Riprendiamo la lettera ai Corinti passando ai cap. 5 e 6 dove Paolo affronta i problemi che sono presenti a Corinto, i disordini. E precisamente Paolo affronta: in 1Cor 5,1-13. Caso di immoralità: l’incesto. 1Cor 6,1-11. Ricorso ai tribunali pagani civili per questioni interne dei cristiani. 1Cor 6,12-20: disordine nell’ambito della sessualità: La Fornicazione Paolo nell’affrontare questi temi adotta un metodo: - prima richiama il caso o la situazione e ne da una valutazione generale dal punto di vista etico-religioso; - poi invita la comunità a chiarire ed assimilare le ragioni del suo giudizio, rimandando alla realtà che è nata dalla fede in Gesù Cristo. Vuole invitare i cristiani di Corinto ad essere consapevoli della loro appartenenza a Dio, li chiama “santi”, proprio perché sono stati santificati nel Suo nome. Per fondare la visione sulla sessualità richiama poi una formula kerygmatica, dicendo”poiché Dio ha resuscitato il Signore resusciterà anche noi per mezzo della sua potenza”, ricorda ai Corinti che mediante il battesimo sono inseriti con il loro corpo in Cristo come sue membra, inoltre mediante la morte di Cristo sono stati comprati per appartenere a Dio. Perciò il loro corpo è tempio dello Spirito Santo che vi abita come dono permanente di Dio. Paolo da delle indicazioni di approfondimento della fede cristiana che hanno delle conseguenze sul piano antropologico, sociale, ecclesiologico. Nel campo della immoralità, il primo caso lo troviamo in: cap.5, v.1“soprattutto si sente parlare di voi di immoralità e di una tale immoralità che non si verifica neppure tra i pagani al punto che uno ha la moglie di suo padre (2) e voi invece di fare piuttosto penitenza di modo che sia tolto di mezzo a voi chi ha fatto una tale azione vi siete esaltati (3) perciò io sia pure assente con il corpo , ma presente nello spirito ho già giudicato come se fossi presente di persona chi ha commesso una tale cosa (4)nel nome del Signore nostro Gesù Cristo essendo riuniti voi e il mio spirito con la potenza del Signore nostro Gesù,(5) che questa persona sia consegnata a Satana, per la rovina della sua carne affinchè lo spirito sia salvato nel giorno del Signore. Paolo ha ricevuto informazioni da Corinto su questo caso di immoralità, che giustifica il suo intervento a Corinto lasciando l’informatore nell’anonimato. Paolo ne da subito una valutazione etica negativa, tanto da dire che è un’immoralità non si trova nemmeno nel mondo dei pagani ( nei testi antichi come ad es. Cicerone nella sua opera riferendosi all’amore di Saffia per Melino , suo genero dice ” o donna scellerata e incredibile che addirittura ti sei buttata in questa situazione così inaudita, libidine sfrenata e indomita”…). Nella tradizione etica e giuridica proveniente dalla sacra scrittura le unioni tra parenti erano condannate (es Levitico 18,8 ; Deut. 23,1 ; Deut. 27,20) . Paolo vuole sottolineare che se tale comportamento non è tollerato dai pagani figuriamoci nel mondo cristiano, dove i predicatori non fanno che sottolineare il divario tra la morale di matrice biblica e quella pagana . Paolo usa il termine greco Porneia per indicare la prostituzione , dove pornee è la prostituta, ma tale termine viene usato in generale per indicare ogni atteggiamento disordinato della sfera sessuale , comprese le unioni illegittime, come in questo caso di unione incestuosa tra il figliastro e la matrigna. Dopo la denuncia di immoralità , Paolo, rimprovera i Corinti di tolleranza, di ostentare una specie di autosufficienza spirituale, quasi un orgoglio invece di fare penitenza e intervenire allontanando i due. Usa il verbo pentirsi in forma pubblica traendone delle conseguenze sul piano biblico, invece i Corinti si esaltano, come se l’incestuoso godesse di un’impunità appoggiato dalla comunità. A Corinto c’era una duplice mentalità: - chi diceva noi abbiamo aderito al Signore, che ci ha salvati , ragionando alla maniera greca, ciò che conta nella nostra salvezza è l’anima, il corpo invece sarà distrutto non conta (dualismo) concezione lassista; - altri invece svalutando sempre il corpo, dicevano che già da adesso il corpo lo dobbiamo considerare come se non esistesse e allora i rigoristi escludevano qualsiasi rapporto sessuale ancbe nell’ambito del matrimonio, Paolo dirà di trovare un accordo tra i coniugi e che non sia una scusa per eventuali tradimenti. Paolo attua così un processo di scomunica che spettava alla comunità di Corinto , scomunica che attua a distanza con la condanna del colpevole, ratificata ed eseguita dalla comunità convocata in un’assemblea in cui egli è presente con il suo spirito. Il testo è ambivalente , sono presenti vicine due formule affini“nel nome del Signore….”e con “la potenza del Signore….”ed anche la sua presenza spirituale è presente due volte, prima di emettere la sentenza e poi nell’assemblea riunita per darne esecuzione. Se si distinguono le diverse fasi del procedimento immaginato da Paolo è possibile fare 6 combinazioni delle due formule citate. In conclusione Paolo si appella all’autorità del Signore Gesù per dare un’efficacia alla decisione per la comunità di Corinto. Non si tratta di escludere un peccatore ma, Paolo capisce che è in gioco il suo destino salvifico, così il suo allontanamento serve per favorire la sua salvezza escatologica. Il riferimento a Satana avversario di Dio e ostacolo alla sua opera di salvezza riguarda non solo le malattie , le ostilità ma anche le tentazioni contro la perseveranza dei fedeli . Come se il soggetto è stato messo alla prova ed è entrato in comunione con Satana e non con Dio. La rovina della sua carne può voler dire le sofferenze e la morte della persona, Paolo riferendosi alla tradizione biblica della retribuzione immediata, considera le infermità fisiche e le sofferenze come un avvertimento del Signore. I membri della comunità possono ravvedersi e quindi non essere condannati come coloro che si oppongono al Signore Gesù e vivono in un atteggiamento contrario alla legge del Signore. Se uno è protetto dalla comunità,che lo sostiene in un certo qual modo può diventare immune a Satana senza soccombere alle prove e alle tentazioni, tema comune anche a testi del N.T. come la 1°lettera di Pietro, la lettera di Giacomo testimonianza di vita di fede vissuta. La situazione di peccato o di caduta nella prova può portare ad un ravvedimento in vista della salvezza nel giorno del Signore, ecco allora lo spirito che si salva indica la dimensione profonda del credente il quale anche se escluso dalla comunità in forza del battesimo resta in relazione con il Signore. Paolo qui parla di fase di scomunica ( anatema), che ha le sue radici nella tradizione biblica dove nel contesto della guerra sacra si applica la legge dell’ herem, anatema. Nei codici biblici si trova la normativa che riguarda l’eliminazione di chi ha violato le clausole dell’alleanza o ha commesso crimini contro la comunità (es. Lev.18,29), nel giudaismo antico c’era la pratica dell’eliminazione , in quello del 2° tempio la condanna a morte per lapidazione. Nel N.T. ci sono esempi di scomunica ecclesiale es. Mt. 18,17; 1° lett. di Timoteo cap.1,20 e un primo es. di herem in Atti 5,1-11(Anania e Zaffira, che mentono a Dio e allo Spirito). Paolo invita la comunità ad allontanare il soggetto come intervento purgativo, per riconquistare la piena comunione con il Signore. Le motivazioni che da Paolo: V.6-“ non è bello il vostro vanto. Non sapete che un po’ di lievito fa fermentare tutta la pasta?(7)Fate sparire il vecchio lievito per essere pasta nuova poiché siete pani azzimi. Infatti, il nostro Agnello pasquale Cristo è stato immolato.(8)Quindi facciamo festa non con il lievito vecchio nè di cattiveria e malvagità, ma con pani azzimi di sincerità e di verità” Innanzitutto in questo brano Paolo disapprova l’autosufficienza spirituale da parte dei Corinti che pensano a fare da sé , portandoli ad approvare con una certa compiacenza l’atteggiamento di questo cristiano. Paolo si appella all’esperienza comune di un detto proverbiale: poco lievito fa fermentare tutta la pasta, questo aforisma veicola uno dei criteri invocati da tutti i maestri di morale e di diritto nell’antichità, Paolo utilizza le categorie del suo tempo rivisitate in un’ottica nuova di fede, questo atteggiamento tipico per giustificare un intervento severo nei confronti di chi minaccia la collettività . L’immagine del lievito e della pasta sfrutta una tradizione popolare usando metafore facilmente comprensibili, c’è anche un simbolismo della tradizione giudaica, infatti in occasione della festività pasquale si pratica il rito dell’eliminazione del pane lievitato nell’anno vecchio. Paolo invita i Corinti a fare pulizia eliminando il vecchio lievito per essere pasta nuova ( ciò avviene nella festa ebraica quando nel tempio viene ucciso l’agnello che sarà consumato nelle case la sera, questa connessione lievito/agnello risale ai testi biblici, ad es. Deut.16, Es.12, Lev.23. Paolo richiama la comunità a nuova Pasqua e identifica l’Agnello pasquale con Cristo che è stato immolato. Il lievito vecchio è identificato con la cattiveria, l’immoralità, mentre il lievito nuovo, il pane azzimo è la sincerità ,la verità, Paolo invita a far festa sottolineando come la Pasqua è la festa per eccellenza, essa deve essere la norma di vita di ogni credente pertanto devono essere vissuti all’interno della comunità rapporti e relazioni nuove: il riferimento è di tipo cristologico . V.9- “vi ho scritto nella lettera di non mescolarvi con gli immorali, non in ogni caso, cioè non con gli immorali di questo mondo con gli avari, ladri e idolatri altrimenti dovreste uscire dal mondo.(10) Vi ho scritto invece di non mescolarvi con chi si chiama fratello ed è immorale o avaro, o idolatra o maldicente o ubriacone o ladro , di non magiare insieme con tale persona.” Paolo pare debba spiegare un malinteso probabilmente riguardante una sua lettera precedente in cui ha trattato dello stile di vita della comunità cristiana e dei suoi rapporti con l’ambiente esterno, lettera non conservata per alcuni o come altri esegeti affermano sia stata integrata nelle due lettere attuali; questa lettera viene riassunta come l’esortazione a non mischiarsi a questi immorali chiamati pornoi, che richiama la porneia. Paolo non voleva una separazione dai pagani, essi si comportano come meglio credono. La comunità cristiana deve essere attenta a coloro che se pur battezzati sono cristiani di nome ma non di fatto conformandosi ai vizi dei pagani, con essi devono essere interrotti tutti i rapporti compresa la condivisione dei beni , nella comunità giudaica condividere il pane significa condividere anche una comunione spirituale nel nome del Signore. L’espressione “in questo mondo” ha un’accezione negativa risente del linguaggio apocalittico ( equivale a Eone), Giov. riferendosi a Gesù che parla ai discepoli dice “voi siete nel mondo ma non siete del mondo”, Giovanni gioca con i significati plurimi di una stessa parola , il mondo può assumere 3 significati: - l’insieme delle cose create ( valutazione positiva, perché create da Dio); - l’insieme di tutti gli uomini (anche questo è positivo in quanto gli uomini sono chiamati alla comunione con Dio); - tutti coloro che hanno un atteggiamento negativo ossia hanno fatto un’azione contro la rivelazione, contro Gesù Cristo. Quindi il discorso di Gesù ai discepoli (cap13 e 17) non vuole dire che non appartengano ad un contesto socio-culturale, ma che cresca la consapevolezza che attraverso una scelta di comunione con il Signore sono parte di quel mondo che come tale si oppone a ciò che gli va contro e lo contraddice. Paolo usa il linguaggio apocalittico che gioca su una contrapposizione tra ciò che è oggi e quello che può essere domani, ora la situazione attuale nell’ottica apocalittica è talmente sconquassata per opera degli uomini che è impensabile che possa essere recuperata, è necessario allora che vi sia una nuova creazione che debba nascere ex –novo, un nuovo mondo a cui si riferisce il testo dell’Apocalisse che corrisponde a Eone. Mentre Con il termine mondo in genere si indica l’ambiente socio- culturale dove vivono gli uomini (nella 1° lett. di Pietro, cap1,3 ad es. definisce i cristiani come stranieri in una terra , come pellegrini nella Gerusalemme celeste). Ci sono 2 elenchi di vizi che riconducono al termine pornoi: avarizia e rapacità, che si riferiscono ai rapporti sociali nell’ambito dei beni materiali, il possesso di tali beni è spesso motivo di lotta all’interno di una comunità; l’idolatria è un vizio condannato nell’ambiente giudaico, significa dare peso di divinità a ciò che non lo è; la maldicenza e l’ubriachezza, i primi si ritrovano nella letteratura sapienziale sul pericolo dell’uso della lingua come mezzo di offesa, il secondo è un vizio che porta ad un cattivo rapporto nella sfera sociale, Paolo mette in guardia contro gli abusi della convivenza sociale e anche della tavola, non si deve esagerare. V.12-“In realtà che mi importa di giudicare quelli di fuori non sono quelli di dentro che voi giudicate? (13) Dio invece giudicherà quelli di fuori . Togliete i malvagi di mezzo a voi.” Paolo fa riferimento alla LXX che traduce il male con poneron ( il malvagio) che ha un’assonanza con porneia, ciò da una certa importanza a questa immoralità. Sottolinea l’importanza di vivere la loro vita di fede assumendone le loro responsabilità senza giustificare atteggiamenti contrari alla fede, senza preoccuparsi di quelli di fuori che giudicherà Dio stesso Avendo ricavato i principi generali, questo atteggiamento è assunto anche nei confronti del 2° caso: il ricorso ai tribunali pagani in materia di rapporti tra cristiani.trattando del mondo pagano possiamo fare riferimento a due vv. brevi: Cap.6, v.9-“ invece siete voi che fate ingiustizia e deufradate e questo nei confronti dei fratelli, o non sapete che gli ingiusti non editeranno il Regno di Dio? Non lasciatevi ingannare né immorali, né idolatri, né adulteri , né effeminati , né maschi che si accoppiano con maschi,(10) né ladri, né avari, non ubriaconi, non maldicenti, non rapinatori erediteranno il Regno di Dio”. Paolo fa riferimento allo statuto dei credenti battezzati, il punto di partenza è che i credenti devono vivere una nuova condizione diversa dal passato, non devono cedere alle tentazioni in virtù del battesimo. Qui sono elencati 10 vizi, sviluppa la categoria degli ingiusti che non editeranno il Regno dei cieli. Abbiamo cleptaio o cleptos, uno che ruba crea una situazione di ingiustizia, anche gli idolatri. Meno frequente il riferimento agli adulteri (moikoi , qui si ispira al decalogo in Es.20,13 e Deut. 5,18), questo termine è ampliato con altri due : malakoi, si trova solo qui e traduce effeminati, l’altro è arsenokoitai, termine raro di difficile traduzione composto da arsen=maschio e koito=letto, che si trova solo nei testi paolini e in quelli del giudaismo della diaspora, si pensa derivi da due testi biblici che condannano questo comportamento sessuale, in Lev. 18,22 dice non avrai con maschio relazione. La LXX traduce letteralmente non avrai rapporto con maschio come si ha con la donna (anche Lev.13 dice la stessa cosa ), Paolo considera le relazioni tra persone dello stesso come conseguenza dell’idolatria. Nell’ambiente greco-romano erano tollerati la pedofilia o pederastia, il sesso con i fanciulli; anche nel periodo di Paolo si pensi alla tradizione platonica alcuni autori condannavano i rapporti tra maschio e femmina, considerati contro natura. Paolo ritiene che ci si trovi in una situazione di ingiustizia, perché fuori dalla realtà battesimale. La condizione opposta, la giustizia non si riferisce ad un tribunale ma agendo in questo modo si contraddice la misericordia di Dio, Dio è giusto perché fedele alle sue promesse, fino alle estreme conseguenze. I cristiani con il battesimo sono stati lavati ed eliminate così le situazioni di ingiustizia, dall’impurità si è passati alla santità . Dal v.12 Paolo, affrontando il tema della libertà riporta attraverso un confronto con un ipotetico interlocutore, attraverso lo stile della diatriba: 12 “Tutto mi è lecito! ”. Ma non tutto giova. “Tutto mi è lecito! ”. Ma io non mi lascerò dominare da nulla. I cristiani di Corinto ragionavano con questo slogan: “tutto mi è lecito!”. Paolo sottolinea il criterio della libertà e introduce un criterio di autolimitazione della libertà. La libertà che crea dipendenza da qualcosa o qualcuno non è più vera libertà. 13 “I cibi sono per il ventre e il ventre per i cibi! ”. Ma Dio distruggerà questo e quelli; il corpo poi non è per l’immoralità, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo. Al termine immoralità possiamo sostituire porneia. A Corinto ragionavano così: se il corpo deve mangiare, o bere bisogna soddisfare questi bisogni fisiologici, lo stesso vale per la sfera sessuale .Bisogna però fare discernimento, molti leggendo in maniera fuorviante affermano che Paolo era fissato con il sesso. Paolo dice i vostri corpi sono membra di Cristo, creando un rapporto di comunione tra Cristo e il credente così come dirà Gen. uomo e donna saranno una cosa sola nella fusione dei loro corpi. Ecco allora che il disordine nell’ambito della sessualità non è altro che idolatria , nel senso che dividendo la mia persona non sono fedele alla condizione nata con il battesimo ma vivo in una situazione di divisione, per questo dice fuggite l’immoralità, che implica una rottura con Dio. Nel cap. 7 farà riferimento al matrimonio, mettendo l’uomo e la donna sullo stesso piano. Quando Paolo dice di restare come lui , in realtà non si capisce se fosse celibe o no.