Scambio classe 4D Liceo „E. Medi“ - Gymnasium Dinkelsbühl Viaggio in Germania dal 19 al 29 Settembre 2015 PROGRAMMA Giorno Sabato 19. 09. 15 Domenica 20. 09. 15 Lunedì 21. 09. 15 Ora ca. 17.30 Attività Arrivo degli ospiti italiani in bus privato al parcheggio della palestra TSV e accoglienza da parte delle famiglie in famiglia 8.00 – 9.30 9.45 – 10.30 10.30 – 11.15 12.00 – 12.30 14.15 – 15.15 Martedì 22. 09. 15 8.00 – 18.30 Mercoledì 23. 09. 15 8.00 – 8.45 8.45 – 11.15 11.30 – 12.00 12.15 – 13.00 8.00 – 18.30 Accoglienza a scuola, saluto del Preside, dettagli organizzativi Spuntino in mensa (alunni italiani e tedeschi insieme) Informazioni sulle città di Bamberg e Augsburg Visita al magazzino-museo contenente i costumi della „Kinderzeche“ Visita guidata della città Escursione dell’intera giornata a BUTTENHEIM E BAMBERG 10.30 – 12.00 : visita al museo Levi Strauss a Buttenheim 12.30 – 13.30 : visita della città di Bamberg 13.30 – 16.00 : pausa pranzo, a seguire: tempo libero Lezioni nelle diverse classi Lavori di gruppo inerenti il tema comune Accoglienza del sindaco in municipio Lezioni nelle diverse classi Escursione dell’intera giornata ad AUGSBURG 10.30 – 12.15 : visita guidata al Bayerisches Textil- und Industriemuseum 12.30 – 13.30 : visita della città 13.30 - 16.00 : pausa pranzo, a seguire: tempo libero Escursione di mezza giornata a NÖRDLINGEN Visita al Rieskratermuseum in famiglia Giovedì 24. 09. 15 Venerdì 25. 09. 15 Sabato 26. 09. 15 Domenica 27. 09. 15 Lunedì 28. 09. 15 Martedì 29. 09. 15 8.00 – 12.30 in famiglia 8.00 – 9.30 9.45 – 11.15 11.30 – 12.45 14.00 – 15.30 8.00 – 9.15 9.30 ca. 19.00 Lezioni nelle diverse classi Presentazione di Ilavori di gruppo Visita al museo storico di Dinkelsbühl Film sulla Kinderzeche e quiz Questionario riassuntivo Partenza degli ospiti italiani in bus privato dal parcheggio della palestra TSV Arrivo alla stazione di Verona PN IL VIAGGIO DI ANDATA Dopo settimane, se non mesi, di trepidante attesa e febbrili preparativi, il 19 settembre, alle ore 08:30, ci siamo ritrovati nell'atrio della stazione di Verona PN. Alle 09:04, dal binario 1, sarebbe partito il nostro treno per Monaco. Dopo baci e abbracci da parte dei genitori presenti, promesse più o meno sentite di fare i bravi e raccomandazioni varie, siamo saliti con valigie e cuori straripanti di ansie, aspettative e curiosità. Appena messo piede sul treno, cominciarono le complicazioni: tra posti a sedere a noi spettanti che erano stati “abusivamente” occupati, passeggeri incapaci di capire quale fosse la loro carrozza e stretti corridoi ingombri di valigie, il viaggio si annunciava un'odissea. Fortunatamente, un efficiente funzionario ferroviario e la nostra caparbia professoressa hanno trovato dei posti anche per alcune di noi, altrimenti costrette a stare in piedi nell'esiguo spazio tra una valigia e l'altra. Dopo esserci accomodate, il viaggio prese una piega più piacevole. Se si aggiungono poi dei cordiali e disponibili compagni di cabina tedeschi,eravamo convinte che le cinque ore di viaggio sarebbero volate. L'idillio ebbe fine quando, dopo un paio di tentativi di prendere sonno, ci fermammo a una stazione. Con la salita dei nuovi passeggeri, salì colui che rese sgradevole l'ancora lungo tratto di strada che ci separava da Monaco. L'individuo in questione, per motivi che vanno al di là della mia comprensione, si fermò davanti alla nostra cabina e cominciò a gridare contro la mia compagna. Lei, occupante il posto vicino al mio, si era appisolata e le urla dell'uomo, che le imponevano di alzarsi e liberargli il sedile, la svegliarono. Egli, infatti, reclamava quello specifico posto a sedere , quindi, dopo esserci scambiate uno sguardo perplesso, lei si alzò e si spostò nel sedile di fronte a quello conteso. Dopo aver assistito alla penosa scena, gli altri passeggeri presenti ci tranquillizzarono e affrontarono lo scontroso nuovo arrivato, il quale, anche in seguito all'intervento della professoressa, portò avanti un comportamento scortese e irrispettoso. Tutto ciò rese il resto del tragitto ricco di una tensione tangibile. Nonostante i vari controlli della polizia ed un conseguente ritardo, giungemmo a Monaco più o meno nei tempi e prendemmo il minibus privato che ci avrebbe portato a Dinkelsbühl. Nel viaggio di poco più di due ore, l'agitazione aumentava di minuto in minuto e di chilometro in chilometro. Eravamo tutti ansiosi di rivedere i nostri partner e quando fummo a pochi metri dal parcheggio per autobus dove ci aspettavano le nostre famiglie ospitanti, la maggior parte di noi era attanagliata dal nervosismo. Prendendo il coraggio con entrambe le mani e con le esortazioni dei professori, finalmente scendemmo dal bus e andammo incontro ad una nuova, entusiasmante e indimenticabile esperienza. Shekinah Aidoo PRIMO GIORNO DI SCUOLA E ACCOGLIENZA Lunedì 21 è stato il nostro primo giorno di scuola. La prima cosa che ci ha colpiti è stato il grande parco che circondava le due strutture che compongono l’edificio. Accompagnati dai nostri partner, ci siamo ritrovati tutti nell’aula N23, dove la prof.ssa Müller e il preside del Gymnasium ci hanno dato il benvenuto e alcune informazioni riguardo la scuola e lo svolgimento delle lezioni. Dopo averci consegnato le cartelline contenenti il programma fissato per lo scambio, ci sono state mostrate le numerose aule e laboratori presenti negli edifici. Entrambi hanno un grande atrio dove gli studenti stanno durante le pause e sono sviluppati su più piani; la struttura nuova ha poche aule rispetto all’edificio ristrutturato che è molto più grande e moderno. Dopo circa un’ora a mezza ci siamo spostati nella mensa del liceo, dove i nostri partner avevano preparato un rinfresco. La mensa aveva grandi vetrate che davano sul parco, tavoli e sedie di colore bianco e questo ci ha lasciati senza parole. Finita questa pausa siamo andati insieme agli studenti tedeschi nell’aula R102 per delle ultime informazioni. Attraverso una presentazione PowerPoint i nostri partner ci hanno illustrato due delle città che saremmo andati a visitare nei giorni successivi, Augusta e Bamberga, e la Strada romantica (Romantische Straße). Quest’ultima è uno dei percorsi turistici tedeschi più famosi e frequentati. La strada parte dal Meno, attraversa la Franconia occidentale fino alla Svevia, passa in Alta Baviera ed arriva alle Alpi tedesche. Il percorso è lungo 366 km ed ha come estremità Würzburg e Füssen. Tra le numerose cittadine che attraversa vi è anche Dinkelsbühl. Giada Baldoria L'ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA La scuola tedesca è molto diversa dalla scuola italiana. Oltre agli orari, cambia anche il metodo d'insegnamento e di educazione. I giorni scolastici vanno da lunedì a venerdì. Gli orari cambiano in base ad alcuni giorni a settimana, di solito due, in cui si hanno 10 ore di lezione. Le ricreazioni sono molto più lunghe rispetto a quelle italiano e l'ora di lezione è di 45 minuti. Questo permette una maggiore concentrazione durante le lezioni da parte degli alunni. Al cambio d'ora sono gli studenti a doversi spostare in un'altra aula e non gli insegnanti. Questo permette al professore di avere una classe con tutto il necessario per svolgere la lezione, come ad esempio vari attrezzi per esperimenti nell'aula di fisica e strumenti musicali in quella di musica. Inoltre le vacanze estive durano sei settimane e iniziano da Luglio o da metà Agosto, quelle autunnali ne durano due e quelle natalizie tre. Per pasqua si ha solo una settimana. Gli anni scolastici che un bambino deve frequentare sono meno rispetto a quelli in Italia. La scuola elementare, ad esempio, dura 4 anni e a 10 anni il bambino può scegliere che scuola frequentare. Il Gymnasium dura 8/9 anni e ti prepara per l'università. L'organizzazione scolastica tedesca rappresenta l'ideale di come si dovrebbe vivere la scuola. Gli alunni rispettano l'ambiente nel quale studiano e cercano sempre di migliorarlo. Adrialina Barak VISITA AL MUSEO DELLA KINDERZECHE Lunedì 1 ottobre, dopo l’accoglienza a scuola, ci siamo recati nel centro della cittadina per visitare il museo della Kinderzeche, che si trova in una tipica casa a traliccio. Di per sé la Kinderzeche sarebbe una festa scolastica, ma oggi è una festa che si celebra ogni anno dal 17 al 26 luglio e serve per ricordare un avvenimento del 1632, in piena Guerra dei Trent’anni, quando un gruppo di bambini scese in strada assieme ad una ragazza, di nome Lore, supplicando le truppe svedesi di non assediare il borgo. Il capo di esse, impressionato da quel gesto, dal coraggio dei bambini e dalla somiglianza di uno di essi al proprio figlio, morto poco tempo prima, accettò la resa di Dinkelsbühl senza saccheggiarla. Per una settimana i cittadini indossano gli abiti tipici dell’epoca, inscenano le situazione di quel tempo e, inoltre, vengono organizzati ricchi banchetti. In realtà quella della Kinderzeche è una leggenda, l’unico fatto reale è il contesto della Guerra dei Trent’anni, mentre la Kinderlore ed il capo svedese che prende in braccio un bambino fanno parte di una saga costruita attorno al contesto storico. La facciata del museo All’inizio della visita, la guida ci ha dato la possibilità di entrare in una vecchia aula e di sederci nei banchi che si usavano allora e, dopo aver visto un breve video che riportava alcune scene della Kinderzeche, ci sono stati mostrati la prima rievocazione dei costumi del 1600 e quelli originali del 1897, i quali vengono riutilizzati ogni ani anno, infatti quel museo è la sede in cui i costumi vengono conservati, puliti e sistemati da un anno all’altro. La classe 4D in una vecchia aula Il primo capo che ci hanno fatto vedere è stata la giacca di un bambino ricco e ciò si capiva dal fatto che aveva i bottoni d’oro. Successivamente ci hanno mostrato l’abito che indossa la ragazza che ogni anno viene scelta per interpretare il ruolo della Kinderlore, la quale deve avere i capelli lunghi e biondi. Un altro abito che abbiamo visto è stato quello del sindaco, dotato della gorgiera tipica della corte spagnola, perché a quel tempo Dinkelsbühl era sotto il comando degli Asburgo, i quali erano cattolici. Dopo una breve visita nella stanza dove alcune signore addette lavano, riparano e sistemano i vestiti, abbiamo visto alcune armi tipiche del ‘600, che, però, o erano troppo grandi e servivano più persone per metterle in funzione, come il fucile, o non venivano usate in modo appropriato, infatti, spesso e volentieri, invece di sparare, le armi venivano più semplicemente lanciate addosso al nemico, come le pistole. Dopo ciò ci hanno mostrato gli abiti che indossano coloro che impersonano i cittadini e gli svedesi. Una volta saliti al piano superiore ci è stata mostrata una ricostruzione della sala del consiglio comunale e abbiamo potuto vedere altre armi e armature, i vestiti che indossavano i bambini, alcuni quadri raffiguranti personaggi importanti e persino delle miniature, che ricreavano le formazioni di battaglia degli svedesi. Dopo essere usciti dal museo, siamo entrati in una sorta di “garage” in cui vengono custoditi vari tipi di carri e carrozze e la ricostruzione di un cannone usato all’epoca. Il costume della Kinderlore È stato molto interessante imparare cos’è e in cosa consiste la Kinderzeche, vedere l’abbigliamento tipico di allora e stare in un ambiente che ci appartiene ovvero quello scolastico. Federica Bertasi LA VISITA A DINKELSBÜHL Lunedì 21 settembre nel primo pomeriggio inizia la nostra visita guidata di Dinkelsbühl organizzata da alcuni partner tedeschi. La città, situata sulle rive del fiume Wörnitz e lungo la famosa Romantische Straße, è miracolosamente sopravvissuta alle due guerre mondiali e conserva tuttora il suo ricco centro storico cinto da mura medievali, annoverato tra i più importanti in tutta Europa. Il nome della città, come ci viene spiegato, deriverebbe probabilmente da un leggendario Dinkelbauer, cioè coltivatore di farro, di nome Thingolt il quale fece dono di una cappella e regalò il suo possedimento a monaci che vi allestirono in seguito un convento (il nome della città è infatti collina = Bühl di farro = Dinkel; nello stemma della città sono presenti infatti tre spighe). Dinkelsbühl ricevette inoltre nel 1274 il titolo di Freie Reichsstadt, ovvero città libera imperiale, che le permise di ottenere maggiori libertà e benefici. Prima di tutto ci viene mostrata Deutschordenshaus, ovvero la Casa dell’Ordine Teutonico, un edificio in stile barocco, la cui ricostruzione ad opera dell’architetto Matthias Binder fu seguita da quella delle altre strutture adiacenti. Proseguiamo il nostro percorso nella Altrathausplatz, ovvero la piazza del vecchio palazzo comunale, nel cui mezzo si trova la Fontana del Leone e su cui si affaccia appunto l’Altrathaus, il vecchio municipio, al cui interno è ora ubicata la Casa della storia della città (Haus der Geschichte). Questo museo, con oltre 600 pezzi in esposizione, illustra lo sviluppo di Dinkelsbühl fin dalle sue origini. A luglio la piazza diventa palcoscenico principale della Kinderzeche, rievocazione storica creata nel 1897 e annoverata tra i festival tedeschi più vecchi e celebri del suo genere. L’edificio che Campanile della Cattedrale di San Giorgio (con passaggio di piccione) domina la città è il vicino Münster St. Georg, ovvero la Cattedrale di San Giorgio, tappa successiva del nostro itinerario. Ciò che si nota a primo impatto è lo squilibrio presente tra il corpo dell’edificio, enorme e possente, e il campanile, piuttosto sottile e basso. La spiegazione si ritrova nella storia dell’edificio: accanto al primo nucleo della chiesa, risalente all’ XI secolo, venne costruito nel 1225 il campanile presente tutt’oggi. Nel 1448 iniziò la costruzione dell’edificio attuale e venne progettato un nuovo campanile sul fianco nord della chiesa che potesse meglio adattarsi alle dimensioni della nuova navata. Presto, però, esauriti i mezzi finanziari, non si poté realizzare il progetto iniziale e la costruzione si arrestò, limitandosi ad una semplice trasformazione del tetto a doppia falda in un tetto a padiglione. Il vecchio campanile fu completato solo nel XVI secolo, mentre nel 1499 si concluse anche la costruzione della chiesa, che subì altre variazioni nel corso dei secoli successivi. La cattedrale, riservata al culto cattolico, è di stile tardogotico e considerata una delle più belle Hallenkirchen (chiesa a sala) della Germania meridionale. Davanti alla chiesa troviamo inoltre un monumento dedicato a Christoph von Schmid, teologo, narratore e scrittore vissuto tra ‘700 e ‘800, considerato il figlio più illustre di Dinkelsbühl e noto principalmente per i suoi leggendari racconti di cavalieri, per il testo del canto natalizio “Ihr Kinderlein kommet” e la “Storia biblica per bambini”, ristampata in più di 200 edizioni. Il nostro percorso prosegue poi con il Deutsches Haus (casa tedesca), un Fachwerkhaus (casa a traliccio) la cui facciata, risalente a prima del 1600, è considerata tra le più belle facciate a traliccio del tardo Rinascimento nella Germania meridionale. Deutches Haus Nelle vicinanze del Deutsches Haus facciamo tappa anche al vecchio granaio comunale (Schranne), edificio anch’esso a traliccio, costruito all’inizio del XI secolo. Proseguiamo visitando l’ospizio dello Spirito Santo (Spital), fondato nel 1280 e al tempo situato fuori la cinta muraria, come voleva l’usanza del Medioevo per paura della diffusione delle epidemie. Attualmente gli edifici dello Spital ospitano la casa di riposo comunale e la sauna della città. Nel cortile interno alla struttura si trova anche una piccola chiesa, della cui costruzione originale rimangono però solo il coro e la sagrestia, in quanto la navata e l’interno della chiesa furono ricostruiti e restaurati dopo il 1500. Il nostro percorso si conclude con la Rothenburger Tor (porta di Rothenburg), una delle cinque porte della città, la cui costruzione risale al 1390 e all’esterno della quale si trova il romantico laghetto Gaulweiher. Esso è uno dei motivi prediletti da pittori e fotografi, i quali dal secolo scorso hanno riscoperto la bellezza di Dinkelsbühl, un piccolo gioiello perfettamente conservato di architettura, arte e storia che attrae ogni anno numerosi visitatori e continua ad incantare con il suo fascino tipicamente romantico. Leonardo Bertolini VISITA AL LEVI STRAUSS MUSEUM Il giorno martedì 22 settembre, dopo esserci ritrovati presso la scuola, alle 8 siamo partiti per Buttenheim, per visitare il Levi Strauss Museum. Arrivati al museo, prima di entrare, ci hanno divisi in piccoli gruppi, poiché il museo era troppo piccolo per contenerci tutti assieme, e ci hanno forniti di auricolari con guida in tedesco e di un plico di fogli in italiano per seguire meglio la visita. Il museo era strutturato in piccole stanze, in alcune delle quali erano esposti tessuti e lavori finiti di Levi Strauss. Levi Strauss nacque a Buttenheim il 26 febbraio 1829 da una famiglia di ebrei bavaresi. Lasciata la Germania giunse negli Stati Uniti, sbarcando a New York, dove i due fratelli maggiori avevano impiantato con successo l’industria di abbigliamento. Nel 1853 divenne cittadino americano e si trasferì a San Francisco, California, dove sperava di impiantare un’industria tessile che potesse sfruttare la richiesta di particolari tessuti utili al lavoro nelle miniere, ai carri dei pionieri e alle vele delle imbarcazioni. Così con il cognato fondò l’azienda ‘Levi Strauss & Co’. Per i minatori inventò un nuovo tipo di indumento, oggi noto come salopette. Più tardi utilizzò allo scopo la tela ‘de Nimes’ oggi nota come Denim. Il 20 maggio 1973, il sarto Jacob Davis, entrato in società con Strauss, registrò con il N. di brevetto 139.121 il moderno jeans in denim, rafforzando il tessuto attorno alle tasche, particolarmente soggette ad usura, con rivetti di rame. Strauss muore il 26 settembre 1902 a San Francisco, lasciando l’azienda ai quattro nipoti i quali, continuando il lavoro dello zio, hanno fatto conoscere i jeans in tutto il mondo fino ai giorni nostri. facciata del museo uno dei primi jeans VISITA A BAMBERG Martedì 22 settembre abbiamo visitato la prima importante città bavarese, Bamberg. Siamo partiti dal cortile del Gymnasium di Dinkelsbühl in pullman alle 8:00 circa per poi arrivare a destinazione alle 10:30. Il signor Müller ci ha guidato nella visita e ci ha mostrato i monumenti più significativi della città. Bamberg è situata lungo la Romantische Straβe ed è riconosciuta come un’importante sede amministrativa. Viene anche chiamata “Kleine Venedig”, ovvero “Piccola Venezia” poiché è attraversata dal fiume Regnitz, sul quale si affacciano abitazioni tipiche molto antiche. Il vecchio Rathaus si trova in corrispondenza del confine tracciato dal fiume tra la parte laica e quella vescovile della città, in quanto ne era stata proibita la costruzione all’interno di esse. L’edificio, come altri della città, è in stile Barocco e dalla parete dipinta escono elementi decorativi tridimensionali. Un altro simbolo della città è il Duomo di San Pietro e San Giorgio, consacrato nel 1012. L’edificio attuale risale al XIII secolo e rappresenta il passaggio dallo stile romanico a quello gotico. È composto dai quattro caratteristici campanili, da due cori e da volte, pilastri e sculture. In esso vi è anche il monumento funebre realizzato in legno dove sono sepolti la coppia imperiale di Enrico II e Cunegonda, fondatori del vescovato e del primo Duomo. La moglie viene anche ricordata per essere stata accusata di adulterio e di aver dovuto camminare sui carboni ardenti per dimostrare la sua innocenza. Entrambi i coniugi vennero poi dichiarati santi. Al Duomo si è conclusa la nostra visita della parte storica della città. Nel pomeriggio, durante il tempo libero, abbiamo trascorso tre ore passeggiando per le vie sotto la pioggia e dedicandoci all’acquisto di souvenir. Alle 16:00 ci siamo poi dati appuntamento nei pressi del vecchio Rathaus e siamo ripartiti insieme agli altri alunni tedeschi con direzione Dinkelsbühl. Durante il viaggio in autobus alcuni alunni hanno dato prova delle loro doti artistiche esibendosi in canti e balli sotto lo sguardo dei professori divertiti. Arrivati a destinazione alle 19:00 circa siamo tornati dalle nostre famiglie tedesche, pronti a raccontare la magnifica giornata trascorsa. Giorgia Cordioli Il fiume Regnitz che attraversa la città di Bamberg LEZIONI NELLE CLASSI Durante questi dieci giorni nella cittadina di Dinkelsbühl, noi studenti italiani abbiamo avuto modo di partecipare a vere e proprie lezioni scolastiche nel liceo che i nostri compagni frequentano da ormai diversi anni. La struttura è molto grande ed accogliente; si compone di due edifici recentemente rinnovati che ospitano numerose aule, tutte dotate di gigantesche finestre e lavagne interattive, nelle quali gli studenti possono frequentare le lezioni. Vi sono stanze utilizzate appositamente durante alcune materie, come per esempio l’aula di musica, dotata di pianoforte ed altri strumenti, e l’aula di fisica, attrezzata per l’esecuzione di diversi esperimenti. Io ho avuto modo di frequentare una lezione di fisica e mi è piaciuta molto. L’insegnante è entrato subito dopo il suono della campanella, ha salutato i ragazzi, con i quali sembrava avere un ottimo rapporto, e ha fatto l’appello. Dopo un breve ripasso della lezione precedente, il professore ha introdotto un nuovo argomento attraverso l’esecuzione di un esperimento e la visione di un video. L’ora è proseguita con la consegna di alcune schede e lo svolgimento di vari esercizi assieme. Quello che mi ha colpito di più, e che ho notato anche durante le altre ore di lezione, è quanto i ragazzi interagiscano con i loro professori e quanto questi rendano la lezione interattiva ed alternativa attraverso l’utilizzo di video ed immagini. Un’altra cosa che mi ha colpito molto è quanto i professori riuscissero a semplificare l’argomento trattato e quanto gli studenti si aiutassero tra loro per comprenderlo meglio. Ho avuto l’impressione che le lezioni fossero un mix di semplicità e serietà in modo tale che gli alunni fossero facilitati nell’apprendimento dei nuovi argomenti. E’ stata un’esperienza sicuramente positiva poiché è sempre interessante vedere come in altri paesi si affrontino materie ed argomenti che anche noi studiamo e cerchiamo di approfondire il più possibile. Chiara Dalfini WORKSHOPS SUL TEMA COMUNE Il soggetto del nostro scambio era la moda intesa non solo come apparenza esteriore ma anche come modo di porsi agli altri. Per questo motivo abbiamo deciso di creare dei paperdresses utilizzando naturalmente carta e quant’altro per tale realizzazione. Ci siamo quindi divisi in 10 gruppi misti formati da 2 italiani e 2 tedeschi o talvolta, a causa della differenza di numero, 3 italiani e 1 tedesco. Dopo una veloce ma interessante spiegazione e dimostrazione di una delle professoresse di arte del liceo della cittadina abbiamo cominciato Stilisti al lavoro il nostro lavoro che siamo riusciti ad ultimare in 3 ore in 2 giorni diversi, Mercoledì e Lunedì. Terminato il lavoro con un’esposizione dettagliata in entrambe le lingue, ogni studente ha votato, basandosi sul proprio gusto personale, il gruppo che aveva realizzato il vestito migliore. Nel nostro caso quello che, nonostante la semplicità, è riuscito a trasmettere un messaggio importante. Questo lavoro di gruppo è stato interessante ed utile non solo per lo sviluppo della creatività e della fantasia ma anche per l’ampliamento della conoscenza sia dei nostri partner sia di nuovi vocaboli riguardanti questo argomento. Il paperdress vincitore è quello a partire da sinistra. Un semplice tubino, stereotipo di come la società vorrebbe che fossimo ossia uguali senza un minimo di originalità ed innovazione, ed un cappello, simbolo di particolarità e “pazzia” che bene o male tutti abbiamo dentro noi stessi, compongono questo abito. Sara Derossi L'INCONTRO CON IL SINDACO La mattina del giorno 22 settembre, dopo aver assistito alle lezioni in classi diverse, ci siamo recati al municipio di Dinkelsbühl, dove prima abbiamo fatto la foto davanti all'edificio e poi siamo stati accolti calorosamente dal sindato della città, il Dott. Christoph Hammer. Dopo esserci accomodati nella sala utilizzata per le sedute del consiglio comunale, dove vi era una parete con il centro storico del luogo e in altre gli stemmi dei paesi gemellati con Dinkelsbühl, il sindaco ha subito notato la scarsa presenza del genere maschile nel gruppo scolastico, ha quindi chiesto come si trovano i due ragazzi tra la maggioranza femminile. Durante la conversazione vi era un fotografo che faceva qualche scatto per il quotidiano locale. Il sindaco ha parlato della differenza linguistica tra tedesco e italiano e ha sottolineato la sua preferenza per quella italiana, in quanto la ritiene una lingua più melodica e dolce rispetto al suono duro tedesco. In seguito ci è stato spiegato che Dinkelsbühl è una delle città storiche più belle della Germania, che è riuscita a sopravvivere alla guerra dei Trent'anni senza aver subito particolari danni, rimanendo intatta nel corso degli anni fino al giorno d'oggi. E' infatti una cittadina che dà ancora l'impressione di essere in un borgo medievale. Come in altre città, anche in questa la crisi si è fatta sentire e anche il bisogno d'aiuto da parte dei profughi. Attualmente ci sono 150 rifugiati, di cui la maggior parte proviene dalla Siria, vivono in un monastero. Il signor Hammer ha poi espresso la paura che in futuro ci possa essere odio o avversione da parte dei cittadini contro l'accoglienza dei profughi. La consegna di un omaggio al sindaco Abbiamo terminato l'incontro con un po' di Apfelschorle e con un triste arrivederci abbiamo lasciato il municipio. Kulsum Jalil VISITA DELLA CITTÀ DI AUGSBURG Giovedì 24 Settembre, alle ore 8.00 di mattina, ci siamo trovati nel parcheggio degli autobus del liceo per attendere il pullman che ci avrebbe portati alla nostra prossima destinazione: Augsburg, in italiano Augusta. La città venne fondata, per ordine dell’Imperatore Augusto, nel 15 a.C. sul fiume Lech. È la seconda città più antica della Germania (preceduta solo da Treviri) ed è la terza più grande della Baviera (dopo Monaco e Norimberga). Nacque come accampamento militare, ma divenne poi una città libera dell’impero, come testimonia lo stemma dell’aquila a due teste presente sulla facciata del municipio, ed iniziò ad essere governata dalle famiglie nobili locali, i Fugger e i Welser. Prima di giungere in città, abbiamo visitato il Bayerisches Textil – und Industriemuseum (museo tessile ed industriale bavarese), nel quale ci è stata spiegata la storia dell’industria tessile e ci sono state illustrate varie opere d’arte ispirate dall’industria. Ha seguito poi la visita di Augusta. Il pullman si è fermato in centro e noi ci siamo recati al Rathausplatz (piazza del municipio), al centro della quale si trova una delle tre fontane della città, la Fontana di Augusto. Davanti a questa si ergono due edifici importanti: il municipio e il Perlachturm (Torre Perlach). Il primo fu edificato da Elias Holl tra il 1615 e il 1620, in stile rinascimentale con influenze manieriste. All’interno di esso abbiamo visitato la sala d’oro, particolare soffitto ricoperto da ornamenti d’oro (2,6 kg di lamine d’oro) e affreschi. La funzione dell’ambiente era quella di ospitare le sedute della pietra imperiale. La sala d’oro del municipio di Augsburg La torre di Perlach, invece, alta 70 metri, si trova di fianco al municipio; è la torre della chiesa di St. Peter am Perlach e venne modificata nel 1614 da Elias Holl, il quale vi aggiunse una cupola per adeguarla al suo edificio. Successivamente, in seguito alle nozioni storiche riguardanti le due strutture, proseguendo lungo la Maximilianstraβe abbiamo visto le altre due fontane presenti su questa strada: quella di Mercurio e quella di Ercole. L’ultima tappa importante della nostra escursione, invece, è stata la Fuggerei. Costruita nel 1516 per volere di Jakob Fugger, membro di una delle famiglie più benestanti ed influenti del periodo in Europa, che volle dare alloggio alle famiglie povere della città. Si tratta del più antico esempio di edilizia sociale. Fugger mise a disposizione 10000 fiorini del suo immenso patrimonio per finanziare la creazione di un quartiere costituito da 147 appartamenti e 67 case, accessibile da 7 porte e dotato di una chiesa propria: il complesso era infatti destinato a cittadini di religione cattolica ai quali venivano chiesti solamente l’affitto annuale di un fiorino (equivalente a 88 centesimi di Euro) e tre preghiere al giorno per la famiglia Fugger. La struttura è tutt’oggi abitata e il prezzo dell’affitto non è variato. Uno scorcio ddi una via della famosa Fuggerei Con la visita della Fuggerei si è conclusa la nostra giornata ad Augusta, abbiamo raggiunto il pullman che ci attendeva nello stesso punto in cui ci aveva lasciati e siamo partiti diretti verso Dinkelsbühl. Dragana Jelcic IL TEXTIL- UND INDUSTRIEMUSEUM DI AUGSBURG Il Textil- und Industriemuseum di Ausburg, collocato all’interno della storico edificio della Augsburer Kammgarnspinnerei che racconta la storia antica dell’industria tessile, è stato aperto nel Gennaio del 2010 negli spazi dell'ex mulino per la filatura, fondato nel 1836. In quegli anni la città tedesca è stata uno dei centri più importanti del settore tessile in Europa. Nel 1986 l’azienda contava ancora 680 impiegati, ma purtroppo, colpita anch’essa dalla crisi del tessile, ha interrotto la produzione nell’aprile del 2004. Nel museo viene mostrato il processo di produzione tessile, dalle fibre tessili grezze, la filatura, la tessitura e le fasi di rifinitura, fino all'abbigliamento su misura. Per la tessitura venivano impiegati antichi telai del mulino con i quali gli ex operai che producono una vasta gamma di tessuti, consentono ai visitatori di sperimentare suoni, luoghi e odori del mulino originale. Infatti noi alunni della 4D abbiamo avuto l'opportunità di vivere l'esperienza. Dopo aver sentito l'assordante rumore dei telai e ammirato le macchine all'opera, ci sono state spiegate le disumane condizioni di lavoro. Gli operai lavoravano addirittura 18 ore al giorno e non erano impiegati soltanto gli adulti, bensì anche molti bambini che grazie alle loro piccole mani agili costituivano un'ottimo ausilio per le macchine. Inoltre un secondo percorso all'interno di questo museo verte sulla collezione della New Augsburg Calico Factory (17801990) che contiene più di 1,3 milioni di modelli di tessuto stampato. Alla fine della visita al museo ci siamo diretti verso un edificio in cui ci hanno intrattenuto con un affascinante e coinvolgente spettacolo di forme geometriche e disegni psichedelici che si alternavano a ritmo della musica. E’ stato una rappresentazione artistica alternativa e mozzafiato!! Questo carro armato è vivacemente decorato appunto perchè rappresenta la pace e non più la guerra. Chrilis Mercedes Gomero VISITA A NÖRDLINGEN Venerdì mattina, noi alunni italiani abbiamo fatto una gita nella città di Nördlingen. Durante la visita guidata ,a cura del professor Müller, abbiamo visto il municipio 'casa di pietra' del XIII secolo, che fu utilizzato ininterrottamente a partire dall'anno 1382 come sede del Consiglio cittadino e per questo motivo è uno dei municipi più antichi dell'intera Germania e il Tanzhaus, casa per le fiere del ballo che veniva utilizzata durante la fiera di Pentecoste come sala di vendita dei commercianti di stoffe ma anche come sala per le feste. Successivamente abbiamo visitato la chiesa di San Giorgio in pieno centro storico, essa è una delle più belle e grandi chiese a sala del tardo gotico della Germania meridionale. Dalla sua alta torre, il 'Daniel', da cui risuona ogni sera il grido del guardiano notturno "So, G'sell, so!" ("Va tutto bene, compagni!"), abbiamo ammirato l'affascinante panorama della città e abbiamo avuto modo di notare visivamente che Nördlingen giace su un livello inferiore rispetto ai territori circostanti poichè essa si trova all'interno di un cratere ,il 'Rieskrater', originato circa 15 milioni di anni fa dalla caduta di un meteorite grande quasi un chilometro alla velocità di 70.000 chilometri orari. Panorama di Nördlingen dall’alto del 'Daniel' Inoltre, ci siamo recati al Rieskratersmuseum, il museo dedicato al meteorite del Ries, dove sono conservati numerosi fossili derivanti dal violento impatto, il quale spostò oltre 150 chilometri cubi di rocce devastando una zona di raggio di oltre 100 chilometri e profonda 1000 metri. Nel cratere si formò temporaneamente un lago di bassa profondità, molto popolato da piante ed animali soprattutto in riva, la cui massima estensione fu di 400 chilometri quadrati. Dopo circa 2 milioni di anni, l'argilla, la sabbia e i detriti riempirono il cratere facendo sparire il lago. Prima dell'era glaciale, i sedimenti del lago ancora molli furono parzialmente erosi e quindi si poterono nuovamente depositare alcuni sedimenti, tra cui loess e sabbie, attualmente importanti per lo sfruttamento economico. Nel 1971, prima di partire per la spedizione sulla Luna, gli astronauti della NASA andarono nel Ries per acquisire conoscenze necessarie a svolgere meglio i compiti di ricerca geologica sulla Luna, caratterizzata da avvallamenti di meteoriti. Già allora, ma ancor più oggi, il Ries è considerato uno dei più grandi crateri di meteorite meglio conservati e più esplorati al mondo. Francesco Nuhi NÖRDLINGEN, UNA CITTÀ SUL CRATERE Venerdì 25 Settembre 2015 abbiamo visitato il museo del cratere di Nördlingen, città di circa 19mila abitanti lungo la famosa “Strada Romantica” situata in Baviera. Nördlingen è importante perché è stata fondata sul cratere di un meteorite. Circa 15 milioni di anni fa, un asteroide, dirigendosi verso la terra a più di 70.000 chilometri orari, attraversò in due secondi l’atmosfera terrestre diventando un’accecante palla di fuoco ed esplose all’impatto con la superficie terrestre. Questo proiettile di roccia, di diametro superiore ad 1 km, possiede un’energia distruttiva pari a quella di 18mila tonnellate di esplosivo o di 250mila bombe atomiche (come quella di Hiroshima). Subito dopo l’impatto, la roccia vaporizzata venne gettata via violentemente in oggetto a forma conica ad una velocità superiore a 35mila chilometri all’ora, cioè mantenendo ancora circa la metà della velocità iniziale, questo proiettile cosmico penetrò la superficie delle montagne del Giura. Dopo solo tre centesimi di secondo e ad una profondità di circa 1 chilometro, la sua corsa si arrestò, quindi, esplose. In quattro decimi di secondo, il cratere raggiunse un diametro di 4 km e una profondità di 2 km. La massa d’aria della bassa atmosfera, spostata dal passaggio dell’asteroide, venne risucchiata verso il cratere; 20 secondi dopo l’impatto, il cratere smise di espandersi: si era formato un cratere provvisorio largo 15 km e profondo 4,5 km. Lungo il bordo, il materiale scavato raggiunse l’altezza di alcune centinaia di metri; contemporaneamente il fondo del cratere cominciò a risollevarsi rapidamente e violentemente. Alcuni frammenti di roccia più grandi furono stati lanciati ad oltre 100 km di distanza, frammenti più piccoli fino a 400 km. Infine, la nube infuocata al di sopra del centro del cratere iniziò a collassare. Enormi blocchi di roccia scivolarono e franarono dal bordo verso l’interno del cratere, facendone allargare il diametro fino a 25 km e riempiendone il fondo per uno spessore di 3 km. A 10 minuti dall’impatto, tutto finì. 6500 chilometri quadrati furono devastati, quasi tutta la flora e la fauna nel raggio di 100 km dal punto d’impatto fu cancellata. La superficie terrestre era coperta da una massa fumante di detriti rocciosi. Nel cratere si formò temporaneamente un lago di bassa profondità, popolato da piante e animali, chiamato Ries. Dopo circa 2 milioni di anni, l’argilla, la sabbia e i detriti riempirono il cratere interrando questo lago non profondo e facendo sparire anche la struttura dell’impatto. Impatto della caduta del meteorite Per molto tempo, persino gli esperti non sapevano la derivazione di questo affossamento pressochè circolare. La somiglianza della suevite con una forma vulcanica portò a pensare che il bacino del lago risalisse proprio ad un’attività vulcanica e questa teoria rimase valida fino al secolo scorso. Due professori americani, Shoemaker e il dottor Chao, nel 1960 fornirono tuttavia la prova che la forma del Ries era dovuta all’impatto di un meteorite. Estrassero, quindi, la prova decisiva dalla cava di pietra di Otting il 27 Luglio 1960 e nella suavite furono trovati minerali che si formano solo a pressioni e temperature estremamente elevate. Oggi è unanimemente accettato che il Ries deve la sua origine ad un corpo “extraterrestre”. Nel 1971, gli astronauti dell’Apollo 14 e Apollo 17 vennero nel Ries per un allenamento, dove acquisirono le conoscenze sui crateri necessarie per poter svolgere meglio i relativi compiti di ricerca geologica sulla Luna. Nel museo del cratere Ries della città abbiamo potuto ammirare, infatti, un campione di roccia lunare donato dagli astronauti dell'Apollo 16, come ringraziamento per l'ospitalità. Campione di roccia lunare donato dagli astronauti di Apollo 16 al museo Già allora il Ries veniva considerato uno dei più grandi crateri di meteorite meglio conservati e più esplorati al mondo. Per rendere giustizia alla rilevante importanza del “fenomeno del Ries”, la città di Nördlingen ha creato il Rieskratermuseum da noi visitato. Questo museo viene amministrato dalla direzione generale delle collezioni naturalistiche statali della Baviera/Monaco. Milena Odinelli IL PRIMO WEEDEND IN FAMIGLIA Il primo weekend in famiglia è stato domenica 20, il giorno seguente il nostro arrivo. Nonostante fossimo tutti ancora molto stanchi dalla sera precedente, questo non ci ha impedito di trascorrere una splendida giornata insieme ai nostri compagni tedeschi. La mattinata è iniziata con una piacevole colazione in famiglia con tutte le bontà tipiche, cibi di tutti i tipi: dolci e salati. Successivamente ciascuno di noi, assieme al proprio partner si è recato verso una meta differente. Chi è andato in un parco divertimenti, chi a visitare una città e chi, invece, è restato a casa per trascorrere davvero quello che è un weekend in famiglia. Io, come anche molti altri, siamo andati in un luna park che distava circa 2 ore e mezza da Dinkelsbühl. Abbiamo trascorso là gran parte della giornata e posso sicuramente dire a nome di tutti che ci siamo divertiti moltissimo. Altri, invece, sono andati a Stuttgart, una città molto grande di circa 600'000 abitanti. Hanno visitato la città compresi alcuni monumenti e palazzi di notevole importanza tra cui il castello Solitude. Oltre a questo, si sono presi anche un po' di tempo per lo shopping e girando tra le vie e stradine hanno avuto l'occasione di vedere negozietti e ristoranti tipici della zona. Altri sono rimasti a casa ed hanno avuto la possibilità di vivere realmente un weekend in famiglia: parlando, pranzando insieme e conoscendosi meglio. Si può dire quindi, in conclusione, che indifferentemente da come uno abbia passato la domenica, ci siamo divertiti parecchio! Sveva Roman VISITA ALL' "HAUS DER GESCHICHTE" Durante la nostra permanenza di dieci giorni in Germania abbiamo avuto l'occasione di visitare il museo storico della città di Dinkelsbühl, il cui nome è: Haus der Geschichte. Questo, è situato all'interno del Vecchio Palazzo comunale e possiede oltre 600 pezzi in esposizione. La particolarità di questo museo sta nella disposizione delle sale, queste ultime infatti sono organizzate in modo tale da far ripercorrere ai visitatori lo sviluppo della città di Dinkelsbühl . Circa a metà mattinata del 28 settembre 2015, nonché penultimo giorno dello scambio culturale, dopo le lezioni, io e la mia classe ci siamo recati al museo. All'inizio della visita, ci sono state mostrate delle cartine geografiche, grazie alle quali abbiamo potuto conoscere la situazione di sviluppo della cittadina, la quale era piuttosto sottosviluppata data la divisione della Germania in molteplici principati . Pur essendo poco sviluppata, Dinkelsbühl risultava essere una città con poche problematiche, ciò non dipendeva solo dalla sua posizione geografica, ma anche dal fatto che questa era una città libera imperiale, ciò significa che questa si autoamministrava. Successivamente, passando sotto una “porta della città” sorvegliata da due guardie, abbiamo proseguito la visita nella seconda sala. All'interno di questa, ci sono stati mostrati i modi in cui le persone, che commettevano qualcosa di particolare o semplicemente litigavano per le vie del paese, venivano punite. Tra tutti, quello che mi ha colpito di più è stato quello della “gogna” : due persone che discutevano animatamente, potevano essere messe alla gogna per un determinato periodo di tempo stabilito dal giudice. Venivano messe alla gogna, anche le donne infedeli, alle quali veniva posta sopra il capo una strana corona. La corona che veniva posta sul capo delle donne infedeli. Abbiamo continuato la nostra visita al piano superiore, la cui prima sala si occupava della “Repubblica cittadina di Dinkelsbühl”. Ci è stato appunto spiegato, che nel 1387, ci fu la rivolta degli artigiani, i quali pretendevano di partecipare al governamento della città e per questo rinchiusero i nobili all'interno del Vecchio Palazzo comunale. In seguito, nobili e artigiani raggiungeranno un rapporto di parità e proprio grazie al lavoro degli artigiani, che si uniranno formando le “corporazioni”, la città diventerà sempre più ricca. Successivamente è stato mostrato noi, un forziere con decorazioni rinascimentali, appartenente alla Il forziere appartenente alla corporazione dei carpentieri. corporazione dei carpentieri, nel quale venivano riposti i contratti stipulati in città . Passando poi nella sala seguente, nella quale erano presenti le figure a grandezza naturale dell'imperatore svedese Gustavo II Adolfo (sostenitore dei protestanti) e del suo avversario Ferdinando III (sostenitore dei cattolici). La guida ha iniziato a parlarci dei conflitti tra protestanti e cattolici; a Dinkelsbühl, a differenza di altre parti della Germania, una persona era libera di scegliere se praticare la religione protestante o quella cattolica. Nonostante ciò, all'interno della cittadina si manifestavano comunque dei conflitti. E' proprio questo che segna l'inizio del declino della città. La “passeggiata” attraverso la storia della città si conclude con la perdita di Dinkelsbühl e delle altre città imperiali nelle guerre napoleoniche.In seguito a ciò Dinkelsbühl diventerà parte del regno di Baviera. Terminata la visita al museo, ci siamo recati nella Pinacoteca di Dinkelsbühl, nella quale abbiamo visto quadri di un pittore originario della città: Carl Herpfer. Sara Rumolo IL RAPPORTO CON I PARTNER E LE FAMIGLIE Un aspetto fondamentale dello scambio è il soggiorno nelle famiglie, questo infatti influenza molto il modo in cui si vive l’esperienza. Per quasi tutti noi l’accoglienza dei nostri compagni tedeschi e delle loro famiglie è stata molto calorosa e ci ha permesso di trascorrere al meglio il nostro soggiorno in Germania. Personalmente ho trovato la famiglia del mio partner Max, che è stata per dieci giorni anche la mia, molto disponibile e anche divertente. Appena io e la compagna con cui ero siamo arrivate eravamo molto agitate, ma loro ci hanno fatto sentire fin dal primo momento a nostro agio, coinvolgendoci nelle conversazioni e spiegandoci pazientemente tutto quello che non capivamo. Qualcuno ha avuto qualche piccola divergenza con la famiglia, ma ciò non gli ha impedito di passare una fantastica esperienza. Tutti i nostri partner hanno organizzato per noi nel tempo libero delle uscite ed escursioni divertenti. Alcuni sono andati a Monaco, a Norimberga, ad Ansbach, a Stoccarda, a Ludwigsburg e qualcuno anche in un piccolo parco divertimenti. Le serate erano sempre allegre e ci si trovava tutti insieme a festeggiare e a ridere o a consolare chi aveva avuto una brutta giornata. Molti di noi sono andati ad una fiera di paese con canzoni tradizionali e dove molte ragazze e ragazzi indossavano i tipici abiti bavaresi, mentre alti hanno addirittura organizzato un piccolo “Oktoberfest” a casa propria con cibo e bevande tradizionali. I genitori si sono sempre occupati di portarci dove volessimo andare, anche se in alcuni casi (come è successo a me) erano i nostri partner a guidare l’auto, perché loro possono guidare fin dai 17 anni a condizione che ci sia un adulto patentato da almeno 10 anni a controllarlo. Si è stabilito un legame così forte tra noi, i nostri compagni e le loro famiglie che il momento dei saluti per tutti è stato piuttosto duro. Nonostante la tristezza, durante il momento prima della nostra partenza si respirava un’atmosfera di affetto e amicizia tra baci, abbracci e molte lacrime, ma sicuramente questo scambio e le persone fantastiche che abbiamo incontrato non ce le dimenticheremo! Matilde Sabot LE SERATE E IL TEMPO LIBERO Il tempo libero era organizzato abbastanza liberamente a seconda del partner di ciascuno di noi. Quasi tutte le serate erano occupate da uscite o ritrovi a casa di qualcuno dei ragazzi, a cui prendevamo parte tutti (italiani e partner tedeschi), o solo alcuni, a seconda degli impegni dei rispettivi compagni o delle diverse compagnie di amici. spesso siamo andati ad alcune sagre tradizionali, simili a dei piccoli Oktoberfest, situate nei paesi vicini. Sono state molto divertenti, ma soprattutto è stato interessante avere a che fare con un tipo di festa folkloristica molto diverso da quello italiano: balli sulle panche, tipici abiti bavaresi (Dirndl) e canzoni tedesche. La sera, dopo le giornate pesanti, veniva trascorsa molto tranquillamente, a casa della famiglia o di qualcuno dei partner che abitavano nei dintorni. Nei pomeriggi in cui non avevamo gite e i partner finivano presto la scuola, o nelle giornate libere, alcuni di noi hanno visitato città, parchi di vario tipo o la stessa cittadina di Dinkelsbühl. Due giorni prima della partenza, a casa di uno dei ragazzi è stata organizzata una festa semplice, ma divertente, a base di pizza e musica. Abbiamo ballato insieme e chiacchierato davanti ad un piccolo falò in giardino. Purtroppo però, il gruppo dei ragazzi tedeschi era abbastanza frammentato a sua volta in gruppetti di amici, quindi sono state poche le uscite in cui tutti eravamo presenti. L'ultima sera abbiamo cenato tutti insieme in un ristorante vicino a Dinkesbühl, in cui abbiamo potuto gustare piatti tipici, scherzare e divertirci, ma la serata purtroppo è finita molto presto. Penso che per quanto riguarda le uscite extrascolastiche, i nostri partner avrebbero potuto organizzarsi meglio e alcune volte mostrare più entusiasmo; tuttavia abbiamo avuto modo di divertirci nonostante l'organizzazione un po' improvvisata. Alessia Secchi IL TEMPO LIBERO DURANTE LE USCITE Durante ogni uscita,tranne quella a Nördlingen, dopo aver visto i monumenti e musei principali delle città avevamo un po' di tempo libero. Di solito eravamo tutti divisi in gruppi di 5 o 6 persone,non sempre misti,a volte c'erano anche alcuni gruppi di solo italiani o solo tedeschi. Sfortunatamente,durante il tempo libero a Bamberg ha piovuto quindi non avevamo tanta voglia di stare fuori,anche perché faceva abbastanza freddo e quindi entravamo nei negozi per esempio alla ricerca di sciarpe per non ammalarci durante lo scambio. Dopo cercavamo un posto da mangiare; dato che il viaggio di ritorno di solito era un po’ lungo era meglio mangiare prima! Tutti i monumenti e i posti più belli di Bamberg li abbiamo visti con il professor Müller, che ci ha raccontato la storia della città prima che iniziasse a piovere. Ad Augsburg siamo andati tutti a comprare dei vestiti e souvenir e poi a vedere un po’ la città e a fare foto perchè il tempo era bello. Dopo di che siamo tornati al punto di ritrovo e in circa un’ora eravamo di nuovo davanti alla scuola. Jessica Simanel GLI ADDII E finalmente dopo 10 eccezionali giorni, in cui abbiamo visitato posti meravigliosi e ricchi di un’incredibile storia, è arrivato anche il momento della partenza, che all’inizio del nostro viaggio sembrava troppo lontano per pensarci. Quella mattina, come in tutte le altre, ci siamo recati a scuola ma non più per assistere alle lezioni o per andare a visitare una nuova città bensì per rispondere a un questionario riassuntivo riguardante lo scambio e per guardare tutte le foto che abbiamo fatto durante questa bellissima esperienza. In fine dopo la nostra ultima ora passata nel ginnasio della 'Wörnitzstadt' siamo andati a prendere le nostre valigie e piano piano, accompagnati dai nostri partner tedeschi, ci siamo recati nel parcheggio dove ci aspettava l’autobus che ci avrebbe portati alla stazione di Monaco. Nel momento della partenza c’era chi, in lacrime, si prometteva di rivedersi nelle prossime vacanze estive e chi invece ringraziava per i giorni trascorsi insieme. Saliti sul pullman, lentamente, la tristezza svanì lasciando al posto delle lacrime piccoli sorrisi che diventavano sempre più grandi ogni volta che ci ricordavamo dei bellissimi momenti trascorsi in compagnia. Dopo sei lunghe ore di viaggio in treno finalmente eravamo giunti alla stazione di Verona dove i nostri genitori, impazienti, ci aspettavano pronti a chiederci di raccontare com’era andata questa incredibile esperienza della quale eravamo stati protagonisti. Tiru Loredana IMPRESSIONI GENERALI SULL’ESPERIENZA Ed eccoci purtroppo arrivati alla fine di questa fantastica esperienza. I 10 giorni passati a Dinkelsbühl sono volati e ora che questo viaggio si è concluso possiamo “trarne le somme”. Innanzitutto, lo scambio e specialmente il nostro soggiorno in Germania ci è stato di grande aiuto per imparare cose nuove e migliorare il nostro tedesco. Inoltre penso che lo scambio possa ritenersi un’ottima esperienza dal punto di vista delle relazioni personali e sociali. Non è stato facile convivere per un periodo così lungo con una famiglia completamente diversa, con abitudini e comportamenti talvolta molto lontani dalle nostre. Bisogna dotarsi di grande spirito di adattamento, tanta voglia di imparare ma soprattutto abbandonare la timidezza: non importa se parlando si commette qualche errore, perché di sicuro questo è un ottimo metodo per migliorarsi sia a livello della lingua che del carattere. Certo, ci sono stati anche dei piccoli problemi durante la nostra avventura, per esempio qualche incomprensione tra noi e i nostri partner, ma tutto si è risolto per il meglio e soprattutto, che avventura sarebbe senza qualche problema da affrontare? In generale le famiglie sono state molto accoglienti e disponibili nei nostri confronti, e tutti si sono trovati bene. Con i partner la situazione variava un po’ da persona a persona, perché alcuni hanno legato molto e si sono trovati benissimo, mentre altri hanno fatto più fatica ma tutto sommato tutti siamo stati molto felici. Sono nate anche amicizie molto speciali tra noi che di sicuro cercheremo di mantenere nel tempo. Il viaggio a Dinkelsbühl è stata un’esperienza fantastica, che consiglierei vivamente sia dal punto di vista linguistico che relazionale, e che di sicuro noi non dimenticheremo mai! Alice Tomelleri L’articolo della Fränkische Landeszeitung (quotidiano di Dinkelsbühl) del 24 Settembre 2014 relativo allo scambio con il Liceo Medi IMPRESSIONI DI UN PAESE IN MOVIMENTO Studenti italiani in scambio attualmente ospiti a Dinkelsbühl, accolti ieri in comune. DINKELSBÜHL - Attualmente sono ospiti a Dinkelsbühl 21 ragazzi provenienti da Villafranca di Verona, una cittadina del nord Italia di 30mila abitanti. Il liceo “Enrico Medi”, da loro frequentato, si dedica da molti anni allo scambio con il liceo della città sul fiume Wörnitz. Il gruppo, che si tratterrà fino al prossimo martedì, è stato ricevuto in municipio dal sindaco Dott. Christoph Hammer. Nel programma del gruppo di studenti italiani, del quale fanno parte solo due ragazzi, vi sono, oltre alle ore di lezione in classe, numerose attività turistiche e culturali così come visite riguardanti il tema della moda. Come tradizione, lo scambio tra Villafranca e Dinkelsbühl ha sempre un tema. La professoressa Cristina Ballerini, affiancata dai colleghi Giuseppe Venturini e Dietlind Müller, da molti anni anima dello scambio dalla parte tedesca, hanno organizzato per i ragazzi, tra le altre attività, anche una visita al museo Levi Strauss a Buttenheim e al museo tessile bavarese di Augusta. A Dinkelsbühl, poi, il gruppo ha potuto ammirare numerosi capi di vestiario storico, in particolare durante la visita al museo della Kinderzeche. Nella sala conferenze del municipio, il sindaco di Dinkelsbühl ha illustrato agli studenti italiani le particolarità della cittadina. Ha spiegato che il centro storico dà una sensazione di protezione e un sentimento di un paese più sano. Il fatto è però che anche qui bisogna sempre di più confrontarsi con le conseguenze dell’emergenza profughi. Ha augurato ai giovani italiani un interessante soggiorno e un ricordo duraturo di una Germania che sta cambiando. (FLZ Fränkische Landeszeitung - Giovedì, 24 Settembre 2015) (traduzione collettiva a cura degli alunni) HANNO PARTECIPATO AL VIAGGIO E ALLA REALIZZAZIONE DEL PRESENTE FASCICOLO: Aidoo Shekinah Baldoria Giada Barak Adrialina Bertasi Federica Bertolini Leonardo Biasi Silvia Cordioli Giorgia Dalfini Chiara Derossi Sara Jalil Kulsum Jelcic Dragana Mercedes G. Chrilis Nuhi Francesco Odinelli Milena Roman Sveva Rumolo Sara Sabot Matilde Secchi Alessia Simanel Jessica Tiru Loredana Tomelleri Alice Villafranca, 3 novembre 2015