n 4 genn 2003 - bandafognano.it

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Scuola Di
Musica
“Romina Betti”
Periodico a cura del Corpo Musicale “Giuseppe Verdi” di FOGNANO (PT) - Gennaio 2003
Direttore responsabile: Giacomo Bini
Sommario:
La Banda si racconta
pag. 2
Il film del mese
pag. 2
Ad ognuno il suo strumento:
il Flauto
pag. 3
Quattro chiacchiere con…
Fabio Gherardini
pag. 4
Il compositore:
P. I. Caikovskij
pag. 5
Il rock anni ‘60
pag. 5
Il Pollice Verde di Irene
pag. 6
In...Canto di Natale
pag. 6
Special Blend
pag. 7
I nostri gemellaggi
pag. 7
Gioca con noi
pag. 7
Banda News
pag. 8
L’angolo della poesia
pag. 8
5 Gennaio: la notte
della Befana
Di Davide Arnetoli
“La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte”… Ok, non la Befana
ma LE BEFANE… Sì, lo so, non le avevano le scarpe rotte! Va beh,
l’importante è che siano venute!!! Tanti bambini hanno potuto ricevere la
loro calza, con le immancabili raccomandazioni, niente di meno che dalla
Befana in persona! Tutto questo grazie all’iniziativa del consiglio della Banda che, essendosi messo in contatto con l’ufficio della Befana, è riuscito a
contattarla e a far felici decine di bambini e bambine. Le Befane in questione
(delle quali non vi sveliamo il nome per motivi di privacy… ma solo che
cominciano per F. e L. e finiscono per -rancesca e -isa) hanno assolto il loro
ormai consueto compito di vestire i panni della vecchia più famosa e brutta
del mondo! Va beh, loro partivano avvantaggiate, però sono state proprio
brave: digiamolo!
Indescrivibili le facce dei bambini al vedersi comparire di fronte la
Befana, un minestrone di scetticismo, paura, curiosità, felicità, del tutto
comprensibili visto il personaggio che si trovavano davanti! Da qui
prendevano il via fiumi di domande più o meno sincere… Da quelle
ingenue: “M a quanti anni hai?” oppure “M a conosci i nomi di tutti i
bambini?”, a quelle a sfondo erotico, tipo “M a sei la moglie di Babbo
Natale?”. Addirittura da una di queste domande abbiamo anche saputo da
dove viene veramente la Befana: da Sterpare, un piccolo paesino in cima a
una montagna non si sa dove… ricordiamoci di chiederglielo il prossimo
anno!
A parte tutto, tramite il suo Ufficio per le Relazioni con i Bambini
(URB), la Befana mi ha fatto sapere che è stata molto contenta della riuscita
dell’iniziativa della Banda e che sicuramente tornerà anche il prossimo anno,
si spera con più chicchi e meno carbone!!! Ah, mi ha anche detto che ci
teneva a smentire la sua love story con Babbo Natale: “Non mi piace! È
troppo vecchio e la barba lunga non va più di moda!!!”. Parole testuali della
La Befana in posa per “La Sinfonia”
LA SINFONIA
5^ puntata di una lunga
serie…
...Quasi al termine...
La Banda si racconta...
Di Margherita De Dominicis
Caro lettore, un altro anno è passato,
siamo nel 2003, ma io sono sempre qui a
raccontarti le mie imprese, a svelarti alcuni miei segreti, a guidarti lungo il mio
sentiero musicale, a farti volare con la
fantasia… “Per volare alto e realizzare un
sogno bisogna avere le ali e soprattutto
sbatterle”: con queste parole ti avevo salutato l’ ultima volta, anticipandoti l’evento
centrale della mia lunga storia. Ebbene,
l’impegno dei miei musicanti e dei miei
dirigenti è stato premiato a tal punto da
portarmi fin nella capitale!
Nel 1994 infatti, sono stata in Aula
Nervi, a Roma, per esibirmi davanti a Sua
Santità Giovanni Paolo II. E non ero sola!
Da Montale sono partiti con me quasi
quattrocento persone tra amici, parenti e
simpatizzanti: ben sette autobus pieni
pieni di musicisti entusiasti ed emozionati,
di familiari e amici fieri di me...
L’esperienza è stata di quelle uniche,
ma non irripetibili!
Già nei giorni precedenti la fatidica
data, fervevano i preparativi, le prove, i
progetti, così come anche le ansie e le
paure. Proprio io, la banda di una piccola
frazione del Comune di Montale, avrei
suonato davanti al Papa! Allora aveva
sempre avuto ragione il Presidente: lassù
Qualcuno mi amava…(e mi ama tutt’ora).
Che emozione!
Comunque, se questo era il mio destino, l’ho affrontato con coraggio e determinazione, quelli che mi hanno sempre caratterizzato, condendo il tutto con entusiasmo, tanta voglia di far bene e anche la
modestia necessaria in questi casi: speriamo bene!
Così è stato! Tanto lavoro ha dato i
suoi frutti: abbiamo suonato, ci siamo
commossi, abbiamo ascoltato le parole del
Santo Padre, ne abbiamo ricevuto la benedizione. Siamo tornati alle nostre case
sereni, felici, fieri di noi, con gli animi
colmi di gioia ed anche di consapevolezza
di noi. Che soddisfazione! Numerose sono
le fotografie che testimoniano quei momenti e guardarle rinnova sempre
l’emozione di quegli attimi, è stato un
sogno bellissimo che si è avverato.
Ma anche se i sogni aiutano a vivere,
non si può solo vivere di questi e perché
una gioia sia veramente completa deve
essere duratura e meritata. E’ per questo,
per continuare a volare alto che continuo a
sbattere le ali e continuo a sognare ed a
lavorare per realizzare
i miei
sogni.
Sogni
che non sono
solo
i miei,
ma
di tutti quelli che mi amano e
lavorano per me e con me!
Quindi (e come poteva
essere altrimenti???) col
passare del tempo ho conti-
2
2 Marzo 1994: la Banda in Piazza S. Pietro
nuato a mietere successi e a vedere realizzati sogni, progetti, aspettative…!
Così, nel 1995 viene promosso il mio
primo “gemellaggio”, quello con il Corpo
bandistico Quirino Manzini di Montese.
Inizia una tradizione che poi continuerà
nel tempo e sarà seguita da altre iniziative
simili: è del 1997 il gemellaggio con il
Coro di Montepiano. Non voglio dilungarmi sulla storia di queste iniziative, perché
altre pagine di questo giornale hanno parlato di ciò. E’ mio compito invece sottolineare l’importanza emotiva e non solo
culturale di questo “legame”. Essermi
legata con un patto di gemellaggio, cioè di
stretta fraternità ad altri gruppi musicali, è
stato non solo un onore (per me certo, ma
anche per loro immagino: dove
l’avrebbero trovata un’altra Banda così?!?) ma anche un piacere. Questo mi ha
permesso infatti di conoscere altre due
realtà musicali, le loro abitudini e tradizione; sono invitata alle loro manifestazioni e
altrettanto faccio io con loro. Così è accaduto per esempio nell’ultima festa di Santa
Cecilia, il 24 Novembre, che ho festeggiato, tra gli altri, anche in compagnia degli
amici di Montese e Montepiano. A proposito, sono intervenuta personalmente in
quell’occasione per rilasciare alcune dichiarazioni (ora è così di moda farlo!) a
quel giornalista… Albert Lambrett (strano,
avrei giurato che si chiamasse VESPett,
ma la memoria qualche volta mi inganna!).
Caro il mio lettore, ti sei perso
quell’intervista? Male, molto male. Se così
è, offesa e addolorata ti do comunque
appuntamento alla prossima puntata!
Il Film del
Mese:
Il Pianista
Di Daniele Meoni
Palma d’Oro 2002 al Festival di Cannes, questo Pianista ha una forza emotiva
non comune, e tanto più forte in quanto
nasce da un’estrema asciuttezza della messa in scena. Lontani sono infatti qualsiasi
coinvolgimento moralistico e tutte le infiorettature retoriche che si ritrovano in buona parte del peggior cinema di genere.
Il film non è certamente adatto agli
spettatori più giovani, come potevano
esserlo Schindler’s list di Spielberg o Arrivederci ragazzi di Malle. Dal momento in
cui il pianista polacco di religione ebraica,
interpretato dal bravissimo Adrien Brody,
viene confinato nel ghetto di Varsavia,
qualsiasi valore si appiattisce, e lo scopo
della vita diviene unicamente sopravvivere, con qualsiasi mezzo. Non ci viene risparmiato niente: è come se il regista ci
sbattesse la storia (anzi, la Storia) in pieno
volto, incurante di tutto tranne che di rappresentare la verità. L’unico elemento che
addolcisce un po’ è proprio la musica, cui
il protagonista ostinatamente si aggrappa
per ritrovare un sia pur debole barlume di
speranza.
Anche il montaggio è controllato,
cronologico, non ricorre all’uso di
flashback o altri artifici, in nome di una
Periodico a cura del Corpo Musicale “Giuseppe Verdi” di FOGNANO
...La storia raccontata
da un suo parente
molto lontano...
Il Flauto di Pan
Di Nicola Mainardi
Fin dall’antichità, l’uomo ha cercato di
costruire strumenti che fossero in grado di
produrre suoni… L’ingegno umano, così,
inventò le percussioni utilizzando pelli di
animali, gusci di noce di cocco… Una
grande invenzione, non c’è dubbio: ma, si
sa, l’uomo è talmente avido che questo
non gli è bastato. D’altronde un solo suono ripetuto migliaia di volte dopo un po’
stanca… e per di più se non si usavano
semplicità sia della rappresentazione che
della stessa materia narrata. Le luci sono
neutre, non indicano mai porzioni particolari delle scene, rinunciando a guidare lo
sguardo dello spettatore. Tutti questi elementi fanno sì che il film assuma
un’atrocità e una freddezza raramente
sperimentata al cinema.
L’unica concessione ad una certa
“tradizionalità” cinematografica si ha nella
rappresentazione degli ufficiali tedeschi,
tutti invariabilmente dotati di volti al limite del bestiale, eccezion fatta per quello
che aiuta il protagonista.
Il pianista è un film di grande coraggio
e di grande rigore ad un tempo. Da vedere
senza pop -corn e, probabilmente, anche
senza divertirsi granché. Ma è una delle
cose migliori che si siano potute vedere al
cinema di questi tempi. Più che un film,
un’esperienza irrinunciabile.
Ad Ognuno Il Suo
Strumento… Il Flauto
bacchette, ci si consumano le mani!!!
E allora cosa fare? Chissà chi fu quel
brav’uomo che pensò di usare il fiato per
riprodurre suoni… È proprio così, cari
lettori, che sono nato… eh sì, posso proprio vantarmi di essere il più antico e nobile strumento a fiato… Ma come chi
sono? Mi prendete in giro? Va beh, vi
racconterò con più precisione!
Il primo uomo che mi inventò fu così
perspicace da prendere 7 canne di bambù,
tagliarle in diverse misure e unirle una
accanto all’altra in modo che avessero le
imboccature a pari livello… ed è così che
sono nato… sono il FLAUTO!!!… Cioè,
inizialmente tutti mi chiamavano PIFFERO… Che volgarità!!! Purtroppo questo
nome me lo sono dovuto tenere fin quando, all’epoca dei Greci (che popolo!) mi è
stato attribuito il nome di FLAUTO DI
PAN. Finalmente un nome che mi facesse
onore: infatti, questo antico popolo attribuì
la mia invenzione al dio Pan, mica scemi!!!
La mia storia nel
mondo antico è a dir
poco gloriosa: mi si vede
disegnato su antichi vasi
e affreschi da parete…
Con il tempo, però, è
arrivata la concorrenza: nel Medioevo,
infatti, un perfetto sconosciuto che a quanto pare non apprezzava la mia nobiltà, una
mattina si è svegliato pensando di essere
Robin Hood e ha costruito un volgare
“pifferino” fatto da una solo pezzo di legno con inciso qualche foro e con una
strana imboccatura a becco…
un’extraterrestre, insomma!!! Lo chiamò
FLAUTO DOLCE… Un nome davvero
ignobile per lo strumento che mi ha proprio fatto fuori! Eh sì, perché è stato proprio lui che mi ha soppiantato in quel periodo in Europa! Ma io sono figlio di un
dio e dev’essere stato proprio il babbo a
salvarmi dall’estinzione…
Mentre io me la godevo in Sudamerica, Africa, Asia, Oceania… insomma in
tutto il resto del mondo, il mio rivale in
Europa diventa famoso. Passano i secoli,
però, e nascono nuove generazioni: il flauto dolce, così, si ritrovò ad avere numerosi
parenti (più che parenti direi proprio cloni,
soltanto di diversa grandezza). Tra tutti,
però, ce ne fu uno, che si chiamava FLAGEOLET, nato nel 1581 dalla mente di un
francese forse parente di quel Robin Hood,
che aveva un suono molto più acuto ed era
fatto di metallo, aveva 6 fori invece che
7… insomma: era proprio un’innovazione!
Il problema fu che il flageolet non si adoprò per distruggere il cugino, come avrebbe voluto la tradizione, ma anzi si alleò
con lui per farsi strada tra le grazie di
compositori e direttori d’orchestra… che
leccaBIIIIP!!!
Ma le sorprese, a volte, arrivano dal
passato: mi ha raccontato il mio cugino
cinese “DI” (va beh, il nome non ha sempre importanza…) che all’epoca della sua
nascita, intorno al 900 a.C., aveva un fratello un po’ bizzarro. Era fatto come lui,
ma lo suonavano “di traverso”: nessuno,
però, se ne interessò a quell’epoca fin
quando, intorno al 1100 d.C., per cause a
me sconosciute (anche perché ero già stato
cacciato, ingrati!) arrivò in Europa riducendosi ad essere suonato negli eserciti
della zona germanica.
Questo strano strumento, però, fu
l’ispirazione per una famiglia di strumentisti francesi, gli Hotteterre, che durante il
1600 lo riprogettarono e lo lanciarono nel
mondo della musica orchestrale e da camera. Eh, furono tempi duri per la coppia
flageolet – flauto dolce! La guerra con il
Il Flauto Traverso
nemico FLAUTO TRAVERSO (ormai
battezzato così!) fu così dura che la persero proprio! Il ragionamento dei compositori non era sbagliato: perché avere due
strumenti quando ne posso avere uno solo
che fa per entrambe? Fu così che il mio
amico flauto traverso (chi distrugge i miei
nemici è sempre il benvenuto!) si guadagnò le grazie dei più grandi musicisti
dell’epoca come Mozart, Bach, Vivaldi ed
è diventato oggi uno degli strumenti più
conosciuti ed amati.
Purtroppo, come si suol dire, “a volte
ritornano”: infatti, il flauto dolce è oggi lo
strumento più utilizzato per insegnare la
musica ai bambini… ma io non me la
prendo: sono uno strumento nobile, solo i
migliori possono suonarmi! (ormai sono
rimasti in pochi, comunque…)
Bene, a volte rinfrescarsi un po’ la
memoria fa bene, no? Comunque ho una
cosa da chiederti, caro flauto traverso…
Perché non chiedi a qualcuno, chiunque
sia, di farmi suonare in un’orchestra?!?
Sono piccolo, non occupo molto spazio,
TI PREGO!!!
3
LA SINFONIA
L’INTERVISTA: Continuano i nostri incontri con i personaggi della banda e non...
Fabio Gherardini
Di Carmine Taurone
Cosa dirci ancora tra noi, possiamo
solo affermare che l’intera redazione è
contentissima che quest’angolo de “La
Sinfonia” sia sempre più di vostro
gradimento. E’ anche vero che siamo stati
favoriti dall’importanza dei nostri ospiti, e
visto il vostro interesse possiamo
garantirvi che continueremo a parlare con
persone importanti per la nostra Banda e
di conseguenza per la comunità montalese.
In questo numero abbiamo davanti a
noi un’altra colonna della nostra Banda,
una colonna rivestita, un po’ in ombra, ma
sicuramente portante. Colui che da circa
vent’anni porta avanti questo gruppo
insieme a Stefano Arnetoli; avrete senza
dubbio capito che si tratta del nostro vice
presidente Fabio Gherardini.
Ciao Fabio, innanzitutto grazie del
tempo e della disponibilità concessaci
per questa chiacchierata.
“Ringrazio la redazione della
Sinfonia per avermi scelto per questo
spazio.”
Una domanda per rompere un po’
il ghiaccio, com’è nata la tua passione
per la banda?
“Posso dirti che è cominciato tutto
molto tempo fa. Nel 1969 ho cominciato a
far parte attivamente della banda di
Fognano, anche se il mio amore per la
musica nasce molto prima. Nei primi anni
’70, ho cominciato come consigliere, e
mio malgrado ho dovuto presto lasciare
per note problematiche all’interno della
b a n d a
s t e s s a .
Successivamente un allora
ragazzo rispondente al nome
di Stefano Arnetoli, mi ha
proposto la scommessa di
r i l a n c i a r e
quest’Associazione, partendo
4
Quattro chiacchiere con...
praticamente da zero, adesso diciamo
scelta azzeccata, ma quanti sacrifici e
meno male anche soddisfazioni, ci hanno
accompagnati, grazie a tutte quelle
persone che insieme a noi hanno permesso
tutto ciò.”
Cosa ti ha portato a lasciare lo
strumento?
“E’ una storia lunga. Ho cominciato a
suonare nel 1950 circa, andavo a scuola da
Enrico Barni, con la passione trasmessa
dal babbo che suonava il basso nella banda, poi mollai tutto in seguito alla sua
morte. Ma dopo anni l’allora capobanda
Remido Barni ed altri consiglieri mi fecero riscattare la scintilla, facevamo le prove
nello scantinato di una casa, io cominciai
suonando i piatti, e da allora entrai in banda. In seguito lasciai i piatti e con insistenza di Moreno Colligiani presi il basso,
visto che andavamo a suonare nella fanfara dei Bersaglieri in congedo di Prato. Per
motivi di lavoro abbandonai lo strumento
e mi dedicai alla parte “dirigenziale”.”
In consiglio ricopri da tanti anni la
figura di vicepresidente, ma come si
riesce a stare al fianco e, vista la mole,
all’ombra di Stefano?
“Che dirti, a fare la spalla di Stefano
mi trovo benissimo, forse perché le idee si
equivalgono, si pensa con il solito sistema,
dove la banda va avanti a tutto, ma soprattutto perché, e sono sicuro anche a lui, non
m’interessa essere primadonna ma
l’importante è che sia la banda a crescere
con tutte le sue difficoltà e le soddisfazioni. Non sono sempre tutte rose e fiori.”
Dopo tutti questi anni c’è un
qualcosa che rimpiangi di non aver
fatto ma che ti sarebbe piaciuto fare?
“I rimpianti sono tanti, ma soprattutto
il principale è quello di non aver potuto
studiare la musica come fanno i giovani
che si avvicinano adesso alla musica. Tutto è sempre stato legato alla mancanza di
tempo. Un piccolo dispiacere l'ho avuto
anche quando Lorenzo (il figlio) lasciò la
banda dove suonava il clarinetto, comunque sono scelte personali e vanno sempre
accettate. Oltretutto Riccardo (l’altro figlio) non ha mai intrapreso la strada musicale.
Però oltre ai rimpianti mi sono tolto
anche delle soddisfazioni, quella più grossa è data dal fatto che da una mia piccola
idea sia nata una grande cosa, e cioè il
gruppetto natalizio. Infatti tutto nacque dal
matrimonio di Lorenzo dove chiesi ad un
gruppetto ristretto di suonare, all’inizio era
nato solo per i matrimoni poi si è trasformato in quello che è attualmente.
Quell’anno solare non fu tutto rose e fiori,
perché nel luglio 1996 ci fu il matrimonio,
ma esattamente 11 mesi dopo la nostra
Associazione fu colta da un grosso dolore,
la morte di Romina, ricordata ancora con
molto amore.”
Non per dribblare il discorso, ma
solo per andare avanti, una domanda
fatta a tutti: come vedi il futuro della
banda?
“Abbastanza promettente, per
l’euforia, per i giovani e meno giovani
trainanti, per la trasparenza e la pulizia che
ruotano intorno alla banda. A riguardo
della sede mi sento di dire che dopo tante
peripezie e contrasti siamo arrivati al
punto di dover prendere il treno giusto per
le capacità della banda, visto anche la sua
attuale indipendenza, e finalmente
pensiamo di potercela fare.”
Mi è giunta voce che visto la tua
nuova attività a tempo pieno
(pensionato), hai deciso di ricominciare
a suonare, è vero?
“Alla mia età è difficile, considera
che mi è sempre piaciuto il basso e mi
piacerebbe risuonarlo ma forse rimarrà
solo un bel sogno. Comunque lasciamo
aperte sempre tutte le strade: nella vita non
si sa mai, forse un giorno si potrà tornare
alle vecchie passioni.”
Grazie per aver condiviso con noi
questi ricordi legati alla Banda di
Fognano.
“Grazie a voi per avermi concesso
questo spazio, e buon lavoro. Ah,
dimenticavo un ringraziamento lo volevo
fare a tutti i musicanti ed in particolare,
senza che gli altri me ne vogliano, a quelli
che ho visto bambini ed adesso sono già
grandi con una gran voglia di proseguire
Via Nazario Sauro n. 11 – 59100 Prato
Tel. 0574/4471200 Fax 0574/4471201
e-mail: [email protected]
CONSORZIO DI COOPERATIVE SOCIALI
Dipendenze:Centri recupero, programmi
personalizzati, gruppi di sostegno, inserimenti
lavorativi.
Anziani: Assistenza domiciliare 24h/24, assistenza
tutelare, assistenza specialistica per varie forme di
patologie, assistenza alla persona e servizi
integrativi di supporto alla domiciliarità
Malattia mentale e Handicap: Case
famiglia ,diurni, residenze in semiautonomia,
laboratori, progetti individuali, gestione vacanze,
inserimenti lavorativi
Giovani: Sportello giovani Europa, Punti di
aggregazione
Immigrati: Tutoraggio e accompagnamento
scolastico formativo e lavorativo, alfabetizzazione,
orientamento ai servizi, animazione e attività
inteculturali
Percorsi riabilitativi per il reinserimento sociale e
lavorativo: Per soggetti sottoposti a misure
alternative, tossicodipendenti, portatori di
Periodico a cura del Corpo Musicale “Giuseppe Verdi” di FOGNANO
Dalla Russia con furore...
Pëtr Il’ic Cajkovskij
Di Chiara Mainardi
e Francesca Nardi
Visto che Cajkovskij non è proprio un
cognome di facile pronuncia, saggiamente
i suoi genitori nel lontano 1840 decisero di
semplificare la vita del loro pargoletto
affibbiandogli un nome di impatto immediato: Petr Il’ic.
Pëtr (per gli amici) durante la sua vita
non si dimostrò solo un valente musicista
e compositore ma anche una persona di
spiccata intelligenza, in quanto appena
diciannovenne ottenne un impiego presso
il ministero della giustizia russo che ben
presto però abbandonò per dedicarsi totalmente alla musica.
Il’ic (per i conoscenti) iniziò a mantenersi impartendo lezioni private di pianoforte quando, nel 1855, perse la madre a
seguito di una grave malattia. Questo
dramma accentuò la sua instabilità psicologica da cui era costituzionalmente malato: cominciò a credersi perseguitato da un
malefico destino, una forma morbosa di
vittimismo che assunse in qualche caso gli
aspetti di un’autentica mania di persecuzione…
Una domanda nasce spontanea: o tutti
gli artisti sono geneticamente matti o la
musica, al contrario di quello che abbiamo
sempre sostenuto in questo giornalino,
anziché sollievo per lo spirito è uno strumento che ti porta diritto al manicomio!
Ai posteri l’ardua sentenza…
Dopo questa parentesi torniamo a parlare di Cajkovskij che, nel 1868, a seguito
di un travagliato periodo sentimentale
(pose, infatti, fine alla sua relazione con
una cantante belga a causa della sua manifesta omosessualità), ricominciò a comporre con particolare fervore creativo dando vita a opere del calibro dell’ouverture
Romeo e Giulietta.
Freschezza, eleganza, eccellenza tecnica caratterizzano le creazioni di questo
periodo insieme a una marcata tendenza
alla risoluzione malinconica.
Pëtr Il’ic Cajkovskij
Nel 1877 Pëtr decise di riprovare e si
sposò con una sua alunna e fanatica ammiratrice… ma niente! Tentativo fallito!!!
Dopo poche settimane abbandonò anche la
giovane Antonina! Gli ultimi quindici anni
della sua vita, Cajkovskij li trascorse in
Europa e in America e proprio in
quest’ultimo periodo nacquero le sue opere più importanti: Il lago dei cigni (1876),
La Bella addormentata (1889) e Schiaccianoci (1892).
Morì nel 1893 a San Pietroburgo durante un’epidemia di colera come era avvenuto a sua madre.
Dai Beatles ai Rolling Stones passando per i Doors: la musica che ha cambiato la storia
Il Rock anni ‘60
Di Elena Regolini
e Jacopo Regolini
Il rock nacque negli Stati Uniti nella metà
degli anni ’50 come mescolanza fra la
musica popolare “nera” e quella “bianca”.
Esso era prevalentemente intenso come
musica da ballo finché, agli inizi degli
anni ’60, fu importato in Europa e trovò
terreno fertilissimo in Gran Bretagna, che
rimase a lungo l’unica nazione che potesse
competere in campo musicale con gli
USA. Questo fenomeno venne pertanto
ribattezzato “British Invasion”.
Proprio mentre dei giovanissimi Beatles
assaporavano i primi successi con Love
Me Do, da una sponda all’altra
dell’Oceano Atlantico una nuova leva di
menestrelli iniziava una rilettura in chiave
moderna e cantautorale della tradizione
musicale degli avi, che di lì a poco avrebbe dato un contributo essenziale alla definizione della cultura della nuova generazione. I pionieri del folk rock furono gli
americani Bob Dylan e Joan Beaz.
A metà degli anni ’60 nacque la psichedelica, un movimento caratterizzato dalla
volontà di rappresentare e descrivere
l’insieme caleidoscopico di emozioni e
sensazioni provocate dall’assunzione delle
droghe chimiche e imprimerlo nel tessuto
sonoro delle canzoni. I maggiori esponenti
di questa corrente furono i Doors, che
legarono la loro fama alla figura carismatica di Jim Morrison.
Nel 1967 esce il disco che rivoluzionò
totalmente il concetto di rock: Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei
Beatles. Esso può essere considerato il
primo “concept album” della storia del
rock, giacché è totalmente costituito da
brani che seguono un unico filo conduttore, come in un libro diviso in capitoli.
Nello stesso anno uscì anche l’opera prima
di
un
gruppo
proveniente
dall’underground londinese, i Pink Floyd,
intitolato The Piper at the Gates of Dawn,
che è un’altra importante testimonianza
dell’ispirata vena psichedelica inglese e
del genio del chitarrista Syd Barrett, che
abbandonò poco dopo la sua carriera.
Mentre in Europa il movimento del ’68
sconvolse radicalmente le basi politiche e
sociali, negli Stati Uniti si stava per realizzare l’evento catalizzatore che non solo ha
segnato un’intera generazione, bensì
un’epoca: il concerto di Woodstock
(1969), un raduno di oltre trecentomila
persone. Questa manifestazione passò alla
storia come “una tre giorni di pace, amore
e musica”, ma fu anche una vera e propria
fucina di artisti: oltre ad un giovanissimo
Joe Cocker che incantò la folla con la sua
versione di “With a Little Help From My
Friends” e ad un altrettanto giovane Carlos
Santana che ammaliò il pubblico con il
fascino della sua musica, si fece notare
Jimi Hendrix, un grande musicista di colore, un virtuoso della chitarra che parlava
un linguaggio nuovo, quello dell’hard
The Doors
rock.
Anche in Europa la “british invasion”
della metà degli anni ’60 aveva partorito
una schiera di gruppi molto validi come i
Rolling Stones, gli Who e gli Yardbirds
che, alla fine del decennio, si trovarono di
fronte ad un bivio: sciogliersi oppure tentare la via dell’hard rock. I primi due continuarono con la nuova formula, mentre,
dalle ceneri del terzo nacquero i Led Zeppelin. Inoltre si formarono altri gruppi
come i Balck Sabbath e i Deep Purple, che
misero a punto uno stile di grande impatto
emotivo e commerciale. I testi proposti da
questi gruppi alcune volte toccano argomenti macabri e di cultura demoniaca che
faranno mobilitare molti comitati di genitori, educatori e uomini di Chiesa che
definiranno il rock “musica del diavolo”.
A fatti così espliciti si affiancano anche
presunti casi di occultamento di frasi sataniche incise al
contrario fra i solchi dei
dischi; messaggi di questo
genere si troverebbero nei
dischi dei Led Zeppelin e
5
LA SINFONIA
La nostra nuova rubrica di giardinaggio
Il Pollice Verde di Irene
Di Irene Niccolai
GENNAIO: MIMOSA: E' originaria della
Tasmania, in Australia; nel nostro paese si
trova nelle regioni del centro-sud e lungo
la Riviera Ligure.
♣ QUANDO FIORISCE: il periodo di
maggiore fioritura va da fine gennaio a
metà marzo. Già da novembre sui rami
sono ben visibili i capolini in boccio
simili a piccole sfere compatte di colore giallo-verde.
♣ QUANDO COMPRARLA: non preoccupatevi se nei vivai trovate piante
esili e con pochi rami: dopo il rinvaso
o il trapianto, la mimosa comincia a
crescere e a espandersi.
♣ SE AVETE IL BALCONE: per ripararla dal freddo mettete il vaso contro
la parete.
♣ SE AVETE IL GIARDINO: piantatela
in un punto soleggiato ma non troppo
ventoso.
♣ COME SI COLTIVA: la mimosa non
sopporta le temperature troppo rigide
(sotto i cinque gradi). Trovato l'angolo
giusto, preparatelo con terriccio da
giardino che sia leggermente acido.
Per le innaffiature regolatevi così:
poca acqua in autunno e inverno e
molta da primavera a fine estate.
♣ DOPO LA FIORITURA: è il momento
giusto per potare i rami e rendere un
comportamento compatto.
♣ CONSIGLIO: se volete godere il più
possibile il profumo della mimosa
passate sulla fiamma la base dei
rametti appena tagliati prima di
metterli nel vaso. In questo modo il
lattice che c'è all'interno non coagula e
il fiore assorbe più facilmente l'acqua
del vaso.
FEBBRAIO: MAGNOLIA STELLATA:
Proviene da nord del Giappone e si è adattata benissimo al Nord Italia: fiorisce con
grandi fiori bianchi e candidi i cui petali
ricordano i raggi di una stella.
♣ QUANDO FIORISCE: se la coltivate
in un angolo soleggiato, i fiori sbocciano a Febbraio. In piena ombra, invece,
la fioritura è ritardata ai primi di marzo.
♣ SE AVETE IL BALCONE: l'ideale è
sistemarla in un terrazzo orientato a
est, dove il sole arriva solo al mattino.
♣ SE AVETE IL GIARDINO: la magnolia stellata resiste bene al freddo e
negli angoli ombrosi. Se avete poco
spazio potete sistemarla anche in un
aiuola tra due case. Evitate le zone
troppo soleggiate perchè l'eccessivo
calore la fa soffrire.
♣ COME SI COLTIVA: il terreno ideale
è quello calcareo cioè poco acido.
♣ DOPO LA FIORITURA: evitate di
In…Canto di Natale
Di Alberto Barbani
È Dicembre, le strade si riempiono di
luci sfavillanti, nelle piazze sorgono
enormi alberi addobbati di mille colori, le
vetrine dei negozi vengono allestite nel
migliore dei modi… Vi domanderete:
dove vuoi arrivare? Beh, è semplice;
voglio solo dirvi che siamo a Natale.
Natale… a dirlo in fretta e furia, magari, ci sfugge il vero significato della festa… ma caro lettore, soffermati un attimo
e dillo lentamente insieme a me… N A T
A L E… eh sì! Detto così è una parola che
ci incanta e che ci fa pensare… Innanzitutto al senso religioso di tale festa, la nascita
di Gesù bambino, la fratellanza, la pace
nel mondo di cui tutti si parla ma che,
purtroppo, è ben lontana dall’avverarsi
(specialmente in questo periodo)… e poi,
ovviamente, quello di cui ho
parlato poc’anzi; i regali, i
pranzi, le feste ecc…
Proprio per questo motivo, presi da tanto incanto,
alla Banda di Fognano non
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poteva mancare qualche iniziativa natalizia, intitolata fra l’altro “In…Canto di
Natale”.
Indovinate un po’ a chi è venuta l’idea
di questo titolo… non vi viene in mente
niente? Va bene, vi do la parola chiave:
“In…Canto”. Ora vi è venuto in mente
qualcuno??? Sì, è proprio lui: il nostro
Cantante (Le Bariton) Stefano Arnetoli
nonché nostro presidente.
Ma veniamo al dunque: che cos’è
quest’incanto di Natale? Intanto diciamo
che non è uno ma sono molti “incanti”, in
quanto si tratta di una serie di concerti
natalizi che una rappresentanza della banda di Fognano ha voluto dedicare alla
popolazione.
Ho parlato di una rappresentanza poichè i concerti si sono svolti prettamente
all’interno di chiese (Montepiano, Migliana, Montale, San Michele) e, visto il poco
spazio a disposizione, si è dovuto creare
l’“Ensemble Fognanese”, ovvero un ristretto gruppo di ragazzi, facente parte
della banda, che hanno accompagnato la
voce solista di Stefano.
Volete sapere di più? Effettivamente
potare i rami, crescono in modo lentissimo.
♣ CONSIGLIO: le radici di questa magnolia hanno la caratteristica di restare in superficie. Quindi, per non danneggiarla, evitate di calpestare e di
rastrellare il terreno alla base del tronco.
♣ SE COMPRATE ADESSO...
Gli arbusti si comprano nei vivai oppure
nei centri di giardinaggio che coltivano le
piante da esterni. Ma in questa stagione,
tranne alcune eccezioni, la gran parte delle
piante è senza foglie. Allora come si fa per
scegliere bene? Per prima cosa guardate
con attenzione gli arbusti che hanno già
qualche fiore aperto. Preferite quelli che
hanno una forma armoniosa, senza rami
disordinati o spezzati. Poi date un'occhiata
anche sotto il vaso: dal foro di scolatura
dell'acqua devono spuntare alcune radici.
E' la prova che la pianta è sana, cresce
bene e in primavera sarà pronta per il rinvaso. Per cambiare vaso alla pianta e trapiantarla aspettare il mese di marzo.
♣ L'ACQUA PER FARLE CRESCERE
Gli arbusti a fioritura invernale hanno
bisogno di essere innaffiati anche durante
l'inverno quando sbocciano le corolle.
Quindi anche se fa freddo date sempre un
goccio d'acqua non appena notate che la
superficie del terreno diventa secca. Poi
man mano che il tempo migliora, aumentate la frequenza delle bagnature, ma senza
esagerare. A soffrire di più per il caldo e la
siccità sono gli arbusti in vaso. Se in estate
vi assentate per più di una settimana, mettete nel terriccio le speciali carote porose
collegate con un secchio d'acqua.
avete ragione: non vi ho detto qual era il
repertorio dei concerti… I pezzi, essendo
nel periodo natalizio, non potevano che
essere prettamente religiosi, quindi Ave
Maria di Schubert, di Caccini, Sancta
Maria, Pietà Signore e altri; la novità più
significativa di questa serie di concerti è
proprio il brano che concludeva la serata.
Infatti, abbiamo deciso di fare gli auguri
alla popolazione attraverso un pezzo conosciutissimo, un vero inno alla pace: Oh
Happy Day. E voi vi chiederete: novità in
che senso? Nel senso che le ragazze della
banda si sono trasformate per una volta in
coro Gospel accompagnando per tutto il
pezzo Stefano. Il pubblico è stato reso
partecipe del brano diventando una sorta
di percussione per i musicisti
dell’Ensemble, diretti dal Maestro Mario
Scavuzzo, in quanto applaudiva a tempo
attraverso i cenni del Maestro stesso.
Oltre ai concerti dell’Ensemble, i ragazzi della scuola di musica Romina Betti
(muniti di cappellino da Babbo Natale)
hanno suonato durante il presepe vivente
di Tobbiana per la notte della vigilia e la
mattina di Natale all’uscita della messa di
Montale alle undici e di quella di Fognano
alle undici e trenta regalando alla popolazione gli auguri più sinceri da parte della
Banda.
Prosegue il nostro viaggio alla scoperta di
nuovi talenti musicali...
Periodico a cura del Corpo Musicale “Giuseppe Verdi” di FOGNANO
Gioca Con
Noi!!!
Special Blend
Di Rachele Battistini
Io, Claudio, Riccardo e Andrea ci
siamo conosciuti due anni fa e facevamo
parte di un altro gruppo. Gli Speciali
Blend si sono formati solo pochi mesi fa
con l’ultimo acquisto: Erika.
Riccardo, chitarra ritmica, è neo –
laureato in scienze infermieristiche, è di
Striglianella ed ha 23 anni.
Claudio, chitarra solista, è metalmeccanico. È di Montale ed ha una ragazza
inseparabile che ormai fa parte del gruppo.
È fissato e gelosissimo della sua chitarra
elettrica… come anche Riccardo!!! Ha 24
anni.
Andrea (detto Spigola) suona il basso
ed era il più piccolo fino a che non è arrivata Erika. Ha compiuto da poco 17 anni e
fa l’alberghiera. Infatti, ogni tanto arriva
in ritardo anche ai concerti per le sue gare
culinarie… panico! (vincesse poi!!!)
Erika è detta la “pischella” del gruppo
con i suoi 16 anni. Frequenta il terzo anno
del liceo linguistico. Alla prima prova
insieme la sua voce ci ha veramente lasciati tutti a bocca aperta… e durante i
concerti aggiunge sempre qualcosa di suo,
stupendo tutti.
Io sono Rachele. Nessuno ci crede mai
ma sono la batterista. Anche quando suoniamo con altri gruppi, infatti, la frase
classica è: “una batterista donna?!?”. Ho
20 anni e studio restauro dei beni culturali
a Firenze.
Non conoscendoci molto, abbiamo alle
spalle non più di 5 o 6 serate; ma le cose si
prospettano bene. Abbiamo vinto il concorso di TVL col seguente premio: un
manager ci trova serate in pub “un po’ più
grandini” di quelli in cui suoniamo solitamente. Abbiamo già in progetto di fare
altre serate poiché nei locali dove abbiamo
suonato ci richiedono spesso di risuonare.
L’ultima esibizione è stata l’11 gennaio al
Fox di Pistoia.
Come dice il nostro nome, “miscela”,
suoniamo un po’ di tutto quello che fa
cantare: dal rock melodico come Elisa,
Anouk, The Crenberries, Alanis Morissette, alla musica anni ’70. Per ora facciamo
cover, ma abbiamo già in cantiere anche
pezzi nostri.
Abbiamo uno stuolo di amici che ci
seguono ovunque ed anche un fan club
molto speciale: la sezione genitori. Sono
sempre presenti e molto, ma molto più
eccitati di noi quando suoniamo!!! Sono
loro che partono con i cori della tifoseria,
ma fanno anche da fotografi e cameraman.
PS: Il nome, scelto fra allucinanti alternative, è merito di mio fratello Edoardo
che è anche mio personale facchino… e
che deve avere ancora una cena pagata!!!
Di Luca Santi
Rispondete alle definizioni
riportando sulle linee (una
per ogni lettera) le città
corrispondenti. Le iniziali,
lette orizzontalmente, daranno come soluzione il
nome di uno strumento della banda!!!
Definizioni:
1.
Il capoluogo sardo
più a sud
________
2.
Capitale inglese
______
3.
Città italiana famosa
per il suo spumante
____
4.
Il paese di
Babbo Natale
_________
5.
Città turca sullo
Stretto del Bosforo
________
6.
La Città di Totò
______
7.
Vi si è fermato
Cristo
_____
8.
Vi ha sede la FIAT
______
9.
La città con la Bora
_______
Il Coro di Montepiano
Dopo gli Alpini di Montale e la Banda di Montese, vi presentiamo i nostri amici gemellati con noi dal 1997...
Di Dania Meoni
Uno dei gemellaggi a cui siamo più
affezionati è quello con il Coro di
Montepiano. Montepiano, appunto, è un
piccolo paese sul confine tra la Toscana e
l’Emilia-Romagna. La popolazione conta
circa 700 abitanti, ma ovviamente questo
numero accresce molto durante il periodo
estivo, poiché Montepiano è una rinomata
località turistica famosa per il suo clima e
per i bellissimi paesaggi ricchi di boschi,
adatti a passeggiate suggestive e piacevoli.
E’ dunque in questa cornice che il
Coro nacque circa trenta anni or sono, per
iniziativa del parroco di allora, don Alfiero
Dolfi. Se all’inizio il suo repertorio era
costituito esclusivamente da melodie sacre, col tempo si è ampliato, fino a comprendere diversi motivi di origine popolare
e tradizionale. Di conseguenza, anche la
fama dello stesso Coro è cresciuta, portandolo tutt’ora a percorrere numerose località della nostra Penisola, nonché sbarcando
anche oltre i confini nazionali.
E’ comunque con l’ingresso del suo
attuale Maestro, lo stesso della nostra
Banda, Mario Scavuzzo, che il Coro,
composto attualmente da venti coristi, ha
raggiunto l’apice dei suoi equilibri
espressivi, affinando e allargando la sua
tecnica e quindi anche il suo repertorio. Il
gemellaggio con il nostro Corpo Musicale,
che alla metà di luglio tutti gli anni, dal
1997 a questa parte, ci permette di esibirci
nella Badia di Montepiano, rappresenta
sempre un’interessante occasione di
dialogo e confronto tra la nostra forma
espressiva, basata espressamente sulla
musica strumentale, e quella del Coro,
costituita invece da sole voci.
10. Capitale del
Canada
______
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LA SINFONIA
BANDA NEWS
Di Lisa Santi
-
Sabato 15 Febbraio: GRANDE
FESTA IN MASCHERA CON CENA E BALLO!!!
Per informazioni e prenotazioni
telefona a Alberto 339 – 8709080 o
Francesca 349 – 3765282.
-
Domenica 23 Febbraio e Domenica
2 Marzo la Banda si ritrova alle ore
14:00 a S. Michele per accompagnare
i carri allegorici della tradizionale
sfilata di Carnevale.
È arrivato il 2003!!! L’anno nuovo
porterà con sé tante belle news… Feste,
Concerti, Processioni, Sfilate e… tanto
divertimento!
Intanto sta per arrivare la festa più
allegra dell’anno: il CARNEVALE e… a
carnevale ogni scherzo vale! Ma la nostra
grande Banda non scherza e ricomincia
con tanto entusiasmo:
Vi ricordiamo che “La Sinfonia” vi aspetta
in tutte le edicole di Montale, Fognano,
Tobbiana e Stazione sempre più aggiornata e divertente! Buon anno a tutti dalla
Banda!
Questo spazio è a disposizione per la pubblicazione delle
vostre poesie. Ad ogni uscita del giornalino verranno scelte dalla redazione una o più poesie fra quelle che ci avete
inviato e saranno presentate in questo apposito angolo.
Buona scrittura!!!
•
•
LA BELLEZZA
La Bellezza della musica
auguro a tutti voi artisti,
di essere raggiunti
da queste ispirazioni creative
con intensità particolare.
La Bellezza che trasmettete
alle generazioni di domani
sia tale da destare in esse
lo stupore.
Grazie ad esso
la Bellezza salverà il mondo.
Servizi Finanziari
Liquidazione Danni
AUGURI A:
Gennaio:
12 Paolo Logli
13 Fernando Nesi
Febbraio:
4
Alessandro Vitulano
Giorgio Brizzi
5
Barbara Ferretti
5
Simone Gori
6
Gennaro Trombacco
8
Riccardo Mainardi
10 Valentina Bellucci
28 Ennio Ricasoli
5
Giulia Preteni
La Redazione de “La Sinfonia”
8
Arnetoli Davide
Barbani Alberto
De Dominicis Margherita
Mainardi Chiara
Mainardi Nicola
Meoni Daniele
Meoni Dania
Nardi Francesca
Niccolai Irene
Regolini Elena
Regolini Jacopo
Santi Lisa
Santi Luca
Taurone Carmine
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