19 luglio 2001 delle ore 19:10
marketing museale
Conservazione e innovazione nei musei italiani,
management e processi di cambiamento
(Etas 2000)
Il volume, a cura di Luca Zan, raccolti gli interventi di studiosi di management e marketing sulla
conservazione e l’innovazione nei musei italiani...
Luca Zan, professore di Economia aziendale
presso l’Università di Bologna, concentra la
propria attenzione sul “discorso del maneggio”,
cioè sul management dei beni culturali per
dimostrare che, rinnovando le regole
dell’organizzazione, si potrebbe ottenere una
gestione non solo più efficiente (meno costosa)
ma anche più efficace dei Musei.
La “ricetta Zan” per una corretta gestione
museale si fonda sul concetto di “accountability”
inteso come rendicontazione dei costi, delle
risorse, della responsabilizzazione del personale,
della ridefinizione dei compiti, della razionalizzazione
dei ruoli e delle competenze.
L’autore sottolinea più volte che non esistono
soluzioni valide per tutte le realtà, e che pertanto
la gestione di un museo civico differisce dalla
gestione di una grande realtà. E’ dunque
necessario analizzare caso per caso e adottare
un “approccio empirico”.
E’ proprio su questo punto che il testo di Zan
differisce dagli altri interventi del settore. In
questo contesto sono presentati quelli che lo
studioso definisce “casi clinici”, esempi di
ricerca applicata a contesti specifici, reali.
Interessanti, sono le analisi della Società Arti
Doria Pamphilj, dell’Archeologico di Bologna,
della gestione dell’ufficio servizi aggiuntivi
della Soprintendenza Archeologica di Roma.
La vera portata innovativa delle riflessioni di
Luca Zan si coglie nell’analisi della
Soprintendenza autonoma di Pompei, nata nel
1997, e da lui definita “autonomia monca”
perché la gestione del personale è accentrata a
livello ministeriale. Persiste, quindi, lo
squilibrio tra personale amministrativo, in
particolare il personale di custodia, e quello
specializzato: solo 12 archeologi per la gestione
di un patrimonio che oltre Pompei, comprende
Ercolano, Boscoreale, Oplonti e Stabia. Risulta
urgente, secondo Zan, una revisione profonda
delle risorse umane, in termini quantitativi che
qualitativi, e di quelle economiche , in termini
di programmazione di spesa.
Diverso l’approccio di Marzocchi relativo al
marketing applicato alla fruizione dei beni
culturali. Sicuramente innovativo ma forse
anche provocatorio, questo contributo parte dal
presupposto di considerare il bene culturale una
forma di intrattenimento, in competizione con
altre forme di divertimento come il teatro, il
cinema o la televisione.
Lo studioso sottolinea che i musei italiani non
sembrano orientati all’aumento dell’affluenza
dei visitatori e di conseguenza all’aumento del
loro fatturato. E’ pertanto necessario che il
museo, alla stregua di un’azienda, investa nella
comunicazione, per rinnovare la sua immagine
da luogo noioso e polveroso a realtà viva, a
luogo di apprendimento emotivo.
Come? Non rivolgendosi soltanto ai visitatori
abituali (di istruzione medio-alta e benestanti)
ma, cercando di conquistare anche il pubblico
occasionale, rendendo i percorsi più comprensibili,
e soprattutto, introducendo occasioni di
interazione attraverso audioguide, percorsi
appetibili e supporti multimediali. Solo così il
visitatore avrà una percezione positiva della
visita e la avvertirà come esperienza gradevole
e quindi da rivivere, ritornandoci.
E’ indispensabile però tenere conto che il museo
non svolge solo attività di intrattenimento ma
nasce con finalità scientifiche e didattiche,
quindi non può permettersi di venire meno alle
sue finalità istituzionali.
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Ad Arezzo la Fiera per i Musei
Vissia Viscione
Luca Zan (a cura di ), Conservazione e
innovazione nei musei italiani, management e
processi di cambiamento, Etas Editore 1999.
Interventi di: L. Zan, M. Floridi, C. Boari, C.
Chirieleison, R. Friggeri,. A. Narduzzo, A.
Baroncelli, V. Galloni, A. Moretti, A. Manaresi,
B. Manaresi, B. Lorenzoni, G. Marzocchi, G.
Lorenzoni.
L.59.000, pagine 474.
indice dei nomi: Doria Pamphilj
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