Racconti di Viaggio – 5
L’incontro
Incontro di due mani
Incontro di due mani
in cerca di stelle,
nella notte!
Con che pressione immensa
si sentono le purezze immortali!
Dolci, quelle tue dimenticano
la loro ricerca senza sosta,
e incontrano, un istante,
nel loro circolo chiuso,
quel che cercavano da sole.
Rassegnazione d'amore,
tanto infinita come l'impossibile!
Juan Ramon Jimenez
Juan Ramón Jiménez Mantecón ( 1881 – 1958) poeta spagnolo. Premio Nobel per la letteratura nel 1956
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1
Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prim’ancora che i corpi di vedano.
Generalmente essi avvengono quando arriviamo a un limite, quando abbiamo bisogno di morire e
rinascere emotivamente.
Gli incontri ci aspettano, ma la maggior parte delle volte evitiamo che si verifichino. Se siamo
disperati, invece, se non abbiamo più nulla da perdere oppure siamo entusiasti della vita, allora
l’ignoto si manifesta e il nostro universo cambia rotta.
Paolo Coelho da “11 minuti”
(Rio de Janeiro, 1947) scrittore e poeta brasiliano.
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Gli incontri mancati ...
Che stupidi che siamo,
quanti inviti respinti, quanti …
quante frasi non dette,
quanti sguardi non ricambiati …
tante volte la vita ci passa accanto
e noi non ce ne accorgiamo nemmeno.
Dal film “Le fate ignoranti” - 2001 diretto da Ferzan Özpetek, con Margherita Buy e Stefano Accorsi.
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Un incontro importante ...
Poesia
di Pablo Neruda
Accadde in quell’età … La poesia venne a cercarmi. Non so da dove sia uscita, da inverno o
fiume. Non so come né quando,no, non erano voci, non erano parole né silenzio,ma da una strada
mi chiamava,dai rami della notte, bruscamente fra gli altri,fra violente fiamme o ritornando solo,era
lì senza volto e mi toccava.
Non sapevo che dire, la mia bocca non sapeva nominare, i miei occhi erano ciechi, e qualcosa
batteva nel mio cuore,febbre o ali perdute,e mi feci da solo,decifrando quella bruciatura,
e scrissi la prima riga incerta,vaga, senza corpo, pura sciocchezza,pura saggezza di chi non sa
nulla,e vidi all’improvviso il cielo sgranato e aperto,pianeti, piantagioni palpitanti, ombra ferita,
crivellata da frecce, fuoco e fiori, la notte travolgente, l’universo.
Ed io, minimo essere, ebbro del grande vuoto costellato,a somiglianza, a immagine del mistero,
mi sentii parte pura dell’abisso, ruotai con le stelle, il mio cuore si sparpagliò nel vento.
Pablo Neruda (1904 – 1973) poeta cileno. Viene considerato una delle più importanti figure della letteratura
latino americana contemporanea. Premio Nobel per la letteratura nel 1971.
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2
Giesseù
Caos. Caso. Casuali viaggiatori, lì nell’atrio stipati.
L’atrio che cristallizza le nostre istanze al Grande sceneggiatore.
L’atrio dove scocca la magia di due sguardi, prima in tralice poi diretti.
Corsa contro il tempo: i destini si incrociano solo ora, poi lo scenario si decompone,
e per sempre.
Il tempo che il Caronte metallico ci traghetti da monte a valle.
Il tempo perché le nostre anime si riconoscano gemelle
e le auree si avviluppino in un’aurea spirale
prima che lo scenario si decomponga per sempre.
Via posta elettronica, l’autore sottopone il componimento all’amico Roberto Germano – non nuovo
ad esperienze poetiche – il quale gli sollecita una replica esplicativa per capirne innesco e
processo creativo. Quanto segue, è il contenuto di tale risposta:
“Da piazza Fuga prendo la funicolare centrale. Sono nell'atrio in attesa che giunga la funicolare.
Dopo di me arriva un terzetto di ragazze, la più grande di età mi fissa. Io ricambio. Arriva la
funicolare. Le precedo infilandomi in una carrozza, per vedere se hanno l'ardire di seguirmi...
Hanno l'ardire di seguirmi. Lo scambio di sguardi continua lungo tutto il viaggio. Direi anche in
maniera imbarazzante. All'uscita, ricevo una telefonata sul cellulare ma – mentre converso al
telefono – ho il tempo di far segno alla ragazza di fermarsi. Lei aspetta che io concluda la
telefonata. Dopodiché le dico: «... quindi come restiamo? Quando ci vediamo?» E lei dice:
«Quando vuoi!» Perché è stato come se gli sguardi avessero già anticipato buona parte della
conversazione.
Ho scoperto che la mia “musa” era amante della poetessa Alda Merini. Nei successivi
appuntamenti, sapendo di questa sua passione per la poesia, le ho detto che forse ne avrei scritta
una per immortalare il momento del nostro incontro. Mi ha martellato chiedendomi di continuo
«quando la scrivi? quando la scrivi?».
Penso, in effetti, ai viaggiatori occasionali che – diversamente da quelli abituali – sono legati da
destini che si incrociano per pochi fugaci attimi. L'angoscia che ti prende pensando alla caducità
del set che ti è stato allestito e dove tu, attore libero, devi interpretare le tue battute prima del
perenne smantellamento della scena.
La sala d'attesa di un qualunque mezzo di trasporto – se ci rifletti – è un luogo misterioso. Il mezzo
di trasporto stesso è un luogo misterioso. Quando qualche incidente occorre al mezzo di trasporto,
è un bel pacchetto di anime senza alcun legame che se ne sale CONTEMPORANEAMENTE al
Creatore, tutti sulla stessa barchetta di Caronte. La funicolare poi, con la sua discesa "agli inferi"
da monte a valle, appunto, è la metafora perfetta!
Ci sono, come noterai, riferimenti massonici e un richiamo alla sezione aurea.
Avevo la tavolozza dei colori e, in mente, il disegno che desideravo fissare con poche pennellate
riassuntive. Poi è entrato dentro di me lo spirito creativo e mi pareva di sentire questo conato
poetico che cercava di venir fuori dalla mia bocca. E io temevo di perderlo tutto in un grosso lago
di vomito, prima di riuscire a fissarlo sulla carta.
È stato bellissimo!”
3
INCONTRO di due CUORI
Ho incontrato nel mio cuore il mio pensiero:
il pensiero è buono.
Ho incontrato nel tuo cuore il mio pensiero:
il pensiero è trasformato…
Nel tuo cuore
il giorno non ha le ali e
il cielo non è azzurro.
Nel tuo cuore
la notte le stelle non brillano e
la bianca fiamma della luna
ha addormentato i tuoi occhi.
Cuore
Senza ali
Senza azzurro
Senza scintille
Cuore spento. Il tuo cuore.
di Maria Rosa Ferrara
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4
" Ti stavo aspettando Obi-Wan, ci rincontriamo finalmente, ora il cerchio e' completo, quando ti ho
lasciato non ero che un discepolo, ora sono io il Maestro "
Dal film “Star Wars” del regista George Lucas
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Con la scoperta delle Americhe ...
Per gli Indios il contatto con i navigatori europei fu un vero choc. Gli europei, dal canto loro, si
chiedevano se quegli esseri fossero uomini o animali.
Oggi porsi una domanda del genere sarebbe assurdo, ma all’inizio del XVI secolo Carlo V (1500 –
1558) arrivò a costituire una commissione di esperti per indagare sulla natura di quegli “strani
selvaggi”. Non si trattava di curiosità, nè di interesse scientifico, ma di volgarissima necessità
materiale: un essere senz’anima non ha diritti, può essere schiavizzato, torturato e ammazzato
senza fare alcun torto a Nostro Signore.
In quell periodo si diffuse la pratica delle Encomendados: ogni soldato, nel momento in cui gli
veniva assegnata una terra, diveniva proprietario anche degli indigeni che vi abitavano.
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Cose da conoscere ... per riflettere un po’
Dall'inizio del 1800 fino agli anni Quaranta del Novecento si diffusero delle mostre curiose.
In esse venivano presentati quelli che, per la società d'allora, erano considerati i mostri, i diversi: a
quel tempo, nei circhi, nei villaggi itineranti, nelle esposizioni universali, i selvaggi (così erano
chiamati i nativi americani) venivano mostrati al pubblico, spesso come degli animali.
E' il caso di Ota Benga, il pigmeo rinchiuso nello zoo di New York e morto suicida; oppure il caso
della donna a cui è stato dedicato un film dal titolo Venere Nera, che narra la storia di una donna
dell'Africa del Sud, Saartjie Baartman, esposta nelle fiere e negli zoo come se fosse una scimmia.
MARTEDI’ 7 febbraio 2012
ore 17.30
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