20 L’ECO DI BERGAMO DOMENICA 10 MAGGIO 2015 Le storie Bergamo senza confini L’iniziativa Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza confini» promosso da «L’Eco di Bergamo». Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per un anno l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a: [email protected]. Da Bergamo al Cile «Nel deserto svelo le meraviglie dell’universo» DI ELENA CATALFAMO Laura Ventura, 39 anni, è fisico astronomo all’Eso nel deserto di Atacama La formazione tra Padova e Tenerife, ora lavora dal 2006 a Santiago Si occupa di divulgazione scientifica per l’Osservatorio europeo astrale e accompagna giornalisti e vip a guardare nelle profondità dei cieli «Penso che chi detiene un sapere scientifico abbia il dovere di diffonderlo» Appassionata di arrampicata e attratta dai luoghi inesplorati ora è felice «Ma non è stata sempre una passeggiata: ho dovuto fare scelte difficili» Laura Ventura, 39 anni, di Bergamo in una foto nel deserto di Atacama in Cile ppena ha un po’ di tempo libero Laura lascia Santiago, la ca­ pitale cilena di sei milioni di abitanti, strade trafficate e grandi palazzi cresciuti uno vicino all’altro, per dirigersi verso le Ande che sovra­ stano la città. Basta una mezz’ora d’auto per trovare un posto silen­ zioso e poco abitato in cui fare arrampicata o un’escursione da sola o con il compagno cileno. Bastano pochi chilometri per la­ sciarsi alle spalle il caos cittadino e rimettersi in ascolto del silen­ zio e della natura, il suo habitat preferito. Laura Ventura ha 39 anni e da Bergamo ormai manca da alme­ no la metà della sua vita. L’altra metà l’ha passata tra Tenerife nelle isole Canarie, la Patagonia e il deserto dell’Atacama in Cile, il luogo più arido del mondo. È in questi posti inaccessibili alla maggior parte degli esseri umani che lei trova se stessa e lavora. Laura infatti è un fisico astrono­ mo e fa parte del team dell’Eso (European southern observato­ ry), l’Osservatorio europeo au­ strale, e in particolare oggi si oc­ cupa della parte di divulgazione scientifica, della sensibilizzazio­ ne e educazione sulle scoperte e le attività degli osservatori astro­ nomici, ma anche delle visite vip e dei media. Tenuta da trekking, riccioli, e un volto dalla pelle abituata all’aria aperta, fa tappa a Bergamo per una breve visita ai genitori. Il suo accento e le costruzioni delle fra­ si talvolta sono più vicine al casti­ gliano che all’italiano e per un passante delle nostre parti sa­ rebbe quasi più facile scambiarla per una turista sudamericana che non per una bergamasca doc. «Ho iniziato il mio percorso di studi presso il dipartimento di A La scheda Laura Ventura DIVULGATRICE SCIENTIFICA ALL’ESO, L’OSSERVATORIO EUROPEO ASTRALE IN CILE Nata a: Bergamo Vive a: Santiago del Cile La sua passione: L’arrampicata che pratica con il marito a Santiago ma anche sulla parete artificiale costruita all’interno dell’Osservatorio astronomico Paranal Fisica e Astronomia dedicato a Galileo Galilei a Padova – rico­ struisce le tappe del suo lungo viaggio – per poi terminare la formazione e la tesi allo Iac, l’Istituto di astrofisica delle Ca­ narie, con sede a Tenerife. È lì che, per molti anni, ho potuto coniugare la passione per la ri­ cerca scientifica con il contatto con la natura e i segreti dell’uni­ verso». Terminata la tesi di lau­ rea però Laura si è trovata davan­ ti alla scelta più difficile: conti­ nuare la ricerca, e magari passare la propria vita in ateneo o in un centro di ricerca, tra tabelle, dati, numeri e calcoli astronomici, op­ pure continuare a stare in mezzo alla natura, a contatto diretto con la sua bellezza e i suoi segreti da scoprire. «Ho scelto la seconda strada – ricorda – ma non è stata assolutamente una scelta facile o che allora era facile da capire o condividere. Avevo buone pos­ sibilità di proseguire la ricerca in campo astronomico, ma proprio non riuscivo a immaginare la mia vita stretta in un laboratorio». È così che quasi trentenne Laura va in Patagonia, a Puerto Natales, nei luoghi cari a un grande viag­ giatore come Bruce Chatwin, una vacanza che diventa anche un momento sabbatico e di deci­ sioni importanti nella sua vita. «Mi attrae la natura estrema, do­ ve quasi non c’è vita, e in realtà si scopre il senso della vita». È in Sudamerica che si apre un’opportunità preziosa: poter entrare a far parte del team del­ l’Eso, l’organizzazione europea per la ricerca astronomica nel­ l’emisfero australe. Dell’Eso fan­ no parte 15 Paesi – 14 europei tra cui l’Italia e il Cile come Paese ospitante degli osservatori astro­ nomici più grandi del mondo – e sta per fare il suo ingresso an­ che il Brasile. L’organizzazione, che impiega 730 persone, ha la sede a Garching, a Monaco di Baviera, in Germania, ma ha scelto il Cile come base per gli studi sul campo. Numerosi os­ servatori astronomici, tra cui il Paranal, sono dislocati nel deser­ to dell’Atacama. «Tutto merito della corrente fredda di Humboldt, tipica del deserto dell’Atacama – spiega Laura Ventura –, che raffredda l’acqua dell’oceano e trattiene l’umidità (e le nuvole) a bassa quota. Si crea così una condizio­ ne atmosferica ideale per osser­ vare». Uno dei luoghi di lavoro di Laura è il grande osservatorio astronomico del Paranal, im­ merso nel deserto dell’Atacama, a 1.200 chilometri da Santiago del Cile. Un posto che è stato Ha accompagnato anche James Bond (Daniel Craig) al Cerro Paranal Da questa vetta le condizioni ideali di visibilità dei cieli australi «Mi attrae la natura estrema, dove non c’è vita si scopre il senso della vita» definito da «Science magazine» un luogo simil­marziano e dove sono state fatte prove ed esperi­ menti sui veicoli Viking 1 e 2 pri­ ma di inviarli sul pianeta Marte. È un’area unica in tutto il piane­ ta, priva di oasi, in cui vivevano fino a poco tempo fa solo gli in­ dios Changos, e ora si trovano solo i lavoratori dei giacimenti di rame e i dipendenti dell’Eso, co­ me Laura appunto. L’Osservatorio Paranal prende il nome dal Cerro Paranal, la vet­ ta di oltre 2.600 metri di altezza che si staglia scoscesa sull’Ocea­ no Pacifico: la combinazione tra la corrente di Humboldt e il Cer­ ro Paranal pone l’osservatorio in una posizione unica e ottimale che permette di alzarsi sopra lo strato di umidità dove si creano le nuvole e di aprire una finestra privilegiata sull’universo. È così che di recente è stato scoperto un buco nero nel bel mezzo della Via Lattea o i lampi di radiazione gamma e ancora le altre galassie al di fuori della nostra. «La ricer­ ca astronomica – osserva Laura – è quella che ti permette forse di capire meglio il senso profon­ do della ricerca che è quello di rispondere alle grandi domande dell’uomo». Ed è proprio tra i grandi telescopi, come il potente Very Large Telescope, occhiali giganti per vedere l’universo, che le capacità dell’uomo incontrano i segreti della natura. «Ogni gior­ no – spiega Laura – sono a con­ tatto con delle potenti macchine frutto del lavoro dell’uomo che servono per immergersi nella profondità dell’universo. Mi sen­ to molto fortunata, ritengo tutto ciò un enorme privilegio. È per questo che ho scelto di occupar­ mi della parte di divulgazione scientifica: penso che chi è de­ tentore di un sapere scientifico abbia anche il compito di diffon­ derlo e renderlo fruibile a una gran parte della popolazione in modo semplice e accessibile». «Come dipartimento di comuni­ cazione – spiega Laura –, ci occu­ piamo principalmente dei mezzi di comunicazione. Riceviamo una media di 80 visite all’anno, tra le quali si trova un’ampia gamma di media: dai giornali re­ gionali alle produzioni interna­ zionali della “Bbc” o del “Natio­ nal Geographic”. Accogliamo an­ che qualche “vip”: ambasciatori, ministri e, a volte, capi di Stato. Non siamo noi direttamente i responsabili dei ricevimenti uffi­ ciali. In tali occasioni ci preoccu­ piamo principalmente dei mezzi di comunicazione che seguono l’evento. Abbiamo ricevuto an­ che visite famose come quella di James Bond (interpretato dal­ l’attore Daniel Craig ndr) nel 2008. In quell’occasione Paranal è stato il set del del film “A Quan­ tum of Solace”». Quando ripensa alla sua scelta Laura è soddisfatta anche perché sa che alcuni suoi compagni di studio, soprattutto spagnoli, per esempio, hanno sentito in Euro­ pa molto di più la crisi e la man­ canza di opportunità adeguate alle loro capacità professionali. «Alcuni vivono situazioni preca­ rie – racconta – anche se sono studiosi molto validi. Dal Cile, un Paese emergente che non ha co­ nosciuto la crisi economica euro­ pea, ho osservato la situazione politica ed economica europea. Il mio è un occhio esterno e vado cauta nelle considerazioni ma mi dà l’impressione che la crisi mag­ giore che si sta attraversando in Europa, più che economica, è di senso. Credo che il motore, il cuore di un Paese, siano i talenti delle persone e le opportunità che si è in grado di offrire loro per svilupparle. Senza questo svilup­ po, non esiste sviluppo del Paese. Forse tutti ­ in primis chi ha com­ piti di governo ­ potrebbero ri­ nunciare ai privilegi acquisiti (magari scambiati ormai per di­ ritti) per invece mettere a frutto e investire sui giovani e i loro talenti. Se non si fa così, un giova­ ne che si sente defraudato dal sistema, ha tutti i diritti di andar­ sene e cercare altrove il proprio futuro. Questo però è un peccato per l’Europa, la Spagna e l’Italia, un Paese a cui sono grata, perché mi ha dato un valore molto im­ portante: la libertà di vivere nel mondo e gli occhi e gli strumenti per guardarlo». n ©RIPRODUZIONE RISERVATA Sul sito web TUTTE LE STORIE DAL MONDO LE PUOI TROVARE SU: l www.ecodibergamo.it