Astri & particelle di Roberto Battiston Professore ordinario di fisica sperimentale all’Università di Perugia www.robertobattiston.it La stella impossibile Una stella piccola e antichissima mette in crisi i modelli di formazione stellare ESO/S. Brunier I mmaginate di affacciarvi alla finestra e vedere un picco­ clei iniziali si trasforma in energia che viene irradiata: la massa del lo dinosauro attraversare la strada. Pensereste di sogna­ nucleo finale è più piccola della somma delle masse iniziali e i nu­ re o di essere finiti in un film di Spielberg. Più o meno è cleoni che lo formano (protoni e neutroni) si trovano ad avere una quello che è successo a un gruppo di astronomi che si so­ energia di legame più grande (negativa) di quanto avessero all’in­ no imbattuti in una «stella impossibile», un astro che se­ terno dei nuclei più leggeri. condo i criteri dei modelli della formazione stellare si colloca nel­ A causa della repulsione coulombiana dovuta alle cariche elet­ la zona proibita. triche dei protoni all’interno del nucleo, questa propensione alla fu­ Si tratta di SDSS J102915+172927, una piccola stella della co­ sione deve essere però «incoraggiata» da un ambiente caratterizzato stellazione del Leone, una dei milioni che formano il nostro alo­ da altissime temperature e pressioni, condizioni caratteristiche dei ne galattico. Così piccola che è stato possibile studiarla solo con il nuclei stellari. Il valore dell’energia di legame nucleare dei nucleo­ potentissimo Very Large Telescope dell’ESO e con i suoi spettrografi che permettono di analizzare le righe spettrali della luce per analizzare la sua composizione nucleare. Più piccola del Sole, ha una composizione nu­ cleare anomala, essendo fatta praticamente solo di idrogeno ed elio. La frazione di ele­ menti più pesanti, quelli che gli astrofisici chiamano «metalli», è almeno 20.000 volte minore che nel Sole, caratteristica delle pri­ me stelle che si sono formate dopo la fine del periodo di oscurità che ha caratterizzato i primi 200 milioni di anni dopo il big bang e dopo la ricombinazione degli elettroni con i nuclei atomici prodotti nella nucleosinte­ si primordiale, idrogeno, elio e tracce di litio. L’età di questa stella è quindi incredibilmen­ te alta: più di 13 miliardi di anni, pratica­ mente l’età dell’universo. I modelli attuali prevedono però che, a causa della composizione chimica del mezzo interstellare, le prime stelle dovessero essere molto più grandi, milioni di masse solari, per cui questa piccola stella risulta anomala. Co­ Dal Cerro Paranal. La stella SDSS J102915+172927 è talmente piccola che solo me se non bastasse, anche la frazione di li­ gli spettrografi del potentissimo Very Large Telescope dell’ESO sono riusciti a studiarla. tio risulta essere 50 volte più bassa di quel­ la prodotta nel big bang, e non si capisce quale possa essere stato ni, vale a dire la profondità della buca del potenziale nucleare che il meccanismo in grado di eliminare il litio nel corso della lunghis­ garantisce una fusione stabile e fortemente esoenergetica fra nuclei sima vita della nostra stellina. Un vero rompicapo, che obbligherà più leggeri, cresce mano a mano che ci avviciniamo al ferro e poi gli scienziati a rivedere almeno in parte i modelli di formazione ed inizia a diminuire al crescere del numero atomico. Per questo moti­ evoluzione stellare, anche perché è molto probabile che di stelle del vo la sintesi dei nuclei più pesanti, che sono più fragili di quelli leg­ genere ce ne siano in giro molte altre. geri e allo stesso tempo richiedono temperature e pressioni più ele­ Ma su che cosa si basa il motore nucleare alla base della nucleo­ vate per formarsi, avviene solo nelle fasi terminali di un’esplosione sintesi stellare senza cui non potrebbero esistere i 98 elementi della stellare piuttosto che nel corso della sua evoluzione. tabella di Mendeleev che possono esistere naturalmente sulla Ter­ L’evoluzione stellare si basa quindi su precise combinazioni di ra, e quindi in ultima analisi la Terra e tutto ciò che contiene? Su reazioni nucleari. Un modello piuttosto accurato, che ora viene una predisposizione dei nuclei leggeri a fondersi per formare nu­ messo in discussione dalla presenza da questa piccola Matusalem­ clei stabili più pesanti. In questo processo, parte della massa dei nu­ me delle stelle. www.lescienze.it 021 Astri&Particelle.indd 21 Le Scienze 21 19/03/12 16:23