dai comuni alle signorie

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DAI COMUNI ALLE SIGNORIE
LA SIGNORIA
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Mentre Francia, Inghilterra e Spagna hanno già raggiunto l'unità nazionale, nella
penisola italiana l'ipotesi di un'unificazione tramonta con la sconfitta del partito
ghibellino (Federico II e Manfredi).
Non solo l'idea imperiale è in crisi ma anche il potere del papato è in crisi a causa
della cattività avignonese e dello scisma.
Nei comuni, le lotte interne, il mancato collegamento con la popolazione del contado
e le lotte tra gli stessi comuni (con alleanze variabili) portano all'affermarsi delle
Signorie.
Una o più famiglie, all'interno del Comune, consolidano il proprio potere e riescono a
far eleggere loro alleati nelle strutture governative del comune. In tal modo una
famiglia guelfa o ghibellina, della fazione popolare o della fazione magnatizia, con
nomina imperiale o con la forza delle truppe mercenarie, consolida il proprio potere e
il Comune passa da una forma di governo repubblicana ad una forma di governo
signorile: il potere si tramanda all'interno della stessa famiglia.
In questo modo in Italia ci si allontana da ogni possibile unità nazionale e ci si avvia
alla creazione di stati regionali: il signore estende il proprio potere al contado ed
occupa altri comuni limitrofi, la signoria diventa stato regionale.
I SIGNORI
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Una delle più antiche signorie è quella degli Estensi (dal piccolo feudo di Este) che si
impone già all'inizio del Duecento a Ferrara, per estendersi poi a Modena e Reggio.
A Verona si affermano gli Scaligeri, a Mantova i Gonzaga.
Nella Marca Trevigiana si afferma la signoria dei da Romano (Ezzelino III aveva
aiutato Federico II nella lotta contro i comuni del nord): controllano prima Vicenza,
Treviso e Feltre, poi Vicenza, Padova e Verona.
In Piemonte si affermano le signorie dei Marchesi del Monferrato, i Marchesi di
Saluzzo, i Savoia.
In Romagna e nelle Marche, dove il potere del papato è piuttosto debole, si
affermano moltissime signorie, le più importanti sono I Malatesta a Rimini, i
Montefeltro ad Urbino, i da Polenta a Ravenna, i da Varano a Camerino.
I VISCONTI A MILANO
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La potenza dei Visconti nasce nel 1277 quando l'arcivescovo
Ottone Visconti vince a Desio le truppe della famiglia rivale dei
Della Torre.
Le istituzioni repubblicane di Milano nascondono già una signoria
quando Azzone (1329-1339) Luchino (1339-1349) e l'arcivescovo
Giovanni (1349-1354) mettono loro uomini nelle sedi del potere e
mantengono una corte con centinaia di persone.
Gian Galeazzo (1385-1402) mette in prigione lo
zio Bernabò e si impossessa di tutti i beni della
famiglia.
Nel 1395, Gian Galeazzo Visconti, acquista con
100.000 fiorini d'oro il titolo di duca di Milano
dall'imperatore Venceslao. Il suo potere signorile
è ora legittimato da un'investitura dall'alto.
Gian Galeazzo si è sposato con Isabella di
Valois, figlia del re di Francia Carlo VI, ed ha fatto
sposare la figlia Valentina con il duca Luigi
d'Orléans, fratello di Carlo VI.
Gian Galeazzo Visconti, muore all'improvviso nel
1402 ed i suoi domini sono divisi tra i figli.
Il nucleo padano dei Visconti rimane
intatto e il duca Filippo Maria
Visconti è unico signore dal 1412 e
nel 1421 sottomette di nuovo Genova.
La politica espansionistica viene
bloccata dalla lega tra Firenze e
Venezia che sconfiggono i Milanesi a
Maclodio (1427).
Milano tende ad espandersi verso i
territori del Papato ed interviene in
lotte dinastiche del Napoletano,
sempre ostacolata da Firenze e
Venezia.
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Gli obiettivi dei
Visconti erano: avere
uno sbocco sul mare
attraverso Genova e
controllare i commerci
verso la Svizzera.
La decisa politica espansionistica porta i
Visconti a controllare una piccola Italia:
da Belluno alle porte di Venezia, da
Bergamo a Novara, da Alessandria a
Piacenza, e a sud, con un corridoio che
arriva al Tirreno, con Parma, Reggio,
Sarzana, Lucca, Pisa, Grosseto, Siena e
le due enclave di Bologna e di Perugia ed
Assisi.
Nel giugno del 1402 le truppe di Firenze
sono battute a Casalecchio, vicino a
Bologna. Le truppe di Milano sono alle
porte di Firenze, quando Gian Galeazzo
muore di peste.
Bologna torna sotto il papato, gli Scaligeri tornano
Verona, i Da Carrara a Padova, ma entrambe le città
saranno presto sottomesse a Venezia. Firenze occupa
Pisa, i Savoia, Vercelli.
L'abile condottiero Francesco da Bussone, detto il
Carmagnola occupa Forli e combatte contro Firenze
quando all'improvviso passa dalla parte di Venezia e
vince a Maclodio, lascia però liberi i Milanesi e Venezia
lo condanna a morte per tradimento.
Firenze e Venezia usano truppe mercenarie guidate
dai condottieri Colleoni, Gattamelata e Francesco
Sforza che poi passa dalla parte di Filippo Maria e ne
sposa la figlia Bianca Maria.
Alla morte di Filippo Maria Visconti si apre una crisi
dinastica e viene proclamata la Repubblica Ambrosiana.
Adesso è Venezia che si espande ai danni del Milanese e
Firenze è alleata di Francesco Sforza che nel 1450 diventa
signore di Milano. Adesso Milano e Venezia combattono
contro i Veneziani finché si arriva alla pace di Lodi (1454).
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Lega Santa: Firenze, Milano,
Venezia, Roma e Milano
sono in lega contro i turchi e
sono in relativa pace tra di
loro (politica dell'equilibrio di
Lorenzo il Magnifico)
I MEDICI E LA SIGNORIA REPUBBLICANA DI FIRENZE
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Dopo la rivolta dei Ciompi l'egemonia politica del comune di Firenze torna nelle mani delle
famiglie che uniscono nobiltà a ricchezza dai commerci. Fra tutte queste famiglie comincia
ad affermarsi la signoria mascherata degli Albizzi, grandi imprenditori della lana e della
seta, di nobiltà guelfa. Il comune di Firenze mantiene apparentemente tutte le strutture
governative di tipo repubblicano, anche se queste sono egomonizzate dagli Albizzi e dalle
famiglie loro alleate.
Nel 1434 Cosimo de' Medici detto poi il Vecchio viene richiamato a Firenze dall'esilio
veneziano, dalle famiglie alleate che hanno sconfitto politicamente la parte degli Albizzi.
Inizia la signoria mascherata dei Medici: Cosimo de' Medici è di umili origini ma è arrivato a
possedere la banca più importante d'Europa. Non introduce modifiche istituzionali, rifiuta di
farsi chiamare Signore, ma controlla tutte le strutture di governo ponendovi suoi alleati e suoi
parenti. Non cambia la forma di governo, cambia il gruppo di famiglie che controlla il
governo, apparentemente elettivo e repubblicano.
Agli inizi del Trecento la politica dei Medici e di lento espansionismo (Arezzo e Pistoia). Agli
inizi del Quattrocento l'espansionismo dei Visconti crea problemi per Firenze che però
riesce a conquistare lo sbocco al mare: Pisa (1406), Livorno (1421) da piccolo borgo
diventa grande porto commerciale.
LA REPUBBLICA DI VENEZIA
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Venezia non diventerà una signoria ma rimarrà saldamente repubblicana: il controllo politico
è esercitato da un ristretto numero di nobili e ricche famiglie veneziane (mercanti e
armatori navali).
Venezia è una delle città più ricche del Mediterraneo, domina l'Adriatico, controlla il
commercio che dal Mar Rosso arriva in Egitto e poi in Europa. Controlla delle piccole
Venezie in alcuni quartieri di Costantinopoli, Alessandria, ecc. Venezia produce vetri, gioielli
e broccati venduti in tutta Europa.
Dopo la Serrata del Maggior Consiglio del 1297 (d'ora in poi possono entrare nel Consiglio
solo le famiglie che vi sono entrate anche prima) non si ebbero casi di singoli magistrati o
singoli Dogi che assumessero poteri signorili o casi di stretta continuità familiare nella
gestione del potere. Venezia non ebbe quasi rivolte interne poiché commercio ed industria
comportavano un relativo benessere anche per le classi popolari.
Venezia deve confrontarsi con la potenza marittima di Genova che, dopo aver sconfitto Pisa
allo scoglio della Meloria (1284), vuole penetrare nel Mediterraneo orientale. Genova
attacca Venezia e la sconfigge alle isole Curzolari (1298). Segue poi una continua serie di
saccheggi e atti di pirateria reciproci che porta ad una prima guerra che dura dal 1351 al
1355 e si conclude senza vincitori né vinti. La seconda guerra va invece dal 1378 al 1381:
Genova costruisce un'alleanza antiveneziana con Ungheria, Austria, Padova e Napoli e
riesce ad occupare la cittadina di Chioggia. Venezia è in crisi ma riesce a riconquistare
Chioggia nel 1380 e nel 1381 firma la pace di Torino: mantiene i suoi possessi ma riconosce
a Genova il diritto di commerciare in oriente.
Nei primi anni del, Quattrocento Venezia inizia un nuovo espansionismo, questa volta verso
l'entroterra padano: l'impero Ottomano tende a chiudere i rapporti commerciali con
l'Europa, i Visconti premono alle spalle di Venezia. Venezia conquista Padova e Verona nel
1405, Brescia nel 1425, Bergamo nel 1428. La nobiltà veneziana investe i propri capitali in
agricoltura e si crea anche una larga base agraria.
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Il regno di Napoli è il più vasto dell'intera penisola italiana, ma è privo di
un'intraprendente borghesia, non ha traffici commerciali, le attività commerciali e
bancarie rimangono nelle mani di fiorentini e catalani. Vi è una sola città grande,
Napoli, ricca di cultura ma priva di industrie e commerci. I baroni francesi, giunti
insieme a Carlo d'Angiò, dominano immensi latifondi che tengono a pascolo o ad
agricoltura estensiva. Vi è un continuo contenzioso tra re e baroni, i quali acquistano
sempre più potere ed impediscono un accentramento nazionale. Sono i baroni
francesi che mantengono nel sud Italia strutture feudali.
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Dopo Roberto I d'Angiò (1309-1343), molto lodato da Petrarca e Boccaccio, il regno
di Napoli cadde in grave crisi dinastica, aggravata dalle pretese dei baroni.
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Nel 1442, Alfonso V il Magnanimo, re d'Aragona e di Sicilia, riconquista il regno di
Napoli e sembra che il Regno di Sicilia torni alle prospettive che aveva sotto gli
Svevi, ma la Francia di Luigi XI non rinuncerà a propri diritti su Napoli.
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