DIOCESI DI CREMONA – FORMAZIONE ACCOMPAGNATORI IC
MODULO C – LEZIONE 4
LA PREGHIERA
Un tempo di grazia per stare con il Signore
e trovare senso e pienezza per la nostra vita e per quella dei fratelli
don Elio Culpo
Per sostare nella riflessione sulla realtà della preghiera è di grande utilità partire da un testo
del Vangelo secondo Luca, un vangelo particolarmente attento a questo tema, che ci presenta
un dialogo tra Gesù e i suoi discepoli, allo stesso tempo affascinante e sconcertante, ma
proprio per questo carico di una rivelazione profonda sulla preghiera stessa:
«Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli
disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».Ed
egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre..." (Lc 11,1-2a).
Ciò che sconcerta è la richiesta del discepolo, quasi che Gesù non si fosse preoccupato di suo
ad insegnare la realtà della preghiera. Ma proprio questa richiesta svela che come unico e
vero "Maestro" di preghiera, per i discepoli, sia Gesù. Inoltre, come la preghiera stessa chieda
nel discepolo ricerca, desiderio e corresponsabilità.
Sostiamo innanzitutto sul come Gesù sia il vero "Maestro" di preghiera e come a lui ci si debba
rivolgerle per apprenderne il contenuto vero per viverla.

Gesù è Maestro di preghiera sul piano esemplare. Ci dona la testimonianza del vivere la
preghiera; ci insegna il contenuto di quest'esperienza; ci guida nell'atteggiamento del
cuore nel viverla. Il contenuto della preghiera di Gesù è la relazione di amore con il
Padre. La preghiera di Gesù è uno stare con il Padre per crescere nella Comunione con
Lui, per sperimentare la sua premura, per apprendere la sua "volontà". È un crescere
della sintonia del suo cuore con il cuore del Padre per vivere in pienezza l'umanità che ha
assunto, per vivere con significato la fatica, la contraddizione e la bellezza stessa
dell'essere uomo: "Padre, se voi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la
mia, ma la tua volontà" (Cfr.Lc22, 39-42).

Gesù poi insegna come la preghiera sia primariamente un evento del "cuore" che
coinvolge tutta la persona. Il "cuore", centro affettivo e decisionale, è quel "segreto" nel
quale solo il Padre può vedere, ma in esso si raccoglie tutta l'umanità: "Tu invece, quando
preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il
Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà". (Cfr Mt 6,5-9).Proprio perché la
preghiera è "Incontro", "Relazione di amore", non va confusa, né vissuta come fosse un
atto magico che possa coartare il volere di Dio a proprio favore: "Pregando poi, non
sprecate parole come il pagani, i quali credono di essere ascoltati a forza di parole..."
Ma, va vissuta nello spirito proprio di un "figlio": "Voi dunque pregate così: Padre
nostro...". Infine, poiché la preghiera è il luogo e il tempo dove cresce la "relazione di
amore", la preghiera deve essere vissuta quotidianamente e con perseveranza: "Disse loro
una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi..." (Cfr. Lc 18,1-8).

Gesù, inoltre e più ancora, è "Maestro" di preghiera perché dentro la sua umanità, che è
anche la nostra, realizza davvero "l'Incontro di amore fiduciale con il Padre". Da un
lato, percepisce la totale premura di amore del Padre nei suoi confronti e, dall'altro, la
vive come totale risposta di fiducia in Lui. Questo costituisce l'evento della Preghiera di
Gesù e in Gesù, così che la preghiera stessa diventa il luogo di questo straordinario
"Incontro" tra Dio e l'uomo, tra la paternità di Dio e il sentirsi e l'essere "figlio", per grazia,
dell'uomo. Questa è la preghiera "nel nome di Gesù": "Perché tutto quello che chiederete
al Padre nel mio nome, ve lo conceda" (Cfr. Gv 15,16b). In Gesù e per Gesù, la preghiera
è il dono che Dio fa all'uomo, dentro l'esperienza umana, perché l'umanità possa
incontrare il "Volto di Dio". Un "Incontro" che è comunione di amore e permette all'uomo
di percepire a fondo e vivere la sua identità che è quella di "figlio" e tutto questo si attua
nell'oggi per l'azione dello Spirito Santo: "Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto
alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare,
ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; e colui che
scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti
secondo i disegni di Dio". (Rom 8,26-27). È poi a partire da questo "Incontro", che è
relazione di amore con Dio in Gesù mediante lo Spirito, che noi apprendiamo a vivere
anche tutte le altre relazioni: con noi stessi, con i fratelli e con il creato.
LA RICERCA E LA CORRESPONSABILITÀ
La domanda del discepolo svela che la preghiera, che è dono di Dio, è allo stesso tempo una
necessità e una corresponsabilità. Sempre i doni di Dio chiedono una risposta concreta e
responsabile per diventare esperienza vera della nostra vita. Poi, nella misura in cui questo
dono è accolto e vissuto, manifesta, sempre più a fondo, il suo valore e i suoi frutti (Cfr. Gv
15,7-8). La prima comunità di Gerusalemme pone la preghiera come una delle realtà
costitutive del proprio essere "comunità cristiana": «Erano assidui nell’ascoltare
l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle
preghiere» (At 2,42). Così, la Comunità-Chiesa si fa carico di strutturare, lungo il proprio
cammino nella storia, modalità che possono aiutare i credenti a vivere la preghiera come
esperienza e 'luogo' di "Incontro tra Dio Padre e i suoi figli" in Gesù Cristo, mediante l'azione
dello Spirito.
L'apostolo Paolo scriveva alle sue comunità: «Siate ricolmi dello Spirito, intrattenendovi a
vicenda con salmi, inni, cantici spirituali, cantando e inneggiando al Signore con tutto il
vostro cuore, rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore
nostro Gesù Cristo» (Ef 5,18b-20). E ancora: «La parola di Cristo dimori tra voi
abbondantemente; ammaestratevi e ammonitevi con ogni sapienza, cantando a Dio di cuore e
con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali. E tutto quello che fate in parole ed opere,
tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre»
(Col 3,16-17).
Possiamo qui brevemente sostare su qualcuna di queste modalità:

La "Lectio divina": Questa esperienza di preghiera, personale o comunitaria, realizza
l'indicazione dell'apostolo: "la Parola di Dio dimori tra voi abbondantemente". È un
sostare, metodico e ordinato, nella lettura e nell'ascolto della Parola di Dio, che apre ad
una conoscenza sempre più profonda del "Volto di Dio". Non si può amare chi non si
conosce. Nello stesso tempo rivela la nostra identità di uomini e ciò che per noi
costituisce vera felicità e pienezza secondo il cuore di Dio. Rientrano anche in questa
esperienza i temi della meditazione e della contemplazione.

La "Liturgia delle ore" è certamente la modalità che raccoglie in sé, in modo più
completo, la complessità e la semplicità della preghiera stessa. Se pregata con la giusta
calma, attenzione e partecipazione ci fa entrare in profondità nell'esperienza della
preghiera. La ricchezza del suo schema può fare da riferimento ad una molteplicità di
modalità di preghiera, sia personale che comunitaria: inno; salmi e cantici; ascolto della
Parola; momento meditativo; invocazioni; preghiera del Signore; orazione finale.

La preghiera con Maria, Vergine e Madre di Dio e con i santi. Poiché la preghiera ha come
contenuto fondamentale l'Incontro e la Comunione di amore con Dio, Maria è senza
dubbio colei che, tra le creature, ha vissuto questa relazione nel modo più significativo. A
nessuno sta a cuore quanto a lei la nostra comunione con Gesù e, attraverso Gesù e nello
Spirito, con il Padre. In questa prospettiva è significativo vivere la preghiera del "Rosario"
ed è comunque importante che non manchi mai un richiamo a lei nella nostra preghiera.
In questa stessa prospettiva si pone anche il nostro richiamarci all'intercessione dei santi.

Tutta la nostra preghiera converge e ha e il suo momento culminante nella "Santa
Eucaristia", che Gesù stesso ha vissuto e donato, come luogo per eccellenza dell'Incontro
con Lui e di conseguenza con il Padre, nel cammino della nostra esistenza umana. Così
ogni nostra esperienza di preghiera è destinata a trovare pienezza proprio nella Santa
Eucaristia (Cfr. Lc 24,13-35). Come, del resto nell'Eucaristia converge tutta la nostra
esistenza e dalla stessa Eucaristia ha origine ogni nostra azione secondo il cuore di Dio. In
relazione alla Santa Eucaristia va compresa e vissuta anche la pratica della "Adorazione
eucaristica".

Infine è importante richiamare una modalità della preghiera che, più che costituire un
metodo in sé, costituisce una realtà che deve in qualche modo accompagnare ogni
esperienza di preghiera: il silenzio! "Sta' in silenzio davanti al Signore e spera in lui" (Sal
37,7). Il silenzio è indispensabile per poter ascoltare, meditare, contemplare; è
umanamente anche l'esperienza più profonda della comunione di amore. Lo si apprende
vivendolo e nel fare in modo che non manchi mai dentro l'esperienza della nostra
preghiera.
PER LA RICERCA E LA RIFLESSIONE, PERSONALE E COMUNITARIA
1. Cercare, scoprire e contemplare i momenti in cui Gesù vive la preghiera. Cogliere,
attraverso il contesto, la situazione esistenziale in cui questa preghiera si pone. Cercare e
riflettere gli insegnamenti sulla preghiera donati da Gesù nel Vangelo.
2. Cercare e scoprire, nei singoli libri della sacra scrittura, le preghiere che vi sono
contenute. Sostare nella loro comprensione e farle nostre.
3. Cercare e scoprire nel Libro dei Salmi la preghiera che avvertiamo in quel momento
particolarmente attinente alla nostra esperienza. Nello stesso tempo cogliere come anche
Gesù l'abbia pregata e, più ancora, ne sia il vero protagonista.
N.B. E’ importante che questa ricerca si possa svolgere sia sul piano personale che
comunitario. Le modalità possono essere molteplici: si parte certamente da un momento
comunitario in cui insieme si fa la scelta più appropriata. È bene poi far seguire un impegno
personale di ricerca e di riflessione. Infine vivere un momento di "Collatio" fraterna
sull'esperienza di ciascuno, che si concluda poi con una sosta orante, frutto anche della
ricerca e della "Collatio" avvenuta.
QUESTIONARIO
1. Qual è il contenuto della preghiera di Gesù?
 la richiesta di saper essere guida dei suoi discepoli
 la relazione di amore con il Padre
 la conversione dei peccatori
2. Con che cosa si prega?
 soprattutto con la voce e con i gesti del corpo
 soprattutto con la mente e la riflessione
 soprattutto con il cuore, che coinvolge tutte le dimensioni del nostro essere
3. In che cosa primariamente Gesù è maestro di preghiera?
 perchè ha insegnato il testo del Padre nostro, modello di ogni preghiera
 perché ogni giorno pregava, anche per molto tempo
 perché dentro la sua umanità, che è anche la nostra, realizza l'Incontro di amore
fiduciale con il Padre
4. Ti ricordi alcune modalità di preghiera? Elencale di seguito:
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5. La caratteristica più rilevante della lectio divina è:
 l’analisi del testo biblico per conoscerlo parola per parola
 il sostare, con metodo e ordine, nella lettura e nell’ascolto della Parola
 la risonanza del cuore per vedere quali sentimenti la parola mi ispira
6. Una condizione che accompagna ogni preghiera è:
 stare inginocchiati, in adorazione
 l’uso della Parola di Dio
 il silenzio
7. Perché la Chiesa si preoccupa della preghiera dei suoi membri?
 perché chi non prega secondo le leggi della Chiesa non si salva
 perché anche la prima comunità apostolica ha trovato modalità per attuare l’incontro
con il Padre per mezzo di Gesù
 perché la preghiera liturgica e comunitaria vale più di quella personale.