Quaderni d`italianistica : revue officielle de la Société canadienne

—
Modalità metamorfiche nella figura
funzione
e
DEL maggior satiro FERRARESE DEL TARDO CINQUECENTO
Gabriele Niccoli
Questo breve saggio intende
Riassunto:
un decennio
distanza di poco più di
y Aminta., e consapevole degli
da
diversi
di colta
drammaturghi,
il
analizzare
modo
il
in cui,
a
dalla stesura e messinscena del-
schemi pastorali post-tassiani sperimentati
Guarini
sia in
grado di effettuare, in un'ottica
ed oculata coscienza metamorfica, e
un ambiente contro-
in
riformista decisamente fortificato persino nel contesto adulatorio della
corte,
non
solo
componenti
un mutamento ma una quasi
totale riscrittura di alcune
costitutive, portanti, della favola boschereccia.
metamorfiche che investono
sono che un sintomo. Di fronte ad una nuova
cangianti linee e colori, l'apportatore della
presenta alcune
lievi
sorta di paranoia
rinchiudere
stessa
il
tracce di
maggiore
crisi
realtà,
tutta fatta di
nelle selve guariniane
certa patologia di corte dell'epoca,
da voyeur, quella che
nella
e invidiato poeta estense in
sovente osservato che
il
una
aveva già fatto
realtà
Sant'Anna, quella
che nella finzione della scena indurrà inesorabilmente
tragicomico personaggio
E stato
una
Le modalità
funzione del Satiro non ne
la figura e la
l'alpestre e
alla disfatta.
Satiro è
con ogni probabilità
il
più durevole
dei personaggi pastorali, sia nella letteratura che nelle arti figurative, e che
un
in
certo senso egli ne è
parzialmente, tanto
al fatto
il
più attraente^. Ciò può attribuirsi, seppure
che questa mitica figura, mezzo
bestia, rappresenti quell'elemento naturale, vitale,
in tutti noi
sia
quanto
alla
Come
tassesco,
the Bacchic".
E
mezza
è latente
ben sappiamo, Richard Cody, come
ha voluto riconoscere nel Satiro rinascimentale,
altri,
modello
diremmo, che
e
valenza trasformistica che questo tipo di ibridazione
capace di dispiegare.
seguito
uomo
un cortigiano "under
a partial aspect
of
almeno
in
nel
his inner life
aggiunge:
He is the shepherd manqué, unpurged, irrepressibly natural.
And as nature anticipates art, so the Satyr has in him the makings
of the courtier
^
as
Myer, The Pastoral
Orphic Shepherd-^.
Drama
in Italy
and France,
^ Cody, The Landscape of the Mind., 52.
Andrisano,
"Il
Satiro
Quaderni
14.
Si veda,
sempre
sul Satiro tassesco,
deW Aminta", 357-371.
d'italianistica.
Volume XXIX, No.
2,
2008, 5-16
Gabriele Niccoli
Fra
le
figure
pastorale ferrarese,
maggiori ricorrenti sin dagli albori della produzione
il
Satiro
si
dalla sua iniziale funzione di
che
la
forma
sceniche.
E
distacca progressivamente, seppur lentamente,
mera
possiamo
sempre
far a
meno
il
e
opera che sarà glorio-
ed impavido Guarini, non
tardi dall'astuto
di notare che
drammatiche
di più valenze
di già nel Sacrificio del Beccati, del 1554,
samente recensita decenni più
man mano
divinità sensuale delle selve
della ecloga accquista
nostro semidivino e irriducibile insidia-
tore di ninfe leggiadre incomincia ad accoppiare alla sua lunga e celeberrima
fama
di alpestre sensualità quella, forse
meno
ma
accattivante
sicuramente
più scenicamente efficace, di schernito in amore^. Chiaramente, già da
questa, se vogliamo, schematica descrizione
funzione del Satiro subisce
si
può facilmente dedurre che
un leggero mutamento dovuto
la
ad una
sia
conoscenza più ampia da parte dei drammaturghi delle necessità e delle
considerazioni pratiche della messinscena, sia alle esigenze e alla psicologia
un nuovo pubblico aristocraticamente raffinato che richiede con
maggiori insistenze non soltanto divertimento e badinage (per dirla alla de
Musset) ma anche e soprattutto un giusto castigo (spesso il riso del pubdi
blico) alla brutalità sensuale nel labirintico e in alcuni casi perverso ludibrio
amoroso.
Si
vanno concretizzando,
in altre parole, sottili processi di
tizzazione culturale di significato e al
lazione e mediazione del testo fra
particolare visione del
divulgativa di
un
testo,
rimo
percepibili percorsi di oscil-
un determinato codice
mondo. Potremmo asserire che
di un testo drammatico, diciamo,
zione, e l'intero processo
significati
contempo
possono essere
metamorfico del suo linguaggio
attuati
anche tramite
seman-
verbale ed
la
una
manipolazione
la
sua stessa evolu-
e dei suoi possibili
messinscena di un celeber-
la
e tragico buffone.
Si
può generalmente affermare che
aspettative di
il
Guarini, oltremodo attento
un pubblico sempre più aggiornato
alle
e cosciente delle produzio-
ni e sperimentazioni drammatico-pastorali post-tassiane, desidera codificare
ufficialmente
la
rinnovata funzione di alcuni leitmotiv scenici, di alcune
configurazioni canoniche, di componenti congenite all'inscenamento dei
cortigiani-pastori, delle questioni d'amore, e di tutta
da
secoli in
auge
ma mai
formalmente
e
una
casistica
amorosa
sistematicamenete catalogata'^.
Basandosi su una alquanto bizzarra simbiosi di aristotelismo e antiaristotelismo derivante dagli svariati dibattiti sulla forma drammatica pastorale e
^ Poggioli, The Oaten Flute, 25. Si vedano inoltre Igliozzi, "Motivi e strutture del
dramma pastorale
ferrarese",
65-67, e Garraffo,
"Il
Satiro nella pastorale ferrarese
del Cinquecento", 185-201.
Cfr. Niccoli, Cupid, Satyr
and the Golden
Age, 112.
—6—
Modalità me^tamorfichf.
concernenti
sulle diatribe
nonché
court,
e
sulla
drammaturgo
evidenza teatrale fornitagli dalla
formalizzandola,
comico
la figura
componenti comiche
italiano.
Ma come
definire
dramma
del
come
sia a valorizzare,
principale "istrumento di
una "funzione", tanto per riprendere, come
Igliozzi,
personaggio in rapporto
nella Rinzione di
come
ci fa
il
uno
dei più noti elementi costitutivi di
ma
pochi
produzione
la
felici tentativi
LoUio del 1563
teatrali, queste,
poeti che
armonico ed omogeneo
lo
più a cercare di decifrare
mente
in questo contesto che
si
la
Orbene,
menzionato del Beccari,
di
un determinato genere
sua vera natura letteraria.
andrebbe compresa
Tasso nel voler sorvegliare puntigliosamente
prima rappresentazione atW Aminta
tutti
la
i
E
precisa-
preoccupazione del
dettagli pratici della
a Belvedere, dalla
finanze, fino all'addestramento dei comici della
messa
compagnia
in scena alle
dei Gelosi*^.
Tasso, oberato, com'era d'altronde di sua natura, dal doveroso impe-
di esplicitare la nobilitazione, se
nuova forma drammatica, —
carte
inoltre
in Guarini,
Brognoligo
in
Igliozzi,
'
Cfr. Corti,
Guarini,
tali
La
"Motivi e strutture del
An
addirittura la legittimazione, della
meno liete: "Ardite, sì, ma pur
amori / E fui cultor de' greci antichi
"Annotazioni sopra
tragicomica, 179, e Rousset,
"
non
scriverà in ore
Vergai di vaghi pastorali
/
Tumermani
Da
letteraria^.
esibiscono, diciamo così, in questa forma continua-
no per
-^
letterario
teatrale pastorale pre-tassiana,
quali quello già
I
felici
un genere
e dell'Argenti del '67, produzioni e messinscene
letterario.
gno
Un mutamento
caratterialmente di stampo ferrarese, rimane lungi dall'es-
sere considerata corpus
Il
analisi
un determinato
persino presentare sintomi della cultura che
non bisogna dimenticare che
i
suggerisce
ci
giustamente notare Maria Corti, non soltanto trasformare
produce, riceve e distribuisce una determinata forma
nonostante
mag-
potremmo
termine utilizzato da Propp nella sua
svolgimento della vicenda^'.
allo
natura stessa del genere
quelli del
delle
Cinquecento
pastorale alla fine del
del racconto popolare russo per meglio indicare l'operato di
la
una
costituisce quindi
è accennato, essa costituisce altresì ciò che
si
acutamente Daniela
può,
maggiore poeta
il
tragicommedia pastorale
della
scenica del Satiro
La struttura topologica del Satiro
riso"5.
prassi,
estense del tardo Cinquecento riesce generalmente sia a
legittimare l'ordine
giori
nascente ibridazione della tragicommedia tout
la
//
il
Pastor fido", 24-27. Si consultino
Pastor fido
littérature
dramma
e
il
compendio della poesia
de Page baroque en France, 35.
pastorale ferrarese", 70.
Introduction to Literary Semiotics, 116-117.
considerazioni
si
potrebbero forse anche meglio captare
celeberrima etichettatura, di
carducciana memoria,
vero e proprio "portento".
—7—
i
risvolti della
della favola tassiana
come
Gabriele Niccoli
Ne
del
le rive
Po con
allori
/
farlo,
volendo scansare però
drammatico
novell'arte"
solco che
il
— sembra
osiamo
pastorale, se così
in effetti intenzionato a
precedenti disegnatori del genere
i
avevano traccciato. Pur
definirli,
autoglorificandosi nell'ardita impresa, vergando per l'appunto versi che
sembrano
costituire
una vera
e propria poetica in sintesi del genere in
discussione, la "novell'arte" del Tasso inventor generis consìste
ambito
degli attesi e salienti topoi pastorali. In questo
particolare, date le esigenze di colorazione
egli
maggiormente
ridimensionamento della funzione drammatica ed espresssiva
nell'oculato
il
Satiro in
abitualmente investiva nello svolgimento del nuovo genere tragicomico
e alle quali questo antico personaggio quasi esclusivamente era
un esemplare
rispondere, diventa per molti versi
il
modo
ambiguamente semicomica che
profilo delle
movenze psicologiche
Invariabilmente
la critica
sia
chiamato a
di novità artistiche sia sotto
come mera espressione drammatica.
suìVAminta ha trovato opportuno designare,
continua a volte inopportunamente a designare, precisi riferimenti
e
storici e
biografici celati sotto l'elencazione delle dramatis personae, alla ricerca di
tattiche autoreferenziali,
Tasso sotto
le
con
spoglie di Tirsi.
do egregiamente usufruire
offrirgli,
non
amabilmente
si
esime dal
e fino a
un
certo detto che
il
connessioni che sono, dopotutto,
far trasparire tali
certo
punto criticamente
richieste dai suoi illustri
forma drammatica pastorale
la
che idoneo. Ciò che
la critica
si
triangolazione Aminta-Satiro-Tirsi
come
convergenze, sullo spazio scenico, se
per
è necessariamente per recitare
come ha
da
drammatica
del Tasso'\
i
altri
movimenti
ponendo ad
A
spiegherebbe, ad
E
ciò potrebbe inoltre indurci ad
"il
più bel madrigale della letteratura
Umberto Bosco decenni or sono e la cui
ha velato per molto tempo l'inventività
voluto osservare
eco, captata
^
ci
considerazioni sulla presunta opzione narrativa sulla scena, e cioè che
non
italiana",
dire,
Ciò meglio
quasi ossessionante tendenza, da parte del poeta-drammaturgo,
narrazione drammatica (particolarmente per quanto riguarda questa
la
essa
curiosa
vuole, di quel locus segnico privile-
si
configurazione triadica di personaggi).
altre
la
sistema di divergenze, nonché di
giato che è cioè l'animo del poeta stesso.
la
vanta di
non ha comunque ancora
approfondito con serietà sistematica, a nostro modesto avviso, è
esempio,
lo stesso
poeta di Sorrento, sapen-
della libertà artistica che l'incipiente genere pare
patrocinatori estensi, e di cui
essere veicolo più
o quasi concordi nel piazzare
tutti
Va
in seguito,
e gli
essi degli
Il
nostro poeta-drammaturgo sopprime, per così
elementi mimetici dei suoi personaggi, giustap-
equivalenti funzionali diegetici. Ecco
proposito del Tasso coreografo e regista
si
vedano
gli
la
narrazione
ancora indispensabili
Solerti, Ferrara e la corte estense, 183, e Scoglio, Il teatro alla corte estense,
21-106.
Modalità mf.tamorfiche
sempre drammaticamente
postfatto da parte di Tirsi, pur
stupro di
viva, del tentato
Silvia:
Ecco miriamo
a
un arbore
legata
La giovinetta ignuda come nacque;
Ed
a legarla fune era
Il
suo crine
A
la
'1
'1
nodi
suo bel cinto,
sen virginal fu pria custode.
Di quello stupro
Le mani a
la
suo crine.
in mille
pianta era avvolto; e
Che de
E
il
medesmo
'1
medesma
pianta
Legami contra
ambe
era ministro, ed
duro tronco
le
stringea
avea prestati
ch'una ritorta
lei;
D'un pieghevol ramo avea
a ciascuna
tenere gambe. A fronte a fronte
De le
Un satiro
villan noi le
vedemmo,
Che
di legarla
Ella
quanto potea faceva schermo:
Ma che
pur
allor finia.
potuto avrebbe a lungo andare?
Aminta con un dardo, che tenea
Ne
la
man
Come un
M'avea
A
gono
cità,
parte
la
la
destra, a
'1
satiro avventassi
leone, ed io fratanto pieno
di sassi
il
grembo: onde
fuggissi^^.
curiosa configurazione segnica dei "mille nodi" che avvol-
malcapitata ninfa
alla pianta, e la
susseguente ermeneutica capa-
dell'ardito e sfavillante pastore, di "scioglier questi nodi", al
da parte
livello pratico
Tasso mette in atto nei limiti dello spazio
il
scenici a lui concessi, ciò che Cesare Segre segnalerebbe
pertinente
ai
fini
discorso dello scrittore:
del
equivalente verbale dell'azione",
drammatico-espressiva del
la
Satiro
la
e del
ritmo
come elemento
realizzazione
diegesi per l'appunto'
>.
di
"un
La funzione
andrebbe quindi meglio
tassesco
delineata in questa ottica di scena tripartita, nell'ambito di quella configu-
razione triadica cui
tassesco,
come
si
ferrarese
quel
è
faceva riferimento. All'interno del locus
voluto accennare,
— irrompe uno
mondo
arcadico.
mancato, come
Satiro in genere
È
la
e letterario
— un
locus che
amoenus
è, fra l'altro, e
metafora teatrale dell'animo stesso del poeta
spirito
che mette in
lo spirito
crisi la relativa tranquillità di
tormentato,
la tragica figura del
pastore
osservava appunto all'inizio di questo breve saggio,
si
^^ Tasso, Aminta,
^ ^
si
estremamente raffinato
Ill.i.
si
Sulla variegata tipologia del tentato stupro
veda Sampson, Pastoral
Drama
in Early
Modem
Segre, "Il teatro del Rinascimento e la Semiotica", 390-392.
—9—
non
da parte del
Italy,
210.
Gabriele Niccoli
dimenticando che nella mitica Arcadia, micromondo
di
emozioni
forti e di
pulsanti sensazioni ctoniche recuperate e rivissute, la voce pastore equivale
NeWAminta
spesso a poeta o artista.
imitare
Satiro,
il
istanze espressive e le gestualità
le
pur volendo generalmente
amorose quasi d'uopo nell'am-
bito della corte/campagna che lo circoscrive, rimane
di controfigura del poeta di corte; è per molti versi
mente mancato perché, come nelle parole di E.W.
loss of nature. "'^ Crediamo stia proprio
means the
nondimeno una sorta
un artista manifesta-
Tayler, "the gain of art
in questa
ambigua po-
stazione la funzione del Satiro in rapporto allo svolgimento del
dramma,
in
questo suo stato primordiale, decontestualizzante, improprio, "unpurged",
ma non
Con
necessariamente impuro.
nostro geniale poeta capovolge
elegante e accattivante ironia
la
pervertimento nel nuovo genere tragico-pasto-
così
un
rale,
perché dopotutto è di struttura prettamente tragica
forte
elemento
reccia tassiana,
un
il
convenzionale topologia introducendo
di
favola bosche-
la
dato, questo, che modifica, irrigidendole,
le
modalità
metamorfiche, fino a quel punto introdotte, del nostro insidiatore delle
selve.
Il
Satiro tassesco, in altre parole, è
mondo
tore,
come
pone
sulla scena, in realtà,
si
diceva, del
ecologo tutto proteso
sì
verde,
l'apportatore della
ma
come guardiano
di quel
alla tutela di quella naturai-^
modo
che va apprezzata, a nostro
crisi, l'insidia-
soltanto in apparenza. Egli
di leggere (sia
il
mondo
Ed
testo
naturale,
si
come
è in questa matrice
che una sua messin-
scena), la tragicità del convenzionale pagliaccio (quasi leoncavallesco) delle
selve,
questo Satiro parecchio sui generis che
tibuUiana contro
i
si
lancia in
una appassionante
sepolcri imbiancati della natura e che
si
sa mirare nello
specchio della vera natura (con toni di ondulato narcisismo tragico),
"quando taceano
i
venti ed
giacea senz'onda", ispirando Mazzali a
'ei
ricordare "la pienezza sonora del verso eroico della Liberata
^^.
Nelle sue Annotazioni Giambattista Guarini, perspicace osservatore
culturale del suo
tempo
e
perennemente cosciente
artistico-drammatiche da presentare
ai
subito e giustamente notare che sin dall'antichità
libidine",
1
7
Tayler,
aggiungendo comunque che,
Nature and Art in Renaissance
•'Si noti la quasi
basso popolano
i
Satiri
"erano dediti
alla
nella strutturazione e nello svolgi-
Literature^ 5.
ingenua figurazione, seppur allusivamente poetica, da parte del
Satiro, di tutti gli elementi naturali
novelli", "i vaghi
delle giustificazioni
suoi tanti ed accaniti detrattori, fa
pomi",
come
"il
lui)
che
lo
circondano, quali, ad esempio,
dolce mèle", nonché
contro
i
la
falsificatori di
"i fior
sua patrizia arringa (per un
quel
mondo
pristinamente
verde.
^^ Tasso, Torquato. Opere, 2:101.
Si rilegga inoltre ciò
George Sand.
— 10 —
che ebbe a dire in merito
MODAIITÀ METAMORFICHE
mento
devono
risultare necessari e
non
adoperandosi per di più a concretizzare drammaticamente,
tea-
della
"oziosi",
tragicommedia pastorale,
tralmente, "qualche
cosa"'''.
Va
essi
detto che, nel suo mirato tentativo di meta-
ad una adeguata e persuasiva codificazione del genere
avendo sondato gli animi di corte, Guarini non esita minimamente a reclamizzare il suo Satiro come nientedimeno che capocomico della
nuova forma tragicomica. Con un concetto molto più chiaro e, come
dicevamo, sondato, delle esigenze e dei gusti che l'ibridismo del novello
genere è chiamato a soddisfare, il Guarini non intende certo guadare un
solco paludoso e già tracciato, autonominandosi invece e subito difensore
ufficiale della forma pastorale. In queste vesti, il poeta estense ostenta,
sovente ingiustificatamente, la sua distanza dal modello tassiano alterando
non solo la posizione filosofica e ideologica deWAminta, che pur inestimorfosi volto
pastorale, e
mabile successo aveva riscosso,
ma la vera e propria
un'opera molto più complessa,
diremmo
impostazione scenica. In
quasi labirintica nei suoi intrecci e
capovolgimenti (una struttura esterna tesa anch'essa a
d'animo
stato
secolo e che ne diventa
alla fine del
preziosità barocche)
—
d'altronde
non
tutta la
una
riflettere
nuovo
il
meno
delle
discusse
produzione post-tassiana era
rimasta fedele agli schemi rigidamente lineari della favola boschereccia;
come
molti,
accennato, avevano tentato insufficienti sperimentazioni
è
si
che avevano
comunque
orizzonti
in un'opera così macchinosa, dicevamo,
—
aperto nuovi spiragli ermeneutici, nuovi possibili
rivendica e sancisce la fianzione e la veicolazione della
pastorale
riacquistando
contempo
nel
quella
il
Satiro guariniano
componente comica
sensualità
bestialmente
libidinosa ("fiutandola per tutto", bisbiglia della ninfa-preda) che
cauto e classicheggiante, e
non
elidendola,
almeno
di
meno
non
frangente, l'impudico quanto
/
mani
uscita"
più
metta a confronto, in questo
valorizzare. Si
fiatile
attivismo del Satiro guariniano ("Due
l'ho presa già questa malvagia, e
volte
il
trasformistico. Tasso aveva cercato, seppur
"A punto suole
/
tra
sempre
/
m'è,
non
so come, da
queste selve capitar sovente,
/
le
ed io
vo pur, come sagace veltro, / fiutandola per tutto.")"' con la quasi
condiscendente inoperosità del personaggio silvestre tassiano ("...per quanto
un captar testé mi ha detto, / Ch'osservato ha suo stile, ella ha per uso /
D'andar sovente a rinfrescarsi a un fonte, / E mostrato m'ha il loco.")'^.
Sulla scena guariniana, nella sua crescente densità metamorfica,
si
maschera da
quanto cioè
autentico apportatore della crisi sia nel senso
allo
svolgimento interno dell'azione,
pericolo alla pace del
studiato distacco
^-^
Tumermani
dAV Aminta
in Guarini,
^" Guarini, Pastor
fido,
^ Tasso,
mondo
Aminta,
sia
quanto
alla
"Annotazioni sopra
I.vi.
ll.i.
11
—
il
Satiro
per ciò che riguarda
arcadico. Vi è nel Pastor fido
in
il
drammatico,
un
in
il
netto e
nuova funzione dramatico-
Pastor fido", 25.
.
Gabriele Niccoli
economia
teatrale del Satiro nella
della pièce.
Non
sembrerebbe esagerato
constatare che è in effetti l'operato di questo ricorrente elemento costitutivo
drammatico pastorale
a trasformare la natura stessa del genere
presentare, tramite la sua
Come si
è
culturale
mutata funzione,
seguito
in
collaudato
all'ormai
spirito di diplomazia,
nuova pressione da parte
Pur non essendo certo
nondimeno
il
meglio
trionfo
l'occasione di interpretare bene la
drammaturgo un
e
tocco di nero clero.
leccasanti, col
giudizio dei prelati.
al
un contesto ideologico
Guarini
ci
s'ei lice"^^.
E
il
Non
deve quindi
così ridimensionato la libertà
"s'ei
soppressa da una sorta di extraletterario nihil obstat che
"piaccia,
popolando
sulle corti italiane,
mondo verde con un
edonistica rinascimentale del nostalgico e tassesco
un guariniano
una Chiesa post-
proclamare che l'Arcadia è ufficialmente, seppur
parzialmente, sottoposta anche
sorprenderci che in
di
Guarini, arguto cortigiano dotato di
Chiesa
della
nostro
di poter
il
non perde
colorando l'antico e paganeggiante
pare
e a
sintomi di una nuova cultura'^.
voluto insistere, penetrante osservatore della nuova realtà storico-
tridentina militante e inquisitoriale,
grande
i
piace
la
ei lice"
venga
metamorfizza in
nostro povero e vilipeso Satiro, di già
proteso allo sdoppiamento, grottescamente machiavellico, nella sua duplice
come
natura di uomo-bestia,
Diremmo
subito:
con grossolana
amorosi in tutta una vasta
dimena
si
mal
e
gamma
campagna
nella
gestita cautela.
del
Anni
di produzioni pastorali,
parroco?
di falUmenti
ed ora persino
ambigui moralismi destinati a urtare inevitabilmente
l'onere di ostentare
con una crassa congenita balordaggine.
Al fme di
offrire
come dicevamo,
metamorfiche
il
massimo divertimento
colto
e
attento
di topoi principali quali,
al
suo pubblico, un pubblico,
elaborazioni
alle
appunto,
ed
alle
modalità
le vagaries del Satiro,
Guarini ripropone un personaggio popolarissimo
il
il
quale, pur se a volte
felicemente rozzo, sgraziato, a causa dello sdoppiamento cronico di cui è
afflitto, soffre ora, sulla
nuova scena soffusa
delle
pénombre
del tardo Cin-
quecento, addirittura di allucinazioni in quanto tutto ciò che
vedere
non
rispecchia poi
mai quel che,
in realtà,
gli
sembra
di
ha vedutolo. Attenendosi
Clubb, Italian Criticism, 55, parla addirittura di nuove possibilità didattiche in
questo clima di "late Renaissance Catholicism of the quietistic sort". Su questo
argomento,
Pastoral
nel Pasto fido
^ In
veda ancora Clubb, Romance Philology, 340-342, e Sampson,
si
Drama
quanto
si
in Early
Modem
Italy,
alle oscillazioni
Modem
50- 151. Sulla questione della ambiguità
ecoiche della dissolutezza della Semiramide dantesca
e delle sue leggi sullo stilema tassesco
Early
1
veda Sampson, 151.
Italy,
si
veda ancora Sampson, Pastoral Drama in
11
^ Cfr. Cerini, "L'ombra di un capolavoro", 458. Sulla questione, o meglio, sul
— 12 —
MOHAIITÀ MlIAMCmriCHF.
di
buon grado
ai
dettami di una nuova condizione culturale e spirituale
quale presuppone che
veggente,
il
la realtà
dovrebbe essere in grado
—
e qui
che
di
lo
mondo,
è nel
drammaturgo inscena un
incapace di decifrare
patologia
non
difetto
il
Satiro nelle vesti di malato mentale
circonda e con
identificarsi.
quale per molti versi
la
personaggio, affetto da
Il
Guarini, nel sottolineare
il
la
modo anche
anche una più che
suo tempo —
adeguata conoscenza della scienza medica del
tale
fondamentale importanza
del concetto del verosimile nella messinscena, dimostra
ca ossessione a guardarsi intorno
la
bensì nell'occhio del
con sempre maggior
ricorre
con
tipi-
vigore, tradendo in
tal
alcune delle caratteristiche più propriamente normative del
voyeur. Si notino, a riprova di quanto
si
va cercando di
contro l'uso del trucco da parte della donna,
scurabili esose inezie e via scorrendo,
"togli col difetto
il
difetto".
E
la
con
le
illustrare, la filippica
eccessive minuzie, le intra-
la finale
esasperata osservazione:
malattia del voyeur, del voyeur con spiccate
fisime e tendenze di accanimento inquisitoriale (che urla
al cielo:
"femmina
ingannatrice e senza fede", "perfida maga", "impurissima e malvagia incandel
tatrice")-',
mentecatto che scioglie e interpreta nei nodi del crine
mosse chiome viperine
tassesco le
delle Furie, del
quanto più vede tanto più viene accecato
guardone insomma che
dalla realtà che lo circonda'-.
Nella tragicommedia del Guarini è quasi esclusivamente sui ritmo
scenico di questo personaggio ambiguo, ibrido
labirinto
nel
segnico
della
messinscena
componente centralmente comica
gioca e che viene sfruttata
al
del
(la
sta
cui cursoria
commistura
anche ad
indicare
nuovo genere tragicomico) che
massimo questa metafora
del trompe-Voeil.
la
si
Ciò
evince con singolare valenza drammatica e teatrale dall'eccezionale tète-
si
à-tète fra
il
nostro personaggio e Corisca, vera e propria fucina di illusioni,
quest'ultima,
fatale che,
consumata ed egregia
secondo
mistificatrice,
dell'edonismo della Rinascenza"^^. Sicuramente
ludo illusione-realtà,
e Jonard,
91..
nonché autentica ^^wwf
giudizio dell'Alonge, incarna ancora "l'espressione
il
si
vedano Rousset, La
fra
littérature
i
più memorabili, e uno
de
l'dge
baroque en France,
"Le Baroquisme du Pastor Fido", 3-18.
Guarini, Pastor fido,
II. vi.
Sul voyeurismo sensuale del Satiro ferrarese e sulla vessata "mysogynistic
polemic against the female use of cosmetics"
si
veda Sampson, Pastoral Drama in
Modern Italy, 210 e 151 rispettivamente. Un ottimo e recentissimo saggio
Rye e Meaney sulle prospettive costruttiviste della patologia del voyeur
Early
di
potrebbe gettare nuova luce su questo tipo di lettura del testo pastorale, almeno
per quanto riguarda
-^
la
Alonge, "Appunti per
figura e la funzione del Satiro.
il
Pastor fido", 385.
— 13 —
Gabriele Niccoli
dei più geniali per
molteplici effetti comici e per
i
la
sostenuta teatralità che
esso comporta, questo raffronto, vissuto nel suo complesso arredo di luci e
ombre, di spazio
e
ritmo scenici, di costumi, di
meglio definire
teatrali volti a
come
nelle vesti di Corisca,
jamais ce quelle
paraît"^'*
veri confini
i
artifizi e di altri
finzione e realtà
fi-a
espedienti
—
la realtà
sostiene giustamente Norbert Jonard, "n'est
— questo
raffronto,
diceva, intende proporre,
si
indipendentemente dal luculliano svago del corpo femminile come pasto,
l'aspetto più
propriamente metamorfico del genere tragicomico in
atto.
Sfidando l'approccio diegetico drammatico messo in atto dal suo celeber-
rimo predecessore
alla corte estense,
mo, una narrazione
Silvia,
si
il
una metodologia
come abbiamo
protratta,
Guarini, con l'occhio sempre attento
disfò senza eccessivi scrupoli dei
Tasso,
puntando invece
canoni
in differita, se voglia-
notato, del tentato stupro di
alle
esigenze del
nuovo
gusto,
decoro, cari
aristotelici del
al
questo convenzionale incon-
sull'utilizzo scenico di
tro/scontro tra burloni e beffati che parecchio successo aveva saputo riscontrare,
non tanto però
quanto
sulla scena pastorale
sulla scena
comica
italiana:
Corisca:
Che mi
Satiro:
l'ti
Corisca:
E con qua denti, se tu non gli hai?
O ciel, com comporti? Ma s'io non
Satiro:
farai, villano?
mangerò
viva.
il
te
ne pago...
Vien' pur via.
Satiro:
Non
Non
Corisca:
No, mal tuo grado; no.
Satiro:
Tu
Corisca:
Non
Satiro:
Orsù, veggiamo chi di noi ha più forte
Corisca:
od
vo' venir.
malvagia?
ci verrai,
ci verrai, se
ci
mi
credessi di lasciarci queste braccia.
verrò, se questo
io le braccia.
Tu
ci
capo
metti
di lasciarci credessi.
le
e
più tenace, tu
il
collo,
mani, né con questo anco potrai
difenderti, perversa.
Corisca:
Or
Satiro:
Sì certo.
il
vedremo.
Corisca: Tira ben. Satiro, addio; fiaccati
Satiro:
Oimé
dolente! ahi lasso!
schiena!
oh che
fiera caduta!
mene. E pur vero
Jonard, "Le Baroquisme
du
oimé
il
il
A pena
i'
è ch'ella fugga e qui
Pastor fido", 14.
Il
imperante dissimulazione del tardo Cinquecento
^^ Guarini, Pastor fido,
collo.
capo!
Il.vi.
— 14 —
oimé
fianco!
rimanga
campo
si
il
oimé
posso movermi e
il
la
rilevar-
teschio?^^
della letteratura sulla
va sempre più allargando.
Modalità metamorfiche
L'amara realtà
schernito che
si
("oh
concretizza in questa tragicomica figura dei guardone
maraviglia inusitata!", esclama perterrito), solo sul
palcoscenico, rimane a tenere nella
ancora più penosa
pubblico
"teschio".
teatrale,
di
mani
la
di
lei
ricognizione dei segni della
quale, seppure solo per
il
assieme
tato,
la
al Satiro,
il
chioma
un attimo, ha creduto
il
Guarini desideri
o meglio, del rapporto teatro-mondo per
suo
che vanno ben
nella loro spinta metamorfica, della portata della
là,
il
delFillusione
servirsi
effetti
è
nel
di vedere aspor-
cuoio capelluto della donna o addirittura
Sembra chiaro che
Ma
posticcia.
medesima patologia
al
tragicommedia
pastorale, indirettamente anticipando, così facendo, la celeberrima battuta
"ali
the world's a stage" del malinconico Jaques scespiriano. Questo, aggiun-
tivamente ad
quali,
altri
stilemi teatrali sulla speculare simbiosi di realtà e illusione
ad esempio,
teschio nelle
il
mani
Amleto
di
di pochi anni più tardi,
apre degli allettanti seppur tenui spiragli che
vorremmo
dovranno attendere più
realtà ci
maggiormente
letteralmente, persino e
averla afferrata.
il
La
intensi chiarori.
nel
uom di te
Con questa
"Chi vide mai
personaggio guariniano.
momento
più
spalancare
ma
che
inganna. Ci sfugge,
in cui
schernito.''",
siamo
certi di
esclama incredulo
costernata constatazione, tesa ad
avviticchiare l'aristocratica e raffinata audience estense attorno alle insidiose
dissimulazioni del discorso amoroso,
Satiro, nella sua vasta
con
la
gamma
maschera del beffato, una sorta
A distanza di
poco più
di
figura pastoral
la
drammatica
del
metamorfica, sembra quasi voler identificarsi
di Pantalone
un decennio
campagnolo.
dalla stesura e messinscena della
mirifica Aminta, e consapeveole degli schemi pastorali post-tassiani speri-
mentati da vari drammaturghi quali Pasqualigo, Cucchetti, Ingegneri e
il
Guarini,
come
è tentato sinteticamente di illustrare, è in
si
tuare, in un'ottica di colta
biente
controriformista
adulatorio della corte,
riscrittura di
non
solo
persino
Le modalità metamorfiche che investono
la
fronte ad
totale
figura e la fiinzione del
una nuova
fatta di cangianti linee e colori, l'insidiatore delle selve
grossomodo alcune
lievi tracce di
sorta di paranoia
maggiore
una
mico personaggio
da voyeur, quella che nella
e invidiato poeta estense in
caduta".
alla disfatta, alla "fiera
Jerome's University
University of Waterloo
realtà, tutta
guariniane presenta
certa patologia di corte dell'epoca,
realtà aveva già fatto
Sant'Anna, quella stessa
che nella finzione della scena indurrà inesorabilmente
St.
contesto
quasi
alcune componenti costitutive, portanti, della favola bosche-
non ne sono che un sintomo. Di
il
nel
un mutamento ma una
reccia.
rinchiudere
altri,
effet-
ed oculata coscienza metamorfica, e in un am-
decisamente fortificato
Satiro
una
grado di
— 15 —
l'alpestre e tragico-
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