Wilhelm Richard Wagner
(Lipsia, 1813 – Venezia, 1883)
Wagner è stato un compositore, librettista, direttore d’orchestra e
saggista tedesco. Nacque a Lipsia, nono figlio di Carl Friedrich
Wagner e di Johanna Rosine. Sei mesi dopo la sua nascita, suo
padre morì di tifo. La madre sposò allora l’attore e poeta Ludwig
Geyer e la famiglia si trasferì a Dresda.
A 16 anni assistette ad una rappresentazione del Fidelio di
Beethoven e da quel momento decise di diventare musicista. Dal
1831 studiò musica all’università di Lipsia e prese lezioni di
composizione.
Nel 1833 viene nominato di direttore musicale del piccolo teatro di
Magdeburgo, dove conosce Minna Planer, con cui si sposa nel
1836. Dal 1837 divenne direttore musicale prima a Königsberg poi a
Riga, ove cominciò a comporre Rienzi.
Nel 1839 perse il posto anche a Riga. Per sfuggire ai creditori fuggì in modo rocambolesco alla
volta di Londra. Il viaggio gli diede l’ispirazione per comporre L’olandese volante, che rappresenta
il primo capolavoro autenticamente wagneriano.
Trascorse gli anni dal ’39 al ’42 in condizioni di assoluta povertà a Parigi, dove termina Rienzi, il
cui buon successo del gli permise di ottenere il posto di direttore d’orchestra dell’Opera di Dresda.
Qui però le sue opere ottennero pochi riconocscimenti e ben presto si sentì prigioniero di un
mondo che odiava, specchio di un’arte legata al conformismo dell’epoca.
Questa situazione, unita alla freddezza del pubblico, lo portarono alla creazione di Lohengrin
(1847), personaggio in cui Wagner rivide se stesso nel vano desiderio di essere accettato, in un
momento di debolezza della sua vita di uomo e di artista.
I sei anni successivi furono un periodo di inattività musicale, segnato però dalla stesura di libri sulla
sua concezione artistica e politica del mondo. L’opera d’arte era vista come il contesto entro cui
aveva spazio un mondo affrancato dall’ipocrisia e dal potere del ricco sul povero.
Furono anche gli anni in cui egli partecipò agli spiriti rivoluzionari che in quel periodo ardevano un
po’ in tutta Europa. E proprio la rivoluzione del 1849 vide Wagner impegnato a erigere barricate al
fianco di Bakunin con in quale diventò poi membro del governo provvisorio di Dresda.
Dopo le restaurazione del potere precostituito, queste sue posizioni gli procurono non pochi
problemi. Oltre a dimettersi dalla direzione del teatro, egli dovette presto fuggire all’estero inseguito
dagli organi di giustizia del suo Paese.
Sono anche gli anni in cui il suo carattre di artista irrequieto, segnato da alterni successi e fallimenti, attratto dal lusso e facilmente preda di fugaci relazioni amorose rendono via via sempre più
precaria la sua esistenza, caratterizzata da continui e dispendiosi spostamenti.
Per quanto osteggiato, infatti, ia fama del musicista cresceva e il suo genio sembrava ormai
indiscutibile. Nel 1852, dopo il primo viaggio in Italia che lo portò sulle rive del Lago Maggiore,
Wagner terminò il testo dell’Anello del Nibelungo. Appassionato anche di montagna intraprese
avventurose passeggiate a piedi sui monti della Svizzera centrale.
Dal 1856 è ospite dell’amico industriale Otto Wesendonck che gli aveva affittato un’intera ala della
sua villa di Zurigo, il cosiddetto asilo, un’oasi di pace dove vivere in tutta tranquillità. Richard vi si
stabilì con la moglie Minna, i cani e i pappagalli.
Dopo qualche mese, in seguito alla sua relazione extra coniugale con la moglie dell’amico, Wagner
deve lasciare Zurigo per Venezia, dove vive tutt’altro che modestamente all’albergo Danieli e a
palazzo Giustiniani, portando avanti la composizione del Tristano.
Rimase a Venezia fino al marzo del ’59, "lontano dalla polvere delle strade e dallo spettacolo dei
cavalli maltrattati". Raggiunse quindi Milano, poi Lucerna e quindi, ormai a corto di soldi, tenta la
sua ennesima illusione: la conquista dell’Opéra di Parigi.
Minna, sua moglie, lo raggiunge poco dopo, momentaneamente riappacificata: sala da pranzo in
comune, ma camere da letto separate. Da parte sua, Napoleone III concede le rappresentazioni
pensando ad un evento artistico come altri. Ma quel che avvenne superò qualsiasi immaginazione.
Chi era mai questo genio esuberante, invasato e senza scrupoli, che osava stravolgere il gusto
francese per la musica tutta arie e balletti, sostituendola con una concezione così radicalmente
diversa? Insomma, mai musica e mai autore furono più impopolari di Wagner e del Tannhäuser, la
sera del 13 marzo 1861.
Urla, fischi e risate condannarono l’esecuzione di un capolavoro e Wagner ritirò l’opera dopo la
terza recita, ma il tumulto lo rese celebre. Wagner lasciò Parigi il 15 aprile. Avanti a sé: un futuro
sempre più incerto. Il mandato d’arresto che gli imponeva l’esilio dalla Germania era stato
revocato, ma non sapeva dove andare.
Per l’ennesima volta egli si ritrova “sulla strada”, anche se si trattava d’un accattonaggio magnifico
che abitava nei palazzi e negli alberghi di lusso. Questo Wagner ormai cinquantenne, senza fissa
dimora, agitato da eccessi di entusiasmo e crisi di depressione, osteggiato ma anche vezzeggiato
da nobildonne sedotte dalla sua musica, ricominciò a chiedere prestiti a destra e a manca.
Questa situazione fu interrotta dall’amico direttore Hans von Bülow, che riuscì ad accordarsi per la
prima rappresentazione del Tristano, a Vienna, ma anche qui l’opera fu ritenuta indecifrabile,
difficile, astrusa, e le prove vennero ben presto sospese. Wagner si stabilì poi a Biebrich sul Reno,
quindi a Magonza per poi riprendere la peregrinazione dei concerti, che culminarono con una
fortunata tournée in Russia nei primi del 1863.
Col denaro guadagnato poté stabilirsi a Vienna, dove, forse nel tentativo di riempire un senso di
vuoto sempre più profondo e firmando cambiali ancor prima di sapere se avrebbe incassato ii frutti
del suo lavoro, organizzò una fastosa festa di Natale per gli amici che l’avevano sostenuto tra doni
e prestiti mai ripagati.
Era l’assurdo che preludeva al periodo più nero, nel quale non c’era più posto per alcuna attività
creativa. In effetti, Wagner era stanco, inaridito e solo di fronte alla fuga degli amici. Non gli rimase
che la fuga in Svizzera per evitare l’arresto per indebitamento.
Fotunatamente a sera del 3 maggio 1864, il segretario del Re di Baviera Ludwig II si presentò
chiedendo di parlare con Wagner. Questi, credendosi ricercato dalla polizia, fece rispondere di non
essere in casa. L’indomani mattina, il misterioso personaggio raggiunse il musicista in albergo,
dove gli consegnò un anello e una foto del giovane Re. Il miracolo era avvenuto: Ludwig, lo
chiamava a Monaco presso di sé.
Sotto la protezione del sovrano, ebbe finalmente luogo la prima rappresentazione del Tristano
(1865) e de I maestri cantori di Norimberga (1868), l’unica commedia composta da Wagner, in cui
viene esaltato il significato della nuova arte tedesca.
Costretto ad allontanarsi anche da Monaco, a seguito dell’antipatia dimostrata dai monacensi e
dagli stessi cortigiani, Wagner si stabilì sul Lago di Lucerna, dove portò a termine l’immenso lavoro
dellaTetralogia** e dove conobbe il filosofo Nietzsche.
La sua seconda moglie fu Cosima Liszt, figlia del grande pianista, sposata nel 1870. Wagner la
strappò dal matrimonio con Hans von Bülow, che da quel momento ruppe l’amicizia col compositore. Da lei ebbe tre figli: Isolde, Eva e Siegfried.
Ma re Ludwig non aveva troncato i rapporti col suo amico. Per anni finanziò con una cospicua
rendita lo stile di vita dispendioso del compositore e supportò la realizzazione del Festival di
Bayreuth, inaugurato con la rappresentazione de L’Anello del Nibelungo** nel 1876. Nonostante il
successo artistico delle recite, fu ancora il Re che salvò il Festival dal fallimento.
Wagner si stabilì definitivamente a Bayreuth, godendo solo in tarda età del successo e della fama
dalla sua nuova arte. Per problemi di salute soggiornò a lungo nel sud-Italia, in Sicilia a Palermo
tra il novembre 1881 e il marzo 1882, e lungo la costa amalfitana.
Nel 1882 la famiglia si trasferì a Venezia. Il 13 febbraio 1883 Wagner morì in seguito ad un attacco
cardiaco. È sepolto a Bayreuth nel giardino della sua villa, Haus Wahnfried, non lontano dal teatro
a lui dedicato.
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Stefano Tranchida 3D Mauri 2016-17
** L’anello del Nibelungo, altrimenti detto Tetralogia è un ciclo di quattro drammi musicali di Richard Wagner,
che costituiscono un continuum narrativo che si svolge nell'arco di un prologo e tre "giornate":
•
L'oro del Reno (prologo);
•
La Valchiria (prima giornata);
•
Sigfrido (seconda giornata);
•
Il crepuscolo degli dei (terza giornata).