Capitale: Bratislava
EURopa
SlovaCChIa
Ordinamento: Repubblica parlamentare
Superficie: 49.035 km²
Popolazione: 5.483.088
Religioni: cattolica, protestante, ortodossa
Bratislava
Livello di criticità:
Lingue: slovacco, ungherese
Moneta: euro (EUR)
PIL pro capite: 23.600 USD
PolITICa
La Slovacchia ha fatto parte del regno ungherese e poi dell’Impero austro-ungarico, durante il quale si sviluppò il nazionalismo slovacco e il legame culturale con la Boemia e la Moravia, regioni alle quali si unì dopo la prima guerra
mondiale e con la dissoluzione dell’impero, dando vita alla Cecoslovacchia. In seguito alla seconda guerra mondiale
e a un breve periodo come repubblica slovacca indipendente, finì sotto l’influenza sovietica fino al 1989. Nel 1993 è
stata deliberata democraticamente e pacificamente la scissione in due Stati, la Slovacchia e la Repubblica Ceca. Nel
2004 il paese è entrato a far parte dell’UE e della NaTo. Le ultime elezioni parlamentari si sono tenute nel marzo
2012 e hanno visto una vittoria schiacciante dei socialdemocratici (Smer-SD), ottenendo la maggioranza assoluta nel
parlamento monocamerale. Secondo alcuni osservatori, quella del 2012 è stata la peggior campagna elettorale dall’indipendenza, caratterizzata da scandali che hanno influito negativamente su tutti partiti. al presidente uscente Ivan
Gašparovič è succeduto, il 15 giugno 2014, andrej Kiska, vincitore delle presidenziali del marzo 2014, cui ha concorso
come candidato indipendente sconfiggendo il socialdemocratico Robert Fico al ballottaggio, attuale primo ministro.
ECoNoMIa
Una volta raggiunta l’indipendenza, la Slovacchia ha messo in atto una serie di riforme economiche e sociali che le
hanno permesso di diventare membro dell’UE nel 2004 e di adottare l’euro nel 2009. La diversificazione della produzione, la bassa imposizione fiscale, la disponibilità di manodopera a buon mercato e l’assenza di tassazione sui dividendi, hanno permesso una significativa crescita economica e un massiccio afflusso di investimenti stranieri fino al
2008, soprattutto nei settori dell’automobile e dell’elettronica. Nel 2009, il calo delle esportazioni e degli investimenti
ha comportato una contrazione, seguita da una ripresa nel 2010 e nel 2011. Nonostante la crisi dell’eurozona e un
tasso di disoccupazione che ha raggiunto il 13%, l’economia slovacca mantiene un segno positivo nel 2012, anche
se vi è un rallentamento della crescita.
CRITICITÀ
La Slovacchia viene considerata un paese a rischio zero. Dal punto di vista politico, non vi sono criticità particolari
che possano metterne in discussione la stabilità. Il paese è ormai integrato nell’Unione Europea e il nuovo governo
socialdemocratico (uscito dalle elezioni di marzo con una maggioranza in parlamento di 83 seggi su 150) può portare
avanti il programma di riforma per ridurre il deficit di bilancio. Sul piano economico, la sua performance di crescita
risulta più alta rispetto a quella di vari altri paesi dell’eurozona. Una forma di preoccupazione deriva dal fatto che il
sistema bancario slovacco è dominato dalle banche europee occidentali e, a causa della crisi di liquidità in Europa,
questo potrebbe tradursi in una riduzione del credito alle imprese. altri punti deboli sono il debito estero e un alto
tasso di disoccupazione. Dal punto di vista sociale, in Slovacchia il governo deve fare i conti con la presenza della comunità rom. Nonostante l’esistenza di programmi sociali a loro indirizzati, un recente studio della Banca Mondiale
ha rilevato delle discriminazioni nei programmi di assistenza rispetto ad altri cittadini. Vi è infine un diffuso e storico
sentimento anti-ungherese.