n° 32
febbraio - marzo 2017
News
IRD International Record Distribution • www.ird.it • facebook: www.ird.it/mipiace.htm
R I E P I L O G O
N U O V E
U S C I T E
Jeremy Pelt
JAZZ VOCAL
BLUES ROCK
JAZZ
Make Noise!
Un bandleader può imporsi grazie all’ego o grazie alla personalità. Jeremy Pelt è sulla cresta dell’onda da
più di vent’anni ed è chiaro che all’origine della sua autorevolezza c’è il talento come trombettista e
compositore. “Make Noise!” nasce quindi proprio a partire da queste sue qualità e dalla band, per cui Pelt
ha scelto con grande cura quattro musicisti che potessero contribuire con la loro fertilità creativa a definire
un’identità artistica ben precisa: il pianista Victor Gould, il bassista Vicente Archer, il batterista Jonathan
Barber e la percussionista Jacquelene Acevedo. E quando Pelt ha puntato i riflettori sui suoi musicisti, di
riflesso hanno trovato risalto le sue doti di leader sensibile e intuitivo. Oltre che come bandleader, Pelt si è
affermato come musicista, collaborando con leggende del jazz come Johnny Griffin, Cedar Walton, Wayne
Shorter, James Moody e Louis Hayes. “Make Noise!” raccoglie tutta la conoscenza che ha accumulato nella
sua ancora vivace carriera, mescolandovi però anche linee armoniche e ritmiche dinamiche e
contemporanee.
Delbert McClinton
& Self-Made Men
Prick of the Litter
Il vincitore di tre Grammy, Delbert McClinton e i Self-Made Men pubblicano “Prick Of The Litter”, dodici brani
nuovi caratterizzati dall’intenso mix di blues, jazz, country e rock che è ormai il marchio di fabbrica di
McClinton. Le sue canzoni e le sue toccanti performance gli hanno consentito di creare un legame tanto con
il pubblico quanto con gli addetti ai lavori, anche in virtù di decenni di esperienza come autore per artisti
country e blues di successo e delle collaborazioni con Bonnie Raitt e Tanya Tucker, solo per citare due nomi.
“Prick Of The Litter” rispecchia il lato più jazz di McClinton ed esplora il tema dell’amore alternando humour
e profondità. A fare da sfondo alla voce matura del vocalist, addolcitasi nel tempo, lo stile dei Self-Made Men,
che ricorda il groove di Johnny Mercer, Nat King Cole e altri crooner.
Duke Ellington
& Alice Babs
ATTESE
R ISTA MPE!
Serenade to Sweden
a
La Ristamp
dell’anno
Probabilmente il più raro album dell’immensa discografia del “Duca” datato 1963 in compagnia della
cantante svedese Alice Babs. Un album affascinante per tutti gli amanti del jazz ed essenziale per
tutti i fans di Ellington. L’album vanta la re masterizzazione di Aaron Kannowski.
Guy Davis & Fabrizio Poggi
BLUES
Sonny & Brownie’s Last Train
1
Esce il 24 marzo per M.C. Records “Sonny & Brownie’s Last Train”, frutto della collaborazione tra
l’ambasciatore del blues Guy Davis e il grande armonicista Fabrizio Poggi. Un’intensa session di
blues acustico, registrata dal vivo in uno studio milanese per meglio catturare l’essenza dell’affinità
musicale che lega i due bluesman, cresciuta e maturata nel corso di anni di esibizioni e registrazioni
insieme. Ad ispirare il disco il duo afroamericano di Brownie McGhee e Sonny Terry, due giganti il cui
lavoro agli occhi di Davis e Poggi non può essere superato, e men che meno perfezionato. “Sonny &
Brownie’s Last Train”, prodotto da Poggi stesso, non è quindi inteso come un tentativo di
competizione, ma come un omaggio, una sorta di lettera d’amore di un chitarrista e un armonicista
che stanno segnando i nostri tempi ai loro modelli del passato.
R I E P I L O G O
N U O V E
U S C I T E
Dado Moroni
& Luigi Tessarollo
JAZZ
Talking Strings
Dado Moroni e Luigi Tessarollo, ci accompagnano in un viaggio virtuale nel magico repertorio
dell’American Songbook interpretando le composizioni più belle e indimenticabili di personaggi come
George Gershwin, Duke Ellington, Cole Porter, Richard Rodgers, Jerome Kern, Irving Berlin etc. filtrate
attraverso le proprie personali esperienze per un mix fresco, attuale e soprattutto imprevedibile come
nella migliore tradizione dell'improvvisazione jazzistica. Dado Moroni e Luigi Tessarollo sono
accomunati dall’interesse e dalla predilezione per l’arte del duo e lo hanno ampiamente dimostrato nei
propri percorsi artistici, in precedenti progetti discografici e con un’intensa attività live.
Livingston Taylor
BLUES ROCK
ROCK
Safe Home
“Safe Home” segna il cinquantesimo anno di attività dell’acclamato cantautore Livingston Taylor.
Accompagnato da una band di prim’ordine con Shelly Berg al piano, David Finck al basso, Bashiri
Johnson alle percussioni e Chelsea Barry alla voce, Taylor presenta un mix gioioso di brani scritti da
lui e di classici della musica. Nella sua lunga carriera Taylor ha sempre mantenuto un contatto
strettissimo con i musicisti della nuova generazione, a cui insegna al conservatorio di Berklee, e con
il pubblico, con frequenti performance dal vivo dell’originalissimo sound pop dei suoi tredici album.
E anche con “Safe Home” gli ascoltatori avranno l’impressione di trovarsi di fronte alla band: l’album
fa infatti parte dell’ormai nota serie “Chesky Binaural +”, le cui tecniche registrazione catturano il
realismo dell’esecuzione, soddisfacendo anche gli audiofili più esigenti.
Coco Montoya
Hard Truth
Atteso ritorno su casa Alligator di Coco Montoya, uno dei più noti e apprezzati artisti blues rock.
Forte del suono tagliente e aggressivo della sua chitarra, di una voce soul sublime e di una fittissima
agenda di concerti, Montoya continua a rappresentare un punto di riferimento qualitativo nel suo
genere in tutto il mondo. Montoya è uno dei chitarristi blues rock più passati in radio e dal vivo, il suo
punto di forza è l’elettrizzante mix di travolgente intensità alla chitarra e passionalità della voce.
“Hard Truth” riconferma la presenza di Montoya nell’Olimpo del blues rock contemporaneo:
dall’estatico shuffle del fresco innamoramento di “I Want To Shout About It” al fuoco di “Hard As
Hell”, fino al collaudato funk di “The Moon Is Full”, la sua maestria nel produrre una musica che
colpisce e lascia il segno torna a risplendere in tutto il suo fulgore.
Aaron Watson
COUNTRY
Vaquero
Il rivoluzionario artista country Aaron Watson continua il suo percorso indipendente con il nuovo
album “Vaquero”. Watson è passato alla storia nel 2015, quando il suo decimo album di studio “The
Underdog” ha esordito piazzandosi al numero 1 della classifica di Billboard degli album country: era
la prima volta che un artista country indipendente raggiungeva questo traguardo. Ora “Vaquero”
propone sedici brani in cui Watson ripercorre a ritroso la via per ritrovare le sue radici texane,
focalizzandosi su quello che lo ha influenzato e omaggiando i fan e la famiglia, che hanno posto le
fondamenta per il suo successo. Fedele al suo titolo, l’album racconta le storie di persone ruvide,
umili e dedite a un lavoro duro, un po’ come Watson stesso. “Vaquero” è co-prodotto da Watson e
dal pluripremiato produttore Marshall Altman.
2
N U O V E
ROCK
Texican Badman
ATTESE
R ISTA MPE!
ALOOS
PP
A
Peter Rowan
U S C I T E
A
R I E P I L O G O
Ristampa dell’album del 1980 dove Franco Ratti era in veste di produttore esecutivo. Quest’album, di
country-rock e bluegrass, vedeva Peter Rowan accompagnato da una nutrita serie di musicisti a noi molto
noti tra cui Jerry Garcia, David Grisman, Flaco Jimenez, Jimmy Fuller, Hugo Gonzalez, Bill Kreutzman, Chris
Rowan e Lorin Rowan. 10 brani di cui 4 sono stati registrati in studio nel 1974 e gli altri 6 sono registrazioni
dal dal vivo all’Armadillo World Headquarters di Austin nel 1979. Da anni fuori catalogo
Reed Turchi
BLUES
Tallahatchie
Reed Turchi è cresciuto nella Carolina del Nord suonando il piano, per poi innamorarsi della slide guitar e approdare
all’Hill Country Blues di RL Burnside, Junior Kimbrough e Mississippi Fred McDowell. Il trio blues rock dei Turchi ha
esordito nel 2012 con “Road Ends in Water”, con Luther Dickinson ospite d’eccezione in tre brani. Tre album (di cui
uno live) più tardi, Turchi è approdato a Memphis e ne ha assorbito come una spugna il groove soul e blues,
imboccando la via di una carriera solista e del sound dalle influenze sahariane di “Speaking in Shadows”, del 2016.
Ora “Tallahatchie” lo ritrova impegnato in un blues malinconico ma catartico, in cui una resistenza conquistata con
il sudore allontana la disperazione, senza però cancellarne l’ombra. Il disco affonda le radici nella tradizione blues
più autentica, riemergendone con una varietà di sfumature originali, differenti tra loro ma inestricabili. “Tallahatchie”
attinge alle fonti sacre e profane di una lunga tradizione musicale e ne rivitalizza le energie misteriose e conflittuali.
The Black Sorrows
ROCK
Faithful Satellite
Giunti con “Faithful Satellite” al ventesimo album, i veterani del blues rock Black Sorrows sembrano avere più slancio
che mai. Alle spalle hanno una carriera di tutto rispetto non solo nella natia Australia, ma anche in Europa e tutt’ora
i due autori del gruppo, il vocalist, sassofonista e chitarrista Joe Camilleri e il paroliere Nick Smith, scrivono ogni
singolo giorno. A dispetto di diversi dischi di platino e degli oltre due milioni di copie vendute nel mondo, dal 1983
i Black Sorrows non hanno mai smesso di registrare ed esibirsi con passione ed energia. I dodici pezzi incisi per
“Faithful Satellite” spaziano tra tutti i generi che ispirano Camilleri come autore o come semplice estimatore della
musica. Il disco è così un viaggio che celebra gli stili musicali più vitali dell’ultimo secolo, tra gospel, Zydeco, reggae,
Texas swing, R&B old school, soul e perfino folk noir: il tutto valorizzato da una confezione esecutiva vivace, talvolta
sfacciata e sempre ricca di brio.
JAZZ
Heads of State Four in One
Gli Heads of State hanno esordito nel 2015 con “Search for Peace”, inciso pochi mesi dopo che avevano suonato
insieme per la prima volta allo Smoke Jazz Club di New York. Ora, forti di un altro anno insieme come quartetto e di
quasi cinquant’anni di conoscenza, tornano con lo splendido “Four in One”. Il titolo riprende una delle composizioni
meno note di Thelonious Monk, con cui l’album si apre, ma rende anche bene l’idea dell’affiatamento del gruppo,
che unisce quattro star del jazz in una formazione nata per esibirsi una sola volta e diventata invece stabile. Dato il
gusto impeccabile e l’esperienza dei quattro componenti (Gary Bartz a sax soprano e contralto, Larry Willis al piano,
David Williams al basso e Al Foster alla batteria), agli Heads of State è bastato poco tempo a sviluppare un sound
agile e vivace, in egual misura appassionato ed elegante, tagliente e affabile. Se il disco di esordio ha suscitato
interesse per la presenza insieme per la prima volta di quattro maestri del genere, “Four in One” è stato atteso con
trepidazione, in quanto riconferma la loro intenzione di collaborare e approdare insieme a orizzonti luminosi.
AAVV
BLUES
When I Fall in Love: The Ballad Collection
3
“When I Fall in Love: The Ballad Collection” è una raccolta di alcuni tra i brani più incisivi e toccanti del catalogo
Smoke Sessions. Questa selezione di ballate romantiche comprende alcune commoventi performance di grandi
pianisti, come Harld Mabern, Larry Willis, Cyrus Chestnut, Eric Reed, Orrin Evans, Mike LeDonne e Xavier Davis. Sono
presenti inoltre musicisti leggendari, come Gary Bartz, Javon Jackson, Steve Turre, Vincent Herring, Eric Alexander
e Steve Davis, e un altro contributo notevole è stato dato dalla voce di Jane Monheit. Una serie di perle musicali in
grado di attirare e soddisfare ascoltatori che si avvicinano al jazz con intenti diversi: dai fedelissimi di lunga data ai
neofiti alla ricerca di un primo assaggio.
R I E P I L O G O
N U O V E
Al Di Meola
FUSION
Morocco Fantasia
We’re Not in Kansan Anymore
ROCK
CD o LP
Uno degli appuntamenti più interessanti nel panorama dei festival musicali marocchini è senza dubbio il Mawazine
Festival di Rabat. La strepitosa esibizione del grande chitarrista jazz fusion Al Di Meola nel 2009 ha rappresentato
un momento di confluenza di culture e religioni diverse, che si è riflesso anche nella line up dei musicisti sul palco.
Oltre ad Al Di Meola alla chitarra, a esibirsi sono stati infatti Peo Alfonsi alla seconda chitarra, Fausto Beccalossi alla
fisarmonica, Gumbi Ortiz alle percussioni, Victor Miranda al basso, Peter Kaszas alla batteria e tre ospiti d’eccezione
dal Marocco: Said Chraibi all’oud, Abdellah Meri al violino e Tarik Ben Ali alle percussioni. Alla terza esibizione in terra
marocchina, Di Meola ha proposto per l’occasione un repertorio speciale ed è stato accolto da un pubblico
entusiasta, che ha mostrato la propria apertura alla musica occidentale. Oggi questo straordinario concerto è
disponibile in CD e LP 180 gr Audiophile.
Bobby Kimball
CD o LP
Bobby Kimball è un vocalist pop rock leggendario, noto soprattutto per essere stato il cantante originario dei Toto:
la sua voce inconfondibile ha reso famose hit ormai entrate nelle storia, come “Rosanna” e “Africa”. Kimball ha però
affiancato a quella di frontman anche una fortunata carriera di corista per molti grandi degli anni ’80 e nel 1994 ha
avviato un percorso come solista, che l’ha portato ben presto a unire le forze con il produttore, autore e musicista
John Zaika. Con “We’re Not in Kansas Anymore” i due tornano a collaborare e completano la squadra con una serie
di musicisti e vocalist dai numerosi talenti, primo fra tutti Dave Barnett, che oltre a contribuire con cori e chitarre è
anche co-autore di tutti i brani e co-produttore del disco. La cifra stilistica del progetto viene però ancora una volta
dall’inconfondibile voce e dall’anima creativa di Bobby Kimball, con la sua combinazione unica di rock melodico,
arrangiamenti polifonici e una qualità sonora eccezionale.
Incognito
Live in London (The 30th Anniversary Concert)
FUSION
U S C I T E
VINILE
180gr
Gli Incognito sono più di una semplice band. Il visionario del suono Jean-Paul “Bluey” Maunick è un pioniere dell’acid
jazz e la sua band ha lanciato grandi vocalist come Jocelyn Brown e i musicisti migliori della scena groove britannica.
Niente hanno potuto tendenze musicali più o meno effimere per intaccare la popolarità di questo gruppo
multiculturale dai ritmi incalzanti e dalle melodie eleganti, soprattutto dal vivo. Forte di questa consapevolezza,
nell’estate del 2009 “Bluey” Maunick ha festeggiato il trentesimo degli Incognito sul palco londinese dell’INDIGO2,
con un live travolgente che ha mescolato soul e jazz, funk e fusion alternando sul palco quasi trenta musicisti e diversi
ospiti a sorpresa. Grazie alla loro energia contagiosa e al virtuosismo degli assoli, ogni brano è diventato ancora più
speciale. E se la band non avesse offerto sufficiente varietà, ecco anche gli archi della Millennia Ensemble.
Stephan Bormann
JAZZ
Over The Years
Stephan Bormann è uno dei chitarristi più versatili del panorama tedesco. Dopo aver pubblicato innumerevoli album,
tra gli altri con il Cristin Claas Trio e con gli Hands On Strings, ora torna con il suo nuovo lavoro nu jazz “Over The
Years”. La sua affinità con i suoni e i ritmi di Stati Uniti, Scandinava, Africa e Brasile lo rende a pieno diritto un
cittadino del mondo, a proprio agio con molti stili musicali e con le varie sfaccettature del suo strumento. L’estetica
musicale del suo fingerpicking si riflette nella particolarità degli arrangiamenti e si mescola con l’approccio jazz, che
dà a ogni pezzo la freschezza dell’apertura all’improvvisazione. La sua abilità espressiva con lo strumento ha
instillato in Bormann il desiderio di suonare non solo la chitarra con le corde in nylon e acciaio, ma anche le più
esotiche chitarre aliquot, baritona e ottava. “Over The Years” è un viaggio stimolante nel suo universo musicale: la
musica di Bormann è viva, profonda e valorizzata da un certo virtuosismo.
Alexandra Lehmler
JAZZ
Sans Mots
“Sans Mots”, ovvero senza parole. Quando la quotidianità significa famiglia, creatività e arte, ogni giorno può essere
un’esperienza che di tanto in tanto lascia senza parole. Esattamente come nel caso di Alexandra Lehmler (sax
baritono, alto e soprano), da un lato artista di successo, dall’altro madre affettuosa. Nonostante la nascita dei tre
figli, non ha mai smesso di sentire l’esigenza di crescere come musicista per esprimere tutto il suo potenziale e si
giostra con leggerezza tra i due ruoli. Per questo suo ultimo album di modern jazz trae ispirazione dagli artisti che
l’accompagnano: il bassista Matthias TC Debus, il vibrafonista Franck Tortiller, il batterista e percussionista Patrice
Héral e il trombettista e flicornista Herbert Joos. “Sans Mots” è un omaggio musicale ai figli, alla famiglia, alla
prosaicità e alla follia della vita di tutti i giorni, alla vita stessa e all’amore. Alexandra Lehmler e i musicisti riescono
con i propri strumenti a dipingere piccoli camei e a rievocare immagini meravigliose nella mente degli ascoltatori.
4
R I E P I L O G O
N U O V E
U S C I T E
Charlie Sepulveda
and the Turnaround
JAZZ
Mr. EP (A Tribute to Eddie Palmieri)
Charlie Sepúlveda è un trombettista potente e al tempo stesso in grado di colorare il suo latin jazz di un’ampia
gamma di sfumature. In questa nuova registrazione, affronta la sfida di preservare una cultura senza restarvi
intrappolato. Recupera così classici rodatissimi come “Besame Mucho” che, invece di scadere nella solita routine,
sceglie di ammodernare drasticamente, spogliandola dell’enfatico ritmo da bolero. L’album è un omaggio a Eddie
Palmieri, suo ex insegnante, che vi partecipa anche come guest star con due tracce da solista. Nel complesso, nove
brani in cui Sepúlveda infonde il suo personalissimo stile che non è né salsa né jazz e non si può definire neppure
una fusione tra i due generi, ma si colloca piuttosto in una terra di mezzo musicale fantasiosa ed eccitante.
Cedar Walton
JAZZ
Charmed Circle (Live at the Keystone Korner)
Cedar Walton resta uno dei grandi pianisti del jazz e ha esordito verso l’inizio della seconda ondata di popolarità del
genere, quando il bebop ha lanciato le star dell’improvvisazione. Negli anni ’50 e nei primi anni ’60 Walton ha
frequentato grandi come Thelonious Monk e Dizzy Gillespie, suonato con Art Blakey e John Coltrane e sviluppato un
proprio stile hard bop e post bop. Nei decenni a seguire, ha virato verso il funk fusion ed è tornato al bop, incidendo
più di 60 album da leader, e si è cimentato con l’electric funk fusion, con i suoi due gruppi, i Mobius e i Soundscapes.
Tra le sue collaborazioni di spicco degli anni ’60 e ’70 ricordiamo Abbey Lincoln, Art Farmer e Hank Mobley. Le
registrazioni live di “Charmed Circle” ci restituiscono un’istantanea di Cedar Walton che si esibisce con una manciata
di colleghi scelti personalmente per un concerto al Keystone Korner, noto jazz club di San Francisco. Ecco quindi Steve
Turre al trombone, Manny Boyd al sax tenore, Tony Dumas al contrabbasso e Ralph Penland alla batteria. Datato 1979.
Bill O’Connell
JAZZ
Monk’s Cha Cha (Live at the Carnegie-Farian Room)
Per convincere, i dischi di piano solo richiedono un vero maestro dell’improvvisazione, in grado di catturare e
mantenere viva l’attenzione degli ascoltatori. La storia musicale delle registrazioni di questo tipo è lunga e ricca di
performance toccanti: con “Monk’s Cha Cha” Bill O’Connell ora aggiunge un nuovo capitolo. Di questo solista esistono
sfortunatamente troppe poche incisioni, considerato che il suo piano è la prima scelta di artisti come Mongo
Santamaria, Sonny Rollins, Gato Barbieri e la Fort Apache Band di Jerry González. Questo disco colma un po’ la lacuna,
con la registrazione live di alcune sue composizioni e alcuni classici, come “The Song is You”, “It Could Happen to You”
e “Afro Blue”. La performance di O’Connell è appagante: con un equilibrio che non sfocia mai nell’ostentazione,
sviluppa l’idea iniziale con creatività, controllo e lirismo. Una combinazione rara e vincente.
Rich Hopkins & Luminarios
ROCK
My Way or the Highway
CD o LP
Il padrino del desert rock Rich Hopkins è nato come chitarrista e cantautore e ha affinato nel tempo una forma
espressiva romantica, calda, popolata di storie e animata da hook intensi. La sua musica possiede una bellezza
senza tempo, inesorabile, che assume talvolta sembianze aggraziate ma nella sostanza è concreta, tangibile, come
roccia scavata dall’acqua. A una ventina di album dall’esordio e dieci anni dall’incontro con la talentuosa cantautrice
Lisa Novak, che ha portato il suo contributo con empatia narrativa e con una voce polverosa che ricorda quella di
Emmylou Harris e Aimee Mann, “My Way Or The Highway” riporta gli ascoltatori nel deserto, tra torrenti in secca e
scheletri di arbusti. Un disco sognante, percorso da un amore folle, passionale, perfetto nella sua imprevedibile
turbolenza. Accanto a Hopkins un cast stellare di ospiti, tra cui il bassista George Reiff della band di Joe Walsh e il
sempre elegante Jon Sanchez, chitarrista di Alejandro Escovedo.
JAZZ
Felice Clemente 4tet Mino Legacy
5
Un’intensa opera musicale, dove le radici del jazz s’intrecciano con naturalezza alla canzone italiana.
“Mino Legacy” non è solo un CD, è un progetto prestigioso dove l’album è all’interno di un cofanetto contenente
anche un libro e un DVD. Nel CD, Felice Clemente ed il suo quartetto composto da Fabio Nuzzolese (piano), Giulio
Corini (double bass) e Massimo Manzi (batteria), attingono a brani celebri del grande repertorio di Mino Reitano, per
rileggerli ed interpretarli come veri e propri standard nati dalla musica popolare. Brani come: “L’uomo E La Valigia”,
“Una Ragione Di Più”, “La Mia Canzone”, “Solo” inedito di Fabio Nuzzolese a introduzione di “Ma Ti Sei Chiesto Mai”,
“Era Il Tempo Delle More”, “Eduardo, Meglio Una Sera”… (Piangere Da Solo), “Se Tu Sapessi Amore Mio”, “Vorrei”,
sono i titoli dell’album, che chiude con l’inedito di Clemente e Nuzzolese MINO LEGACY, che dà nome a tutto il progetto.
Il DVD, “Dietro Le Quinte Di…” è un video che ripercorre la genesi dell’album, attraverso un’ampia intervista al nipote
Felice Clemente, contenente immagini “rubate” in studio oltre a una sintesi inedita del tour di Reitano del 1985. Nel
LIBRO troviamo lo storico della canzone Andrea Pedrinelli che rillegge Reitano partendo dalle sue parole, raccolte
negli anni, analizzando i suoi album ufficiali, la vita, la carriera e la rilettura jazz di Felice Clemente. CD+DVD+LIBRO.
TINGVALL TRIO
New Album "Cyrklar” coming out
in Summer 2017
Distribuzione
Also Available:
RIEPILOGO NUOVE USCITE
COUNTRY
Diamo il bentornato alla label inglese BGO con delle strepitose uscite di quest’anno.
Digital remastered CD
Bachman-Turner Overdrive
Street Action / Rock n’Roll Nights
Escono in digital remaster con note aggiuntive i due ultimi album del gruppo rock canadese Bachman-Turner
Overdrive per Mercury Records, datati 1978 e 1979. “Rock N’ Roll Nights”, in particolare, ha sfornato il
singolo di successo “Heartache”, ma in seguito alcuni cambiamenti nella line up e l’esaurirsi del successo
commerciale hanno segnato la fine della band, che negli ultimi mesi del 1979 si è sciolta.
COUNTRY
Ozark Mountain Daredevils
Ozark Mountain Daredevils
Gli Ozark Mountain Daredevils sono una band country rock che nel 1980 ha pubblicato su Columbia un
album omonimo entrato nella Top 200 di Billboard. Dopo l’uscita del disco, la band ha cambiato diversi
componenti, ma nel 2016 i membri originali John Dillon, Mike Granda e Steve Cash tornavano ancora a
suonare in qualche occasionale concerto. Oggi “Ozark Mountain Daredevils” è disponibile in digital remaster,
con note aggiuntive in inglese rispetto all’edizione originale.
Seatrain
ROCK
Watch
Direttamente dal 1973, l’unico album dei Seatrain uscito per Warner Bros. Lo stile elettrico del primo album
dei Seatrain per A&M ha conquistato molti estimatori e con il secondo e il terzo lavoro, prodotti da George
Martin, la schiera dei fans non ha fatto che crescere. Al momento dell’uscita di “Watch”, della line up
originale restava solo il bassista Andy Kulberg e non molto tempo dopo la band, nata in origine come
trasformazione dei Blues Project, ha concluso il suo percorso artistico e si è sciolta in maniera definitiva.
Sea Level
ROCK
Ball Room
I Sea Level sono nati dalle ceneri degli Allman Brothers e “Ball Room” è stato il loro ultimo disco, uscito nel
1980. I membri originali Chuck Leavell, Lamar Williams e Jaimoe sono rimasti nella line up fino alla fine della
carriera della band. Oggi il loro mix unico di jazz, blues e rock continua a resistere alla prova del tempo, non
ultimo grazie all’abilità dei musicisti e alla qualità dei pezzi.
Geoff Muldaur
ROCK
Is Having a Wonderful Time / Motion
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Componente dell’importante Kweskin Jug Band negli anni ’60, Muldaur ha anche inciso due album con
l’allora moglie Maria. Con la fine del loro matrimonio, nel 1972 è entrato a far parte della Paul Butterfield
Blues Band, che ha poi abbandonato nel 1978 per perseguire la carriera da solista. In “Is Having A
Wonderful Time” e “Motion” ha interpretato pezzi di Allen Toussaint, Danny Whitten, Troy Seals e altri ancora.
“Is Having A Wonderful Time” è stato inoltre prodotto dal grande Joe Boyd. Oggi Muldaur è ancora spesso in
tour e di frequente sul palco con lui compare anche Jim Kweskin.
RIEPILOGO NUOVE USCITE
Miroslav Vitous
JAZZ
The Bass
Ristampa in digital remaster di “The Bass”, album del contrabbassista ceco Miroslav Vitous uscito nel 1972
per Atlantic e prodotto dal flautista jazz Herbie Mann, pioniere della world music. All’album hanno collaborato
alcuni grandi musicisti: il sassofonista Joe Henderson, il chitarrista John McLaughlin, il pianista Herbie
Hancock, il batterista Jack DeJohnette e il batterista Joe Chambers. Vitous d’altra parte ha suonato con tutti,
da Miles Davis ai Weather Report, di cui è stato uno dei fondatori, e ancora oggi continua a esibirsi e a
incidere.
Stoneground
ROCK
Stoneground - Stoneground 3
“Stoneground” del 1971 e “Stoneground 3” del 1973 sono il primo e l’ultimo album dell’omonima band,
fondata dall’ex cantante dei Beau Brummels Sal Valentino. Nonostante abbiano avuto vita breve, gli
Stoneground hanno avuto un peso significativo nel mondo della musica pop rock. La band si è sciolta
all’inizio del 1973, dopo che anni trascorsi on the road per i continui tour avevano lasciato il segno. Sal
Valentino ha in seguito partecipato a diverse reunion dei Beau Brummels, mentre alcuni degli altri
componenti della band si sono uniti per dare vita ai Pablo Cruise e i rimanenti hanno continuato a fare tour
e incisioni fino ai primi anni 2000.
Stoneground
ROCK
Family Album
Il secondo album della band californiana di dieci elementi, pubblicato nel 1971 e ora riproposto ora in digital
remaster. In origine si trattava di un doppio vinile, di cui tre lati erano live, mentre il quarto conteneva delle
incisioni in studio. Due anni dopo l’uscita di “Family Album”, nel 1973, la band ha perso il contratto con la
Warner e entro breve si è sciolta. Il cantante della band Sal Valentino è stato tra l’altro membro dei Beau
Brummels e un altro dei membri della band, il bassista Pete Sears, ha lasciato gli Stoneground per suonare
con Rod Stewart e poi con i Jefferson Starship, nati dallo scioglimento dei Jefferson Airplane.
Doug Sahm
COUNTRY
Doug Sahm and Band / Texas Tornado / Groovers Paradise
Il compianto musicista Doug Sahm, scomparso purtroppo ad appena 58 anni nel 1999, nel 1973 e 1974 ha
inciso per Atlantic e Warner Bros tre album. Ora “Dough Sahm And Band”, “Texas Tornado” e “Groovers
Paradise” vengono pubblicati in digital remastered. “Doug Sahm And Band” vede tra gli altri la
partecipazione di Dr. John, Bob Dylan, David Bromberg e Flaco Jiménez. Alcuni degli stessi musicisti sono poi
tornati a collaborare con Doug Sahm anche in “Texas Tornado”, prodotto da Arif Mardin e Jerry Wexler.
“Groovers Paradise” è invece arricchito dalla presenza dell’ex sezione ritmica dei Creedence Clearwater,
nelle persone di Doug Clifford (batteria) e Stu Cook (tastiera elettronica).
Mick Clarke
BLUES
Ramdango / Crazy Blues / Shake it Up!
La “trilogia Ramdango” del leggendario chitarrista blues Mick Clarke è stata rimasterizzata e viene ora
riproposta in pacchetto deluxe. Clarke ha alle spalle una carriera di tutto rispetto sulla scena blues
britannica, che lo ha portato alla notorietà in tutta Europa e anche negli Stati Uniti. A tutt’oggi continua a
esibirsi e a incidere dischi e per questa edizione della trilogia ha redatto anche delle note di commento.
8
R I E P I L O G O
N U O V E
U S C I T E
ROCK
Rusties Dove osano i Rapaci
“Dove Osano I Rapaci” arriva a due anni esatti dal precedente album “Dalla Polvere E Dal Fuoco”, lavoro
unanimemente accolto da pubblico e critica come una pregevole raccolta di “cover d’autore” riadattate in italiano
dal leader, cantante e chitarrista del gruppo Marco Grompi. Le canzoni del nuovo album rappresentano, per sound
e contenuti, un’ulteriore svolta nel lungo, atipico e multiforme percorso della band bergamasca. Undici nuovi brani
originali per la prima volta cantati in italiano eppure ancora saldamente immersi nel solco sonoro di quella rugginosa
matrice rock angloamericana che, da circa un ventennio, i Rusties stanno percorrendo con grande originalità nel
circuito più genuinamente indipendente. Per la prima volta nella storia dei Rusties, nelle canzoni del nuovo album si
alternano nel ruolo di voce solista, oltre a Grompi, anche gli altri componenti del gruppo: il chitarrista e “cantattore”
Osvaldo Ardenghi, il bassista e cantante Fulvio Monieri, il tastierista Massimo Piccinelli e il batterista Filippo
Acquaviva.
Skye Wallace
ROCK
Something Wicked
Con il suo punk rock venato di folk che affronta il tema dei momenti e delle emozioni più difficili, “Something Wicked”
esprime l’essenza del rock più crudo. Coraggiosa e gentile al tempo stesso, la canadese Skye Wallace riesce a
gridare una musica soft che trova il suo perfetto complemento nel suono feroce e intenso della chitarra. Nella scelta
di lasciare libera la sua voce ben allenata, la Wallace lascia trasparire qualcosa di Joni Mitchell e Patti Smith. Dopo
l’esordio “Living Parts”, uscito nel 2014, Skye Wallace sfodera un lavoro completamente diverso: una sorta di
liberazione sonora, con ninne nanne rock e immagini liriche, che incarna tanto l’acume del folk quanto l’audacia del
punk rock. “Something Wicked” è un disco lo-fi ma raffinato, emotivamente generoso ma misterioso, sicuro ma non
arrogante, che raggiunge nella sua autenticità un rarissimo equilibrio tra difficoltà ed emozione.
Lynne Hanson
ROCK
Uneven Ground
Lynne Hanson è canadese, eppure al primo ascolto la sua musica calda, ruvida e trascinante avvolge nell’atmosfera
del Sud degli States. Il suo mix di rock, blues e roots scaturisce dal profondo e assume i toni della terra arida del
Texas e della raffinata sensibilità di Nashville, risultando famigliare e rassicurante, forte e temeraria. Dal 2006 a oggi
si è esibita di fronte alle platee di Canada, Stati Uniti ed Europa e ha sfornato quattro album apprezzati dalla critica,
l’ultimo dei quali (“River of Sand”) seguito ad alcuni anni di stacco che sono serviti a trovare un approccio alla
scrittura più maturo, intuitivo e viscerale. Ora “Uneven Ground” esprime un’intensità trattenuta, che viene sublimata
nel fingerpicking, nello splendido accompagnamento al piano e nel suono del dobro e dei fiati. Mai come prima, lo
stile rustico della Hanson incontra il cantautorato, con testi intelligenti e un’ottima produzione, ed entra nel roots e
nel blues di nuova generazione trovando un equilibrio con il rispetto della tradizione.
COUNTRY
Dan Tuffy
Songs From Dan
Chiunque conosca la varietà delle influenze musicali che hanno toccato il cantautore australiano Dan Tuffy nel corso
della sua carriera resterà stupito dalla linearità di “Songs from Dan”. Stupito ma non deluso. Lontano dalla metrica
complessa e dalle bizzarre clip sonore che connotavano il folk moderno e sincopato dei Big Low, “Songs from Dan”
propone un country noir senza orpelli ma curato nei minimi dettagli, che invita a un ascolto attento e che sarà
apprezzato da chi ama non solo la musica, ma il suono stesso. Sei delle nove tracce sono nate in appena due ore in
studio con i connazionali Matt Walker e Lucie Thorne, che non conoscevano i pezzi e hanno improvvisato sull’onda del
momento. A distanza di un anno circa Walker ha poi rifinito i brani in fase di post-produzione, inserendo il contributo
altrettanto fresco e spontaneo di alcuni dei migliori musicisti di Melbourne nelle parti di piano, pedal steel, mandolino e
basso. Un disco intimo che parla di amore, perdita, gelosia, infedeltà, paternità e, con un tocco country, cowboy morenti.
Wink Burcham
BLUES
Cleveland Summer Nights
9
VINILE
180gr
Wink Burcham ha una maturità artistica che poco riflette la sua giovane età: in lui un autentico rispetto per il
passato si arricchisce dell’abilità di scrivere testi arguti e appassionati in stile John Prine, Townes Van Zandt
o John Lee Hooker. Musicalmente si passa con naturalezza dal country tradizionale al folk grass-roots e al
blues. Ora l’edizione in vinile di “Cleveland Summer Nights” ripropone 11 brani nel suo personalissimo e
affascinante stile.
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Scott H. Biram
BLUES
The Bad Testament
CD o LP
Con il cuore di un vero bluesman texano, la testa di Frank Zappa e gli stivali polverosi di Lemmy nella luce del
tramonto, Scott H. Biram sembra qualificato più di chiunque altro per esprimere il tormento della condizione umana.
Si muove a cavallo del baratro che divide peccato e redenzione, e in una libreria il suo “The Bad Testament” sarebbe
tra il Vecchio Testamento e il manuale degli Alcolisti Anonimi. Un disco di Americana profonda, oscura, che parla del
dolore di amori perduti con un’abilità cantautorale in bilico tra l’aggressività e destrezza. Scott H. Biram è una
one-man band, ma riesce a non essere mai uguale a se stesso, scivolando dal country soul di Jimmie Rodgers alla
rilassatezza di Merle Haggard, fino a una ruvidezza distorta, diretta e sgangherata. Ancora una volta, si dimostra
camaleontico, unico nel suo genere, la vera voce di un uomo imprigionato nelle sue stesse pessime scelte.
Ha Ha Tonka
Heart-Shaped Mountain
ROCK
U S C I T E
CD o LP
Negli anni, gli Ha Ha Tonka hanno inciso quattro album apprezzati dalla critica, girato il mondo in tour e suonato al
Lollapalooza. Nel frattempo hanno stretto amicizie, trovato l’amore, messo su famiglia, e sono cresciuti e maturati
insieme. “Heart-Shaped Mountain” riflette proprio questa loro evoluzione. Una volta qualcuno ha definito la loro
musica come “indie-Americana in cui l’Alabama incontra gli Arcade Fire”. Ora hanno ampliato la loro palette sonora,
raggiungendo un pop equilibrato, sublime, dal sound radiofonico. Anche emotivamente hanno allargato gli orizzonti,
con una scrittura post punk nello stile degli Apache Relay o di un meno enigmatico Jónsi, pur mantenendo la parte
vocale che li contraddistingue, l’allegria del Sud e i loro tipici hook. Essenzialmente “Heart-Shaped Mountain” è un
disco sull’amore e la crescita: in un momento in cui l’America sembra divisa, costruire diventa ancora più importante,
ed è questo che Ha Ha Tonka fanno, regalando ad amici e affetti ricordi e prospettive future.
Chris Bergson Band
BLUES
Bitter Midnight
Primo album della Chris Bergson Band dopo il successo di critica di “Imitate the Sun” nel 2011, “Bitter Midnight”
propone in undici brani originali di Delta blues viscerale e di forte impatto della band, venato di rock, funk e soul.
Negli ultimi dieci anni, Chris Bergson si è dimostrato uno dei cantautori più creativi del blues odierno, grazie alla
capacità di dipingere dei vividi camei di vita metropolitana e delineare veri e propri notturni cittadini. Cantante ruvido
e chitarrista abile e preciso, Chris Bergson è stato introdotto nella New York Blues Hall of Fame. In “Bitter Midnight”
lo affiancano la voce soul di Ellis Hooks (Steve Cropper), il sax baritono di Jay Collins (Gregg Allman), la tromba di
Steven Bernstein (Levon Helm), la batteria di Aaron Comess (Spin Doctors) e Tony Mason (Darlene Love), il basso
di Andy Hess (Gov’t Mule), Richard Hammond (Joan Osborne) e Matt Clohesy (Patti Austin) e le tastiere e il sax
tenore di Craig Dreyer (Dispatch).
Duettango
JAZZ
Astor Piazzolla
Duettango nasce per puro caso da una fantasia del pianista Filippo Arlia nel 2010 a
Nocera Terinese tra una lezione di pianoforte e l’altra nelle aule del Conservatorio. La
sua idea era quella di unire due strumenti a prima vista per niente simili come il
pianoforte e il bandoneon, che fino ad oggi nella letteratura di Astor Piazzolla sono
sempre stati due elementi di un sestetto o almeno di un quartetto dove il pianoforte
recitava tristemente la parte di un nobile comprimario e il bandoneon dialogava in
maniera costante solo ed esclusivamente con il violino. Questa incisione vuole
dimostrare che il pianoforte e il bandoneon possono convivere splendidamente
anche da soli, e all’occorrenza possono dialogare con il violino e la voce senza
rinunciare al virtuosismo e ad una presenza sonora importante. Feat. Filippo Arlia
(pianoforte), Cesare Chiacchiaretta (Bandonenon), Fernando Suarez Paz (violino) e
Cecilia Suarez Paz (voce). SACD ibrido
RISTAMPA
Vinile 180 gr.
Chet Backer & Paul Bley
DIANE
DISPONIBILI ANCHE IN LP:
VINILE
180gr
BEN WEBSTER - My Man • DUKE JORDAN - Flight To Denmark • TETE MONTOLIU - Tete! •
CLIFFORD JORDAN - Firm Roots • DEXTER GORDON - Swiss Nights Vol.1 • N.H.ORSTED
PEDERSEN/SAM JONES - Double Bass • STAN GETZ - Live At Montmartre • ARCHIE SHEPP
& HORACE PARLAN - Goin'Home • NIELS-H.ORSTED PEDERSEN - Trio 1 • CEDAR WALTON
- First Set • MONNETTE SUDLER - Brighter Days For You • DEXTER GORDON - Swiss Nights
Vol.2 • SAM JONES - Visitation • DEXTER GORDON - Swiss Nights Vol.3 • SHIRLEY HORN - A
Lazy Afternoon • CEDAR WALTON - Second Set • NIELS H.ORSTED PEDERSEN - Dancing On
The Tables • ARCHIE SHEPP & HORACE PARLAN - Trouble In Mind • BOULOU FERRE' Gypsy Dreams • ARCHIE SHEPP - Looking At Bird • SHIRLEY HORN - Violets For Your Furs •
ARCHIE SHEPP - Mama Rose • CEDAR WALTON - Third Set • JOHNNY DYANI - Afrika
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Jasper Høiby
JAZZ
Fellow Creatures
“Fellow Creatures” è il nuovo lavoro da solista del prolifico bassista, band leader e compositore danese Jasper Høiby,
noto soprattutto come membro del terzetto jazz dei Phronesis. Si tratta di un disco vivace che abbina un’energia
trascinante ad atmosfere consistenti e ritmi contrappuntistici. Un album che London Jazz ha descritto come “una
fusione del groove contagioso della sezione ritmica dei Phronesis con gli hook sbilenchi dei Polar Bear”. Dai Polar
Bear Høiby prende in prestito anche il sassofonista Mark Lockheart, affiancato dalla giovane trombettista Laura
Jurd, da Will Barry al piano e da Corrie Dick alla batteria. In questo album rivoluzionario Jasper Høiby parte dal
costante successo di critica di una carriera internazionale in ascesa per confermarsi come uno dei performer,
compositori e band leader più fantasiosi, innovativi e forti della sua generazione in Europa.
Elliot Galvin Trio
JAZZ
Punch
Elliot Galvin è una delle stelle nascenti del firmamento jazz britannico. Pianista e compositore dal talento superlativo,
possiede un’immaginazione ribelle e la capacità di cogliere gli stimoli di mondi diversi e distillarli nella sua visione
musicale, che pur ricordando quella di Django Bates resta unica e originale. Dalla decostruzione degli standard alla
creazione di melodie microtonali, la musica di Galvin è ludica e al tempo stesso mortalmente seria e attinge a
un’ampia gamma di influenze, da Keith Jarrett a Stravinskij, Ligetti, Deerhoof e i Beatles, ma anche David Lynch, il
Dadaismo e le opere letterarie di James Joyce. Vincitore in Germania del premio come European Young Jazz Artist of
the Year del 2014, Galvin ha pubblicato lo stesso anno il suo lavoro d’esordio “Dreamland”, ottenendo recensioni
entusiastiche che definivano lui come un artista coraggioso e progressista e l’album come una delle opere prime più
forti in Gran Bretagna da molto tempo.
ROCK
Matt Waldon Grow Up
Terzo album solista del giovane cantautore Padovano Matt Waldon, cantautore con l’America nel sangue, così ci
piace definirlo per le sue sonorità ed attinenze musicali. Questa nuova fatica vede in cabina di regia, come per i
precedenti “Oktober” (2012) & “Learn To Love” (2014) l’amico songwriter newyorkese Kevin Salem che ne cura la
produzione ed il mixaggio oltre ad apparire tra gli esecutori in ben 3 brani. Il songwriter & produttore newyorkese
dopo aver collaborato con numerosissimi nomi importanti della scena musicale americana (da Howe Gelb a Rachael
Yamagata, dai Mercury Rev ai Yo La Tengo a Matthew Ryan), ha voluto nuovamente collaborare con l’amico Matt
per la terza volta consecutiva, ed il risultato è veramente esplosivo! Il cantautore veneto sperimenta discostandosi
da quelle radici Folk Alternative che avevano caratterizzato i suoi primi 2 album, in questo “Grow Up” si passa dalla
psichedelia al punk, dall’alternative folk al rock più chitarristico senza mai risultare banale. Non vi resta che ascoltare
per credere. COUNTRY
Whitney Rose
South Texas Suite
EP
Prima di trasferirsi a Austin, Whitney Rose non aveva mai neanche ballato il two-step. Ora, con “South Texas Suite”,
pubblica una dichiarazione d’amore al suo stato d’adozione, filtrata attraverso il suo sguardo nostalgico e
romantico. Prodotto da Whitney Rose stessa, il disco riflette l’anima divisa della cantautrice countrypolitan, al tempo
stesso insider e outsider, osservatrice e artefice, ascoltatrice e cantastorie. “South Texas Suite”, pubblicato da Red
Essential, è stato registrato in due giorni con il contributo di diversi musicisti di ottimo livello: Redd Volkaert, già
vincitore di un Grammy ed ex chitarrista di Merle Haggard, Earl Poole Ball, per due decenni tastierista di Johnny
Cash, Kevin Smith, bassista nella Family di Willie Nelson, e Tom Lewis, batterista dei Mavericks e membro della band
di Whitney Rose insieme al chitarrista Bryce Clark, al chitarrista steel James Shelton e alla chitarrista acustica Sophia
Johnson.
COUNTRY
The Black Lillies
Hard to Please
I Black Lillies sono una band di quelle che durano nel tempo: la loro non è una musica commerciale da mestieranti,
bensì una musica ricca, appassionata, suonata tanto con il cuore quanto con virtuosismo tecnico. Questa loro tenace
autenticità è valsa loro riconoscimenti da fonti assai variegate, dalle riviste di settore ai quotidiani, fino ai programmi
radiofonici e televisivi. Tre volte vincitori degli Independent Music Awards, sono molto attivi anche sul fronte dei
festival. “Hard To Please” è vivace, sfrontato e splendido: un mix di ricco folk di Laurel Canyon, vitale soul alla Muscle
Shoals, la nostalgia honky tonk del country classico, tortuose jam session e rock’n’roll duro e puro. L’album incarna
in tutto e per tutto lo spirito e la libertà del viaggio negli spazi aperti delle highway americane. Americana music dal
Tennnessee.
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Barry Goldberg
BLUES
Street Man & Blast From my Past
La carriera di Barry Goldberg è iniziata nei primi anni ’60 come tastierista per alcuni grandi del blues, come
Howlin’ Wolf e Muddy Waters. Nel 1965 ha suonato anche per Bob Dylan alla leggendaria edizione del
Newport Jazz Festival che ne ha visto la svolta elettrica. Nel 1967 ha poi formato con il chitarrista del blues
revival Mike Bloomfield gli Electric Flag. “Street Man” è uscito in origine per Buddha Records nel 1969,
mentre “Blast From My Past” è stato pubblicato nel 1971 e includeva tra gli special guest il già citato Mike
Bloomfield, il chitarrista Harvey Mandel e l’armonicista blues Charlie Musselwhite. 2 Lp in 1 CD.
WORLD MUSIC
COUNTRY
Hoty Axton
My Griffin is Gone
Uscito in origine nel 1969 e presentava alla chitarra solista il leggendario James Burton. Tra i pezzi degni di
nota dell’album ricordiamo “Beelzebub’s Laughter” e la versione originale del classico di Axton “Snow Blind
Friend”. Per promuovere il disco, Axton ha svolto un tour in cui apriva per i Three Dog Night. La band ha
sentito la sua canzone “Joy to the World” e ha deciso di inciderla, raggiungendo poi con essa la vetta delle
classifiche nella primavera del 1971. Ora questa ristampa di “My Griffin Is Gone” ricorda la carriera di Axton,
scomparso prematuramente nel 1999 all’età di 61 anni.
Bengali Bauls
At Big Pink
Pubblicato nel 1968, “At Big Pink” è disponibile ora per la prima volta in CD ed è un’autentica rarità nel mercato
odierno delle ristampe. I Baul bengalesi sono un gruppo di cantastorie mistici del Bengala, una regione
nord-orientale del Subcontinente indiano che comprende per lo più lo stato indiano del Bengala Occidentale e il
Bangladesh. Spesso sono riconoscibili per gli abiti e gli strumenti musicali caratteristici, ma non si sa molto sulle loro
origini. I Baul utilizzano svariati strumenti, tra cui l’ektara, composto da una corda singola collegata a un bastone e
a una cassa di risonanza, e il dotara, un liuto senza tasti. Erano Baul i tre uomini in piedi accanto a Bob Dylan sulla
copertina del suo album “John Wesley Harding” e nel 1971 una famiglia Baul ha suonato a Londra per il concerto
dei Rolling Stones a Hyde Park. “At Big Pink” è stato registrato al leggendario Big Pink, locale in cui erano di casa i
The Band, ed è stato prodotto da Garth Hudson, membro del gruppo rock.
COUNTRY
Carly Simon
-Have You Seen Me Lately?
-Letter Never sent
Questo doppio CD raccoglie due album di Carly Simons: il primo dei due è uscito nel 1990, dopo tre anni di assenza
della cantautrice statunitense dagli studi di registrazione, e raccoglieva i suoi primi pezzi originali da un po’ di tempo.
L’album contiene tra l’altro un duetto con la cantautrice Judy Collins e vi ha collaborato anche il sassofonista Michael
Brecker. Quattro anni dopo Carly Simon ha pubblicato “Letters Never Sent”, dedicato alla madre e a Jacqueline
Onassis. Tra gli artisti che hanno contribuito al disco Rosanne Cash, Marc Cohn, Taj Mahal e Dave Stewart, musicista
tra l’altro membro degli Eurythmics. Il doppio CD ha ricevuto l’approvazione di Carly Simon, coinvolta anche nella
realizzazione della grafica, e contiene la trascrizione di tutti i testi e note di commento in inglese. 2 cd.
Brewer & Shipley
ROCK
Karma Collection
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Brewer & Shipley sono un duo folk rock americano che ha raggiunto l’apice del successo tra i tardi anni ’60 e i primi
anni ’70, proprio con i quattro album qui riproposti, incisi per Karma Sutra. “Weeds”, uscito nel 1969, comprendeva
una line up di ospiti illustri, tra cui Jerry Garcia, Mike Bloomfield e Nicky Hopkins; “Tarkio”, pubblicato in origine nel
1970, ha lanciato nella top ten la hit “One Toke Over The Like”; “Shake Off The Demon”, del 1971, vedeva tra gli
ospiti David La Flamme (It’s A Beautiful Day), Spencer Dryden (Jefferson Airplane) e John Cippolina (Quicksilver);
“Rural Space”, pubblicato nel 1971 con partecipazioni di Billy Mundi (Mothers Of Invention) e Buddy Cage alla pedal
steel (New Riders Of The Purple Sage). Quattro album che mettono in luce la complessità degli intrecci di chitarra,
armonie vocali e testi socialmente impegnati tipici del duo. 2cd.
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Michel Godard, Ihab Radwan
JAZZ
Doux Desirs
Il nuovo lavoro del duo composto da Michel Godard (serpent, tuba e bass) e Ihab Radwan (oud, vocals). Un
percorso nei dintorni di un improvvisato e appassionato incontro tra questi due musicisti che suggerisce l’idea di un
progetto originale, che unisce suggestioni francesi, italiane ed egiziane, uno sguardo al passato remoto, uno al
futuro anteriore, visti e letti attraverso il prisma e le mille facce del jazz. Musica classica e suggestioni arabe, e su
tutto un interplay vivido e fertile. Le loro composizioni hanno molti punti in comune: la modalità, gli ornamenti, la
spontaneità, ma soprattutto l’improvvisazione, che è la chiave di volta di questa collaborazione. Insieme essi
immaginano una musica senza barriere, bella e flessibile, proiettata fuori dal tempo. L’incontro è bello, creativo,
necessario, accende il desiderio.
Gianluigi Trovesi & Umberto Petrin
BRASILIAN
JAZZ
Twelve Colours and Synesthetic Cells
A dieci anni da “Vaghissimo Ritratto” esce per Dodicilune “Twelve Colours and Synesthetic Cells”, nuovo lavoro del duo
composto dal sassofonista e clarinettista Gianluigi Trovesi e dal pianista Umberto Petrin. Il nume tutelare di riferimento
è Alexander Skrjabin, che i due “usano” come pretesto per un dialogo suddiviso in vignette di notevole intensità. A
nove brani ispirati a preludi skrjabiniani si alternano, infatti, dodici improvvisazioni ispirate alla tabella sinestetica che
il compositore russo aveva creato legando lo spettro dei colori al carattere espressivo della sua musica. Evitando con
leggerezza e bravura le banalità, Petrin e Trovesi prendono spunto da musiche di epoche diverse per realizzare una
sintesi di linguaggi personale e ricca di spunti, in cui l'eco lontana delle armonie skjabiniane si stempera in quella del
linguaggio jazzistico senza che questo abbia nulla di artificioso. Rispetto a “Vaghissimo Ritratto” l’approccio è più
asciutto, le linee melodiche sono più angolose e sagomate e le atmosfere meno sognanti.
Paola Arnesano
& Vince Abbracciante
MPB!
Nuovo album della cantante Paola Arnesano e del fisarmonicista Vince Abbracciante, una celebrazione della musica popolare
brasiliana dall’inizio del XX secolo ad oggi. Antônio Carlos Jobim diceva che “la tristezza e la nostalgia hanno la stessa dignità
della felicità, perché condividono la stessa bellezza”. La musica popolare brasiliana (o MPB) è intrisa di questi sentimenti e
stati d’animo quasi viscerali che ne caratterizzano il popolo: dalla “tristeza” alla “felicitade”, dalla “saudade” (nostalgia) allo
“choro” (pianto). Priva di rabbia o voglia di ribellione, racconta più spesso lo struggimento per la terra, la natura, la storia,
con grande poesia, uso di luoghi comuni, ironia e molto divertimento. Il canto eclettico di Paola Arnesano si sposa con tutto
questo, accompagnato dalla maestria del fisarmonicista Vince Abbracciante, con il suo strumento storico della musica
popolare brasiliana. Attraverso contaminazioni personali che non alterano la dignità dello stile raccontano “o choro”, “o
baiao”, “o samba”, “a bossanova”, da Pixinguinha a Gonzaga, da Sivuca a Gismonti, da Barroso a Buarque.
Adriano Clemente
L AT I N O
Havana Blue (Performed By Akashmani Ensemble)
Dopo “The Mingus Suite” prosegue la collaborazione tra l’etichetta Dodicilune ed il compositore, pianista e
arrangiatore pugliese con questo nuovo progetto di composizioni originali in stile latin ispirate dalla musica di Bebo
Valdes, Mario Bauza, Tito Puente, Mongo Santamaria e altri giganti della musica latina tradizionale. Il lavoro nasce
dall'amore di Clemente per la cultura e musica cubana, come recita chiaramente il titolo, e prende forma proprio in
seguito ad alcuni viaggi nell'isola caraibica, dove il progetto è stato interamente registrato insieme ad una nutrita
compagine di artisti cubani. L’album ospita Santiago Ceballos (tromba), Heikel Trimino (trombone), Yuniet Lombida
e Victor Guzman (sax alto/baritono), Emir Santa Cruz (sax tenore e clarinetto), Leyanis ValdÉs (piano), Yandy
Martinez (contrabbasso), Augusto Lage (congas), Lennon Ruiz (timbales, snare drum, claves) e Adel Rodriguez
(bongos, maracas, güiro, cowbell).
Giovanni Mazzarino
JAZZ
Pianiparalleli (Live From Fazioli Concert Hall)
Importante progetto multimediale della Jazzy Records, che ha per protagonista il compositore e pianista siciliano
Giovanni Mazzarino. Per celebrare i 50 anni di età e i 30 di carriera di uno dei più affermati pianisti Jazz della sua
generazione, la sua etichetta discografica si è fatta promotrice di un’iniziativa speciale: la produzione di un nuovo
disco e di un film-concerto dedicato alla poetica della sua musica e al suo strumento: il pianoforte. “Piani Paralleli”
è una Suite di composizioni originali per quartetto Jazz e orchestra d’archi, una sinestesia musicale di ricordi,
emozioni e “visioni” di Mazzarino, registrata live da Stefano Amerio di Artesuono nella Fazioli Concert Hall Fazioli
insieme a musicisti con cui Mazzarino collabora da lungo tempo: Steve Swallow al basso elettrico, Adam Nussbaum
alla batteria, Fabrizio Bosso alla tromba e l’Accademia d’Archi Arrigoni con la conduzione e gli arrangiamenti del
Maestro Paolo Silvestri.
14
Nella sua brillante carriera, Otis Taylor ha ricevuto 16
melodie ipnotiche, veicolo emotivo di una sofferenza
nomination ai Blues Music Award (BMA). Ora il
logorante.
talentuoso cantautore e polistrumentista roots torna
Giunto al quindicesimo album, Taylor ha voluto
con “Fantasizing About Being Black”, una lezione
parlare del razzismo subito dagli afro-americani e lo
forte e poetica sulla traumatica storia degli
ha collegato con fili invisibili ma concreti a quello
afro-americani, dai viaggi degli schiavi sulle navi alla
ancora presente ai giorni nostri nella società
vita nel delta del Mississippi. Se da un lato Taylor fa
americana.
un passo indietro nel tempo, dall’altro fa un passo
ingiustizie passate assume così una veste attuale,
avanti come artista, combinando il suo esclusivo stile
con un sound che attinge alla cultura afro-americana
autoriale con il taglio musicale coinvolgente del suo
ma si rinnova nelle scelte strumentali e negli
trance blues. Le storie di resistenza dell’animo
arrangiamenti. Taylor ha sperimentato con banjo e
umano di “Fantasizing About Being Black” suscitano
flauto, perché quelli erano gli strumenti degli schiavi
ammirazione, ma a rafforzare i testi sono anche le
nelle piantagioni del Sud.
L’interpretazione
musicale
delle
“Fantasizing About Being Black” presenta 11 brani,
Con questo suo nuovo disco Taylor si riconferma in
7 dei quali nuovi: 11 vicende di coraggio che
grado di trasmettere messaggi incisivi con dischi che
stimolano la riflessione, tra ritmi trance dell’Africa
omaggiano le tradizioni musicali e al contempo
occidentale, acoustic blues, chitarre slide e ballate
contribuiscono a far evolvere il genere, in un insieme
struggenti. Ad accompagnare Taylor e la sua chitarra
creativo dal forte impatto intellettuale ed emotivo.
ipnotica e stravagante, ci sono tra gli altri la violinista
“Fantasizing About Being Black” è un gioiellino dal
Anne Harris, il batterista Larry Thompson, il bassista
sound unico: attinge alla cultura afro-americana ma
Todd Edmunds e gli special guest Jerry Douglas alla
la
lap steel in legno di koa, Ron Miles alla cornetta e il
arrangiamenti.
giovanissimo
Niederauer.
virtuoso
della
chitarra
Brandon
rinnova
sul
piano
strumentale
CD e LP Audiophile
e
degli
WORLD MUSIC
WORLD MUSIC
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John Du Feu
Sky Blind / Naked Heart
Due album della stessa mano, due respiri dello stesso corpo. Quello dell’artista e cantautore inglese trapiantato nel Salento.
John Du Feu di salentino ha solo la sua recente residenza e un’amore per questa penisola del sud Italia. Dopo molte vite
vagabonde, passate a dirigere e recitare in compagnie teatrali di mezzo mondo, approda nel Salento con la sua lunga barba
bianca e gli occhi vivi di chi ha molto da raccontarti. La pubblicazione si articola in due momenti. Il primo, “Naked Heart”, è
composto da 14 canzoni ridotte allo stretto essenziale, chitarra, voce e sentimento, in uno stile da songwriter
anglo-americano. Il secondo, “Sky Blind” è una selezione di 10 tracce da “Naked Heart” rivisitate e reinterpretate da alcune
delle migliori menti musicali del magico Salento. Valerio Daniele, Maurizio De Tommasi, Alessandro Dell’Anna, Marco Bardoscia,
Marco Tuma, Redi Hasa e Massimo Donno si uniscono a John Du Feu per dare alle sue canzoni un'altra prospettiva, con
arrangiamenti rispettosi e incursioni strumentali delicate che svelano aspetti nascosti della musica del cantautore inglese.
Valerio Daniele Sine Corde
“Ballate Salentine D’altro tempo”. Uno sguardo disincantato e intimo sulla situazione attuale del Salento, attraverso
alcune delle più belle ballate di questa terra, liberate dalla solita retorica musicale che specie negli ultimi anni ha
svilito il significato stesso della tradizione a favore di un confuso e pericoloso discorso identitario, degenerazione
dell’autentico slancio di recupero della propria storia “povera” iniziato nei primi anni ‘90. Nasce così per Valerio
Daniele la necessità di affrontare questo repertorio in intimità, con pochi compagni al fianco per interpretare 11
canti, quasi tutti tradizionali ma poco presenti nella discografia attuale, e in alcuni casi mai comparsi in un disco di
riproposta. Accanto e intorno alle oniriche chitarre acustiche ed elettriche di Daniele ci sono alcune delle voci più
intense e rappresentative del Salento, come Enza Pagliara, Alessia Tondo, Dario Muci, Emanule Licci, Rachele
Andrioli e Ninfa Giannuzzi. A loro si aggiungono i colori trasfiguranti e le suggestioni sonore di Giorgio Distante,
Roberto Gagliardi e Marco Stanislao Spina. Gli arrangiamenti sono dello stesso Daniele.
ROCK
Giuliano Vozella Learn To Live
“Learn To Live” è il terzo album di Giuliano Vozella. Dieci canzoni, in lingua anglosassone, che raccontano la voglia
di “imparare a vivere” ovunque il corpo e la mente decidano di restare, ritrovandosi così a vivere in luoghi di matrice
opposta: la città, il mare, la natura, i luoghi chiusi e inquietanti gli spazi aperti ed evocativi. Il trasferimento lontano
dalle radici, il cambiamento delle abitudini, il legame verso le persone che ti circondano e la voglia di lottare per
godere delle gioie che la vita ti può donare, tutti argomenti che si sviluppano e prendono forma nell'intero album.
Un’evoluzione del sound caratterizza l’intero lavoro discografico dove gli accenti folk-rock, consolidati nei precedenti
lavori, marcano le stesure dei brani che si differenziano per stile e dinamiche. Arrangiamenti con l’aggiunta di
elettronica d’ambiente, chitarre elettriche, ritmiche jungle e parti corali costituiscono il corpo dei 10 brani che si
uniscono nel concept title “Learn To Live”. Tutte le canzoni sono state composte, scritte e arrangiate da Giuliano
Vozella. Feat. Giuliano Vozella (Voci e Chitarre), Alessandro Grasso (Basso Elettrico, Hammond, Rhodes), Michele
Ciccimarra, (Batteria), Vincenzo Guerra - Batteria & Percussioni), Stefano De Vivo, (Elettronica & Sound Design).
IRD International Record Distribution • www.ird.it • facebook: www.ird.it/mipiace.htm
BGO BACK IN STOCK
John Stewart
ROCK
The Lonesome Picker Rides Again / Sunstorm
Edizione in digital remaster dei due album solisti pubblicati nel 1971 e nel 1972 per Warner Bros da John
Stewart, ex membro dei Kingston Trio. In queste incisioni Stewart è supportato da una lunga serie di sidemen
illustri, tra cui il chitarrista e vincitore di tre Grammy Larry Carlton, il chitarrista James Burton, il chitarrista
Peter Asher e il batterista Russ Kunkel. In particolare “The Lonesome Picker Rides Again” ha risalito le
classifiche statunitensi fino a giungere nella Top 20 e ha riproposto “Daydream Believer”, scritta anni prima
da Stewart per i Kingstron Trio e divenuta una hit nella versione del 1967 dei Monkees. Stewart ha poi
continuato a esibirsi e registrare fino alla sua morte, nel 2008. 2 LP IN 1 CD
Jennifer Warnes
ROCK
Jennifer Warnes / Shot Through the Heart
L’acclamata cantautrice americana Jennifer Warnes nel 1976 e 1979 ha pubblicato per Arista “Jennifer
Warnes” e “Shot Through The Heart”, entrambi entrati nella Top 100 statunitense. Al loro interno brani di
successo come “Right Time Of Night”, “I’m Dreaming”, “I Know A Heartache When I See One” e “Don’t Make
Me Over”. Jennifer Warnes ha messo a segno due primi posti con il singolo “Up Where We Belong” (con Joe
Cocker) e con “(“I’ve Had The) Time Of My Life” (con Bill Medley). Amica di Leonard Cohen fino alla fine, ha
contribuito a molti dei suoi progetti e continua di tanto in tanto a esibirsi. Ha inoltre in progetto l’uscita di un
nuovo album nei prossimi mesi. 2 LP IN 1 CD
COUNTRY
Janie Fricke
Sleeping with your memory / It ain’t easy /
Love lies / The first word in memory
Questa raccolta comprende quattro album della cantante country Janie Fricke, usciti per Columbia nel 1981,
1982, 1983 e 1984. Oggi la Fricke è un’artista di fama consolidata e in questi suoi lavori passati si trovano
alcune hit che già all’epoca hanno scalato le classifiche fino alla vetta. Alcuni esempi sono “He’s A Heartache
(Looking For A Place To Happen)”, “It Ain’t Easy Bein’ Easy”, “Let’s Stop Talkin’ About It” e ‘Your Heart’s Not
In’ It’. Ora i quattro dischi tornano disponibili in digital remaster. 4 LP IN 2 CD
Tony Williams
FUSION
Believe it / Million Dollar Legs / Joy of Flying
Il batterista jazz Tony Williams ha pubblicato tre album con Sony: “Believe It” nel 1975, “Million Dollar Legs”
nel 1976 e “Joy Of Flying” nel 1979. Alla realizzazione dei primi due ha partecipato anche il grande chitarrista
jazz rock Allan Holdsworth, mentre a “Joy Of Flying” hanno contribuito, tra gli altri, il chitarrista George
Benson, il bassista Stanley Clarke, il tastierista Brian Auger, Herbie Hancock, il sassofonista David Sanborn e
il chitarrista Ronnie Montrose. Questa infilata di grandi nomi non deve stupire: nella sua purtroppo breve vita
(è scomparso nel 1997 ad appena 51 anni) Williams ha suonato con tutti, da Miles Davis ai Public Image Ltd.
di John Lydon. Ora i tre album usciti per Sony sono disponibili in digital remaster. 3 LP IN 2 CD
JAZZ
Pietro Condorelli Jazz Idea & Songs
Il nuovo spettacolo musicale di Pietro Condorelli, esprime una logica di comunicazione che trascende l’ordinario
stereotipo di “concerto jazz”, pur senza rinunciare ai contenuti musicali ed artistici, talvolta non facili per i non iniziati.
Una ricerca espressiva che affronta differenti tematiche: dalla cultura degli anni ‘70 a Kerouac e la musica del
dopoguerra, la cultura popolare e le origini del cinema, in un continuum spazio-temporale. Affinatosi dopo alcune
esecuzioni pubbliche, l'attuale formula esprime la sua piena maturità espressiva alternando brani originali di Pietro
Condorelli e riletture di altri artisti, a readings di testi provenienti da autori in qualche modo vicini al jazz, come Jack
Kerouac, in una sorta di “continuum” musicale-teatrale. Rinnovata anche la formazione che vede Pietro Condorelli alla
chitarra, la collaudata ritmica di Domenico Santaniello al contrabbasso e Claudio Borrelli alla batteria e ha la particolarità
di “rispettare le quote rosa” con Francesca Masciandaro al flauto, già conosciuta in ambiti di musica popolare multietnica,
e la vocalist Simona Boo, che spazia anche in ambiti eterogenei come quelli della bossa nova e blues. DVD
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N U O V E
U S C I T E
Roberto Diana
ROCK
Raighes Vol. 2
L’ex chitarrista dei Lowlands ci presenta il secondo volume dei concept albums strumentali, il primo pubblicato nel
2012 ed è stato nominato, nella categoria indipendenti, ai Music Awards. Le maggiori testate nazionali ed
internazionali l’hanno considerato come uno dei migliori album strumentali dell’anno. “Raighes Vol. 2” (“Raighes” in
sardo significa “Radici”) è un’altra felice sorpresa, in quanto siamo di fronte ad un ennesimo gioiellino musicale dove
la chitarra è protagonista. Le radici, come si sa, per crescere hanno bisogno di nutrimento, e questo bravissimo
chitarrista ne attinge dalle proprie esperienze di vita. A volte episodi semplici, altre volte fatti che sono vere ed
importanti tappe nella crescita personale di ognuno di noi. Tutte queste esperienze, filtrate dalla sensibilità di
Roberto Diana, prendono forma e corpo nelle nove tracce che compongono quest’ottimo cd strumentale, ricco di
suoni che richiamano i grandi dello strumento come Leo Kottke o John Fahey, ma in realtà sono l’anima del loro
autore ed interprete. Nel disco partecipano in alcuni brani: Jimmy Ragazzon (armonica), Giulia Cartasegna (violin e
tanpura), Cristiano Carbini (drums), Larry Salzman (percussion), Isha (tanpura). Impeccabile la resa sonora.
Disponibili anche:
Raighes Vol. 1
Primo concept album, nove brani del 2012
Whisky a go go
(Bootleg official live) Registrato nel 2015 al mitico Whisky A Go Go. Edizione Limitata mini
album 5 brani
Cominciamo da una tua personale presentazione…
musicalmente come nasci… Puoi sintetizzarla con
un’immagine?
Che bella domanda… Mi piace molto il termine “Cantadora”, colei
che canta storie di ogni tempo e luogo, storie dell'anima.
La musica mi ha accompagnato fin da bambina. Ho sempre sentito
un legame molto fisico ed emotivo, e come una necessità esplorarla
e integrarla nella mia vita.
Ho cominciato a studiare violoncello quando avevo 10 anni e nel
frattempo ho iniziato l'esperienza corale, che è stata una delle
formazioni più interessanti che ho avuto, sia dal punto di vista
musicale che umano. Ho cantato in cori, ma soprattutto in gruppi
vocali a cappella per più di 15 anni. A questa esperienza va tutta la
mia gratitudine: mi ha insegnato a servire un progetto e a sentirmi
parte di un tutto.
Ma non mi bastava, volevo comprendere meglio la connessione del
corpo con la voce: così ho fatto esperienza e cantato nell'ambito
della ricerca teatrale e della danza contemporanea, seguendo
circuiti un po' alternativi. Per qualche anno ho frequentato una
grande maestra che si chiama Maud Robart (Haitiana, collaboratrice
del teatro di Jerzy Grotowsky), che usando canti della tradizione
voodoo, crea connessioni tra la cultura arcaica e quella occidentale:
l'obiettivo è risvegliarsi al sentire attraverso la vibrazione del canto.
Ho visto che la tua formazione musicale passa
dall’etnomusicologia e per la musicoterapia: sono due ambiti
che hanno a che fare con la concezione dell’essere umano…
ci puoi dire qualcosa di più?
La voglia di esplorare il vastissimo mondo della musica mi ha portato
a seguire le strade che sentivo più affini a me: per quanto riguarda
la formazione in etnomusicologia, la musica di culture “altre” mi ha
sempre toccato nel profondo, come se ognuna portasse a galla un
aspetto diverso e in un certo modo “archetipico”, se così si può dire,
dell'essere umano. Come se ognuna dipingesse, con colori diversi,
parti interne di un sé ricco e complesso. La musicoterapia mi ha
aperto a un altro aspetto, ovvero quello trasformativo della musica: il
suo grande potere di cambiare un'atmosfera, emozioni e percezioni,
ha per me il fascino ancestrale di un rituale e di un potente mezzo di
trasformazione.
Ma è anche un altro modo per mettersi al servizio, in cui non sono
necessari grandi virtuosismi, ma la voglia di essere in ascolto e
dialogare. Un'esperienza liberatoria in cui la musica diventa un
mezzo e non un fine.
Cantare per me è sempre un'azione catartica e piuttosto viscerale,
in cui percepisco chiaramente che le mie parti razionali vengono
completamente travolte da una forza più grande.
Doña Flor, Alma Desnuda, un cd colorato e fiorito, sin dalla
copertina e dal libretto… proviamo a vedere qualche
sinestesia tra colori e musica…
Si, in effetti sento che la musica rappresenta uno dei fili di una trama
che creano un quadro più grande: colori, forme, impressioni, in cui
ogni dettaglio è una parte che racconta del viaggio di questo alter
ego; delle contaminazioni e del calore sudamericani, con quella
caratteristica di forza, colore e racconti in cui il sogno contamina la
visione della realtà.
Essendo un alter ego, è come immergersi in un personaggio, che
canta e racconta musica e colori, che si fa attraversare da
un'esperienza che coinvolge tutti i sensi.
Cecilia Fumanelli alla voce, Simone Riva alla chitarra e
mandolino, Diego Zanoli alla fisarmonica, Max Confalonieri al
contrabbasso, Max Malavasi alla batteria e alle percussioni…
con Doña Flor che sonorità cercate? Qual è la vostra ricerca
musicale?
Ho più la sensazione che la musica cerchi noi che viceversa! O forse
mi piace pensare così. Più questo avviene, lasciandole spazio di
manifestarsi nel nostro suono, più si definisce un'alchimia di
personalità caratterizzate da influenze diverse.
Quello che emerge è qualcosa di intenso, a volte evocativo, con
colori forti e caldi. Il nostro punto d'incontro è mostrare se stessi in
musica, senza più il bisogno della maschera che si indossa tutti i
giorni. La realtà per i Dona Flor è il palco. Li ci mostriamo “nudi”,
mostriamo la nostra vera natura. Oltre a suonare è un sublimare noi
stessi, la nostra sensibilità, la nostra follia, a volte anche il nostro
dolore e le nostre speranze. Tutto raccontato con passione e
semplicità.
Forse… o forse è qualcosa d' altro. (Ringrazio Max Malavasi per il
contributo!)
Veniamo al titolo del cd: Alma desnuda… ci puoi spiegare il
titolo?
Questo si ricollega un po' alla domanda precedente. Da un lato per
me cantare ha il significato di mostrare le parti più profonde di sé.
Quando canti sei solo tu, il tuo corpo e la tua voce, nessuno
strumento si interpone tra te e chi ascolta. Il canto è connesso al
respiro e il respiro non mente mai… per questo mi sento un'anima
nuda!
Inoltre ha a che fare con la scelta dei pezzi, che toccano per noi
corde sensibili.
Non ultimo il fatto che per tanti anni ho cantato con altre persone,
sempre in situazioni di gruppi vocali e che negli ultimi anni ho deciso
di portare la mia voce “fuori dal coro”. Esporsi è rischiare, e io ho
voglia di farlo, con l'anima.
5 tracce di Alma Desnuda sono canzoni di Lhasa de Sela,
cantautrice di origine messicano-statunitense, morta a soli 37
anni, con una vita “on the road” tra Messico e Stati Uniti, e una
vicinanza all’attività circense…
L'incontro con la musica di Lhasa è stato folgorante. Tante le
somiglianze nello stile di vita e nel sentire la musica… amo tenere
vive le storie, così ho voluto dare il mio piccolo contributo a far vivere
i suoi pezzi, ma anche a onorare la sua vita e la sua bellezza.
La tua passione non è solo musicale, come posso vedere da
“Spaziobizzarro”, ci puoi raccontare in cosa consiste questa
esperienza e come rientra nell’attività di musicista-cantante?
Spazio Bizzarro è un progetto nato un po' per caso qualche anno fa,
ma che ha modellato moltissimo la mia vita. E' una scuola di circo in
uno chapiteau, in cui organizziamo corsi, progetti educativi,
residenze artistiche, eventi e spettacoli.
Ho incontrato il mondo del circo contemporaneo una decina di anni
fa, venendo a contatto con l'ambiente della scuola di Cirko Vertigo di
Torino, grazie a Nicola, mio marito, che la frequentava. E' stato
subito un amore a prima vista, nel circo c'era tutto quello che
amavo: fisicità, passione, musica, danza, immaginazione. Ho iniziato
a cantare nella compagnia di circo della scuola, con uno spettacolo
sui 150 anni dell'unità d'Italia (“Una piccola tribù corsara”) che ha
debuttato in diversi festival internazionali (Italia, Argentina, Brasile).
Cantare per gli spettacoli è per me una delle forme più interessanti
del fare musica: è mettersi a disposizione di un artista, di un numero,
in una sinestesia che prende forma nella performance e si
arricchisce di arti diverse.
Ma è anche azione teatrale, che richiede presenza e intensità.
Con Spazio Bizzarro in questi anni ho continuato a cantare e a
lavorare come attrice in cabaret e spettacoli, come “Leonardo, il
peso e la piuma” dedicato alla poliedrica figura di Leonardo da Vinci.
Poi quest'anno è arrivato “Born To Be Circus”: uno spettacolo con 16
artisti, organizzato dalla compagnia Circo Zoè (di cui uno dei
fondatori è il nostro fisarmonicista Diego Zanoli), che ci ha visti
impegnati per 14 serate a Torino quest'inverno. 5 musicisti e 11
artisti, un’autentica troupe di circo che ha dato vita ad un cabaret
pop dal fascino antico. E' un grosso progetto, che ci vedrà aprire
quest'estate il festival di Mirabilia, uno dei più importanti festival di
circo italiani.
Claudio Zonta
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JAZZ
New Landscapes Rumors
New Landscapes nasce nel 2015 dall’esigenza di esplorare le potenzialità espressive di un ensemble cameristico in
cui convivono strumenti e musicisti di estrazione diversa. La musica barocca, quella etnica e contemporanea,
l’improvvisazione, così come le composizioni originali del trio, diventano possibili declinazioni di un unico modo di
concepire la musica: la ricerca di un suono e di un gesto equilibrati ed evocativi. I tre musicisti veneti, accumunati da
insolite apertura e curiosità, vengono da esperienze diverse. Avevano già suonato insieme Silvia Rinaldi, violinista
veneziana, e Luca Chiavinato, chitarrista classico poi passato al liuto barocco e all’oud. Ma se il loro incontro poteva
già apparire interessante (qualche brano del disco vede infatti all’opera il solo duo, come Lachrimae, dell’inglese
John Dowland, e la stravagante Gnossienne n. 1 di Satie), la vera novità del progetto è rappresentata dall’aggiunta
del clarinetto basso di Francesco Ganassin, musicista poliedrico, a suo agio sia con il linguaggio contemporaneo che
con quello jazzistico. Un disco del debutto “live” insolito, ma sincero e coraggioso, il primo passo di un percorso
artistico che fa già intravvedere nuovi ed interessanti sviluppi.
Claudio Cojaniz
JAZZ
Stride Vol. 3 Live
Terzo episodio di un’avvincente saga pianistica, questo “Stride vol. 3 – live” è molto diverso dai due precedenti,
perché – come fa capire lo stesso titolo – è stato registrato interamente dal vivo. Il nuovo piano–solo del jazzista
friulano Claudio Cojaniz, oggi nel pieno della sua maturità artistica, è una riuscita fotografia di quello che fa
solitamente nei suoi concerti, con un repertorio quanto mai vario e che presenta in quest’occasione, oltre ai
collaudati cavalli di battaglia, più di qualche novità. Pur registrato appena tre mesi dopo il secondo, “Stride vol. 2”
sembra completare nel migliore dei modi l’indagine sul pianismo di Claudio Cojaniz, tra i più coerenti ed originali
dell’odierna scena jazzistica, non solo italiana.
JAZZ
Dinamitri Jazz Folklore Exwide Live
Nel deserto è facile perdersi, ma si può anche rischiare di ritrovarsi. E' per questo che tanti se ne sono invaghiti. E se
a Timbuctu i Dinamitri Jazz Folklore hanno potuto ritrovare le radici musicali di una cultura antica come quella tuareg
per arrivare a toccarne l'essenza, allo stesso tempo si son dovuti rimettere in gioco. La toscanità, l'identità aperta e il
senso comunitario che ha reso questa esperienza diversa da tante altre, sono state le chiavi di un incontro possibile.
Ecco perché emerge in questo disco “live” una doppia anima: da un lato la forte spiritualità ritualistica, da sempre
presente nel battito musicale del livornese Dimitri Grechi Espinoza, sax alto, dall'altra il debordante vitalismo che lo ha
contagiato attraverso Ahmed Ag Kaedi degli Amanar, o gruppi come i Tartit ed i Daktaris. L’obiettivo sembra essere
quello di esplorare il linguaggio jazz studiandone le connessioni con i diversi idiomi, e compiendo così una sorta di
cammino a ritroso: da Ornette Coleman al jazz modale, dal be–bop alle polifonie di New Orleans, dal blues all’Africa. Di
tutti i precedenti album, sempre molto attenti alle suggestioni dell’Africa sahariana, questo è quello che coglie
maggiormente il lato giocoso del gruppo, in grado di essere profondo senza per questo apparire troppo “serioso”.
Gabriele Pesaresi
JAZZ
Something About
Gabriele Pesaresi è un musicista che, fino ad ora, ha magnificamente arricchito progetti, lavori discografici e live di grandi
musicisti sia in Italia che molto oltre i suoi confini. Questa è premessa necessaria per riuscire ad inquadrare “Something
About”: il contrabbassista ora, per la prima volta, sente l’esigenza di condividere con gli altri un suo lavoro discografico
da leader. Il lavoro che ne risulta quindi, non risente di nessuna delle caratteristiche delle opere prime: il linguaggio
compositivo e improvvisativo è molto definito, curato e mirato ad un certo tipo di comunicazione; c’è un’idea della forma
ben avvertibile e lo stessa identità sonora si riflette con egual forza su tutte le tracce. Capiamo che il musicista, invece
che raccogliere una summa antologica delle proprie esperienze, sceglie di fare una scelta di campo ben precisa. Una
decisione elegante e apprezzabilissima in uno scenario discografico che privilegia l’assemblaggio di portfolio musicali più
che di progetti comunicativi. Feat. Simone La Maida, Marco Postacchini, Massimo Morganti, Angelo Trabucco.
Massimo Morganti
JAZZ
Arrangiamenti
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Il trombonista, compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra Massimo Morganti pubblica il suo nuovo album in
collaborazione con Martin Wind, William Cunliffe, Joe LaBarbera, Scott Robinson e Diana Torto. Massimo Morganti è
un musicista versatile, nel senso che Stefano Benni conferisce al termine: “colui che ha talenti vari, e ama distribuirli
tra sfide ed esperimenti diversi, mantenendo totale serietà e unicità“. Trombonista e fisarmonicista molto tecnico e
sempre originale, Massimo in questo suo lavoro eccelle soprattutto come direttore d’orchestra, compositore e
arrangiatore; i brani disegnano nell’insieme un coloratissimo viaggio attraverso la storia del jazz, da Gershwin riletto con sapienza e rispetto delle trame originali - a pagine firmate da autori del nostro tempo e ricomposte - che
altro fa un geniale arrangiatore?- da Morganti con gusto, eleganza e sonorità ora mediterranee (con testi in basco
e sardo), ora contemporanee.
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Phil Perry
Breathless
FUSION
Phil Perry non ha bisogno di presentazioni: a parlare per lui bastano la sua hit R&B “Call Me”, il ruolo di lead vocalist
dei Fourplay e di Najee, quello di corista per Anita Baker, Barbra Streisand, Patti LaBelle, Chaka Khan e Quincy Jones,
e le sue entusiasmanti performance dal vivo. Non a caso questo veterano del soul è considerato uno dei legami più
significativi dell’urban jazz con l’epoca d’oro dei grandi, come Marvin Gaye e Teddy Pendergrass. Ora, con
“Breathless” propone uno smooth jazz incalzante e appassionato, con rivisitazioni del classico di Stevie Wonder
“Love’s In Need Of Love Today”, della hit dei 5th Dimension (scritta da Burt Bacharach) “One Less Bell To Answer”
e di “Is It You?” di Lee Ritenour. Co-prodotto da Phil Perry e dal collaboratore di lunga data Chris Davis (Will Downing,
Kim Burrell, George Clinton), “Breathless” saprà farsi apprezzare dai fedelissimi di Perry.
Rick Braun
Around The Horn
FUSION
Come solista, produttore e membro di spicco del supergruppo smooth jazz BWB (insieme a Kirk Whalum e Norman
Brown), Rick Braun ha legato il suo nome a più di 20 hit giunte in vetta alle classifiche radiofoniche di smooth jazz.
Grazie ai continui tour e alle collaborazioni con pesi massimi del genere, come Dave Koz, Boney James e Brian
Culbertson, nell’ambiente è ormai più che affermato. “Around The Horn” propone tutta la sua abilità alla tromba, con
melodie memorabili e un sound lirico e leggero al tempo stesso. Rick Braun reinventa in chiave jazz brani pop come
“Yellow” dei Coldplay, “In Common” di Alicia Keys e “We Don’t Talk Anymore” di Charlie Puth e Selena Gomez, e si
avvale invece per altri pezzi della collaborazione di musicisti di prim’ordine, dalla superstar della chitarra Peter White
alla stella nascente del canto Lindsey Webster. Un album che JazzTimes ha definito irresistibile e che non deluderà
gli appassionati del genere.
P ro ssi m e U sci t e
ALOOS
PP
A
A
Appaloosa
Records
Tim Grimm - A Stranger in this Time
Let My Horses
Run Free
DISTRIBUZIONE: I.R.D.
International Record Distribution
www.ird.it • facebook: ird.it/mipiace.htm
Reed Turchi - Tallahatchie
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Sugar Ray Dogs
BLUES
Dirty Kitchen Songs
Dopo aver esportato la sua musica in Giappone, Europa e Usa, con album pieni di suoni, pieni di strumenti
e di musicisti, da vero outsider, Ernani Ray D. Natarella decide che è il momento giusto per affrontare un
nuovo percorso, un album intimo, scevro da qualsiasi clamore sonoro e ospite d’eccellenza. Un album
controverso e inaspettato, solitario e crepuscolare, pensato nella solitudine di una cucina sporca. Un album
acustico fatto solo da una chitarra, un quartetto d’archi e la sua voce graffiante. Quello che ne scaturisce da
questa combinazione è una miscela alchemica che ha dato vita a otto ballads. Otto racconti narrati dal cuore.
Otto graffi che penetrano in profondità.
Les Sens Jazz
JAZZ
Earth
Les Sens Jazz e’ un gruppo musicale che nasce a Verona nel 2015 dalla passione di musicisti insegnanti
professionisti. Il repertorio musicale si basa su brani standard jazz e latin jazz con improvvisazioni accurate,
intrattenendo i vostri clienti con sonorità suggestive per dare il piacere di una serata di relax e di grande
ascolto. Feat. Luigi Mazzaglia (Sax alto e tenore), Gian luca Zoccatelli, (Pianoforte e flauto traverso), Max
Avesani (Percussioni), Dimitri Tormene (Tromba e Flicorno), Fabio Agosti (Basso elettrico), Pablo Kingsfart
(Chitarra elettrica e acustica), Beppe Mazzone (Fonico e recording dj).
BLUES
Gabriel Delta Band Hobo
C’è tanta passione nella musica di Gabriel Delta, da sempre. Una passione musicale e una passione per l’impegno
sociale, con la musica a favore dei più deboli. Questa è una delle principali caratteristiche di questo eclettico
cantante e chitarrista italo-argentino che da anni propone un suo personale percorso musicale attraverso le
Americhe che riassume le influenze ricevute, dai 3 famosi King (B.B., Freddie e Albert), al funky e al rhythm’n’blues,
senza appunto dimenticare le proprie origini sudamericane. In questo inizio 2017 la Gabriel Delta Band si presenta
con un nuovo progetto musicale, un disco dal titolo emblematico “HOBO”, la cui traduzione letterale sarebbe
“Vagabondo”, ma che racchiude in realtà un significato più profondo. Per questo nuovo progetto Gabriel Delta si è
circondato di musicisti esperti, come Daniele Mignone al basso, Carlo Bellotti alla Batteria e Gianni Gotta alla chitarra,
dando origine ad un suono compatto che - non disdegnando le radici del blues - ne percorre la strada tracciata,
contaminata dal rock, dal folk e dalla musica latino-americana definendo “HOBO” come un album senza frontiere.
Reno Brandoni
JAZZ
Indifeso
Con “Indifeso” Reno Brandoni aggiunge al proprio curriculum un disco strumentale di chitarra ricco di
atmosfera e passione in cui il suono nelle sue molteplici forme è protagonista assoluto. Un concept album che
si affida alla fantasia dell’ascoltatore per disegnare il suo viaggio e sviluppare il racconto. Immaginazione ed
emozione si sovrappongono, tra storie che vivono nella libertà della loro interpretazione senza barriere o
confini e senza il rigore di un univoco significato. Da quarant’anni Reno Brandoni accompagna la crescita della
chitarra acustica in Italia, portando avanti un sito internet e una rivista dedicata. Questo suo quinto lavoro
rappresenta una prova di maturità: quattro anni di studio e ricerca hanno dato vita a un disco intimistico in cui
le composizioni originali e l’utilizzo di altri strumenti confermano il suo caratteristico stile melodico.
JAZZ
Matteo Cona Something to do on Sunday
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Secondo album del chitarrista, compositore romano Matteo Cona composto da 10 brani di sua
composizione che raccontano storie vere di persone e dei loro differenti modi di vivere il tempo libero.
Un’indagine sul “giorno di riposo”, momento per prenderci cura di noi stessi esprimendo l’individualità uscendo dai
dogmi dei media e dal bisogno di essere accettati socialmente. La domenica può però diventare un’arma a doppio
taglio per chi non ha proprio equilibrio o buone relazioni sociali, enfatizzando la sensazione di malessere e di
inutilità. La ricerca musicale del disco prova a sfuggire i cliché del jazz post-bop seppur accogliendone le grandi
innovazioni compositive e timbriche. Lo stile è certamente influenzato da musicisti come Kurt Rosenwinkel, dal quale
mutua la ricerca tra jazz e rock con un frequente lirismo tensivo, e Kenny Wheeler che ispira composizioni di ampio
respiro e la costante ricerca di un fil rouge che attraversi ogni passaggio dell’opera. L’efficacia del risultato sonoro
si realizza anche grazie al contributo dei musicisti che hanno collaborato alle registrazioni: il sassofonista di Augusto
Pallocca, tastierista Carlo Ferro e l’eccezionale tecnica del batterista Sergio Tentella.
Miroslav Vitous
The Bass
Stoneground
Family Album
Sea Level
Ball Room
Doug Sahm
Doug Sahm and Band
Texas Tornado
Groovers Paradise
Mick Clarke
IRD - International Record Distribution
• www.ird.it
• facebook: www.ird.it/mipiace.htm
Ramdango
Crazy Blues
Shake it Up!
RIEPILOGO NUOVE USCITE
Stephen Riley & Peter Zak
JAZZ
Deuce
Stephen Riley ha inaugurato il suo sodalizio con SteepleChase nel 2005, con l’insolito e sorprendente trio senza
piano di “Inside Out”. Da allora ha optato in molte occasioni per una formazione senza pianoforte, finché nel 2013
ha pubblicato in quartetto “Lover”, con il pianista Peter Zak. Riley e Zak hanno iniziato così a esibirsi in duo e il loro
debutto “Haunted Heart” è stato un successo di pubblico e critica. “Deuce” prosegue il cammino di questa empatica
accoppiata. Ormai al terzo disco insieme, la sensibilità dell’accompagnamento di Peter Zak dà al sax di Riley il respiro
e lo spazio di manovra che il jazzista credeva di poter trovare solo nelle formazioni senza piano. Stavolta i due
trovano nuovi modi di mescolare i classici del jazz con delle perle del canzoniere americano. Senza una sezione
ritmica a dare il passo, i musicisti si affidano unicamente all’intuito e trovano una chimica rara, che preannuncia un
futuro luminoso.
Chris Byars
JAZZ
The Music of Frank Strozier
L’opera del sassofonista Chris Byars di riscoperta e celebrazione delle opere dei grandi compositori jazz
delle generazioni passate si arricchisce di un nuovo capitolo, con un’altra collezione di perle: “The Music of
Frank Strozier” raccoglie le composizioni del sassofonista contralto, riproposte negli splendidi arrangiamenti
di Byars. Nato in Tennessee nel 1937, Frank Strozier è cresciuto suonando il piano nel fertile ambiente blues
e jazz della sua città d’origine, Memphis. Affermatosi poi nella New York degli anni ’60 come sassofonista
contralto e compositore, si è esibito tra l’altro con il Miles Davis Sextet.
Carl Winther
WORLD MUSIC
JAZZ
Deconstructing Mr. X
Oltre ad aver vinto diversi premi, il pianista e compositore danese Carl Winther, classe 1984, si è già affermato sulla
scena internazionale come uno degli strumentisti più capaci della nuova generazione. Figlio del noto trombettista
Jens Winther (purtroppo scomparso nel 2011), Carl è cresciuto in una famiglia in cui la musica era pane quotidiano
e ha intrapreso la carriera professionistica quando era ancora un adolescente. Pianista e compositore
intraprendente e originale, si è esibito e ha inciso pezzi con Billy Hart, Jerry Bergonzi, Bill Evans, George Garzone,
Adam Nussbaum, Dick Oats e Doug Raney, per citare solo alcuni nomi. I suoi tour lo hanno portato in tutto il mondo
ed è stato definito una delle figure rappresentative dell’alto livello qualitativo del jazz danese sulla scena
internazionale. Nel nuovo album “Deconstructing Mr. X” esegue nove sue composizioni originali, accompagnato dal
bassista Johnny Åman e dal batterista Anders Mogensen.
Freddie Del Curatolo
Esilio Volontario
Il Kenya di Freddie Del Curatolo, italiano trapiantato a Malindi, è immenso, ricco di etnie e problemi, contraddittorio e
complesso. Un osservatorio privilegiato per riflettere sul senso dell’esistenza, sul mondo, sul vero significato
dell’espressione “vivere alla giornata”, ma anche sul senso di valori tanto abusati superficialmente quanto ignorati in
profondità, come rispetto, accoglienza, comprensione. Le dieci tracce, variegate nei suoni, nelle suggestioni e nelle
tematiche, lanciano un chiaro messaggio: solo riducendo i bisogni indotti e aprendosi all’essenziale è possibile trovare il
proprio centro. Alle tappe del percorso danno respiro e ritmo gli arrangiamenti di Raffaele Abbate e Stefano Barotti, e
impreziosiscono i suoni artisti come Armando Corsi (chitarra acustica), Mario Arcari (oboe e clarino), Vittorio Alinari (sax
tenore, clarinetto basso e flauto traverso), Paolo Ercoli (dobro), Vladimiro Carboni (batteria), Luca Silvestri e Pietro
Martinelli (basso). Un caleidoscopio di sonorità, interpretato con convinzione dalla voce potente ed espressiva di Freddie.
AMS
JAZZ
Accademia Musicale
Siciliana “Enzo Randisi”
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Live in Piazza Armerina
Registrazione live del 2005, nel comune Siciliano di Piazza Armerina, al Teatro Ganbaldi, si sono riuniti una
serie di musicisti incredibili. 6 lunghi brani eseguiti da varie formazioni tra cui: Paolo Fresu, Giovanni
Mazzarino, Dado Moroni, Rosario Giuliani, Javier Girotto, Bob Mintzer, Gianluca Renzi.
Joan Shaw
A Retrospective 1947-1964
Larry Elgart
New sounds at The Roosvelt
& Music from the Broadway
Hit Production Saratoga
JAZZ
Lee Konitz
Meets Jimmy Giuffre
Sammy Davis Jr.
A lot of livin’ to do
VINILE
180gr
JAZZ
JAZZ VOCAL
JAZZ VOCAL
RIEPILOGO NUOVE USCITE
Bobby Timmons
Eddie Duran
Modern Music From San
francisco
VINILE
180gr
JAZZ
JAZZ
Soul Time
Gene Shaw
Debut in Blues
VINILE
JAZZ
JAZZ
180gr
Med Flory
Go West Young Med! 1954-1959
Distribution: www.ird.it
WATERMELON SLIM
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ERIC BIBB
GIOVANNI MAZZARINO
PIANIPARALLELI
R I E P I L O G O
N U O V E
U S C I T E
Jim Kweskin
ROCK
Relax Your Mind
Dopo che un paio di album con Vanguard Records avevano affermato Jim Kwerskin e la Jug Band come attori di primo
piano sulla scena folk, nel 1965 Kwerskin ha imboccato una via un po’ diversa per il suo primo LP senza la band. Per
citare le sue parole, “Relax Your Mind”, gli ha dato l’opportunità di incidere “della musica un po’ più significativa a
livello personale”. Accompagnato dai membri della Jug Band Fritz Richmond (al bidofono) e Mel Lyman (all’armonica),
Kwerskin ha registrato pezzi che, in linea con quanto realizzato con la Jug Band, abbracciano più generi: dai classici
del folk tradizionale al blues, fino al gospel, alla musica africana e altro ancora. Alle studio session si affiancano poi
dei brani registrati dal vivo al Club 47 di Cambridge più o meno un anno prima. “Relax Your Mind” è oggi disponibile
in versione rimasterizzata e corredato di un ricco booklet (in inglese) con numerose citazioni di Kweskin.
COUNTRY
Lynn Anderson
The Definitive Collection
Lynn Anderson, una delle cantanti country entrate nella Top Ten di tutti i tempi e la prima a registrare il sold out al
Madison Square Garden, è stata una presenza costante in diversi show televisivi americani, due tra tutti il Tonight
Show e Starsky & Hutch. Ora Real Gone presenta un doppio CD che rende finalmente giustizia alla sua carriera: 40
tracce, 38 hit e tutti i classici incisi per Chart e Columbia, rimasterizzati con cura per “The Definitive Collection”. Si
parte con la sua prima hit “Ride, Ride, Ride” e si prosegue con tutti gli altri pezzi che hanno lasciato un segno, tra cui
“Rose Garden”, “You’re My Man”, “How Can I Unlove You”, “What a Man, My Man Is”, “Keep Me in Mind”, “Mother,
May I” (cantata in coppia con la madre Liz Anderson), “That’s a No No”, “Cry”, “Listen to a Country Song”, “Fool Me”
e molte altre hit di livello più o meno alto. Grande country degli anni ’70, cantato da un’artista spesso sottovalutata.
Lesley Gore
ROCK
Love Me by Name
Dopo la pubblicazione di “Someplace Else Now”, Real Gone torna a integrare i vuoti nella discografia di Lesley Gore
con l’album che ha registrato nel 1976 per A&M Records, “Love Me by Name”. Nel disco la Gore ritrova il sodalizio
artistico con il produttore Quincy Jones, con cui aveva collaborato durante la fase del grande successo degli anni
’60. A entrare in studio con lei, una sfilata impressionante di grandi talenti, tra cui Herbie Hancock, Toots
Thielemans, Harvey Mason, Jim Keltner, Dave Grusin e molte altre superstar, non ultima la famiglia Partridge
dell’omonima sitcom musicale. “Love Me by Name” alterna brani firmati dalla Gore e dalla sua coautrice Ellen Weston
e il pezzo che dà il nome al disco è stato in seguito riproposto tra gli altri da Dusty Springfield, Patti Austin e Jennifer
Holiday. Nel complesso, un album dagli accenti disco e funk che propone con questa ristampa i due rari simboli
“Immortality” e “Give It to Me Sweet Thing”.
Larry Elgart
& his Orchestra
The Swinging Sounds of
Chris Connor
The Complete Atlantic Singles
1956 – 1960
Pat Homas
Desafinado
& Moody’s Mood
JAZZ
Bill Doggett
& his Combo
JAZZ VOCAL
JAZZ VOCAL
JAZZ
Sophisticated Sixties
+ The Shape of Sounds to come
28
R I E P I L O G O
N U O V E
U S C I T E
Larry Coryell
JAZZ VOCAL
JAZZ
Coryell
Larry Coryell è uno dei più grandi chitarristi al mondo, ma il suo talento non è ancora riconosciuto come
meriterebbe. A confermarlo è anche il fatto che il suo secondo album da solista, completato nel 1969, viene
pubblicato solo ora. Si tratta di un interessante mix di improvvisazioni e arrangiamenti, eseguiti da un cast stellare
che comprende Ron Carter, Bernard Purdie, Albert Stinson (“The Jam with Albert” è forse la punta di diamante
dell’intero album), Chuck Rainey e Jim Pepper, già compagno di band di Coryell nei Free Spirits. Tra le influenze di
questa perla del jazz rock c’è di certo Jimi Hendrix, ma Coryell riesce a dare un’impronta molto personale. Non per
niente sulla scena fusion dell’epoca l’unico a poter competere con lui era John McLaughlin, con cui Coryell avrebbe
poco dopo pubblicato l’indimenticabile “Spaces”.
The Mills Brothers
Wonderful Words of Life (The Inspirational Recordings)
Tra i gruppi vocali più amati degli Stati Uniti, nel corso dei loro sette decenni di carriera i Mills Brothers hanno
inciso più di duemila brani, arrivando a coprire quasi tutto il canzoniere americano. Tuttavia, il gospel ha
rappresentato solo una minima parte del loro repertorio: ora Real Gone ha realizzato la loro prima
compilation completa dedicata al genere, che ripropone le stesse armonie morbide e lo stesso mix sapiente
di jazz, blues e pop che hanno reso tanto famoso e apprezzato uno tra i primi gruppi vocali afroamericani a
raggiungere un successo dilagante.
Delaney & Bonnie and Friends
ROCK
Motel Shot
Expanded Edition In “Motel Shot”, il loro quarto album in studio, sono affiancati da nomi noti come Joe Cocker, Gram
Parsons, Duane Allman, John Hartford, Dave Mason e Bobby Whitlock. Il disco, venato di gospel, è in larga parte
acustico, informale: il titolo si riferisce infatti alle jam session nate in motel delle pause della vita on the road, anche
se il progetto è nato come futura uscita per Elektra. Dopo la rottura tra l’etichetta e Delaney, al timone si è messa
Atco, che ha fatto registrare di nuovo gran parte dei materiali e ha pubblicato un vero e proprio album di studio.
Oggi questa sua edizione rimasterizzata e ampliata recupera la concezione originale del progetto e include tanto i
pezzi dell’album in studio quanto le otto tracce delle session originali, che erano state sul mercato solo per un
brevissimo periodo in Giappone. Con 8 bonus track
The Fish that saved Pittsburgh
ROCK BLUES
ROCK
Music from the Original Motion Picture Soundtrack
29
Colonna sonora del film del 1979 “The Fish That Saved Pittsburgh”, uscito in Italia con il titolo “Basket
Music”. Ad accompagnare la commedia di star della pallacanestro era una colonna sonora soul altrettanto
costellata di stelle: i Four Tops, The Spinners, Bell and James, Phyllis Hyman, William “Poogie” Hart dei
Delfonics, il grande band leader Doc Severinsen, i Sylvers, la superstar del country Loretta Lynn, la leggenda
del ragtime Eubie Blake e altri ancora. Scritta dal maestro del pop soul Thom Bell, è un inno al blues che
sconfina nel funk, nella disco e nel jazz, mantenendo sempre uno stile squisitamente ballabile.
The 5th Dimension
BOX 3 CD
The Complete Soul City / Bell Singles 1966-1975
Questo cofanetto da tre CD celebra il cinquantesimo anniversario della nascita dei 5th Dimension, al secolo Billy
Davis Jr, Florence LaRue, Marilyn McCoo, Lamonte McLemore e Ron Townson. La compilation raccoglie tutti i singoli
usciti per le etichette Soul City e Bell, il primo singolo pubblicato su Bronco dalla band con il nome The Versatiles e
l’unica uscita per Arista: 61 tracce dinamiche e intense dagli arrangiamenti geniali e dalla produzione rivoluzionaria,
tra le migliori degli anni ’60 e ’70 e quasi tutte per la prima volta in CD. 30 hit pop e 15 R&B, tutte nel raro mixaggio
in mono (solo gli ultimi quattro brani della compilation sono in stereo), ma anche alcuni singoli non usciti in LP quasi
introvabili. La produzione del grande Bones Howe, gli arrangiamenti vocali di Bob Alcivar e l’accompagnamento
strumentale della nota session band dei Wrecking Crew riescono a valorizzare il talento autoriale di Laura Nyro e
Jimmy Webb, in una compilation che è un vero gioiello di sunshine pop. Box 3 cd.
BLUES ROCK
R I E P I L O G O
N U O V E
The Paul Butterfield
Blues Band
U S C I T E
VINILE
Got a Mind to Give Up Living (Live 1966)
La Paul Butterfield Blues Band è stata forse la miglior band dal vivo in circolazione nel 1966 e una delle prime ad
aver introdotto quelle improvvisazioni prolisse che hanno gettato le basi per quella che sarebbe stata l’imminente
rivoluzione psichedelica. In “Got A Mind To give Up Living – Live 1966” troviamo uno splendido live dal 1966, ma
anche alcuni brani mai uscite a livello commercial prima d’ora. Il libretto include liner notes di Chris Morris, citazioni
dei membri della band e rare fotografie dell’epoca. LP limited edition con 4 bonus track. 2 LP
Soft Machine
VINILE
180gr
Live at the Paradiso
ROCK
180gr
Edizione limitata in vinile viola del live di una delle prime e più grandi band prog rock della storia. Se però nel
vostro immaginario il prog rock prevede musicisti avvolti da una nuvola di fumo che cantano di fate e maghi,
forse questo bootleg autorizzato vi deluderà. Il live del marzo 1969 al Paradiso di Amsterdam raccoglie
materiale che sarebbe uscito solo sei mesi più tardi, con la pubblicazione di “Soft Machine: Volume Two”. Il
trio di Robert Wyatt a batteria e voce, Mike Ratledge all’organo e Hugh Hopper al basso propone quello che
può essere definito solo come un assalto sonoro jazz rock ad alto tasso di decibel e alcuni dei passaggi
strumentali più frenetici ricorderanno forse la band di Miles Davis all’epoca di “Agharta”. LP colorato
Todd Rundgren & Utopia
VINILE
180gr
ROCK
Live at the Old Waldorf
Edizione limitata in doppio LP del live del 5 agosto 1978 all’Old Waldorf di San Francisco. L’album immortala
l’inizio di un lungo tour statunitense di Todd Rundgren e degli Utopia, una delle pochissime band prog rock
dei tardi anni ’70 a poter vantare un così alto livello di incisività stilistica, musicale e di repertorio. La
registrazione, di qualità particolarmente alta, comprende brani da “Back to the Bars”, che sarebbe uscito a
dicembre di quell’anno, quattro tracce di “Oops! Wrong Planet” (pubblicato l’anno precedente) e diversi
pezzi degli Utopia. Forse il migliore dei bootleg autorizzati, con la band in gran forma, che non potrà
mancare nella collezione dei fan di Rundgren. 2 LP
Grateful Dead
JAZZ
Dick’s Picks Vol. 33 - 34
“Dick’s Picks” è una serie che raccoglie i concerti dei Grateful Dead,
immortalando il meglio delle esibizioni live della leggendaria band in
ciascuna fase della sua attività. Ora ne viene proposta una ristampa in
edizione limitata: il volume 33 li vede aprire per gli Who durante
l’edizione del 1976 della storica manifestazione di Bill Graham “Day on
the Green”. I quattro CD del volume sono tra le registrazioni più pulite
dell’intera serie e raccolgono due concerti completi. Il volume 34 invece
attinge al grande tour del 1977, anno in cui vivevano un momento
particolarmente positivo.
Kenny Drew
Tough Piano Trio
VINILE
180gr
JAZZ
Ristampa dell’album del 1956 registrato a New York. Feat. Kenny Drew
(piano), Paul Chambers (bass), Philly Joe Jones (drums). Ristampa con
cover originale in vinile 180 gr.
Elmo Hope
Homecoming
SEXTET & TRIO
Ristampa dell’album del 1961 registrato a New York, Feat. Blue Mitchell
(trumpet), Jimmy Heath e Frank Foster (tenor saxes), Percy Heath
(bass), Philly Joe Jones (drums). Con cover originale in vinile 180 gr.
30
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