Programmazione Corso di FILOSOFIA Per tematiche 2016 Prof.ssa Agata Salamone FINALITA’ Potenziare la spontanea disponibilità alla feconda e tollerante conversazione umana “Via di Qua” - Caducità. Riflessioni sulla morte – Da Freud, a Rhaner, a Curi. Il tema della morte nella letteratura e nel cinema “C'è un modo per liberare gli uomini dalla fatalità della guerra?” Riflessioni sulla 2 incontri guerra a partire dalla domanda di Einstein. La filosofia come guerra. Il tema della guerra nella letteratura e nel cinema “Si Deus, unde malum?” - Riflessioni sul male – Da Agostino a Pareyson. 2 incontri Il problema del male ne “I fratelli Karamazoff” di Dostoevskij Le lezioni offriranno spunti di riflessione e di discussione tratti dal pensiero di diversi filosofi. L’intenzione è quella di rivedere criticamente quello che se ne pensa e superare i pregiudizi e i luoghi comuni. 2 incontri Le lezioni si svolgeranno con il supporto di una presentazione in ppt che permetterà di fare un discorso ordinato, consentendo ai corsisti di seguire meglio i vari ragionamenti. Le lezioni si svolgeranno in orario serale e avranno la durata di circa due ore. Cisano Bergamasco lì 25 gennaio 2016 Prof. Agata Salamone “Dove è il pericolo, là cresce anche ciò che salva” (Holderlin F. Patmos) “C'è un modo per liberare gli uomini dalla fatalità della guerra?” Riflessioni sulla guerra a partire dalla domanda di Einstein. La filosofia come guerra. La filosofia politica occidentale si è occupata poco della guerra, attratta positivamente più dal tema del buon governo e della buona società. I problemi della guerra sono stati affrontati nei termini della politica di potenza (la società naturale per Hobbes) e l'alternanza guerra - pace è stata pensata come un naturale risultato dell'anarchia internazionale. Fino al Settecento la guerra è stata pensata come evento naturale cui ci si deve rassegnare. L'influenza di filosofi come Kant o Tolstoj ha determinato poi una novità sul piano delle concettualizzazioni della guerra. I filosofi hanno cercato di penetrarne i misteri e spiegarne i rapporti con la politica. Eredi di un'epoca in cui si è creduto di porre fine a ogni conflitto, temiamo la guerra, che mette a repentaglio ogni conquista di civiltà. Il ritorno alla conflittualità attuale, dalle forme sinistre e barbare, ci mette nella condizione di chi naviga senza carte buone su cui orientarsi. Avevamo pensato al conflitto come superato e risolto, o come crisi passeggera, momento difficile che si oltrepassa, invece ci accorgiamo che tutto è segnato da tensioni irriducibili. Faremo lo sforzo di concettualizzare il conflitto altrimenti che nella prospettiva del suo superamento, seguendo Eraclito che scrive “Polemos, il conflitto, è padre di tutte le cose”. “Via di Qua” - Caducità. Riflessioni sulla morte Da Freud, a Rhaner, a Curi. Il tema della morte, super-censurato nella comunicazione pubblica e privata, ma super-sfruttato sul piano emozionale in tutta la narrativa, letteraria e cinematografica, consente sul piano filosofico di riflettere sulla condizione esistenziale propria dell'uomo. Sulle tracce di alcune evocazioni letterarie, la filosofia trova piste per approfondire una visione scientifica dei contenuti del mito di Orfeo e svelarne il messaggio. Iniziando a commentare il testo scritto da Freud sul tema della caducità, interpretata come l'altro polo delle pulsioni istintuali, conosceremo il percorso tracciato dalle riflessioni del filosofo Umberto Curi e faremo qualche accenno a poche suggestioni di carattere teologico sul tema. In effetti il tema è centrale in tutta la storia della filosofia, fin dalle origini. Il tentativo di svelare il senso della vita, e quindi della morte, ha stimolato la curiosità tenace di tutti i filosofi, antichi e moderni. Non potendo sintetizzare ogni aspetto della questione, ci fermeremo a considerare alcune posizioni più suggestive: quella di Heidegger per esempio, quella di Nietzsche, oltre a quelle degli autori citati nel titolo. Concluderemo il discorso nella seconda serata leggendo citazioni letterarie, alcune molto note, altre meno note. “Si Deus, unde malum?” - Riflessioni sul male – Da Agostino a Pareyson. Il tema del male, che la nostra cultura riduce all'ambito concettuale della sofferenza e del danno subito, e quindi della sfortuna, è un problema filosofico vero che fin dalle origini ha sollecitato gli sforzi dei filosofi per riconoscerne la genesi e renderne tollerabile l'esperienza attraverso cure parlate. La filosofia ha reso possibile lo svelamento di una responsabilità imprescindibile umana che le religioni avevano rappresentato con la categoria del peccato. Appoggiandoci a ragionamenti svolti anche in grandi opere letterarie, cercheremo di illustrare le diverse facce del problema. Ricorderete che Hanna Arendt esprimeva sconcerto e sorpresa quando si avvide che la percezione del male, l'esperienza concreta dell'incontro con il malvagio, non è traumatica, non si riscontra nel malvagio la qualità repellente della sua malvagità in caratteri esteriori. Il male è banale, nel senso che non si discosta dalla comune esperienza quotidiana degli eventi e delle persone. Di più, i filosofi ci avvisano che il male si può presentare come bene, come intenzione di bene, come utopia benevola. Allora forse val la pena di soffermarsi un po' a riflettere sulla complessità della questione, pur non avendo la pretesa di risolverla, ma nemmeno la malafede di rimuoverla.