LA FIRMA DEL CREATORE La scienza di Euclide ha incontrato il mistero della Creazione. E cerca di nasconderlo. Roma, anno 1520— Nel programma del Vaticano, immortalato da Raffaello per incarico delle nuove autorità, la scienza moderna, che è la scienza delle misurazioni, è rappresentata da Euclide. Gli uomini che avevano deciso di fondare il Vaticano, avevano anche deciso di evangelizzare il mondo, e per muoversi liberamente avevano prima di tutto la necessità di conoscerlo. La Geometria (= misurazione della terra, in greco) era la scienza da cui quegli uomini partivano, e la Geometria è simboleggiata dalla figura di Euclide che mostra ai giovani come si fa. Euclide tiene in mano uno strumento di misura, e prende a termine di paragone, una stella di Davide. Standard di partenza per valutare il mondo, secondo il Vaticano di quattro secoli fa, era la stella di Davide, la stessa che oggi campeggia sulla bandiera dello stato di Israele. Questo significa semplicemente che l'incarico a Raffaello fu dato quando le due religioni erano ancora una religione sola, e cre-dere oppure non credere che Gesù era davvero il Messia di cui parlava la Bibbia non era una condizione discriminante per chi viveva a Roma. Lo diventerà in seguito, quando Vaticano & Co. avranno abbastanza potere per imporlo in giro, e nella storia questa imposizione è nota come Pace di Augsburg, Augusta, nel 1555. La pace di Augusta fu un atto ammi-nistrativo di terribili conseguenze, perché prevedeva l'obbligo per tutti i sudditi di professare la religione del Re. Il patto riguardava le grandi nazioni europee, e nel Nord fu applicato con estremo rigore causando disagi a tutte le comunità la cui Bibbia differiva da quella del sovrano di turno. Alcuni gruppi non accettarono il Nuovo Testamento e si posero quindi in conflitto Con Roma. Venezia ebbe un Nuovo Testamento speciale, San Marco, che la esentava dalla dipendenza da Roma. San Marco (santo = sancito, pattuito) era un contratto con gli stessi religiosi che avevano portato il nuovo cristianesimo a Roma. Il primo effetto dell'obbligo di avere la stessa religione del Re, fu che alcuni gruppi di persone diventarono diversi. Se volevano conservare la loro religione gli fu concesso di risiedere nelle varie città dell'Europa a patto che si sottoponessero in gruppo a condizioni particolari. Così nel 1555 nacquero i ghetti, e a Roma da allora nulla è cambiato, ed infatti il governo italiano deve contrattare con l'Associazione lsraelitica Italiana persino la denominazione di questa associazione (sta av-venendo mentre scrivo queste righe). Dopo la divisione formale di giudei-giudei e giudei-cristiani nel 1555, della stella di Davide non si parlò più per qualche secolo. La stella di Davide comparve di prepotenza all'attenzione del mondo con il Sionismo, un movi-mento nato in Polonia nella seconda metà dell Ottocento che aveva lo scopo di realizzare lo stato di Israele in Palestina. Hitler fece della stella di Davide l'etichetta con cui identificare gli «juden», ossia quelle categorie per cui erano stati fatti i ghetti, e oggi tutto il mondo ha imparato ad identificare la stella di David con lo stato di Israele e con il nome dei famosissimi banchieri franco-inglesi Rothschild (~ scudo rosso» uno dei nomi che hanno dato alla stella di Davide). I teologi non spiegano in quale modo Euclide utilizza la stella di Davide per misurare il inondo, evidentemente è un segreto. Lasciamolo segreto ancora per un po. Armenia, anno 1000 — la Bibbia dice che I ‘Arca di Noè prese terra in Armenia, ossia che da questa regione sono partite le tre religioni monoteiste, che originariamcnte erano indistinte e rappresentate dal culto dcl libro. La quantità di simboli connessi all'Armenia è tale da escludere qualsiasi coincidenza. Rumenia, Romania, Rom o Romanyi (gli zingari~Armani (romani), persino Jalta, sono tutti nomi della stessa cosa, e la collegano arbitrariamente a Roma. L'altro nome dell'Armenia, Iberia (di cui rimane traccia in Siberia) è un maldestro tentativo di nobilitare il mi-tico popolo degli lberi, ossia degli spa-gnoli, nonostante la lontanissima collocazione della penisola Iberica. Terra Armenica secondo alcuni è l'origine della parola America, ma in America hanno preferito eternare l'entità con il nome Gcorgia prendendolo dall'omonima regione dove prese terra l'Arca di Noè (la lingua georgiana è molto simile a quella armena, soprat-tutto l'alfabeto. Dal punto di vista linguistico, i georgiani occidentali veri e propri si chiamano Amen). Con il nome Georgia l'Armenia nobilita le origini degli zar Romanoff (i Bagratidi) c della casa reale d'Inghilterra, che erano strettamente imparentati. Mentre col nome di Albania, Candia, Cipro, Lusignano, la stessa entità nobilita i Savoia. Il nome con cui l'Armenia è ricordata negli Stati Uniti è Gcorgia, la cui capitale Atlanta ricorda l'Atlantide, il continente oltre le colonne d'Ercole di cui Platone aveva sentito parlare. Atlanta è nota per altre coincidenze bibliche; per l'AIDS (controllato dal Centers far Disease Control, che ha sede in Atlanta), per la Coca Cola , la bevanda di contenuto ignoto lanciata nel mondo da pa-pa Leone XIII agli inizi di questo seco-lo, e per la più grande fabbrica di cocaina del mondo, che è sottoprodotto della produzione della Coca Cola. Ma il nome che rivela di più la natura sovranazionale dell'Armenia è Carta, Kartlis. Questa parola voleva dire contratto scritto (come nel nome Magna Carta Libertatum) ossia Scrittura, Come dicono ancora oggi i notai, oppure Testamento, che voleva dire la stessa cosa. In greco Bibbia, la Sacra Scrittura, il sacro contratto che lega un popolo a Dio. L'Armenia era l'entità con cui Venezia aveva sancito il suo Nuovo Testamento (San Marco) e con cui sia i sultani di Bisanzio sia il Vaticano ave-vano negoziato i loro Testamcnti, o bibbie. Il Testamento di Salomone è il contratto con cui univa gli stessi preti armeni con il grande Salomone, Solimano, Suleyman, e che era la religione dell'Impero Ottomano prima che arrivasse il Corano. Dalla donna di Salomone/Solimano, Saba, viene la qualifi-ca religiosa degli arabi prima del Corano: i Sabei. Così come dalla moglie di Abramo viene il nome saraceni. In questa veste l'Armenia è un'entità religiosa che i cristiani conoscono come chiesa Greca Ortodossa oppure chiesa Romana d'Oriente. Prima del 1500, Roma era un episcopato della chiesa Greca Ortodossa. Anche a Roma i preti avevano la barba, i riti erano tutti in greco, e la croce era quadrata. A protezione c'era un distaccamento di turchi alle dipendenze di un parente stretto del sultano di Bisanzio. Gli storici fal-sari (come Gregorovius, che sembra fosse armeno anche lui), hanno masche-rato la presenza a Roma del capo turco, il quale era visibilissimo perché teneva le sue truppe ed il suo harem in Vatica-no, dicendo che ... era un ostaggio del papa. Solo che il papa a Roma non c'era ancora. C'era il pope. La lapide murata in Vaticano per c6mmemorare la scoperta dell'America, invece dice che a quell'epoca il sultano era addirittura Imperatore, come Carlo V. E, come Carlo V, il sultano era il braccio armato della religione. Ha scritto lo storico J. Goldberg che «gli ambasciatori dei principi cristiani dovevano chiedere ai consulenti ebrei del Sultano jl permesso di incontrarsi con lui~. La parola ebreo». nasce dopo il Cinquecento, ~ i consulenti che Goldberg nomina non sono altro che preti greci/armeni. In Europa centrale nello stesso periodo erano arrivati migliaia e migliaia di questi greci ortodossi, ed al 1519 risale lo Statuto degli Armeni, il complesso di leggi tra loro e le autorità polacche. Dopo il Cinquecento nelle enciclopedie serie non si parla più di armeni ma alla nostra religione rimane un nome con cui chiamavano i loro preti: Katolicos, e rimane il loro emblema: la croce greca, che ancora campeggia sulla basi-lica di Sa:ì Pietro. In Polonia gli armeni hanno preso il nome di «ebrei tedeschi» mentre nel primo libro della Bibbia, Genesi, sono presenti col nome di Ashkenaz. Oggi gli ashkenaziti sono chiamati «ebrei polacchi)), ma loro preferiscono essere chiamati Israeliani, come è emerso dalla legge sulla nazionalità di fine 88, che praticamente esclude dal chiamarsi «popolo di Israele» gli ebrei di altra provenienza. Forse questa è la ragione per cui la Associazione Israelitica Italiana dovrà chiamarsi Ebraica. Gli ebrei italiani non discendono dagli armeni. Umberto Eco invece nei suoi libri li chiama Cavalieri Templari, ossia del Tempio, clic è il nome latino della Sinagoga. Oggi la croce greca è il simbolo dei Cavalieri del Santo Sepolcro, un ordine nobiliare preposto alla difesa della monarchia, che è il riflesso politi-co del rnonoteismo, e che sembra essere l'aspetto appetitoso delle Scritture che le varie case regnanti hanno stipulato con Dio. Perfino Dio sarebbe un attributo degli armeni: pare che il termine venga dalla parola «div)) che in sanscrito vuol dire «illuminare)), ossia scrivere e disegnare miniature, i fumetti dell'antichità, che era l'arte di cui gli armeni andavano fieri. «Illuminatori» infatti è un altro attributo con cui gli stessi armeni sono conosciuti, e — se è vero quello che Umberto Eco ha scritto sui falsi manoscritti del Medio Evo — illuminatori bugiardi sarebbe il più appropriato. Anche «illuminismo» (che ha prodotto l'Enciclopedia francese) ha la stessa origine. Queste informazioni sono mescolate senza ordine nelle vecchie enciclopedie. La Treccani le contiene quasi tutte. Una volta scoperto il trucco dei nomi cambiati continuamente dai teologi e da quelli che fanno le enciclopedie, per non lasciare tracce, un vecchio vocabo-lario latino-italiano e la Treccani forniranno ore ed ore di divertenti scoperte. Gli «illuminatorì» infatti non brillano per originalità e la necessità di seminare simboli nella storia e nella geografia Spesso soverchia la necessità di mante- nere il segreto. Oggi che la misurazione euclidea dei mondo sembra compiuta, basta prendere un libro che spiega l'ebraismo ai giovani americani per trovare un mucchio di spicgazioni. La croce greca quindi, come la croce di Lorena, oppure la svastica, o la mezza luna, è un emblema che contraddistingue una società semisegreta, della massima importanza nella nostra cultura. Come la stella di Davide. fotografare - marzo 1989