n.83 DICEMBRE-GENNAIO 2007-2008 rotopalco MASSIMO CASTRI RILEGGE IL CAPOLAVORO DI ANTON CECOV TRE SORELLE, UN SOLO DESTINO Direttore responsabile Eduardo Sammartino • NEKROSIUS METTE IN SCENA ANNA KARENINA DI TOLSTOJ Coordinamento redazionale Francesco Rossetti • MOTUS E CLAUDIO MORGANTI ALLE PASSIONI • BALLETTO: LE COREOGRAFIE DI KYLIAN E NAHARIN • LE PICCOLE STORIE : LA NUOVA OPERA DI LORENZO FERRERO Redazione Emilia Romagna Teatro Anna Bergamin, Agnese Doria, Marisa Tucci, Chiara Cavedoni e Federica Righi Redazione Teatro Comunale Lorena Loschi, Alessandro Roveri Impaginazione Edicta Stampa Artigrafiche Persico - (CR) Teatro Storchi Largo Garibaldi, 15 - 41100 Modena Tel. (059) 2136011 - Fax (059) 245332 email: [email protected] www.emiliaromagnateatro.com Teatro Storchi - pubblicazione bimestrale - Largo Garibaldi 15, 41100 Modena - Poste Italiane s.p.a. spedizione in abbonamento postale 70% DCB Modena, comma 20, lettera B, art.2 L.662 del 23.12.96 anno IV, nr.56 mar.-apr. stampato su TEATRO COMUNALE 6 dicembre ore 18 Invito all’opera LE PICCOLE STORIE Incontro con Lorenzo Ferrero e Giuseppe Di Leva TEATRO COMUNALE 9 dicembre ore 16 10, 11 dicembre ore 10 Opera LE PICCOLE STORIE Musica di Lorenzo Ferrero TEATRO COMUNALE 19 dicembre ore 21 Concerti TEATRO STORCHI 8 dicembre ore 21 9 dicembre ore 15,30 Storchi Operetta ST. PETERSBURG RADIO & TV SYMPHONY ORCHESTRA musica di Franz Lehàr Compagnia Italiana di Operetta TEATRO DELLE PASSIONI dal 26 al 30 dicembre ore 16 La Domenica non si va a scuola LA DANZA DELLE LIBELLULE TEATRO STORCHI dal 12 al 15 dicembre ore 20.30 16 dicembre ore 15,30 TRE SORELLE di Anton Čecov regia Massimo Castri Teatro di Roma TEATRO COMUNALE 13 dicembre ore 21 Concerti LA CAPELLA REIAL DE CATALUNYA HESPÈRION XXI Jordi Savall direttore TEATRO COMUNALE 15 dicembre ore 21 Danza autunno BALLETTO DEL TEATRO NAZIONALE DI PRAGA Serata Kylián BIBLIOTECA DELFINI 15 dicembre ore 18 Anna Karenina “una donna di cuore” EDMONDO BERSELLI legge Levin – La vita IL CALENDARIO dicembre gennaio 2007/08 Natalia Lomeiko violino Stanislav Gorkovenko direttore POLLICINO Accademia Perduta TEATRO STORCHI 10 - 11 - 12 - 15 gennaio ore 20.30 13 gennaio ore 15,30 ANNA KARENINA di Lev Tolstoj regia Eimuntas Nekrošius Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro Biondo Stabile di Palermo, Aldo Miguel Grompone TEATRO COMUNALE 14 gennaio ore 21 Concerti WDR SINFONIEORCHESTER KÖLN Hilary Hahn violino Semyon Bychkov direttore TEATRO DELLE PASSIONI dal 17 al 19 gennaio ore 21 X (ICS) RACCONTI CRUDELI DELLA GIOVINEZZA ideazione e regia Enrico Casagrande, Daniela Nicolò Motus, La Biennale Danza di Venezia TEATRO STORCHI 19 gennaio ore 21 20 gennaio ore 15,30 Storchi Operetta EVA di A.M. Willner e R. Bodansky regia Corrado Abbati InScena TEATRO COMUNALE 20 gennaio ore 16 21, 22 gennaio ore 10 Opera IL PICCOLO SPAZZACAMINO musica di Benjamin Britten TEATRO STORCHI dal 23 al 26 gennaio ore 21 27 gennaio ore 15,30 MARIA STUART di Friedrich Schiller regia Andrea De Rosa Mercadante Teatro Stabile di Napoli TEATRO COMUNALE 24 gennaio ore 21 Concerti RAMIN BAHRAMI pianoforte TEATRO DELLE PASSIONI dal 24 al 26 gennaio ore 21 L’AMARA SORTE DEL SERVO GIGI Ideazione, interpretazione e regia Claudio Morganti Jack and Joe Theatre TEATRO COMUNALE 26 gennaio ore 21 Concerti - fuori abbonamento MEITAR ENSEMBLE AVI AVITAL mandolino TEATRO COMUNALE 27 gennaio ore 21 Danza autunno LES GRANDS BALLETS CANADIENS DE MONTRÉAL Minus One tre sorelle, in basso massimo castri TRE SORELLE ANTON CECOV – MASSIMO CASTRI dal 12 al 15 dicembre ore 20,30 – 16 dicembre ore 15,30 TEATRO STORCHI di Anton Čecov con Paolo Calabresi, Claudia Coli, Milutin Dapcevic, Miro Landoni, Alice Torriani, Angelo Di Genio, Mauro Malinverno, Laura Pasetti, Sergio Romano, Bruna Rossi, Roberto Salemi, Renato Scarpa, Roberto Baldassari, Barbara Valmorin regia Massimo Castri scene e costumi Maurizio Balò musiche Arturo Annecchino luci Gigi Saccomandi Teatro di Roma “Un’emozionante serata d’arte”, “una regia che lascia il segno”, “un allestimento degno di Visconti”, “forse il migliore tra gli spettacoli recenti del regista”: così la critica ha accolto – lo scorso ottobre - il debutto romano delle Tre sorelle dirette da Massimo Castri. Il regista toscano torna a Čecov a distanza di vent’anni, dopo Il gabbiano, che gli valse il premio Ubu e dopo aver lavorato sui grandi autori del teatro, da Euripide a Pirandello, da Ibsen a Strindberg e mette in scena quello che considera “il testo più bello e duro di Čecov”, al quale il registra riconosce, a distanza di un secolo dalla sua apparizione, una grande attualità. È la straordinaria capacità dell’autore russo di tratteggiare stati d’animo complessi, sfumature emozionali di personaggi apparentemente quotidiani ma portatori di istanze universali. In Tre sorelle, Čecov affronta un tema che da sempre accompagna l’umanità: l’incapacità di capire il senso della vita e della sofferenza. Costrette a risiedere in una mediocre cittadina di provincia, Olga (Bruna Rossi), Mascia (Laura Pasetti) e Irina (Alice Torriani) vivono nella speranza di tornare a Mosca, dove hanno trascorso l’infanzia. Ma questo desiderio si rivela sempre più difficile da realizzare e il loro destino diventa sempre più triste: Olga invecchia sola; Mascia disprezza e tradisce il marito; Irina, fidanzata al barone Tusenbach, ufficiale della guarnigione locale, deve rassegnarsi alla solitudine, perché il giovane è ucciso in duello. Alla fine, quando la guarnigione viene trasferita e gli ufficiali partono al suono della banda militare, Olga dà voce all’angoscia di tutti: “Questa musica è tanto gaia, tanto piena di gioia... sembra quasi che, ecco, ancora un po’ di tempo, e sapremo perché viviamo, perché soffriamo... Ah, poterlo sapere, poterlo sapere!”. Suggerimenti di lettura a cura della Biblioteca Delfini Anton P. Čecov, Senza trama e senza finale. 99 consigli di scrittura, Minimum fax 2002 Anton P. Čecov, Lo scrittore Čecov non ha dimenticato l’attrice Knipper. Lettere 1902-1904, Il melangolo 1989 TOLSTOJ - NEKROSIUS 10, 11, 12 E 15 GENNAIO ORE 20.30 – 13 GENNAIO ORE 15,30 eimuntas nekrošius ANNA KARENINA TEATRO STORCHI di Lev Nikolaevič Tolstoj regia Eimuntas Nekrošius con Mascia Musy, Annalisa Amodio, Corinne Castelli, Nicola Cavallari, Vanessa Compagnucci, Alessandro Lombardo, Paolo Mazzarelli, Paolo Musio, Renata Palminiello, Paolo Pierobon, Alfonso Postiglione, Nicola Russo, Gaia Zoppi adattamento del testo Tauras Čižas scene Marius Nekrošius costumi Nadežda Gultiajeva luci Audrius Jankauskas selezione musiche Tauras Čižas assistenti alla regia Tauras Čižas, Daria De Florian, Claudio Longhi Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro Biondo Stabile di Palermo in collaborazione con Aldo Miguel Grompone greta garbo Eimuntas Nekrošius Nato a Pažobris nel 1952, formatosi all’Istituto d’Arte Teatrale Lunačarskij, il regista lituano acquisisce fama mondiale già negli anni Ottanta, quando Arthur Miller, dopo averne visto a Vilnius Pirosmani Pirosmani (1981), lo definisce esplicitamente geniale e si rammarica che la marginalità linguistica, più ancora della cortina di ferro, ostacoli la sua presenza sulla scena internazionale. Delle due “profezie” di Miller, fortunatamente, la prima si è rivelata più efficace: nonostante rimanga fortemente radicato nella cultura nazionale, Nekrošius è oggi ben noto in tutta Europa, non di rado lavora all’estero, ed è premiato e celebrato in tutto il mondo. I suoi spettacoli sono del resto caratterizzati da un rapporto assai peculiare con il testo, che li rende molto più di altri accessibili anche a chi non ne capisca la lingua. Da un lato, infatti, le sue scelte cadono per lo più su classici della letteratura, da Shakespeare a Čecov, che il pubblico già ben conosce, dall’altro la rielaborazione drammaturgia che ne offre tende a ridurre l’importanza della parola recitata in favore dell’immagine, del gesto, del paesaggio sonoro. Per lo più drasticamente ridotto, ma assoggettato anche a ripetizioni o deformazioni che trasformano il discorso in suono, il verso poetico in verso animale, e talvolta visualizzato in azioni sceniche laddove l’opera originale prevedeva la narrazione di quanto avvenuto fuori scena (per esempio la morte di Ofelia in Hamletas, 1997), arricchito di movimenti dalla precisione espressiva di danza, il testo non è peraltro mai stravolto da Nekrošius in senso dissacrante o forzatamente anticonformistico: la sua rielaborazione sembra piuttosto procedere da uno scavo alla ricerca dell’essenzialità, del nucleo fondante della tragedia. Anche sul piano visivo vige una particolare forma di stilizzazione. Le scenografie appaiono ricche, gli oggetti di scena acquisiscono un’immediata risonanza metaforica nonché una funzione catalizzatrice nei confronti della mascia musy Dopo il recente successo del Faust Nekrošius si misura questa volta con una duplice sfida che non risiede solamente in un testo non teatrale ma anche nel lavorare con una compagnia non sua. Come accadde nel 2001 per Il gabbiano, spettacolo che il regista lituano affrontò accompagnato da giovanissimi attori italiani dell’École des Maîtres, e nel 2002 con l’Ivanov di Čecov si rinnova la sfida del regista a collaborare con attori a lui stranieri. La scelta di interpreti di una certa levatura capaci di sfidare il capolavoro letterario di Tolstoj è stata obbligata. Nella sue preferenze vi rintracciamo una condivisione che si esplica nella riconferma di alcuni attori tra cui Mascia Musy, Annalisa Amodio, Alessandro Lombardo e Paolo Musio e Vanessa Compagnucci. Si trova la potenza dell’elemento visivo, punto chiave della sua pratica teatrale, dove il teatro non è affare letterario ma si colloca in un immaginario collettivo in cui la forza comunicativa del testo si esprime attraverso la straordinaria visionarietà del regista, coadiuvata dal lavoro di ricerca di atmosfere ora dense ora sospese.Gli oggetti si trasformano in protesi esplicative dell’animo dei personaggi, l’intuizione degli spettatori viene stuzzicata, così come tutti i sensi, il tempo si dilata per accogliere le azioni nel suo moltiplicarsi visionario. nekrošiu nikolaevič tolstoj ANNA KARENINA, UNA DONNA DI CUORE LETTURA A PUNTATE DEL ROMANZO DI LEV TOLSTOJ 15 dicembre 2007 ore 18.00 Sala Conferenze Biblioteca Delfini XVI E ULTIMO CAPITOLO EDMONDO BERSELLI Legge: Levin – La vita Suggerimenti di lettura a cura della Biblioteca Delfini Lev Tolstoj, Per Anna Karenina, Voland 1995 Pietro Citati, Tolstoj, Adelphi 1996 Alberto Cavallari, La fuga di Tolstoj, Einaudi 1986 recitazione, ma nello stesso tempo il costante riferimento a poche categorie essenziali, e più precisamente agli elementi primari acqua, aria, fuoco, terra, e a materiali semplici come la pietra, il legno, il ghiaccio, costituisce una sorta di riduzione ai minimi termini della realtà, ed evoca le forze generatrici e distruttrici della natura con la rilevanza del rito, rafforzata dal carattere quasi di celebrazione religiosa che spesso assume l’azione scenica. Se gli autori privilegiati da Eimuntas Nekrošius sono i capisaldi del canone letterario occidentale, le immagini create dalla sua regia si ancorano saldamente alla tradizione lituana, come nel caso dei geldos (sorta di mastelli di legno) che caratterizzavano l’intera messinscena di Otellas (2000-2001). Vi sono peraltro anche altre influenze nel suo teatro, che non disdegna l’apporto di altre arti (Desdemona interpretata da una ballerina, Amleto da un cantante rock…) né l’influsso della cultura popolare, particolarmente evidente nel celeberrimo Amore e morte a Verona, opera rock tratta da Romeo e Giulietta (1982 e 1996). In una delle sue rare dichiarazioni, nel 2000, aveva affermato di voler portare in scena un classico della narrativa: “Ma forse mi sono stufato di portare in scena testi teatrali, mi sembra arrivato il momento di lavorare su un testo di prosa, prendere un romanzo e metterlo in scena. Ci sono poche pièce di buona qualità, mentre ci sono numerosi romanzi interessanti” (Oliviero Ponte Di Pino, Un Amleto Lituano, http://www.trax.it/olivieropdp/nekrosius.htm). Claudio Longhi Nekrošius e la grande anima russa “Parlando della Russia mi viene subito in mente una sua particolarità: la sua grande anima. Per questo è diversa da qualsiasi altra nazione, così come il suo popolo. È uno stato che ha un territorio vastissimo: dodicimila chilometri di lunghezza e cinque, sei mila di larghezza, e la grandezza del territorio conferisce a tutta la nazione, e alla sua gente, un respiro immenso e per noi incomprensibile: è come se ognuno dei suoi abitanti avesse tanta terra sotto i piedi e tanto cielo sopra la sua testa e questo gli allargasse l’anima. La grande anima russa è strettamente collegata alla vastità del suo territorio. Anche chi abita in un piccolo paese ha la sensazione di quanto sia vasto il territorio di cui fa parte, e anche chi vive isolato in un raggio di cento chilometri, non si sente solo, ma partecipe di un unico grande respiro. I suoi abitanti possono avere origini etniche differenti e diverse tradizioni ma condividono tutti uno stesso cielo”. tratto da “Il gabbiano secondo Nekrošius” – Ubulibri 2002 Anna Karenina tra guerra e pace Nell’aprile del 1877, la scrittura di Anna Karenina volge al termine, Tolstoj scrive l’Epilogo del romanzo. Diciotto mesi di lavoro intenso, e con un crescendo di gloria nel succedersi irregolare delle puntate del romanzo sulla rivista “Russkij vestnik”. “Ogni capitolo fa davvero impennare tutta la società”, gli scriveva la cugina Alexandrine, “e non c’è fine ai commenti, agli elogi, ai pareri e alle discussioni, come se si trattasse di una questione che tocca tutti personalmente”. Il critico letterario Strachov aggiungeva, sempre in una lettera: “Si direbbe che stiate gettando del cibo agli affamati… Il vostro romanzo appassiona tutti e si legge in una maniera incredibile. La gente ha letto così soltanto Puskin e Gogol’, gettandosi su ogni pagina e disdegnando quel che scrivono gli altri”. Con l’Epilogo, parte di quell’entusiasmo diviene sdegno: sempre nell’aprile del 1877 scoppia la guerra con la Turchia, la Russia ribolle di patriottismo, e nell’Epilogo Tolstoj mette in bocca al personaggio di Levin un severo discorso pacifista. Il “Russkij vestnik” si rifiuta di pubblicarlo, e invece dell’ultima puntata offre ai lettori, nel numero di giugno, un rapido riassunto. Tre settimane dopo Tolstoj pubblica l’Epilogo a sue spese, in brossura; i panslavisti scatenano un’autentica campagna di stampa contro “quell’offesa alla patria”, ma la popolarità del romanzo raggiunge, tra aggressioni e acclamazioni, il culmine. È, in Russia, il secondo bestseller del secolo, dopo Guerra e pace. tratto da “Album Tolstoj” – Mondadori 1994 Tolstoj racconta come nasce il romanzo: “Proprio come adesso, dopo pranzo, ero da solo, sdraiato su questo divano… all’improvviso mi balenò dinanzi agli occhi il nudo gomito femminile di un elegante braccio aristocratico. Senza volerlo cominciai a fissare questa immagine. Apparvero una spalla, il collo, e infine tutta la figura di una bella donna in abito da ballo che implorante fissava su me i suoi occhi tristi…” tratto da “Album Tolstoj” – Mondadori 1994 DAL 23 AL 26 GENNAIO ORE 21 – 27 GENNAIO ORE 15,30 TEATRO STORCHI maria stuart (bepi caroli) MARIA STUART di Friedrich Schiller - traduzione Nanni Balestrini regia Andrea De Rosa con Anna Bonaiuto, Frédérique Loliée e Alessandra Asuni, Flavio Bonacci, Massimo Brizi, Andrea Calbucci, Fortunato Cerlino, Nunzia Schiano, Antonio Zavatteri scene Sergio Tramonti - costumi Ursula Patzak luci Pasquale Mari - musiche Giorgio Mellone - suono Hubert Westkemper Mercadante Teatro Stabile di Napoli Dopo Molly Sweeney, Andrea De Rosa si misura con un classico del teatro tedesco che Schiller ultimò nel 1800. Due regine: Maria, incarcerata per un omicidio che si presume abbia commesso, ma in realtà perché è cattolica in un’Inghilterra protestante; Elisabetta, al potere, tormentata dal dramma di dover emettere la condanna a morte della regina di Scozia per tutelare il proprio paese. Due mondi contrapposti, che rappresentano due punti di vista umani e scenici profondamente diversi, ma che in ogni sequenza si scambiano regolarmente: quello di Maria fatto di amore, di bellezza, di moralità, di morte trasfiguratrice; quello di Elisabetta fatto di ipocrita ragion di stato, solo apparentemente trionfante. In realtà la vittoria appartiene tutta a Maria, che va incontro alla morte con suprema dignità morale, mentre Elisabetta paga il successo politico rinunziando alla rispettabilità e all’amore. A ricoprire i ruoli delle due sovrane, con i loro affascinanti universi interiori - in conflitto anche sul piano della femminilità - due attrici che nel loro personale percorso artistico si sono già cimentate con personaggi forti e di grande impatto emotivo: Anna Bonaiuto e Frédérique Loliée. Andrea De Rosa Ho letto Maria Stuart, la prima volta, all’inizio del 2004. In quei mesi la guerra in Iraq ci regalava una delle sue pagine più buie. Decine di persone, militari e gente comune, venivano prese in ostaggio, torturate, ferocemente sgozzate e decapitate. Esecuzioni rituali, puntualmente registrate, filmate e fotografate, diffuse in rete a disposizione degli occhi del mondo. Nella forma, sempre incomprensibile, della guerra, si affacciavano nuove e più misteriose figure, cariche di un dippiù d’arcaico veramente insopportabile. Davanti alle immagini della decapitazione di Nick Berg - una delle prime vittime offerte ai nostri sguardi – sentii il bisogno di distogliere lo sguardo dal quotidiano. Il testo di Schiller mi apparve come un’occasione irrinunciabile per riflettere su quelle immagini, interrogarle guardando indietro, nella nostra storia, come attraverso il teatro si riesce a fare. Lo sfondo storico della vicenda di Maria Stuart è quello dell’Europa del conflitto religioso tra cattolici e protestanti della fine del cinquecento. Ed è tutta una storia di teste tagliate. In Francia, nella notte di San Bartolomeo (23-24 agosto 1572) migliaia di protestanti vengono sgozzati: duemila in una sola notte e circa dodicimila nei giorni seguenti. Un massacro feroce, come pochi altri nella storia. La reazione protestante fu altrettanto violenta. L’inghilterra, come l’intera Europa, viveva nel terrore. I nemici del regno (cattolici) venivano torturati, tenuti in vita a soffrire fino alla morte. La tortura, oltre che per estorcere informazioni e confessioni, era anche un crudele mezzo per mantenere il potere attraverso il “terrore”. In nome di Dio, Londra metteva in mostra tutti i giorni le teste mozzate dei suoi nemici. Con i personaggi di Maria Stuart e Elisabetta I, cattolica la prima, protestante la seconda, Schiller racconta il conflitto tra due società che - in un groviglio di interessi economici, politici e militari - trovano espressione nell’identità religiosa e attraverso questa si combattono sanguinosamente. Un’identità forte che, nel dramma, si scontra inesorabilmente col piano del diritto. Elisabetta deve far uccidere Maria, se vuole continuare a regnare. Ha la forza per farlo ma non il diritto. Per affermare il suo potere deve – è questo il suo dramma! – ignorare i legami familiari, la sacralità dell’ospite, il diritto dello straniero e infrangere, infine, il dogma dell’intoccabilità dei re. Maria, da parte sua, ha molte colpe, ma nessuna tale da renderla passibile della pena capitale. Deve affrontare la morte e abbandonare via via la speranza di essere salvata dal diritto. Sono proprio i rapporti tra il diritto e la forza che ci pongono domande, irrisolte, sulle loro drammatiche e attuali contraddizioni. Nella costruzione dello spettacolo ho cercato, insieme agli attori e ai collaboratori, di ascoltare e far vivere queste domande. Nel farlo, mi è spesso tornata in mente una frase di Fabrizio De Andrè che diceva: “Non capisco perché continuiamo a chiamarlo passato, visto che non passa mai!”. Suggerimenti di lettura a cura della Biblioteca Delfini Antonia Fraser, Maria Stuart. La tragedia di una regina, Mondadori 1996 Alexandre Dumas, Maria Stuarda, Sellerio 2006 x (ics) racconti crudeli della giovinezza X (ICS) RACCONTI CRUDELI DELLA GIOVINEZZA x.02 movimento secondo MOTUS DAL 17 AL 19 GENNAIO ORE 21 TEATRO DELLE PASSIONI ideazione e regia Enrico Casagrande e Daniela Nicolò con Silvia Calderoni, Dany Greggio, Sergio Policicchio, Mario Ponce-Enrile in video Adriano Donati, Sid-Hamet Mechta, i gruppi musicali Foulse Jockers, Tomorrow Never Came - produzione video Motus & Francesco Borghesi (p-bart.com) text compositing Daniela Nicolò, sound compositing Enrico Casagrande video compositing Francesco Borghesi Motus, La Biennale Danza di Venezia, Lux-Scène National de Valence (Francia), Theater der Welt 2008 in Halle (Germania), Istituzione Musica Teatro Eventi - Comune di Rimini “Progetto Reti” Suggerimenti di lettura a cura della Biblioteca Delfini Douglas Coupland, Generazione X. Storie per una cultura accelerata, Interno giallo 1992 J. G. Ballard, Regno a venire, Feltrinelli 2006 Hubert jr. Selby, Il salice, Fazi 2006 Silvia Rota Sperti (a cura di), Nordic light. Antologia di giovani narratori scandinavi, Mondadori 2006 Tentare di dipingere la giovinezza entra in corto con il nostro vissuto della giovinezza, con ricordi e tumulti di uno stato che non c’è più, è passato, lontano, crudelmente trascorso. Il contatto con l’incoscienza adolescente provoca un rimescolamento di emozioni che azzera e sminuzza tutte le convinzioni sul teatro accumulate nel tempo: ne risultano capitomboli di pensiero, coriandoli di certezze, briciole di polistirolo di senso… Parti con idee, concetti, riferimenti sociologici, poi quando precipiti dentro a certe atmosfere – e l’abbiamo fatto davvero, sperimentando una tecnica documentaria non invasiva e quasi invisibile – sei costretto a fare un balzo all’indietro, quasi regressivo. È come salire su una giostra al massimo dei giri: ne esci con la nausea e devi forse fermarti a vomitare dietro l’angolo, poi inciampi, ti sbucci le ginocchia e ricordi cosa significava avere sempre qualche piccola crosticina sul corpo… No, non è nostalgia, è semplicemente necessario immergersi, entrare senza remore in altri mondi per poi farli vivere sul palco. Come poter ricreare quello stato di sospensione nella solitudine pomeridiana della città? Il vagare, l’ansia o lo starsene in vacua attesa su una panchina, a desiderare incessantemente che qualcosa di nuovo e meraviglioso giunga... “Aspetto, temo non avere niente di meglio da fare…” diceva Malcolm all’inizio del libro di James Purdy a cui volevamo dedicare un film mai realizzato per problemi di diritti d’autore. Il fantasma di Malcolm resta nell’aria, aleggia sulle riprese avventate che abbiamo fatto nella bassa periferia lineare della Romagna, tentando di intrecciare la storia che avevamo scritto per Dany e il suo ipotetico figlio, con fatalità e nuovi incontri: appunti per un film futuro da cui scaturisce questa specie di spettacolo ibrido che contiene in sé i germi di una sceneggiatura poliedrica, di un concerto stridente e di una danza sporca e asincrona, scaturita dal rapporto con il catrame della strada. Il sito dello spettacolo: ics.motusonline.com A Natale regala un’emozione con uno spettacolo del Teatro Storchi di Modena Per tutto il mese di dicembre Emilia Romagna Teatro Fondazione devolverà il 30% dell’incasso dei biglietti venduti al progetto di Terre des hommes Italia per i bambini orfani dell’AIDS in Zimbawe. Informazioni e prevendita: Biglietteria telefonica 059 2136021 Biglietteria dei Teatri - Via Scudari, 28 - Modena Vendita on line www.emiliaromagnateatro.com www.terredeshommes.it CLAUDIO MORGANTI DAL 24 AL 26 GENNAIO ORE 21 TEATRO DELLE PASSIONI l’amara sorte del servo gigi L’AMARA SORTE DEL SERVO GIGI ideazione, regia e interpretazione Claudio Morganti Jack and Joe Theatre, Esecutivi per lo spettacolo Claudio Morganti è uno dei teatranti più intensi e sfuggenti della scena contemporanea italiana. Il suo nuovo spettacolo si ispira a Samuel Beckett e costituisce l’ultimo approdo di un appassionante percorso artistico e di ricerca, iniziato prima a Genova con Carlo Cecchi e poi, dal 1980, con Alfonso Santagata e la compagnia Katzenmacher, con cui Morganti ha dato vita a spettacoli importanti come Katzenmacher, Büchner mon amour, En passant e il pinteriano Calapranzi (allestito a Modena nei primi anni Ottanta). Nel 1990, in Finale di partita, Morganti si è confrontato con l’opera di Beckett, sempre però attraverso un atteggiamento critico che ‘utilizza’ la tradizione per portare alla luce le urgenze del presente. Dopo la separazione da Santagata, - Morganti si è addentrato nella produzione di William Shakespeare: soprattutto il Riccardo III, ma anche Amleto, Otello, La tempesta, Giulio Cesare. “Io lavoro con Shakespeare, non su Shakespeare”, dirà in un’intervista. Non potendo rinunciare a una dimensione civile del teatro - “perché il teatro civile riguarda la Storia e parla a tutto il mondo” -, Morganti rintraccia nelle figure e nelle vicende dell’opera shakespeariana i riferimenti più lucidi, solidi e attuali al potere e alle sue atrocità, ma anche ai maestri che, nel panorama più vicino, insieme a Cecchi, più gli sono cari: Leo De Berardinis e Carmelo Bene in modo particolare. Il desolante decadimento del servo Gigi, impietosamente rappresentato da Morganti, è forse la metafora più fredda e spaventosa dell’amara sorte dell’attore, che “nel panorama culturale di questi anni (...) si dibatte tra l’oggettiva difficoltà di esistere e l’assoluta necessità di resistere”. Suggerimenti di lettura a cura della Biblioteca Delfini Samuel Beckett, Ultimo nastro di Krapp, Einaudi 1994 Samuel Beckett, Poesie, Einaudi 1999 Samuel Beckett, Teatro, Einaudi 2002 INFORMAZIONI E BIGLIETTERIA intero € 28,00 ridotto 10% € 25,00 ridotto Giovani/Anziani € 11,00 ridotto 15% € 14,50 Biglietteria dei Teatri Via Scudari, 28 – 41100 Modena tel. 059/2032993 – fax 059/2032998 orari: martedì e sabato dalle 10 alle 19 mercoledì e giovedì dalle 10 alle 13 venerdì dalle 15 alle 19. Biglietteria telefonica tel. 059/2136021 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13. vendita on line: www.emiliaromagnateatro.com www.vivaticket.it TEATRO STORCHI Platea balconata e palco intero € 24,00 ridotto 10% € 22,00 ridotto Giovani/Anziani € 18,00 ridotto 15% € 20,50 I e II galleria intero € 14,00 ridotto 10% € 12,50 ridotto Giovani/Anziani € 11,00 ridotto 15% € 12,00 Per i due spettacoli: Slava’s Snowshow e Peter Pan il musical Per i due spettacoli: Barboni e Ballata del carcere di Reading Posto unico € 12,00 TEATRO DELLE PASSIONI intero € 11,00 ridotto 10% € 10,00 ridotto Giovani/Anziani € 8,00 Il diritto di prevendita è 8% con arrotondamento a € 0,50 LAST MINUTE: solo on line il giorno di spettacolo 50% di riduzione sul prezzo intero. È ancora possibile acquistare i seguenti tipi di abbonamenti: PASSIONI 6 6 spettacoli a scelta su tutto il cartellone del Teatro delle Passioni Prezzi Intero € 60,00 ridotto Giovani/Anziani € 45,00 QUATTROCARD Valido per 4 spettacoli a scelta dai Cartelloni del Teatro Storchi e Teatro delle Passioni (escluso i fuori abbonamento, Slava’s Snowshow e Peter Pan il musical) riservato ai giovani fino a 20 anni e ai possessori della Student Card rilasciata dall’Università di Modena e Reggio Emilia. Prezzi: Posto unico € 40,00 Ridotto titolari Student Card € 25,00 CARNET 7 valido 7 ingressi a scelta dal cartellone del Teatro Storchi e del Teatro delle Passioni. Per ogni tagliando di Carnet platea utilizzato al Teatro delle Passioni l’abbonato potrà usufruire di un biglietto omaggio (da utilizzare per lo stesso spettacolo scelto con l’abbonamento). Platea Balconata e Palco intero € 130,00 ridotto Giovani/Anziani €100,00 I e II galleria Intero € 90,00 ridotto Giovani/Anziani € 65,00 CARTATEATRO Carta prepagata a scalare con 12 tagliandi da utilizzare 2 per il Teatro Storchi e 1 per il Teatro delle Passioni (esclusi gli spettacoli: Slava’s Snowshow e Peter Pan il musical) Prezzi posto unico: intero € 96,00 ridotto Giovani/Anziani € 60,00 ridotto CRAL € 84,00 (solo tramite l’ufficio promozione) UN MONDO DI FIGURE D’OMBRA OMAGGIO A LELE LUZZATI Mostra/spettacolo a cura del Teatro Gioco Vita DAL 10 GENNAIO AL 2 MARZO 2008 TEATRO DELLE PASSIONI In occasione del suo trentennale, Emilia Romagna Teatro Fondazione ospita a Modena l’allestimento di una mostra spettacolo che attraversa uno spaccato importante del teatro delle ombre e del teatro ragazzi. Si tratta dell’omaggio a Lele Luzzati Un mondo di figure d’ombra, curato e voluto dal Teatro Gioco Vita di Piacenza che, grazie all’opera del maestro genovese, è cresciuto e ha potuto sperimentare le tecniche più raffinate e innovative del teatro d’animazione. La mostra fa rivivere quegli oggetti, bozzetti, sagome e manifesti che testimoniano gli innumerevoli momenti di collaborazione artistica tra Lele Luzzati e il Teatro Gioco Vita. Questi materiali raccontano un percorso fatto insieme e grazie alla loro forza risvegliano emozioni e propongono lo spettacolo che di sé dà il Teatro d’Ombre. Ecco allora che le testimonianze del lavoro di Luzzati sono organizzate lungo il percorso espositivo in vere e proprie situazioni di spettacolo che esprimono le suggestioni delle ombre, gli strumenti necessari a produrle, il particolare contributo che al teatro d’ombre occidentale è stato dato dalla collaborazione artistica tra il noto scenografo e illustratore genovese e Teatro Gioco Vita, che da oltre vent’anni ha fatto del teatro d’ombre il proprio linguaggio espressivo ottenendo riconoscimenti in tutto il mondo. Tutt’intorno ai visitatori piccoli mondi, piccoli teatrini li accompagnano in un viaggio in cui i disegni di Luzzati, attraverso le varie soluzioni tecniche adottate dalla compagnia nel corso degli anni, sono diventati bellissime sagome. Dalle ombre in bianco e nero del Barone di Münchausen si passa ai piccoli capolavori a colori di Gilgamesh, fino ad arrivare alle ombre sgranate degli dei di Odissea e di lì ancora oltre, fino ad oggi. Si può toccare, giocare con le sagome, sperimentare, cambiare le luci. Al termine del percorso espositivo, i ragazzi delle classi che prenoteranno la visita guidata, si cimenteranno nella produzione di piccole scenografie e diventeranno quindi artigiani dell’ombra: è possibile, infatti, sul modello dei teatrini di Luzzati, costruirsi, o vedere costruire, teatri d’ombre in miniatura attraverso l’utilizzo di vari materiali. Una mostra quindi, ma non solo. Un viaggio attraverso gli spettacoli. Un’idea di esposizione interattiva che ha trovato ampi consensi da parte del pubblico e della critica sia in Italia che all’estero. Teatro delle Passioni Via Carlo Sigonio, 382 Modena Visite guidate per le Scuole su prenotazione dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.00. Apertura al pubblico: Sabato dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.00 Domenica dalle 15.00 alle 19.00 Biglietto unico: € 4,00 Informazioni e prenotazioni: ERT-Ufficio Teatro Ragazzi e Giovani Tel. 059.2136055 dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e-mail: [email protected] lella costa LA DOMENICA NON SI VA A SCUOLA Rassegna di Teatro per famiglie 26 e 30 dicembre ore 16 TEATRO DELLE PASSIONI (27, 28, 29 dicembre ore 16 fuori abbonamento) a destra e al centro pollicino POLLICINO di Marcello Chiarenza regia Gianni Bissaca con Claudio Casadio musiche originali Beppe Turletti Accademia Perduta Pollicino è il più piccolo, ma la sua paura, grande, non lo annichilisce. A renderlo vincitore di fronte alle avversità della vita sono la curiosità e il suo coraggioso desiderio di conoscere la realtà. Lo spettacolo viene agito da un attore-narratore che vive e racconta, al tempo stesso, la vicenda, evocandola e rapportandosi, a volte direttamente, al pubblico. La narrazione ed il rapporto con i piccoli spettatori sono spesso ironici, sorridenti, comici, a tratti di stile popolaresco, con frequenti parentesi dialettali in un dialogo scanzonato dalle cadenze romagnole. Gli oggetti di scena e la scrittura dello spazio offrono un esempio di “teatro di narrazione con oggetti” originale, caratteristico della riuscita collaborazione fra Claudio Casadio e Marcello Chiarenza. Dedicato a tutti i Pollicini che, con leggerezza, attraversano i boschi del mondo. 3 FEBBRAIO ORE 16 TEATRO STORCHI testo Valeria Frabetti con la collaborazione dell’associazione Tapirulant con Daniela Micioni, Francesca Trippa e Carlotta Zini coreografia Omar Meza Frias luci Luciano Cendou, Andrea Bozzetti scene Fabio Galanti, Enrico Montalbani costumi e oggetti di scena Tania Eick collaborazione musicale Germana Giannini La Baracca Testoni Ragazzi Il dono rappresenta l’elemento narrativo della trama de La bella addormentata, nella sua doppia accezione del bene e del male. E un dono è anche quello che viene offerto all’immaginazione dallo spettacolo, uno stimolo a evocare i personaggi attraverso le parole e le immagini che da queste scaturiscono. Lo spettacolo è frutto di intrecci e contaminazioni tra le varie versioni dell’antica fiaba, tra memorie legate a racconti ascoltati, pagine lette, immagini viste al cinema e a teatro. 10 bella addormentata LA BELLA ADDORMENTATA ABBONAMENTO a 5 spettacoli intero € 40,00 ridotto bambini fino a 12 anni € 26,00 ridotto secondo/terzo bambino € 21,00 ABBONAMENTO scontato per i possessori di CartaInsieme Conad intero € 35,00 ridotto bambini fino a 12 anni € 21,00 ridotto secondo/terzo bambino € 18,00 BIGLIETTI (escluso lo spettacolo Slava’s Snowshow) Bambini € 5,00 Adulti € 8,00 Sconto di € 1,00 sul biglietto per i possessori di CartaInsieme CONAD per gli spettacoli in abbonamento. alessandro bergonzoni NEL ALESSANDRO BERGONZONI DAL 7 AL 9 FEBBRAIO ORE 21 TEATRO STORCHI FUORI ABBONAMENTO di e con Alessandro Bergonzoni regia Alessandro Bergonzoni e Riccardo Rodolfi scene Alessandro Bergonzoni PROGETTI DADAUMPA Srl Un’ideale corda tesa a delimitare gli spazi del monologo da quelli del soliloquio. Un attore-autore che si muove nella ricerca di una precisione contemporaneamente complessa e comicamente dissonante. Uno spazio per sottolineare la reale linea d’ombra di Alessandro Bergonzoni, mai come stavolta, sotto i vostri occhi e per i vostri cervelli. Riccardo Rodolfi Marco, il Territorio NEL (fare) NEL (mentre) NEL (posto) NEL (momento) NEL (contesto) NEL (pensato) NEL (dire) NEL (guardare): il dentresco una sorta di sorte, questo è il costrutto: costruire il distrutto. L’illimitata delimitazione (bergon-zone) il retroquadro di punti scardinati. NO (negazione del Nord), SU (la parte altra del Sud), ES (essere come abbreviazione di Est), OV’EST (dov’è). Dove è tutto? Lí mentre si è lá (nella memoria fotografica). Nell’energia enucleare perché estrarre la forza chiusa costa. Uno spettacolo sulla cauzione per sprigionare le forze. Aprimi cielo. Alessandro Bergonzoni STERMINIO TEATRO DELLE ALBE DAL 7 AL 9 FEBBRAIO ORE 21 TEATRO DELLE PASSIONI sterminio di Werner Schwab traduzione Sonia Antinori regia Marco Martinelli con Alessandro Argnani, Paola Bigatto, Luigi Dadina, Cinzia Dezi, Michela Marangoni, Ermanna Montanari, Laura Redaelli spazio Enrico Isola, Vincent Longuemare costumi Vincent Longuemare, Ermanna Montanari progetto luci Vincent Longuemare Teatro delle Albe - Ravenna Teatro Dopo il successo riscosso lo scorso anno con Scherzo, satira, ironia e significato profondo, il Teatro delle Albe ritorna al Teatro delle Passioni con lo spettacolo gemello, una ulteriore folgorante riflessione sulla questione del male. Male generato dalla logica che presiede le relazioni fra esseri umani, gruppi, popoli, stati: il violento combattimento fra forti e deboli fra preda e predatore, fra chi ha la forza del potere e chi non ce l’ha. Il Teatro delle Albe chiude il testo feroce e commovente di Schwab dentro un bunker, una baracchetta da campo di concentramento dove trenta spettatori potranno spiare a distanza ravvicinata un quadretto condominiale al veleno, entrando negli appartamenti dei viscerali signori Verme, nella morbosa armonia piccolo borghese dei Kovacic e arrivare alle stanze dove si trama l’eccidio finale fra vicini di casa della nazi-strega Cozzafuoco. “Il testo di Schwab ci sfuggiva, richiedendo un altro spazio. Da qui l’idea di chiuderci in una saletta dove lo spettatore avrebbe potuto spiare quelle figure disperate, prossimo a quei prossimi che si sterminano. Una tana-psichica più che un appartamento, un po’ come quella di Gregor Samsa nella Metamorfosi, visto che i personaggi di Sterminio sembrano parlati come scarafaggi kafkiani… Nel bunker di Sterminio lo spettatore è dentro lo spazio, in un qualche modo complice.” Marco Martinelli Suggerimenti di lettura a cura della Biblioteca Delfini Werner Schwab, Drammi fecali, Ubulibri 2000 Shriver Lionel, Dobbiamo parlare di Kevin, Piemme 2006 Gianfranco Bettin, Eredi. Da Pietro Maso a Erika e Omar, Feltrinelli 2007 11 lella costa 28 GENNAIO – 8 APRILE 2008 ROCCA DI VIGNOLA iaia forte Anche quest’anno, per la sesta edizione de I Grandi Interpreti del Teatro, Vignola ospita cinque protagonisti assoluti della scena teatrale italiana. Eros Pagni, Ottavia Piccolo, Luca Zingaretti, Iaia Forte e Lella Costa appartengono infatti a quanto di meglio oggi si possa incontrare sui nostri palcoscenici. A questo proposito, non possiamo non pensare al monologo col quale Ottavia Piccolo presenta ed esamina il caso di Anna Politkovskaja, o al Recital di Lella Costa, in cui l’universo femminile sarà protagonista tra comicità e passione, banalità e grandi quesiti. Un’altra donna, figura letteraria ma non per questo meno autentica, emerge nella Molly B. riletta in lingua napoletana da Iaia Forte, con la sapiente regia di Carlo Cecchi. Achille Campanile, probabilmente il più grande umorista italiano del secolo scorso sarà protagonista di una rilettura di Eros Pagni, che da molti anni ne è interprete ineguagliabile. Ad aprire la rassegna, Luca Zingaretti con una sua elaborazione drammaturgica di uno degli ultimi racconti di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Lighea. Anche questa edizione dei Grandi Intepreti del Teatro, dunque, si prospetta come occasione eccellente per vivere tra le storiche mura della Sala dei Contrari serate di assoluta qualità, a conferma dell’interesse che a Vignola si coltiva per il teatro di prosa e più in generale per gli eventi culturali che escono dall’ovvietà e, talvolta, dalla volgarità di tanti spettacoli promossi da tanta parte della produzione cine-televisiva. luca zingaretti I GRANDI INTERPRETI DEL TEATRO Lunedì 28 gennaio 2008 La Sirena dal racconto Lighea di Tomasi di Lampedusa con Luca Zingaretti - musiche Germano Mazzocchetti produzione Zocotoco s.r.l. Lunedì 11 febbraio 2008 eros pagni Molly B. da Ulisse di James Joyce regia Carlo Cecchi con Iaia Forte produzione Teatro Iaia Lunedì 10 marzo 2008 Centocinquanta la gallina canta brani e aforismi di Achille Campanile con Eros Pagni Giovedì 27 marzo 2008 Recital con Lella Costa produzione Irma Spettacoli s.r.l. Martedì 8 aprile 2008 Donna non rieducabile Vendita abbonamenti Dal 3 gennaio 2008, Rocca di Vignola – Piazza dei Contrari, 4 Dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle 12 e dalle ore 16 alle 17,30. Lunedì chiuso. Per informazioni: Rocca di Vignola – Tel. 059 775246 www.fondazionedivignola.it www.emiliaromagnateatro.com 12 ottavia piccolo memorandum teatrale su Anna Politkovskaja testo e regia Stefano Massini con Ottavia Piccolo produzione La Contemporanea 83 la danza delle libellule LA DANZA DELLE LIBELLULE 8 DICEMBRE ORE 21 – 9 DICEMBRE ORE 15,30 TEATRO STORCHi libretto Carlo Lombardo - musica Franz Lehàr regia e coreografie Serge Manguette con Umberto Scida, Emil Alekperov, Armando Carini, Rocco Magnoli, Stefano Centore, Elena D’Angelo, Daniela Vidali, Milena Salardi, Giuseppe Sciuto direttore d’orchestra Orlando Pulin - collaborazione musicale Vincenzo Camporeale Compagnia Italiana di Operetta la danza delle libellule Nei paesi del Nord Europa La Danza delle Libellule è ancora oggi la più rappresentata delle operette italiane, ed è nota col titolo Le Tre Grazie. La trama. Il ricco Piper si è appropriato del castello di Nancy e del titolo di Duca. Vuole mettere in scena nel salone del castello una commedia da lui scritta anche per corteggiare la belle Elena vedova Cliquot; coinvolge in questa recita i suoi amici Pommery e Gratin e le loro mogli Carlotta e Tutù. Al gruppo si aggiunge Bouquet Blum un simpatico disoccupato in cerca d’occupazione. All’improvviso arriva Carlo, un cacciatore, attorno al quale subito aleggiano come delle libellule Elena, Carlotta e Tutù entrando in competizione tra loro per chi conquisterà per prima il cuore del cacciatore. Piper e i mariti avvertono il pericolo, minacciano Carlo di farlo arrestare come cacciatore di frodo e questi si vedrà costretto a svelarsi come unico e vero Duca di Nancy. La rivalità fra le donne si fa più agguerrita fino a quando Carlo, grazie all’aiuto di Bouquet, si sposerà colei che aveva da subito rapito il suo cuore: Elena. EVA LA BELLA CENERENTOLA 19 GENNAIO ORE 21 – 20 GENNAIO ORE 15,30 TEATRO STORCHI la danza delle libellule libretto A. M. Willner, R. Bodanzky - musica Franz Lehàr adattamento e regia Corrado Abbati con Antonella Degasperi, Fabrizio Macciantelli, Compagnia Corrado Abbati direzione musicale Marco Fiorini coreografia Giada Bardelli scene Alfredo Troisi InScena La Compagnia Corrado Abbati festeggia il suo 20° anno di attività. La realizzazione di EVA nasce sotto il patrocinio dell’Associazione Internazionale dell’Operetta di Trieste, affidato in esclusiva per l’Italia dalla casa editrice Suvini Zerbini alle abili mani di Corrado Abbati. EVA è un’operetta estremamente piacevole dove Lehár ha composto uno spartito straordinario: uno dei suoi più belli e da molti giudicato più elegante della stessa Vedova Allegra. Tanti i temi ancora oggi popolari: dalla marcia “Oh Parigina bella ed elegante” al Can Can, alla melodia “La Cenerentola sei tu per me”, al valzer “Sia pur chimera felicità”. L’operetta è una simpatica lezione di felicità… è l’unico genere di spettacolo che, essendo già tramontato diverse volte, è sicuro che non conoscerà mai il tramonto. ABBONAMENTI STORCHI OPERETTA A POSTO FISSO Platea Balconata e Palco Intero € 63,00 ridotto convenzionati € 50,00 Prima e seconda galleria Intero € 40,00 ridotto convenzionati € 35,00 Cambio turno € 1,00 BIGLIETTI Platea Balconata e Palco Intero € 24,00 ridotto convenzionati € 20,00 ridotto under 14 € 12,00 Prima e seconda galleria Intero € 16,00 ridotto convenzionati € 12,00 ridotto under 14 € 8,00 La trama. Nella vetreria Flaubert si festeggiano i vent’anni di Eva, una trovatella che anni prima Bernard Larousse e gli operai hanno adottato, crescendola come una figlia. Nello stesso giorno arriva il nuovo proprietario della fabbrica, Ottavio Flaubert, un giovane gaudente non abituato al lavoro. Eva ne rimane colpita: il mondo di Ottavio, con i suoi amici allegri e spensierati, le ricorda quello del teatro che tanto l’attrae. La giovane pur non sapendolo è la figlia di una famosa cantante. Tra gli amici di Ottavio spicca Dagoberto, suo compagno di scorribande, innamorato di Gipsy, una donnina di pochi scrupoli pronta a ingannarlo pur di raggiungere i propri obbiettivi. Eva viene invitata da Ottavio nella sua villa, per corteggiarla e sedurla, ma giungono gli operai, guidati da Larousse, decisi a difenderne l’onore. Il giovane fa credere loro di voler sposare la ragazza ma, Eva capisce l’inganno e scappa rifugiandosi a Parigi dove ritrova Gipsy e Dagoberto che la aiutano a diventare una famosa cantante, sfruttando il talento che ha ereditato dalla madre. Una sera durante uno spettacolo, Eva e Ottavio si incontrano; questa volta l’amore di Ottavio è sincero ma lei lo respinge facendogli credere di essere fidanzata con un Duca. Ottavio si sente mancare, ha sempre amato Eva. Il lieto fine è assicurato: anche Eva ama e ha amato solo lui e dopo aver tentato inutilmente di respingerlo, si arrende al suo amore. 13