PROGETTAZIONE SOSTENIBILE Perché SOSTENIBILITÀ? Nel 2005, l’Impronta ecologica globale ammontava a 17,5 miliardi di ettari globali gha - (2,7 gha pro capite) Un ettaro globale è un ettaro con la capacità media mondiale di produrre risorse e assorbire materiali di scarto L’area produttiva totale, o biocapacità, ammontava a 13,6 miliardi di gha (2,1 gha ppro capite) p ) L’impronta di un paese è data dalla somma di tutti i terreni agricoli, agricoli i pascoli, le foreste e gli stock ittici necessari a produrre il cibo e l’ l’energia i che h il paese consuma, nonché ad assorbire i materiali di scarto che emette nel momento in cui utilizza l’energia Nel 2005,, la domanda ha superato p l’offerta del 30% FONTE: (WWF, 2008, Living Planet Report 2008) SOSTENIBILITÀ EDILIZIA Attualmente circa l’80% dell’energia che viene utilizzata a livello p planetario p proviene dai combustibili fossili. In Europa il comparto delle costruzioni: -utilizza tra il 40 e il 45% dell’energia complessiva prodotta -origina il 50% dell’inquinamento atmosferico del continente - contribuisce per quasi il 50% alla produzione annuale di rifiuti Emissioni di CO2 Domanda di energia nei paesi UE (anno 2000) Industria 28% Residenziale e Terziario 41% Trasporti 31% Consumo di energia in edifici residenziali nei paesi UE (anno2000) Cucina 7% Acqua calda sanitaria 25% apparecchi hi elettrici 11% Climatizzazione degli edifici 57% Produzione di energia in Italia L’incidenza della produzione di energia rinnovabile rispetto alla produzione totale si attesta soltanto all’11,2% Consumo di energia di energia in Italia Altro Gli usi civili risultano altamente energivori: il consumo nel settore del residenziale e del terziario è infatti pari al 34,9% del bilancio energetico complessivo Consumo di energia di energia nel settore civile in Italia Elettrodomestici Degli usi civili oltre i due terzi sono dovuti alla climatizzazione (estiva e invernale) PROGETTAZIONE EDILIZIA ENERGETICAMENTE RAZIONALE - Profonda conoscenza delle caratteristiche del luogo - Analisi di tutti i fattori climatici che caratterizzano l’area - Conoscenza delle variabili del microclima - Morfologia dell’area di intervento - Altitudine del sito - Presenza di rilievi - Clivometria (cioè la pendenza media del terreno rispetto all’orizzonte) - Orientamento dei pendii CULTURA COSTRUTTIVA LOCALE BIOCLIMATICA Clima temperato Clima caldo secco Clima caldo umido Clima freddo Si costruisce una dimora allo scopo di ripararsi dalle intemperie, dal sole, dalla pioggia e dalla neve, dal troppo freddo e dal troppo caldo Il clima locale è uno dei principali fattori che hanno dato origine alle numerose e differenti espressioni architettoniche che troviamo nel mondo SOLUZIONI PROGETTUALI BIOCLIMATICHE SOLUZIONI PROGETTUALI BIOCLIMATICHE IN CLIMA MEDITERRANEO Clima mediterraneo clima temperato moderatamente umido, con escursioni termiche giornaliere ed annue modeste; è caratterizzato da inverni miti ed estati secche e piuttosto calde, con una temperatura giornaliera media mensile nel mese più caldo non inferiore ai 22°C Classificazione climatica di KöppenGeiger Soluzioni progettuali bioclimatiche in clima mediterraneo: - limitazione delle vetrature (soprattutto ad ovest); - schermatura esterna delle finestrature (serrande, (serrande persiane, persiane frangisole, frangisole tende); - involucri massivi, cioè ad elevata capacità termica; - finiture fi it esterne t di colore l chiaro; hi - ventilazione all’interno degli ambienti, delle coperture e di apposite intercapedini. PROGETTAZIONE BIOCLIMATICA Requisiti di carattere bioclimatico da soddisfare: - Ombreggiamento - Ventilazione - Difesa dei venti - Captazione solare - Illuminazione naturale - Protezione dalle precipitazioni - Conservazione del calore ecc. Scelta di: - Forma e orientamento dell’edificio - Criteri tipologici, funzionali e distributivi - Apparecchiatura costruttiva - Materiali da utilizzare I 10 PRINCIPI PER LA SOSTENIBILITÀ (G. Turchini) 1/2 1. Principio di energia primo: gli edifici devono smetterla di essere energivori e ridurre il ricorso ad energie rinnovabili e non 2. Principio di energia secondo: gli edifici possono, e quindi devono, diventare produttori di energia 3. Principio di non dannosità: gli edifici devono controllare le emissioni di tutti prodotti e i sottoprodotti che scaricano nell nell’ambiente ambiente, durante il processo di fabbricazione, durante l’uso e quando vengono demoliti 4. Principio di qualità: gli edifici devono soddisfare con le proprie prestazioni, le esigenze degli utenti presenti e future per il tempo di vita previsto 5. Principio di flessibilità: gli edifici devono poter essere adattati alle modificazioni del quadro esigenziale degli utenti in condizioni compatibili con l’ l’economia. i I 10 PRINCIPI PER LA SOSTENIBILITÀ (G. Turchini) 2/2 6. Principio di rispetto delle risorse: gli edifici devono prevedere per la propria realizzazione e per il proprio funzionamento il minor uso possibile di risorse non rinnovabili 7. Principio dell’acqua: gli edifici devono consentire in tutte le loro fasi di vita non solo l il minor i consumo possibile ibil di H2O, O ma devono d collaborare ll b a raccoglierla e conservarla 8. Principio di non invasività: gli edifici devono occupare la minor quantità possibile di territorio e alla fine della vita lo devono restituire pronto per altri usi 9. Principio di sviluppo: gli edifici devono contribuire allo sviluppo della pproduzione di beni e servizi p per settori industriali che ad essi conferiscono prodotti 10 P 10. Principio i i i di innovazione: i i gli li edifici difi i devono d di diventare gli li elementi l i trainanti i i dello sviluppo tecnologico delle società INQUADRAMENTO URBANISTICO INQUADRAMENTO URBANISTICO PROGETTAZIONE DELL’ISOLATO ISOLATO A CORTE La corte costituisce uno spazio pubblico protetto ad uso ricreativo e/o sociale In estate la corte contribuisce al raffrescamento soprattutto se è dotata di vegetazione e specchi d’acqua PROGETTAZIONE DELL’ISOLATO ISOLATO A CORTE PROGETTAZIONE DELL’ISOLATO ISOLATO A CORTE PROGETTAZIONE DELL’ISOLATO ISOLATO A CORTE PROGETTAZIONE DEGLI EDIFICI TIPO MISTO - Per P destinazione d i i d’ d’uso Æ Presenza di più destinazioni d’uso contemporaneamente Æ residenziale, residenziale commerciale, commerciale uffici - Per tipologia edilizia Æ Presenza di più tipi nello stesso contenitore edilizio Æ distribuzione di ib i a ballatoio b ll i o in i linea li Æ appartamenti simplex e duplex, anche con tagli differenti COLLOCAZIONE DELL’EDIFICIO NEL SITO Per garantire P ti un adeguato d t soleggiamento l i t dell’edificio d ll’ difi i durante d t tutto t tt il periodo i d invernale bisognerà collocarlo all’interno del lotto lasciando ampi spazi aperti anteriormente al suo fronte sud. Per riscaldare gli edifici in inverno sfruttando l’energia solare è necessario individuare le aree del sito che ricevono la maggior parte della radiazione solare tra le ore 9 e le 15 POSIZIONE RECIPROCA DEGLI EDIFICI FORMA E ORIENTAMENTO DELL’EDIFICIO Nell definire N d fi i la l forma f di un edificio difi i bi bisogna sempre consentirne ti l’irraggiamento l’i i t solare diretto. Una costruzione allungata lungo l’asse Est-Ovest esporrà una maggiore superficie esterna a Sud. Radiazione solare sui lati di un edificio alle diverse latitudini ESTATE INVERNO Latitudine 36° N Latitudine 40° N Latitudine 44° N N 20 N 12 N 16 copertura 72 W 40 E 40 copertura 72 W 32 E 32 W 28 20 S 16 S 28 S N 8 N 4 N 4 copertura 32 W 20 52 S E 20 copertura 20 W 12 E 12 44 S Valori della radiazione solare incidente espressi in kWh/m² giorno W 12 40 S copertura 72 E 28 copertura 16 E 12 Altro parametro da esaminare in fase progettuale è il rapporto tra la superficie disperdente dell’involucro di un edificio e il volume da esso delimitato (S/V) è definito compattezza Maggiore è la compattezza di un edificio, minori saranno le dispersioni Il rapporto S/V diminuisce con l’aumentare del volume 8 4 1 2 1 1 2 1 1 4 4 2 2 1 2 2 2 2 4 2 4 4 8 4 Superficie 6 10 16 24 40 64 96 256 Volume 1 2 4 8 16 32 64 256 S/V 6 5 4 3 2.5 2 1.5 1 In un edificio passivo il rapporto S/V ottimale dovrebbe essere inferiore a 0,6 POSIZIONE E DIMENSIONAMENTO DEGLI EDIFICI IN FUNZIONE DEI VENTI DOMINANTI Gli edifici dovranno essere progettati in modo da esporli ai venti dominanti estivi (al fine di garantirne la ventilazione naturale) e da proteggerli da quelli invernali BARRIERE FRANGIVENTO La lunghezza di un filare può essere calcolata in maniera approssimata con la formula di Bates SP = C x h x L Con: SP = superficie fi i protetta t tt [m²] [ ²] h = altezza della barriera [m] L = lunghezza della barriera [m] C = coefficiente adimensionale che varia in funzione della velocità del vento (V): C=29,7 per V=10 Km/h C=19,8 per V=15 Km/h C=14,9 per V=20 Km/h Fissata Fi t h e definita d fi it la l superficie fi i che h sii vuole proteggere, si può ricavare la lunghezza del frangivento: L = SP / (C x h) DISTRIBUZIONE DEGLI AMBIENTI INTERNI Le condizioni di comfort degli spazi interni abitati derivano dalla loro ubicazione nell’ambito dell’organismo architettonico, in relazione alle funzioni che in essi si svolgono e alle condizioni climatiche esterne. Le stanze con attività che hanno maggiore necessità di comfort sono q quelle della zona giorno che vanno disposte sui lati Sud e Sud-Est. La zona notte può L ò essere di disposta suii lati l i Est, Sud-Est o Sud-Ovest. Ad Ovest possono essere ubicati ambienti di servizio ed eventuali studi. Gli spazi p che hanno meno bisogno g di riscaldamento e di illuminazione, come ambienti di servizio, lavanderie, scale e garage vanno disposti lungo il lato Nord dell’edificio: essi serviranno da cuscinetto tra gli spazi riscaldati e il fronte Nord più freddo. CRITERI DI ASSOCIAZIONE DEGLI AMBIENTI INTERNI Gli ambienti vanno associati tra loro per complessi: - diurno (Soggiorno, Pranzo, Cucina, Lavanderia, Secondo servizio, Studio, ecc.) - notturno tt (Camere C dda lletto, tt Bagno B principale, i i l Spogliatoio, S li t i ecc.) ● Stretto collegamento tra ambienti omogenei ● Razionalizzazione e minimizzazione dei percorsi ● Libertà d’uso e privacy Simplex Duplex FLESSIBILITÀ DEGLI SPAZI INTERNI Rappresenta la possibilità di variare l’organizzazione funzionale degli ambienti interni in rapporto alle esigenze dei fruitori, che possono modificarsi nel corso del tempo Può interessare la concezione complessiva dell’edificio o di parti di esso Differenti livelli di flessibilità nel progetto di architettura: - Flessibilità di progetto p g - Flessibilità d’uso Flessibilità di progetto o iniziale: consente soluzioni progettuali alternative nella organizzazione spaziale (ad esempio, predisposizione di alloggi di diverso taglio) Qualora non vengano previste successive trasformazioni, l’ambito della flessibilità progettuale è limitato al momento in cui viene costruito i l’edificio l’ difi i Flessibilità d’uso: consente di variare le modalità di fruizione dello spazio - a breve termine (cicli quotidiani di variazione che si esplicano relazionando temporaneamente unità spaziali contigue) G.T. Rietveld, Casa Schroeder, Utrecht, 1924 - a medio termine (variazione derivata da diverse necessità emerse al sopraggiungere di nuovi bisogni) - a lungo termine (variazioni che possono comportare la variazione permanente dello spazio) p ) COLLOCAZIONE DELLE FINESTRE p vetrate rappresentano pp uno dei Le superfici fattori che maggiormente influiscono sui consumi energetici di un edificio Il calore l disperso di in i inverno i attraverso una finestra è maggiore rispetto a quello dissipato da un muro ben isolato Ad esempio: con temp. est. = 0°C, temp. int. = 20°C, una muratura a cassa vuota dello spessore di 30 cm, costituita da due setti in laterizi forati con 10 cm di polistirolo nell’intercapedine, disperde circa 6 W/m2; una finestra con un vetro semplice disperde circa 120 W/m2 (20 volte di più) edificio per abitazioni e uffici a Freiburg im Breisgau (Germania); a sinistra: prospetto nordd a destra: prospetto sud ILLUMINAZIONE E VENTILAZIONE DEGLI SPAZI INTERNI Le dimensioni minime delle aperture per l’illuminazione e l’aerazione dei locali interni non deve essere mai inferiore a 1/8 della superficie in pianta degli ambienti a cui si riferisce Inoltre per garantire un’adeguata illuminazione degli spazi interni, la profondità di questi ti ultimi lti i non dovrebbe d bb superare due d volte lt e mezzo lla distanza di t che h intercorre i t t tra la sommità delle aperture e il pavimento h H L max = 2,5 H PREVEDERE SISTEMI DI RISCALDAMENTO E RAFFRESCAMENTO PASSIVI GARANTIRE IL RAFFRESCAMENTO NATURALE - Smaltimento del calore accumulato - Riduzione del carico termico proveniente dall’esterno VENTILAZIONE NATURALE ALL’INTERNO DEGLI EDIFICI Generata da movimenti d’aria p prodotti da differenze di p pressione o di temperatura. p - Differenza di pressione Il vento genera sulle pareti esterne dei fabbricati una pressione che aumenta con la sua velocità; l ità essa è positiva iti sull lato l t colpito l it dalla d ll corrente, t negativa ti su quello ll opposto t La differenza di pressione tra i lati sopravento e sottovento contribuisce a creare una corrente dd’aria aria all all’interno interno dell dell’edificio; edificio; quest quest’ultima ultima avrà maggiore consistenza quando le aperture di ingresso sono rivolte verso una zona di alta pressione e quelle di uscita verso una di bassa pressione. Le caratteristiche del flusso d’aria che si innesca all’interno degli edifici variano in dipendenza della posizione, in pianta e in alzato, e delle dimensioni delle aperture. - Differenza di temperatura La differenza di temperatura tra due ambienti genera un moto convettivo, dovuto alla diversa densità dell’aria: quella calda, meno densa, si sposta verso l’alto richiamando aria più fresca dal basso e provocando così quello che viene comunemente indicato come “effetto-camino” VENTILAZIONE INCROCIATA IIn estate, il calore l accumulato l dagli d li edifici difi i puòò essere allontanato ll in i maniera i naturale l e gratuita innescando flussi di ventilazione generati dalle brezze notturne rinfrescanti Per garantire la circolazione dell dell’aria aria all all’interno interno degli ambienti, ambienti le aperture dovranno essere collocate in posizione contrapposta sui lati sopravento e sottovento. SISTEMI DI APERTURA AI FINI DELLA VENTILAZIONE Il flusso fl d’aria d’ i passante t generato t dal d l vento t è influenzato i fl t dalla posizione lungo il perimetro dell’edificio delle aperture esterne; bisognerà quindi disporle sia sul lato sopravento che su quello sottovento, per garantire sufficienti condizioni di ventilazione La collocazione delle aperture dovrà essere definita in rapporto alle finalità che si desidera raggiungere: se il movimento d’aria è pensato per garantire il raffrescamento ff corporeo esse ddovranno essere collocate ll ad altezza d’uomo, mentre se l’obiettivo è sottrarre calore agli elementi costruttivi dell’involucro, le aperture di ingresso dovranno essere posizionate vicino alla massa da raffrescare (soffitto o pavimento). IInfine, fi i differenti diff ti sistemi i t i di apertura t adottabili d tt bili per i serramenti esterni influenzano il movimento dell’aria all’interno degli ambienti e producono effetti rilevanti sulla ventilazione. TORRI DEL VENTO Per un migliore controllo del microclima degli ambienti abitati possono essere realizzati dei condotti verticali che, ispirandosi alle torri del vento di tradizione mediorientale, garantiscano la captazione e il convogliamento del vento all’interno dell’edificio dell edificio nonché lo smaltimento del calore in eccesso SOLO CAPTAZIONE CAPTAZIONE ED ESPULSIONE notte senza vento: funziona da camino aspirando ll’aria aria calda accumulata nell’edificio durante il giorno notte con vento: l’aria fresca notturna viene incanalata dalla torre all’interno degli ambienti giorno senza vento: le masse murarie della torre, torre rinfrescate durante la notte, abbassano la temperatura dell’aria che le lambisce e che entra all’interno all interno dell’edificio rinfrescandolo giorno con vento: il funzionamento precedente viene amplificato dalla presenza del vento che accelera il passaggio dell’aria all’interno della torre CAMINI DI VENTILAZIONE C i i di ventilazione: Camini til i a doppio d i flusso fl e add estrazione t i Il camino a doppio flusso è suddiviso in due condotti, uno per l’ingresso dell’aria esterna, l’altro per l’uscita di qquella interna pper p effetto Bernoulli-Venturi Il camino ad estrazione sfrutta ll’effetto effetto Bernoulli-Venturi; Bernoulli Venturi; i serramenti, posti in verticale su pareti contrapposte, sono dotati di sistemi i i di apertura unidirezionali, idi i li che non consentono all’aria di entrare dal lato sopravento, mentre ne facilitano l’uscita sul lato sottovento PROTEZIONE DALLA RADIAZIONE SOLARE SCHERMATURA DELLE APERTURE Per limitare ll’ingresso ingresso della radiazione solare in estate nelle zone esposte a sud, sud si possono usare opportuni elementi di ombreggiamento, come i frangisole fissi orizzontali o gli alberi caducifoglie. Questi sistemi hanno la caratteristica di non ostacolare l’ingresso della radiazione solare in inverno, che può quindi concorrere al riscaldamento gli ambienti. SISTEMI DI SCHERMATURA DELLE APERTURE Devono permettere D tt l protezione la t i d i raggii solari dai l i neii periodi i di caldi ldi e consentire ti l’illuminazione e l’aerazione degli ambienti interni Caratteristiche di funzionamento: possono essere fissi o mobili Mobili: manovrati manualmente o tramite comandi meccanizzati elettrificati, elettrificati eventualmente anche automatizzati Fissi: hanno maggiore durabilità, minore necessità di manutenzione,, e non vanno incontro a interruzione del funzionamento per difetti o guasti meccanici; di contro hanno una minore adattabilità nei confronti delle variazioni di soleggiamento e ciò non consente una completa protezione soleggiamento, solare in tutti i periodi stagionali ed in tutte le ore della giornata Caratteristiche morfologiche: possono essere distinti in aggetti o schermi, continui o discontinui (lamelle o griglie), a giacitura orizzontale, i l verticale i l o inclinata, i li ortogonali li o paralleli ll li alla ll facciata. Per il dimensionamento delle schermature orizzontali si fa riferimento ai diagrammi solari attraverso i quali si ricavano gli angoli di incidenza dei raggi solari (α) sulle finestre alle diverse ore e nei diversi p periodi dell’anno La sporgenza della schermatura rispetto all’apertura da proteggere è ricavabile mediante formule empiriche basate su parametri quali la latitudine del sito e l’altezza solare (angolo di incidenza) L = h/F oppure L = h/tg α dove: L = lunghezza dell’aggetto (m); h = altezza della finestra (m); F = coefficiente adimensionale funzione della latitudine, ricavabile dalla tabella a fianco; α = angolo di inclinazione dei raggi solari nell’ora considerata. GARANTIRE IL RISCALDAMENTO NATURALE ATTRAVERSO IL RICORSOA FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI SISTEMI SOLARI PASSIVI SISTEMI DI RISCALDAMENTO NATURALI Un edificio riceve calore dalla radiazione solare che incide sull’involucro I sistemi i t i naturali t li di riscaldamento i ld t basano b il loro l funzionamento f i t sull’effetto ll’ ff tt serra SISTEMI SOLARI PASSIVI FINESTRE SOLARI Un primo dimensionamento della superficie vetrata esposta a sud da impiegare in edifici passivi a guadagno solare diretto può essere eseguito in funzione della temperatura esterna media invernale e della latitudine del sito. La quantità di superficie fi i vetrata t t cosìì ricavata i t consentirà ti à la l captazione t i dell’energia d ll’ i solare l sufficiente ffi i t a mantenere gli ambienti interni ad una temperatura compresa tra i 18 °C e i 21 °C durante la maggior parte del periodo invernale. L’irraggiamento solare che colpisce la superficie vetrata viene in parte riflesso, in parte assorbito, in parte trasmesso dal vetro stesso. 100% 100% 80% 8% 70% 80% 8% 12% 12% 10% vetro singolo vetro doppio fattore di riflessione (ρ) = rapporto fra energia riflessa ed energia incidente fattore di assorbimento (α) = rapporto fra energia assorbita ed energia incidente fattore di trasmissione (τ) = rapporto fra energia trasmessa ed energia incidente ρ+α+τ =1 Una parte dell’energia incidente è assorbita dal vetro che la emette da entrambe le facce; per convenzione si assume che 1/3 di tale energia venga irradiata verso l’i t l’interno. E entrante = E trasmessa + 1/3 E assorbita E entrante = τ E incidente + 0,33 α E incidente = (τ + 0,33 α ) E incidente Il termine ( τ + 0,33 α), equivalente al rapporto fra la quantità di energia effettivamente entrante nell’ambiente e q quella incidente si definisce fattore solare (σ) di un vetro più grande è questo valore, maggiore sarà l’energia termica entrante entrante. La dispersione termica verso l’esterno non si verifica soltanto attraverso il vetro,, ma anche attraverso il telaio dei serramenti. Il legno ha una discreta resistenza termica, l’alluminio ha generalmente una conduttanza superiore a quella delle superfici vetrate. Æ Profili a taglio termico SERRE SOLARI D Devono essere orientate i t t verso Sud, S d con una tolleranza t ll di ±30 gradi. di Possono essere abitabili (sist. a guadagno misto) o non abitabili (sist. a guadagno indiretto) Predimensionamento della superficie vetrata in funzione della latitudine e del valore d ll temperatura della t t esterna t media di invernale i l per la l captazione t i d ll’ dell’energia i solare l sufficiente a mantenere la serra e gli spazi abitati adiacenti ad una temperatura compresa tra i 16 °C e i 21 °C. MURO DI TROMBE Sistema a guadagno indiretto Definito così in onore del suo ideatore, il francese Felix Trombe, che nel 1967 progettò e realizzò una casa che adottava questo sistema. Il muro di Trombe basa il proprio funzionamento sull sull’effetto effetto serra ed è composto da un elemento murario, con funzione di massa termica, rivolto verso sud e di colore l scuro, sull quale l è giustapposta i t t una superficie vetrata in corrispondenza della parte esterna del muro e a distanza minima da questo (circa 10 cm). Il dimensionamento della superficie muraria necessaria per fornire la quantità di calore necessaria al riscaldamento naturale degli ambienti abitati può essere eseguito eseguito, in funzione della temperatura esterna media invernale e dalla latitudine del sito, facendo riferimento alla tabella b ll di seguito i riportata, i valida lid per edifici difi i ben b isolati. PREVEDERE TECNOLOGIE IN GRADO DI PRODURRE ENERGIA O ACCUMULARE E RIUTILIZZARE RISORSE NATURALI SISTEMI SOLARI ATTIVI Si ricorre a tecnologie in grado di produrre energia (termica o elettrica) IMPIANTI FOTOVOLTAICI Cella in silicio monocristallino Cella in silicio policristallino Effetto fotovoltaico = conversione della radiazione solare in energia elettrica in virtù delle particolari proprietà possedute da alcuni semiconduttori, in particolare il silicio. Moduli in silicio monocristallino (rendimento pari a circa il 15%) Moduli M d li in i silicio ili i policristallino li i t lli (rendimento ( di t compreso tra l’11 e il 14%) Moduli in silicio amorfo - a film sottile (rendimento del 5-7%); gli atomi di silicio sono deposti chimicamente in strati di spessore pari a pochi micron su una superficie di supporto - vetro, vetro metallo o materiale plastico - Per quanto riguarda il tipo di installazione, gli impianti fotovoltaici possono essere: connessi alla rete elettrica (grid-connected) o isolati (stand-alone). Il fabbisogno di energia elettrica di un edificio monofamiliare può essere coperto da un impianto fotovoltaico di potenza compresa tra 1,5 e 3 kW Per avere un rendimento ottimale in eserci io è necessario che i mod esercizio moduli li fotovoltaici ricevano la maggiore quantità possibile di irraggiamento solare l - orientamento verso l’esposizione Sud - inclinazione (angolo di tilt) compresa f i 20° e i 30° rispetto fra i tt all’orizzontale ll’ i t l I componenti fotovoltaici possono essere posti in opera: per applicazione indipendente per sovrapposizione per integrazione IMPIANTI SOLARI TERMICI Gli impianti i i ti solari l i termici t i i convertono t l’energia l’ i solare l in i energia i termica. t i Vengono V utilizzati per il riscaldamento e per la produzione di acqua calda sanitaria. Un impianto solare termico è normalmente costituito da: - un collettore o pannello solare - uno scambiatore di calore - un serbatoio di accumulo - un circuito distributivo - un fluido termovettore La circolazione può avvenire in maniera naturale oppure può essere forzata I pannelli solari termici producono acqua a temperatura massima prossima ai 50°C Æ acqua calda sanitaria Æ acqua calda per impianti di riscaldamento a pannelli radianti (T=38-40°C) Installazione - Orientamento ottimale Æ Sud pieno (con una tolleranza pari a ± 30°) - Inclinazione rispetto all’orizzontale (angolo di tilt) = Latitudine del sito Dimensionamento di un impianto solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria i i a 45°C ° per edifici d f residenziali d l Æ in funzione del consumo giornaliero (in media circa 70-80 l/giorno a persona) Dimensionamento di massima della superficie di progetto dei pannelli solari, in condizioni ottimali di installazione Æ Valori della tabella sottostante (fonte ENEA) Per tenere conto di condizioni di i i non ottimali, i li il valore l ottenuto deve d essere diviso di i per un coefficiente, ricavato dalla tabella sottostante, in funzione dell’angolo di orientamento e dell’angolo di tilt del pannello SISTEMA DI RACCOLTA DELLE ACQUE PIOVANE Impianto di recupero delle acque piovane: raccolta raccolta, trattamento e successiva utilizzazione per l’alimentazione degli scarichi sanitari e/o delle lavatrici, nonché per l’irrigazione di eventuali aree a verde circostanti all’edificio L’acqua piovana che cade sulla copertura dell’edificio deve essere convogliata attraverso i pluviali e filtrata prima di essere accumulata in una cisterna. Può essere raccolta anche l’acqua piovana che cade sulle zone pavimentate esterne all’edificio; in questo caso, soprattutto se questi spazi q p sono interessati dal passaggio o dalla sosta di autoveicoli, è opportuno prevedere una ulteriore fase di depurazione (filtro disoleatore) prima della immissione in cisterna. Dimensionamento di un serbatoio di accumulo delle acque piovane Il volume del serbatoio, espresso in litri, può essere determinato con la formula: Vs = C · Vcap dove: C = (numero massimo di giorni non piovosi consecutivi in un anno) / 365 Vcap= volume [litri] di acqua captabile dall’impianto in un anno; si ricava con la formula: Vcap = ef · Cd · P · S essendo: ef = efficacia del filtro Cd = coefficiente di deflusso del tetto P = precipitazione media annua [mm/anno] S = superficie captante del tetto [m2] I valori l i del d l coefficiente ffi i Cd possono essere ricavati i i dalla d ll sottostante tabella: b ll BIBLIOGRAFIA G. Sciuto, Modelli progettuali per la sostenibilità edilizia