“ICARO,VOLER SUPERARE I LIMITI” ALPINI GIULIA VD A.S.2010/2011 LICEO SCIENTIFICO A. CHECCHI Icaro di Arturo Checchi Icaro nelle Metamorfosi di Ovidio “ICARO, VOLER SUPERARE I LIMITI...” Il sole Hitler ARTE TITOLO: ICARO DATA: 1906 AUTORE: Arturo Checchi COLLOCAZIONE:: Fondazione Montanelli-Bassi Montanelli TECNICA: olio su cartoncino DIMENSIONI: 70x50 SOGGETTO (ICONOGRAFIA)Si Si tratta di una delle prime opere di Arturo Checchi e rappresenta un autoritratto, infatti spesso è proprio lo stesso so pittore a fare da modello all’opera e a indossare le vesti del personaggio in questione. Il tema è una ripresa del soggetto mitologico. Si vede Icaro nell'attimo in cui sta per prendere il volo. Il disegno raffigura un busto di una figura umana,realizzato umana,realizz dopo prove grafiche del corpo umano. CARATTERI STILISTICI: Vengono utilizzati colori chiari. È possibile notare un certo equilibrio delle masse, tra la forma del corpo che si slancia verso l’alto e il piccolo squarcio di paesaggio in basso a destra, prima rima della firma. Questa opera è una chiara testimonianza della vicinanza di Checchi al simbolismo e al decorativismo liberty. CONFRONTO CON UN'OPERA DI UN MOVIMENTO SIMILE: SIMILE: A questo proposito è possibile fare riferimento al contatto con il pittore Galileo Chini, che proprio in questo periodo, mentre frequentava l’Accademia delle Belle Arti, realizzò un’opera dallo stesso titolo (figura 1. ) e con Franz von Stuck (figura 2.) Oltre ad avere lo stesso soggetto è possibile trovare delle somiglianze nelle tecniche tecni utilizzate per le loro realizzazioni: come l’uso di colori principalmente caldi, il voler mettere il risalto la figura del soggetto creando intorno ad essa un’atmosfera piuttosto rarefatta con lo sfondo chiaro. CONFRONTO CON UN'ALTRA OPERA DELL'ARTISTA: DELL'ARTISTA Checchi nel 1923 partecipa al concorso per la cattedra all’Accademia delle Belle Arti di Perugia con l’Autoritratto l’Autoritratto nelle vesti di San Sebastiano (figura 3.), e lo vince. Anche con questa opera è possibile fare dei collegamenti. Sia Icaro che San Sebastiano ano sono autoritratti,il primo è un olio su cartoncino mentre il secondo olio su tela. A differenza dell’opera giovanile questa opera mostra maggiore attenzione al disegno: ci sono linee nette e nere che vanno a definire i tratti fisionomici del volto. Anche Anche qui lo sfondo chiaro, con poche sfumature, va a far risaltare il soggetto. CONFRONTO CON UN'OPERA DI LINGUAGGIO SIMILE: Da notare la posizione delle braccia e delle ali che creano uno spazio che ricorda la scultura. Questo era anche quello di Canova nel realizzare Amore e Psiche (figura 4.). L'opera realizzata in marmo bianco rappresenta l'attimo prima del bacio tra i due innamorati. Le due figure si intersecano tra di loro formando una X morbida e sinuosa che dà luogo ad un'opera che vibra nello spazio. L'opera Amore e Psiche è un capolavoro nella ricerca d'equilibrio. In questo squisito arabesco, infatti, le due figure sono disposte diagonalmente e divergenti fra loro. Questa disposizione piramidale dei due corpi è bilanciata da una speculare forma triangolare ngolare costituita dalle ali aperte di Amore. Le braccia di Psiche invece incorniciano il punto focale, aprendosi a mo' di cerchio attorno ai volti. All'interno del cerchio si sviluppa una forte tensione emotiva in cui il desiderio senza fine di Eros è ormai orm vicino allo sprigionamento. Oltre che da questa caratteristica le due opera sono accomunata dal fatto di avere per soggetti per personaggi le cui storie appartengono ai miti classici. BIOGRAFIA: ARTURO CHECCHI Il pittore Arturo Checchi nasce a Fucecchio il 29 settembre 1886. Dopo aver frequentato la locale scuola professionale, sostenne ottimamente l'esame di ammissione all'Accademia di Belle Arti di Firenze. Presso l'Accademia delle Belle Arti, sotto la guida di esperti maestri, ebbe modo di mettere in evidenza le proprie qualità: una spiccata sensibilità artistica e una grande attitudine al disegno, unite a somma diligenza nello studio e nelle applicazioni. Ma più che la fredda attività accademica, egli prediligeva l’osservazione della vita nei molteplici suoi aspetti e la contemplazione dei capolavori del passato.Infatti lo si vedeva frequentemente in giro nelle Gallerie, per le piazze, nei mercati, lungo le rive erbose dell’Arno, sulle amene colline del paese nativo. Lo si vedeva soffermarsi qua e là e disegnare liberamente, secondo le proprie impressioni e il proprio estro, ciò che più lo colpiva. Portava sempre con sé un taccuino su cui “fermava con la matita ciò che gli capitava: case, alberi, gli animali e la gente, viva, mentre parlava, mentre riposava, mentre camminava” . Dal 1925 al 1938 Checchi insegnò nell’Accademia di Perugia e dal 1945 al 1961 nell’Accademia di Firenze. Fu stimato e ammirato da critici d’arte, da letterati e artisti, e le sue opere di pittura sono entrate nelle maggiori Gallerie nazionali e in numerose raccolte private. Praticò con molto successo anche la scultura e l’incisione. Il 24 dicembre 1972, all'età di 86 anni, si spegneva a Perugia, sua patria di adozione. LATINO La storia di Dedalo e Icaro è stata raccontata da molti autori greci e latini. Una delle descrizioni più famose ma anche più belle e suggestive è quella scritta da Ovidio nelle sue “Metamorfosi”. Metamorphoseis è un poema epico di che racchiude la maggior parte delle storie e favole mitologiche dell'antichità romana e greca, narrando le vicende e le leggende ad esse correlate. L'opera, in 15 libri, è composta da più di 12.000 versi e forma una raccolta di circa 250 favole (componimenti letterari brevi, narrativi, che forniscono un insegnamento di carattere morale) metamorfiche che raccontano tutte le leggende della mitologia greca e romana. Sono disposte in ordine cronologico, dalla trasformazione del Caos (lo stato primordiale di esistenza da cui emersero gli dei) in un universo organizzato, fino alla trasformazione in stella di Gaio Giulio Cesare mediante l'utilizzo di cornici letterarie. Si tratta di un enorme poema, privo di un protagonista; o meglio, che ha il suo "protagonista" in un concetto astratto: quello della mutazione. Il poeta pone infatti in grande rilievo la continua trasformazione che investe l’universo: OMNIA MUTANTUR, NIHIL INTERIT (tutto muta, nulla perisce). Il poeta si mostra infatti convinto che un mutamento incessante e ineluttabile consegni gli esseri a un futuro sempre nuovo: mutamento che trova nei miti metamorfici il suo simbolo e il suo rispecchiamento. I personaggi delle Metamorfosi non hanno un prima e un dopo, ma vivono esclusivamente nel momento della loro breve vicenda, cosi che sul personaggio prevale di solito l’occasione. L’unico personaggio presente dall’inizio alla fine è il narratore epico, che infaticabilmente continua ad esporre trasformazioni e mutamenti: infaticabilmente, ma non impersonalmente. Ovidio non accetta infatti la convenzione omerica dell’oggettività dell’epos, interviene di tanto in tanto a commentare il racconto. Egli per lo più non esprime simpatia verso i protagonisti delle storie né emozione di fronte ai fatti narrati. Le sue osservazioni mirano piuttosto a porre in rilievo, non senza un certo gusto del paradosso, l’eccezionalità degli eventi rappresentati, nonché l’abilità artistica con cui vengono evocati. La forma, sempre limpida e armoniosa, si adatta docilmente alle esigenze del poeta: la stessa tecnica narrativa, che fa rampollare l’una dall’altra vicende diverse, incoraggia l’impiego di toni e di modulazioni differenti, con le più ampie oscillazioni di registri stilistici (dal patetico all’ironico, dall’idillico e dal fiabesco al macabro e al truculento, dall’eroico all’elegiaco, dal tragico al giocoso). In genere le Metamorfosi adottano una lingua e uno stile elevati ma al tempo stesso facili e fluidi, talvolta un po’ sovrabbondanti, e rivelano una perfetta padronanza una suprema abilità nell’uso della parola, in cui traspare visibilmente la formazione retorica del poeta. La notevole varietà della composizione, non permette un riassunto organico, ma, in questa massa di storie e di personaggi, si delineano figure espressive, rimaste a ragione immortali. L'opera rimane però frammentaria e in conclusa poiché dopo la stesura del 15^ libro Ovidio fu condannato da Augusto alla relegazione a Tomi per duo crimina: carmen et error. I modelli principali dell’opera si possono ritrovare in Omero e Virgilio, per quando riguarda l'uso dell'esametro, ma da Virgilio prende ancora i miti di Enea e il tema encomiastico. Il racconto di Dedalo e Icaro è sviluppato nel libro VIII nei versi 183-262. Prende cosi una piccola parte del libro (che è composto da quasi 900 versi). GEOGRAFIA ASTRONOMICA Come racconta la mitologia classica a Icaro si sciolsero le ali di cera perché si era avvicinato troppo al sole. Proprio per questo ho deciso di presentare IL SOLE: Il Sole è una stella gialla di classe spettrale G, di massa medio-piccola. Ha un diametro pari a circa 110 diametri terrestri, un volume superiore a più di 1 milione di volumi terrestri e una massa equivalente a circa 333000 volte quella terrestre. La sua densità media è circa ¼ di quella terrestre. É composto principalmente di idrogeno e di elio, anche se non mancano elementi più pesanti. La superficie orale ha una temperatura di poco inferiore ai 6000 k e una pressione più bassa di quella dell'atmosfera della Terra. Il sole irradia energia in tutte le direzioni dello spazio. Soltanto una frazione minima di questa energia arriva sulla superficie esterna dell'atmosfera terrestre: 1,40 ?10³ W/m² pari a 2 cal/min/cm². Tale valore è detto costante solare e rappresenta mezzo miliardesimo dell'energia totale emessa dal Sole nella stessa unità di tempo (3,19 ? 10²6 W). Dall'energia solare che giunge sulla Terra dipendono clima, luce, cicli biologici e, direttamente o indirettamente, gran parte dell'energia utilizzata per le attività umane. Il Sole è un stella relativamente vecchia e stabile. La sua stabilità e longevità dipendono dalla sua piccola massa. Come sappiamo, infatti, più una stella a massa grande, più rapidamente evolve passando attraverso fasi di instabilità. Il Sole invece, come tutte le stelle di piccola massa, consuma l'idrogeno del nucleo abbastanza lentamente. La sua fase di stabilità è cominciata poco meno di 5 miliardi di anni fa e durerà probabilmente altrettanto. Questa fase terminerà quando, esaurito l'idrogeno contenuto nel suo nòcciolo, il Sole passera attraverso una fase di instabilità: il nucleo riprenderà a contrarsi, non più sorretto dall'energia prodotta durante la fusione, si riscalderà e gli strati esterni , sotto l'influsso del calore prodotto dalla contrazione gravitazionale, si dilateranno fino a inglobare almeno il pianeta mercurio. Allora il sole in una gigante rossa. É proprio grazie a questo lungo periodo di stabilità della nostra stella (nonché all'assenza di stelle vicine sottoposte a eventi catastrofici) che le condizioni ambientali sulla Terra si sono mantenute pressoché costanti, così da permettere lo sviluppo e l'evoluzione di forme di vita. Il Sole si muove all'interno della Galassia (insieme al Sistema Solare) e ha un moto di rotazione in direzione ovest-est, intorno al proprio asse, che è quasi perpendicolare al piano dell'orbita terrestre. Poiché il Sole non è un corpo rigido, la rotazione avviene a velocità diverse alle varie latitudini. Una rotazione completa dura da 25 giorni all'equatore a 34 giorni ai poli. La rotazione solare può essere controllata rilevando, giorno per giorno, lo spostamento di una macchia solare sulla superficie del disco. La struttura del Sole I nostri strumenti ci consentono di studiare e osservare le zone esterne e visibili, ma non possono fornire informazioni sull'interno del Sole. Per quanto riguarda la struttura interna, gli atmosferici hanno costruito un modello plausibile, secondo quale il Sole può essere considerato una sfera suddivisa in una serie di involucri concentrici, caratterizzati da specifiche condizioni fisiche. Dall'interno verso l'esterno, si hanno in successione: nòcciolo zona radiativa zona convettiva fotosfera cromosfera corona. L'attività del Sole La superficie solare è tutt'altro che tranquilla: movimenti, variazioni locali e improvvise di luminosità e temperatura interessano in modo anche spettacolare gli strati gassosi visibili. Questi fenomeni forniscono molte informazioni sull'interno del Sole e influenzano in vario modo il nostro pianeta. Per questo vengono studiati con attenzione anche grazie all'ausilio di sonde, come la SOHO ( Solar & Heliospheric Observatory) che, lanciata alla fine del 1995, si trova tra noi e il Sole e sosta in un punto dove la forza di attrazione gravitazionale terrestre e quella solare si equilibrano. SOHO ci ha fornito immagini dettagliate dell'intera superficie solare in luce ultravioletta. E ci ha permesso di comprendere meglio i fenomeni che interessano l'atmosfera e il vento solare. L'intensità di tali eventi non è costante nel tempo: periodi di attività ridotta, detti di Sole quieto, si alternano con periodi di attività solare, caratterizzati da perturbazioni intense e violente. Le più evidenti e conosciute manifestazioni dell' attività solare sono le macchie solari, zone scure e fredde che appaiono nella fotosfera con una certa periodicità. Sono visibili con un modesto cannocchiale o a occhio nudo, attraverso filtro abbastanza scuro. Le macchie sono aree molto vaste e vaste e ci appaiono nere solo perché in queste zone la temperatura scende a circa 4000 K e si ha, quindi, una minore emissione di calore, rispetto alle aree circostanti. Se però potessimo isolarle sembrerebbero anch'esse intensamente luminose. Ciascuna macchia è formata da una zona centrale più scura e depressa (profonda qualche centinaio di kilometri) e da una zona circostante di penombra, grigia e striata. Le macchie presentano di solito in gruppi o in coppie; sono presenti solo nelle zone di media latitudine e in breve tempo si spostano verso l'equatore, dove si esauriscono. In genere durano pochi giorni, ma alcune possono essere visibili anche per alcuni mesi. Quando un gruppo di macchie si esaurisce, viene sostituito da un altro, che nel frattempo ha cominciato ha svilupparsi. Il numero delle macchie non è costante nel tempo e varia da un minimo a un massimo con una periodicità caratteristica. Dal 1750 a oggi, l'intervallo medio tra due massimi successivi (ciclo solare) è stato di circa 11,2vanni, con oscillazioni tra gli 8 e i 17 anni. Il numero delle macchie può raggiungere il centinaio nei periodi di massima attività, per ridursi a una decina durante i minimi. A ogni macchina è associato un intenso campo magnetico locale. In ogni coppia una macchia ha polarità opposta rispetto a quella vicina. Il campo magnetico del Sole è molto irregolare e debole e nel tempo variano sia la sua forma sia la sua intensità. Si ritiene che le macchie siano dovute all’interazione tra il campo magnetico solare e le masse di gas in moto turbolento nello strato esterno del sole, ma non è ancora stata elaborata una teoria che spieghi in modo efficace tali relazioni. Le macchie solari sono generalmente associate a zone molto attive e turbolente della fotosfera nelle quali si possono osservare: Le protuberanze, getti di materiale incandescente che possono raggiungere altezze di 400 000 km; formano archi giganteschi lunghi anche 100 000 – 200 000 km, che ricadendo seguono le linee di forza di un campo magnetico. Si elevano dalla superficie solare, attraversando la cromosfera fino alla corona solare; I brillamenti, gli eventi più esplosivi che appaiono come un improvviso intensificarsi della luminosità della fotosfera in corrispondenza di un raggruppamento di macchie solari. Durante un brillamento vengono liberate enormi quantità di energia, la maggior parte sotto forma di radiazioni ultraviolette, onde radio e raggi X. L’emissione di energia durante un brillamento ha ripercussioni non solo sullo stato fisico – chimico dello spazio interplanetario e sull’alta atmosfera terrestre, ma può essere molto pericolosa per gli equipaggi delle missioni spaziali. STORIA Icaro come figura può essere accostata a quella di Hitler. Infatti tra i due ci sono molte somiglianze, sono accomunati dalla volontà di compiere una grande impresa quasi ai limiti dell'impossibile e sono accomunati anche dalla terribile fine. Hitler già nel 1920 fondò il partito nazionalsocialista o nazista, che rimase un gruppo minoritario e marginale, che si collocava al di fuori della legalità repubblicana e si serviva sostanzialmente della violenza per contrastare gli oppositori politici. Il partito fondava la sua forza su una robusta organizzazione armata: le SA (reparti di assalto). Gli ideali di Hitler si diffusero velocemente tra la popolazione grazie anche ai suoi frequenti comizi in giro tra Germania e Austria. Nel 1923 ci fu il primo tentativo di Hitler di effettuare un colpo di Stato, colpo che non gli riuscì ma nonostante ciò venne solo incarcerato e non esiliato a dimostrazione che le sue idee erano condivise ma che era ancora troppo presto per il suo ingresso al potere. Proprio nel periodo di prigionia si dedicò all'esposizione chiara dei suoi progetti, lo fece scrivendo il libro Mein Kapf (La mia battaglia) in cui inneggiava all'esistenza di una razza superiore e conquistatrice, quella ariana, che identificava con i tedeschi; ebrei e comunisti, a loro volta, inquinano la purezza degli ariani e quindi devono essere eliminati. Inoltra si sofferma sul suo progetto di riconquista degli "spazi vitali" cioè quei territori ad oriente che dovevano entrare a far parte del "Terzo Reich" (cioè il terzo impero dopo quello Sacro Romano e quello di Bismarck) in più l'annessione di questi territori sarebbe andata a coincidere con la crociata ideologica contro il comunismo. Inoltre Hitler si oppone a tutte le restrizioni fatte a Versailles a danno della Germania. Questi erano i suoi progetti e ideali ambiziosi tanto quanto l'idea di Icaro di volare sul Sole. Hitler riuscì con le elezioni che avvennero tra il 1930 e il 1932 ad ottenere la maggioranza e per questo si insediò al governo nel 1933.E proprio da questo anno iniziò la rapida conversione da Repubblica a Dittatura della Germania. Il pretesto fu l'incendio del Reichstag (il Parlamento) del quale furono accusati i comunisti e per questo espulsi dal governo che approvò una legge che conferiva pieni poteri a Hitler. La realizzazione del suo programma continuò con la "notte dei lunghi coltelli" (1 luglio 1934) nella quale furono assassinati tutti gli oppositori politici. Nello stesso periodo vengono create le SS (le squadre di difesa). Il passo successivo fu l'approvazione, nel 1935 delle Leggi di Norimberga, le quali toglievano agli ebrei la parità dei diritti e proibirono loro i matrimoni con non-ebrei. La situazione degenerò velocemente tanto che tra l'8 e il 9 novembre 1938 ci fu la "notte dei lunghi coltelli" dove le vetrine e i negozi appartenenti ad ebrei furono distrutti, così come sinagoghe e abitazioni private, centinaia furono uccisi, migliaia furono arrestati e deportati nei campi di lavoro dove venivano sfruttati in modo tale da rendere la Germania un Paese autosufficiente e quindi autonomo nel caso di guerra e di blocco economico da parte degli altri Stati. Ben presto questi campi di lavoro divennero campi di sterminio dove si consumò l'Olocausto e dove persero la vita milioni di persone tra ebrei, zingari,omosessuali, handicappati... l'ultimo passaggio per il completamento del suo piano era la riconquista degli "spazi vitali" e questo avvenne con l'occupazione dell'Austria (1938) e della Cecoslovacchia (1939), gli altri Stati soprattutto Gran Bretagna e Francia lasciarono che ciò avvenisse sperando che le mire espansionistiche di Hitler si esaurissero con l'annessione di questi territori. Ciò non avvenne, anzi, Hitler non si fermò e come Icaro decise di andare oltre e tentare una grande impresa contro ogni ragionevolezza. Infatti nel 1939 invase la Polonia, dopo aver stipulato il patto Molotov-Ribbentrop con la URSS che gli garantiva il sostegno in cambio della spartizione dei territori. Ancora una volta non ci fu nessun tipo di reazione da parte degli USA che sembravano non curarsi delle questioni europee. Invece Francia e Gran Bretagna dichiararono guerra alla Germania, Mussolini nonostante fosse legato ad Hitler da numerosi accordi tra cui il "patto acciaio" decise per la non belligeranza. Lo scontro bellico vero e proprio si ebbe a partire dal 1940 quando i soldati tedeschi conquistarono la Norvegia e la Danimarca, e si diressero verso la Francia passando per il Belgio neutrale. Parigi cadde in mano tedesca e qui fu instaurato un governo filo-nazista. L'ambizioso progetto di conquistare il mondo o come minimo l'Europa continuò con l'attuazione del piano Barbarossa (1940)ovvero con la conquista della URSS, i russi però attuarono la tecnica della "terra bruciata" ovvero si ritiravano verso est distruggendo tutto e lasciando cosi i soldati tedeschi e italiani (Mussolini entra in guerra nel 1940 credendo in una rapida vittoria di Hitler) senza nessun tipo di sostegno. Da questo momento in poi la grande piano di dominare il mondo cominciò a sgretolarsi lentamente. Infatti nel 1941 gli USA decidono di entrare a far parte della guerra dalla parte di Francia e Gran Bretagna dopo aver subito l'attacco alla base aerea di Perl Harbor da parte dei giapponesi (alleati di Germania ed Italia). Gli americani si dedicarono alla riconquista delle loro colonie nell'oceano Pacifico cadute sotto il controllo nipponico, e solo dopo intervennero in Europa liberando Marocco e Algeria dai nazisti e sbarcando poi in Italia cominciando il lungo e doloroso periodo della Resistenza (1943-45). Nel frattempo Hitler fallisce anche la conquista della Gran Bretagna (data per scontata e senza troppo sforzo) e così ha inizio la sua caduta data l'impossibilità di contare sugli alleati italiani, si trova presto accerchiato:da est marciano i russi liberando tutte le zone limitrofe alla Germania e cadute in mano nazista, da ovest è inarrestabile il cammino degli alleati che nel 1945 con lo sbarco in Normandia liberano la Francia. Hitler a questo punto cade vittima come Icaro delle sue troppe ambizioni e decide di suicidarsi nel bunker di Berlino pur di non cadere nelle mani dei nemici. ILLUSTRAZIONI Galileo Chini, Icaro, 1907 figura 1. Franz von Stuck, Il guardiano del paradiso, 1889 figura 2. Arturo Checchi, San Sebastiano, 1926 figura 3. Canova, Amore e Psiche figura 4. BIBLIOGRAFIA: • Tesi di laurea di Elena Pottini 1999/2000 • Tesi di laurea di Giovanni Malvolti 2003/2004 • “Geografia generale. La terra nell'universo.” Cristina Pignocchino Feyles-Ivo Neviani. Sei editore SITOGRAFIA www.fondazionemontanelli.it • • www.images.google.it • www.wikipedia.it