trE SorEllE, UN Solo DEStINo - Emilia Romagna Teatro Fondazione

n.83
DICEMBRE-GENNAIO
2007-2008
rotopalco
MASSIMO CASTRI RILEGGE
IL CAPOLAVORO DI ANTON CECOV
TRE SORELLE, UN SOLO DESTINO
Direttore responsabile
Eduardo Sammartino
•
NEKROSIUS METTE IN SCENA ANNA KARENINA DI TOLSTOJ
Coordinamento redazionale
Francesco Rossetti
•
MOTUS E CLAUDIO MORGANTI ALLE PASSIONI
•
BALLETTO: LE COREOGRAFIE DI KYLIAN E NAHARIN
•
LE PICCOLE STORIE : LA NUOVA OPERA DI LORENZO FERRERO
Redazione Emilia Romagna Teatro
Anna Bergamin, Agnese Doria,
Marisa Tucci, Chiara Cavedoni
e Federica Righi
Redazione Teatro Comunale
Lorena Loschi, Alessandro Roveri
Impaginazione Edicta
Stampa Artigrafiche Persico - (CR)
Teatro Storchi
Largo Garibaldi, 15 - 41100 Modena
Tel. (059) 2136011 - Fax (059) 245332
email: [email protected]
www.emiliaromagnateatro.com
Teatro Storchi - pubblicazione bimestrale - Largo Garibaldi 15, 41100 Modena - Poste Italiane s.p.a. spedizione
in abbonamento postale 70% DCB Modena, comma 20, lettera B, art.2 L.662 del 23.12.96 anno IV, nr.56 mar.-apr.
stampato su
TEATRO COMUNALE
6 dicembre ore 18
Invito all’opera
LE PICCOLE STORIE
Incontro con
Lorenzo Ferrero e Giuseppe Di Leva
TEATRO COMUNALE
9 dicembre ore 16
10, 11 dicembre ore 10
Opera
LE PICCOLE STORIE
Musica di Lorenzo Ferrero
TEATRO COMUNALE
19 dicembre ore 21
Concerti
TEATRO STORCHI
8 dicembre ore 21
9 dicembre ore 15,30
Storchi Operetta
ST. PETERSBURG RADIO & TV
SYMPHONY ORCHESTRA
musica di Franz Lehàr
Compagnia Italiana di Operetta
TEATRO DELLE PASSIONI
dal 26 al 30 dicembre ore 16
La Domenica non si va a scuola
LA DANZA DELLE LIBELLULE
TEATRO STORCHI
dal 12 al 15 dicembre ore 20.30
16 dicembre ore 15,30
TRE SORELLE
di Anton Čecov
regia Massimo Castri
Teatro di Roma
TEATRO COMUNALE
13 dicembre ore 21
Concerti
LA CAPELLA REIAL DE CATALUNYA
HESPÈRION XXI
Jordi Savall direttore
TEATRO COMUNALE
15 dicembre ore 21
Danza autunno
BALLETTO DEL TEATRO NAZIONALE
DI PRAGA
Serata Kylián
BIBLIOTECA DELFINI
15 dicembre ore 18
Anna Karenina “una donna di cuore”
EDMONDO BERSELLI
legge Levin – La vita
IL CALENDARIO
dicembre
gennaio
2007/08
Natalia Lomeiko violino
Stanislav Gorkovenko direttore
POLLICINO
Accademia Perduta
TEATRO STORCHI
10 - 11 - 12 - 15 gennaio ore 20.30
13 gennaio ore 15,30
ANNA KARENINA
di Lev Tolstoj
regia Eimuntas Nekrošius
Emilia Romagna Teatro Fondazione,
Teatro Biondo Stabile di Palermo,
Aldo Miguel Grompone
TEATRO COMUNALE
14 gennaio ore 21
Concerti
WDR SINFONIEORCHESTER KÖLN
Hilary Hahn violino
Semyon Bychkov direttore
TEATRO DELLE PASSIONI
dal 17 al 19 gennaio ore 21
X (ICS) RACCONTI CRUDELI DELLA
GIOVINEZZA
ideazione e regia Enrico Casagrande,
Daniela Nicolò
Motus, La Biennale Danza di Venezia
TEATRO STORCHI
19 gennaio ore 21
20 gennaio ore 15,30
Storchi Operetta
EVA
di A.M. Willner e R. Bodansky
regia Corrado Abbati
InScena
TEATRO COMUNALE
20 gennaio ore 16
21, 22 gennaio ore 10
Opera
IL PICCOLO SPAZZACAMINO
musica di Benjamin Britten
TEATRO STORCHI
dal 23 al 26 gennaio ore 21
27 gennaio ore 15,30
MARIA STUART
di Friedrich Schiller
regia Andrea De Rosa
Mercadante Teatro Stabile di Napoli
TEATRO COMUNALE
24 gennaio ore 21
Concerti
RAMIN BAHRAMI
pianoforte
TEATRO DELLE PASSIONI
dal 24 al 26 gennaio ore 21
L’AMARA SORTE DEL SERVO GIGI
Ideazione, interpretazione e regia
Claudio Morganti
Jack and Joe Theatre
TEATRO COMUNALE
26 gennaio ore 21
Concerti - fuori abbonamento
MEITAR ENSEMBLE
AVI AVITAL mandolino
TEATRO COMUNALE
27 gennaio ore 21
Danza autunno
LES GRANDS BALLETS CANADIENS
DE MONTRÉAL
Minus One
tre sorelle, in basso massimo castri
TRE SORELLE
ANTON CECOV – MASSIMO CASTRI
dal 12 al 15 dicembre ore 20,30 – 16 dicembre ore 15,30
TEATRO STORCHI
di Anton Čecov
con Paolo Calabresi, Claudia Coli, Milutin Dapcevic, Miro Landoni,
Alice Torriani, Angelo Di Genio, Mauro Malinverno, Laura Pasetti, Sergio Romano,
Bruna Rossi, Roberto Salemi, Renato Scarpa, Roberto Baldassari, Barbara Valmorin
regia Massimo Castri
scene e costumi Maurizio Balò
musiche Arturo Annecchino
luci Gigi Saccomandi
Teatro di Roma
“Un’emozionante serata d’arte”, “una regia che lascia il segno”, “un allestimento
degno di Visconti”, “forse il migliore tra gli spettacoli recenti del regista”: così la
critica ha accolto – lo scorso ottobre - il debutto romano delle Tre sorelle dirette
da Massimo Castri.
Il regista toscano torna a Čecov a distanza di vent’anni, dopo Il gabbiano, che gli
valse il premio Ubu e dopo aver lavorato sui grandi autori del teatro, da Euripide
a Pirandello, da Ibsen a Strindberg e mette in scena quello che considera “il
testo più bello e duro di Čecov”, al quale il registra riconosce, a distanza di un
secolo dalla sua apparizione, una grande attualità.
È la straordinaria capacità dell’autore russo di tratteggiare stati d’animo
complessi, sfumature emozionali di personaggi apparentemente quotidiani
ma portatori di istanze universali. In Tre sorelle, Čecov affronta un tema che da
sempre accompagna l’umanità: l’incapacità di capire il senso della vita e della
sofferenza.
Costrette a risiedere in una mediocre cittadina di provincia, Olga (Bruna Rossi),
Mascia (Laura Pasetti) e Irina (Alice Torriani) vivono nella speranza di tornare a
Mosca, dove hanno trascorso l’infanzia. Ma questo desiderio si rivela sempre più
difficile da realizzare e il loro destino diventa sempre più triste: Olga invecchia
sola; Mascia disprezza e tradisce il marito; Irina, fidanzata al barone Tusenbach,
ufficiale della guarnigione locale, deve rassegnarsi alla solitudine, perché il
giovane è ucciso in duello.
Alla fine, quando la guarnigione viene trasferita e gli ufficiali partono al suono
della banda militare, Olga dà voce all’angoscia di tutti: “Questa musica è tanto
gaia, tanto piena di gioia... sembra quasi che, ecco, ancora un po’ di tempo,
e sapremo perché viviamo, perché soffriamo... Ah, poterlo sapere, poterlo
sapere!”.
Suggerimenti di lettura a cura della Biblioteca Delfini
Anton P. Čecov, Senza trama e senza finale. 99 consigli di
scrittura, Minimum fax 2002
Anton P. Čecov, Lo scrittore Čecov non ha dimenticato
l’attrice Knipper. Lettere 1902-1904, Il melangolo 1989
TOLSTOJ - NEKROSIUS
10, 11, 12 E 15 GENNAIO ORE 20.30 – 13 GENNAIO ORE 15,30
eimuntas nekrošius
ANNA KARENINA
TEATRO STORCHI
di Lev Nikolaevič Tolstoj
regia Eimuntas Nekrošius
con Mascia Musy, Annalisa Amodio, Corinne Castelli, Nicola Cavallari, Vanessa
Compagnucci, Alessandro Lombardo, Paolo Mazzarelli, Paolo Musio, Renata
Palminiello, Paolo Pierobon, Alfonso Postiglione, Nicola Russo, Gaia Zoppi
adattamento del testo Tauras Čižas
scene Marius Nekrošius
costumi Nadežda Gultiajeva
luci Audrius Jankauskas
selezione musiche Tauras Čižas
assistenti alla regia Tauras Čižas, Daria De Florian, Claudio Longhi
Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro Biondo Stabile di Palermo
in collaborazione con Aldo Miguel Grompone
greta garbo
Eimuntas Nekrošius
Nato a Pažobris nel 1952, formatosi all’Istituto d’Arte Teatrale Lunačarskij, il
regista lituano acquisisce fama mondiale già negli anni Ottanta, quando Arthur
Miller, dopo averne visto a Vilnius Pirosmani Pirosmani (1981), lo definisce
esplicitamente geniale e si rammarica che la marginalità linguistica, più ancora
della cortina di ferro, ostacoli la sua presenza sulla scena internazionale. Delle
due “profezie” di Miller, fortunatamente, la prima si è rivelata più efficace:
nonostante rimanga fortemente radicato nella cultura nazionale, Nekrošius è
oggi ben noto in tutta Europa, non di rado lavora all’estero, ed è premiato e
celebrato in tutto il mondo.
I suoi spettacoli sono del resto caratterizzati da un rapporto assai peculiare
con il testo, che li rende molto più di altri accessibili anche a chi non ne
capisca la lingua. Da un lato, infatti, le sue scelte cadono per lo più su
classici della letteratura, da Shakespeare a Čecov, che il pubblico già ben
conosce, dall’altro la rielaborazione drammaturgia che ne offre tende a ridurre
l’importanza della parola recitata in favore dell’immagine, del gesto, del
paesaggio sonoro. Per lo più drasticamente ridotto, ma assoggettato anche
a ripetizioni o deformazioni che trasformano il discorso in suono, il verso
poetico in verso animale, e talvolta visualizzato in azioni sceniche laddove
l’opera originale prevedeva la narrazione di quanto avvenuto fuori scena
(per esempio la morte di Ofelia in Hamletas, 1997), arricchito di movimenti
dalla precisione espressiva di danza, il testo non è peraltro mai stravolto
da Nekrošius in senso dissacrante o forzatamente anticonformistico: la
sua rielaborazione sembra piuttosto procedere da uno scavo alla ricerca
dell’essenzialità, del nucleo fondante della tragedia.
Anche sul piano visivo vige una particolare forma di stilizzazione. Le
scenografie appaiono ricche, gli oggetti di scena acquisiscono un’immediata
risonanza metaforica nonché una funzione catalizzatrice nei confronti della
mascia musy
Dopo il recente successo del Faust Nekrošius si misura questa volta con una
duplice sfida che non risiede solamente in un testo non teatrale ma anche nel
lavorare con una compagnia non sua. Come accadde nel 2001 per Il gabbiano,
spettacolo che il regista lituano affrontò accompagnato da giovanissimi attori
italiani dell’École des Maîtres, e nel 2002 con l’Ivanov di Čecov si rinnova la
sfida del regista a collaborare con attori a lui stranieri. La scelta di interpreti
di una certa levatura capaci di sfidare il capolavoro letterario di Tolstoj è
stata obbligata. Nella sue preferenze vi rintracciamo una condivisione che si
esplica nella riconferma di alcuni attori tra cui Mascia Musy, Annalisa Amodio,
Alessandro Lombardo e Paolo Musio e Vanessa Compagnucci.
Si trova la potenza dell’elemento visivo, punto chiave della sua pratica teatrale,
dove il teatro non è affare letterario ma si colloca in un immaginario collettivo
in cui la forza comunicativa del testo si esprime attraverso la straordinaria
visionarietà del regista, coadiuvata dal lavoro di ricerca di atmosfere ora
dense ora sospese.Gli oggetti si trasformano in protesi esplicative dell’animo
dei personaggi, l’intuizione degli spettatori viene stuzzicata, così come
tutti i sensi, il tempo si dilata per accogliere le azioni nel suo moltiplicarsi
visionario.
nekrošiu
nikolaevič tolstoj
ANNA KARENINA, UNA DONNA DI CUORE
LETTURA A PUNTATE DEL ROMANZO
DI LEV TOLSTOJ
15 dicembre 2007 ore 18.00
Sala Conferenze Biblioteca Delfini
XVI E ULTIMO CAPITOLO
EDMONDO BERSELLI
Legge: Levin – La vita
Suggerimenti di lettura a cura della
Biblioteca Delfini
Lev Tolstoj, Per Anna
Karenina, Voland 1995
Pietro Citati, Tolstoj, Adelphi 1996
Alberto Cavallari, La fuga di
Tolstoj, Einaudi 1986
recitazione, ma nello stesso tempo il costante riferimento a poche categorie
essenziali, e più precisamente agli elementi primari acqua, aria, fuoco, terra,
e a materiali semplici come la pietra, il legno, il ghiaccio, costituisce una
sorta di riduzione ai minimi termini della realtà, ed evoca le forze generatrici e
distruttrici della natura con la rilevanza del rito, rafforzata dal carattere quasi
di celebrazione religiosa che spesso assume l’azione scenica.
Se gli autori privilegiati da Eimuntas Nekrošius sono i capisaldi del canone
letterario occidentale, le immagini create dalla sua regia si ancorano
saldamente alla tradizione lituana, come nel caso dei geldos (sorta di mastelli
di legno) che caratterizzavano l’intera messinscena di Otellas (2000-2001). Vi
sono peraltro anche altre influenze nel suo teatro, che non disdegna l’apporto
di altre arti (Desdemona interpretata da una ballerina, Amleto da un cantante
rock…) né l’influsso della cultura popolare, particolarmente evidente nel
celeberrimo Amore e morte a Verona, opera rock tratta da Romeo e Giulietta
(1982 e 1996).
In una delle sue rare dichiarazioni, nel 2000, aveva affermato di voler portare
in scena un classico della narrativa: “Ma forse mi sono stufato di portare in
scena testi teatrali, mi sembra arrivato il momento di lavorare su un testo
di prosa, prendere un romanzo e metterlo in scena. Ci sono poche pièce di
buona qualità, mentre ci sono numerosi romanzi interessanti” (Oliviero Ponte
Di Pino, Un Amleto Lituano, http://www.trax.it/olivieropdp/nekrosius.htm).
Claudio Longhi
Nekrošius e la grande anima russa
“Parlando della Russia mi viene subito in mente una sua particolarità: la sua
grande anima. Per questo è diversa da qualsiasi altra nazione, così come il
suo popolo. È uno stato che ha un territorio vastissimo: dodicimila chilometri
di lunghezza e cinque, sei mila di larghezza, e la grandezza del territorio
conferisce a tutta la nazione, e alla sua gente, un respiro immenso e per noi
incomprensibile: è come se ognuno dei suoi abitanti avesse tanta terra sotto i
piedi e tanto cielo sopra la sua testa e questo gli allargasse l’anima. La grande
anima russa è strettamente collegata alla vastità del suo territorio. Anche chi
abita in un piccolo paese ha la sensazione di quanto sia vasto il territorio di
cui fa parte, e anche chi vive isolato in un raggio di cento chilometri, non si
sente solo, ma partecipe di un unico grande respiro. I suoi abitanti possono
avere origini etniche differenti e diverse tradizioni ma condividono tutti uno
stesso cielo”.
tratto da “Il gabbiano secondo Nekrošius” – Ubulibri 2002
Anna Karenina tra guerra e pace
Nell’aprile del 1877, la scrittura di Anna Karenina volge al termine, Tolstoj
scrive l’Epilogo del romanzo. Diciotto mesi di lavoro intenso, e con un
crescendo di gloria nel succedersi irregolare delle puntate del romanzo
sulla rivista “Russkij vestnik”. “Ogni capitolo fa davvero impennare tutta la
società”, gli scriveva la cugina Alexandrine, “e non c’è fine ai commenti, agli
elogi, ai pareri e alle discussioni, come se si trattasse di una questione che
tocca tutti personalmente”. Il critico letterario Strachov aggiungeva, sempre
in una lettera: “Si direbbe che stiate gettando del cibo agli affamati… Il vostro
romanzo appassiona tutti e si legge in una maniera incredibile. La gente ha
letto così soltanto Puskin e Gogol’, gettandosi su ogni pagina e disdegnando
quel che scrivono gli altri”.
Con l’Epilogo, parte di quell’entusiasmo diviene sdegno: sempre nell’aprile
del 1877 scoppia la guerra con la Turchia, la Russia ribolle di patriottismo,
e nell’Epilogo Tolstoj mette in bocca al personaggio di Levin un severo
discorso pacifista. Il “Russkij vestnik” si rifiuta di pubblicarlo, e invece
dell’ultima puntata offre ai lettori, nel numero di giugno, un rapido riassunto.
Tre settimane dopo Tolstoj pubblica l’Epilogo a sue spese, in brossura; i
panslavisti scatenano un’autentica campagna di stampa contro “quell’offesa
alla patria”, ma la popolarità del romanzo raggiunge, tra aggressioni e
acclamazioni, il culmine. È, in Russia, il secondo bestseller del secolo, dopo
Guerra e pace.
tratto da “Album Tolstoj” – Mondadori 1994
Tolstoj racconta come nasce il romanzo:
“Proprio come adesso, dopo pranzo, ero da solo, sdraiato su questo
divano… all’improvviso mi balenò dinanzi agli occhi il nudo gomito femminile
di un elegante braccio aristocratico. Senza volerlo cominciai a fissare questa
immagine. Apparvero una spalla, il collo, e infine tutta la figura di una bella
donna in abito da ballo che implorante fissava su me i suoi occhi tristi…”
tratto da “Album Tolstoj” – Mondadori 1994
DAL 23 AL 26 GENNAIO ORE 21 – 27 GENNAIO ORE 15,30
TEATRO STORCHI
maria stuart (bepi caroli)
MARIA STUART
di Friedrich Schiller - traduzione Nanni Balestrini
regia Andrea De Rosa
con Anna Bonaiuto, Frédérique Loliée e Alessandra Asuni, Flavio Bonacci, Massimo
Brizi, Andrea Calbucci, Fortunato Cerlino, Nunzia Schiano, Antonio Zavatteri
scene Sergio Tramonti - costumi Ursula Patzak
luci Pasquale Mari - musiche Giorgio Mellone - suono Hubert Westkemper
Mercadante Teatro Stabile di Napoli
Dopo Molly Sweeney, Andrea De Rosa si misura con un classico del teatro tedesco che Schiller ultimò nel 1800.
Due regine: Maria, incarcerata per un omicidio che si presume abbia commesso,
ma in realtà perché è cattolica in un’Inghilterra protestante; Elisabetta, al potere,
tormentata dal dramma di dover emettere la condanna a morte della regina di
Scozia per tutelare il proprio paese. Due mondi contrapposti, che rappresentano due punti di vista umani e scenici profondamente diversi, ma che in ogni
sequenza si scambiano regolarmente: quello di Maria fatto di amore, di bellezza,
di moralità, di morte trasfiguratrice; quello di Elisabetta fatto di ipocrita ragion
di stato, solo apparentemente trionfante. In realtà la vittoria appartiene tutta a
Maria, che va incontro alla morte con suprema dignità morale, mentre Elisabetta
paga il successo politico rinunziando alla rispettabilità e all’amore.
A ricoprire i ruoli delle due sovrane, con i loro affascinanti universi interiori - in
conflitto anche sul piano della femminilità - due attrici che nel loro personale
percorso artistico si sono già cimentate con personaggi forti e di grande impatto
emotivo: Anna Bonaiuto e Frédérique Loliée.
Andrea De Rosa
Ho letto Maria Stuart, la prima volta, all’inizio del 2004.
In quei mesi la guerra in Iraq ci regalava una delle sue pagine più buie. Decine di
persone, militari e gente comune, venivano prese in ostaggio, torturate, ferocemente
sgozzate e decapitate.
Esecuzioni rituali, puntualmente registrate, filmate e fotografate, diffuse in rete a disposizione degli occhi del mondo.
Nella forma, sempre incomprensibile, della guerra, si affacciavano nuove e più
misteriose figure, cariche di un dippiù d’arcaico veramente insopportabile.
Davanti alle immagini della decapitazione di Nick Berg - una delle prime vittime offerte ai
nostri sguardi – sentii il bisogno di distogliere lo sguardo dal quotidiano. Il testo di Schiller
mi apparve come un’occasione irrinunciabile per riflettere su quelle immagini, interrogarle
guardando indietro, nella nostra storia, come attraverso il teatro si riesce a fare.
Lo sfondo storico della vicenda di Maria Stuart è quello dell’Europa del conflitto
religioso tra cattolici e protestanti della fine del cinquecento. Ed è tutta una storia di
teste tagliate. In Francia, nella notte di San Bartolomeo (23-24 agosto 1572) migliaia
di protestanti vengono sgozzati: duemila in una sola notte e circa dodicimila nei giorni
seguenti. Un massacro feroce, come pochi altri nella storia. La reazione protestante
fu altrettanto violenta. L’inghilterra, come l’intera Europa, viveva nel terrore. I nemici
del regno (cattolici) venivano torturati, tenuti in vita a soffrire fino alla morte. La tortura,
oltre che per estorcere informazioni e confessioni, era anche un crudele mezzo per
mantenere il potere attraverso il “terrore”. In nome di Dio, Londra metteva in mostra
tutti i giorni le teste mozzate dei suoi nemici.
Con i personaggi di Maria Stuart e Elisabetta I, cattolica la prima, protestante la
seconda, Schiller racconta il conflitto tra due società che - in un groviglio di interessi
economici, politici e militari - trovano espressione nell’identità religiosa e attraverso
questa si combattono sanguinosamente. Un’identità forte che, nel dramma, si scontra
inesorabilmente col piano del diritto. Elisabetta deve far uccidere Maria, se vuole
continuare a regnare. Ha la forza per farlo ma non il diritto. Per affermare il suo potere
deve – è questo il suo dramma! – ignorare i legami familiari, la sacralità dell’ospite, il
diritto dello straniero e infrangere, infine, il dogma dell’intoccabilità dei re.
Maria, da parte sua, ha molte colpe, ma nessuna tale da renderla passibile della pena
capitale. Deve affrontare la morte e abbandonare via via la speranza di essere salvata
dal diritto.
Sono proprio i rapporti tra il diritto e la forza che ci pongono domande, irrisolte, sulle
loro drammatiche e attuali contraddizioni.
Nella costruzione dello spettacolo ho cercato, insieme agli attori e ai collaboratori, di
ascoltare e far vivere queste domande. Nel farlo, mi è spesso tornata in mente una
frase di Fabrizio De Andrè che diceva: “Non capisco perché continuiamo a chiamarlo
passato, visto che non passa mai!”.
Suggerimenti di lettura a cura della
Biblioteca Delfini
Antonia Fraser, Maria Stuart.
La tragedia di una regina,
Mondadori 1996
Alexandre Dumas,
Maria Stuarda, Sellerio 2006
x (ics) racconti crudeli della giovinezza
X (ICS) RACCONTI CRUDELI
DELLA GIOVINEZZA
x.02 movimento secondo
MOTUS
DAL 17 AL 19 GENNAIO ORE 21 TEATRO DELLE PASSIONI
ideazione e regia Enrico Casagrande e Daniela Nicolò
con Silvia Calderoni, Dany Greggio, Sergio Policicchio, Mario Ponce-Enrile
in video Adriano Donati, Sid-Hamet Mechta, i gruppi musicali Foulse Jockers,
Tomorrow Never Came - produzione video Motus & Francesco Borghesi (p-bart.com)
text compositing Daniela Nicolò,
sound compositing Enrico Casagrande
video compositing Francesco Borghesi
Motus, La Biennale Danza di Venezia, Lux-Scène National de Valence (Francia),
Theater der Welt 2008 in Halle (Germania),
Istituzione Musica Teatro Eventi - Comune di Rimini “Progetto Reti”
Suggerimenti di lettura a cura della
Biblioteca Delfini
Douglas Coupland, Generazione X. Storie
per una cultura accelerata,
Interno giallo 1992
J. G. Ballard, Regno a venire,
Feltrinelli 2006
Hubert jr. Selby, Il salice, Fazi 2006
Silvia Rota Sperti (a cura di), Nordic light.
Antologia di giovani narratori scandinavi,
Mondadori 2006
Tentare di dipingere la giovinezza entra in corto con il nostro vissuto della
giovinezza, con ricordi e tumulti di uno stato che non c’è più, è passato, lontano,
crudelmente trascorso. Il contatto con l’incoscienza adolescente provoca un
rimescolamento di emozioni che azzera e sminuzza tutte le convinzioni sul
teatro accumulate nel tempo: ne risultano capitomboli di pensiero, coriandoli di
certezze, briciole di polistirolo di senso…
Parti con idee, concetti, riferimenti sociologici, poi quando precipiti dentro a certe
atmosfere – e l’abbiamo fatto davvero, sperimentando una tecnica documentaria
non invasiva e quasi invisibile – sei costretto a fare un balzo all’indietro, quasi
regressivo. È come salire su una giostra al massimo dei giri: ne esci con la
nausea e devi forse fermarti a vomitare dietro l’angolo, poi inciampi, ti sbucci le
ginocchia e ricordi cosa significava avere sempre qualche piccola crosticina sul
corpo… No, non è nostalgia, è semplicemente necessario immergersi, entrare
senza remore in altri mondi per poi farli vivere sul palco.
Come poter ricreare quello stato di sospensione nella solitudine pomeridiana della
città? Il vagare, l’ansia o lo starsene in vacua attesa su una panchina, a desiderare
incessantemente che qualcosa di nuovo e meraviglioso giunga... “Aspetto, temo
non avere niente di meglio da fare…” diceva Malcolm all’inizio del libro di James
Purdy a cui volevamo dedicare un film mai realizzato per problemi di diritti d’autore.
Il fantasma di Malcolm resta nell’aria, aleggia sulle riprese avventate che abbiamo
fatto nella bassa periferia lineare della Romagna, tentando di intrecciare la storia
che avevamo scritto per Dany e il suo ipotetico figlio, con fatalità e nuovi incontri:
appunti per un film futuro da cui scaturisce questa specie di spettacolo ibrido che
contiene in sé i germi di una sceneggiatura poliedrica, di un concerto stridente e di
una danza sporca e asincrona, scaturita dal rapporto con il catrame della strada.
Il sito dello spettacolo: ics.motusonline.com
A Natale regala un’emozione con uno spettacolo del Teatro Storchi di Modena
Per tutto il mese di dicembre
Emilia Romagna Teatro Fondazione
devolverà il 30% dell’incasso
dei biglietti venduti al progetto
di Terre des hommes Italia
per i bambini orfani dell’AIDS
in Zimbawe.
Informazioni e prevendita:
Biglietteria telefonica 059 2136021
Biglietteria dei Teatri - Via Scudari, 28 - Modena
Vendita on line www.emiliaromagnateatro.com
www.terredeshommes.it
CLAUDIO MORGANTI
DAL 24 AL 26 GENNAIO ORE 21 TEATRO DELLE PASSIONI
l’amara sorte del servo gigi
L’AMARA SORTE
DEL SERVO GIGI
ideazione, regia e interpretazione Claudio Morganti
Jack and Joe Theatre, Esecutivi per lo spettacolo
Claudio Morganti è uno dei teatranti più intensi e sfuggenti della scena contemporanea italiana. Il suo nuovo spettacolo si ispira a Samuel Beckett e costituisce l’ultimo
approdo di un appassionante percorso artistico e di ricerca, iniziato prima a Genova
con Carlo Cecchi e poi, dal 1980, con Alfonso Santagata e la compagnia Katzenmacher, con cui Morganti ha dato vita a spettacoli importanti come Katzenmacher,
Büchner mon amour, En passant e il pinteriano Calapranzi (allestito a Modena nei primi
anni Ottanta).
Nel 1990, in Finale di partita, Morganti si è confrontato con l’opera di Beckett, sempre
però attraverso un atteggiamento critico che ‘utilizza’ la tradizione per portare alla luce
le urgenze del presente. Dopo la separazione da Santagata, - Morganti si è addentrato
nella produzione di William Shakespeare: soprattutto il Riccardo III, ma anche Amleto,
Otello, La tempesta, Giulio Cesare. “Io lavoro con Shakespeare, non su Shakespeare”,
dirà in un’intervista. Non potendo rinunciare a una dimensione civile del teatro - “perché il teatro civile riguarda la Storia e parla a tutto il mondo” -, Morganti rintraccia nelle
figure e nelle vicende dell’opera shakespeariana i riferimenti più lucidi, solidi e attuali al
potere e alle sue atrocità, ma anche ai maestri che, nel panorama più vicino, insieme a
Cecchi, più gli sono cari: Leo De Berardinis e Carmelo Bene in modo particolare.
Il desolante decadimento del servo Gigi, impietosamente rappresentato da Morganti, è forse la metafora più fredda e spaventosa dell’amara sorte dell’attore, che “nel
panorama culturale di questi anni (...) si dibatte tra l’oggettiva difficoltà di esistere e
l’assoluta necessità di resistere”.
Suggerimenti di lettura a cura della
Biblioteca Delfini
Samuel Beckett, Ultimo nastro
di Krapp, Einaudi 1994
Samuel Beckett, Poesie,
Einaudi 1999
Samuel Beckett, Teatro, Einaudi 2002
INFORMAZIONI E BIGLIETTERIA
intero € 28,00
ridotto 10% € 25,00
ridotto Giovani/Anziani € 11,00
ridotto 15%
€ 14,50
Biglietteria dei Teatri
Via Scudari, 28 – 41100 Modena
tel. 059/2032993 – fax 059/2032998
orari: martedì e sabato dalle 10 alle 19
mercoledì e giovedì dalle 10 alle 13
venerdì dalle 15 alle 19.
Biglietteria telefonica
tel. 059/2136021
dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13.
vendita on line:
www.emiliaromagnateatro.com
www.vivaticket.it
TEATRO STORCHI
Platea balconata e palco
intero € 24,00
ridotto 10% € 22,00
ridotto Giovani/Anziani € 18,00
ridotto 15% € 20,50
I e II galleria
intero € 14,00
ridotto 10% € 12,50
ridotto Giovani/Anziani € 11,00
ridotto 15%
€ 12,00
Per i due spettacoli:
Slava’s Snowshow e Peter Pan il musical
Per i due spettacoli:
Barboni e
Ballata del carcere di Reading
Posto unico
€ 12,00
TEATRO DELLE PASSIONI
intero € 11,00
ridotto 10% € 10,00
ridotto Giovani/Anziani € 8,00
Il diritto di prevendita è 8% con
arrotondamento a € 0,50
LAST MINUTE: solo on line il giorno di spettacolo 50% di riduzione sul prezzo intero.
È ancora possibile acquistare i seguenti
tipi di abbonamenti:
PASSIONI 6
6 spettacoli a scelta su tutto il cartellone
del Teatro delle Passioni
Prezzi
Intero € 60,00
ridotto Giovani/Anziani € 45,00
QUATTROCARD
Valido per 4 spettacoli a scelta dai Cartelloni
del Teatro Storchi e Teatro delle Passioni
(escluso i fuori abbonamento, Slava’s
Snowshow e Peter Pan il musical) riservato
ai giovani fino a 20 anni e ai possessori
della Student Card rilasciata dall’Università
di Modena e Reggio Emilia.
Prezzi:
Posto unico € 40,00
Ridotto titolari Student Card
€ 25,00
CARNET 7
valido 7 ingressi a scelta dal cartellone
del Teatro Storchi e del Teatro delle
Passioni.
Per ogni tagliando di Carnet platea
utilizzato al Teatro delle Passioni
l’abbonato potrà usufruire di un biglietto
omaggio (da utilizzare per lo stesso
spettacolo scelto con l’abbonamento).
Platea Balconata e Palco
intero € 130,00
ridotto Giovani/Anziani €100,00
I e II galleria
Intero € 90,00
ridotto Giovani/Anziani € 65,00
CARTATEATRO
Carta prepagata a scalare con 12
tagliandi da utilizzare 2 per il Teatro
Storchi e 1 per il Teatro delle Passioni
(esclusi gli spettacoli: Slava’s Snowshow
e Peter Pan il musical)
Prezzi posto unico:
intero € 96,00
ridotto Giovani/Anziani € 60,00
ridotto CRAL € 84,00
(solo tramite l’ufficio promozione)
UN MONDO DI FIGURE
D’OMBRA
OMAGGIO A LELE LUZZATI
Mostra/spettacolo a cura del Teatro Gioco Vita
DAL 10 GENNAIO AL 2 MARZO 2008
TEATRO DELLE PASSIONI
In occasione del suo trentennale, Emilia Romagna Teatro Fondazione ospita a
Modena l’allestimento di una mostra spettacolo che attraversa uno spaccato
importante del teatro delle ombre e del teatro ragazzi. Si tratta dell’omaggio a
Lele Luzzati Un mondo di figure d’ombra, curato e voluto dal Teatro Gioco Vita
di Piacenza che, grazie all’opera del maestro genovese, è cresciuto e ha potuto
sperimentare le tecniche più raffinate e innovative del teatro d’animazione.
La mostra fa rivivere quegli oggetti, bozzetti,
sagome e manifesti che testimoniano gli
innumerevoli momenti di collaborazione artistica
tra Lele Luzzati e il Teatro Gioco Vita. Questi
materiali raccontano un percorso fatto insieme
e grazie alla loro forza risvegliano emozioni e
propongono lo spettacolo che di sé dà il Teatro
d’Ombre.
Ecco allora che le testimonianze del lavoro
di Luzzati sono organizzate lungo il percorso
espositivo in vere e proprie situazioni di
spettacolo che esprimono le suggestioni delle
ombre, gli strumenti necessari a produrle, il
particolare contributo che al teatro d’ombre
occidentale è stato dato dalla collaborazione
artistica tra il noto scenografo e illustratore
genovese e Teatro Gioco Vita, che da oltre
vent’anni ha fatto del teatro d’ombre il proprio
linguaggio espressivo ottenendo riconoscimenti
in tutto il mondo.
Tutt’intorno ai visitatori piccoli mondi, piccoli teatrini li accompagnano in un
viaggio in cui i disegni di Luzzati, attraverso le varie soluzioni tecniche adottate
dalla compagnia nel corso degli anni, sono diventati bellissime sagome. Dalle
ombre in bianco e nero del Barone di Münchausen si passa ai piccoli capolavori a
colori di Gilgamesh, fino ad arrivare alle ombre sgranate degli dei di Odissea e di
lì ancora oltre, fino ad oggi. Si può toccare, giocare con le sagome, sperimentare,
cambiare le luci.
Al termine del percorso espositivo, i ragazzi delle classi che prenoteranno la visita
guidata, si cimenteranno nella produzione di piccole scenografie e diventeranno
quindi artigiani dell’ombra: è possibile, infatti, sul modello dei teatrini di Luzzati,
costruirsi, o vedere costruire, teatri d’ombre in miniatura attraverso l’utilizzo di
vari materiali.
Una mostra quindi, ma non solo. Un viaggio attraverso gli spettacoli. Un’idea
di esposizione interattiva che ha trovato ampi consensi da parte del pubblico e
della critica sia in Italia che all’estero.
Teatro delle Passioni Via Carlo Sigonio, 382 Modena
Visite guidate per le Scuole su prenotazione
dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.00.
Apertura al pubblico:
Sabato dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.00
Domenica dalle 15.00 alle 19.00
Biglietto unico: € 4,00
Informazioni e prenotazioni: ERT-Ufficio Teatro Ragazzi e Giovani
Tel. 059.2136055 dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00
e-mail: [email protected]
lella costa
LA DOMENICA NON SI VA A SCUOLA Rassegna di Teatro per famiglie
26 e 30 dicembre ore 16 TEATRO DELLE PASSIONI
(27, 28, 29 dicembre ore 16 fuori abbonamento)
a destra e al centro pollicino
POLLICINO
di Marcello Chiarenza
regia Gianni Bissaca
con Claudio Casadio
musiche originali Beppe Turletti
Accademia Perduta
Pollicino è il più piccolo, ma la sua paura, grande, non lo annichilisce. A renderlo
vincitore di fronte alle avversità della vita sono la curiosità e il suo coraggioso
desiderio di conoscere la realtà. Lo spettacolo viene agito da un attore-narratore
che vive e racconta, al tempo stesso, la vicenda, evocandola e rapportandosi,
a volte direttamente, al pubblico. La narrazione ed il rapporto con i piccoli
spettatori sono spesso ironici, sorridenti, comici, a tratti di stile popolaresco, con
frequenti parentesi dialettali in un dialogo scanzonato dalle cadenze romagnole.
Gli oggetti di scena e la scrittura dello spazio offrono un esempio di “teatro di
narrazione con oggetti” originale, caratteristico della riuscita collaborazione fra
Claudio Casadio e Marcello Chiarenza.
Dedicato a tutti i Pollicini che, con leggerezza, attraversano i boschi del mondo.
3 FEBBRAIO ORE 16
TEATRO STORCHI
testo Valeria Frabetti
con la collaborazione dell’associazione Tapirulant
con Daniela Micioni, Francesca Trippa e Carlotta Zini
coreografia Omar Meza Frias
luci Luciano Cendou, Andrea Bozzetti
scene Fabio Galanti, Enrico Montalbani
costumi e oggetti di scena Tania Eick
collaborazione musicale Germana Giannini
La Baracca Testoni Ragazzi
Il dono rappresenta l’elemento narrativo della trama de La bella addormentata,
nella sua doppia accezione del bene e del male. E un dono è anche quello
che viene offerto all’immaginazione dallo spettacolo, uno stimolo a evocare i
personaggi attraverso le parole e le immagini che da queste scaturiscono. Lo
spettacolo è frutto di intrecci e contaminazioni tra le varie versioni dell’antica
fiaba, tra memorie legate a racconti ascoltati, pagine lette, immagini viste al
cinema e a teatro.
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bella addormentata
LA BELLA ADDORMENTATA
ABBONAMENTO a 5 spettacoli
intero € 40,00
ridotto bambini fino a 12 anni € 26,00
ridotto secondo/terzo bambino € 21,00
ABBONAMENTO scontato per i possessori
di CartaInsieme Conad
intero € 35,00
ridotto bambini fino a 12 anni € 21,00
ridotto secondo/terzo bambino € 18,00
BIGLIETTI
(escluso lo spettacolo Slava’s Snowshow)
Bambini € 5,00
Adulti € 8,00
Sconto di € 1,00 sul biglietto per i possessori
di CartaInsieme CONAD
per gli spettacoli in abbonamento.
alessandro bergonzoni
NEL
ALESSANDRO BERGONZONI
DAL 7 AL 9 FEBBRAIO ORE 21 TEATRO STORCHI FUORI ABBONAMENTO
di e con Alessandro Bergonzoni
regia Alessandro Bergonzoni e Riccardo Rodolfi
scene Alessandro Bergonzoni
PROGETTI DADAUMPA Srl
Un’ideale corda tesa a delimitare gli spazi del monologo da quelli del soliloquio. Un
attore-autore che si muove nella ricerca di una precisione contemporaneamente
complessa e comicamente dissonante. Uno spazio per sottolineare la reale linea
d’ombra di Alessandro Bergonzoni, mai come stavolta, sotto i vostri occhi e per
i vostri cervelli.
Riccardo Rodolfi
Marco, il Territorio
NEL (fare) NEL (mentre) NEL (posto) NEL (momento) NEL (contesto) NEL (pensato)
NEL (dire) NEL (guardare):
il dentresco una sorta di sorte, questo è il costrutto: costruire il distrutto. L’illimitata
delimitazione (bergon-zone) il retroquadro di punti scardinati. NO (negazione del Nord),
SU (la parte altra del Sud), ES (essere come abbreviazione di Est), OV’EST (dov’è).
Dove è tutto? Lí mentre si è lá (nella memoria fotografica). Nell’energia enucleare
perché estrarre la forza chiusa costa. Uno spettacolo sulla cauzione per
sprigionare le forze. Aprimi cielo.
Alessandro Bergonzoni
STERMINIO
TEATRO DELLE ALBE
DAL 7 AL 9 FEBBRAIO ORE 21 TEATRO DELLE PASSIONI
sterminio
di Werner Schwab
traduzione Sonia Antinori
regia Marco Martinelli
con Alessandro Argnani, Paola Bigatto, Luigi Dadina, Cinzia Dezi, Michela
Marangoni, Ermanna Montanari, Laura Redaelli
spazio Enrico Isola, Vincent Longuemare
costumi Vincent Longuemare, Ermanna Montanari
progetto luci Vincent Longuemare
Teatro delle Albe - Ravenna Teatro
Dopo il successo riscosso lo scorso anno con Scherzo, satira, ironia e significato
profondo, il Teatro delle Albe ritorna al Teatro delle Passioni con lo spettacolo
gemello, una ulteriore folgorante riflessione sulla questione del male. Male
generato dalla logica che presiede le relazioni fra esseri umani, gruppi, popoli, stati:
il violento combattimento fra forti e deboli fra preda e predatore, fra chi ha la forza
del potere e chi non ce l’ha. Il Teatro delle Albe chiude il testo feroce e commovente
di Schwab dentro un bunker, una baracchetta da campo di concentramento dove
trenta spettatori potranno spiare a distanza ravvicinata un quadretto condominiale
al veleno, entrando negli appartamenti dei viscerali signori Verme, nella morbosa
armonia piccolo borghese dei Kovacic e arrivare alle stanze dove si trama l’eccidio
finale fra vicini di casa della nazi-strega Cozzafuoco.
“Il testo di Schwab ci sfuggiva, richiedendo un altro spazio. Da qui l’idea di
chiuderci in una saletta dove lo spettatore avrebbe potuto spiare quelle figure
disperate, prossimo a quei prossimi che si sterminano. Una tana-psichica più che
un appartamento, un po’ come quella di Gregor Samsa nella Metamorfosi, visto
che i personaggi di Sterminio sembrano parlati come scarafaggi kafkiani…
Nel bunker di Sterminio lo spettatore è dentro lo spazio, in un qualche modo
complice.”
Marco Martinelli
Suggerimenti di lettura a cura della Biblioteca Delfini
Werner Schwab, Drammi fecali, Ubulibri 2000
Shriver Lionel, Dobbiamo parlare di Kevin, Piemme 2006
Gianfranco Bettin, Eredi. Da Pietro Maso a Erika e Omar, Feltrinelli 2007
11
lella costa
28 GENNAIO – 8 APRILE 2008 ROCCA DI VIGNOLA
iaia forte
Anche quest’anno, per la sesta edizione de I Grandi Interpreti del Teatro, Vignola
ospita cinque protagonisti assoluti della scena teatrale italiana. Eros Pagni,
Ottavia Piccolo, Luca Zingaretti, Iaia Forte e Lella Costa appartengono infatti a
quanto di meglio oggi si possa incontrare sui nostri palcoscenici.
A questo proposito, non possiamo non pensare al monologo col quale Ottavia
Piccolo presenta ed esamina il caso di Anna Politkovskaja, o al Recital di Lella
Costa, in cui l’universo femminile sarà protagonista tra comicità e passione,
banalità e grandi quesiti. Un’altra donna, figura letteraria ma non per questo
meno autentica, emerge nella Molly B. riletta in lingua napoletana da Iaia Forte,
con la sapiente regia di Carlo Cecchi. Achille Campanile, probabilmente il più
grande umorista italiano del secolo scorso sarà protagonista di una rilettura di
Eros Pagni, che da molti anni ne è interprete ineguagliabile. Ad aprire la rassegna,
Luca Zingaretti con una sua elaborazione drammaturgica di uno degli ultimi
racconti di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Lighea.
Anche questa edizione dei Grandi Intepreti del Teatro, dunque, si prospetta come
occasione eccellente per vivere tra le storiche mura della Sala dei Contrari serate
di assoluta qualità, a conferma dell’interesse che a Vignola si coltiva per il teatro di
prosa e più in generale per gli eventi culturali che escono dall’ovvietà e, talvolta, dalla
volgarità di tanti spettacoli promossi da tanta parte della produzione cine-televisiva.
luca zingaretti
I GRANDI INTERPRETI
DEL TEATRO
Lunedì 28 gennaio 2008
La Sirena
dal racconto Lighea di Tomasi di Lampedusa
con Luca Zingaretti - musiche Germano Mazzocchetti
produzione Zocotoco s.r.l.
Lunedì 11 febbraio 2008
eros pagni
Molly B.
da Ulisse di James Joyce
regia Carlo Cecchi con Iaia Forte
produzione Teatro Iaia
Lunedì 10 marzo 2008
Centocinquanta la gallina canta
brani e aforismi di Achille Campanile
con Eros Pagni
Giovedì 27 marzo 2008
Recital
con Lella Costa
produzione Irma Spettacoli s.r.l.
Martedì 8 aprile 2008
Donna non rieducabile
Vendita abbonamenti
Dal 3 gennaio 2008, Rocca di Vignola – Piazza dei Contrari, 4
Dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle 12 e dalle ore 16 alle 17,30.
Lunedì chiuso.
Per informazioni: Rocca di Vignola – Tel. 059 775246
www.fondazionedivignola.it
www.emiliaromagnateatro.com
12
ottavia piccolo
memorandum teatrale su Anna Politkovskaja
testo e regia Stefano Massini
con Ottavia Piccolo
produzione La Contemporanea 83
la danza delle libellule
LA DANZA DELLE LIBELLULE
8 DICEMBRE ORE 21 – 9 DICEMBRE ORE 15,30
TEATRO STORCHi
libretto Carlo Lombardo - musica Franz Lehàr
regia e coreografie Serge Manguette
con Umberto Scida, Emil Alekperov, Armando Carini, Rocco Magnoli, Stefano
Centore, Elena D’Angelo, Daniela Vidali, Milena Salardi, Giuseppe Sciuto
direttore d’orchestra Orlando Pulin - collaborazione musicale Vincenzo Camporeale
Compagnia Italiana di Operetta
la danza delle libellule
Nei paesi del Nord Europa La Danza delle Libellule è ancora oggi la più
rappresentata delle operette italiane, ed è nota col titolo Le Tre Grazie.
La trama. Il ricco Piper si è appropriato del castello di Nancy e del titolo di Duca.
Vuole mettere in scena nel salone del castello una commedia da lui scritta anche
per corteggiare la belle Elena vedova Cliquot; coinvolge in questa recita i suoi
amici Pommery e Gratin e le loro mogli Carlotta e Tutù. Al gruppo si aggiunge
Bouquet Blum un simpatico disoccupato in cerca d’occupazione.
All’improvviso arriva Carlo, un cacciatore, attorno al quale subito aleggiano
come delle libellule Elena, Carlotta e Tutù entrando in competizione tra loro per
chi conquisterà per prima il cuore del cacciatore. Piper e i mariti avvertono il
pericolo, minacciano Carlo di farlo arrestare come cacciatore di frodo e questi
si vedrà costretto a svelarsi come unico e vero Duca di Nancy. La rivalità fra le
donne si fa più agguerrita fino a quando Carlo, grazie all’aiuto di Bouquet, si
sposerà colei che aveva da subito rapito il suo cuore: Elena.
EVA
LA BELLA CENERENTOLA
19 GENNAIO ORE 21 – 20 GENNAIO ORE 15,30 TEATRO STORCHI
la danza delle libellule
libretto A. M. Willner, R. Bodanzky - musica Franz Lehàr
adattamento e regia Corrado Abbati
con Antonella Degasperi, Fabrizio Macciantelli, Compagnia Corrado Abbati
direzione musicale Marco Fiorini
coreografia Giada Bardelli scene Alfredo Troisi
InScena
La Compagnia Corrado Abbati festeggia il suo 20° anno di attività. La realizzazione
di EVA nasce sotto il patrocinio dell’Associazione Internazionale dell’Operetta di
Trieste, affidato in esclusiva per l’Italia dalla casa editrice Suvini Zerbini alle abili
mani di Corrado Abbati. EVA è un’operetta estremamente piacevole dove Lehár ha
composto uno spartito straordinario: uno dei suoi più belli e da molti giudicato più
elegante della stessa Vedova Allegra. Tanti i temi ancora oggi popolari: dalla marcia
“Oh Parigina bella ed elegante” al Can Can, alla melodia “La Cenerentola sei tu per
me”, al valzer “Sia pur chimera felicità”.
L’operetta è una simpatica lezione di felicità… è l’unico genere di spettacolo che,
essendo già tramontato diverse volte, è sicuro che non conoscerà mai il tramonto.
ABBONAMENTI STORCHI OPERETTA
A POSTO FISSO
Platea Balconata e Palco
Intero € 63,00 ridotto convenzionati € 50,00
Prima e seconda galleria
Intero € 40,00 ridotto convenzionati € 35,00
Cambio turno € 1,00
BIGLIETTI
Platea Balconata e Palco
Intero € 24,00 ridotto convenzionati € 20,00
ridotto under 14 € 12,00
Prima e seconda galleria
Intero € 16,00 ridotto convenzionati € 12,00 ridotto under 14 € 8,00
La trama. Nella vetreria Flaubert si festeggiano i vent’anni di Eva, una trovatella
che anni prima Bernard Larousse e gli operai hanno adottato, crescendola
come una figlia. Nello stesso giorno arriva il nuovo proprietario della fabbrica,
Ottavio Flaubert, un giovane gaudente non abituato al lavoro. Eva ne rimane
colpita: il mondo di Ottavio, con i suoi amici allegri e spensierati, le ricorda
quello del teatro che tanto l’attrae. La giovane pur non sapendolo è la figlia di
una famosa cantante. Tra gli amici di Ottavio spicca Dagoberto, suo compagno
di scorribande, innamorato di Gipsy, una donnina di pochi scrupoli pronta a
ingannarlo pur di raggiungere i propri obbiettivi. Eva viene invitata da Ottavio
nella sua villa, per corteggiarla e sedurla, ma giungono gli operai, guidati da
Larousse, decisi a difenderne l’onore. Il giovane fa credere loro di voler sposare
la ragazza ma, Eva capisce l’inganno e scappa rifugiandosi a Parigi dove ritrova
Gipsy e Dagoberto che la aiutano a diventare una famosa cantante, sfruttando
il talento che ha ereditato dalla madre. Una sera durante uno spettacolo, Eva e
Ottavio si incontrano; questa volta l’amore di Ottavio è sincero ma lei lo respinge
facendogli credere di essere fidanzata con un Duca. Ottavio si sente mancare, ha
sempre amato Eva. Il lieto fine è assicurato: anche Eva ama e ha amato solo lui e
dopo aver tentato inutilmente di respingerlo, si arrende al suo amore.
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