FOCUS ORIZZONTI Mystic Mountain La più bella immagine di HUBBLE, il telescopio orbitante, a 20 anni dal lancio nello spazio Il 24 aprile Hubble Space Telescope (HST), il più famoso telescopio di tutti i tempi, orbitante direttamente nello spazio, ha compiuto vent’anni (1990-2010). Il telescopio, dotato di tecnologia avanzatissima, ha permesso di ampliare enormemente la nostra conoscenza delle galassie più lontane e di osservare con una definizione di dettagli prima impossibile numerosi corpi celesti. Per festeggiare la lunga carriera di HST, l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha selezionato nell’ambito di un’iniziativa mondiale 100 strutture (centri di ricerca e planetari) in tutta Europa, per l’esposizione in anteprima assoluta di un’immagine scattata da Hubble e mai mostrata finora: una nebulosa dalle forme meravigliose che si espandono nell’Universo. La nebulosa, chiamata dagli scienziati “Mystic Mountain”, Montagna Mistica, è stata ripresa con la nuova Wide Field Camera 3 (WFC3) installata sul telescopio nel corso dell’ultima missione dello Shuttle Atlantis nel maggio 2009. La Fondazione Clément Fillietroz‐ONLUS che gestisce l’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta (OAVdA) e il Planetario di Lignan, è stata scelta dall’ESA per ospitare l’evento. In una visita di 90 minuti (il tempo che Hubble impiega per compiere un’orbita attorno alla Terra) sono state ripercorse le fasi salienti delle scoperte realizzate grazie al telescopio. La tecnologia 3D del planetario di Lignan ha accompagnato il pubblico in un viaggio spettacolare, realizzato dallo staff del planetario appositamente per l’occasione, nelle profondità del cosmo. Sono state illustrate alcune delle principali costellazioni visibili nel cielo a seconda delle stagioni, e mostrate le immagini riprese da Hubble dell’Universo profondo: riverberi di galassie lontane anche 13 miliardi di anni luce. Si tratta delle immagini più remote che occhio umano abbia mai osservato. Oltre a queste, il telescopio ha fotografato pianeti, stelle e galassie con una nitidezza e precisione di dettagli impossibile fino al momento del suo lancio nello spazio. Nella seconda parte della visita, Andrea Bernagozzi, Coordinatore Didattica e Divulgazione Fondazione Clément Fillietroz‐ONLUS, ha spiegato che “in questi vent’anni la nostra conoscenza dell’Universo si è arricchita in modo esponenziale, tanto che possiamo parlare di un’éra dell’astronomia prima del telescopio spaziale Hubble, e di un’éra dopo di esso”. La ricerca scientifica svolta all’Osservatorio della Regione Autonoma Valle d’Aosta, svolta in collaborazione con l’INAF (Istituto Nazionale di Astro-Fisica) e l’Osservatorio Astronomico di Torino, comprende quattro progetti: il progetto corona solare studia l’atmosfera del Sole, che influisce anche sul nostro pianeta; il progetto asteroidi studia l’origine dei pianeti; il progetto nuclei galattici attivi si concentra sulle galassie distanti da noi miliardi di anni luce; infine il progetto pianeti extrasolari studia i pianeti che fanno appunto parte di altri sistemi solari. “I progetti relativi ai nuclei galattici attivi e ai pianeti extrasolari costituiscono l’avanguardia della ricerca astronomica contemporanea – ha proseguito Bernagozzi . Il telescopio spaziale Hubble ha ottenuto risultati di portata storica, perché si trova fuori dagli strati più densi dell’atmosfera terrestre. Questa è la caratteristiche fondamentale che lo rende straordinario. L’atmosfera costituisce infatti una lente deformante molto potente e impedisce osservazioni ottimali del cosmo”. Il telescopio ha richiesto ingenti sforzi organizzativi ed economici per essere realizzato e lanciato in orbita. Perciò è destinato a svolgere attività di altissimo livello. “Ma uno dei risultati più interessanti – ha concluso Bernagozzi – è stato capire quanto importante sia la collaborazione tra strumenti così all’avanguardia e i telescopi installati invece negli osservatori astronomici quaggiù sulla Terra. Strumenti “normali” possono osservare l’evoluzione generale di numerosi corpi celesti, cosa che Hubble non può permettersi di fare perché viene impiegato per studi specifici. Ma con i telescopi a Terra possiamo a nostra volta segnalare eventi che valga la pena di osservare con il telescopio spaziale. In questo modo gli strumenti, quelli più avanzati e quelli meno, non si escludono a vicenda. Al contrario, grazie alle specifiche caratteristiche e agli usi ai quali vengono destinati, si sostengono reciprocamente e insieme spostano in là gli orizzonti della ricerca. La diversità di caratteristiche, anche in questo campo, è fondamentale ed è strettamente collegata a un principio base della modernità: la logica di rete”. Per informazioni sull’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta: www.oavda.it Identikit del telescopio spaziale Hubble E’ Edwin Hubble (1889-1953) lo scienziato che ha dato il nome al telescopio spaziale. Astronomo statunitense, dimostrò l’espansione dell’Universo. Elaborò quella che da lui prese il nome, la costante H: una grandezza che definisce il rapporto tra la distanza di una galassia e la velocità del suo allontanamento da noi. Il telescopio spaziale Hubble è nato dalla collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e la NASA. Lanciato in orbita il 24 aprile 1990, ha osservato oltre 30.000 oggetti celesti e scattato più di 500.000 fotografie. Ha fornito agli scienziati le immagini dell’Universo più lontano nella banda dello spettro visibile. E’ in grado di vedere oggetti celesti risalenti a 500 milioni di anni dopo il Big-Bang (che gli scienziati stimano sia avvenuto oltre 13 miliardi di anni fa). Tra le scoperte e gli studi più importanti che si devono anche alla sua attività vi sono quelli relativi alla materia oscura e la scoperta di pianeti, stelle e galassie enormemente distanti. E’ previsto che il successore di Hubble sarà il Webb Space Telescope, il cui lancio dovrebbe avvenire nel 2014. Per maggiori informazioni: http://hubblesite.org/ A cura di Michele Mornese A cura di Michele Mornese