Scuola Di Musica “Romina Betti” Periodico a cura del Corpo Musicale “Giuseppe Verdi” di FOGNANO (PT) - Gennaio 2003 Direttore responsabile: Giacomo Bini Sommario: La Banda si racconta pag. 2 Il film del mese pag. 2 Ad ognuno il suo strumento: il Flauto pag. 3 Quattro chiacchiere con… Fabio Gherardini pag. 4 Il compositore: P. I. Caikovskij pag. 5 Il rock anni ‘60 pag. 5 Il Pollice Verde di Irene pag. 6 In...Canto di Natale pag. 6 Special Blend pag. 7 I nostri gemellaggi pag. 7 Gioca con noi pag. 7 Banda News pag. 8 L’angolo della poesia pag. 8 5 Gennaio: la notte della Befana Di Davide Arnetoli “La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte”… Ok, non la Befana ma LE BEFANE… Sì, lo so, non le avevano le scarpe rotte! Va beh, l’importante è che siano venute!!! Tanti bambini hanno potuto ricevere la loro calza, con le immancabili raccomandazioni, niente di meno che dalla Befana in persona! Tutto questo grazie all’iniziativa del consiglio della Banda che, essendosi messo in contatto con l’ufficio della Befana, è riuscito a contattarla e a far felici decine di bambini e bambine. Le Befane in questione (delle quali non vi sveliamo il nome per motivi di privacy… ma solo che cominciano per F. e L. e finiscono per -rancesca e -isa) hanno assolto il loro ormai consueto compito di vestire i panni della vecchia più famosa e brutta del mondo! Va beh, loro partivano avvantaggiate, però sono state proprio brave: digiamolo! Indescrivibili le facce dei bambini al vedersi comparire di fronte la Befana, un minestrone di scetticismo, paura, curiosità, felicità, del tutto comprensibili visto il personaggio che si trovavano davanti! Da qui prendevano il via fiumi di domande più o meno sincere… Da quelle ingenue: “M a quanti anni hai?” oppure “M a conosci i nomi di tutti i bambini?”, a quelle a sfondo erotico, tipo “M a sei la moglie di Babbo Natale?”. Addirittura da una di queste domande abbiamo anche saputo da dove viene veramente la Befana: da Sterpare, un piccolo paesino in cima a una montagna non si sa dove… ricordiamoci di chiederglielo il prossimo anno! A parte tutto, tramite il suo Ufficio per le Relazioni con i Bambini (URB), la Befana mi ha fatto sapere che è stata molto contenta della riuscita dell’iniziativa della Banda e che sicuramente tornerà anche il prossimo anno, si spera con più chicchi e meno carbone!!! Ah, mi ha anche detto che ci teneva a smentire la sua love story con Babbo Natale: “Non mi piace! È troppo vecchio e la barba lunga non va più di moda!!!”. Parole testuali della La Befana in posa per “La Sinfonia” LA SINFONIA 5^ puntata di una lunga serie… ...Quasi al termine... La Banda si racconta... Di Margherita De Dominicis Caro lettore, un altro anno è passato, siamo nel 2003, ma io sono sempre qui a raccontarti le mie imprese, a svelarti alcuni miei segreti, a guidarti lungo il mio sentiero musicale, a farti volare con la fantasia… “Per volare alto e realizzare un sogno bisogna avere le ali e soprattutto sbatterle”: con queste parole ti avevo salutato l’ ultima volta, anticipandoti l’evento centrale della mia lunga storia. Ebbene, l’impegno dei miei musicanti e dei miei dirigenti è stato premiato a tal punto da portarmi fin nella capitale! Nel 1994 infatti, sono stata in Aula Nervi, a Roma, per esibirmi davanti a Sua Santità Giovanni Paolo II. E non ero sola! Da Montale sono partiti con me quasi quattrocento persone tra amici, parenti e simpatizzanti: ben sette autobus pieni pieni di musicisti entusiasti ed emozionati, di familiari e amici fieri di me... L’esperienza è stata di quelle uniche, ma non irripetibili! Già nei giorni precedenti la fatidica data, fervevano i preparativi, le prove, i progetti, così come anche le ansie e le paure. Proprio io, la banda di una piccola frazione del Comune di Montale, avrei suonato davanti al Papa! Allora aveva sempre avuto ragione il Presidente: lassù Qualcuno mi amava…(e mi ama tutt’ora). Che emozione! Comunque, se questo era il mio destino, l’ho affrontato con coraggio e determinazione, quelli che mi hanno sempre caratterizzato, condendo il tutto con entusiasmo, tanta voglia di far bene e anche la modestia necessaria in questi casi: speriamo bene! Così è stato! Tanto lavoro ha dato i suoi frutti: abbiamo suonato, ci siamo commossi, abbiamo ascoltato le parole del Santo Padre, ne abbiamo ricevuto la benedizione. Siamo tornati alle nostre case sereni, felici, fieri di noi, con gli animi colmi di gioia ed anche di consapevolezza di noi. Che soddisfazione! Numerose sono le fotografie che testimoniano quei momenti e guardarle rinnova sempre l’emozione di quegli attimi, è stato un sogno bellissimo che si è avverato. Ma anche se i sogni aiutano a vivere, non si può solo vivere di questi e perché una gioia sia veramente completa deve essere duratura e meritata. E’ per questo, per continuare a volare alto che continuo a sbattere le ali e continuo a sognare ed a lavorare per realizzare i miei sogni. Sogni che non sono solo i miei, ma di tutti quelli che mi amano e lavorano per me e con me! Quindi (e come poteva essere altrimenti???) col passare del tempo ho conti- 2 2 Marzo 1994: la Banda in Piazza S. Pietro nuato a mietere successi e a vedere realizzati sogni, progetti, aspettative…! Così, nel 1995 viene promosso il mio primo “gemellaggio”, quello con il Corpo bandistico Quirino Manzini di Montese. Inizia una tradizione che poi continuerà nel tempo e sarà seguita da altre iniziative simili: è del 1997 il gemellaggio con il Coro di Montepiano. Non voglio dilungarmi sulla storia di queste iniziative, perché altre pagine di questo giornale hanno parlato di ciò. E’ mio compito invece sottolineare l’importanza emotiva e non solo culturale di questo “legame”. Essermi legata con un patto di gemellaggio, cioè di stretta fraternità ad altri gruppi musicali, è stato non solo un onore (per me certo, ma anche per loro immagino: dove l’avrebbero trovata un’altra Banda così?!?) ma anche un piacere. Questo mi ha permesso infatti di conoscere altre due realtà musicali, le loro abitudini e tradizione; sono invitata alle loro manifestazioni e altrettanto faccio io con loro. Così è accaduto per esempio nell’ultima festa di Santa Cecilia, il 24 Novembre, che ho festeggiato, tra gli altri, anche in compagnia degli amici di Montese e Montepiano. A proposito, sono intervenuta personalmente in quell’occasione per rilasciare alcune dichiarazioni (ora è così di moda farlo!) a quel giornalista… Albert Lambrett (strano, avrei giurato che si chiamasse VESPett, ma la memoria qualche volta mi inganna!). Caro il mio lettore, ti sei perso quell’intervista? Male, molto male. Se così è, offesa e addolorata ti do comunque appuntamento alla prossima puntata! Il Film del Mese: Il Pianista Di Daniele Meoni Palma d’Oro 2002 al Festival di Cannes, questo Pianista ha una forza emotiva non comune, e tanto più forte in quanto nasce da un’estrema asciuttezza della messa in scena. Lontani sono infatti qualsiasi coinvolgimento moralistico e tutte le infiorettature retoriche che si ritrovano in buona parte del peggior cinema di genere. Il film non è certamente adatto agli spettatori più giovani, come potevano esserlo Schindler’s list di Spielberg o Arrivederci ragazzi di Malle. Dal momento in cui il pianista polacco di religione ebraica, interpretato dal bravissimo Adrien Brody, viene confinato nel ghetto di Varsavia, qualsiasi valore si appiattisce, e lo scopo della vita diviene unicamente sopravvivere, con qualsiasi mezzo. Non ci viene risparmiato niente: è come se il regista ci sbattesse la storia (anzi, la Storia) in pieno volto, incurante di tutto tranne che di rappresentare la verità. L’unico elemento che addolcisce un po’ è proprio la musica, cui il protagonista ostinatamente si aggrappa per ritrovare un sia pur debole barlume di speranza. Anche il montaggio è controllato, cronologico, non ricorre all’uso di flashback o altri artifici, in nome di una Periodico a cura del Corpo Musicale “Giuseppe Verdi” di FOGNANO ...La storia raccontata da un suo parente molto lontano... Il Flauto di Pan Di Nicola Mainardi Fin dall’antichità, l’uomo ha cercato di costruire strumenti che fossero in grado di produrre suoni… L’ingegno umano, così, inventò le percussioni utilizzando pelli di animali, gusci di noce di cocco… Una grande invenzione, non c’è dubbio: ma, si sa, l’uomo è talmente avido che questo non gli è bastato. D’altronde un solo suono ripetuto migliaia di volte dopo un po’ stanca… e per di più se non si usavano semplicità sia della rappresentazione che della stessa materia narrata. Le luci sono neutre, non indicano mai porzioni particolari delle scene, rinunciando a guidare lo sguardo dello spettatore. Tutti questi elementi fanno sì che il film assuma un’atrocità e una freddezza raramente sperimentata al cinema. L’unica concessione ad una certa “tradizionalità” cinematografica si ha nella rappresentazione degli ufficiali tedeschi, tutti invariabilmente dotati di volti al limite del bestiale, eccezion fatta per quello che aiuta il protagonista. Il pianista è un film di grande coraggio e di grande rigore ad un tempo. Da vedere senza pop -corn e, probabilmente, anche senza divertirsi granché. Ma è una delle cose migliori che si siano potute vedere al cinema di questi tempi. Più che un film, un’esperienza irrinunciabile. Ad Ognuno Il Suo Strumento… Il Flauto bacchette, ci si consumano le mani!!! E allora cosa fare? Chissà chi fu quel brav’uomo che pensò di usare il fiato per riprodurre suoni… È proprio così, cari lettori, che sono nato… eh sì, posso proprio vantarmi di essere il più antico e nobile strumento a fiato… Ma come chi sono? Mi prendete in giro? Va beh, vi racconterò con più precisione! Il primo uomo che mi inventò fu così perspicace da prendere 7 canne di bambù, tagliarle in diverse misure e unirle una accanto all’altra in modo che avessero le imboccature a pari livello… ed è così che sono nato… sono il FLAUTO!!!… Cioè, inizialmente tutti mi chiamavano PIFFERO… Che volgarità!!! Purtroppo questo nome me lo sono dovuto tenere fin quando, all’epoca dei Greci (che popolo!) mi è stato attribuito il nome di FLAUTO DI PAN. Finalmente un nome che mi facesse onore: infatti, questo antico popolo attribuì la mia invenzione al dio Pan, mica scemi!!! La mia storia nel mondo antico è a dir poco gloriosa: mi si vede disegnato su antichi vasi e affreschi da parete… Con il tempo, però, è arrivata la concorrenza: nel Medioevo, infatti, un perfetto sconosciuto che a quanto pare non apprezzava la mia nobiltà, una mattina si è svegliato pensando di essere Robin Hood e ha costruito un volgare “pifferino” fatto da una solo pezzo di legno con inciso qualche foro e con una strana imboccatura a becco… un’extraterrestre, insomma!!! Lo chiamò FLAUTO DOLCE… Un nome davvero ignobile per lo strumento che mi ha proprio fatto fuori! Eh sì, perché è stato proprio lui che mi ha soppiantato in quel periodo in Europa! Ma io sono figlio di un dio e dev’essere stato proprio il babbo a salvarmi dall’estinzione… Mentre io me la godevo in Sudamerica, Africa, Asia, Oceania… insomma in tutto il resto del mondo, il mio rivale in Europa diventa famoso. Passano i secoli, però, e nascono nuove generazioni: il flauto dolce, così, si ritrovò ad avere numerosi parenti (più che parenti direi proprio cloni, soltanto di diversa grandezza). Tra tutti, però, ce ne fu uno, che si chiamava FLAGEOLET, nato nel 1581 dalla mente di un francese forse parente di quel Robin Hood, che aveva un suono molto più acuto ed era fatto di metallo, aveva 6 fori invece che 7… insomma: era proprio un’innovazione! Il problema fu che il flageolet non si adoprò per distruggere il cugino, come avrebbe voluto la tradizione, ma anzi si alleò con lui per farsi strada tra le grazie di compositori e direttori d’orchestra… che leccaBIIIIP!!! Ma le sorprese, a volte, arrivano dal passato: mi ha raccontato il mio cugino cinese “DI” (va beh, il nome non ha sempre importanza…) che all’epoca della sua nascita, intorno al 900 a.C., aveva un fratello un po’ bizzarro. Era fatto come lui, ma lo suonavano “di traverso”: nessuno, però, se ne interessò a quell’epoca fin quando, intorno al 1100 d.C., per cause a me sconosciute (anche perché ero già stato cacciato, ingrati!) arrivò in Europa riducendosi ad essere suonato negli eserciti della zona germanica. Questo strano strumento, però, fu l’ispirazione per una famiglia di strumentisti francesi, gli Hotteterre, che durante il 1600 lo riprogettarono e lo lanciarono nel mondo della musica orchestrale e da camera. Eh, furono tempi duri per la coppia flageolet – flauto dolce! La guerra con il Il Flauto Traverso nemico FLAUTO TRAVERSO (ormai battezzato così!) fu così dura che la persero proprio! Il ragionamento dei compositori non era sbagliato: perché avere due strumenti quando ne posso avere uno solo che fa per entrambe? Fu così che il mio amico flauto traverso (chi distrugge i miei nemici è sempre il benvenuto!) si guadagnò le grazie dei più grandi musicisti dell’epoca come Mozart, Bach, Vivaldi ed è diventato oggi uno degli strumenti più conosciuti ed amati. Purtroppo, come si suol dire, “a volte ritornano”: infatti, il flauto dolce è oggi lo strumento più utilizzato per insegnare la musica ai bambini… ma io non me la prendo: sono uno strumento nobile, solo i migliori possono suonarmi! (ormai sono rimasti in pochi, comunque…) Bene, a volte rinfrescarsi un po’ la memoria fa bene, no? Comunque ho una cosa da chiederti, caro flauto traverso… Perché non chiedi a qualcuno, chiunque sia, di farmi suonare in un’orchestra?!? Sono piccolo, non occupo molto spazio, TI PREGO!!! 3 LA SINFONIA L’INTERVISTA: Continuano i nostri incontri con i personaggi della banda e non... Fabio Gherardini Di Carmine Taurone Cosa dirci ancora tra noi, possiamo solo affermare che l’intera redazione è contentissima che quest’angolo de “La Sinfonia” sia sempre più di vostro gradimento. E’ anche vero che siamo stati favoriti dall’importanza dei nostri ospiti, e visto il vostro interesse possiamo garantirvi che continueremo a parlare con persone importanti per la nostra Banda e di conseguenza per la comunità montalese. In questo numero abbiamo davanti a noi un’altra colonna della nostra Banda, una colonna rivestita, un po’ in ombra, ma sicuramente portante. Colui che da circa vent’anni porta avanti questo gruppo insieme a Stefano Arnetoli; avrete senza dubbio capito che si tratta del nostro vice presidente Fabio Gherardini. Ciao Fabio, innanzitutto grazie del tempo e della disponibilità concessaci per questa chiacchierata. “Ringrazio la redazione della Sinfonia per avermi scelto per questo spazio.” Una domanda per rompere un po’ il ghiaccio, com’è nata la tua passione per la banda? “Posso dirti che è cominciato tutto molto tempo fa. Nel 1969 ho cominciato a far parte attivamente della banda di Fognano, anche se il mio amore per la musica nasce molto prima. Nei primi anni ’70, ho cominciato come consigliere, e mio malgrado ho dovuto presto lasciare per note problematiche all’interno della b a n d a s t e s s a . Successivamente un allora ragazzo rispondente al nome di Stefano Arnetoli, mi ha proposto la scommessa di r i l a n c i a r e quest’Associazione, partendo 4 Quattro chiacchiere con... praticamente da zero, adesso diciamo scelta azzeccata, ma quanti sacrifici e meno male anche soddisfazioni, ci hanno accompagnati, grazie a tutte quelle persone che insieme a noi hanno permesso tutto ciò.” Cosa ti ha portato a lasciare lo strumento? “E’ una storia lunga. Ho cominciato a suonare nel 1950 circa, andavo a scuola da Enrico Barni, con la passione trasmessa dal babbo che suonava il basso nella banda, poi mollai tutto in seguito alla sua morte. Ma dopo anni l’allora capobanda Remido Barni ed altri consiglieri mi fecero riscattare la scintilla, facevamo le prove nello scantinato di una casa, io cominciai suonando i piatti, e da allora entrai in banda. In seguito lasciai i piatti e con insistenza di Moreno Colligiani presi il basso, visto che andavamo a suonare nella fanfara dei Bersaglieri in congedo di Prato. Per motivi di lavoro abbandonai lo strumento e mi dedicai alla parte “dirigenziale”.” In consiglio ricopri da tanti anni la figura di vicepresidente, ma come si riesce a stare al fianco e, vista la mole, all’ombra di Stefano? “Che dirti, a fare la spalla di Stefano mi trovo benissimo, forse perché le idee si equivalgono, si pensa con il solito sistema, dove la banda va avanti a tutto, ma soprattutto perché, e sono sicuro anche a lui, non m’interessa essere primadonna ma l’importante è che sia la banda a crescere con tutte le sue difficoltà e le soddisfazioni. Non sono sempre tutte rose e fiori.” Dopo tutti questi anni c’è un qualcosa che rimpiangi di non aver fatto ma che ti sarebbe piaciuto fare? “I rimpianti sono tanti, ma soprattutto il principale è quello di non aver potuto studiare la musica come fanno i giovani che si avvicinano adesso alla musica. Tutto è sempre stato legato alla mancanza di tempo. Un piccolo dispiacere l'ho avuto anche quando Lorenzo (il figlio) lasciò la banda dove suonava il clarinetto, comunque sono scelte personali e vanno sempre accettate. Oltretutto Riccardo (l’altro figlio) non ha mai intrapreso la strada musicale. Però oltre ai rimpianti mi sono tolto anche delle soddisfazioni, quella più grossa è data dal fatto che da una mia piccola idea sia nata una grande cosa, e cioè il gruppetto natalizio. Infatti tutto nacque dal matrimonio di Lorenzo dove chiesi ad un gruppetto ristretto di suonare, all’inizio era nato solo per i matrimoni poi si è trasformato in quello che è attualmente. Quell’anno solare non fu tutto rose e fiori, perché nel luglio 1996 ci fu il matrimonio, ma esattamente 11 mesi dopo la nostra Associazione fu colta da un grosso dolore, la morte di Romina, ricordata ancora con molto amore.” Non per dribblare il discorso, ma solo per andare avanti, una domanda fatta a tutti: come vedi il futuro della banda? “Abbastanza promettente, per l’euforia, per i giovani e meno giovani trainanti, per la trasparenza e la pulizia che ruotano intorno alla banda. A riguardo della sede mi sento di dire che dopo tante peripezie e contrasti siamo arrivati al punto di dover prendere il treno giusto per le capacità della banda, visto anche la sua attuale indipendenza, e finalmente pensiamo di potercela fare.” Mi è giunta voce che visto la tua nuova attività a tempo pieno (pensionato), hai deciso di ricominciare a suonare, è vero? “Alla mia età è difficile, considera che mi è sempre piaciuto il basso e mi piacerebbe risuonarlo ma forse rimarrà solo un bel sogno. Comunque lasciamo aperte sempre tutte le strade: nella vita non si sa mai, forse un giorno si potrà tornare alle vecchie passioni.” Grazie per aver condiviso con noi questi ricordi legati alla Banda di Fognano. “Grazie a voi per avermi concesso questo spazio, e buon lavoro. Ah, dimenticavo un ringraziamento lo volevo fare a tutti i musicanti ed in particolare, senza che gli altri me ne vogliano, a quelli che ho visto bambini ed adesso sono già grandi con una gran voglia di proseguire Via Nazario Sauro n. 11 – 59100 Prato Tel. 0574/4471200 Fax 0574/4471201 e-mail: [email protected] CONSORZIO DI COOPERATIVE SOCIALI Dipendenze:Centri recupero, programmi personalizzati, gruppi di sostegno, inserimenti lavorativi. Anziani: Assistenza domiciliare 24h/24, assistenza tutelare, assistenza specialistica per varie forme di patologie, assistenza alla persona e servizi integrativi di supporto alla domiciliarità Malattia mentale e Handicap: Case famiglia ,diurni, residenze in semiautonomia, laboratori, progetti individuali, gestione vacanze, inserimenti lavorativi Giovani: Sportello giovani Europa, Punti di aggregazione Immigrati: Tutoraggio e accompagnamento scolastico formativo e lavorativo, alfabetizzazione, orientamento ai servizi, animazione e attività inteculturali Percorsi riabilitativi per il reinserimento sociale e lavorativo: Per soggetti sottoposti a misure alternative, tossicodipendenti, portatori di Periodico a cura del Corpo Musicale “Giuseppe Verdi” di FOGNANO Dalla Russia con furore... Pëtr Il’ic Cajkovskij Di Chiara Mainardi e Francesca Nardi Visto che Cajkovskij non è proprio un cognome di facile pronuncia, saggiamente i suoi genitori nel lontano 1840 decisero di semplificare la vita del loro pargoletto affibbiandogli un nome di impatto immediato: Petr Il’ic. Pëtr (per gli amici) durante la sua vita non si dimostrò solo un valente musicista e compositore ma anche una persona di spiccata intelligenza, in quanto appena diciannovenne ottenne un impiego presso il ministero della giustizia russo che ben presto però abbandonò per dedicarsi totalmente alla musica. Il’ic (per i conoscenti) iniziò a mantenersi impartendo lezioni private di pianoforte quando, nel 1855, perse la madre a seguito di una grave malattia. Questo dramma accentuò la sua instabilità psicologica da cui era costituzionalmente malato: cominciò a credersi perseguitato da un malefico destino, una forma morbosa di vittimismo che assunse in qualche caso gli aspetti di un’autentica mania di persecuzione… Una domanda nasce spontanea: o tutti gli artisti sono geneticamente matti o la musica, al contrario di quello che abbiamo sempre sostenuto in questo giornalino, anziché sollievo per lo spirito è uno strumento che ti porta diritto al manicomio! Ai posteri l’ardua sentenza… Dopo questa parentesi torniamo a parlare di Cajkovskij che, nel 1868, a seguito di un travagliato periodo sentimentale (pose, infatti, fine alla sua relazione con una cantante belga a causa della sua manifesta omosessualità), ricominciò a comporre con particolare fervore creativo dando vita a opere del calibro dell’ouverture Romeo e Giulietta. Freschezza, eleganza, eccellenza tecnica caratterizzano le creazioni di questo periodo insieme a una marcata tendenza alla risoluzione malinconica. Pëtr Il’ic Cajkovskij Nel 1877 Pëtr decise di riprovare e si sposò con una sua alunna e fanatica ammiratrice… ma niente! Tentativo fallito!!! Dopo poche settimane abbandonò anche la giovane Antonina! Gli ultimi quindici anni della sua vita, Cajkovskij li trascorse in Europa e in America e proprio in quest’ultimo periodo nacquero le sue opere più importanti: Il lago dei cigni (1876), La Bella addormentata (1889) e Schiaccianoci (1892). Morì nel 1893 a San Pietroburgo durante un’epidemia di colera come era avvenuto a sua madre. Dai Beatles ai Rolling Stones passando per i Doors: la musica che ha cambiato la storia Il Rock anni ‘60 Di Elena Regolini e Jacopo Regolini Il rock nacque negli Stati Uniti nella metà degli anni ’50 come mescolanza fra la musica popolare “nera” e quella “bianca”. Esso era prevalentemente intenso come musica da ballo finché, agli inizi degli anni ’60, fu importato in Europa e trovò terreno fertilissimo in Gran Bretagna, che rimase a lungo l’unica nazione che potesse competere in campo musicale con gli USA. Questo fenomeno venne pertanto ribattezzato “British Invasion”. Proprio mentre dei giovanissimi Beatles assaporavano i primi successi con Love Me Do, da una sponda all’altra dell’Oceano Atlantico una nuova leva di menestrelli iniziava una rilettura in chiave moderna e cantautorale della tradizione musicale degli avi, che di lì a poco avrebbe dato un contributo essenziale alla definizione della cultura della nuova generazione. I pionieri del folk rock furono gli americani Bob Dylan e Joan Beaz. A metà degli anni ’60 nacque la psichedelica, un movimento caratterizzato dalla volontà di rappresentare e descrivere l’insieme caleidoscopico di emozioni e sensazioni provocate dall’assunzione delle droghe chimiche e imprimerlo nel tessuto sonoro delle canzoni. I maggiori esponenti di questa corrente furono i Doors, che legarono la loro fama alla figura carismatica di Jim Morrison. Nel 1967 esce il disco che rivoluzionò totalmente il concetto di rock: Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles. Esso può essere considerato il primo “concept album” della storia del rock, giacché è totalmente costituito da brani che seguono un unico filo conduttore, come in un libro diviso in capitoli. Nello stesso anno uscì anche l’opera prima di un gruppo proveniente dall’underground londinese, i Pink Floyd, intitolato The Piper at the Gates of Dawn, che è un’altra importante testimonianza dell’ispirata vena psichedelica inglese e del genio del chitarrista Syd Barrett, che abbandonò poco dopo la sua carriera. Mentre in Europa il movimento del ’68 sconvolse radicalmente le basi politiche e sociali, negli Stati Uniti si stava per realizzare l’evento catalizzatore che non solo ha segnato un’intera generazione, bensì un’epoca: il concerto di Woodstock (1969), un raduno di oltre trecentomila persone. Questa manifestazione passò alla storia come “una tre giorni di pace, amore e musica”, ma fu anche una vera e propria fucina di artisti: oltre ad un giovanissimo Joe Cocker che incantò la folla con la sua versione di “With a Little Help From My Friends” e ad un altrettanto giovane Carlos Santana che ammaliò il pubblico con il fascino della sua musica, si fece notare Jimi Hendrix, un grande musicista di colore, un virtuoso della chitarra che parlava un linguaggio nuovo, quello dell’hard The Doors rock. Anche in Europa la “british invasion” della metà degli anni ’60 aveva partorito una schiera di gruppi molto validi come i Rolling Stones, gli Who e gli Yardbirds che, alla fine del decennio, si trovarono di fronte ad un bivio: sciogliersi oppure tentare la via dell’hard rock. I primi due continuarono con la nuova formula, mentre, dalle ceneri del terzo nacquero i Led Zeppelin. Inoltre si formarono altri gruppi come i Balck Sabbath e i Deep Purple, che misero a punto uno stile di grande impatto emotivo e commerciale. I testi proposti da questi gruppi alcune volte toccano argomenti macabri e di cultura demoniaca che faranno mobilitare molti comitati di genitori, educatori e uomini di Chiesa che definiranno il rock “musica del diavolo”. A fatti così espliciti si affiancano anche presunti casi di occultamento di frasi sataniche incise al contrario fra i solchi dei dischi; messaggi di questo genere si troverebbero nei dischi dei Led Zeppelin e 5 LA SINFONIA La nostra nuova rubrica di giardinaggio Il Pollice Verde di Irene Di Irene Niccolai GENNAIO: MIMOSA: E' originaria della Tasmania, in Australia; nel nostro paese si trova nelle regioni del centro-sud e lungo la Riviera Ligure. ♣ QUANDO FIORISCE: il periodo di maggiore fioritura va da fine gennaio a metà marzo. Già da novembre sui rami sono ben visibili i capolini in boccio simili a piccole sfere compatte di colore giallo-verde. ♣ QUANDO COMPRARLA: non preoccupatevi se nei vivai trovate piante esili e con pochi rami: dopo il rinvaso o il trapianto, la mimosa comincia a crescere e a espandersi. ♣ SE AVETE IL BALCONE: per ripararla dal freddo mettete il vaso contro la parete. ♣ SE AVETE IL GIARDINO: piantatela in un punto soleggiato ma non troppo ventoso. ♣ COME SI COLTIVA: la mimosa non sopporta le temperature troppo rigide (sotto i cinque gradi). Trovato l'angolo giusto, preparatelo con terriccio da giardino che sia leggermente acido. Per le innaffiature regolatevi così: poca acqua in autunno e inverno e molta da primavera a fine estate. ♣ DOPO LA FIORITURA: è il momento giusto per potare i rami e rendere un comportamento compatto. ♣ CONSIGLIO: se volete godere il più possibile il profumo della mimosa passate sulla fiamma la base dei rametti appena tagliati prima di metterli nel vaso. In questo modo il lattice che c'è all'interno non coagula e il fiore assorbe più facilmente l'acqua del vaso. FEBBRAIO: MAGNOLIA STELLATA: Proviene da nord del Giappone e si è adattata benissimo al Nord Italia: fiorisce con grandi fiori bianchi e candidi i cui petali ricordano i raggi di una stella. ♣ QUANDO FIORISCE: se la coltivate in un angolo soleggiato, i fiori sbocciano a Febbraio. In piena ombra, invece, la fioritura è ritardata ai primi di marzo. ♣ SE AVETE IL BALCONE: l'ideale è sistemarla in un terrazzo orientato a est, dove il sole arriva solo al mattino. ♣ SE AVETE IL GIARDINO: la magnolia stellata resiste bene al freddo e negli angoli ombrosi. Se avete poco spazio potete sistemarla anche in un aiuola tra due case. Evitate le zone troppo soleggiate perchè l'eccessivo calore la fa soffrire. ♣ COME SI COLTIVA: il terreno ideale è quello calcareo cioè poco acido. ♣ DOPO LA FIORITURA: evitate di In…Canto di Natale Di Alberto Barbani È Dicembre, le strade si riempiono di luci sfavillanti, nelle piazze sorgono enormi alberi addobbati di mille colori, le vetrine dei negozi vengono allestite nel migliore dei modi… Vi domanderete: dove vuoi arrivare? Beh, è semplice; voglio solo dirvi che siamo a Natale. Natale… a dirlo in fretta e furia, magari, ci sfugge il vero significato della festa… ma caro lettore, soffermati un attimo e dillo lentamente insieme a me… N A T A L E… eh sì! Detto così è una parola che ci incanta e che ci fa pensare… Innanzitutto al senso religioso di tale festa, la nascita di Gesù bambino, la fratellanza, la pace nel mondo di cui tutti si parla ma che, purtroppo, è ben lontana dall’avverarsi (specialmente in questo periodo)… e poi, ovviamente, quello di cui ho parlato poc’anzi; i regali, i pranzi, le feste ecc… Proprio per questo motivo, presi da tanto incanto, alla Banda di Fognano non 6 poteva mancare qualche iniziativa natalizia, intitolata fra l’altro “In…Canto di Natale”. Indovinate un po’ a chi è venuta l’idea di questo titolo… non vi viene in mente niente? Va bene, vi do la parola chiave: “In…Canto”. Ora vi è venuto in mente qualcuno??? Sì, è proprio lui: il nostro Cantante (Le Bariton) Stefano Arnetoli nonché nostro presidente. Ma veniamo al dunque: che cos’è quest’incanto di Natale? Intanto diciamo che non è uno ma sono molti “incanti”, in quanto si tratta di una serie di concerti natalizi che una rappresentanza della banda di Fognano ha voluto dedicare alla popolazione. Ho parlato di una rappresentanza poichè i concerti si sono svolti prettamente all’interno di chiese (Montepiano, Migliana, Montale, San Michele) e, visto il poco spazio a disposizione, si è dovuto creare l’“Ensemble Fognanese”, ovvero un ristretto gruppo di ragazzi, facente parte della banda, che hanno accompagnato la voce solista di Stefano. Volete sapere di più? Effettivamente potare i rami, crescono in modo lentissimo. ♣ CONSIGLIO: le radici di questa magnolia hanno la caratteristica di restare in superficie. Quindi, per non danneggiarla, evitate di calpestare e di rastrellare il terreno alla base del tronco. ♣ SE COMPRATE ADESSO... Gli arbusti si comprano nei vivai oppure nei centri di giardinaggio che coltivano le piante da esterni. Ma in questa stagione, tranne alcune eccezioni, la gran parte delle piante è senza foglie. Allora come si fa per scegliere bene? Per prima cosa guardate con attenzione gli arbusti che hanno già qualche fiore aperto. Preferite quelli che hanno una forma armoniosa, senza rami disordinati o spezzati. Poi date un'occhiata anche sotto il vaso: dal foro di scolatura dell'acqua devono spuntare alcune radici. E' la prova che la pianta è sana, cresce bene e in primavera sarà pronta per il rinvaso. Per cambiare vaso alla pianta e trapiantarla aspettare il mese di marzo. ♣ L'ACQUA PER FARLE CRESCERE Gli arbusti a fioritura invernale hanno bisogno di essere innaffiati anche durante l'inverno quando sbocciano le corolle. Quindi anche se fa freddo date sempre un goccio d'acqua non appena notate che la superficie del terreno diventa secca. Poi man mano che il tempo migliora, aumentate la frequenza delle bagnature, ma senza esagerare. A soffrire di più per il caldo e la siccità sono gli arbusti in vaso. Se in estate vi assentate per più di una settimana, mettete nel terriccio le speciali carote porose collegate con un secchio d'acqua. avete ragione: non vi ho detto qual era il repertorio dei concerti… I pezzi, essendo nel periodo natalizio, non potevano che essere prettamente religiosi, quindi Ave Maria di Schubert, di Caccini, Sancta Maria, Pietà Signore e altri; la novità più significativa di questa serie di concerti è proprio il brano che concludeva la serata. Infatti, abbiamo deciso di fare gli auguri alla popolazione attraverso un pezzo conosciutissimo, un vero inno alla pace: Oh Happy Day. E voi vi chiederete: novità in che senso? Nel senso che le ragazze della banda si sono trasformate per una volta in coro Gospel accompagnando per tutto il pezzo Stefano. Il pubblico è stato reso partecipe del brano diventando una sorta di percussione per i musicisti dell’Ensemble, diretti dal Maestro Mario Scavuzzo, in quanto applaudiva a tempo attraverso i cenni del Maestro stesso. Oltre ai concerti dell’Ensemble, i ragazzi della scuola di musica Romina Betti (muniti di cappellino da Babbo Natale) hanno suonato durante il presepe vivente di Tobbiana per la notte della vigilia e la mattina di Natale all’uscita della messa di Montale alle undici e di quella di Fognano alle undici e trenta regalando alla popolazione gli auguri più sinceri da parte della Banda. Prosegue il nostro viaggio alla scoperta di nuovi talenti musicali... Periodico a cura del Corpo Musicale “Giuseppe Verdi” di FOGNANO Gioca Con Noi!!! Special Blend Di Rachele Battistini Io, Claudio, Riccardo e Andrea ci siamo conosciuti due anni fa e facevamo parte di un altro gruppo. Gli Speciali Blend si sono formati solo pochi mesi fa con l’ultimo acquisto: Erika. Riccardo, chitarra ritmica, è neo – laureato in scienze infermieristiche, è di Striglianella ed ha 23 anni. Claudio, chitarra solista, è metalmeccanico. È di Montale ed ha una ragazza inseparabile che ormai fa parte del gruppo. È fissato e gelosissimo della sua chitarra elettrica… come anche Riccardo!!! Ha 24 anni. Andrea (detto Spigola) suona il basso ed era il più piccolo fino a che non è arrivata Erika. Ha compiuto da poco 17 anni e fa l’alberghiera. Infatti, ogni tanto arriva in ritardo anche ai concerti per le sue gare culinarie… panico! (vincesse poi!!!) Erika è detta la “pischella” del gruppo con i suoi 16 anni. Frequenta il terzo anno del liceo linguistico. Alla prima prova insieme la sua voce ci ha veramente lasciati tutti a bocca aperta… e durante i concerti aggiunge sempre qualcosa di suo, stupendo tutti. Io sono Rachele. Nessuno ci crede mai ma sono la batterista. Anche quando suoniamo con altri gruppi, infatti, la frase classica è: “una batterista donna?!?”. Ho 20 anni e studio restauro dei beni culturali a Firenze. Non conoscendoci molto, abbiamo alle spalle non più di 5 o 6 serate; ma le cose si prospettano bene. Abbiamo vinto il concorso di TVL col seguente premio: un manager ci trova serate in pub “un po’ più grandini” di quelli in cui suoniamo solitamente. Abbiamo già in progetto di fare altre serate poiché nei locali dove abbiamo suonato ci richiedono spesso di risuonare. L’ultima esibizione è stata l’11 gennaio al Fox di Pistoia. Come dice il nostro nome, “miscela”, suoniamo un po’ di tutto quello che fa cantare: dal rock melodico come Elisa, Anouk, The Crenberries, Alanis Morissette, alla musica anni ’70. Per ora facciamo cover, ma abbiamo già in cantiere anche pezzi nostri. Abbiamo uno stuolo di amici che ci seguono ovunque ed anche un fan club molto speciale: la sezione genitori. Sono sempre presenti e molto, ma molto più eccitati di noi quando suoniamo!!! Sono loro che partono con i cori della tifoseria, ma fanno anche da fotografi e cameraman. PS: Il nome, scelto fra allucinanti alternative, è merito di mio fratello Edoardo che è anche mio personale facchino… e che deve avere ancora una cena pagata!!! Di Luca Santi Rispondete alle definizioni riportando sulle linee (una per ogni lettera) le città corrispondenti. Le iniziali, lette orizzontalmente, daranno come soluzione il nome di uno strumento della banda!!! Definizioni: 1. Il capoluogo sardo più a sud ________ 2. Capitale inglese ______ 3. Città italiana famosa per il suo spumante ____ 4. Il paese di Babbo Natale _________ 5. Città turca sullo Stretto del Bosforo ________ 6. La Città di Totò ______ 7. Vi si è fermato Cristo _____ 8. Vi ha sede la FIAT ______ 9. La città con la Bora _______ Il Coro di Montepiano Dopo gli Alpini di Montale e la Banda di Montese, vi presentiamo i nostri amici gemellati con noi dal 1997... Di Dania Meoni Uno dei gemellaggi a cui siamo più affezionati è quello con il Coro di Montepiano. Montepiano, appunto, è un piccolo paese sul confine tra la Toscana e l’Emilia-Romagna. La popolazione conta circa 700 abitanti, ma ovviamente questo numero accresce molto durante il periodo estivo, poiché Montepiano è una rinomata località turistica famosa per il suo clima e per i bellissimi paesaggi ricchi di boschi, adatti a passeggiate suggestive e piacevoli. E’ dunque in questa cornice che il Coro nacque circa trenta anni or sono, per iniziativa del parroco di allora, don Alfiero Dolfi. Se all’inizio il suo repertorio era costituito esclusivamente da melodie sacre, col tempo si è ampliato, fino a comprendere diversi motivi di origine popolare e tradizionale. Di conseguenza, anche la fama dello stesso Coro è cresciuta, portandolo tutt’ora a percorrere numerose località della nostra Penisola, nonché sbarcando anche oltre i confini nazionali. E’ comunque con l’ingresso del suo attuale Maestro, lo stesso della nostra Banda, Mario Scavuzzo, che il Coro, composto attualmente da venti coristi, ha raggiunto l’apice dei suoi equilibri espressivi, affinando e allargando la sua tecnica e quindi anche il suo repertorio. Il gemellaggio con il nostro Corpo Musicale, che alla metà di luglio tutti gli anni, dal 1997 a questa parte, ci permette di esibirci nella Badia di Montepiano, rappresenta sempre un’interessante occasione di dialogo e confronto tra la nostra forma espressiva, basata espressamente sulla musica strumentale, e quella del Coro, costituita invece da sole voci. 10. Capitale del Canada ______ 7 LA SINFONIA BANDA NEWS Di Lisa Santi - Sabato 15 Febbraio: GRANDE FESTA IN MASCHERA CON CENA E BALLO!!! Per informazioni e prenotazioni telefona a Alberto 339 – 8709080 o Francesca 349 – 3765282. - Domenica 23 Febbraio e Domenica 2 Marzo la Banda si ritrova alle ore 14:00 a S. Michele per accompagnare i carri allegorici della tradizionale sfilata di Carnevale. È arrivato il 2003!!! L’anno nuovo porterà con sé tante belle news… Feste, Concerti, Processioni, Sfilate e… tanto divertimento! Intanto sta per arrivare la festa più allegra dell’anno: il CARNEVALE e… a carnevale ogni scherzo vale! Ma la nostra grande Banda non scherza e ricomincia con tanto entusiasmo: Vi ricordiamo che “La Sinfonia” vi aspetta in tutte le edicole di Montale, Fognano, Tobbiana e Stazione sempre più aggiornata e divertente! Buon anno a tutti dalla Banda! Questo spazio è a disposizione per la pubblicazione delle vostre poesie. Ad ogni uscita del giornalino verranno scelte dalla redazione una o più poesie fra quelle che ci avete inviato e saranno presentate in questo apposito angolo. Buona scrittura!!! • • LA BELLEZZA La Bellezza della musica auguro a tutti voi artisti, di essere raggiunti da queste ispirazioni creative con intensità particolare. La Bellezza che trasmettete alle generazioni di domani sia tale da destare in esse lo stupore. Grazie ad esso la Bellezza salverà il mondo. Servizi Finanziari Liquidazione Danni AUGURI A: Gennaio: 12 Paolo Logli 13 Fernando Nesi Febbraio: 4 Alessandro Vitulano Giorgio Brizzi 5 Barbara Ferretti 5 Simone Gori 6 Gennaro Trombacco 8 Riccardo Mainardi 10 Valentina Bellucci 28 Ennio Ricasoli 5 Giulia Preteni La Redazione de “La Sinfonia” 8 Arnetoli Davide Barbani Alberto De Dominicis Margherita Mainardi Chiara Mainardi Nicola Meoni Daniele Meoni Dania Nardi Francesca Niccolai Irene Regolini Elena Regolini Jacopo Santi Lisa Santi Luca Taurone Carmine Per diventare Socio della Banda ritaglia il coupon, compilalo e consegnalo ad un consigliere. Bastano solo 3 €!!! Nome………………………….. Cognome……………………… Indirizzo……………………….