La Pinacoteca di Brera e l’Unità d’Italia Tra i dipinti italiani dell’Ottocento, esposti nella sala XXXVII alla fine del percorso di visita, sono tre le opere che rimandano al Risorgimento italiano ed al processo di unificazione nazionale. Realizzate da artisti molto noti, sono dipinti tra loro assai diversi. Francesco Hayez, uno dei grandi protagonisti del Romanticismo italiano, ammiratissimo da Mazzini, allude in chiave simbolica alle alleanze politiche nell’occasione della seconda guerra d’Indipendenza attraverso un soggetto apparentemente ‘privato’; il pittore garibaldino Gerolamo Induno immerge una malinconica scena di genere nel clima delle lotte risorgimentali; infine il macchiaiolo Giovanni Fattori illustra una scena di battaglia della terza guerra d’Indipendenza, concentrandosi non su fatti eroici ma sulla quotidianità delle retrovie. Francesco Hayez (1791-1882) Il bacio. Episodio della giovinezza. Costumi del XIV, 1859 - olio su tela, cm 112 x 88 Il dipinto, una delle icone del museo, forse tra le opere più celebri di tutta la pittura italiana del XIX secolo, per l’intensità del soggetto e per il virtuosismo esecutivo, raggiunse un’immediata popolarità fin dalla sua presentazione a Brera il 9 settembre 1859, tre mesi dopo l’ingresso trionfale in Milano di Vittorio Emanuele II e di Napoleone III, alleati vincitori contro l’impero austriaco anche se con l’armistizio di Villafranca restavano ancora all’Austria Venezia e il Veneto. Si tratta della prima versione di un soggetto poi più volte ripetuto da Hayez, realizzata per il conte Alfonso Maria Visconti di Saliceto, che lo avrebbe destinato alla Pinacoteca nel 1886. Lo struggente bacio che si scambiano i due giovani in costumi convenzionalmente medievali diviene simbolo universale della forza attribuita del Romanticismo alle passioni e all’amore in particolare. Nel contempo però questa scena è anche consapevole allegoria politica dell’alleanza stretta tra Italia e Francia durante le guerre d’Indipendenza. Dall’abbraccio tra le due nazioni era appena nata la nuova Italia e i colori delle vesti dei due amanti, resi con grande evidenza materica, riprendono infatti quelli delle bandiere di Francia e Italia. Questa allusione ai due tricolori diventa ancora più esplicita nella versione successiva, ora in collezione privata, presentata dal pittore all’Esposizione universale di Parigi nel 1867. Tra i messaggi positivi che trasmette l’opera vibra però anche un senso di inquietudine, reso dall’ombra che a sinistra, di spalle, scende le scale. Non possiamo dire dove sia diretta, in quale rapporto sia con i due innamorati, ma è stata interpretata come segno della preoccupazione propria di Hayez e dei contemporanei rispetto al compimento del sogno risorgimentale. Gerolamo Induno (1825-1890) Triste presentimento, 1862 – olio su tela, cm 67 x 86, firmato e datato in basso a destra “Ger.mo Induno 1862” Presentato nel 1862 all’annuale esposizione di Brera, il dipinto fu acquistato dal Ministero della Pubblica Istruzione e assegnato nel 1882 alla Pinacoteca di Brera. In una camera in grande disordine, una giovane donna appena sveglia sta contemplando con apprensione quello che è probabilmente un ritrattino dell’innamorato, un giovane patriota al fronte. Lo capiamo da numerosi dettagli descritti con estrema precisione nell’interno in piena luce: il piccolo busto di Giuseppe Garibaldi nella nicchia a parete, l’illustrazione di una scena di barricate appiccicata all’imposta della finestra, la stampa incorniciata con la riproduzione de Il bacio di F. Hayez, i vestiti appoggiati alla sedia davanti al camino, che hanno le tinte del tricolore italiano. Gerolamo Induno, pittore soldato, attivamente impegnato per l’affermazione degli ideali patriottici come il fratello Domenico, lui pure pittore, tra 1860 e 1870 realizzò numerose opere che illustrano la partecipazione quotidiana delle donne o degli strati più umili della popolazione all’epopea risorgimentale. In questo specifico dipinto gli oggetti e le cianfrusaglie disseminati nella stanza contribuiscono a definire la dimensione sentimentale vissuta dalla protagonista. La riproduzione de Il bacio registra la straordinaria popolarità, a tre soli anni dalla sua presentazione, del dipinto che in questo contesto si giustifica sia per il tema amoroso sia per il suo significato più propriamente patriottico. Giovanni Fattori (1825-1908) Episodio della battaglia di Custoza. Il principe Amedeo ferito, viene accompagnato all’ambulanza, 1870 - olio su tela, cm 100 x 265 Dopo esser stato esposto nel 1870 alla Mostra Italiana di Belle Arti a Parma e l’anno dopo a Firenze alla Società Promotrice, nel 1872 il dipinto fu mandato dal pittore livornese a Milano all’Esposizione Nazionale di Belle Arti, dove la commissione, che comprendeva anche Francesco Hayez e Gerolamo Induno, ne deliberò l’acquisto per la Pinacoteca di Brera. Di grande formato, rappresenta uno degli episodi più popolari dell’ingloriosa battaglia di Custoza, avvenuto il 24 giugno 1866 (terza guerra d’Indipendenza). Il ventunenne Amedeo duca d’Aosta, da poco diventato maggior generale della brigata dei granatieri di Lombardia, al mattino rimase ferito durante un assalto in difesa delle alture del Monte Croce. Fattori lo raffigura come soldato tra i soldati al centro esatto della tela, sostenuto dall’aiutante in campo, traendo da una litografia d’epoca i lineamenti del giovane volto di profilo con i baffi. Lo circondano soldati a piedi e a cavallo, in primo piano il gruppo centrale di spalle con la funzione di guidare lo sguardo dell’osservatore verso il protagonista. Alla nostra sinistra, a rimarcare la diagonale definita dalla quinta degli alberi, è l’ambulanza sulla quale il principe ospiterà i feriti incontrati lungo il tragitto. All’estrema sinistra sull’erba e sulle stoppie del grano giacciono tre cadaveri scorciati in piena luce. Come in un altro suo dipinto molto noto, Campo italiano alla battaglia di Magenta (1859; Firenze, Galleria d’Arte Moderna), Fattori sceglie temi e toni antieroici per illustrare con realismo da reportage un episodio in cui centrali sono i temi della sofferenza e della morte dei soldati. Come ha sottolineato G. C. Argan (1970), i soggetti militari risorgimentali dipinti da Fattori sono estranei alla retorica patriottica e al gusto per l’aneddoto accattivante o didascalico. Bibliografia Si rimanda alle schede dedicate ai dipinti nei volumi Pinacoteca di Brera, a cura di F. Zeri, Electa, Milano 1988-1996 Per Il bacio di F. Hayez, cfr. anche Hayez dal mito al bacio, a cura di F. Mazzocca, cat. della mostra a Padova (Palazzo Zabarella, 1998-1999), ed. Marsilio, Venezia 1998, pp. 178180 e il volume in corso di pubblicazione Hayez nella Milano di Manzoni e Verdi, a cura di F. Mazzocca, I. Marelli e S. Bandera, cat. della mostra a Milano (Pinacoteca di Brera, 12 aprile – 25 settembre 2011), ed. Skira, Milano 2011, p. 64 Per Triste presentimento di G. Induno, cfr. anche i recenti cataloghi delle esposizioni dedicate ai fratelli Induno, a Rancate (Intorno agli Induno. Pittura e scultura tra genere e storia nel Canton Ticino, 2002, p. 158) e a Tortona (Domenico e Gerolamo Induno. La storia e la cronaca scritta con il pennello, 2006, p. 96) Per il dipinto di G. Fattori, cfr. anche il cat. della mostra padovana I Macchiaioli prima dell’Impressionismo (Palazzo Zabarella, 2003), p. 158 A cura dei Servizi educativi della Pinacoteca di Brera