“HAEC EST ORA VESTRA ET POTESTAS TENEBRARUM!”
La ‘chiesa’ di S. Simonino diverrà ‘sinagoga’
d. CURZIO NITOGLIA
27 dicembre 2011
http://www.doncurzionitoglia.com/sacrilegio_s_simonino_a_trento.htm
Il caso “S. Simonino”: un fatto storico
●«Simonino di Trento, Santo, Martire» (I. Rogger, voce Simonino, “Enciclopedia
Cattolica”, Città del Vaticano, 1953, vol. XI, col. 640). La S. Sede, con papa Sisto
IV, ha permesso il culto privato di Simonino come Martire il 10 ottobre 1475, soli
sette mesi dopo il suo martirio. Mentre per l’iscrizione di Simonino col titolo di
“Santo” al “Martirologio Romano”: «San Simonino da Trento crudelissimamente
trucidato dai Giudei in odio alla Fede» bisogna attendere il 1584 e per il culto
liturgico pubblico a Simonino bisogna attendere il 1588 con papa Gregorio XIII. Ora
il “Martirologio Romano” è un Libro Liturgico della Chiesa Universale ed ha
un’importanza dogmatica e magisteriale enorme, che secondo alcuni confina con
l’infallibilità, poiché rappresenta la “Fede pregata” secondo l’adagio “lex orandi,
lex credendi”. In senso stretto anche se Simonino è chiamato “Santo” nel
Martirologio non si tratta di canonizzazione, ma solo di Beatificazione, tuttavia è
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una Beatificazione sui generis poiché concede al Beato non solo un culto locale
nella Diocesi di Trento, ma un culto universale in tutta la Chiesa, come al
canonizzato. I teologi spiegano che Simonino pur se non è stato canonizzato de
facto è canonizzabile de jure (cfr. Divinitas 2/2003, “Canonizzazione e
infallibilità”).
●Annibale Bugnini alla voce “Martirologio” sulla “Enciclopedia Cattolica” (Città del
Vaticano, 1953, vol. VIII, coll. 244-258) spiega che «Il Martirologio è un Libro
liturgico della Chiesa universale e ne ha tutto
il
valore
dogmatico».
Ossia
rientra
nell’oggetto secondario dell’infallibilità in
quanto Legge ecclesiastica universale.
●Simonino fu martirizzato il 23 marzo 1475 ed
il 23 giugno 1475 il processo contro gli omicidi
era terminato. Appena un mese dopo la fine
del processo, il 20 luglio, papa Sisto IV nominò
una ‘Commissario pontificio’ per esaminare
accuratamente l’operato del Vescovo di
Trento e del processo contro gli assassini di
Simonino. Per andare ancora più a fondo il
Papa, cinque mesi dopo, dovette nominare
una ‘Commissione cardinalizia’, che lavorò
dal dicembre del 1475 sino al 20 giugno del
1478. I sei cardinali che componevano la
‘Commissione’ nominata da Sisto IV emisero
la seguente sentenza, approvata dal Papa
stesso con una ‘Bolla pontificia’: “il processo
si
è
svolto
giuridicamente
bene
e
correttamente”.
●Papa benedetto XIV con la Bolla “Beatus
Andreas” del 22 febbraio 1755 dichiara
Simonino da Trento e Andreas da Rinn canonizzabili come Santi universali, anche
se sono stati soltanto dichiarati Beati con beatificazione ‘equipollente’ il primo e
‘formale’ il secondo.
●Leone XIII dopo un lungo studio del S. Uffizio (4 dicembre/26 marzo del 1900)
approvò una ‘Risoluzione’ il 27 luglio del 1900 in cui, rispondendo agli ebrei della
Gran Bretagna, che avevano chiesto alla S. Sede di dichiarare l’infondatezza
dell’omicidio rituale ebraico, asseriva: «Non può essere concessa la dichiarazione
di infondatezza dell’omicidio rituale, poiché vari omicidi rituali sono realmente
accaduti» (cfr. G. Miccoli, Storia d’Italia, Annali, XI*, Torino, Einaudi, 2003, “Gli
ebrei in Italia”, p. 1544).
●Nel 1964 il Vescovo di Trento Alessandro Gottardi fece chiudere la Cappella di S.
Simonino, ove riposava il corpo del Beato, e proibì la processione che ogni anno si
teneva in Trento in onore del Martire. Il fatto più grave è che il corpo del Beato fu
tolto dalla chiesa che lo aveva esposto alla venerazione dei fedeli per circa
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cinquecento anni e fu nascosto non si sa dove. Giuridicamente si chiama
“occultamento di cadavere” ed è un reato punibile penalmente.
●1965 l’occultamento del corpo del Martire. Un’ingiustizia giuridica da riparare.
Infatti il Codex Iuris Canonici del 1917 al canone 1284 spiega: “Gli Ordinari del
luogo se appurano con certezza che una reliquia ritenuta autentica invece risulta
essere falsa bisogna rimuoverla dal luogo ove è esposta alla venerazione con
prudenza, senza scandalo dei semplici”. Ora il corpo di S. Simonino non solo non è
stato ritenuto essere una falsa reliquia, ma addirittura, secondo il canone 1286 del
Diritto Canonico, solo la certezza e non il dubbio o la probabilità può far
impugnare l’autenticità di una reliquia. Ora la Beatificazione è “un giudizio
pubblico e certo” (F. M. Cappello, Summa Juris Canonici, Roma, Gregoriana, 1962,
6a edizione). Quindi per quanto riguarda S. Simonino, che è stato beatificato, si è
certi della autenticità del suo corpo. Ma esso era una “pietra d’inciampo” al
dialogo ebraico-cristiano. Perciò andava rimosso “tolle eum!”. Sempre il ‘CIC’
insegna che per quanto riguarda una vera reliquia insigne (una gran parte del
corpo o il corpo intero) per spostarla da un altare ad un altro della stessa chiesa
occorre il permesso del Vescovo, invece se si trasferisce da una chiesa ad un’altra
ci vuole il permesso della S. Sede (canone 1281, §1). Qui siamo di fronte al caso di
occultamento di un corpo di un Beato venerato per cinquecento anni in una chiesa,
che ora sta per diventare sinagoga, ossia il luogo ove egli fu martirizzato.
●Ariel Toaff, nella prima edizione del suo libro intitolato Pasque di Sangue
(Bologna, Il Mulino, 2007) ha provato la veridicità storica dell’omicidio rituale
ebraico. Lo storico e rabbino israelita scrive: «Occorre indagare sulle credenze di
quegli uomini […], che erano stati accusati […], di crocifissione rituale». Toaff
pensa che oltre a studiare la mentalità degli inquisitori occorra basarsi anche su
quella degli accusati di omicidio rituale, i quali non sono solo “schegge impazzite”
o casi “psichiatrici”, come vorrebbe la storiografia “politicamente corretta”. Da
questa disamina, il Toaff ha dedotto – con certezza storica – che vi sono molti
elementi nei protocolli processuali rifacentesi a concetti, riti liturgici «esclusivi di
un mondo ebraico particolare, che in nessun modo possono essere attribuiti alla
suggestione dei giudici e prelati», poiché gli askenaziti li tramandavano oralmente,
o, se li scrivevano, li “criptavano” in modo da renderli inintelligibili ai nonaskenaziti. Quindi i giudici non solo non li potevano mettere in bocca agli accusati,
ma non ne capivano neppure il significato, infatti «il loro discorso era inzeppato di
formule ebraiche […], pronunciate alla tedesca […], che neppure gli ebrei italiani
[centro-meridionali] avrebbero potuto intendere». Inoltre il Toaff, per suffragare
la sua tesi (non semplice indizio, ma vera e propria prova), cita un passaggio
“problematico” del Talmud (Ketubot 102b) esso «potrebbe essere interpretato
come una conferma indiretta del fenomeno […] dei sacrifici umani in epoca antica
[e non solo rinascimentale]». Il testo recita: «lo hanno scannato (shachatuhu) alla
vigilia di Pasqua», Toaff commenta: «Il verbo ebraico shcahat ha il significato di
“uccidere”, ma anche di “immolare”, nel caso si tratti di sacrifici […]. Se nel caso
in questione si trattasse della semplice uccisione del bambino […], del tutto
pleonastica risulterebbe la precisazione che il fatto di sangue si sarebbe compiuto
alla vigilia della Pesach. […]. Più tardi, senza dubbio allo scopo di difendersi dalle
accuse di omicidio rituale, lanciate da chi nel frattempo [XVI secolo] aveva
scoperto le potenzialità di questo testo imbarazzante, gli editori ebrei del Talmùd,
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lo sostituivano con una lezione più anemica e meno problematica: “Lo hanno
scannato alla vigilia di Capodanno”». Da tutto ciò Toaff conclude: «In sostanza, le
cosiddette “confessioni” degli imputati ai processi di Trento […], si rivelano
precise e veritiere […]. I riscontri sono sempre puntuali». Lo stesso Sergio Luzzatto
(Corriere della Sera, 6. II. 07) commenta: «Alcune crocifissioni di putti cristiani – o
forse molte – avvennero davvero».
●Come si vede, non siamo nel campo delle ipotesi o congetture, ma delle certezze
basate sullo studi dei riti e costumi ebraici askenaziti, (e non di qualche
squilibrato askenazita) condotta da un israelita, professore universitario di storia,
rabbino in Israele e recensito da un altro israelita (Luzzatto), professore
all’Università di Torino. Mi sembra riduttivo relegare il tutto a una questione di
indizi o possibilità.
*
L’ora di Barabba: la chiesa diventa sinagoga
●Il quotidiano L’Adige dell’11 novembre 2011 ci informa che la chiesa di San
Simonino, detta anche “Cappella San Pietro”, diverrà ben presto una sinagoga. Un
gruppo di rabbini a Trento per un contatto con le autorità provinciali. Venduta la
ex cappella, sarà centro di ebraismo. La trattativa tra la ‘Domonet srl’ e un
importante imprenditore ebreo, di cui ancora non è dato sapere il nome, si è
conclusa: la ex cappella del Simonino, all’interno di Palazzo Salvadori che era la
allora sinagoga di Trento, dove Simonino fu martirizzato, passa di proprietà. E
diventerà un centro importante di religiosità e cultura ebraica. Per questo ieri a
Trento c’era un gruppo di rabbini venuto da Bruxelles per prendere accordi con
l’assessore alla Cultura della Provincia circa l’inaugurazione del nuovo luogo di
culto . Ieri 10 novembre, presso la Fondazione Bruno Kessler, sede di via S. Croce,
gli invitati hanno potuto notare la presenza di alcuni rabbini, che per un certo
tempo si sono anche appartati con l’assessore alla Cultura della Provincia Franco
Panizza. «Si tratta di personalità di spicco della comunità ebraica europea, in
particolare dell’European Jewish Development Fund». Perché questa loro visita in
Trentino? «Ora che l’acquisto della ex cappella del Simonino è cosa fatta – si lascia
scappare l’assessore – hanno voluto cercare questo primo contatto per iniziare a
definire alcuni contorni dell’inaugurazione di quella che sarà di nuovo una
sinagoga. Ma anche un centro di studio della cultura ebraica». A detta di Panizza i
religiosi che si sono recati a Trento hanno manifestato l’idea che il nuovo centro di
culto debba avere una risonanza internazionale e quindi che la sua inaugurazione
debba essere all’altezza di questo fatto. Hanno chiesto quindi la collaborazione
della Provincia in questo senso, chiedendo anche che il luogo di culto possa
diventare sede di una programmazione culturale di livello. «Si è parlato di
programmarvi degli eventi culturali a cui la Provincia potrebbe essere interessata»
taglia corto Panizza.
●La Cappella del Simonino era stata l’abitazione di Samuele da Norimberga, quindi
sinagoga della comunità ebraica della città di Trento. Una comunità che era stato
di fatto azzerata nel 1475 a seguito dei fatti che portarono alla morte del
bambino, il Simonino, il cui omicidio fu attribuito agli ebrei. Il Simonino divenne
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un martire e come tale celebrato. Solo dopo più di cinque secoli quella comunità
ebraica sarà infine riconosciuta «innocente» rispetto a quel presunto martirio.
“Tra Gesù e Barabba, la folla aizzata dai Sommi Sacerdoti, scelse Barabba”.
●La European Jewish Development Fund è sorta a Bruxelles nel 1993 e tra i suoi
scopi dichiarati ha quello di «promuovere l’orgoglio ebraico, assicurare continuità
alle tradizioni ebraiche e cercare di compattare la voce degli ebrei per
combattere l’antisemitismo, sostenere e difendere «i grandi valori ideali e morali
di Israele». In questo senso (vedi il sito
HYPERLINK "http://www.ejdf.eu"
www.ejdf.eu ) l’associazione si spende per ridare vigore ad una autentica
cultura ebraica, anche nell’educazione giovanile e in contatto con il complesso
mondo della comunicazione.
*
Il “trionfo” apparente del Sinedrio
● “Tenebrae factae sunt ”. È buio, il più totale. La chiesa che diventa una
sinagoga a Trento è l’immagine della Chiesa universale che è stata infiltrata dalla
“Sinagoga di Satana” (Apoc., II, 9) durante il Vaticano II. Gesù al Getsemani
esclamò di fronte alle guardie del Sinedrio inviate da Anna e Caifa per arrestarlo e
farlo crocifiggere: “Questa è l’ora vostra e del potere delle tenebre”, ossia dal
Giovedì Santo sino al Sabato Santo al Sinedrio e al potere infero o tenebroso è
stato concesso di poter tentare, quasi abbattere gli Apostoli ed apparentemente
“sconfiggere”, con la morte di Croce, Gesù stesso, il quale, però, dopo tre giorni
risuscitò e rivolse la sconfitta apparente in vittoria reale contro il demonio, la
morte, il peccato e la “Sinagoga di Satana”. La Chiesa universale è “Cristo
continuato nella storia”, anch’essa deve conoscere il tradimento di Giuda, dei
suoi, le tenebre, l’ora di Barabba, l’abbandono, ma alla fine di quel lasso di
tempo, risorgerà “senza macchia e senza ruga”. S. Simonino gode in Cielo una
pace inalterabile, anche se i “Giuda” di ieri e di oggi lo hanno tradito, lo hanno
gettato in una fossa sconosciuta preferendogli Barabba ed hanno trasformato la
sua chiesa in una sinagoga, che secondo S. Giovanni Crisostomo è diventata dopo
la morte di Cristo “la casa dei demoni” (Omelie contro i Giudei). Di fronte a tanto
strazio non ci resta che pregare come Gesù nel Getsemani “se è possibile passi
lontano da Me questo calice amaro, però non sia fatta la Mia, ma la Tua volontà!”,
sicuri al tempo stesso della vittoria finale e della risurrezione del “Corpo mistico
di Cristo”.
d. CURZIO NITOGLIA
27 dicembre 2011
http://www.doncurzionitoglia.com/sacrilegio_s_simonino_a_trento.htm
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NOTE
[1] A. Toaff, Pasque di sangue. Ebrei d’Europa e omicidi rituali, Bologna, Il Mulino, 2007, p. 8.
[2] Ibidem, p. 10.
[3] Ibidem, p. 14.
[4] Ibidem, p. 126.
[5] Ibidem, p. 128.
[6] Ibidem, p. 170.
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