Banda Musicale “G. Puccini” di Gonnosfanadiga 1 Antonio Carta Curreli 2 Le origini. artistica, potrebbe aver preso contatti con maestri cittadini da cui apprendere l’arte della musica e comunicare agli amici le gioie del tesoro acquisito, così da allargare la cerchia, lasciando germogliare l’idea di associazione filarmonica. Quanto dico sono illazioni, è vero, ma chi può affermare o controbattere? Siamo nel mondo della microstoria dove niente è catalogato, dove non esistono documenti; gli unici dati disponibili si riscontrano nella memoria e la memoria scompare con chi ormai è nel regno dei più. Non resta che credere ai racconti tramandati, poiché, hanno sempre un fondamento di veridicità. È, la storia, produzione umana… ma è storia quanto può essere documentato e… la documentazione non sempre è reperibile, disponibile, consultabile: può essere stata distrutta, occultata, manipolata… allora ad essa si può prestar fede ad occhi chiusi? Ecco, dunque, la necessità di ricercare nella memoria, nelle tradizioni, nelle testimonianze orali o scritte da “difensori della cultura”. Ecco il motivo per cui la menzione di vari personaggi a noi vicini denota una certa importanza. Sono un anello della catena che ci unisce tutti, ci accomuna… e non possiamo eseguire o ascoltare una sinfonia mancante di una sequenza armonica, L a storia della nostra banda ha inizio nel lontano 1880, data desunta da due testimonianze verbali, in mancanza di materiale cartaceo risalente al periodo: la prima ascritta alla signora “Tzia Luisa Collu”, ultracentenaria dal chiaro ricordo, scomparsa qualche anno addietro, madre di due e suocera di uno componenti la banda; la seconda, alla signora Clelia Marongiu che attestava la presenza del padre tra i bandisti diretti da un certo maestro Cintura. Sempre dal “racconto della nonna” emerge che non si trattava di vera e propria banda, ma di una sorta di allegra brigata dedita a suonare durante le feste e spesso invitata ai matrimoni per divertire gli ospiti. Molte festività coincidono con la profonda fede dei Gonnesi - vedi Santa Severa, vedi la Madonna della Salute, vedi Santa Barbara - e la loro propensione alla musica, relativa ad antiche tradizioni. Niente di strano sarebbe il supporre se già da moltissimi anni, si proponesse, per allietare le feste, un qualche gruppo musicale, padre, tra l’altro dell’attuale banda, il cui embrione poteva essere un insieme di zufoli, di organetti, di launeddas, di campanacci o di quanto potesse produrre rumore. Qualcuno poi, nei gradi della maturazione Banda Sanluri 1914 - con il maestro Settimio De Giorgi 3 sente in tutte le fasi della vita, quasi una seconda epidermide. Scorrono in Essa le generazioni e si rileva il confronto, l’eterno divenire dell’uomo, lo scontro inevitabile tra vecchio e nuovo. A causa di ciò, al suo interno si aprono ferite facili da suturare solo con la passione imperante per la musica. La Banda è come una grande famiglia patriarcale i cui pionieri hanno generato forze nuove e queste, a loro volta ne hanno generato ancora e poi ancora. Di tanto in tanto dalla famiglia si verificano fughe di componenti, motivati all’evasione da insofferenza, desiderio di esperienze nuove, diverbi, pettegolezzi. Si creano incomprensioni ed è di rigore superarle in nome di un valore che, pur mutati gli aspetti, le convenienze o altro, rimane sempre comune. In seno ad una famiglia, ottimisticamente, non si apprendono mai valori negativi: il lato migliore per una costruzione duratura, una serena convivenza, una crescita sociale. Questo, offre la Banda a chi vuole accogliere il messaggio di invito a partecipare assiduamente e collaborare con Essa. ché in fondo è la nostra esistenza, il nostro “iter terreno”. Per quanto si voglia pensare e dire vicende le della Banda appartengono a Gonnosfanadiga, poiché in esso si sono succedute; appartengono alla microstoria, la storia nascosta, patrimonio della gente comune, circoscritta all’ambiente nostrano, eppure perfettamente integrata nella storia ufficiale di cui ne risente gli influssi. Le guerre, ad esempio, coinvolgono popoli, apportano lutti, mutilazioni, memorie e di questo, però, non si parla singolarmente se non in un mondo ristretto; in tale ambito si ricordano, si commemorano e lì la Banda interviene. La vediamo nel dolore delle dipartite. La vediamo nelle celebrazioni religiose. La vediamo esporre il proprio lavoro nei concerti. È presente in manifestazioni, sagre, ricorrenze. Non persegue una linea politica, rimane neutrale. Essa è un contenitore colmo di esperienze, sentimenti, gioie, dolori, dentro il quale è sintetizzato il ciclo della vita. “Banda” non è soltanto complesso musicale, bensì parte integrante di una comunità, entità pre- San Nicolò - Guspini 1930? 4 Festa S. Severa - 1925/30. Santa Severa 1930. Foto Luca Lecis Foto Luca Lecis 5 Quadro storico. Banda: Corpus Domini anni 1920. T ra la metà dell’Ottocento e gli inizi del Novecento vigeva in tutto il territorio Nazionale un tasso di analfabetismo, rilevato nella popolazione di oltre i sei anni d’età, pari al 70%. Il dato si evince da una constatazione redatta nel 1871, dopo l’Unità d’Italia (il primo Parlamento dell’Italia Unita si insediò il 17 marzo 1861, proclamò la nascita del Regno d’Italia e conferì la corona a Vittorio Emanuele II - ultimo re del regno di Sardegna, primo re d’Italia). Figuriamoci la situazione meridionale… e quella sarda. Certo non eccedevano i dottori, degni esponenti di cultura, in quanto sudditi del regno Sabaudo, che preferiva, fin dagli anni della seconda rivoluzione industriale (1850-1870, e, per inciso, tale rivoluzione coinvolse principalmente le maggiori potenze europee, in misura minore l’Italia), incrementare le risorse del Piemonte (durante il Regno di Sardegna e anche dopo l’Unità d’Italia), abbandonando alla loro sorte gli altri “territori satelliti”. Guerre, miseria, analfabetismo, mancanza di mezzi di comunicazione, rendevano i contatti difficili o inesistenti col governo centrale. Immaginiamo ancora, in quel periodo, lo stato in cui versava la Sardegna. Rimpiccioliamo la visuale, caliamoci a Gonnos, dove l’economia era basata soprattutto sulle risorse agricole e sulla pastorizia, occupazioni che non davano certamente adito allo sviluppo dell’apprendimento, se non quello inerente al diretto contatto della manualità. Le autorevoli personalità del paese, unitamente a qualche benpensante, rendendosi conto dell’inesistente progredire culturale dei concittadini, si operarono nella volontà di dare una impronta diversa al proprio mondo e sollevare le coscienze da una condizione latente di “ignoranza”. Questo silenzioso risveglio culturale si delineò attorno al 1870, allorché il dottor Giovanni Battista Carreras, giovane e pragmatico Sindaco, rese possibile a molti bambini di accedere alle prime aule scolastiche 1 (pur constatandone la scarsa affluenza, almeno da parte della popolazione povera); diede l’input perché si terminassero in tempi brevi i lavori della strada per San Gavino, dove era in vigore la ferrovia, così da facilitare scambi economici e culturali con centri più distanti. Tale progredire, altresì lento, portò ad una palpabile maturazione delle coscienze, tant’è che pure gli operai minerari 2 il 5 agosto del 1896 diedero vita alla “Società Operaia di Mutuo Soccorso”, mentre il 17 gennaio 1904 si inaugurarono il “Circolo di lettura Elena” ed il “Comitato Comu- 4 novembre 1931: Banda e scolaresche 6 Processione nel 1935 Nel giorno 27 febbraio del 1894 si festeggiò il primo anniversario di nascita del complesso con un concerto in piazza. Il Maestro Cintura, in questo anno di attività, prese a cuore la preparazione della banda di Gonnos, abbandonando Guspini, dove tra l’altro risiedeva, nelle mani del Maestro Spano. Nell’agosto del 1896 si verificò un cambio di direzione: la banda, guidata dal Maestro Floris, accompagnava un coro di ragazzini che si esibiva, per allietare una premiazione di alunni meritevoli nel profitto scolastico. In un atto notarile del 1896, si menziona, appunto, il maestro Emanuele Floris, proveniente da Iglesias e residente da noi, quale dirigente della banda di Gonnosfanadiga. Probabilmente fu l’ultimo direttore del complesso prima del grande conflitto 1915-1918. Tutte queste attività progressiste, culturali, musicali, come già accennato, erano espressamente volute dagli influenti, dalle famiglie più in vista, dai politici, non certo dalla “gente comune”. Alla guerra seguì un periodo di abbandono della musica. Nonostante i lutti ereditati, ben presto si sentì l’esigenza di ricostituire quanto era stato interrotto. nale di Beneficenza”, del quale si trovano tracce a partire dal 1881. Viste simili esperienze positive, che senz’altro avvalorarono la dignità del popolo gonnese, si constatò la mancanza di un elemento capace di premiare le conquiste finora raggiunte. Era necessaria ancora una pedina nella grande scacchiera: la Banda. “La goccia traboccò dal vaso” il 17 gennaio 1893, allorché le illustri famiglie e i dirigenti del Comune, volendo festeggiare il sindaco di Gonnosfanadiga, Cav. Porru, in occasione del suo onomastico, invitarono la banda di Guspini diretta dal maestro Cintura. Oltre all’entusiasmo e all’ammirazione, nell’animo dei gonnesi sorse anche una punta di stizza e rivalità: non potevano essere dammeno. Senza por tempo in mezzo si istituì, il 25 febbraio 1893, la “Società Filarmonica”, voluta dalle persone influenti, amanti della musica, di cui fu primo Presidente lo stesso sindaco Cav. Porru. Detta Società non tardò ad organizzare un gruppo di giovani musicisti, ponendoli sotto la guida del violinista Efisio Cintura, che indubbiamente fu uno dei perni principali nella fondazione e organizzazione della Banda, la quale esordì il tre luglio dello stesso anno. 7 sintesi, ogni formazione detiene in grembo il seme di esperienze precedenti, delle quali, talvolta per incuria, negligenza o volutamente, non si sono conservate tracce attendibili, in grado di onorare i posteri della soddisfazione di ricostruire quanto è stato. La precisione, l’attendibilità, sono fattori apprezzabili per una corretta informazione, ma più importante è quanto possiamo raccontare ora, poiché minuziosamente documentato e continuativo. Importante è il contributo culturale, negli anni, dato dalla banda ai cittadini e agli stessi componenti. Importante è stato il superare momenti di crisi interna sia economica, sia sociale. La passione verso la musica, la soddisfazione di tenere viva nel tempo un’attività pulita, educativa, con sani principi morali, hanno vinto ogni difficoltà. Non per vanto ma, è giusto affermare che a Gonnosfanadiga, la Banda, è una delle poche associazioni non-profit più longeve ed è un punto di merito, senza dubbio, per la nostra Comunità. Essa va avanti, in ottimismo, aspetta i tempi e li affronta, comunicando messaggi positivi a chi è disposto a recepire. Nel 1922 si formò un comitato di musicofili, presieduto dal signor Giovanni Sardu, deciso a reperire fondi necessari all’acquisto di strumenti e pagare un direttore. Per far ciò gli appassionati si quotarono e nello stesso anno stabilirono contatti col maestro Settimio De Giorgi, operante in detto periodo nella banda di Sanluri. Assai preparato ed esigente, riuscì a portare il complesso ad un livello ammirevole da farlo competere con le realtà del tempo, come, ad esempio la Banda della città di Cagliari (raccontavano gli anziani). * * * La misteriosa data del 1880, in bilico tra realtà, ricordo, articoli di giornale, suscita dubbi e discussioni accese. Pareri discordi sulla emissione di altra documentazione (autentica?) fissano ad uno “sbadiglio”dal 1900 la nascita del nostro complesso, la cui età, che gira nell’orbita dei 125 anni, si ridimensiona di un ventennio. Saranno affidabili queste trasmissioni orali, queste documentazioni? In fondo poca importanza assume se non per dar colore ad un quadro polemico e il compiacimento di spuntarla con chi non vuole ammettere i natali del 1880. In base a conoscenza diretta posso affermare che nessun complesso musicale, e qui mi ripeto, può nascere come i funghi. Bisogna ammetterlo, in Il 1° giugno dell’anno 1925 è una pietra miliare nella storia della banda poiché protagonista della stesura di una scrittura privata, tra i bandisti, che Battesimo del figlio di un musicante, negli anni del 1930? 8 magico mondo capace di alleviare pensieri, lenire tristezze, scatenare allegria, creare atmosfere difficilmente proponibili nella realtà. Gli strumenti, soprattutto quelli ingombranti, furono depositati in un cantuccio, nel sottoscala del vecchio Palazzo Municipale, in attesa di eventi futuri. Essendo, nel nostro paese, ben radicata la voglia di far musica, non poteva prendere il sopravvento l’abbandono totale di quest’arte, non era possibile dimenticarla, infatti, un insperato raggio di sole spuntò tra il 1960 ed il 1961. Alcuni ragazzi dell’Azione Cattolica, guidati dal giovane assistente don Paolo Orrù, decisero di inserire, tra le altre attività dell’Associazione, anche la musica, con l’intento d’apprenderne la tecnica: ma dove sono gli strumenti? Atteggiatisi a 007, i giovani non si persero d’animo e dopo varie ricerche, con la collaborazione dei signori Peppino Garau, Aldo Testi, Antonio Matta, Riccardo Uccheddu, risalirono al deposito, si presentarono ansiosi e speranzosi al Sindaco, Cavaliere Oreste Cadeddu, che, ben felice dell’iniziativa, li autorizzò a ritirare i polverosissimi strumenti. Questi ragazzi rispondono ai nomi di Pinuccio Soddu, Giuseppe Concas (noto Pupetto), Antonio Mallica, Vincenzo e Sergio Martis, Antonio Carta Saiu, Piero Onnis. I “preziosi reperti”, immediatamente trasportati nel Saloncino Parrocchiale, in una stanzetta sopra elevata, detta “della cabina” (dall’uso fatto negli anni ’48-’49-’50 come saletta di proiezione cinematografica), adibita a laboratorio, dove con passione e pazienza furono rimessi in condizione di emettere qualche suono. * * * Frattanto l’Assessorato alla Cultura della Regione Sarda istituì corsi di orientamento musicale (strumentale e vocale). Era l’anno 1962, don Orrù non lasciò sfuggire l’occasione, inoltrò domanda alla Regione e venne accettata. La pronta risposta fu l’avvio del corso, tenuto dal signor Giovanni Atzeni di Arbus, in un primo momento, nella sede della G.I.A.C. (Gioventù Italiana di Azione Cattolica), poi in un’aula delle Scuole Elementari. Nel 1963 la sede del corso cambiò nuovamente dall’aula delle Scuole Elementari alla “cabina” del salone parrocchiale. Gli allievi, seduti battezzarono il complesso imponendogli il nome odierno, ossia la “Banda Musicale Giacomo Puccini di Gonnosfanadiga” ebbe ragione di essere. Contrariamente alle aspettative, la Società Filarmonica riuscì a prender piede, ad organizzarsi al meglio, istituendo corsi ed invogliando molti giovani ad essere parte della banda. Lo stesso maestro De Giorgi, che si occupava sia della direzione sia dell’insegnamento, ebbe ruolo primario nel coinvolgere e infondere entusiasmo tra i giovani musicanti. Il maestro Settimio De Giorgi nacque a Palestrina, in provincia di Roma, il 18 gennaio 1873. Diplomato in bombardino al Conservatorio di Roma, si formò in varie fanfare del Continente e in giovane età approdò ai lidi Sardi. Di lui troviamo tracce dal 1914 presso la Banda musicale “A. Ponchielli” di Sanluri, dove permase fino al 1922-1925, cioè fino a quando la neonata Associazione gonnese non lo invitò a dirigere la nostra realtà. Il 5 settembre 1953, il Maestro, ottantenne, lasciò definitivamente il nostro paese per Biella, ospite della figlia, dopo una lunga permanenza dedicata esclusivamente alla musica. Le redini passarono nelle mani del signor Aldo Testi, componente anziano (attivo bandista, tra i fondatori e sostenitori della Società Filarmonica nel 1925, dimenticato musicista, cornettista e chitarrista), riuscendo a tenerle sino al 1957: il periodo è accertato dalla partecipazione della banda al funerale del signor Vittorio Lisci (Maresciallo Maggiore, deceduto il 14 settembre 1957), padre del bandista Mondino. In detto periodo non sussisteva però la banda in quanto a continuità. Gli associati si incontravano solo occasionalmente (ricorrenze festive, funerali), e talvolta non riuscivano neppure a raggiungere un organico efficiente, fatto che portava i Comitati delle feste a rivolgere l’invito a bande esterne, solitamente di Sanluri, ma anche quella di Guspini, messa su, agli inizi degli anni ’60, da don Michele Pinna (scomparso da qualche anno a Lunamatrona, dove era parroco), con i ragazzi dell’Oratorio. * * * A seguire, una interruzione, dovuta a vari motivi, ma il principale, sicuramente, la mancanza di una guida, lasciando amaro in bocca a chi aveva dedicato anni della propria vita alla musica, a quel 9 Pupetto informò dell’incontro gli altri allievi e nacque a quel punto l’idea di contattare i suonatori ancora in vita e residenti a Gonnos. Tutti gli anziani (termine bonario che indica la militanza precedente nelle file bandistiche) accettarono l’invito di buon grado. L’idea di riprendere a suonare assieme era interessante e contemporaneamente si venne a sapere che quasi tutti gli intervistati avevano custodito gelosamente il proprio strumento in casa. Organizzato un incontro collettivo nella sede dell’Azione Cattolica, emerse la possibilità di rimettere su un piccolo organico. Giustamente gli anziani esigevano un maestro, e questo i giovani l’avevano “in pectore”, poiché era uno di loro, anche se non frequentasse il corso, in quanto conosceva la musica, studiata in seminario, e suonava l’harmonium in chiesa durante le funzioni religiose. Era il comune amico Paolo Vacca (nato a Gonnofanadiga il 30 dicembre 1935, docente di Lettere alle Scuole Medie, in pensione). Gli anziani lo accettarono ma con riserva, volendolo vedere all’opera. Dopo questa prova del fuoco, Paolo divenne il maestro. attorno ad un vecchio tavolo da ping-pong, unico piano su cui poggiare quaderni e metodi musicali, seguivano le lezioni impartite dal nuovo insegnante Francesco Pittau di Sanluri (allora studente di flauto in Conservatorio). Gli strumenti restaurati diedero possibilità di accesso alle “tecniche di produzione sonora”. Note lunghe, scale, solfeggio, finché, dopo tempo, il maestro del corso pensò fosse giunto il momento di suonare pezzi facili per banda. Alla fine del 1963 scoccò la scintilla che avvierà il processo di rinascita della Banda Musicale Giacomo Puccini. Un allievo, in attesa dell’ora di lezione, quindi dell’insegnante, si esercitava alla tromba nell’esecuzione di una marcetta. Combinazione volle, che passasse in Via Vittorio Veneto il signor Salvatore Casti (a suo tempo componente della banda), il quale sentendo la melodia pensò: «Ma questa marcetta... io la conosco! ». La curiosità lo spinse ad entrare e si trovò di fronte Pupetto Concas che suonava Stella dei prati. Piacevolmente sorpreso chiese come mai fosse in possesso della tromba e di quella musica. Informato sul progetto in svolgimento, il signor Salvatore augurò buon proseguimento, salutò e continuò per la sua strada. Il fatto non passò sotto silenzio perché Saggio musicale in piazza V. Emanuele (nel 1936?), diretto dal maestro De Giorgi in occasione dell’inaugurazione delle Scuole Elementari. Foto Luca Lecis. 10 Concerto in Piazza Municipio. 5 maggio 1936. Festeggiamenti per la fondazione dell’Impero, dopo la conquista di Eritrea ed Etiopia. Foto Luca Lecis Il signor Luigi Mallica con il basso in FA e la divisa della banda (il solo berretto) nel 1937 11 della patrona Santa Barbara. Nella storica data del 4 dicembre 1965, una giornata grigia, fredda, ventosa, predisposta alla pioggia, i musicanti Angelino Sogus, Nicolino Lisci, Francesco Casti, Pinuccio Soddu, Antonio Saiu Carta, Mondino Lisci, Sergio Martis, Salvatore Casti, Francesco Melis, Pupetto Concas, Antonio Mallica, Virgilio Muntoni, Peppino Garau, Mario Canargiu, Severino Saiu, Vincenzo Martis, Piero Onnis, Antonio Matta, Nino Mallica, Riccardo Uccheddu, Generoso Saiu, il Maestro Paolo Vacca si schierarono timidi e soddisfatti davanti ad un pubblico incuriosito ed orgoglioso. Appare superfluo sottolineare come i commenti del giorno vertessero sulla sorpresa di vedere e sentire la banda dopo tanti anni. La banda si propose ancora quattro giorni dopo, per la Festa dell’Immacolata Concezione. Rincuorati dalla buona impressione suscitata nell’animo della popolazione, i musici ritennero necessario ordinare l’interno dell’Associazione. I tempi apparvero maturi per organizzare un consiglio d’amministrazione, che nominò Presidente il signor Peppino Garau. Ricostituzione - Paolo Vacca. N el settembre del 1965 ebbe inizio per Paolo Vacca il duro lavoro di riordino delle partiture e la scrittura manuale delle parti dei singoli strumenti, mancanti, al tempo, le fotocopiatrici. Incominciarono così le prove d’insieme, in una stanza della casa parrocchiale, il “Saloncino” di Via Veneto. Prove su prove... prova e riprova. L’intonazione era un disastro. Molti non erano in grado di seguire. Pazientemente si ricominciava, gli stessi anziani mostravano titubanza e, per alleviare la difficoltà, sostenevano che la suonata era in ”Mah bemolle”, tonalità assai tosta. I vecchi, logori strumenti non permettevano una resa massima. Se ne acquistarono in seguito dalla ex banda di Montevecchio, pure questi non in condizioni eccellenti. Ma, in osservanza del detto “ la miseria aguzza l’ingegno”, la fantasia dei giovani, unita all’esperienza pratica degli anziani ebbero il sopravvento. Gli strumenti furono “risequenziati” artigianalmente. I pezzi tratti da oggetti inservibili venivano assemblati ad altri, trasformandoli, in modo da ottenere quanto potesse soddisfare le esigenze del nascente organico. Così tra un’interruzione e l’altra, tra ricordi del passato e una risata, la prima prova terminò con l’apparizione giuliva del parroco don Cauli, recante una bottiglia di vino in mano: da bere per tutti e auguri per una proficua, duratura attività. Auguri che infervorarono a continuare con sempre maggiore impegno e assiduità, fissando gli incontri a due giorni della settimana. Le prove proseguirono segnando il passo. Paolo non riusciva ad ottenere risultati soddisfacenti. Troppo tempo i veterani avevano trascorso nell’inattività musicale, fattore che porta a rallentare la tecnica strumentale e l’abitudine fisica. * * * A forza di soffiare dentro gli strumenti, rispolverare il solfeggio, i veterani riuscirono a recuperare parte del talento assopito, permettendo il delinearsi di un piccolo repertorio di marcette e con esso il debutto. Giorno più appropriato non poteva essere per presentare ai Gonnesi la rinata Banda Musicale, quello dedicato ai festeggiamenti Maestro Paolo Vacca 12 Pasqua - 26 marzo 1967 Servizio 1° maggio 1968 13 Servizio 1° maggio 1968 14 Festa Santa Cecilia 22 novembre 1967 15 Lanusei: 9 giugno 1968 Orune: 25 agosto 1968 16 Villasor: S. Isidoro - 11 maggio 1970 Funerale a Gonnos - 1971 17 Processione B.V. di Lourdes - 1969 Concerto di Santa Cecilia - Novembre 1969 18 Fluminimaggiore - 16 giugno 1971- Festa di S. Antonio Pranzo sociale S. Cecilia 1967 19 B.V. della Salute - 1978 Processione B.V. della Salute - giugno 1979 20 Stadio S.Elia 1978 21 Concerto1979 B. V. della Salute re in rilievo il sacrificio, la costanza, la pazienza, la dedizione di chi (ossia tutti i musicanti ed il maestro), negli anni ha reso possibile la vita alla nostra realtà, considerando la decadenza degli strumenti, le difficoltà di acquistarne di nuovi, l’eterno mutare di sede, il disinteresse delle autorità ad assegnarne una stabile, i problemi di lavoro, l’età di alcuni. La banda aveva un certo carisma, però (senza campanilismo), e assai frequenti erano le richieste, in molte località della Sardegna, anche perché le entità bandistiche nell’Isola, poco numerose, permettevano di non temere concorrenza alcuna. È necessario, in ogni caso, immortalare un fatto importante. Se come artisti si lasciava a desiderare, all’interno dell’organico c’era un contatto sociale molto intenso, amicizia e disponibilità, litigi, parlare schietto e successive riappacificazioni repentine: con un bicchiere in mano, gli screzi risanavano in fretta. Una famiglia maleducata come amavano definire gli stessi veterani, che aveva bisogno di un padre severo… e vallo trovare questo padre! A parte la componente artistica, la banda è stata un luogo di formazione, di crescita tra persone serie, sagge, lavoratori, padri di famiglia, una miscellanea di rappresentanti dell’economia del paese: dall’operaio all’insegnante, all’artigiano al contadino, dallo studente al commerciante. Una riuscita fusione di idee e di esperienze. * * * Il maestro Paolo Vacca cominciò ad avere incertezze con il numero crescente di bandisti, “meglio preparati in materia”, sia per l’ambizione di questi, a presentarsi al pubblico con repertori impegnativi, sia per contrasti con il direttivo. Molti giovani (tra i quali, trombe, clarini, sax, flauti, necessari al nostro organico), predilessero essere parte della nuova Banda di Samassi diretta dal maestro Francesco Pittau, che cercava validi strumentisti ovunque. Divenne un vero problema e Paolo non riusciva a dipanarlo. Si instaurò una sorta di incompatibilità con i musicanti che chiaramente lo costrinsero alle dimissioni. 1980. Gli allievi che frequentarono il Corso di musica, tra il 1978 ed 1980, superarono la quarantina e ricevettero lezioni dal maestro Ennio Cadeddu. L’anno segnò la fine della direzione Paolo Vacca. Durante i tre lustri da lui occupati (dal settembre 1965 all’ottobre 1980), la banda non sviluppò un eccezionale livello artistico, si affacciava al pubblico, esponendo brani semplici, quali marcette militari, valzer, qualche brano classico, retaggio, per la maggiore, della preesistente formazione bandistica, diretta dal maestro Settimio de Giorgi. Erano usate, infatti, molte partiture autografe del Maestro, di non facile lettura, per molti anziani, forse perché la vista cominciava a venir meno. Sicuramente, analizzando a freddo, dopo anni, il mancato successo era dipeso dalla scarsa collaborazione tra maestro e bandisti. Il primo, avendo minima esperienza, cercava di crescere con la banda, i secondi, avanti negli anni e non certo con l’elasticità dei tempi andati, imponevano la pluriennale esperienza bandistica quale assoluta e inderogabile cognizione della materia. Tale braccio di ferro costringeva la banda ad una lenta o inesistente maturazione musicale (parlo del primo decennio), rendendo l’organico simile ad una entità di stacanovisti, preoccupati di lavorare nella musica, senza curare in eccesso la forma, gli effetti sonori, l’unione strumentale e conseguente risultato. Bastava suonare, stare assieme, il resto poteva passare in secondo piano. Importante è mette22 la banda “G. Puccini”. Sotto la sua direzione lo stile esecutivo mutò profondamente e la nostra banda raggiunse un certo prestigio. Il punto nero ancora persistente, causato dai bandisti che si dividevano fra la nostra Banda e quella di Samassi, venne presentato al maestro. Egli di polso più fermo, pose detti bandisti in una condizione di scelta, non potevano essere parte di due entità: Gonnos o Samassi. Scelsero il maestro Pittau. I colleghi non sopportavano simile decisione e consideravano il gruppetto ”razza di traditori”. Il contributo di forze nuove (giovanissimi elementi forgiati dai corsi organizzati dalla stessa banda), che diedero maggior vigore in apporto numerico ed in ventata di freschezza al complesso bandistico, permise di abbordare pezzi classici con più disinvoltura. Il 25 ottobre ebbe luogo la celebrazione del Centenario di fondazione della nostra banda, in concomitanza della quale nacque il primo Raduno Provinciale di Bande, patrocinato dall’Assessorato alla Cultura dell’Amministrazione Provinciale di Cagliari (Assessore Giovanni Battista Loi) e la solerzia del nostro compaesano, funzionario responsabile nel settore, Luciano Marras 9. La direzione del maestro Olla ebbe inizio, dunque, nel 1980 ed una durata di circa due anni, cioè alla fine del 1982 quando ci fu un cambio di cariche direzionali, poste nelle mani di Pinuccio Soddu. Maestro Arturo Olla Direzione Olla. N el mese di ottobre dello stesso anno, Paolo Vacca depose la sua bacchetta d’ottone ed il Consiglio contattò il maestro Arturo Olla, proponendogli di dirigere il complesso. Accettò! Il maestro Arturo Olla, nato a Guspini nel 1934, diplomato in clarinetto nel 1959 ed in direzione di banda nel 1965, presso il Conservatorio di Cagliari, “Pierluigi da Palestrina”, ha studiando con i maestri Prisco e Corini. Nel periodo in esame insegnava musica nell’Istituto Magistrale di San Gavino, dal novembre 1980 ha diretto ufficialmente 23 Concerto con le Majorette di Samassi B.V. della Salute - 1° giugno 1982 Pasqua 1981 24 Banda “G. Puccini” - ottobre 1981 Carnevale 1982 25 Operetta “Cenerentola” 26 giugno 1972 26 Un po’ di relax dopo la processione (1980/82) 27 Mario Canargiu - 1980/82 Tziu Angelinu Sogus Cuglieri 1980/82 28 Periodo di transizione. P rofessor Pinuccio Soddu, nato a Gonnosfanadiga il 26 marzo 1945, è stato tra i giovani attivatisi per la ricostituzione della banda con profondo impegno ed entusiasmo. Si è adoperato con infinita passione al ricupero di vecchi strumenti, improvvisandosi artigiano pur con mezzi inadeguati, spinto esclusivamente dall’amore nutrito fin da tenera età verso la musica. In seno alla banda ha sempre lottato, anche controcorrente, per la salute dell’associazione. Alla fine degli anni del 1970 ha diretto la banda di Arbus e dal 1982 guidato la Giacomo Puccini, senza pretendere alcun compenso, fino al 1986. Il 10 maggio dello stesso anno il Consiglio invitò Rita Piras a dirigere la banda. Il 14 maggio furono convocati tutti i soci bandisti in un’assemblea straordinaria per riorganizzare la banda in seguito al cambio di direzione. Da questa data la conduzione passò a Rita Piras, che tenne la bacchetta fino all’1989, quando decise di abbandonare ogni impegno ed il complesso, rimasto senza direttore, rischiava lo sfascio. Il direttivo contattò allora il giovane maestro Paolo Argiolas, che si disse disponibile, e nel febbraio dell’anno diede subito inizio ad un lavoro di “restauro” delle logore impalcature bandistiche, trasformandone l’indirizzo musicale e portando il complesso ad un livello pregevole. La sua direzione è tuttora attiva dentro una realtà bandistica in continua evoluzione, sempre presente nelle varie programmazioni sociali, continuamente rinnovata da giovanissimi elementi, preparati da maestri competenti, che donano freschezza e valido motivo di proseguire il cammino musicale con entusiasmo. Il Maestro Pinuccio Soddu Il Maestro Rita Piras 29 Carnevale 1985 Carnevale 1986 30 Concerto di S. Cecilia - Chiesa S. Barbara 1986 Gemellaggio con la Banda di Villacidro / 1988 31 Concerto S. Cecilia nella Coop. Olearia / 11 dicembre 1988 32 Inizia una nuova era. Paolo Argiolas, è nato, domiciliato, a Sanluri il 25 06 1963. Diplomato in violino al conservatorio di Cagliari “P. da Palestrina”, sotto la guida del maestro Vittorio Sorigu, ha seguito corsi di perfezionamento di violino e orchestra a Chiavari (cittadina in provincia di Genova). Presso l’istituzione dei concerti di Cagliari ha svolto attività concertistica e cameristica in varie formazioni. Dal 1992 è docente di musica nella scuola media “Borrozzu” di Nuoro; suona il clarino piccolo in MIb nella Banda A. Ponchielli del suo paese. In questi anni oltre ad aver trasformato l’indirizzo musicale dell’Associazione, con costante e proficuo lavoro, ha portato la banda “G. Puccini” ad un buon livello, con la quale ha eseguito innumerevoli concerti di musica varia, da quella classica, alla moderna e tradizionale. Maestro Paolo Argiolas Direttore Paolo Argiolas. Chi è? Quindici anni lo scorso febbraio come nostro maestro. Una persona particolare con capacità comunicative molto spiccate. Non si lascia andare in grandi discorsi eppure esprime chiaramente quanto desidera ottenere; conosce perfettamente le attitudini, il grado artistico dell’intero organico. È ottimo insegnante e lo dimostra nei momenti in cui si palesano difficoltà di esecuzione in qualsiasi brano. Egli sa leggere oltre la partitura cartacea, dietro la quale ogni musicante sembra nascondere l’impreparazione, la distrazione, la mancanza di concentrazione dovuta a diminuita elasticità imputabile sia all’età, sia alla scarsa applicazione, le chiacchiere col collega vicino, le emissioni di suoni non intonati, individuati prontamente dal suo orecchio vigile. La sua professionalità emerge anche dal fatto di dover trattare con dilettanti, spinti dal solo piacere di stare con altri ed esprimere tramite uno strumento quanto a voce potrebbe risultare impossibile. Il successo di Paolo all’interno dell’Associazione, è da ricercarsi nella serietà, modestia, precisione, impegno, amicizia dimostrate in lungo tempo. Molte volte la collaborazione tra maestro e musicanti viene meno, ma egli riesce in qualche modo a recuperare quanto è stato disperso, con sapienza e, soprattutto, competenza. Perciò il suo non è soltanto un dirigere, insegnare, impartire, è pure un costante, amichevole dialogo sia collettivo, sia ad personam, in uno slancio spontaneo di umiltà: doti che aumentano il rispetto e l’apprezzamento nei suoi confronti, da parte dei componenti del complesso. 33 34 35 Festa di Santa Cecilia - 19 novembre 1995 Festa S.Cecilia (Chiesa S.Barbara):24 novembre 1996 36 Asilo. Concerto d’estate: luglio 2000. Maratona di Praga - Aprile 2004 37 Maratona di Praga - Aprile 2004 1° Raduno Bandistico “Monte Linas” - 24 ottobre 2004 38 Inaugurazione della XVIII a Sagra delle olive 19 novembre 2004. Foto Luca Lecis 39 Praga - aprile 2004 40 Concerto di Santa Cecilia 8 gennaio 2005 41 Santa Severa - 28 marzo 2005 Processione del Sacro Cuore: 3 giugno 2005. 42 Foto Andrea Meloni IIIa Sagra del pane - 1° ottobre 2005. Foto Andrea Meloni Santa Barbara - 4 dicembre 2005 43 Sfilata di Natale - 23 dicembre 2005. 44 Marcia della Pace - 30 dicembre 2005. 45 Pasqua: Incontro 2006. 46 Concerto S. Cecilia: 7 gennaio 2006 Madonna della Salute: 28 maggio 2006. 47 Concerto d’Estate - Due momenti del saggio allievi. 48 4a Sagra del Pane 17 giugno 2006. Processione Sacro Cuore : 23 giugno 2006. 49 Fonni: 24 giugno 2006 Festa di S.Isidoro 8 ottobre 2006 50 Commemorazione del 4 novembre 2006 Piazza 17 febbraio 51 3° Raduno Bandistico Bande di Guspini - Serramanna - Gonnosfanadiga /26 novembre 2006 52 3° Raduno Bandistico Bande di Guspini - Serramanna - Gonnosfanadiga nella Fiera Mercato il 26 novembre 2006 Concerto di Natale per i ragazzi delle Scuole Medie 16 dicembre 2006 53 Salone parrocchiale - Intrattenimento per disabili 16 dicembre 2006 Sfilata di Natale 23 dicembre 2006 54 Tradizionale concerto di Santa Cecilia. Centro Analisi. Domenica sette gennaio 2007. 55 Processione dell'Incontro Pasqua - 8 aprile 2007 B. V. della Salute - 27 maggio 2007 - esordio sei allievi 56 Processione del Corpus Domini - 10 giugno 2007 57 58