— Modalità metamorfiche nella figura funzione e DEL maggior satiro FERRARESE DEL TARDO CINQUECENTO Gabriele Niccoli Questo breve saggio intende Riassunto: un decennio distanza di poco più di y Aminta., e consapevole degli da diversi di colta drammaturghi, il analizzare modo il in cui, a dalla stesura e messinscena del- schemi pastorali post-tassiani sperimentati Guarini sia in grado di effettuare, in un'ottica ed oculata coscienza metamorfica, e un ambiente contro- in riformista decisamente fortificato persino nel contesto adulatorio della corte, non solo componenti un mutamento ma una quasi totale riscrittura di alcune costitutive, portanti, della favola boschereccia. metamorfiche che investono sono che un sintomo. Di fronte ad una nuova cangianti linee e colori, l'apportatore della presenta alcune lievi sorta di paranoia rinchiudere stessa il tracce di maggiore crisi realtà, tutta fatta di nelle selve guariniane certa patologia di corte dell'epoca, da voyeur, quella che nella e invidiato poeta estense in sovente osservato che il una aveva già fatto realtà Sant'Anna, quella che nella finzione della scena indurrà inesorabilmente tragicomico personaggio E stato una Le modalità funzione del Satiro non ne la figura e la l'alpestre e alla disfatta. Satiro è con ogni probabilità il più durevole dei personaggi pastorali, sia nella letteratura che nelle arti figurative, e che un in certo senso egli ne è parzialmente, tanto al fatto il più attraente^. Ciò può attribuirsi, seppure che questa mitica figura, mezzo bestia, rappresenti quell'elemento naturale, vitale, in tutti noi sia quanto alla Come tassesco, the Bacchic". E mezza è latente ben sappiamo, Richard Cody, come ha voluto riconoscere nel Satiro rinascimentale, altri, modello diremmo, che e valenza trasformistica che questo tipo di ibridazione capace di dispiegare. seguito uomo un cortigiano "under a partial aspect of almeno in nel his inner life aggiunge: He is the shepherd manqué, unpurged, irrepressibly natural. And as nature anticipates art, so the Satyr has in him the makings of the courtier ^ as Myer, The Pastoral Orphic Shepherd-^. Drama in Italy and France, ^ Cody, The Landscape of the Mind., 52. Andrisano, "Il Satiro Quaderni 14. Si veda, sempre sul Satiro tassesco, deW Aminta", 357-371. d'italianistica. Volume XXIX, No. 2, 2008, 5-16 Gabriele Niccoli Fra le figure pastorale ferrarese, maggiori ricorrenti sin dagli albori della produzione il Satiro si dalla sua iniziale funzione di che la forma sceniche. E distacca progressivamente, seppur lentamente, mera possiamo sempre far a meno il e opera che sarà glorio- ed impavido Guarini, non tardi dall'astuto di notare che drammatiche di più valenze di già nel Sacrificio del Beccati, del 1554, samente recensita decenni più man mano divinità sensuale delle selve della ecloga accquista nostro semidivino e irriducibile insidia- tore di ninfe leggiadre incomincia ad accoppiare alla sua lunga e celeberrima fama di alpestre sensualità quella, forse meno ma accattivante sicuramente più scenicamente efficace, di schernito in amore^. Chiaramente, già da questa, se vogliamo, schematica descrizione funzione del Satiro subisce si può facilmente dedurre che un leggero mutamento dovuto la ad una sia conoscenza più ampia da parte dei drammaturghi delle necessità e delle considerazioni pratiche della messinscena, sia alle esigenze e alla psicologia un nuovo pubblico aristocraticamente raffinato che richiede con maggiori insistenze non soltanto divertimento e badinage (per dirla alla de Musset) ma anche e soprattutto un giusto castigo (spesso il riso del pubdi blico) alla brutalità sensuale nel labirintico e in alcuni casi perverso ludibrio amoroso. Si vanno concretizzando, in altre parole, sottili processi di tizzazione culturale di significato e al lazione e mediazione del testo fra particolare visione del divulgativa di un testo, rimo percepibili percorsi di oscil- un determinato codice mondo. Potremmo asserire che di un testo drammatico, diciamo, zione, e l'intero processo significati contempo possono essere metamorfico del suo linguaggio attuati anche tramite seman- verbale ed la una manipolazione la sua stessa evolu- e dei suoi possibili messinscena di un celeber- la e tragico buffone. Si può generalmente affermare che aspettative di il Guarini, oltremodo attento un pubblico sempre più aggiornato alle e cosciente delle produzio- ni e sperimentazioni drammatico-pastorali post-tassiane, desidera codificare ufficialmente la rinnovata funzione di alcuni leitmotiv scenici, di alcune configurazioni canoniche, di componenti congenite all'inscenamento dei cortigiani-pastori, delle questioni d'amore, e di tutta da secoli in auge ma mai formalmente e una casistica amorosa sistematicamenete catalogata'^. Basandosi su una alquanto bizzarra simbiosi di aristotelismo e antiaristotelismo derivante dagli svariati dibattiti sulla forma drammatica pastorale e ^ Poggioli, The Oaten Flute, 25. Si vedano inoltre Igliozzi, "Motivi e strutture del dramma pastorale ferrarese", 65-67, e Garraffo, "Il Satiro nella pastorale ferrarese del Cinquecento", 185-201. Cfr. Niccoli, Cupid, Satyr and the Golden Age, 112. —6— Modalità me^tamorfichf. concernenti sulle diatribe nonché court, e sulla drammaturgo evidenza teatrale fornitagli dalla formalizzandola, comico la figura componenti comiche italiano. Ma come definire dramma del come sia a valorizzare, principale "istrumento di una "funzione", tanto per riprendere, come Igliozzi, personaggio in rapporto nella Rinzione di come ci fa il uno dei più noti elementi costitutivi di ma pochi produzione la felici tentativi LoUio del 1563 teatrali, queste, poeti che armonico ed omogeneo lo più a cercare di decifrare mente in questo contesto che si la Orbene, menzionato del Beccari, di un determinato genere sua vera natura letteraria. andrebbe compresa Tasso nel voler sorvegliare puntigliosamente prima rappresentazione atW Aminta tutti la i E precisa- preoccupazione del dettagli pratici della a Belvedere, dalla finanze, fino all'addestramento dei comici della messa compagnia in scena alle dei Gelosi*^. Tasso, oberato, com'era d'altronde di sua natura, dal doveroso impe- di esplicitare la nobilitazione, se nuova forma drammatica, — carte inoltre in Guarini, Brognoligo in Igliozzi, ' Cfr. Corti, Guarini, tali La "Motivi e strutture del An addirittura la legittimazione, della meno liete: "Ardite, sì, ma pur amori / E fui cultor de' greci antichi "Annotazioni sopra tragicomica, 179, e Rousset, " non scriverà in ore Vergai di vaghi pastorali / Tumermani Da letteraria^. esibiscono, diciamo così, in questa forma continua- no per -^ letterario teatrale pastorale pre-tassiana, quali quello già I felici un genere e dell'Argenti del '67, produzioni e messinscene letterario. gno Un mutamento caratterialmente di stampo ferrarese, rimane lungi dall'es- sere considerata corpus Il analisi un determinato persino presentare sintomi della cultura che non bisogna dimenticare che i suggerisce ci giustamente notare Maria Corti, non soltanto trasformare produce, riceve e distribuisce una determinata forma nonostante mag- potremmo termine utilizzato da Propp nella sua svolgimento della vicenda^'. allo natura stessa del genere quelli del delle Cinquecento pastorale alla fine del del racconto popolare russo per meglio indicare l'operato di la una costituisce quindi è accennato, essa costituisce altresì ciò che si acutamente Daniela può, maggiore poeta il tragicommedia pastorale della scenica del Satiro La struttura topologica del Satiro riso"5. prassi, estense del tardo Cinquecento riesce generalmente sia a legittimare l'ordine giori nascente ibridazione della tragicommedia tout la // il Pastor fido", 24-27. Si consultino Pastor fido littérature dramma e il compendio della poesia de Page baroque en France, 35. pastorale ferrarese", 70. Introduction to Literary Semiotics, 116-117. considerazioni si potrebbero forse anche meglio captare celeberrima etichettatura, di carducciana memoria, vero e proprio "portento". —7— i risvolti della della favola tassiana come Gabriele Niccoli Ne del le rive Po con allori / farlo, volendo scansare però drammatico novell'arte" solco che il — sembra osiamo pastorale, se così in effetti intenzionato a precedenti disegnatori del genere i avevano traccciato. Pur definirli, autoglorificandosi nell'ardita impresa, vergando per l'appunto versi che sembrano costituire una vera e propria poetica in sintesi del genere in discussione, la "novell'arte" del Tasso inventor generis consìste ambito degli attesi e salienti topoi pastorali. In questo particolare, date le esigenze di colorazione egli maggiormente ridimensionamento della funzione drammatica ed espresssiva nell'oculato il Satiro in abitualmente investiva nello svolgimento del nuovo genere tragicomico e alle quali questo antico personaggio quasi esclusivamente era un esemplare rispondere, diventa per molti versi il modo ambiguamente semicomica che profilo delle movenze psicologiche Invariabilmente la critica sia chiamato a di novità artistiche sia sotto come mera espressione drammatica. suìVAminta ha trovato opportuno designare, continua a volte inopportunamente a designare, precisi riferimenti e storici e biografici celati sotto l'elencazione delle dramatis personae, alla ricerca di tattiche autoreferenziali, Tasso sotto le con spoglie di Tirsi. do egregiamente usufruire offrirgli, non amabilmente si esime dal e fino a un certo detto che il connessioni che sono, dopotutto, far trasparire tali certo punto criticamente richieste dai suoi illustri forma drammatica pastorale la che idoneo. Ciò che la critica si triangolazione Aminta-Satiro-Tirsi come convergenze, sullo spazio scenico, se per è necessariamente per recitare come ha da drammatica del Tasso'\ i altri movimenti ponendo ad A spiegherebbe, ad E ciò potrebbe inoltre indurci ad "il più bel madrigale della letteratura Umberto Bosco decenni or sono e la cui ha velato per molto tempo l'inventività voluto osservare eco, captata ^ ci considerazioni sulla presunta opzione narrativa sulla scena, e cioè che non italiana", dire, Ciò meglio quasi ossessionante tendenza, da parte del poeta-drammaturgo, narrazione drammatica (particolarmente per quanto riguarda questa la essa curiosa vuole, di quel locus segnico privile- si configurazione triadica di personaggi). altre la sistema di divergenze, nonché di giato che è cioè l'animo del poeta stesso. la vanta di non ha comunque ancora approfondito con serietà sistematica, a nostro modesto avviso, è esempio, lo stesso poeta di Sorrento, sapen- della libertà artistica che l'incipiente genere pare patrocinatori estensi, e di cui essere veicolo più o quasi concordi nel piazzare tutti Va in seguito, e gli essi degli Il nostro poeta-drammaturgo sopprime, per così elementi mimetici dei suoi personaggi, giustap- equivalenti funzionali diegetici. Ecco proposito del Tasso coreografo e regista si vedano gli la narrazione ancora indispensabili Solerti, Ferrara e la corte estense, 183, e Scoglio, Il teatro alla corte estense, 21-106. Modalità mf.tamorfiche sempre drammaticamente postfatto da parte di Tirsi, pur stupro di viva, del tentato Silvia: Ecco miriamo a un arbore legata La giovinetta ignuda come nacque; Ed a legarla fune era Il suo crine A la '1 '1 nodi suo bel cinto, sen virginal fu pria custode. Di quello stupro Le mani a la suo crine. in mille pianta era avvolto; e Che de E il medesmo '1 medesma pianta Legami contra ambe era ministro, ed duro tronco le stringea avea prestati ch'una ritorta lei; D'un pieghevol ramo avea a ciascuna tenere gambe. A fronte a fronte De le Un satiro villan noi le vedemmo, Che di legarla Ella quanto potea faceva schermo: Ma che pur allor finia. potuto avrebbe a lungo andare? Aminta con un dardo, che tenea Ne la man Come un M'avea A gono cità, parte la la destra, a '1 satiro avventassi leone, ed io fratanto pieno di sassi il grembo: onde fuggissi^^. curiosa configurazione segnica dei "mille nodi" che avvol- malcapitata ninfa alla pianta, e la susseguente ermeneutica capa- dell'ardito e sfavillante pastore, di "scioglier questi nodi", al da parte livello pratico Tasso mette in atto nei limiti dello spazio il scenici a lui concessi, ciò che Cesare Segre segnalerebbe pertinente ai fini discorso dello scrittore: del equivalente verbale dell'azione", drammatico-espressiva del la Satiro la e del ritmo come elemento realizzazione diegesi per l'appunto' >. di "un La funzione andrebbe quindi meglio tassesco delineata in questa ottica di scena tripartita, nell'ambito di quella configu- razione triadica cui tassesco, come si ferrarese quel è faceva riferimento. All'interno del locus voluto accennare, — irrompe uno mondo arcadico. mancato, come Satiro in genere È la e letterario — un locus che amoenus è, fra l'altro, e metafora teatrale dell'animo stesso del poeta spirito che mette in lo spirito crisi la relativa tranquillità di tormentato, la tragica figura del pastore osservava appunto all'inizio di questo breve saggio, si ^^ Tasso, Aminta, ^ ^ si estremamente raffinato Ill.i. si Sulla variegata tipologia del tentato stupro veda Sampson, Pastoral Drama in Early Modem Segre, "Il teatro del Rinascimento e la Semiotica", 390-392. —9— non da parte del Italy, 210. Gabriele Niccoli dimenticando che nella mitica Arcadia, micromondo di emozioni forti e di pulsanti sensazioni ctoniche recuperate e rivissute, la voce pastore equivale NeWAminta spesso a poeta o artista. imitare Satiro, il istanze espressive e le gestualità le pur volendo generalmente amorose quasi d'uopo nell'am- bito della corte/campagna che lo circoscrive, rimane di controfigura del poeta di corte; è per molti versi mente mancato perché, come nelle parole di E.W. loss of nature. "'^ Crediamo stia proprio means the nondimeno una sorta un artista manifesta- Tayler, "the gain of art in questa ambigua po- stazione la funzione del Satiro in rapporto allo svolgimento del dramma, in questo suo stato primordiale, decontestualizzante, improprio, "unpurged", ma non Con necessariamente impuro. nostro geniale poeta capovolge elegante e accattivante ironia la pervertimento nel nuovo genere tragico-pasto- così un rale, perché dopotutto è di struttura prettamente tragica forte elemento reccia tassiana, un il convenzionale topologia introducendo di favola bosche- la dato, questo, che modifica, irrigidendole, le modalità metamorfiche, fino a quel punto introdotte, del nostro insidiatore delle selve. Il Satiro tassesco, in altre parole, è mondo tore, come pone sulla scena, in realtà, si diceva, del ecologo tutto proteso sì verde, l'apportatore della ma come guardiano di quel alla tutela di quella naturai-^ modo che va apprezzata, a nostro crisi, l'insidia- soltanto in apparenza. Egli di leggere (sia il mondo Ed testo naturale, si come è in questa matrice che una sua messin- scena), la tragicità del convenzionale pagliaccio (quasi leoncavallesco) delle selve, questo Satiro parecchio sui generis che tibuUiana contro i si lancia in una appassionante sepolcri imbiancati della natura e che si sa mirare nello specchio della vera natura (con toni di ondulato narcisismo tragico), "quando taceano i venti ed giacea senz'onda", ispirando Mazzali a 'ei ricordare "la pienezza sonora del verso eroico della Liberata ^^. Nelle sue Annotazioni Giambattista Guarini, perspicace osservatore culturale del suo tempo e perennemente cosciente artistico-drammatiche da presentare ai subito e giustamente notare che sin dall'antichità libidine", 1 7 Tayler, aggiungendo comunque che, Nature and Art in Renaissance •'Si noti la quasi basso popolano i Satiri "erano dediti alla nella strutturazione e nello svolgi- Literature^ 5. ingenua figurazione, seppur allusivamente poetica, da parte del Satiro, di tutti gli elementi naturali novelli", "i vaghi delle giustificazioni suoi tanti ed accaniti detrattori, fa pomi", come "il lui) che lo circondano, quali, ad esempio, dolce mèle", nonché contro i la falsificatori di "i fior sua patrizia arringa (per un quel mondo pristinamente verde. ^^ Tasso, Torquato. Opere, 2:101. Si rilegga inoltre ciò George Sand. — 10 — che ebbe a dire in merito MODAIITÀ METAMORFICHE mento devono risultare necessari e non adoperandosi per di più a concretizzare drammaticamente, tea- della "oziosi", tragicommedia pastorale, tralmente, "qualche cosa"'''. Va essi detto che, nel suo mirato tentativo di meta- ad una adeguata e persuasiva codificazione del genere avendo sondato gli animi di corte, Guarini non esita minimamente a reclamizzare il suo Satiro come nientedimeno che capocomico della nuova forma tragicomica. Con un concetto molto più chiaro e, come dicevamo, sondato, delle esigenze e dei gusti che l'ibridismo del novello genere è chiamato a soddisfare, il Guarini non intende certo guadare un solco paludoso e già tracciato, autonominandosi invece e subito difensore ufficiale della forma pastorale. In queste vesti, il poeta estense ostenta, sovente ingiustificatamente, la sua distanza dal modello tassiano alterando non solo la posizione filosofica e ideologica deWAminta, che pur inestimorfosi volto pastorale, e mabile successo aveva riscosso, ma la vera e propria un'opera molto più complessa, diremmo impostazione scenica. In quasi labirintica nei suoi intrecci e capovolgimenti (una struttura esterna tesa anch'essa a d'animo stato secolo e che ne diventa alla fine del preziosità barocche) — d'altronde non tutta la una riflettere nuovo il meno delle discusse produzione post-tassiana era rimasta fedele agli schemi rigidamente lineari della favola boschereccia; come molti, accennato, avevano tentato insufficienti sperimentazioni è si che avevano comunque orizzonti in un'opera così macchinosa, dicevamo, — aperto nuovi spiragli ermeneutici, nuovi possibili rivendica e sancisce la fianzione e la veicolazione della pastorale riacquistando contempo nel quella il Satiro guariniano componente comica sensualità bestialmente libidinosa ("fiutandola per tutto", bisbiglia della ninfa-preda) che cauto e classicheggiante, e non elidendola, almeno di meno non frangente, l'impudico quanto / mani uscita" più metta a confronto, in questo valorizzare. Si fiatile attivismo del Satiro guariniano ("Due l'ho presa già questa malvagia, e volte il trasformistico. Tasso aveva cercato, seppur "A punto suole / tra sempre / m'è, non so come, da queste selve capitar sovente, / le ed io vo pur, come sagace veltro, / fiutandola per tutto.")"' con la quasi condiscendente inoperosità del personaggio silvestre tassiano ("...per quanto un captar testé mi ha detto, / Ch'osservato ha suo stile, ella ha per uso / D'andar sovente a rinfrescarsi a un fonte, / E mostrato m'ha il loco.")'^. Sulla scena guariniana, nella sua crescente densità metamorfica, si maschera da quanto cioè autentico apportatore della crisi sia nel senso allo svolgimento interno dell'azione, pericolo alla pace del studiato distacco ^-^ Tumermani dAV Aminta in Guarini, ^" Guarini, Pastor fido, ^ Tasso, mondo Aminta, sia quanto alla "Annotazioni sopra I.vi. ll.i. 11 — il Satiro per ciò che riguarda arcadico. Vi è nel Pastor fido in il drammatico, un in il netto e nuova funzione dramatico- Pastor fido", 25. . Gabriele Niccoli economia teatrale del Satiro nella della pièce. Non sembrerebbe esagerato constatare che è in effetti l'operato di questo ricorrente elemento costitutivo drammatico pastorale a trasformare la natura stessa del genere presentare, tramite la sua Come si è culturale mutata funzione, seguito in collaudato all'ormai spirito di diplomazia, nuova pressione da parte Pur non essendo certo nondimeno il meglio trionfo l'occasione di interpretare bene la drammaturgo un e tocco di nero clero. leccasanti, col giudizio dei prelati. al un contesto ideologico Guarini ci s'ei lice"^^. E il Non deve quindi così ridimensionato la libertà "s'ei soppressa da una sorta di extraletterario nihil obstat che "piaccia, popolando sulle corti italiane, mondo verde con un edonistica rinascimentale del nostalgico e tassesco un guariniano una Chiesa post- proclamare che l'Arcadia è ufficialmente, seppur parzialmente, sottoposta anche sorprenderci che in di Guarini, arguto cortigiano dotato di Chiesa della nostro di poter il non perde colorando l'antico e paganeggiante pare e a sintomi di una nuova cultura'^. voluto insistere, penetrante osservatore della nuova realtà storico- tridentina militante e inquisitoriale, grande i piace la ei lice" venga metamorfizza in nostro povero e vilipeso Satiro, di già proteso allo sdoppiamento, grottescamente machiavellico, nella sua duplice come natura di uomo-bestia, Diremmo subito: con grossolana amorosi in tutta una vasta dimena si mal e gamma campagna nella gestita cautela. del Anni di produzioni pastorali, parroco? di falUmenti ed ora persino ambigui moralismi destinati a urtare inevitabilmente l'onere di ostentare con una crassa congenita balordaggine. Al fme di offrire come dicevamo, metamorfiche il massimo divertimento colto e attento di topoi principali quali, al suo pubblico, un pubblico, elaborazioni alle appunto, ed alle modalità le vagaries del Satiro, Guarini ripropone un personaggio popolarissimo il il quale, pur se a volte felicemente rozzo, sgraziato, a causa dello sdoppiamento cronico di cui è afflitto, soffre ora, sulla nuova scena soffusa delle pénombre del tardo Cin- quecento, addirittura di allucinazioni in quanto tutto ciò che vedere non rispecchia poi mai quel che, in realtà, gli sembra di ha vedutolo. Attenendosi Clubb, Italian Criticism, 55, parla addirittura di nuove possibilità didattiche in questo clima di "late Renaissance Catholicism of the quietistic sort". Su questo argomento, Pastoral nel Pasto fido ^ In veda ancora Clubb, Romance Philology, 340-342, e Sampson, si Drama quanto si in Early Modem Italy, alle oscillazioni Modem 50- 151. Sulla questione della ambiguità ecoiche della dissolutezza della Semiramide dantesca e delle sue leggi sullo stilema tassesco Early 1 veda Sampson, 151. Italy, si veda ancora Sampson, Pastoral Drama in 11 ^ Cfr. Cerini, "L'ombra di un capolavoro", 458. Sulla questione, o meglio, sul — 12 — MOHAIITÀ MlIAMCmriCHF. di buon grado ai dettami di una nuova condizione culturale e spirituale quale presuppone che veggente, il la realtà dovrebbe essere in grado — e qui che di lo mondo, è nel drammaturgo inscena un incapace di decifrare patologia non difetto il Satiro nelle vesti di malato mentale circonda e con identificarsi. quale per molti versi la personaggio, affetto da Il Guarini, nel sottolineare il la modo anche anche una più che suo tempo — adeguata conoscenza della scienza medica del tale fondamentale importanza del concetto del verosimile nella messinscena, dimostra ca ossessione a guardarsi intorno la bensì nell'occhio del con sempre maggior ricorre con tipi- vigore, tradendo in tal alcune delle caratteristiche più propriamente normative del voyeur. Si notino, a riprova di quanto si va cercando di contro l'uso del trucco da parte della donna, scurabili esose inezie e via scorrendo, "togli col difetto il difetto". E la con le illustrare, la filippica eccessive minuzie, le intra- la finale esasperata osservazione: malattia del voyeur, del voyeur con spiccate fisime e tendenze di accanimento inquisitoriale (che urla al cielo: "femmina ingannatrice e senza fede", "perfida maga", "impurissima e malvagia incandel tatrice")-', mentecatto che scioglie e interpreta nei nodi del crine mosse chiome viperine tassesco le delle Furie, del quanto più vede tanto più viene accecato guardone insomma che dalla realtà che lo circonda'-. Nella tragicommedia del Guarini è quasi esclusivamente sui ritmo scenico di questo personaggio ambiguo, ibrido labirinto nel segnico della messinscena componente centralmente comica gioca e che viene sfruttata al del (la sta cui cursoria commistura anche ad indicare nuovo genere tragicomico) che massimo questa metafora del trompe-Voeil. la si Ciò evince con singolare valenza drammatica e teatrale dall'eccezionale tète- si à-tète fra il nostro personaggio e Corisca, vera e propria fucina di illusioni, quest'ultima, fatale che, consumata ed egregia secondo mistificatrice, dell'edonismo della Rinascenza"^^. Sicuramente ludo illusione-realtà, e Jonard, 91.. nonché autentica ^^wwf giudizio dell'Alonge, incarna ancora "l'espressione il si vedano Rousset, La fra littérature i più memorabili, e uno de l'dge baroque en France, "Le Baroquisme du Pastor Fido", 3-18. Guarini, Pastor fido, II. vi. Sul voyeurismo sensuale del Satiro ferrarese e sulla vessata "mysogynistic polemic against the female use of cosmetics" si veda Sampson, Pastoral Drama in Modern Italy, 210 e 151 rispettivamente. Un ottimo e recentissimo saggio Rye e Meaney sulle prospettive costruttiviste della patologia del voyeur Early di potrebbe gettare nuova luce su questo tipo di lettura del testo pastorale, almeno per quanto riguarda -^ la Alonge, "Appunti per figura e la funzione del Satiro. il Pastor fido", 385. — 13 — Gabriele Niccoli dei più geniali per molteplici effetti comici e per i la sostenuta teatralità che esso comporta, questo raffronto, vissuto nel suo complesso arredo di luci e ombre, di spazio e ritmo scenici, di costumi, di meglio definire teatrali volti a come nelle vesti di Corisca, jamais ce quelle paraît"^'* veri confini i artifizi e di altri finzione e realtà fi-a espedienti — la realtà sostiene giustamente Norbert Jonard, "n'est — questo raffronto, diceva, intende proporre, si indipendentemente dal luculliano svago del corpo femminile come pasto, l'aspetto più propriamente metamorfico del genere tragicomico in atto. Sfidando l'approccio diegetico drammatico messo in atto dal suo celeber- rimo predecessore alla corte estense, mo, una narrazione Silvia, si il una metodologia come abbiamo protratta, Guarini, con l'occhio sempre attento disfò senza eccessivi scrupoli dei Tasso, puntando invece canoni in differita, se voglia- notato, del tentato stupro di alle esigenze del nuovo gusto, decoro, cari aristotelici del al questo convenzionale incon- sull'utilizzo scenico di tro/scontro tra burloni e beffati che parecchio successo aveva saputo riscontrare, non tanto però quanto sulla scena pastorale sulla scena comica italiana: Corisca: Che mi Satiro: l'ti Corisca: E con qua denti, se tu non gli hai? O ciel, com comporti? Ma s'io non Satiro: farai, villano? mangerò viva. il te ne pago... Vien' pur via. Satiro: Non Non Corisca: No, mal tuo grado; no. Satiro: Tu Corisca: Non Satiro: Orsù, veggiamo chi di noi ha più forte Corisca: od vo' venir. malvagia? ci verrai, ci verrai, se ci mi credessi di lasciarci queste braccia. verrò, se questo io le braccia. Tu ci capo metti di lasciarci credessi. le e più tenace, tu il collo, mani, né con questo anco potrai difenderti, perversa. Corisca: Or Satiro: Sì certo. il vedremo. Corisca: Tira ben. Satiro, addio; fiaccati Satiro: Oimé dolente! ahi lasso! schiena! oh che fiera caduta! mene. E pur vero Jonard, "Le Baroquisme du oimé il il A pena i' è ch'ella fugga e qui Pastor fido", 14. Il imperante dissimulazione del tardo Cinquecento ^^ Guarini, Pastor fido, collo. capo! Il.vi. — 14 — oimé fianco! rimanga campo si il oimé posso movermi e il la rilevar- teschio?^^ della letteratura sulla va sempre più allargando. Modalità metamorfiche L'amara realtà schernito che si ("oh concretizza in questa tragicomica figura dei guardone maraviglia inusitata!", esclama perterrito), solo sul palcoscenico, rimane a tenere nella ancora più penosa pubblico "teschio". teatrale, di mani la di lei ricognizione dei segni della quale, seppure solo per il assieme tato, la al Satiro, il chioma un attimo, ha creduto il Guarini desideri o meglio, del rapporto teatro-mondo per suo che vanno ben nella loro spinta metamorfica, della portata della là, il delFillusione servirsi effetti è nel di vedere aspor- cuoio capelluto della donna o addirittura Sembra chiaro che Ma posticcia. medesima patologia al tragicommedia pastorale, indirettamente anticipando, così facendo, la celeberrima battuta "ali the world's a stage" del malinconico Jaques scespiriano. Questo, aggiun- tivamente ad quali, altri stilemi teatrali sulla speculare simbiosi di realtà e illusione ad esempio, teschio nelle il mani Amleto di di pochi anni più tardi, apre degli allettanti seppur tenui spiragli che vorremmo dovranno attendere più realtà ci maggiormente letteralmente, persino e averla afferrata. il La intensi chiarori. nel uom di te Con questa "Chi vide mai personaggio guariniano. momento più spalancare ma che inganna. Ci sfugge, in cui schernito.''", siamo certi di esclama incredulo costernata constatazione, tesa ad avviticchiare l'aristocratica e raffinata audience estense attorno alle insidiose dissimulazioni del discorso amoroso, Satiro, nella sua vasta con la gamma maschera del beffato, una sorta A distanza di poco più di figura pastoral la drammatica del metamorfica, sembra quasi voler identificarsi di Pantalone un decennio campagnolo. dalla stesura e messinscena della mirifica Aminta, e consapeveole degli schemi pastorali post-tassiani speri- mentati da vari drammaturghi quali Pasqualigo, Cucchetti, Ingegneri e il Guarini, come è tentato sinteticamente di illustrare, è in si tuare, in un'ottica di colta biente controriformista adulatorio della corte, riscrittura di non solo persino Le modalità metamorfiche che investono la fronte ad totale figura e la fiinzione del una nuova fatta di cangianti linee e colori, l'insidiatore delle selve grossomodo alcune lievi tracce di sorta di paranoia maggiore una mico personaggio da voyeur, quella che nella e invidiato poeta estense in caduta". alla disfatta, alla "fiera Jerome's University University of Waterloo realtà, tutta guariniane presenta certa patologia di corte dell'epoca, realtà aveva già fatto Sant'Anna, quella stessa che nella finzione della scena indurrà inesorabilmente St. contesto quasi alcune componenti costitutive, portanti, della favola bosche- non ne sono che un sintomo. Di il nel un mutamento ma una reccia. rinchiudere altri, effet- ed oculata coscienza metamorfica, e in un am- decisamente fortificato Satiro una grado di — 15 — l'alpestre e tragico- Gabriele Niccoli Opere citate AJonge, Roberto. "Appunti per Andrisano, Angela. di "Il il 23 (1971): 381-387. Pastor fidd\ Lettere italiane, àdV Aminta.'' Satiro in Torquato Tasso e l'Università, a cura Walter Moretti e Luigi Pepe. Firenze: Olschki, 1997, 357-371. un capolavoro". Cerini, Matteo. "L'ombra di Letterature moderne, 7 (1957): 457- 471. "The Making of Louise George. Clubb, the Pastoral Some Play: Italian Experiments between 1573 and 1590" in Italian Criticism and Theatre: From Petrarch to Pirandello, a cura di J.A. Molinaro. Toronto: University of Toronto Press, 1973,45-72. England and Clubb, Louise George. "Moralist in Arcadia: Philology, 19.2 (1965): Cody, Richard. The Landscape of the Mind. Oxford: Clarendon Corti, Maria. An Ornella. Italianistica, "Il Romance Satiro 1969. 1978. 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