di Gonnosfanadiga - Sardegna Solidale

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Banda Musicale “G. Puccini”
di Gonnosfanadiga
1
Antonio Carta Curreli
2
Le origini.
artistica, potrebbe aver preso contatti con maestri
cittadini da cui apprendere l’arte della musica e
comunicare agli amici le gioie del tesoro acquisito,
così da allargare la cerchia, lasciando germogliare
l’idea di associazione filarmonica.
Quanto dico sono illazioni, è vero, ma
chi può affermare o controbattere?
Siamo nel mondo della microstoria dove
niente è catalogato, dove non esistono documenti; gli unici dati disponibili si riscontrano
nella memoria e la memoria scompare con chi
ormai è nel regno dei più.
Non resta che credere ai racconti tramandati, poiché, hanno sempre un fondamento di veridicità.
È, la storia, produzione umana… ma è storia
quanto può essere documentato e… la documentazione non sempre è reperibile, disponibile,
consultabile: può essere stata distrutta, occultata,
manipolata… allora ad essa si può prestar fede ad
occhi chiusi?
Ecco, dunque, la necessità di ricercare nella
memoria, nelle tradizioni, nelle testimonianze orali o
scritte da “difensori della cultura”.
Ecco il motivo per cui la menzione di vari
personaggi a noi vicini denota una certa importanza. Sono un anello della catena che ci unisce tutti, ci
accomuna… e non possiamo eseguire o ascoltare
una sinfonia mancante di una sequenza armonica,
L
a storia della nostra banda ha inizio nel
lontano 1880, data desunta da due testimonianze verbali, in mancanza di materiale
cartaceo risalente al periodo: la prima ascritta alla
signora “Tzia Luisa Collu”, ultracentenaria dal chiaro ricordo, scomparsa qualche anno addietro, madre di due e suocera di uno componenti la banda; la
seconda, alla signora Clelia Marongiu che attestava
la presenza del padre tra i bandisti diretti da un certo maestro Cintura.
Sempre dal “racconto della nonna” emerge
che non si trattava di vera e propria banda, ma di
una sorta di allegra brigata dedita a suonare durante
le feste e spesso invitata ai matrimoni per divertire
gli ospiti.
Molte festività coincidono con la profonda
fede dei Gonnesi - vedi Santa Severa, vedi la Madonna della Salute, vedi Santa Barbara - e la loro
propensione alla musica, relativa ad antiche tradizioni. Niente di strano sarebbe il supporre se già
da moltissimi anni, si proponesse, per allietare le
feste, un qualche gruppo musicale, padre, tra l’altro dell’attuale banda, il cui embrione poteva essere un insieme di zufoli, di organetti, di launeddas,
di campanacci o di quanto potesse produrre rumore.
Qualcuno poi, nei gradi della maturazione
Banda Sanluri 1914 - con il maestro Settimio De Giorgi
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sente in tutte le fasi della vita, quasi una seconda
epidermide.
Scorrono in Essa le generazioni e si rileva il
confronto, l’eterno divenire dell’uomo, lo scontro
inevitabile tra vecchio e nuovo. A causa di ciò, al
suo interno si aprono ferite facili da suturare solo
con la passione imperante per la musica. La Banda
è come una grande famiglia patriarcale i cui pionieri
hanno generato forze nuove e queste, a loro volta
ne hanno generato ancora e poi ancora.
Di tanto in tanto dalla famiglia si verificano
fughe di componenti, motivati all’evasione da insofferenza, desiderio di esperienze nuove, diverbi, pettegolezzi. Si creano incomprensioni ed è di rigore
superarle in nome di un valore che, pur mutati gli
aspetti, le convenienze o altro, rimane sempre comune.
In seno ad una famiglia, ottimisticamente, non
si apprendono mai valori negativi: il lato migliore per
una costruzione duratura, una serena convivenza,
una crescita sociale. Questo, offre la Banda a chi
vuole accogliere il messaggio di invito a partecipare
assiduamente e collaborare con Essa.
ché in fondo è la nostra esistenza, il nostro “iter terreno”.
Per quanto si voglia pensare e dire vicende le
della Banda appartengono a Gonnosfanadiga, poiché in esso si sono succedute; appartengono alla
microstoria, la storia nascosta, patrimonio della gente comune, circoscritta all’ambiente nostrano, eppure perfettamente integrata nella storia ufficiale di
cui ne risente gli influssi.
Le guerre, ad esempio, coinvolgono popoli,
apportano lutti, mutilazioni, memorie e di questo,
però, non si parla singolarmente se non in un mondo ristretto; in tale ambito si ricordano, si commemorano e lì la Banda interviene.
La vediamo nel dolore delle dipartite.
La vediamo nelle celebrazioni religiose.
La vediamo esporre il proprio lavoro nei concerti.
È presente in manifestazioni, sagre, ricorrenze.
Non persegue una linea politica, rimane neutrale.
Essa è un contenitore colmo di esperienze,
sentimenti, gioie, dolori, dentro il quale è sintetizzato il ciclo della vita.
“Banda” non è soltanto complesso musicale,
bensì parte integrante di una comunità, entità pre-
San
Nicolò
-
Guspini
1930?
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Festa S. Severa - 1925/30.
Santa Severa 1930.
Foto Luca Lecis
Foto Luca Lecis
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Quadro storico.
Banda: Corpus Domini anni 1920.
T
ra la metà dell’Ottocento e gli inizi del
Novecento vigeva in tutto il territorio Nazionale un tasso di analfabetismo, rilevato nella popolazione di oltre i sei anni d’età, pari al 70%. Il
dato si evince da una constatazione redatta nel 1871,
dopo l’Unità d’Italia (il primo Parlamento dell’Italia
Unita si insediò il 17 marzo 1861, proclamò la nascita del Regno d’Italia e conferì la corona a Vittorio Emanuele II - ultimo re del regno di Sardegna,
primo re d’Italia). Figuriamoci la situazione meridionale… e quella sarda. Certo non eccedevano i
dottori, degni esponenti di cultura, in quanto sudditi
del regno Sabaudo, che preferiva, fin dagli anni della seconda rivoluzione industriale (1850-1870, e,
per inciso, tale rivoluzione coinvolse principalmente
le maggiori potenze europee, in misura minore l’Italia), incrementare le risorse del Piemonte (durante il
Regno di Sardegna e anche dopo l’Unità d’Italia),
abbandonando alla loro sorte gli altri “territori satelliti”.
Guerre, miseria, analfabetismo, mancanza di
mezzi di comunicazione, rendevano i contatti difficili
o inesistenti col governo centrale.
Immaginiamo ancora, in quel periodo, lo stato in cui versava la Sardegna.
Rimpiccioliamo la visuale, caliamoci a
Gonnos, dove l’economia era basata soprattutto
sulle risorse agricole e sulla pastorizia, occupazioni
che non davano certamente adito allo sviluppo dell’apprendimento, se non quello inerente al diretto
contatto della manualità.
Le autorevoli personalità del paese,
unitamente a qualche benpensante, rendendosi conto
dell’inesistente progredire culturale dei concittadini,
si operarono nella volontà di dare una impronta diversa al proprio mondo e sollevare le coscienze da
una condizione latente di “ignoranza”. Questo silenzioso risveglio culturale si delineò attorno al 1870,
allorché il dottor Giovanni Battista Carreras, giovane e pragmatico Sindaco, rese possibile a molti bambini di accedere alle prime aule scolastiche 1 (pur
constatandone la scarsa affluenza, almeno da parte
della popolazione povera); diede l’input perché si
terminassero in tempi brevi i lavori della strada per
San Gavino, dove era in vigore la ferrovia, così da
facilitare scambi economici e culturali con centri più
distanti.
Tale progredire, altresì lento, portò ad una
palpabile maturazione delle coscienze, tant’è che
pure gli operai minerari 2 il 5 agosto del 1896 diedero vita alla “Società Operaia di Mutuo Soccorso”, mentre il 17 gennaio 1904 si inaugurarono il
“Circolo di lettura Elena” ed il “Comitato Comu-
4 novembre 1931:
Banda e scolaresche
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Processione nel 1935
Nel giorno 27 febbraio del 1894 si festeggiò il primo anniversario di nascita del
complesso con un concerto in piazza. Il Maestro Cintura, in questo anno di attività, prese
a cuore la preparazione della banda di
Gonnos, abbandonando Guspini, dove tra l’altro risiedeva, nelle mani del Maestro Spano.
Nell’agosto del 1896 si verificò un cambio di
direzione: la banda, guidata dal Maestro Floris, accompagnava un coro di ragazzini che si esibiva, per
allietare una premiazione di alunni meritevoli nel profitto scolastico.
In un atto notarile del 1896, si menziona, appunto, il maestro Emanuele Floris, proveniente da
Iglesias e residente da noi, quale dirigente della
banda di Gonnosfanadiga. Probabilmente fu l’ultimo direttore del complesso prima del grande conflitto 1915-1918.
Tutte queste attività progressiste, culturali, musicali, come già accennato, erano espressamente volute dagli influenti, dalle famiglie più in vista, dai politici, non certo dalla “gente comune”.
Alla guerra seguì un periodo di abbandono della musica. Nonostante i lutti ereditati, ben
presto si sentì l’esigenza di ricostituire quanto
era stato interrotto.
nale di Beneficenza”, del quale si trovano tracce
a partire dal 1881.
Viste simili esperienze positive, che senz’altro
avvalorarono la dignità del popolo gonnese, si constatò la mancanza di un elemento capace di premiare le conquiste finora raggiunte. Era necessaria ancora una pedina nella grande scacchiera: la Banda.
“La goccia traboccò dal vaso” il 17 gennaio 1893, allorché le illustri famiglie e i dirigenti del Comune, volendo festeggiare il sindaco di
Gonnosfanadiga, Cav. Porru, in occasione del
suo onomastico, invitarono la banda di Guspini
diretta dal maestro Cintura.
Oltre all’entusiasmo e all’ammirazione, nell’animo dei gonnesi sorse anche una punta di stizza
e rivalità: non potevano essere dammeno.
Senza por tempo in mezzo si istituì, il 25
febbraio 1893, la “Società Filarmonica”, voluta
dalle persone influenti, amanti della musica, di
cui fu primo Presidente lo stesso sindaco Cav.
Porru. Detta Società non tardò ad organizzare
un gruppo di giovani musicisti, ponendoli sotto
la guida del violinista Efisio Cintura, che indubbiamente fu uno dei perni principali nella fondazione e organizzazione della Banda, la quale
esordì il tre luglio dello stesso anno.
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sintesi, ogni formazione detiene in grembo il seme di
esperienze precedenti, delle quali, talvolta per incuria, negligenza o volutamente, non si sono conservate tracce attendibili, in grado di onorare i posteri
della soddisfazione di ricostruire quanto è stato.
La precisione, l’attendibilità, sono fattori apprezzabili per una corretta informazione, ma più importante è quanto possiamo raccontare ora, poiché
minuziosamente documentato e continuativo. Importante è il contributo culturale, negli anni, dato dalla
banda ai cittadini e agli stessi componenti. Importante è stato il superare momenti di crisi interna sia
economica, sia sociale. La passione verso la musica, la soddisfazione di tenere viva nel tempo un’attività pulita, educativa, con sani principi morali, hanno
vinto ogni difficoltà. Non per vanto ma, è giusto affermare che a Gonnosfanadiga, la Banda, è una delle poche associazioni non-profit
più longeve ed è un punto di merito, senza dubbio, per la nostra Comunità.
Essa va avanti, in ottimismo, aspetta i tempi e
li affronta, comunicando messaggi positivi a chi è
disposto a recepire.
Nel 1922 si formò un comitato di musicofili,
presieduto dal signor Giovanni Sardu, deciso a
reperire fondi necessari all’acquisto di strumenti e
pagare un direttore. Per far ciò gli appassionati si
quotarono e nello stesso anno stabilirono contatti
col maestro Settimio De Giorgi, operante in detto
periodo nella banda di Sanluri.
Assai preparato ed esigente, riuscì a portare il complesso ad un livello ammirevole da farlo
competere con le realtà del tempo, come, ad esempio la Banda della città di Cagliari (raccontavano
gli anziani).
* * *
La misteriosa data del 1880, in bilico tra realtà, ricordo, articoli di giornale, suscita dubbi e discussioni accese. Pareri discordi sulla emissione di
altra documentazione (autentica?) fissano ad uno
“sbadiglio”dal 1900 la nascita del nostro complesso, la cui età, che gira nell’orbita dei 125 anni, si
ridimensiona di un ventennio.
Saranno affidabili queste trasmissioni orali,
queste documentazioni? In fondo poca importanza
assume se non per dar colore ad un quadro polemico e il compiacimento di spuntarla con chi non vuole ammettere i natali del 1880.
In base a conoscenza diretta posso affermare che nessun complesso musicale, e qui mi ripeto,
può nascere come i funghi. Bisogna ammetterlo, in
Il 1° giugno dell’anno 1925 è una pietra miliare nella storia della banda poiché protagonista della
stesura di una scrittura privata, tra i bandisti, che
Battesimo del figlio di un musicante, negli anni del 1930?
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magico mondo capace di alleviare pensieri, lenire
tristezze, scatenare allegria, creare atmosfere difficilmente proponibili nella realtà.
Gli strumenti, soprattutto quelli ingombranti, furono depositati in un cantuccio, nel
sottoscala del vecchio Palazzo Municipale,
in attesa di eventi futuri.
Essendo, nel nostro paese, ben radicata la
voglia di far musica, non poteva prendere il
sopravvento l’abbandono totale di quest’arte, non
era possibile dimenticarla, infatti, un insperato raggio di sole spuntò tra il 1960 ed il 1961.
Alcuni ragazzi dell’Azione Cattolica, guidati dal giovane assistente don Paolo Orrù, decisero di inserire, tra le altre attività dell’Associazione, anche la musica, con l’intento d’apprenderne la tecnica: ma dove sono gli strumenti?
Atteggiatisi a 007, i giovani non si persero
d’animo e dopo varie ricerche, con la collaborazione dei signori Peppino Garau, Aldo Testi, Antonio
Matta, Riccardo Uccheddu, risalirono al deposito,
si presentarono ansiosi e speranzosi al Sindaco, Cavaliere Oreste Cadeddu, che, ben felice dell’iniziativa, li autorizzò a ritirare i polverosissimi strumenti. Questi ragazzi rispondono ai nomi di
Pinuccio Soddu, Giuseppe Concas (noto Pupetto),
Antonio Mallica, Vincenzo e Sergio Martis, Antonio Carta Saiu, Piero Onnis.
I “preziosi reperti”, immediatamente trasportati nel Saloncino Parrocchiale, in una
stanzetta sopra elevata, detta “della cabina” (dall’uso fatto negli anni ’48-’49-’50 come saletta di
proiezione cinematografica), adibita a laboratorio, dove con passione e pazienza furono rimessi
in condizione di emettere qualche suono.
* * *
Frattanto l’Assessorato alla Cultura della
Regione Sarda istituì corsi di orientamento musicale (strumentale e vocale). Era l’anno 1962,
don Orrù non lasciò sfuggire l’occasione, inoltrò domanda alla Regione e venne accettata.
La pronta risposta fu l’avvio del corso, tenuto dal signor Giovanni Atzeni di Arbus, in un
primo momento, nella sede della G.I.A.C. (Gioventù Italiana di Azione Cattolica), poi in un’aula delle Scuole Elementari.
Nel 1963 la sede del corso cambiò nuovamente dall’aula delle Scuole Elementari alla “cabina” del salone parrocchiale. Gli allievi, seduti
battezzarono il complesso imponendogli il nome
odierno, ossia la “Banda Musicale Giacomo Puccini
di Gonnosfanadiga” ebbe ragione di essere.
Contrariamente alle aspettative, la Società Filarmonica riuscì a prender piede, ad organizzarsi al meglio, istituendo corsi ed invogliando molti giovani ad essere parte della banda.
Lo stesso maestro De Giorgi, che si occupava
sia della direzione sia dell’insegnamento, ebbe
ruolo primario nel coinvolgere e infondere entusiasmo tra i giovani musicanti.
Il maestro Settimio De Giorgi nacque a
Palestrina, in provincia di Roma, il 18 gennaio 1873.
Diplomato in bombardino al Conservatorio di Roma,
si formò in varie fanfare del Continente e in giovane
età approdò ai lidi Sardi. Di lui troviamo tracce
dal 1914 presso la Banda musicale “A. Ponchielli”
di Sanluri, dove permase fino al 1922-1925, cioè
fino a quando la neonata Associazione gonnese
non lo invitò a dirigere la nostra realtà.
Il 5 settembre 1953, il Maestro, ottantenne,
lasciò definitivamente il nostro paese per Biella,
ospite della figlia, dopo una lunga permanenza dedicata esclusivamente alla musica.
Le redini passarono nelle mani del signor
Aldo Testi, componente anziano (attivo bandista,
tra i fondatori e sostenitori della Società Filarmonica nel 1925, dimenticato musicista,
cornettista e chitarrista), riuscendo a tenerle sino
al 1957: il periodo è accertato dalla partecipazione della banda al funerale del signor Vittorio
Lisci (Maresciallo Maggiore, deceduto il 14 settembre 1957), padre del bandista Mondino.
In detto periodo non sussisteva però la banda in quanto a continuità. Gli associati si incontravano solo occasionalmente (ricorrenze festive, funerali), e talvolta non riuscivano neppure a raggiungere un organico efficiente, fatto che portava i Comitati delle feste a rivolgere l’invito a bande esterne, solitamente di Sanluri, ma anche quella di
Guspini, messa su, agli inizi degli anni ’60, da don
Michele Pinna (scomparso da qualche anno a
Lunamatrona, dove era parroco), con i ragazzi
dell’Oratorio.
* * *
A seguire, una interruzione, dovuta a vari motivi, ma il principale, sicuramente, la mancanza di
una guida, lasciando amaro in bocca a chi aveva
dedicato anni della propria vita alla musica, a quel
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Pupetto informò dell’incontro gli altri allievi e nacque a quel punto l’idea di contattare i suonatori
ancora in vita e residenti a Gonnos.
Tutti gli anziani (termine bonario che indica
la militanza precedente nelle file bandistiche) accettarono l’invito di buon grado. L’idea di riprendere a suonare assieme era interessante e contemporaneamente si venne a sapere che quasi tutti gli
intervistati avevano custodito gelosamente il proprio strumento in casa.
Organizzato un incontro collettivo nella
sede dell’Azione Cattolica, emerse la possibilità
di rimettere su un piccolo organico.
Giustamente gli anziani esigevano un maestro, e questo i giovani l’avevano “in pectore”,
poiché era uno di loro, anche se non frequentasse il corso, in quanto conosceva la musica,
studiata in seminario, e suonava l’harmonium
in chiesa durante le funzioni religiose.
Era il comune amico Paolo Vacca (nato
a Gonnofanadiga il 30 dicembre 1935, docente di Lettere alle Scuole Medie, in pensione).
Gli anziani lo accettarono ma con riserva, volendolo vedere all’opera.
Dopo questa prova del fuoco, Paolo divenne il maestro.
attorno ad un vecchio tavolo da ping-pong, unico piano su cui poggiare quaderni e metodi musicali, seguivano le lezioni impartite dal nuovo insegnante Francesco Pittau di Sanluri (allora studente di flauto in Conservatorio).
Gli strumenti restaurati diedero possibilità
di accesso alle “tecniche di produzione sonora”.
Note lunghe, scale, solfeggio, finché, dopo tempo, il maestro del corso pensò fosse giunto il momento di suonare pezzi facili per banda.
Alla fine del 1963 scoccò la scintilla che
avvierà il processo di rinascita della Banda Musicale Giacomo Puccini.
Un allievo, in attesa dell’ora di lezione,
quindi dell’insegnante, si esercitava alla tromba
nell’esecuzione di una marcetta. Combinazione
volle, che passasse in Via Vittorio Veneto il signor
Salvatore Casti (a suo tempo componente della banda), il quale sentendo la melodia pensò: «Ma questa marcetta... io la conosco! ». La curiosità lo spinse
ad entrare e si trovò di fronte Pupetto Concas che
suonava Stella dei prati. Piacevolmente sorpreso
chiese come mai fosse in possesso della tromba e
di quella musica. Informato sul progetto in svolgimento, il signor Salvatore augurò buon proseguimento, salutò e continuò per la sua strada.
Il fatto non passò sotto silenzio perché
Saggio musicale in piazza V. Emanuele (nel 1936?), diretto dal maestro De Giorgi
in occasione dell’inaugurazione delle Scuole Elementari. Foto Luca Lecis.
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Concerto in Piazza Municipio. 5 maggio 1936. Festeggiamenti per la fondazione dell’Impero, dopo la conquista di Eritrea ed Etiopia. Foto Luca Lecis
Il signor Luigi Mallica con il basso in FA e la
divisa della banda (il solo berretto) nel 1937
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della patrona Santa Barbara.
Nella storica data del 4 dicembre 1965, una
giornata grigia, fredda, ventosa, predisposta alla pioggia, i musicanti Angelino Sogus, Nicolino Lisci, Francesco Casti, Pinuccio Soddu, Antonio Saiu Carta,
Mondino Lisci, Sergio Martis, Salvatore Casti, Francesco Melis, Pupetto Concas, Antonio Mallica,
Virgilio Muntoni, Peppino Garau, Mario
Canargiu, Severino Saiu, Vincenzo Martis, Piero Onnis, Antonio Matta, Nino Mallica,
Riccardo Uccheddu, Generoso Saiu, il Maestro
Paolo Vacca si schierarono timidi e soddisfatti
davanti ad un pubblico incuriosito ed orgoglioso.
Appare superfluo sottolineare come i commenti del giorno vertessero sulla sorpresa di vedere
e sentire la banda dopo tanti anni.
La banda si propose ancora quattro giorni
dopo, per la Festa dell’Immacolata Concezione.
Rincuorati dalla buona impressione suscitata nell’animo della popolazione, i musici ritennero
necessario ordinare l’interno dell’Associazione. I
tempi apparvero maturi per organizzare un consiglio d’amministrazione, che nominò Presidente il
signor Peppino Garau.
Ricostituzione - Paolo Vacca.
N
el settembre del 1965 ebbe inizio per
Paolo Vacca il duro lavoro di riordino
delle partiture e la scrittura manuale delle parti dei
singoli strumenti, mancanti, al tempo, le fotocopiatrici.
Incominciarono così le prove d’insieme, in una
stanza della casa parrocchiale, il “Saloncino” di Via
Veneto.
Prove su prove... prova e riprova. L’intonazione era un disastro. Molti non erano in grado di
seguire. Pazientemente si ricominciava, gli stessi
anziani mostravano titubanza e, per alleviare la difficoltà, sostenevano che la suonata era in ”Mah
bemolle”, tonalità assai tosta.
I vecchi, logori strumenti non permettevano
una resa massima. Se ne acquistarono in seguito dalla ex banda di Montevecchio, pure questi non in condizioni eccellenti. Ma, in osservanza del detto “ la
miseria aguzza l’ingegno”, la fantasia dei giovani, unita all’esperienza pratica degli anziani ebbero il
sopravvento. Gli strumenti furono “risequenziati” artigianalmente. I pezzi tratti da oggetti inservibili venivano assemblati ad altri, trasformandoli, in modo
da ottenere quanto potesse soddisfare le esigenze
del nascente organico.
Così tra un’interruzione e l’altra, tra ricordi
del passato e una risata, la prima prova terminò con
l’apparizione giuliva del parroco don Cauli, recante
una bottiglia di vino in mano: da bere per tutti e auguri per una proficua, duratura attività.
Auguri che infervorarono a continuare con
sempre maggiore impegno e assiduità, fissando gli
incontri a due giorni della settimana.
Le prove proseguirono segnando il passo.
Paolo non riusciva ad ottenere risultati soddisfacenti. Troppo tempo i veterani avevano trascorso nell’inattività musicale, fattore che porta a rallentare la tecnica strumentale e l’abitudine fisica.
* * *
A forza di soffiare dentro gli strumenti,
rispolverare il solfeggio, i veterani riuscirono a recuperare parte del talento assopito, permettendo
il delinearsi di un piccolo repertorio di marcette e
con esso il debutto. Giorno più appropriato non
poteva essere per presentare ai Gonnesi la rinata
Banda Musicale, quello dedicato ai festeggiamenti
Maestro Paolo Vacca
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Pasqua - 26 marzo 1967
Servizio 1° maggio 1968
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Servizio 1° maggio 1968
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Festa Santa Cecilia 22 novembre 1967
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Lanusei: 9 giugno 1968
Orune: 25 agosto 1968
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Villasor: S. Isidoro - 11 maggio 1970
Funerale a Gonnos - 1971
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Processione B.V. di Lourdes - 1969
Concerto di Santa Cecilia - Novembre 1969
18
Fluminimaggiore - 16 giugno 1971- Festa di S. Antonio
Pranzo sociale S. Cecilia 1967
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B.V. della Salute - 1978
Processione B.V. della Salute - giugno 1979
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Stadio S.Elia 1978
21
Concerto1979
B. V. della
Salute
re in rilievo il sacrificio, la costanza, la pazienza, la dedizione di chi (ossia tutti i musicanti
ed il maestro), negli anni ha reso
possibile la vita alla nostra realtà, considerando la decadenza
degli strumenti, le difficoltà di
acquistarne di nuovi, l’eterno
mutare di sede, il disinteresse
delle autorità ad assegnarne una
stabile, i problemi di lavoro,
l’età di alcuni.
La banda aveva un certo carisma, però (senza campanilismo), e assai frequenti erano le richieste, in molte località
della Sardegna, anche perché le entità bandistiche
nell’Isola, poco numerose, permettevano di non temere concorrenza alcuna.
È necessario, in ogni caso, immortalare un
fatto importante.
Se come artisti si lasciava a desiderare, all’interno dell’organico c’era un contatto sociale molto intenso, amicizia e disponibilità, litigi, parlare
schietto e successive riappacificazioni repentine: con
un bicchiere in mano, gli screzi risanavano in fretta.
Una famiglia maleducata come amavano definire gli stessi veterani, che aveva bisogno di un
padre severo… e vallo trovare questo padre!
A parte la componente artistica, la banda è
stata un luogo di formazione, di crescita tra persone
serie, sagge, lavoratori, padri di famiglia, una miscellanea di rappresentanti dell’economia del paese: dall’operaio all’insegnante, all’artigiano al contadino, dallo studente al commerciante. Una riuscita fusione di idee e di esperienze.
* * *
Il maestro Paolo Vacca cominciò ad avere incertezze con il numero crescente di bandisti, “meglio
preparati in materia”, sia per l’ambizione di questi, a
presentarsi al pubblico con repertori impegnativi, sia
per contrasti con il direttivo. Molti giovani (tra i quali,
trombe, clarini, sax, flauti, necessari al nostro organico), predilessero essere parte della nuova Banda di
Samassi diretta dal maestro Francesco Pittau, che
cercava validi strumentisti ovunque. Divenne un vero
problema e Paolo non riusciva a dipanarlo. Si instaurò una sorta di incompatibilità con i musicanti che
chiaramente lo costrinsero alle dimissioni.
1980. Gli allievi che frequentarono il Corso
di musica, tra il 1978 ed 1980, superarono la quarantina e ricevettero lezioni dal maestro Ennio
Cadeddu.
L’anno segnò la fine della direzione Paolo
Vacca. Durante i tre lustri da lui occupati (dal settembre 1965 all’ottobre 1980), la banda non sviluppò un eccezionale livello artistico, si affacciava al
pubblico, esponendo brani semplici, quali marcette
militari, valzer, qualche brano classico, retaggio, per
la maggiore, della preesistente formazione
bandistica, diretta dal maestro Settimio de Giorgi.
Erano usate, infatti, molte partiture autografe del
Maestro, di non facile lettura, per molti anziani, forse perché la vista cominciava a venir meno.
Sicuramente, analizzando a freddo, dopo
anni, il mancato successo era dipeso dalla scarsa collaborazione tra maestro e bandisti. Il primo, avendo minima esperienza, cercava di crescere con la banda, i secondi, avanti negli anni e
non certo con l’elasticità dei tempi andati, imponevano la pluriennale esperienza bandistica
quale assoluta e inderogabile cognizione della
materia. Tale braccio di ferro costringeva la banda ad una lenta o inesistente maturazione musicale (parlo del primo decennio), rendendo l’organico simile ad una entità di stacanovisti, preoccupati di lavorare nella musica, senza curare
in eccesso la forma, gli effetti sonori, l’unione
strumentale e conseguente risultato.
Bastava suonare, stare assieme, il resto poteva passare in secondo piano. Importante è mette22
la banda “G. Puccini”.
Sotto la sua direzione lo stile esecutivo mutò
profondamente e la nostra banda raggiunse un certo prestigio. Il punto nero ancora persistente, causato dai bandisti che si dividevano fra la nostra
Banda e quella di Samassi, venne presentato al
maestro. Egli di polso più fermo, pose detti bandisti in una condizione di scelta, non potevano
essere parte di due entità: Gonnos o Samassi.
Scelsero il maestro Pittau.
I colleghi non sopportavano simile decisione e consideravano il gruppetto ”razza di traditori”.
Il contributo di forze nuove (giovanissimi elementi forgiati dai corsi organizzati dalla stessa banda), che diedero maggior vigore in apporto numerico ed in ventata di freschezza al complesso
bandistico, permise di abbordare pezzi classici con
più disinvoltura.
Il 25 ottobre ebbe luogo la celebrazione del
Centenario di fondazione della nostra banda, in
concomitanza della quale nacque il primo Raduno
Provinciale di Bande, patrocinato dall’Assessorato alla Cultura dell’Amministrazione Provinciale di
Cagliari (Assessore Giovanni Battista Loi) e la solerzia del nostro compaesano, funzionario responsabile nel settore, Luciano Marras 9.
La direzione del maestro Olla ebbe inizio,
dunque, nel 1980 ed una durata di circa due anni,
cioè alla fine del 1982 quando ci fu un cambio di
cariche direzionali, poste nelle mani di Pinuccio
Soddu.
Maestro Arturo Olla
Direzione Olla.
N
el mese di ottobre dello stesso anno, Paolo Vacca depose la sua bacchetta d’ottone ed il Consiglio contattò il maestro Arturo Olla,
proponendogli di dirigere il complesso. Accettò!
Il maestro Arturo Olla, nato a Guspini nel
1934, diplomato in clarinetto nel 1959 ed in direzione di banda nel 1965, presso il Conservatorio di
Cagliari, “Pierluigi da Palestrina”, ha studiando con
i maestri Prisco e Corini. Nel periodo in esame insegnava musica nell’Istituto Magistrale di San
Gavino, dal novembre 1980 ha diretto ufficialmente
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Concerto con le Majorette di Samassi B.V. della Salute - 1° giugno 1982
Pasqua 1981
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Banda “G. Puccini” - ottobre 1981
Carnevale 1982
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Operetta “Cenerentola” 26 giugno 1972
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Un po’ di relax dopo la processione (1980/82)
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Mario Canargiu - 1980/82
Tziu Angelinu Sogus
Cuglieri 1980/82
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Periodo di transizione.
P
rofessor Pinuccio Soddu, nato a
Gonnosfanadiga il 26 marzo 1945, è stato tra i giovani attivatisi per la ricostituzione della
banda con profondo impegno ed entusiasmo. Si è
adoperato con infinita passione al ricupero di vecchi strumenti, improvvisandosi artigiano pur con mezzi inadeguati, spinto esclusivamente dall’amore nutrito fin da tenera età verso la musica. In seno alla
banda ha sempre lottato, anche controcorrente,
per la salute dell’associazione. Alla fine degli anni
del 1970 ha diretto la banda di Arbus e dal 1982
guidato la Giacomo Puccini, senza pretendere alcun compenso, fino al 1986.
Il 10 maggio dello stesso anno il Consiglio
invitò Rita Piras a dirigere la banda.
Il 14 maggio furono convocati tutti i soci
bandisti in un’assemblea straordinaria per riorganizzare la banda in seguito al cambio di direzione.
Da questa data la conduzione passò a
Rita Piras, che tenne la bacchetta fino all’1989,
quando decise di abbandonare ogni impegno ed
il complesso, rimasto senza direttore, rischiava
lo sfascio.
Il direttivo contattò allora il giovane maestro Paolo Argiolas, che si disse disponibile, e
nel febbraio dell’anno diede subito inizio ad un
lavoro di “restauro” delle logore impalcature
bandistiche, trasformandone l’indirizzo musicale
e portando il complesso ad un livello pregevole.
La sua direzione è tuttora attiva dentro una
realtà bandistica in continua evoluzione, sempre
presente nelle varie programmazioni sociali, continuamente rinnovata da giovanissimi elementi, preparati da maestri competenti, che donano freschezza e valido motivo di proseguire il cammino musicale con entusiasmo.
Il Maestro Pinuccio Soddu
Il Maestro Rita Piras
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Carnevale 1985
Carnevale 1986
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Concerto di S. Cecilia - Chiesa S. Barbara 1986
Gemellaggio con la Banda di Villacidro / 1988
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Concerto S. Cecilia nella Coop. Olearia / 11 dicembre 1988
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Inizia una nuova era.
Paolo Argiolas, è nato, domiciliato, a Sanluri il 25
06 1963. Diplomato in violino al conservatorio di
Cagliari “P. da Palestrina”, sotto la guida del maestro Vittorio Sorigu, ha seguito corsi di perfezionamento di violino e orchestra a Chiavari (cittadina in
provincia di Genova). Presso l’istituzione dei concerti di Cagliari ha svolto attività concertistica e
cameristica in varie formazioni. Dal 1992 è docente
di musica nella scuola media “Borrozzu” di Nuoro;
suona il clarino piccolo in MIb nella Banda A.
Ponchielli del suo paese. In questi anni oltre ad aver
trasformato l’indirizzo musicale dell’Associazione,
con costante e proficuo lavoro, ha portato la banda “G. Puccini” ad un buon livello, con la quale ha
eseguito innumerevoli concerti di musica varia, da
quella classica, alla moderna e tradizionale.
Maestro Paolo Argiolas
Direttore Paolo Argiolas. Chi è? Quindici anni
lo scorso febbraio come nostro maestro. Una persona particolare con capacità comunicative molto
spiccate. Non si lascia andare in grandi discorsi eppure esprime chiaramente quanto desidera ottenere; conosce perfettamente le attitudini, il grado artistico dell’intero organico. È ottimo insegnante e lo
dimostra nei momenti in cui si palesano difficoltà di
esecuzione in qualsiasi brano.
Egli sa leggere oltre la partitura cartacea, dietro la quale ogni musicante sembra nascondere
l’impreparazione, la distrazione, la mancanza di concentrazione dovuta a diminuita elasticità imputabile
sia all’età, sia alla scarsa applicazione, le chiacchiere
col collega vicino, le emissioni di suoni non intonati, individuati prontamente dal suo orecchio vigile.
La sua professionalità emerge anche dal fatto
di dover trattare con dilettanti, spinti dal solo piacere di stare con altri ed esprimere tramite uno strumento quanto a voce potrebbe risultare impossibile.
Il successo di Paolo all’interno dell’Associazione, è da ricercarsi nella serietà, modestia, precisione, impegno, amicizia dimostrate in lungo tempo.
Molte volte la collaborazione tra maestro e
musicanti viene meno, ma egli riesce in qualche modo
a recuperare quanto è stato disperso, con sapienza
e, soprattutto, competenza. Perciò il suo non è soltanto un dirigere, insegnare, impartire, è pure un costante, amichevole dialogo sia collettivo, sia ad
personam, in uno slancio spontaneo di umiltà: doti
che aumentano il rispetto e l’apprezzamento nei suoi
confronti, da parte dei componenti del complesso.
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Festa di Santa Cecilia - 19 novembre 1995
Festa S.Cecilia (Chiesa S.Barbara):24 novembre 1996
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Asilo. Concerto d’estate: luglio 2000.
Maratona di Praga - Aprile 2004
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Maratona di Praga - Aprile 2004
1° Raduno Bandistico “Monte Linas” - 24 ottobre 2004
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Inaugurazione della XVIII a Sagra delle olive 19 novembre 2004. Foto Luca Lecis
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Praga - aprile 2004
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Concerto di Santa Cecilia 8 gennaio 2005
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Santa Severa - 28 marzo 2005
Processione del Sacro Cuore: 3 giugno 2005.
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Foto Andrea Meloni
IIIa Sagra del pane - 1° ottobre 2005.
Foto Andrea Meloni
Santa Barbara - 4 dicembre 2005
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Sfilata di Natale - 23 dicembre 2005.
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Marcia della Pace - 30 dicembre 2005.
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Pasqua: Incontro 2006.
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Concerto S. Cecilia: 7 gennaio 2006
Madonna della Salute: 28 maggio 2006.
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Concerto d’Estate - Due momenti del saggio allievi.
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4a Sagra del Pane 17 giugno 2006.
Processione Sacro Cuore : 23 giugno 2006.
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Fonni: 24 giugno 2006
Festa di S.Isidoro 8 ottobre 2006
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Commemorazione del 4 novembre 2006 Piazza 17 febbraio
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3° Raduno Bandistico Bande di Guspini - Serramanna - Gonnosfanadiga /26 novembre 2006
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3° Raduno Bandistico Bande di Guspini - Serramanna - Gonnosfanadiga
nella Fiera Mercato il 26 novembre 2006
Concerto di Natale per i ragazzi delle Scuole Medie
16 dicembre 2006
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Salone parrocchiale - Intrattenimento per disabili
16 dicembre 2006
Sfilata di Natale
23 dicembre 2006
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Tradizionale concerto di Santa Cecilia. Centro Analisi. Domenica sette gennaio 2007.
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Processione dell'Incontro Pasqua - 8 aprile 2007
B. V. della Salute - 27 maggio 2007 - esordio sei allievi
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Processione del Corpus Domini - 10 giugno 2007
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