Scheda paese libano Quadro macroeconomico

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Maggio 2013
Scheda paese libano
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Ambasciata d’Italia
Beirut
Ufficio Economico Commerciale
Quadro macroeconomico
Quadro Generale
Il Libano e' un Paese a medio reddito, che si estende su una
superficie di 10.452 kmq, con una popolazione stimata di 4,3
milioni di abitanti (stime EIU/FMI per il 2012) ed un reddito
pro-capite di 14.175 dollari (Fonte dati:statistiche dell’EIU/FMI
- Aprile 2013). L’85% della popolazione è concentrata nelle
città (la meta’ nella sola capitale).
Il settore agricolo in Libano contribuisce per il 5% circa alla
formazione del PIL (Fonti: Banca Audi e IDAL). La produzione
agricola è peraltro insufficiente a soddisfare il fabbisogno interno, che viene coperto attraverso l’importazione di un notevole
quantitativo di prodotti agricoli (1.096 milioni di dollari nel
2012 secondo i dati pubblicati dall’IDAL). Le esportazioni agricole nel 2012 sono ammontate invece a circa 159 milioni di
dollari (Fonte dati: IDAL). I principali prodotti esportati nel
2012 sono stati: agrumi (20%), patate, mele e pere (19%), banane (8%).
Le risorse naturali attualmente sfruttate sono scarse, ma in base alle ultime prospezioni effettuate è stata confermata l'esistenza di consistenti giacimenti di idrocarburi al largo delle coste libanesi. Nel febbraio 2013 è stata
lanciata la gara di prequalificazione delle società interessate allo sfruttamento degli idrocarburi, il 18 aprile 2013sono stati resi noti i nominativi delle società selezionate (12 operatori tra cui l’ENI e 34 che potranno operare in
consorzio con un operatore, tra cui l’ Edison) ed il 2 maggio è stato annunciato l’imminente lancio dei bandi di
gara per l’assegnazione delle licenze. I due decreti per la definizione dei blocchi off-shore (n.10), devono essere
ancora approvati dal nuovo Governo.
Il settore industriale contribuisce con il 7,5% alla formazione del PIL (Fonte: dati IDAL) ed impiega il 25% circa della forza lavoro del Paese. L’industria dei prodotti alimentari contribuisce per il 26% alla formazione del PIL
industriale, seguita da quella metallurgica (12%). Le esportazioni industriali sono costituite da prodotti di gioielleria (perle e pietre preziose) e da metalli di base, macchinari e strumenti elettrici. Nel 2012 l’export industriale è
stato pari a circa 4,48 miliardi di dollari ( Fonte: dati IDAL).
Il settore dei servizi (banche, commercio, turismo, trasporti, assicurazioni, ecc.) che produce il 78% circa della
ricchezza del Paese (Fonte dati: Banca Mondiale) ha continuato a risentire della crisi siriana, in particolare il
comparto del turismo ha registrato un notevole calo delle presenze ( - 17,5% rispetto al 2011). Il settore bancario, che rappresenta la spina dorsale dell’economia ha continuato a registrare una forte crescita ( +8% dei depositi e +10,4% del credito al settore privato), sia pure inferiore a quella degli anni precedenti.
Lo stato delle infrastrutture risulta essere, nel complesso, discreto, ma il loro miglioramento rappresenta una
priorità confermata nella Dichiarazione programmatica del Governo Mikati. Più in particolare: la produzione di
energia elettrica nel Paese avviene solo in misura del 10% circa attraverso fonti rinnovabili (energia idroelettrica)
e l’attuale capacità produttiva è pari a 1.875 MW a fronte di una potenza richiesta, stimata di circa 2.300 MW.
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Il restante fabbisogno è coperto con l’acquisto di energia. Il settore delle infrastrutture elettriche permane quindi
una delle principale sfide del Governo libanese. In tale contesto è stato approvato dal Consiglio dei Ministri, nel
settembre 2011, una versione emendata del piano elettrico nazionale, varato nel luglio 2010 dal Governo Hariri.
La revisione operata prevede un aumento della produzione elettrica di 700 MW nel periodo 2011-2014 ed uno
stanziamento pari a 1,18 miliardi di dollari per finanziare la produzione, la trasmissione e la distribuzione.
Il settore delle telecomunicazioni ha fatto registrare una buona crescita negli ultimi anni grazie ad alcuni interventi nel segmento della telefonia volti all’incremento delle sue capacità. La compagnia di telefonia fissa Ogero è di
proprietà statale, mentre la gestione delle reti di telefonia mobile è attualmente affidata a due soli operatori privati
(ALFA e MTC) ma con forte partecipazione statale. Il sostanziale regime di duopolio rende i prezzi particolarmente elevati. Il settore richiede tuttavia ulteriori, nuovi interventi migliorativi per garantire competitività del servizio
ed un’adeguata tecnologia, soprattutto per quanto riguarda reti e Internet. In tale contesto sono attualmente in
corso i lavori di completamento del cavo sottomarino IMEWE che collega il Libano a Cipro. Il Ministero delle
Telecomunicazioni ha inoltre concluso un accordo con l’Autorità cipriota per le Telecomunicazioni per la posa di
un nuovo cavo sottomarino soprannominato “Sistema Europa”.
Il settore dei trasporti, con particolare riferimento alle reti stradali ed autostradali, ha registrato un certo miglioramento su tutto il territorio libanese, con particolare attenzione ai due assi principali relativi all’area di Beirut
(verso Nord e verso Sud) e alla frontiera Libano-Siria.
Il problema principale delle aree urbane (con particolare riferimento a Beirut) rimane legato alla carenza di mezzi
pubblici, parcheggi e regolamentazione della viabilità ordinaria. Per quanto riguarda il trasporto marittimo sono in
fase di realizzazione interventi di ampliamento dei porti di Beirut, di Tripoli e dei porti turistici di Jounieh e Tiro.
Sono inoltre previsti una serie di interventi migliorativi dell'aeroporto internazionale di Beirut al fine di aumentarne gradualmente la capacità (attualmente pari a circa 6 milioni di passeggeri all'anno) a 16 milioni di passeggeri
nel 2035.
Per quanto riguarda il settore idrico-fognario, se ne evidenzia una generale inadeguatezza dovuta principalmente
alla dispersione incontrollata nell'ambiente di reflui civili e industriali, nonché la necessità di un potenziamento
delle reti per l'approvvigionamento idrico e la relativa distribuzione di acqua potabile. La legge 221/2000 – che
trasferisce le responsabilità gestionali ed operative ai "Water Establishment” (WE), autorità settoriali situate nel
territorio, peraltro ridotte a 4 dalle precedenti 21 - rappresenta un passo essenziale verso la ristrutturazione di un
settore che presenta molte criticità ed ha consentito l'avvio di alcuni interventi pilota di partecipazione di privati
nella gestione di alcuni servizi (con particolare riferimento alla gestione e manutenzione degli impianti di depurazione e di assistenza tecnica ai WE oltreche’ investimenti per la costruzione di infrastrutture). Il Ministro dell’Energia e delle Risorse Idriche, ha annunciato di recente (fine aprile) che per il 2013 é previsto l’adeguamente e/o
realizzazione di dieci dighe. Molto attive, nel settore idrico e del trattamento delle acque reflue, sono la nostra
Cooperazione allo Sviluppo e la Banca Mondiale, attraverso il finanziamento di progetti di grande importanza per
il Paese.
Il Libano gode di un sistema bancario solido ed in continua espansione, che costituisce la vera colonna vertebrale
dell'economia anche alla luce della sua ormai comprovata "resistenza” alle pur ricorrenti crisi interne, e finanche
alla recente crisi finanziaria internazionale, le cui ripercussioni sono rimaste pertanto limitate grazie sia alla contenuta esposizione del settore ai noti subprimes ed alla supervisione operata dalla Banca Centrale, che alla solida base
dei depositi delle banche libanesi. Il sistema si fonda in gran parte sulle rimesse della "diaspora libanese” (a fronte
di una popolazione stimata di 4,3 milioni di abitanti, vivono all'estero circa 15 milioni di libanesi, in larga misura
impegnati nel commercio e nella finanza, fattore che rappresenta una importante fonte d'investimenti e di rimesse
per il Libano ed il suo sistema bancario).
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Situazione economico-finanziaria
2012
Nel 2012 l'economia libanese e' stata caratterizzata da una crescita contenuta del PIL (1,7% secondo il Fondo Monetario Internazionale, dall'aggravamento del deficit commerciale (16,8 miliardi di dollari), in aumento del 5,7%
rispetto al 2011, secondo i dati diffusi dal Ministero delle Finanze ed elaborati dalla Banca Audi), mentre il deficit
della bilancia dei pagamenti, grazie al consistente afflusso di capitali (15,3 miliardi di dollari di cui 7,4 miliardi a
titolo di rimesse della diaspora libanese) è risultato pari a 1,537 miliardi di dollari contro 1,996 miliardi di dollari
del 2011.
Il rallentamento della crescita economica, che nel periodo 2007/2010 si era attestata su una media dell’8%, è da
attribuirsi sostanzialmente all’instabilità regionale causata dalla cosiddetta “primavera araba” ed in particolare alla
critica situazione venutasi a creare in Siria che ha influito pesantemente sul turismo e sull’export di merci via strada
attraverso la Siria.
Valori in mld di dollari
Prodotto Interno Lordo
45
50
40
30
% Crescita PIL
22
25
30
34
37
40
10
8
6
20
4
10
2
0
0
2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
Fonte dati: Economic Intelligence Unit 4/2013
%Crescita PIL
2006 2007
0,6
7,5
2008 2009
9,3
8,5
2010
2011
2012
7
1,5
1,7
Fonte dati: Economic Intelligence Unit 4/2013
Il tasso d’inflazione si è attestato sul 6,4% (Fonte: dati Economist Intelligence Unit /EIU—aprile 2013) sebbene i
dati di fonte interna resi noti dalla “Central Administration of Statistics” lo pongano al 10,1%.
Politica Monetaria
Le consistenti riserve della Banca Centrale (35,32 miliardi di dollari a fine febbraio2013 + 14,67 miliardi di dollari
in oro, secondo i dati diffusi dalla Banca del Libano ed elaborati dall’Ufficio studi della Banca Audi), rappresentano una garanzia per il Paese e per il suo sistema finanziario. Il rinnovo, per la terza volta consecutiva, del mandato
al Governatore della Banca Centrale, Riad Salameh, ha rinsaldato ulteriormente la fiducia nella solidità del sistema
bancario libanese e nelle Autorità di vigilanza.
A fine dicembre 2012, il tasso di dollarizzazione dei depositi è sceso al 64,8% rispetto al 65,9% di fine 2011
(Fonte dati: Banca Audi).
Borsa di Beirut
L’approvazione nel 2011 della nuova legge sui mercati di capitale e privatizzazione della Borsa di Beirut, la creazione di un'Autorità di vigilanza, rappresentano inoltre un utile strumento propulsivo degli investimenti. Secondo
il Governatore della Banca del Libano, promuovere lo sviluppo del mercato azionario, tuttora di scarso rilievo, rappresenta una priorità per il Paese.
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Situazione economico-finanziaria
Finanza Pubblica
Il deficit di bilancio ha raggiunto nel 2012 i 3,9 miliardi di dollari, in aumento del 67,6% rispetto all’anno precedente (2,3 miliardi di dollari) (Fonte dati: elaborazione Byblos Bank su dati Ministero Finanze) .
Anche il debito pubblico è risultato in aumento raggiungendo, alla fine di dicembre 2012, i 57,7 miliardi di dollari
contro i 53,7 miliardi di dollari del dicembre 2011 (Fonte dati: Banca Audi), registrando un incremento del 7,5%.
Il rapporto debito pubblico/PIL si è attestato sul 135,2% (137,4% nel 2011). Il 58% del debito pubblico libanese
è espresso in Lire Libanesi mentre il 42% in valuta estera.
Investimenti Diretti Esteri
Secondo il Rapporto UNCTAD che riporta i dati relativi al 2011, gli IDE in Libano sono stati pari a 3,2 miliardi
di dollari, contro i 4,2 miliardi di dollari del 2010 ed i 4,8 miliardi di dollari del 2009.
Per il 2012 non sono ancora disponibili dati UNCTAD, ma secondo i dati diffusi dall’ “Institute od International
Finance” gli investimenti diretti esteri risulterebbero essere ammontati ad 1,1 miliardi di dollari, in netta diminuzione rispetto agli anni precedenti.
Clima microeconomico: classificazione del Libano secondo le Agenzie Internazionali
Il Rapporto "Global Competitiveness " del World Economic Forum” pone il Libano al 91 posto tra 144 paesi in
temini di competitività globale e libertà economica; anche il "2012 Index Economic Freedom" (un indicatore teso
a misurare la liberta' economica in 179 Paesi, pubblicato dall'Heritage Foundation) lo pone al 91^ posto a livello
mondiale, mentre il rapportno “Doing Business ” della Banca Mondiale gli attribuisce il 115^posto su una base di
185 paesi. Il Paese risulta ben posizionato in termini di liberta' commerciale, ma meno brillante in termini di liberta' d'investimento in ragione di un certo livello di corruzione e di arbitrarieta' nel rilascio delle licenze e dell'elevato
costo che richiede la fase di avvio dell'attivita'.
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Politica Economica
La politica economica del Governo Mikati
Per quanto riguarda gli aspetti di politica economica, gli obiettivi prioritari contenuti nella Dichiarazione Programmatica del premier uscente, Najb Mikati si possono riassumere nella necessita' improrogabile di dare attuazione al
piano elettrico nazionale, di riformare il settore delle telecomunicazioni, di predisporre un piano di potenziamento
dei servizi sociali in campo sanitario e previdenziale, a sostegno delle fasce piu' povere della popolazione, di potenziare la rete infrastrutturale del paese, in particolare per quanto attiene alle vie di comunicazione ed a ridurre il debito estero.
1. Già dal settembre 2011, l’Assemblea nazionale aveva approvato il disegno di legge di iniziativa governativa che
prevedeva uno stanziamento in tranche annuali (2011-2014) a favore del Dicastero competente di 1,18 miliardi
di dollari, finalizzato a un incremento di 700 MW della produzione di energia elettrica, sufficiente a coprire l'attuale deficit dell'offerta rispetto alla domanda. Contestualmente all’approvazione del disegno di legge, il Consiglio dei
ministri- con una delibera ad hoc – ha previsto la formazione di una Commissione interministeriale presieduta dal
Premier per emendare la legge 462 (che ha finora disciplinato il settore elettrico), la creazione di una Autorita' di
Regolamentazione dell'Energia e la designazione di un nuovo Consiglio di Amministrazione per EDL (Electricite'
du Liban).
In tale contesto sono state bandite alcune gare d’appalto e nel febbraio 2013 il Ministro dell’Energia e delle Risorse Idriche, Gebran Bassil, ha firmato un contratto per 348 milioni di dollari per la realizzazione delle nuove
centrali elettriche di Jiyeh e Zouk da parte del consorzio tedesco-danese Man Diesel-BWSW ( tempo di realizzazione previsto: 15-18 mesi, capacità di produzione 272MW). Successivamente, il 13 aprile 2013, il Ministro dell’Energia ha firmato un altro contratto di 472 milioni di dollari per la realizzazione della centrale Elettrica di Deir
Amar 2 da parte del consorzio tra la società greca J&P Avax e l’americana General Electric, per una capacità di
450 MW.
2. Con riferimento alla questione delle risorse di idrocarburi off-shore, sin dal suo insediamento il Governo Mikati aveva mostrato di voler procedere con decisione per avviare le attività di prospezione, per quanto la questione
fosse notevolmente complicata dalla controversia con Israele, data la mancata definizione dei confini marittimi
tra i due Stati e l’esistenza di una porzione di Zona Economica Esclusiva (850 km2) su cui entrambi avanzano
pretese. In tale contesto il Consiglio dei Ministri aveva approvato il 7 novembre 2012 il decreto istitutivo della
“Petroleum Administration of the Lebanese Republic ”un'autorita' incaricata della supervisione delle attivita' di
esplorazione e sfruttamento delle risorse di idrocarburi off-shore. Sulla scia di dichiarazioni analoghe rilasciate da
membri del Governo, il Premier uscente, Najib Mikati, dopo aver rilevato che le risorse su cui il Libano puo' contare si estendono ben oltre l'area di 850 km quadrati la cui sovranita' e' disputata, aveva minimizzato il rischio che la
controversia sui confini potesse frenare l'avvio delle attivita' di esplorazione, potendo queste aver luogo, per il
momento, nella porzione di zona economica esclusiva indiscutibilmente libanese. Sulla base di tale orientamento, nel febbraio del 2013 è stata bandita la gara di prequalificazione; il 18 aprile sono stati annunciati i nomi delle
12+34 società che si sono prequalificate ed il 2 maggio ha avuto inizio la procedura che predisposizione dei bandi
di gara per l’assegnazione dei lotti di esplorazione-sfruttamento off-shore.
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Politica Economica
I due decreti relativi alla definizione di tali blocchi (10 al momento) devono peraltro essere ancora approvati dal
Governo. In caso di ritardi potrebbero essere procrastinati i termini ultimi di presentazione delle offerte, altrimenti
i contratti dovrebbero essere finalizzati entro il primo trimestre del 2014 per dare inizio all’esplorazione ed allo
sfruttamento delle risorse nell’ultimo trimestre del 2014 o, al piu’ tardi, ad inizio 2015. E’ indubbio che lo sfruttamento delle risorse di idrocarburi inciderà in maniera determinante sull’economia del Libano e potrà trasformarne sensibilmente la struttura.
3. Durante il suo mandato, l’Esecutivo Mikati ha altresi’ affrontato la controversa questione relativa all’approvazione di un piano di aumenti salariali per i lavoratori dipendenti, che sin dall’ autunno 2011 era stata al centro del
dibattito politico e aveva dato adito a diverse minacce di sciopero generale. Superando la diversita’ di vedute che si
registrava sul tema in seno allo stesso Consiglio dei Ministri, il Premier Mikati ha spinto per l’approvazione di un
piano che di fatto si limita a dare ufficialita’ all’accordo che, proprio grazie alla sua mediazione, era stato raggiunto
nel dicembre 2011 attraverso negoziati diretti tra il principale sindacato libanese (la Confederazione Generale dei
lavoratori libanesi, CGTL) e le associazioni dei datori di lavoro. Il piano fissava il salario minimo a 675.000 Lire
Libanesi e prevedeva limitati aumenti salariali scaglionati per fasce a seconda del livello di retribuzione mensile,
nonché un lieve aumento dei bonus riconosciuti ai lavoratori quale contributo per le spese di trasporto. Tale intesa
è ancora oggetto di dibattito in Parlamento poiché il suo impatto sul bilancio dello stato é stimato in 1,5 miliardi
di dollari e non vi è copertura. Una delle ipotesi a suo tempo prospettata dal Governatore della Banca del Libano si
basava su uno scaglionamento degli aumenti salariali su un periodo di 5 anni, ma tuttora la questione è oggetto di
dibattito poiché da un lato sussiste il problema della copertura e dall’altro permane l’esigenza di non disconoscere
l’intesa a suo tempo raggiunta con le Organizzazioni sindacali (CGTL).
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