INTRODUZIONE ALLA RISONANZA MAGNETICA NUCLEARE PARTE 2 Corso di “Tecniche Chimico fisiche in ambito sanitario” dr.ssa Isabella Nicotera L'osservabile fisica macroscopica è la magnetizzazione, definita come il momento di dipolo magnetico per unità di volume nel campione, ovvero: 1 M= V ∑μ i i si hanno più dipoli nello stato con energia minore e l’assorbimento prevale sulla emissione β α Nα = exp(- ΔE/kBT ) Nβ Equazioni fenomenologiche di Bloch Le equazioni fenomenologiche di Bloch sono la base per la descrizione classica degli esperimenti di NMR. L'evoluzione della magnetizzazione sotto l'azione di un campo magnetico è descritta dall'equazione differenziale: L’equazione è vettoriale e si scompone nelle tre equazioni scalari: Le relazioni precedenti sono incomplete, perché ignorano gli scambi di energia e di momento che possono avvenire fra il sistema dei dipoli magnetici e l'ambiente circostante. Questi scambi di energia e momento tendono sempre a riportare la magnetizzazione ad un valore corrispondente a quello di equilibrio termico con l'ambiente circostante. Questi processi spontanei che ripristinano i valori di equilibrio termico sono indicati con il termine di "rilassamento". Valore di equilibrio MX →0 MY → 0 M Z → M0 1. Equazione del moto del vettore M in un campo B0; 2. Rilassamento longitudinale e trasversale di M per tornare all’equilibrio dopo una perturbazione. r r M& = γ ( M × B0 ) + rilassamento r r M& = γ ( M × B0 ) + rilassamento M z − M0 dM z =− dt T1 Valore di equilibrio MX →0 MY → 0 M Z → M0 dM x Mx =− dt T2 dM y dt =− My T2 Termini di rilassamento r r & M = γ ( M × B0 ) + rilassamento r r dMx Mx Mx = γ ( M × B0 ) x − = ω0 M Y − dt T2 T2 r r dMy My My = γ ( M × B0 ) y − = -ω0 M X − dt T2 T2 r r Mz − M z0 Mz − M z0 dMz = γ ( M × B0 ) z − = 0− dt T1 T1 Queste prendono il nome di equazioni fenomenologiche di Bloch, che per primo le introdusse per descrivere l'esperimento di risonanza magnetica nucleare nel 1946. T1 e T2 furono introdotti da Bloch in modo fenomenologico, cioè basandosi sull'osservazione sperimentale che la magnetizzazione tornava all'equilibrio termico con una cinetica di recupero esponenziale. Queste costanti di tempo sono caratteristiche del sistema osservato, ed in letteratura esistono numerose relazioni teoriche che legano queste grandezze a specifiche proprietà strutturali o dinamiche delle molecole che lo costituiscono. Bloch equations In presenza del campo statico B0 ,applichiamo un campo B1 lungo x o y di intensità assai più piccola. La variazione della magnetizzazione nel tempo è data da: M x ˆ M y ˆ M z − M0 ˆ dM k = γ ( M × B(t )) − i− j− T1 T2 T2 dt Termine di momento meccanico î,ĵ e ĸ Termini di rilassamento sono i versori nel sistema di riferimento di laboratorio. B (t ) = B0 kˆ + B1iˆ Piccolo campo oscillante B1 nella direzione x, (2B1 cosωt). Questo può essere risolto in due componenti rotanti in direzioni opposte con velocità angolare ± ω. La componente rotante nella direzione opposta alla precessione di Larmor può essere trascurata essendo questo campo B1 molto piccolo. Operativamente, si fa in modo di posizionare il campo di rf, B1, diretto lungo l’asse x, e ortogonale all’asse z. Un campo di tal genere può essere scomposto in due componenti, rotanti in senso opposto. Una delle due componenti avrà la stessa direzione di rotazione dei momenti magnetici nucleari del nucleo in esame. L’altra componente non avrà effetto nell’NMR Se la componente che ruota nello stesso verso dei momenti magnetici ha una frequenza eguale alla frequenza di Larmor dei dipoli in precessione, allora si avrà risonanza ed i nuclei potranno assorbire energia, e dare la transizione NMR B = iB1 cos ωt − jB1senωt + kB0 Campo agente sul campione M x ˆ M y ˆ M z − M0 ˆ dM k = γ ( M × B(t )) − i− j− T1 T2 T2 dt [ ] dM x Mx = γ B1senωt M z + B0 M y − dt T2 dM y dt = −γ [− B1 cos ωt M z + B0 M x ] − [ My T2 x y z Mx My Mz (B1)x (B1)y B0 ] (M z − M 0 ) dM z = −γ B1 cos ωt M y + B1senωt M x − dt T1 Dove (B1)x e (B1)y sono le componenti di B1 lungo gli assi x e y ( B1 ) x = B1 cos ωt ( B1 ) y = − B1senωt Senso orario Senso antiorario Solo la componente di B1 lungo x agisce sulla magnetizzazione r B1 = iˆB1 cos ωt B (t ) = iˆ( B1 cos ωt ) + kˆB0 [ ] dM x M = γ B0 M y − x dt T2 dM y dt = −γ [− B1 cos ωt M z + B0 M x ] − [ My T2 ] (M z − M 0 ) dM z = −γ B1 cos ωt M y − dt T1 Queste equazioni possono prendere una forma più semplice se sono riferite ad un set di assi (x’, y’, z) rotanti con il campo r.f. applicato, con velocità angolare ω intorno all’asse z. sistema di assi rotanti Sistema di assi rotanti ωo ω Se B1 ruota nel piano xy a frequenza ω diversa dalla frequenza di precessione (o di Larmor) ω0 , non produce effetto sugli spin. ω = ω0 Ma se B1 ruota nel piano xy alla frequenza ω0, fa precedere la magnetizzazione attorno alla direzione di B1. E’ conveniente “saltare” sulla giostra con B1: cioè esprimere tutto in un sistema di assi rotanti alla frequenza ω di B1 (x, y). Se ω≠ω0 vedremmo gli spin precedere alla frequenza ω-ω0 . In risonanza si ha ω=ω0 e B1 apparirebbe fisso lungo l’asse rotante x. L’effetto del campo magnetico statico sugli spin non si vedrebbe più, mentre si vedrebbe la magnetizzazione precedere attorno a B1, nel piano xz. Sistema assi rotanti z ω/γ B0 In questo sistema di riferimento, il campo magnetico r.f. agente risulta statico. Bt B0-ω/γ Inoltre, il moto precessionale della magnetizzazione (cioè ω0=γB0) appare essere ridotto ad un valore (ω0- ω). Beff B1 x’ Questo moto corrisponde alla precessione in un campo apparente (ω0- ω)/γ ≡ B0 -ω/ γ Beff = ( Bo − ω / γ ) 2 + B12 Quindi, sebbene il campo totale, Bt, è il vettore somma di B0 e B1, è utile definire un campo effettivo, Beff, che è il vettore somma di B0 -ω/ γ e B1. Poiché B0>>B1, il campo Bt è sempre molto vicino a B0 e stretto alla direzione z, mentre Beff varia considerevolmente in direzione dipendente dall’offset di frequenza ω0- ω, tra la r.f. e la risonanza. Le componenti di M nel sistema (x, y, z) sono: Mx My Mz Le componenti di M nel sistema (x’, y’, z’) sono: u v Mz’ z u è la componente nella direzione di B1, cioè lungo x’ (componente in fase) B0 v è la componente fuori fase lungo y’ ω/γ Bt u = M x cos ωt − M y senωt v = M x senωt + M y cos ωt B0-ω/γ Beff x’ B1 ⎛ dM ⎞ ⎜ ⎟ ⎝ dt ⎠ rot = γ ( M × B (t )) − u T2 iˆ '− ⎤ u ⎡⎛ ω ⎞ˆ ˆ γM × ⎢⎜ B0 − ⎟ k + B1i '⎥ − γ ⎠ ⎦ T2 ⎣⎝ v T2 iˆ '− v T2 ˆj '− M z − M0 ˆj '− T1 M z − M0 T1 kˆ = kˆ = [ ] M dM x = γ B0 M y − x T2 dt Nel sistema di lab. dM y dt = −γ [− B1 cos ωt M z + B0 M x ] − [ My T2 ] (M z − M 0 ) dM z = −γ B1 cos ωt M y − T1 dt Nel sistema di assi rotanti ⎛ du ω⎞ u = γ v ⎜⎜ Bo − ⎟⎟ − dt γ ⎠ T2 ⎝ ⎛ dv ω⎞ v = − γ u ⎜⎜ Bo − ⎟⎟ + γ B1 M z − dt γ ⎠ T2 ⎝ M z − M0 dMz = γ v B1 − dt T1 u v Mz B1 0 (B0 -ω/γ) Set completo delle equazioni di Block nel sistema di riferimento rotante Il moto della magnetizzazione nel sistema rotante in assenza di rilassamento è la precessione intorno a Beff con velocità angolare ω = γ Beff ω è la frequenza del campo a r.f., quindi possiamo sceglierla noi: ω= ω0 → risonanza (Beff≡ B1) In tal caso M ruota intorno a B1 nel piano y’z a velocità angolare ϖ= γ B1 z M0 M0 Beff y’ ϖ= γ B1 X’ Questo moto sarebbe infinito se non ci fosse il rilassamento B1 X’ La soluzione delle equazioni di Block comprende un termine transitorio T(t), il cui effetto scompare dopo tempi maggiori di T1 e T2, e un termine stazionario: Soluzione: z r r r M (t ) = T (t ) + Ms Gli esperimenti adatti a studiare la soluzione transiente devono pertanto essere effettuati M0 entro intervalli di tempo paragonabili ai tempi di rilassamento (“Pulsed Methods”). Methods y’ ϖ= γ B1 Al contrario, gli esperimenti fatti su intervalli lunghi rispetto ai tempi di rilassamento B1 possono X’ rivelare corrispondente alla solo il contributo soluzione stazionaria (“Steady-state experiments”) STEADY- STATE EXPERIMENTS : Soluzione stazionaria dell’equazioni di Bloch du =0 dt dv =0 dt γB1T2 2 (ω0 − ω ) u = M0 2 1 + T2 (ω0 − ω ) 2 + γ 2 B12T1T2 γB1T2 v = M0 2 1 + T2 (ω0 − ω ) 2 + γ 2 B12T1T2 1 + (ω0 − ω ) 2 T2 Mz= M0 2 1 + T2 (ω0 − ω ) 2 + γ 2 B12T1T2 2 dM z =0 dt M x = u cos ωt − v sin ωt M y = −u sin ωt + v cos ωt s =γ B TT 2 2 1 1 2 Fattore di saturazione STEADY- STATE EXPERIMENTS : Soluzione stazionaria dell’equazioni di Bloch Se s<<1, campo a r.f. debole, tempi di rilassamento brevi, allora v assuma la seguente forma, e rappresenta una lorentziana modo di assorbimento v (ω ) = πγ B1 M 0 f T 2 (ω ) f T2 = T2 Lorentziana 2 2 π 1 + (ω − ω0 ) T2 modo di dispersione 1/T2 modo di assorbimento T22 (ω − ω 0 ) u (ω ) = M 0 γB1 1 + T22 (ω − ω 0 ) 2 modo di dispersione STEADY- STATE EXPERIMENTS NMR IN ONDA CONTINUA (CW) In un normale esperimento CW NMR, lo spettrometro è tunato in modo da osservare la componente della magnetizzazione sfasata di 90° rispetto al campo B1, ottenendo il segnale di assorbimento. Occasionalmente si osserva la componente in fase u, che dà il segnale in modo di dispersione. u (dispersione) v (assorbimento) La tecnica CW prevede il raggiungimento della risonanza in due possibili modi: •variando B1 con un valore costante di B0 (frequency sweep) •variando B0 e tenendo ν1 costante (field sweep) In tutti e due i modi, nel metodo CW lo spettro e’ registrato “punto per punto”, tenendo comunque presente che prima di passare da una frequenza alla successiva bisogna aspettare circa 5T1, tempo necessario affinché il sistema ritorni all’equilibrio. Il metodo CW e’ adatto per nuclei “sensibili”, con elevato momento magnetico, e elevata abbondanza naturale (1H, 19F, 31F) Pulsed Methods NMR Nel metodo ad impulsi si applica al campione un campo magnetico a rf, “intenso” e di “breve” durata. L’effetto dell’impulso è quello di ruotare la magnetizzazione di un certo angolo; spento l’impulso il sistema ritorna al suo stato di equilibrio nel campo statico in modo che è soltanto determinato dalle interazioni di spin. L’ampiezza del segnale transiente che si osserva viene misurato in funzione del tempo, F(t), detta usualmente “free induction decay”. Da F(t) si ottengono le stesse informazioni che si possono ottenere da F(ω): infatti, F(t) è la trasformata di Fourier della F(ω). Tuttavia, nell’NMR impulsato la risposta transiente F(t) diventa una funzione della natura della sequenza degli impulsi: si ottengono allora informazioni che non si riescono ad avere dallo spettro di assorbimento. Il metodo impulsivo può essere applicato anche per una misura diretta dei tempi di rilassamento, che sono strettamente legati alle interazioni dipendenti dal tempo e cioè ai processi dinamici che avvengono nel campione in esame. Descrizione dell’esperimento di NMR impulsato: Free Induction Decay (FID) Quando l’impulso cessa, la magnetizzazione tende a tornare verso l’asse z: processo di rilassamento. Z B0 ω0 M Segnale Nel sistema di laboratorio la magnetizzazione precede nel piano xy alla frequenza ω0… …producendo una variazione di flusso nella spira di una bobina posta nel piano che origina una f.e.m. alternata Infatti, ricordiamoci che dal punto di vista del sistema di riferimento del laboratorio, dopo l’impulso la magnetizzazione precederà nel piano xy intorno a B0. Se abbiamo una bobina ricevente posta sull’asse x di tale sistema, la magnetizzazione indurrà una corrente oscillante che essa potrà rilevata. Nel sistema rotante, Mz = Mz(t), cioè varia nel tempo; ciò vuol dire che dopo l’impulso tutte le grandezze variano nel tempo: u(t) = 0 v(t) v(t) = Mo e-t/T2 Mz(t) = Mo (1-e-t/T1 ) v(t) decade come mostrato in figura: questo dicesi “free induction decay” o “bloch decay” Nel sistema di laboratorio, abbiamo: Mx(t) = v sen ω0t Essendo v(t) = Mo e-t/T2 , si ottiene: My(t) = v cos ω0t Mx(t) = Mo e-t/T2 sen ω0t My(t) = Mo e-t/T2 cos ω0t Mx(t) = Mo e-t/T2 sen ω0t v(t) My(t) = Mo e-t/T2 cos ω0t Mxy Mx e My sono oscillazioni smorzate con la stessa frequenza ma sfasati di 90°. Il segnale raccolto dalla spira ha la frequenza di Larmor, ma viene trattato confrontandolo con una frequenza di riferimento. Solo la differenza in frequenza tra il segnale raccolto dalla spira e il segnale di riferimento viene rivelato. Se il segnale di riferimento è a ω0 la differenza di frequenza è nulla e si registra un segnale continuo... proprio come se si fosse nel sistema rotante! N.B. in generale, avendo più nuclei a diverse frequenze di risonanza, il fid si presenta come la somma di oscillazioni smorzate. NMR in onda continua a trasformata di Fourier campo oscillante continuo continuous wave (CW) ω0 impulso di durata τ τ pulse FT ω ω0 Lo spettro si registra mentre viene variata la frequenza della radiazione a radiofrequenza. Si invia un impulso di durata τ alla frequenza ω0 (centro dello spettro), e si raccoglie il segnale in funzione del tempo. La FT di questo segnale dà lo spettro in frequenza. NMR impulsato: l’impulso e le frequenze * τ = La radiazione a radiofrequenza ω0 viene impulsata. FT Δω ωo ω 0 La trasformata di Fourier dell’impulso contiene un intervallo di frequenze Δω centrate a ω0 Δω ∝ 1 τ Più breve è l’impulso, più ampio è l’intervallo di frequenze che si riesce a coprire: cioè è possibile irradiare tutte le righe di uno spettro con un solo breve impulso. Per τp che tende a zero, Δω tende all’infinito (linea piatta) τ proprietà e vantaggi impulso = durata impulso τ B1 (u.a.) FT Es.: t τ =10μs Nuclear magnetic resonance spectroscopy, Robin K.Harris B1 (u.a.) ν νc+ 1/ τ νc- 1/τ range freq. effettivo 10MHz Risonante: Beff ≈ B1 ϑ = γB1τ Nuclear magnetic resonance Spectroscopy. An Introduction to Principles, Applications, and Experimental Methods, J.B. Lambert, E.P. Mazzola Y X Y X Y X Y X Descrizione dell’esperimento di NMR impulsato: l’impulso e l’angolo Il campo a rf, B1 viene acceso lungo l’asse x, con pulsazione ω=ω0, per la durata dell’impulso z τ. Se nel tempo τ si può trascurare il M(0) rilassamento (τ <<T1, T2), nel sistema di assi B0 rotanti la magnetizzazione precede attorno a θ M(τ) B1 compiendo un angolo θ : θ = ωτ = B1γτ y B1 x θ angolo di rotazione della magnetizzazione Esempi di impulsi Impulso π/2 z Angolo di rotazione (nel sistema rotante) ω1τ =π/2 θ= ω1τ = B1γτ y z x M(0) B0 z M(τ) Impulso π ω1τ =π y B1 y x x Descrizione dell’esperimento di NMR impulsato: l’impulso π/2 Impulso π/2 z ω1τ =π/2 La durata dell’impulso τ e il campo B1 possono essere scelti in modo che θ = π/2 y x L’impulso porta M sul piano xy. Dopo l’impulso consideriamo cosa succede: ¾ nel sistema di assi di laboratorio ¾ nel sistema di assi rotanti. Free Induction Decay (FID) z z M(t) ∼ exp(-t/T2) N.B. T2 < T1 y x x t y L’impulso porta M sul piano xy. Dopo l’impulso si rileva il decadimento libero della magnetizzazione trasversale: •Decadimento esponenziale nel sistema rotante •Oscillazione smorzata nel sistema fisso FID: Free Induction Decay M(t) nel s.d.r. del lab. • decadimento, processi di rilassamento nel s.d.r. rotante • modulazione, spin non equivalentanti • oscillazione dovuta alla precessione di Larmor attorno a Bo. segnale = ns rumore FID: Spettro nel dominio del tempo ns = numero di ripetizioni di una sequenza di impulso Trasformata di Fourier 1 F (ω ) = 2π +∞ ∫ −∞ f (t )e −iωt dt Spettro nel dominio delle frequenze Modalità di rappresentazione spettrale F (ω) Spettroscopie in funzione della frequenza e in funzione del tempo: le informazioni contenute sono le stesse! FT f (t ) 1 F (ω ) = 2π ∞ ∫ f (t ) exp(−iωt )dt −∞ ∞ f (t ) = ∫ F (ω ) exp(iωt )dω −∞ F (ω ) è la " trasformata di Fourier" di f (t ) Trasformata di Fourier (FT): operatore matematico che trasforma una funzione nel dominio del tempo in una funzione nel dominio della frequenza. 1 F (ω ) = 2π F (ω ) è la " trasformata di Fourier" di f (t ) ∞ ∫ f (t ) exp(−iωt )dt −∞ In realtà la FT fa uso di un “ingresso” (o input) che consiste di una parte reale e una immaginaria. Nella spettroscopia NMR con la FT, la parte reale della FT è presa come lo spettro del dominio della frequenza. Potete pensare che Mx (funzione coseno) sia la parte reale dell’ingresso e My (funzione seno) la parte immaginaria. Il risultato della FT avrà dunque una componente reale e anche una immaginaria. Sequenze di impulsi 90°-FID (spettro classico NMR) Inversion Recovery (misura del T1); Spin-echo (misura del T2 “naturale”); CP and CPMG (misura del T2); Nella sequenza di impulsi 90-FID, la magnetizzazione netta e' ruotata in basso nel piano x‘y' con un impulso a 90°. Il vettore di magnetizzazione risultante comincia un moto di precessione attorno all'asse z. Anche l'intensità del vettore decade con il tempo. Il diagramma temporale è un grafico ad assi multipli per la rappresentazione in funzione del tempo di ogni aspetto della sequenza di impulsi. Il diagramma temporale di una sequenza di impulsi 90-FID riporta in funzione del tempo l’energia RF e il segnale. Quando questa sequenza viene ripetuta, se per esempio si rende necessario migliorare il rapporto segnale/rumore, l’ampiezza del segnale dopo aver effettuato la trasformata di Fourier, dipenderà dal T1 e dal tempo che intercorre tra le ripetizioni, chiamato tempo di ripetizione (TR), della sequenza. Inversion Recovery 180 - τ - 90 Anche una sequenza di impulsi inversion-recovery può essere usata per registrare uno spettro NMR. In questa sequenza, è prima applicato un impulso a 180o, seguito da un impulso a 90°. z t=0 π y x z x t y M(t) = M0 [1 − 2 exp(−t/T1)] L’impulso rovescia il verso di M. Dopo l’impulso si rileva il decadimento libero della magnetizzazione longitudinale ed il ritorno al valore di equilibrio che avviene con velocità 1/T1. Inversion Recovery 180 - τ - 90 Prima di aver riacquistato l’equilibrio, è applicato un impulso a 90o che fa ruotare la magnetizzazione longitudinale all’interno del piano XY. Una volta che la magnetizzazione è nel piano xy, ruota attorno all’asse Z e perde di fase producendo un FID. Inversion Recovery 180 - τ - 90 Facciamo più misure a diversi τ, per ottenere T1 Spin echo 90- τ - 180 Spin echo 90- τ - 180 Spin echo 90- τ - 180 Eco FID Si ha il massimo della magnetizzazione lungo l’asse, dopodiché inizierà nuovamente ad aprirsi π π/2 Mo M ≠ M0 τ echo Se ci fosse solo la disomogeneità di campo avremo che M= M0 (cioè le ampiezze dei FID sarebbero uguali), ma la presenza dell’interazione spin-spin è sempre presente, quindi a causa del rilassamento “naturale” M<M0. Spin echo 90- τ - 180 Si ha il massimo della magnetizzazione lungo l’asse, dopodiché inizierà dinuovo ad aprirsi π π/2 Mo M ≠ M0 echo τ Se ci fosse solo la disomogeneità di campo avremo che M= M0 (cioè le ampiezze dei FID sarebbero uguali), ma la presenza dell’interazione spin-spin è sempre presente, quindi a causa del rilassamento “naturale” M<M0. M = Mo e- τ /T2 M/Mo = e- τ /T2 ln(M/Mo) = - τ/T2 Possiamo costruire una sequenza per punti e ricaviamo il T2 Sequenza Carr-Purcell;Meiborn-Gill (CPMG) Anziché fare una misura del T2 con una semplice spin-echo a punti, possiamo usare una sequenza a single shoot : (π/2)x - (π)y - (π)y - (π)y - (π)y …. e- τ /T2 NMR e auto-diffusione nella materia PFG acronimo di: Pulsed Magnetic Field Gradient TIPI DI MOTO | | Moto rotazionale (locale) si misura mediante il rilassamento NMR. Traslazione molecolare (moto “long-range”) si misura mediante esperimenti PFG-SE NMR “Ramdom Walk” (cammino random) A. Einstein, 1905 (Modello “Random Walk”-moto Browniano) ri Glucosio, M=180.16 g/mol r1 + r2 + .....+ rN r(t) = =0 N r + r + .....+ r r(t) = = 6 D⋅t N 2 2 2 1 Spostamento medio 2 2 N Spostamento quadratico medio Coefficiente di auto-diffusione, D D= D= r(t) 2 6t r(t) 2 2 in m /s tecnica−sperimentale Eq. Microscopica che definisce D (Einstein 1905) D si misura sperimentalmente t Diffusione di alcune molecole in acqua a 25 °C 2. NMR impulsata (E. Hahn): FID (free induction decay) Impulso rf: durata tw Intensità H1 Nel sistema ruotante a ω=ω0 90°x Rilass. naturale Disomogeneità del campo statico 3. Sequenza SPIN-ECHO NMR (E.Hahn) Erwin Hahn scopre gli “spin-echoes” quando era uno studente post-doc all’Università di Illinois. Un articolo, pubblicato su Phys. Rev. 80, 580 (1950), ha rappresentato la base di tutti i moderni esperimenti di NMR/MRI 180°y 90°X τ τ Acquisizione Il segnale dopo 90° decade con una velocità 1/T2* L’intensità dell’echo a 2t dipende sia da T2 che da D, ma come? 3. Spin-echoes e gradienti magnetici impulsati: Sequenza PFG-SE NMR 90°x 180°y τ τ rf time δ G g Equazione di E. Hahn Δ Echo signal Gradiente statico τ τ (π/2)x (π)y δ δ g g Δ z No diffusione Completa rifocalizzazione delle fasi Diffusione Rifocalizzazizone incompleta. Segnale attenuato Il segnale dell’echo per la sequenza PFG-SE è: Contributo-rilassamento Contributo-diffusivo Se normalizzato rispetto al contributo di rilassamento, poiché si realizzano esperimenti a τ=costante, si giunge ad : Attenuazione dell’echo Esperimenti: 1) τ=costante (20 ms) ; 2) Vario 3) Misuro R (attenuazione echo) Grafico ln R vs. K e calcolo D: D Chemical shift Gli elettroni di un atomo inducono un piccolo campo magnetico che si oppone a quello principale Il campo magnetico sperimentato dal nucleo è generalmente minore del campo effettivo di un fattore σ (costante di schermo) B = Bo (1- σ) ν=γB Nuclei dello stesso atomo assorbono a frequenze leggermente diverse a causa del loro “intorno chimico” Diagramma di correlazione 1H NMR Hamiltoniano di spin per i momenti nucleari in una molecola Nucleo “nudo” elettroni B0 Bloc δB = B0 + δB H Nucleo in una molecola δB = −σB0 H = −γhB0 ⋅ I = −γhB0 I z H = −γh (B0 + δB) I z H = −γh (1 − σ )B0 I z σ Costante di schermo Il campo magnetico che agisce sul nucleo in una molecola è un campo locale Bloc dato dalla composizione del campo esterno B0 e di un campo aggiuntivo δB dovuto al contributo elettronico. Frequenza di risonanza dei nuclei hν = γh(1 − σ )B0 ΔE = γh(1 − σ )B0 γ ν= (1 − σ )B0 2π Spostamento chimico (Chemical Shift) La frequenza di risonanza dei nuclei si può misurare come distanza da quella di uno standard : Δν ν ν0 Standard Svantaggio: Δν dipende dalla frequenza di lavoro, è difficile confrontare risultati ottenuti con spettrometri diversi ν B0 400 MHz 9.6 T 500 MHz 12 T 600 MHz 14.4 T 900 MHZ 21.6 T Si preferisce quindi usare un parametro adimensionale (spostamento chimico) dato da: ν −ν 0 δ= ×106 ν0 δ 0 Standard δ non dipende dalla frequenza di lavoro δ > 0 significa ν > ν 0 Il campo locale che agisce sul nucleo è maggiore di quello dello standard. Il nucleo è meno schermato dello standard La differenza tra l’ordine di grandezza degli spostamenti chimici dei protoni e di quelli dei nuclei di 13C è dovuta alla maggiore densità elettronica che circonda questi ultimi.