Bim Boom Bam: l'esplosione della tv dei ragazzi Bim Boom Bam: l'esplosione della tv dei ragazzi La Tv dei ragazzi Esiste quasi dalla nascita della Rai, ma negli anni Ottanta avviene un decisivo mutamento di prospettiva: il passaggio da un’impostazione pedagogica ed educativa ad una consacrata totalmente all’intrattenimento. L’offerta di format aumenta in modo esponenziale in funzione dell’avvento di nuovi programmi- contenitore ricchi di cartoni animati e di telefilm. Bim Boom Bam: l'esplosione della tv dei ragazzi Nelle grandi città la Tv svolge una funzione di supplenza della famiglia: una baby-sitter postmoderna che scandisce i pomeriggi di bambini ed adolescenti. Guardare la televisione si trasforma in un’attività abituale e coinvolgente, attraverso cui sviluppare inedite modalità di apprendimento e di conoscenza. Le dinamiche di socializzazione e di costruzione dell’immaginario subiscono una sostanziale modifica: i minori sperimentanoun nuovo tipo di socializzazione im-mediata. Bim Boom Bam: l'esplosione della tv dei ragazzi “[...] i bambini sanno navigare all’ interno dei palinsesti televisivi senza lasciare nulla al caso o al condizionamento automatico, ma ponendosi come interlocutori privilegiati di coloro che gestiscono la programmazione”. Il loro immaginario si arricchisce di elementi culturali inediti. Le crescenti polemiche riportate sulle pagine dei quotidiani e delle riviste specializzate da parte di associazioni di genitori, psicologi e sociologi, non arrestano quella che può essere definita come un’invasione di cartone. M. Morcellini, Passaggio al futuro. Formazione e socializzazione tra vecchi e nuovi media, FrancoAngeli, Milano, 1997. Bim Boom Bam: l'esplosione della tv dei ragazzi “Dopo un avvio in grande stile della Rai, che acquistò serial di qualità come Heidi, Atlas Ufo Robot, Remì, Anna dai capelli rossi e L’ape Maia, ben presto la Fininvest, meno attenta alle polemiche sulla (presunta) violenza e diseducatività degli anime, prese il sopravvento su tutte le altre reti nazionali e regionali, divenendo la principale azienda italiana a diffondere gli eroi giapponesi” M. Pellitteri, Mazinga nostalgia. Storia, valori e linguaggi della Goldrakegeneration 1978-1999, Coniglio Editore, Roma, 2008, p. 252. Bim Boom Bam: l'esplosione della tv dei ragazzi Sul finire degli anni Settanta si assiste alla radicalizzazione di due fenomeni: la soapizzazione e la tecnologizzazione del cartone animato. Soapizzazione: si incrementa quel filone che trova ad esempio in Candy Candy, Péline Story, Lady Georgie, Belle e Sebastien, Lady Oscar e Kiss me Licia, rinnovate formule espressive ed un accresciuto potere di fidelizzazione nei confronti del pubblico. Bim Boom Bam: l'esplosione della tv dei ragazzi Tecnologizzazione: ha luogo un processo di clonazione dei primi modelli di Goldrake e Mazinga che conduce a declinare la figura del robot in un’infinità di variazioni (Jeeg Robot, Daitarn III, Trider G7, Gundam, UFO Diapolon, Voltron, Gordian, Vultus 5, Baldios, Zambot 3, Astrorobot, Jetta Robot, etc.) Bim Boom Bam: l'esplosione della tv dei ragazzi Dal punto di vista dei format trasmessi, quello che ottiene il maggior successo è Bim Bum Bam. In onda per la prima volta il 4 luglio 1982 su Italia 1. I primi conduttori della trasmissione sono Marina Morra, Sandro Fedele e Paolo Bonolis. Il successo del programma deriva dal tentativo di dare una forma riconoscibile al flusso indistinto di cartoni animati disseminati, nei palinsesti delle Tv private, creando un appuntamento fisso. Bim Boom Bam: l'esplosione della tv dei ragazzi Bim Bum Bam adotta un’accurata strategia di giustapposizione tra la presentazione di serie animate e i passaggi in studio, durante i quali i presentatori intrattengono i piccoli spettatori con giochi, sketch, parodie. I presentatori si avvalgono della collaborazione di pupazzi animati (Uan e Ambrogio) sul modello dei Muppets americani. E adesso la pubblicità: spot, telepromozioni e tormentoni Un secondo BOOM: i nuovi trend del consumo Un secondo BOOM: i nuovi trend del consumo Onda media del cambiamento: 1945-1990 Genesi del moderno precariato Nuova e più variegata mappa di categorie sociali Polverizzazione dei valori e degli orientamenti politici Tendenza all’individualismo Un secondo BOOM: i nuovi trend del consumo Evoluzione della società Aumento del reddito medio Exploit delle spese familiari Anni ’80 Aggiornamento dei prodotti guida Incremento dei comportamenti d’acquisto Un secondo BOOM: i nuovi trend del consumo Una nuova cultura del consumo • Aumento della possibilità di scelta • Ruolo attivo e selettivo del consumatore • Visibilità dei prodotti grazie alla pubblicità • Nuova centralità della marca Un secondo BOOM: i nuovi trend del consumo Il boom dei consumi culturali Nuova sensibilità sociale e culturale verso il consumo Consumo come strumento di autorealizzazione [...] il consumo culturale è ormai l’orizzonte della vita moderna, lo sfondo in cui si definiscono ed acquistano rilievo intersoggettivo sia le scelte di socializzazione che gli investimenti individuali di tempo di vita e di risorse cognitive ed emotive. La cultura di massa si pone allora come il principale e più unificante punto di riferimento del benessere culturale e simbolico di folle di uomini, intrecciandosi con quel bisogno sociale di comunicazione e di identità che probabilmente definisce uno degli aspetti della modernità M. Morcellini (a cura di), Lo spettacolo del consumo, Franco Angeli, Milano, 1986 Un secondo BOOM: i nuovi trend del consumo Primo boom Anni Cinquanta Secondo boom Anni Ottanta Industrializzazione della società Industrializzazione della cultura I consumi culturali si trasformano in strategie personalizzate per la costruzione dell’identità, modificano i modelli di vita e ne stabiliscono di nuovi, determinano nuove gerarchie nelle pratiche di fruizione Un secondo BOOM: i nuovi trend del consumo Il boom dei consumi culturali Fonti: nostra elaborazione su dati SIAE, Lo spettacolo in Italia. Annuario statistico. Anno 1990, Roma, 1992 e dati Mediamonitor, osservatorio permanente sulla televisione e sull’industria culturale della Sapienza, Università di Roma Giovani anni ’80: valori e consumi culturali Giovani anni ’80 Generazione X • Superficialità e disimpegno? • Ridefinizione dei tradizionali ruoli e gerarchie sociali • Nuove tendenze generate dai consumi culturali: cinema, moda, musica, televisione • Adozione di visioni alternative del mondo Giovani anni ’80 Crisi degli ideali o mutazione dei valori? Rinuncia a comprendere l’universo giovanile Enfasi sul disimpegno e l’individualismo Necessità di utilizzare nuove chiavi di lettura: loisir/disimpegno Individuazione/individualismo Giovani anni ’80 I fattori alla base dell’affermazione dei nuovi stili di vita: • illusione di un inaspettato benessere condiviso • diffusione di nuovi modelli sociali • ridefinizione di valori e comportamenti (politici, sessuali, etc.) • crisi delle tradizionali agenzie di socializzazione • affermazione di agenzie di socializzazione immediata (TV) • nascita di un mercato non monopolistico • incremento della domanda e dell’offerta di consumo culturale • frammentazione del tempo libero e sovrapposizione tra scelte di consumo culturale e percorsi di formazione dell’identità Tab. 1.6. - La gerarchia dei valori (scala punteggio 1-5); fonte: Giovani anni 80. Secondo rapporto Iard sulla condizione giovanile in Italia, 1988 (Nostra rielaborazione, media 1983-1987) Tab. 1.7. - Atteggiamento nei confronti della politica; fonte: Giovani anni 80. Secondo rapporto Iard sulla condizione giovanile in Italia, 1988 Fonte: nostra elaborazione da A. Cavalli – A. De Dillo, Giovani anni 80. Secondo rapporto sulla condizione giovanile in Italia, il Mulino, Bologna, 1988 Giovani anni ’80 Tab. 1.8. - Variazione nel tempo delle regole di condotta individuali. Percentuale di coloro che considerano ammissibili i diversi comportamenti per età; fonte: Giovani anni ’80. Secondo rapporto Iard sulla condizione giovanile in Italia, 1988 (Nostra rielaborazione, media 15-24 anni) Fonte: nostra elaborazione da A. Cavalli – A. De Dillo, Giovani anni 80. Secondo rapporto sulla condizione giovanile in Italia, il Mulino, Bologna, 1988 Giovani anni ’80 Principali tendenze di consumo dell’universo giovanile: • ascolto di musica come attività elettiva (diffusione del compact disc e del walkman) • cinema e discoteca come luoghi di socializzazione • alta propensione alla fruizione televisiva • lettura dei quotidiani scarsa o saltuaria Giovani anni ’80 Tab. 1.9. - Frequenza delle attività di tempo libero (% di giovani che hanno svolto le varie attività almeno 1 volta negli ultimi tre mesi); fonte: Giovani anni 80. Secondo rapporto Iard sulla condizione giovanile in Italia, 1988 Fonte: nostra elaborazione da A. Cavalli – A. De Dillo, Giovani anni 80. Secondo rapporto sulla condizione giovanile in Italia, il Mulino, Bologna, 1988 Lo spirito pop del tempo Swatch: gli stili di vita giovanili Lo spirito pop del tempo Swatch: gli stili di vita giovanili Dalla contestazione giovanile alla look generation Dissenso manifestato attraverso una rivolta dello stile costante e polimorfa incentrata sul versante personale e identitario Superamento degli atteggiamenti antagonisti (eversione del punk) in favore di nuove forme di integrazione Moltiplicazione degli stili di vita, delle mode, delle tendenze e conseguente polverizzazione Lo spirito pop del tempo Swatch: gli stili di vita giovanili “Lo stile postmoderno rispecchia il mondo moderno e contemporaneamente vi si oppone. Rispecchia la storia moderna nella sua fluidità, apertura e disponibilità al cambiamento. Reagisce poi all’impersonalità della società tecnologica col personalismo, all’irrilevanza della tradizione con l’identificazione generazionale e soprattutto si scaglia contro il tecnologismo e la violenza. Ma più che un riflesso o una reazione, lo stile dei giovani postmoderni è una ricerca, una ricerca di valori, forme istituzionali e formulazioni nuove che siano adeguate alla vita di questa fine di secolo”. K. Keniston, Giovani all’opposizione. Mutamento, benessere, violenza, Einaudi, Torino, 1972, p. 273. Lo spirito pop del tempo Swatch: gli stili di vita giovanili Paninari Yuppies New Wave Nerd New Romantic Stili di vita giovanili Culturisti Dark Preppies Surfisti Lo spirito pop del tempo Swatch: gli stili di vita giovanili New Wave Movimento musicale che si sviluppa tra la seconda metà degli anni Settanta e gli anni Ottanta come discendente del punk rock. Nel nostro paese fa fatica a diventare un genere popolare, anche a causa della poca attenzione che i media gli hanno riservato. In Italia si formano numerose band tra cui: i Litfiba, i Diaframma e i Neon, ma anche CCCP, Gaznevada, Moda, Pankow, Underground Life, Deca,Violet Eves, Monuments, Frigidaire Tango, Style Sindrome, Enrico Ruggeri e altri ancora. Lo spirito pop del tempo Swatch: gli stili di vita giovanili New Romantic Pur mantenendo un forte radicamento all’interno del panorama internazionale di cui sono esponenti musicisti come David Bowie e Boy George o gruppi come gli Spandau Ballet e i Duran Duran, approda persino al cinema, forte di un richiamo ad una letteratura decadente e all’immagine suggestiva del dandy. Il suo tratto distintivo è quello di una implicita leggerezza “I neoromantici nascevano come reazione al nichilismo del movimento punk, e più in generale rifiutavano la missione ideologica di cui il rock si era fatto carico: nessun messaggio sociale dunque, ma soltanto canzoni votate al puro e F. Saulini, F. Denti, Teen Idols. Da James Dean a Leonardo Di Caprio. Gli déi pagani del secolo XX, Castelvecchi, Roma, 1999, p. 147 semplice entertainment”. Lo spirito pop del tempo Swatch: gli stili di vita giovanili Dark Nasce alla fine degli anni '70, inizi anni '80, nel Regno Unito, creando i presupposti per la nascita di un movimento sociale derivante dal punk. L’influenza di elementi New Wave, New Romantic e del “goth old school” inglese di derivazione post-punk, attraverso la fusione di questi generi di musica, contribuisce alla nascita della darkwave culture Lo spirito pop del tempo Swatch: gli stili di vita giovanili Preppies Figli modello delle classi più benestanti, il cui look è caratterizzato da “[...] giacche blu con eventuali stemmi di college americano o golf di pura lana con collo a ‘V’ per i ragazzi; kilt scozzesi e candide camicette bianche, mocassini neri a tacco basso e foulard di seta per le ragazze” F. Donadio, M. Giannotti, Teddy-boys rockettari e cyberpunk. Tipi, mode e manie del teenager italiano dagli anni Cinquanta a oggi, Editori Riuniti, Roma, 1996 Lo spirito pop del tempo Swatch: gli stili di vita giovanili Surfisti e Culturisti La pratica sportiva, pur secondo logiche diverse, si pone come elemento distintivo. Lo spirito pop del tempo Swatch: gli stili di vita giovanili Nerd “Hanno passioni ‘socialmente poco accettate’ come i fumetti, i giochi di ruolo, il fantasy, Star Trek, […] preferiscono interagire con i computer che con gli esseri umani, anche perché la loro vita sociale è inesistente” S. Priarone, Nerd power. C’è uno sfigato in tutti noi e sta raschiando per uscire, Tunué, Latina, 2006, p. 10 Lo spirito pop del tempo Swatch: gli stili di vita giovanili Yuppies Young Urban Professionals Inseguono il successo lavorativo e l’affermazione personale, sono influenzati dalla filosofia del self made man e dai miti della grande mela “All’epoca non lo sapevamo, ma la nascita della nuova specie potrebbe risalire al 22 settembre del 1982, con la prima puntata di Family Ties (in Italia Casa Keaton) e l’apparizione di Michael J. Fox nei panni di Alex Keaton, il giovane repubblicano con la ventiquattrore in mano. A ripensarci, sì, Keaton era proprio il proto-yuppie. Nato in Africa da genitori hippie impegnati in interventi umanitari, Keaton porta la cravatta anche in casa, adora la ricchezza, il successo negli affari, Ronald Reagan, e sogna di far carriera a Wall Street” J. Mcinerney, La seconda morte degli Yuppies, in «Corriere della Sera», 13 ottobre 2008 Lo spirito pop del tempo Swatch: gli stili di vita giovanili I Paninari Unica moda giovanile italiana esportata all’estero Non sono schierati politicamente né riconducibili ad una classe sociale Il loro comun denominatore è il consumo Lo spirito pop del tempo Swatch: gli stili di vita giovanili I Paninari Sono accomunati da una passione derivante dal loro stile alimentare: quella per il fast food nuova ondata di americanizzazione. Altri status symbol: orologi Swatch, scarpe Timberland, golf Marina Yachting, piumini Moncler, jeans Levi’s o Uniform, cinte El Charro. Lo spirito pop del tempo Swatch: gli stili di vita giovanili I Paninari Quella dei paninari è una specifica volontà di distinzione rispetto al passato e alla tradizione: il loro desiderio di essere moderni si traduce nell’aderire senza riserve e pregiudizi alle pratiche di consumo. Al tempo stesso, però, si rivelano capaci di elaborare nuovi significati culturali, al crocevia tra personalizzazione e standardizzazione, e perfino di coniare uno specifico linguaggio che li contraddistingue e li trasforma in una comunità immediatamente riconoscibile. E adesso la pubblicità: spot, telepromozioni e tormentoni Domenica 1 gennaio 1977 si chiude, dopo quasi vent’anni, la fortunata stagione di Carosello. In Italia si apre improvvisamente il mercato della pubblicità televisiva. E adesso la pubblicità: spot, telepromozioni e tormentoni Paragonato a quella che conosciamo oggi Carosello appare sostanzialmente una non pubblicità. Format pubblicitario sui generis, doveva attenersi rigidamente ad una lunghissima serie di regole nell’illusione che la civiltà dei consumi potesse rimanere confinata al di là dello schermo. E adesso la pubblicità: spot, telepromozioni e tormentoni “Il ruolo esercitato negli anni Ottanta dalle televisioni commerciali ha certamente contribuito a svecchiare il sistema pubblicitario italiano. Tali televisioni, infatti, diffusero la modalità di presenza della pubblicità nei mezzi basata sull’interruzione dei programmi. Tale modalità, che caratterizzava in tutto il mondo l’operato delle radio e delle televisioni commerciali, era infatti quasi sconosciuta all’epoca del monopolio Rai, in cui la pubblicità era solamente confinata in specifici spazi. Da ciò nacquero fenomeni quali la frammentazione della struttura dei singoli programmi e il crescente formarsi di un unico flusso di trasmissione, che hanno prodotto conseguenze importanti anche sul linguaggio pubblicitario, costretto a svolgere la funzione di ‘punteggiatura’ del flusso mediatico e a divenire sempre più immediato e aggressivo verso gli spettatori allo scopo di essere comunque notato” V. Codeluppi, Il sogno del consumo. Arretratezze e ritardi del sistema pub-blicitario italiano, in G. Canova (a cura di), Dreams. I sogni degli italiani in 50 anni di pubblicità televisiva, Bruno Mondadori Editore, Milano, 2004, pp. 76-77 Tab. 3.7. - Evoluzione degli investimenti pubblicitari in televisione (in miliardi di lire; Fonte: UPA e stime Media Forum; nostra elaborazione) E adesso la pubblicità: spot, telepromozioni e tormentoni La libertà creativa post-Carosello punta a sfruttare slogan, claim e allusioni, talvolta anche di carattere erotico o sessuale, comportando una riduzione sia del ricorso ai testimonial sia delle strategie di narrativizzazione. Un’altra tipologia che si afferma nel corso degli anni Ottanta è quella della telepromozione e che si concretizza principalmente nelle promosponsorizzazioni : spazi commerciali di maggiore durata e focalizzati su singoli prodotti. E adesso la pubblicità: spot, telepromozioni e tormentoni A nessun prodotto viene più negato l’accesso al circo pubblicitario. In televisione si reclamizza di tutto: dal whisky alle merendine, dalle carte di credito ai mobilifici, dalle auto alle nuove tecnologie, dalle siringhe fino agli anticoncezionali. La pubblicità si trasforma gradualmente in uno spaziotempo abituale che scandisce la fruizione televisiva. E adesso la pubblicità: spot, telepromozioni e tormentoni Tendenze principali: • ridefinizione dei comportamenti d’acquisto nel nome di una nuova centralità dello spendere • velocizzazione dei processi di codifica/decodifica, dovuta ad una crescente compressione dei messaggi diffusi • trasformazione degli slogan in veri e propri proverbi tardo-moderni, riutilizzabili nei differenti contesti delle interazioni sociali