IL ROMANTICISMO
ELEMENTI DI BASE
CRISI DELL’ILLUMINISMO E NEOCLASSICISMO: l’Illuminismo era stato
messo in crisi dalla rivoluzione francese perché aveva rivelato accanto
alla ragione l’esistenza della “passione rivoluzionaria” (Salinari), e
l’affacciarsi di masse non illuminate “che avevano rotto i limiti del
paternalismo riformistico, avevano rifiutato di essere semplice oggetto
delle riforme illuministiche e avevano rivendicato il diritto di esserne
protagoniste, il soggetto” (Salinari); infine perché le idee illuministe si
erano rivelate astratte e andavano adeguate alle diverse realtà
nazionali e storiche. Del resto anche nelle precedenti tendenze
letterarie si rintracciavano elementi romantici: nel Foscolo, in Gothe,
nella poesia sepolcrale inglese, nello “Sturm und drang”, in Monti e
Alfieri, ecc.
ORIGINE TEDESCA: il R. nasce nel 1798-1800 a Berlino con la rivista
Athenaeum a cui collaborano tra gli altri i fratelli Schlegel (Augusto,
Guglielmo Federico), Goethe, Schiller, anche il filosofo Schelling. Il
termine si rifà alla tradizione “romanza” dei romanzi del ciclo bretone
poi ripreso da Rousseau per indicare l’atteggiamento soggettivo di
fronte al paesaggio, alla pittura, ecc. I tedeschi si ispirano al medioevo
perché cercano le origini della loro nazione che sono quelle medioevali.
Per loro il mondo romano era già destinato alla decadenza e fu
vivificato dalla confluenza dei Germani, di qui la valutazione positiva
del medioevo.
CONTENUTI: “il disprezzo per la forma e l’armonia dell’arte classica,
l’esigenza di una poesia immediata, l’esaltazione del genio, ribelle ad
ogni regola e ad ogni legge, l’ammirazione per il medioevo, come culla
delle caratteristiche nazionali del popolo tedesco” (Salinari). La
scoperta dell’arte come “espressione immediata del sentimento e
quindi della concreta individualità dell’artista (la ragione è comune a
tutti gli uomini)” (Salinari). Opposizione alle regole aristoteliche
dell’unità di tempo e azione e alla ripetizione della mitologia classica
che è solo una vuota ripetizione di miti sorti in epoche assai diverse. Il
Romanticismo va verso la poesia “primitiva” e “popolare”, alla ricerca
dei canti popolari, di tutto ciò che è espressione popolare. La poesia
romantica aveva quindi un doppio aspetto: l’irrazionalismo
(rivalutazione della passione e del dolore individuale, il pessimismo, il
contrasto fra illusione e realtà), e la realtà nazionale (da cui prendono
origine la letteratura patriottica e il realismo storicistico, l’amore per la
libertà, la ricostruzione realistica della tradizione storica con il
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romanzo storico, e la poesia non fine a se stessa, ma strumento al
servizio di ideali di libertà, di indipendenza, di riscatto nazionale).
Quindi nel romanticismo coesistono diverse posizioni. Comunque tutta
la sostanza del Romanticismo è questa: riflette letterariamente e
culturalmente il processo di costituzione della borghesia come classe
nazionale e quindi fonda una cultura nazionale. Di qui l’interesse per il
passato, per la storia, il legame con il patriottismo.
REGOLE POETICHE: Sthendal (Francia): in “Racine e Shakespeare”
(1823-1825), che contrappone una poesia legata a regole classiche a
una poesia come espressione genuina della varietà delle passioni
umane. VICTOR HUGO (Francia): nella prefazione al dramma di
“Cromwell” (1827), dove sono indicate le regole della poesia romantica:
rifiuto delle regole, mescolanza di stili, allargamento della sfera di cui si
occupa la poesia.
TITANISMO E VITTIMISMO: L’individualismo romantico diede origine a
diversi atteggiamenti: i primi intellettuali del periodo della
restaurazione svilupparono un atteggiamento di chiusura su sè stessi,
un misto di anarchismo e ribellismo individuale; altri invece esaltarono
l’impegno sociale per cambiare la società. Questi due atteggiamenti
svilupperanno due forme di individualismo dette “Titanismo” (lotta
eroica contro natura e società) e “Vittimismo” (consapevolezza dei
limiti e della lotta impari, rinuncia e autocommiserazione)” (Balbis,
ecc.)
MEDIOEVO: Friedrich Schelegel: “Il medioevo suolsi dipingere e
considerare come un vacuo nella storia.. fra la cultura dell’antichità e
il risorgimento... Ma questa opinione è sotto un doppio aspetto
erronea. La parte essenziale.. dell’antichità non fu giammai spenta del
tutto” Inoltre: “Se la letteratura di una nazione non ha questa età
poetica anteriore al periodo del suo più regolare ed artifizioso sviluppo,
non potrà conseguire giammai una figura ed un carattere nazionale, nè
spirare ad una vita sua propria... Questa poetica viene costituita dal
medio evo” (seconda introduzione, vedi sopra). Heinrich Heine: “La
scuola romantica”, 1833: “nel medioevo dai singoli monumenti
all’intera struttura dello Stato e della Chiesa, si fondava sulla fede del
sangue, così oggi tutte le nostre istituzioni si basano sulla fede nel
denaro, nel denaro reale. La prima è superstizione ma questo è schietto
egoismo. Quella fu distrutta dalla ragione; quest’altro verrà
sconfitto
dal sentimento. (...) Forse fu lo scontento per l’odierna fede nel denaro,
la repugnanza per il sogghignante egoismo... che spinse in Germania
alcuni onesti poeti della scuola romantica a rifugiarsi nel passato e a
promuovere una restaurazione del medioevo... Gli scrittori francesi
(che anch’essi scavano nel passato, N.d.A.) perseguivano invece solo fini
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artistici... frugarono nelle tombe del passato unicamente con lo scopo
di trovarsi un costume interessante per il carnevale”.
TRADIZIONI POPOLARI: Wordsworth (Inghilterra), le “Ballate Liriche”
(1798) (specialmente la sua prefazione alla seconda edizione). “È stata
scelta la vita umile e contadina perché in quella condizione le passioni
generali dell’animo trovano un terreno migliore... sono meno
condizionate e parlano un linguaggio più schietto... è stato anche
adottato il linguaggio di quegli uomini (purificato, in verità di quelli
che sono i suoi veri difetti...) perché gli uomini comunicano
costantemente con le cose migliori da cui ha origine la parte migliore
del linguaggio”.
ROMANTICISMO-CAPITALISMO: Benjamin Constant (1767-1830), è stato
amante della Stael, legato ai romantici. Scrive i “Principi di politica
applicabili a tutti i governi”, teorico della borghesia liberale: “la
proprietà è una convenzione legale, necessaria ai tempi: ma la
divisione, la disposizione, ... la circolazione, la diffusione, non
incontreranno alcuna restrizione, alcun ostacolo... La proprietà
industriale si porrà... ogni giorno al di sopra della proprietà terriera
perché... la proprietà terriera rappresenta il valore della cosa, quella
industriale il valore dell’uomo.... e qualsiasi monopolio, qualsiasi
privilegio, qualsiasi corporazione protetta a svantaggio dell’attività e
delle imprese individuali spariranno senza possibilità di ritorno.” Nel
campo delle fedi, cultura ecc. “vi sarà neutralità completa da parte del
governo perché non ha... opinioni incontestabili, numi infallibili”
ROMANTICISMO ITALIANO
POLEMICA: Madame De Stael (1766-1817): scrittrice francese, pubblicò
nel 1816 sulla “Biblioteca Italiana” (giornale filo austriaco), una dura
critica alla cultura neoclassica italiana, invitando gli intellettuali
italiani a tradurre le opere estere e a vivificare il proprio pensiero,
“Sulla maniera e l’utilità delle traduzioni”. Dopo aver constatato che
occorre “mostrare qualche novità a’ lor cittadini, i quali per lo più
stanno contenti all’antica mitologia”, mitologia che il resto d’Europa ha
già dimenticato, Mme Stael invita gli italiani a tradurre e conoscere le
opere tedesche non per copiarle ma per “uscire da quelle usanze viete”
a favore “della naturale schiettezza”, contro una “classe di eruditi che
vanno continuamente razzolando le antiche ceneri, per trovarvi forse
qualche granello d’oro” e di un’altra parte di scrittori “senz’altro
capitale” che la “molta fiducia nella loro lingua armoniosa”.
ROMANTICISMO E ILLUMINISMO: “Il legame tra romanticismo e
Illuminismo risulta particolarmente evidente: e del resto tale legame
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può considerarsi l’elemento caratterizzante del romanticismo italiano.
Gli scrittori del Conciliatore si richiamano spesso all’esperienza del
Caffè e proprio dagli illuministi e dal Parini ripetono l’esigenza di una
arte utile nutrita di ragioni morali e civili, strumento di progresso e di
riscatto nazionale. La polemica quindi non tocca i classici ma si rivolge
contro l’accademismo”
IL CONCILIATORE: (settembre 1818 - ottobre 1819), diretta da Silvio
Pellico con la collaborazione di Di Breme, Borsieri, Berchet, Visconti,
Maroncelli, Porro, Confalonieri e il sostegno indiretto di Manzoni. Il
Conciliatore voleva “conciliare” diversi gruppi letterari italiani nella
nuova concezione romantica. Nel delineare lo scopo del Conciliatore
Pietro Borsieri scrive che è cambiato l’atteggiamento degli intellettuali
prima rivolto alla “ erudizione e la grave pedanteria” senza curarsi del
pubblico: “Tanti solenni avvenimenti della nostra età, tante lezioni
della sventura, tante funeste esperienze di mutamenti sociali, hanno
svegliato gli uomini col pungolo del dolore; e riscosso una volta il
sentimento, hanno essi per necessaria conseguenza imparato a vivere.”
E propone una cultura utilitaristica: “L’utilità generale deve essere
senza dubbio il primo scopo di chiunque vuole in qualsiasi modo
dedicare i suoi pensieri al servizio del Pubblico... -altrimenti gli scritti
assomiglierebbero- a belle frondose piante che non portano frutto”
BERCHET: “Lettera semiseria di Crisostomo”. “-i classici...- al tempo loro
furono in certo modo romantici perché non cantarono le cose degli
egizi o de’ Caldei, ma quelle dei loro Greci...-anche tra i poeti classici i
migliori sono quelli che vi mescolano il romantico, perché...- imparerai
come i confini del bello poetico siano ampi del pari che quelli della
natura, e che la pietra di paragone con cui giudicare di questo bello è
la natura medesima, e non un fascio di pergamene”. Il pubblico a cui si
deve rivolgere la letteratura non è la plebe analfabeta (ottentotti), nè i
letterati (parigini), ma la classe media (popolo).
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