MARATONA: Una filosofia di vita
di Federico Trivellin
Mi viene chiesto spesso perché corro la maratona. Io ho sempre due risposte pronte a questa
domanda. La prima è molto semplice: “sono un pazzo che tutti giorni, invece di riposarsi dopo il
lavoro, si allena per preparare una gara di 42,195 km, perché diciamolo bisogna essere anche un
po’ pazzi per farlo”; la seconda invece è che la corsa mi ha cambiato la vita, anzi sono sicuro che
me l’ha pure migliorata, in tutti i sensi…
Ho cominciato a correre nel 2006, ciò che mi ha spinto ad impegnarmi in questo sport è stata la
voglia di trovare un modo per smettere di fumare e questo mi è sembrato un ottimo punto di
partenza; in più avevo la possibilità di perdere anche un po’ di pancetta!! Beh da all’ora non ho più
smesso, anzi ho accumulato montagne di km; pensate che solo l’anno scorso tra gare e
allenamenti ho percorso circa 3.000 km!
Da quando mi sono messo a correre seriamente mi sono venuti alcuni desideri, in primis
(probabilmente non solo per me ma per qualunque podista prenda la corsa abbastanza sul serio)
era quello di correre la maratona di New York. E l’anno scorso, finalmente, ho potuto realizzarlo…
Sembrerà banale ma correre a New York è un esperienza unica. Per tutti quei 42 km, dalla
partenza sul ponte di Verazzano all’arrivo in Central Park (che secondo me è anche il luogo più
bello di tutta la città) vivi un emozione continua, in ogni angolo di strada non c’è un istante che
non ci sia gente che ti applaude, che ti offre da bere e che ti incoraggia ad andare avanti; per
queste cose gli americani sono proprio i migliori. Indubbiamente quella maratona e quella città
resteranno per sempre uno dei ricordi più belli della mia vita.
Il secondo desiderio, che personalmente era quello più faticoso da realizzare, era correre una
maratona sotto la soglia delle tre ore. Anche questo sono riuscito a portarlo a termine, ma non
posso negare che non è stata un impresa facile, anzi è stata veramente dura!
Per circa due mesi ho fatto allenamenti veramente impegnativi per riuscire a spremere al massimo
il mio corpo. Spesso, nella pausa pranzo al lavoro, rinunciavo pure a pranzare per sfruttare anche
quell’ora
per
allenarmi!
Ma se sono riuscito nel mio successo devo ringraziare anche alcune persone che mi hanno
sostenuto in quei mesi e non solo. In anzitutto Ferdinando Ramin che grazie ai suoi consigli e alle
sue tirate d’orecchio mi ha sempre aiutato a migliorare. Per conto mio lui oltre a essere un
compagno di squadra è diventato un ottimo amico e non smetterò mai di ringraziarlo per avermi
trascinato
in
questa
bellissima
avventura.
Ma non posso non ringraziare anche Nerino Bordin (fratello del mitico Gelindo!) e Giovanni
Donadello che con le loro tabelle e tanta tanta pazienza mi hanno seguito quasi tutti i giorni.
Perché è proprio anche grazie a tutti loro se alla maratona di Treviso di quest’anno sono riuscito
nell’impresa di concludere in 2h 55min 52sec. Il ricordo di quei numeri fermi nel cronometro
passato il traguardo resteranno un ricordo indelebile.
Ma come dicevo, la corsa non è solo gare e tempi. Per me è soprattutto un modo di vivere che mi
ha fatto conoscere persone stupende e sempre disponibili a darti una mano nel momento del
bisogno. Per noi podisti infatti il rispetto reciproco e la prima cosa, sia in gare che fuori,
indistintamente. E non ha importanza se a finire una maratona ci metti meno di 3 ore o più di 4,
l’importante è esserci e divertirsi! Inoltre non ho mai conosciuto un podista che non abbia rispetto
della natura; il rispetto per la natura è per noi forse più importante che per altri anche perché è
proprio in mezzo alla natura che noi ci alleniamo. Tante volte mi è capitato, di uscire ad allenarmi
con Ferdinando la domenica mattina, quando fuori è ancora buio, e posso dire che non c’è
emozione più bella del silenzio totale rotto soltanto dal rumore delle tue scarpe e dal tuo respiro
affaticato…e pure con i compagni dell’Atletico Bastia abbiamo corso in un sacco di posti bellissimi,
tra pianura, colli e montagne.
E che dire proprio dell’Atletico Bastia…tra noi c’è la sfida, ma è una sfida pulita, sana. Se non ci
fosse a volte rischi di perdere la voglia di correre ma poi quando ci troviamo a tavola siamo tutti
uguali (eh si perché anche i podisti amano mangiare, bere e soprattutto far festa!).
Insomma la maratona secondo me ti aiuta anche nella vita, nel lavoro e nei momenti difficili di
tutti i giorni, perché proprio quando mi sembra che non ci sia una via d’uscita, penso agli ultimi km
della gara (quelli più duri!) e dentro di me penso: “se c’è l’ho fatta là, figurati se non posso
superare
questo
problema!”.
La maratona ti insegna a resistere, ti mette alla prova. Se hai un problema la corsa te lo tira fuori e
sei costretto ad affrontarlo.
E per chiudere vi racconto della mia ultima avventura, la maratona di Berlino, la maratona per
eccellenza, dove corrono insieme a te i migliori del mondo (proprio a Berlino quest’anno è stato
segnato il record del mondo di 2h 03min 38 sec!) ma non solo. Alla partenza infatti eravamo in
40.000 persone!! L’atmosfera è veramente bella lì e il percorso si snoda tutto all’interno della
città, che tra parentesi è una città molto verde e giovane, è stato veramente emozionate passare
accanto ai resti del muro, per non parlare del castello e dello stadio Olimpico, per finire poi con il
traguardo alla porta di Brandeburgo…e con Berlino ho concluso il mio anno podistico; ora mi
riposo un po’ nella speranza che il 2012 sia un altro buon anno, magari facendo anche un pensiero
alla maratona di Parigi.