma che ci ha tenuto vivi dall’inizio dei tempi.
Siamo nel reame della sottigliezza, lì dove uno spostamento di millimetri cambia l’orbita di una cometa.
Non resta che stare il più vicino possibile all'essenziale, allenarsi per questo ogni giorno con costante
durissima dolcezza…stare vicino a questa cosa evidente mai detta per se stessa: la solitudine di ogni
esistenza, l'effimero di ogni bellezza.”
Valentina Cidda
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STEFANO SANTONI
Stefano Santoni nasce ad Arezzo da padre di dirette
discendenze contadine e da madre figlia di nobili decaduti
nonché ex gerarchi fascisti. Il divorzio dei suoi genitori, e il
successivo trasferimento nella casa dei nonni materni,
determinerà il primo impatto per Stefano con la musica: è infatti
suo nonno a introdurlo, attraverso un improbabile dj set, a hit
(anni '35 e '50) quali “Casettà in Canadà” e “Pippo Pippo”.
Tra i dieci e i dodici anni inizia a frequentare gli ambienti della
contestazione e quindi familiarizza con autori cari a questo
ambiente: Guccini, Lolli, Dylan, De Gregori, Vecchioni,
contribuiscono non poco a far sì che Stefano si senta sempre
più irresistibilmente attratto dal fare musica.
All’età di dodici anni è ormai deciso: vuole diventare un chitarrista. L’unico grande problema è come reperire
lo strumento o meglio…i soldi per acquistarlo. L'occasione si presenta allorché un vecchio conte, caro amico
della famiglia materna, lo incarica sempre più spesso di andare a giocare al lotto affidandogli modeste
somme di danaro. Il conte sembra condannato a vita ad essere ignorato dalla dea bendata tanto che, da un
certo punto in poi, non chiede più neanche le ricevute delle giocate. Stefano, data l’urgenza e visto l’inutile
sperpero di denaro, pensa bene di creare con i soldi sottratti al gioco un fondo pro chitarra. E così nel giro di
un paio di mesi può finalmente comprare una chitarra classica “semiprofessionale” .
All’età di tredici anni viene arrestato per la prima volta per furto di motociclo…se la cava con poco e decide
di passare più tempo a casa a studiare musica.
All’età di sedici anni se la cava già abbastanza con il Blues e l’Hard rock e forma una sgangheratissima band
“garage/punk” che dopo poco si scioglierà.
Continua a studiare in solitario per un altro anno nutrendosi per lo più di gruppi “hard rock”, “west coast”,
“rockblues” e i soliti immancabili cantautori italiani.
All’età di diciotto anni viene arrestato una seconda volta, stavolta per furto di autoradio e in più con le
aggravanti di scasso e associazione a delinquere. Benché lavorasse in fabbrica dall’età di diciassette anni
riusciva a mantenere a gran fatica se stesso e la madre. Stefano pensa allora di mettere su un corso di
chitarra per principianti che riesce a realizzare con l'aiuto del parroco. E’ un successone, sedici iscritti tra gli
otto e i trent’anni e nessuno di loro si ritira prima dell’intera durata di sei mesi del corso.
Da lì in poi la musica diventa la sua occupazione principale.
All’età di ventidue anni si appassiona al jazz e decide di approfondire la sua conoscenza di teoria musicale
studiando per due anni con Roberto Nannetti (chitarrista di fama nazionale che vanta collaborazioni con i
più famosi artisti italiani).
Dal 1986 al 1990 fa parte di svariate formazioni jazz con le quale terrà molti concerti nelle situazioni più
svariate in tutta Italia.
Nel 1993, assieme a Massimo Giuntini e Carlo Gnocchini, costituisce i “Ductia”, band che unisce sonorità
legate al mondo etnico e folk con elementi tipici del pop elettronico. I Ductia incideranno quattro cd (Ductia,
1997, Il Ramo d’Oro, 2001, Blue Planet, 2003 e Tuscantica, 2007), il primo prodotto dalla casa discografica
“Music On” di Bergamo, gli altri prodotti da “Nun Entertainment” presieduta da Stefano Senardi (ex
presidente Poligram). Il Ramo d’Oro esce ufficialmente anche in quattordici paesi esteri il 14 settembre
2001. Sempre con la “Nun” i Ductia partecipano con due brani ai cofanetti Corso Como 10 (2001) e Corso
Como 10 seconda edizione (2002). Nel 2002 i Ductia incidono due brani per la compilation Corpo di Guerra
la quale uscirà, tra l’altro, in allegato al giornale “Il Manifesto”.
I Ductia si impegnano poi in un’intensa attività concertistica, esibendosi in Italia e all’estero in festival, teatri,
palasport, pubs e altro.
Dal 1993 si appassiona sempre di più alla musica elettronica ed inizia a lavorare su progetti in cui la
componente informatica è sempre più presente.
Nel 1996 forma il gruppo “Kriminal Bit” che nel 1998 debutta con il disco Ultradolce distribuito dalla “Irma
Records” (Bologna).
Nel 2000 scrive la colonna sonora del video “Dust” dell’artista Loris Cecchini, un artista visuale di fama
internazionale che ha esposto in tutto il mondo in contesti di grande importanza e ha partecipato alla
Biennale di Venezia edizione 2001. Il video “Dust” sarà poi presentato ad Haidelberg (Germania) ed in Italia
in molte occasioni.
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Oltre a fare il musicista, a partire dal 1985 Stefano Santoni svolge un’intensa attività didattica tenendo lezioni
di chitarra e teoria musicale in sedi pubbliche e private. Nel 2002 tiene un seminario da lui stesso ideato dal
titolo “L’informatica e la musica” in due istituti di Scuola Media Inferiore della provincia di Trento. Nel corso
dell’anno scolastico 2003/2004 ripete questa esperienza per un gruppo selezionato di alunni del Liceo
Musicale di Arezzo.
Nel 2000 forma il gruppo “Underconstruction” con il quale partecipa, con un brano di musica elettronica, al
CD compilation Big Sur Formentera, che ha una distribuzione nazionale e viene allegato alla rivista Maxim
(stampata in cinquantamila copie). “Underconstruction” si esibisce in concerto nel circuito della musica di
ricerca.
Nel 2005 forma la band “Kiddycar” alla quale tutt’oggi dedica tutte le sue energie.
Tra il 2007 e il 2009 collabora con Andrea Chimenti (ex Moda) in svariate situazioni live e in spettacoli
teatrali tra cui “Il Deserto Dei Tartari” che debutta all’Anfiteatro di Fiesole nel luglio 2007.
Parallelamente al suo interesse per la musica, Stefano è sempre stato affascinato all’arte visiva al punto da
farsi una cultura sull’argomento studiando e visitando i principali musei d’arte contemporanea del mondo. In
questo contesto ha la possibilità di conoscere artisti di ogni livello, direttori di musei e collezionisti. Nel 2000
un collezionista suo amico gli propone di aprire uno spazio dedicato all’arte contemporanea, offrendosi come
socio finanziatore, e lui accetta. La galleria prende il nome di “Note Arte Contemporanea”. L’iniziativa nasce
con l’intento di sostenere e diffondere l’opera di giovani artisti provenienti da ogni parte del mondo e nei suoi
due anni e mezzo di attività, sotto la guida artistica e organizzativa di Stefano Santoni, realizza otto mostre
personali degli artisti Paolo Fabiani (I), Camille Katsuragi (GP), Nina Sounders (GB), (Saatchi collection),
Natalie Novarina & Marcel Croubalian (CH), Sophie Usunier (F), David Barrows (GB), (Paul Hamlyn Award
for Visual Artists in 2002), Maura Banfo (I), Pantani-Surace (I) e John Duncan.
Inoltre, la Galleria presenta una mostra collettiva dal titolo “Under 325 gr.”, in cui presenziano tutti gli artisti
della Galleria insieme ad altre giovani promesse, e una mostra bipersonale degli artisti John Duncan
(U.S.A.) e Carl Michael von Hausswolff (Svezia), curata da Daniela Cascella, che consiste in un progetto di
“sound art”, una delle manifestazioni più vivaci dell'indagine artistica odierna, che utilizza il suono come
elemento portante affiancandosi, in questo modo, alle realtà espositive ed alla ricerca più avanzate a livello
internazionale. La mostra si tiene a Prato, in quella che diventa poi la sede della Galleria.
Uno dei principali presupposti della Galleria Note è quello di utilizzare sempre spazi esterni pubblici o privati
in modo da fare interagire gli artisti con il patrimonio ambientale italiano. L’artista deve così confrontarsi con
spazi già di per sé molto connotati a differenza di quanto avviene invece nella norma in cui gli spazi deputati
ad ospitare arte contemporanea sono sempre volutamente neutri e asettici in modo da non creare nessuna
difficoltà agli artisti stessi.
Tra gli ambienti utilizzati a tal proposito si annoverano l’Atrio d’Onore della Provincia di Arezzo, la Certosa di
Calci a Pisa, i cunicoli della Fortezza Medicea di Arezzo, la Chiesa barocca di SS. Lorentino e Pergentino
sempre ad Arezzo. Grazie all’intervento della Galleria Note, quest’ultimo spazio, che si trovava in condizioni
di estremo degrado e completamente dismesso, viene ripulito dai detriti e dalla polvere accumulatisi negli
anni di incuria. La mostra di Camille Katsuragi riesce a sensibilizzare l’opinione pubblica, tanto che al
termine di essa iniziano i lavori di restauro. Adesso la Chiesa è adibita a galleria d’arte e si presenta
perfettamente attrezzata per assolvere a questa sua nuova funzione.
Nel 2001 Stefano viene invitato personalmente da Denis Curti (curatore della Biennale Internazionale di
fotografia di Torino) a fare parte della giuria nell’ambito della manifestazione “SI – Savignano immagini”, un
premio di fotografia per emergenti che si tiene ogni anno a Svignano sul Rubicone.
La Galleria Note ha inoltre partecipato in taluni casi come ospite d’onore a numerose fiere specializzate nel
settore dell’Arte Contemporanea come Bologna Arte Fiera, Altissima di Torino, MiArt di Milano.
A metà del 2002 la Galleria chiude il suo spazio base di Arezzo per ingrandirsi e trasferirsi a Prato.
Stefano abbandona la direzione di “Note” per dedicarsi interamente alla musica e al progetto Kiddycar. La
galleria passa ad Enrico Fornello e la nuova sede prende infatti il nome di Galleria Enrico Fornello
(www.enricofornello.it).
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SIMON CHIAPPELLI
Il più giovane dei Kiddycar, polistrumentista, suona il trombone e, nel live, è possibile ascoltarlo alle chitarre e
tastiere. Si diploma prima al Liceo Musicale di Arezzo e, successivamente, frequenta il Conservatorio P.
Mascagni di Livorno conseguendo il diploma in trombone e composizione; alla conoscenza e all'amore per gli
studi classici unisce la passione per il mondo e la storia del pop e del rock indipendente. Oltre alla sua attività
con i Kiddycar, Simon è membro stabile della Fantomatik Orchestra.
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Su FORGET ABOUT
“Kiddycar è lo sguardo del fanciullo che si posa sulla musica. È l'atteggiamento scanzonato e innocente di
quattro musicisti italiani che da una cultura varia, eterogenea e poliedrica sintetizzano un suono nuovo,
suadente e delicato, elettronico e acustico al tempo stesso. È un progetto che guarda alla sperimentazione,
all'avanguardia e alla musica classica, nel sottile equilibrio delle esperienze di quattro anime colte e curiose.” MTV (che ha dedicato loro per due settimane la rubrica "Scommettiamo Su")
“A mollo tra la Kazu Machino della generazione di Misery is a Butterfly, Beth Gibbons dei Portishead di Dummy
e Louise Rhodes dei Lamb. Ma la voce di Valentina Cidda non ha nulla da temere rispetto ai pezzi da novanta di
cui sopra.” - RUMORE
“Basterebbe il romanticismo ben orchestrato di "Time" per convincere anche gli scettici sulla bontà della
proposta musicale dei Kiddycar. Un suono personale che sa prendere in ugual misura dalla malinconia artica
dei Mum, dalla canzone d'autore straziante di Maximilian Hecker e dal pop senza tempo di Serge Gainsbourg.” ROCKERILLA
“L'elettronica è amministrata con cura, mai semplice sostegno per gli arrangiamenti e mai puramente colore
strumentale, la scrittura pop intriga e si rende accattivante, sfociando talvolta nella canzone d'autore...Un bel
disco, ben suonato e ben prodotto. E soprattutto ben scritto.” - IL MUCCHIO
“Innegabile l'abilità che si esprime attraverso molti livelli e molte strategie a tratti riconoscibili del pop
anglosassone degli ultimi dieci anni, ma che si libera da qualsiasi definizione superficiale, grazie ad un notevole
potere di sintesi e ad un'attitudine di tipo orchestrale davvero molto rara.” - INDIE-EYE
“E' neve sporca quella che cade copiosa nota dopo nota, ovattando e (de)stabilizzando i nostri (in)sicuri approdi
dell'anima. E' il bianco e nero della vita, è la consapevolezza nel comprendere che la Human Logic "...is
wrong...".” - ROCKSHOCK
“Forget About è la sintesi stilistica di un gruppo fortemente coeso, sicuro, che respira e restituisce classe
cristallina.” - KRONIC
“Il loro spirito è pop, ma il loro pregio è quello di riuscire a non banalizzarlo mai. Il tratto comune che unisce e
regge lo scorrere dei brani è la voce della Cidda, anzi il suo cantato: una voce delicata, novembrina,
impreziosita da una lieve velatura che non la rende del tutto limpida e che emerge nei brani più sussurrati come
"Can i have your desert please?" ma soprattutto "Ame et peau", sensuale e riflessiva perla esistenzialista del
disco.” - MESCALINA
“Colonna sonora ufficiale dell'autunno che si avvicina…” - SENTIREASCOLTARE
“Forget About è un'opera prima consistente e moderna...i Kiddycar sono una band da ascoltare e Forget About
un lavoro che con garbo e intelligenza si guadagna un posto in prima file tra le nuove produzioni.” MUSICBOOM
“Le soluzioni che la band adotta per gli arrangiamenti delle proprie ballate, vagamente inquietanti e deviate, li
avvicinano spesso a realtà della musica continentale quali Múm, B. Fleischmann (così come a tutto il versante
più sconsolato e cupo della Morr Music), ed, a tratti, al trip hop più umorale.” - ONDAROCK
“La musica che esce fuori da questo Forget About è l'intima colonna sonora di un sogno metropolitano sepolto
di petali bagnati di rugiada, è il tuo sguardo fuori dal finestrino, mentre cerchi di convincerti che il mondo un po'
ti somiglia, prima di rassegnarti che non lo fa quasi mai. La voce di Valentina è sempre dimessa, magicamente
soffusa, monocorde, un ultimo soffio ad appannarsi sul vetro che ci separa dal mondo…” - LOSTHIGHWAYS
“Fiori che tappezzano tunnel. Viaggi su automobili a pedali, colorando di leggerezza, e piccoli dettagli a dare
senso a un'esistenza altrimenti assurda. Acustica ed elettronica insieme e sottovoce. Con l'avanzare
microfilmico di rarefatte basi lunari. E' tanto discreto se si ascolta sbadatamente quanto intimo ed osmotico se si
abbassano le barriere e si allungano gli sguardi.” - ROCKIT
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