STING Biografia Sumner è nato a Wallsend, nella periferia a nord di

STING
Biografia
Sumner è nato a Wallsend, nella periferia a nord di Newcastle-upon-Tyne in
Inghilterra, da Audrey, una parrucchiera, ed Eric, un lattaio.
Fin da bambino sapeva di voler diventare un musicista. Frequentò la St. Cuthbert
Roman Catholic School a Newcastle, e successivamente l'università di Warwick a
Coventry, ma non si laureò. Dal 1971 al 1974 frequentò un corso di preparazione
per insegnanti.
Prima di suonare musica professionalmente, Sumner lavora come scavatore e
insegnante di inglese. Tiene i suoi primi concerti ovunque possa ottenere un
lavoro. Suona con gruppi jazz, che è un genere di musica caratterizzato dalla
improvvisazione, da una grande espressività, e anche da un certo virtuosismo
strumentale, in locali come Phoenix Jazzmen e Last Exit. Si pensa che abbia
ricevuto il suo soprannome mentre suonava con i Jazzmen, perché portava spesso
una maglietta a strisce nere e gialle; uno dei componenti della band, Gordon
Solomon, notò che sembrava un'ape, e così divenne Stinger (colui che punge),
abbreviato poi in Sting (pungiglione). Si fa chiamare Sting da tutti, compresi i
figli e compare come Gordon Sumner solo sui documenti ufficiali.
Sting sposa l'attrice irlandese Frances Tomelty nel 1976. La coppia ebbe due
figli prima del loro divorzio nel 1982. Poco dopo, Sting cominciò a vivere con
l'attrice (e più tardi produttrice) Trudie Styler ma non si sposò fino al 1992.
Sting e Trudie hanno avuto quattro figli. Joseph, il figlio avuto dalla Tomelty,
sta seguendo le orme del padre come musicista. Anche se si dice che Sting
possegga molti terreni nel Regno Unito e negli Stati Uniti, attualmente si
considera a casa a Ponte agli Stolli in Toscana, dove ha comprato la villa del
"Palagio".
Malgrado abbia ricevuto una laurea honoris causa in musica dalla Northumbria
University è solo nell'estate del 2003, che Sting ottiene la carica di Commander
dell' CBE. Sempre lo stesso anno, pubblica la sua autobiografia, Broken Music e
sempre nel 2003, compare all' 81° posto della classifica I 100 peggiori inglesi
elaborata via sondaggio, condotto dalla tv inglese Channel Four.
Sting è di religione cattolica ed è un appassionato di calcio e tifoso del
Newcastle United F.C.
Il periodo Police
Nel 1977, a Londra, Sting, incontra il batterista americano Stewart Copeland
e il chitarrista corso Henry Padovani, con i quali forma il gruppo rock/pop dei
Police. Sono gli anni forti del punk londinese: il trio inizia a suonare in
piccoli pub ed esordisce su 45 giri con l'autoprodotto Fall Out/Nothing
Achieving. Presto Padovani viene rimpiazzato dal più esperto Andy Summers,
veterano della scena musicale inglese le cui sonorità, pulite e curatissime,
contribuiscono a distaccare definitivamente il gruppo dall'originario
intendimento punk. I Police debuttano ufficialmente negli Stati Uniti nel 1978
con Roxanne.
Il gruppo ha svariati album in testa alle classifiche, europee e d'oltreoceano,
tra il 1979 e il 1983, anno della loro separazione; i Police hanno vinto sei
Grammy Award nei primi anni ottanta, come nel caso della loro canzone più
famosa, Every Breath You Take. Il loro ultimo album, Synchronicity, è stato
pubblicato nel 1983. Tra la fine del decennio degli '80 e la metà degli anni
'90, si parla di riunione, forzata prima dalla casa discografica, A&M nel 1986,
con la ri-registrazione di "Don't Stand So Close to Me" e poi nel 1992
nell'occasione delle nozze tra Sting e la Styler, e una performance dal vivo dei
tre. La loro ultima "riunione" avvenne nel 2003 durante l'assegnazione alla Rock
and Roll Hall of Fame nel marzo 2003.
Il 2007 si apre con una grossa novità per i suoi fan: Sting ricompone i
leggendari Police per un tour mondiale in occasione del trentennale del primo
singolo del terzetto britannico, Roxanne ma per una volta sola
CARRIERA SOLISTA
Il primo album da solista di Sting è The Dream of the Blue Turtles (1985);
comprende il singolo "If You Love Somebody Set Them Free". In un anno, diventa
tre volte disco di Platino. Nothing Like the Sun viene rilasciato nel 1987 e
contiene le canzoni "We'll Be Together" e "Be Still My Beating Heart", dedicate
alla madre morta lo stesso anno. Anche questo viene classificato disco di
Platino ed è riconosciuto come uno dei più importanti album rock degli anni
ottanta. Alla ricerca continua di sperimentazioni e contaminazioni, Sting l'11
luglio 1987 sale a Perugia sul palco dell'Umbria Jazz festival insieme al
pianista Gil Evans e il sassofonista Branford Marsalis; durante questo live
vengono eseguiti i brani "Roxanne", "Tea in the Sahara", "Consider me gone" e la
cover del brano di Hendrix "Little wing" che Sting aveva già realizzato in
studio per lo stesso album "Nothing like the sun". Alcuni brani di questo live
sono stati registrati in un cd bootleg.
The Soul Cages, rilasciato nel 1991, dopo quasi quattro anni di silenzio, è
dedicato al padre, morto poco tempo prima e include le canzoni All this Time
(che raggiunge i vertici delle classifiche europee) The Soul Cages (che vince un
Grammy) e Mad about you proposta anche in versione italiana con il titolo Muoio
per te. Il tour europeo legato a questo album si apre l' 1 novembre del '91 al
palasport di Reggio Calabria. L'album diventa disco di Platino nel 1992. Nel
1993 registra Ten Summoner's Tales, che diventa tre volte disco di Platino in un
anno. In maggio dello stesso anno esce il remix del brano "Demolition Man",
originariamente registrato dai Police in Ghost in the Machine, ma usato nel film
Demolition Man con Sandra Bullock. Il 17 luglio del '93 il questore di Catanzaro
vieta un suo concerto allo stadio del capoluogo calabrese con un'ordinanza di
diniego inviata al promoter musicale Ruggero Pegna. Il questore scrive
testualmente che la musica dell' ex Police "avrebbe portato il pubblico allo
scontro collettivo". Ne parlano i giornali di tutto il mondo. Il promoter decide
si spostarlo a Cosenza.
Sting raggiunge, di nuovo notorietà tra il pubblico, nel 1994, quando con Bryan
Adams e Rod Stewart canta la canzone "All For Love" dal film I tre moschettieri.
La canzone rimane in cima alla classifica per cinque settimane e diventa disco
di Platino. In febbraio, vince altri due Grammy Awards e ottiene altre tre
candidature all'Academy Awards. Sempre nel 1994 il Berklee College of Music gli
consegna la sua seconda laurea ad honorem in maggio. Infine in novembre registra
la compilation di successi Fields of Gold: The Best of Sting che ottiene due
dischi di Platino.
L'album Mercury Falling, del 1996, ha un buon esordio, ma esce presto dalle
classifiche, in particolare perché vende poche migliaia di copie negli Stati
Uniti e perché Sting ha molti conflitti con la casa discografica A&M. Infatti,
alla fine del 1996, la A&M viene comperata da Interscope Records una sottomarca
della Universal. Comunque, Mercury Falling raggiunge la Top 40 con due singoli
lo stesso anno: "You Still Touch Me" (giugno) and "I'm So Happy I Can't Stop
Crying" (dicembre).
Sting ritorna nel settembre del 1999 con l'album Brand New Day, contenente
"Brand New Day" (Top 40) e "Desert Rose" (Top 10). L'album divenne triplo
Platino nel gennaio del 2001. Nel 2000, vinse un Grammy Award per l'album e la
canzone con lo stesso nome. Alla cerimonia di premiazione, cantò "Desert Rose"
con Cheb Mami. Per la sua interpretazione, la Arab-American Institute Foundation
gli ha assegnato il premio Khalil Gibran Spirit of Humanity.
Nel 2001 Sting si esibì durante il Super Bowl. Aggiunse un altro Grammy alla sua
collezione in febbraio. In aprile, durante un atterraggio in Italia, il suo
aereo sbandò sulla pista, ma non rimase ferito. La canzone "After the Rain has
Fallen" entrò nella Top 40. La sera dell'11 settembre tenne un concerto, nel suo
casale sulle colline toscane, accompagnato da numerosi musicisti e di fronte a
un pubblico di pochi intimi invitati per l'occasione. Il concerto avrebbe anche
dovuto essere trasmesso in diretta via Internet, ma la trasmissione venne
cancellata dopo l'attacco alle torri gemelle a New York, avvenuto poche ore
prima. Venne trasmessa solo "Fragile", la prima canzone in scaletta, preceduta
da un commosso e sommesso annuncio di Sting in omaggio alle vittime
dell'attentato. L'intensità di quella serata sarà poi testimoniata dal disco All
This Time, ma soprattutto dalla più completa e coinvolgente versione video in
DVD. In All This Time si possono ascoltare versioni riarrangiate in chiave
acustica e jazz delle migliori canzoni di Sting come "Roxanne" e "If You Love
Somebody Set Them Free", con l'aiuto di musicisti di calibro come i fidi Manu
Katché, Dominic Miller e Kipper nonchè, tra gli altri, Chris Botti, Christian
McBride e Jason Rebello. Successivamente, Sting registrò ancora "Fragile" per la
raccolta di fondi America: A Tribute to Heroes.
Il 2002 fu un anno ricco di premi per Sting. Vinse un Golden Globe Award per la
canzone "Until..." tratta dal film Kate & Leopold e ottenne la candidatura per
il suo secondo Oscar. In giugno, entrò nella Songwriters Hall of Fame.
Nel 2003 uscì Sacred Love, un album originale con ritmi vivaci ed esperimenti e
collaborazioni con l'artista hip-hop Mary J. Blige e il maestro di sitar
Anoushka Shankar, figlia del leggendario Ravi Shankar. Alcune canzoni come
"Inside" e "Dead Man's Rope" furono molto ascoltate, ma complessivamente i suoni
soffrono di una ripetitività che porta molti a pensare che Sting abbia perso la
sua vena migliore.
Non è chiaro se fosse serio quando ha detto di essere "depresso". Tuttavia, ha
scritto una canzone intitolata "Lithium Sunset", che sembra riferirsi al
carbonato di litio, una cura per quel disturbo. Nel 2005 ha collaborato alla
scrittura della canzone "Union " con i Black Eyed Peas , contenuta nell'album
Monkey Business nella quale presta anche la sua voce.
Nel 2006 riscopre il liuto e ad ottobre pubblica, insieme a Edin Karamazov, il
disco per voce e liuto "Songs from the Labyrinth", con musiche del famoso
liutista John Dowland.
Sting attore
Sting ogni tanto si è avventurato nella recitazione. Debutta nel cinema con
Quadrophenia (1979). Tralasciando la sua apparizione come personaggio diabolico
in Le due facce del male (Brimstone and Treacle) (1982), e nel ruolo
semi-romantico di Mick in Plenty (con Meryl Streep), uno dei suoi ruoli più
famosi è quello di Feyd-Rautha Harkonnen nell'adattamento cinematografico di
Dune (1984). Nel 1985 ricopre il ruolo di protagonista nel film The Bride, di
Franc Roddam, in cui interpreta il ruolo del dr. Frankestein che dopo anni di
ricerca, dà vita ad una creatura femminile a cui dà il nome di Eva. Il film non
è rimasto negli annali del cinema. Nel 1987 interpreta il ruolo dell'amante di
Kathleen Turner nel film Giulia e Giulia (Julia and Julia, di Peter Del Monte).
Di lui si ricorda, inoltre, un cameo nel film Il barone di Münchausen. È anche
apparso in televisione (con delle partecipazioni nei Simpson e in Ally McBeal) e
in teatro ne L'Opera da tre soldi di Kurt Weill. Nel 1998 appare nel ruolo di JD
nel film Lock e Stock pazzi scatenati (Lock, Stock and Two Smoking Barrels).
Beneficenza [modifica]
Verso la fine degli anni ottanta, Sting sostenne fortemente i movimenti
ambientalisti e umanitari, come Amnesty International. Infatti contribuisce sia
Band Aid e poi al mega concerto di Live Aid. Con Trudie Styler e un Kayapó
indiano come guida in Brasile, fonda la Rainforest Foundation per contribuire a
salvare le foreste pluviali. Il suo appoggio a queste cause continua anche nel
2004 contribuendo agli aiuti nel sud-est asiatico per lo tsunami. Inoltre ha
partecipato al Live 8 nel 2005 per promuovere la causa della cancellazione del
debito nei paesi africani da parte degli stati più potenti e nel 2007, con i
Police, al Live Earth in favore della salvaguardia del pianeta. Sempre nel 2005
è stato tra i principali promotori del movimento ambientalista Hydrogen (f)or
Life, per lo sviluppo delle energie pulite e dell'economia dell'idrogeno.
Album
The Dream of the Blue Turtles (1985)
Bring on the Night (1986)
Nothing Like the Sun (1987)
The Soul Cages (1991)
Ten Summoner's Tales (1993)
Fields of Gold (1994) (raccolta)
Mercury Falling (1996)
Brand New Day (1999)
All This Time (2001)
Sacred Love (2003)
Inside Out on the Sacred Love Tour (DVD - live)
Songs from the Labyrinth (2006)
Singoli [modifica]
Spread a Little Happiness (1982)
If You Love Somebody (Set Them Free) (1985)
Russians (1985)
Love Is the Seventh Wave (1985)
Fortress Around Your Heart (1985)
We'll Be Together (1987)
Englishman in New York (1987)
They Dance Alone (Cueca Solo) (1987)
Fragile (1988)
All This Time (1990)
Mad About You (1991)
The Soul Cages (1991)
If I Ever Lose My Faith in You (1993)
Fields of Gold (1993)
Shape of My Heart (1993)
Demolition Man (1993)
When We Dance (1994)
This Cowboy Song (1995)
Let Your Soul Be Your Pilot (1996)
You Still Touch Me (1996)
I'm So Happy I Can't Stop Crying (1996)
I Was Brought to My Senses (1996)
Brand New Day (1999)
After the Rain Has Fallen (1999)
Desert Rose (2000)
My Funny Friend and Me (2000)
Fragile (live) (2001)
Send You Love Love (2003)
Whenever I Say Your Name (2003)
Stolen Car (2003)
Lullaby to an Anxious Child (2006)
JOE STRUMMER
« Penso che la gente debba sapere che noi dei Clash siamo anti-fascisti,
contro la violenza, siamo anti-razzisti e per la creatività. Noi siamo
contro l'ignoranza. »
Biografia
Le origini
All'anagrafe John Graham Mellor, nacque ad Ankara, capitale della Turchia, dove
il padre lavorava come funzionario del ministero degli esteri britannico; i
frequenti trasferimenti del padre lo condussero a crescere in diversi Paesi
prima del rientro della famiglia in patria. All'età di due anni passò dalla
Turchia all'Egitto (Il Cairo), in seguito in Messico (Città del Messico), in
Germania (Bonn) e infine, all'età di nove anni il trasferimento definitivo in
Inghilterra, a pochi chilometri da Londra. Lì viene iscritto ad una scuola
privata ove, in una sorta di rito di iniziazione, le "matricole" possono
scegliere se essere picchiate o immergersi in una vasca piena di escrementi
(Strummer sceglie la prima opzione).
Joe non ama molto la vita della scuola e cerca di evadere da essa ascoltando
musica (con i suoi compagni di camera ascoltava sempre i Beatles, Rolling Stones
e Who). Fu proprio a scuola che incominciò ad amare la musica, ma non si
interessò mai a suonarla (credeva infatti che fosse un talento dato solo a
persone divine come Pete Townshend degli Who, uno dei suoi compositori
preferiti).
Il suicidio del fratello maggiore David, un personaggio con idee politiche di
estrema destra ed un particolare interesse per l'esoterismo (1970), lo sconvolge
al punto da costringerlo ad andare via di casa per vivere sulla strada.
Gli esordi musicali
Dopo un periodo come Busker, cioè come musicista di strada, durante il quale assume il soprannome di
Woody (in onore del musicista Woody Guthrie) entra a far parte prima dei
Vultures e successivamente dei 101'ers, gruppo di r'n'b con i quali divideva una
casa occupata. Ottenne un discreto successo nei pub di Londra e fa emergere il
suo carattere di "frontman". In seguito si affibbia il soprannome di Strummer
(dal verbo to strum e quindi "strimpellatore"), a causa della tecnica
chitarristica piuttosto rozza e rinnega il precedente soprannome di Woody.
Dei suoi anni coi 101'ers rimane l'album Elgin Avenue Breakdown, uscito postumo
(cinque anni dopo lo scioglimento della band) nel 1981 e ripubblicato nel 2005
con sette brani inediti in più.
il periodo con i I Clash
Dopo aver assistito nel 1976 ad un concerto dei Sex Pistols, rimane folgorato
dal punk e poco tempo dopo, sollecitato dall'ultimatum di Bernie Rhodes, manager
dei futuri Clash, accetta di diventare cantante del complesso che lo porterà al
successo planetario. Coi Clash realizza sei album: The Clash nel 1977, Give 'Em
Enough Rope nel 1978, London Calling nel 1979, Sandinista! nel 1980, Combat Rock
nel 1982 e infine Cut the Crap nel 1985.
London Calling e Sandinista!, in particolare, diventano vere e proprie pietre
miliari della storia del rock. In questi lavori sono mescolati generi diversi:
il punk dei primi due dischi viene pian piano integrato con contaminazioni
reggae, rockabilly funk, calypso, persino jazz e blues.
Gli attriti tra i componenti della band, in particolare tra Strummer e Jones, si
fanno sempre più stridenti finché, nel 1983, con l'allontanamento del batterista
Topper Headon e soprattutto del chitarrista Mick Jones, la band smette
praticamente di esistere. Nel 1985 Joe si presenta con una nuova formazione e fa
uscire a firma The Clash il discutibile Cut the Crap, che si rivela un vero
fiasco. In seguito l'album non verrà citato nelle documentazioni ufficiali dei
Clash e sarà riconosciuto soltanto dopo l'inserimento del singolo This Is
England nel box The Essential Clash uscito nel 2003. I Clash riconosceranno solo
in anni recenti l'esistenza di una formazione post-Mick.
Gli anni della desolazione
Negli anni successivi Strummer si dedica soprattutto al
cinema, sia come autore di colonne sonore, sia come attore, in una serie di
pellicole a produzione indipendente: tra le altre, Diritti all'inferno di Alex
Cox nel 1987 e Mystery Train - Martedì notte a Memphis di Jim Jarmusch nel 1989.
In entrambi i campi Strummer non avrà fortuna.
Nel 1989 esce il suo primo disco da solista: Earthquake Weather, un omaggio al
rockabilly che si distanzia molto dallo "stile Clash" e che, soprattutto per
questa ragione, viene largamente ignorato da pubblico e critica.
Tra il 1991 e il 1992 accompagna in tour la band irlandese Pogues (alla quale è
legato da profonda amicizia), eseguendo anche alcuni noti brani dei Clash.
Mescaleros: la rinascita [modifica]
Joe vive praticamente di rendita fino al 1995, quando forma una nuova band, Joe
Strummer & The Mescaleros, composta da una serie di talentuosi polistrumentisti
coi quali nel 1999 fa uscire Rock Art & The X-Ray Style.
Dopo una lunga serie di tour che lo portano a più riprese anche in Italia, nel
2001 Strummer e i suoi realizzano Global A Go-Go, che viene salutato dai più
come il suo lavoro migliore dai tempi di Sandinista!.
Con i Mescaleros, durante una serata a favore del sindacato dei pompieri, si
esibisce assieme a Mick Jones riproponendo alcuni pezzi storici dei Clash.
L'epilogo [modifica]
La mattina del 22 dicembre 2002 Joe muore a causa di un infarto. Aveva da poco
compiuto 50 anni.
Nel 2003 esce postumo quello che avrebbe dovuto essere il terzo album di Joe
Strummer & The Mescaleros: Streetcore, un ritorno al rock più grezzo e
"stradaiolo" con innesti di country-folk.
Dapprima a Bologna e da quest'anno a Milano, nel mese di dicembre viene
organizzato regolarmente dal 2004 il Tributo italiano a Joe Strummer.
Nel 2008 il regista britannico Julien Temple, amico personale di Strummer, ha
pubblicato un film-documentario sulla vita, il pensiero e la storia di Joe
Strummer, intitolato Il futuro non è scritto - Joe Strummer[1].
Un'autodefinizione
"Scrivo canzoni di protesta, quindi sono un cantante folk. Un cantante folk con
chitarra elettrica". (Joe Strummer)
Discografia con i Clash
1977 - The Clash
1978 - Give 'Em Enough Rope
1979 - London Calling
1980 - Sandinista!
1982 - Combat Rock
1985 - Cut the Crap
Discografia solista o come componente di altre band
1981 - Elgin Avenue Breakdown
1988 - Walker Soundtrack
1989 - Earthquake Weather
1999 - Rock Art And The X-Ray Style
2001 - Global a Go-Go
2003 - Streetcore (postumo)
2005 - Elgin Avenue Breakdown Revisited (postumo)
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Mick Jones
Mick Jones il cui vero nome è Michael Geoffrey Jones (26 giugno 1955) è un
chitarrista e cantante inglese, dapprima nei Clash e successivamente nei Big
Audio Dynamite e nei Carbon/Silicon.
Gli inizi
Nato nel sud di Londra, Inghilterra, cresce con sua nonna Stella dopo la
separazione dei suoi genitori avvenuta quando aveva nove anni. Grazie alla mamma
che in seguito visse in America, Mick ricevette ogni mese riviste di musica e
vinili introvabili nel Regno Unito. Si iscrisse alla scuola Hammersmith College
of Art dove con dei suoi amici fondò gli Schoolgirls che fu il suo primo gruppo.
Mick era un vero e proprio appassionato di musica e voleva diventare una
rockstar di grande successo.
Tra i suoi gruppi preferiti c'erano i Beatles, i Rolling Stones, gli Who e i
Kinks. Quando gli Schoolgirls si sciolsero fondò una nuova band che chiamò i
Delinquents con i quali arrivò quasi al successo. La band contattò il produttore
Guy Stevens (che Mick adorava e che avrebbe prodotto il futuro album dei Clash,
London Calling) il quale decise di far registrare la band, ma non voleva il
"ragazzo gracilino" (Mick). Così fu estromesso e appena sentì il demo della
vecchia band scoppiò in lacrime. Jones non si arrese e, deciso a diventare una
rockstar, vide per caso una trasmissione dell'emittente televisiva BBC che
presentava un live dei New York Dolls. Egli rimase folgorato dal modo di
muoversi del gruppo e decise di creare una band che seguisse il loro stile.
Il primo passo per formare questo progetto avvenne quando Jones incontrò ad un
party Bernard Rhodes che accettò di produrre le canzoni del suo nuovo gruppo.
"Bernie" voleva creare una band antagonista ai Sex Pistols che stavano prendendo
forma. Il nome che Jones diede al gruppo fu London SS, con chiare intenzioni
provocatorie e per creare scalpore (si riferisce chiaramente alle SS naziste).
Furono così aperti i provini per entrare nella band. Il primo "acquisto" fu Paul
Simonon. Paul aveva accompagnato un amico al provino, ma fu subito notato da
Mick che lo definì: perfetto per il ruolo di rockstar! Paul iniziò alla chitarra
sotto gli insegnamenti di Mick, ma vedendo la sua lentezza nell'apprendimento
Jones lo fece passare al basso elettrico. Keith Levene fu reclutato per la
chitarra e Terry Chimes alla batteria.
Dopo che Mick e Paul assistettero all'esibizione di un gruppo pub-rock di nome
101'ers rimasero folgorati dal carisma del loro frontman di nome Joe Strummer e
dopo una serie di contatti con lui riuscirono ad unirlo alla band.
I Clash
Il nome che fu dato alla band fu Clash scelto da Paul Simonon dopo che lo vide
su tutti i giornali. A Jones fu affibbiato da Paul il soprannome di "Jonesy".
Mick così iniziò a comporre musica con Joe Strummer e pubblicarono il loro primo
album dal nome omonimo di The Clash. Prima della pubblicazione fu estromesso
Levene che compose con Mick e Joe una sola canzone. Anche Terry Chimes
accreditato come Tory Crimes sull'album fu cacciato. Le canzoni dell'album sono
tutte composte da Mick e Joe ad esclusione di una cover di Police and Thieves
velocizzata a ritmo di rock.
Il secondo album dei Clash fu Give 'Em Enough Rope che vede l'ingresso come
batterista di Topper Headon. Le canzoni sono state snobbate dalla critica, ma
comunque l'album arrivò secondo nella classifica britannica. L'unica canzone
composta completamente da Mick presente nell'album fu Stay Free. L'anno seguente
Mick andò negli USA insieme a Joe per trovare ispirazioni per nuove canzoni (la
CBS esigeva subito un terzo album). Crearono una grande quantità di canzoni e
furono ospiti della Epic Records (la CBS in versione a stelle e strisce). Si
innamorarono degli Stati Uniti a tal punto da far arrivare sia Paul che Topper
per fare una tournée.
Finita la tournée sperimentale di tre settimane incisero il terzo album con la
collaborazione del produttore Guy Stevens (la stessa persona che fece
estromettere Mick dai Delinquents). Il disco prese il nome di London Calling e
fu molto apprezzato dalla critica, considerato ancora oggi uno dei più grandi
album della storia del Rock. In questo cd, Mick compone la canzone Train In Vain
che diventerà uno dei singoli estratti dall'album. Mick riuscì a convincere i
Clash a far licenziare il manager Bernard Rhodes che secondo Jonesy creava
problemi all'interno della band, ma questa azione gli si rivolgerà contro in
seguito.
Dopo il successo di London Calling iniziarono a verificarsi i primi problemi
all'interno dei Clash. Il rapporto tra Joe e Mick incominciò a sgretolarsi pian
piano, ma fu rafforzato da un viaggio dei due in Giamaica (promosso dalla CBS).
Lì conobbero il loro idolo di vecchia data, Bo Diddley con il quale composero
delle canzoni per il quarto album: Sandinista!. L'album vide numerose
collaborazioni con musicisti ospiti come Mickey Gallagher e Tymon Dogg. Il disco
uscì in doppio formato dopo che Mick condusse una delle prime grandi battaglie
storiche vinte (ve ne sarà solo un'altra) dal gruppo contro la CBS e venne
venduto al prezzo di un solo disco. Il cd fu prodotto dagli stessi Clash e Mick
aiutò in studio di consolle i tecnici per migliorare il mixaggio. Il disco,
forse troppo ambizioso e dispersivo, fu un flop in confronto al precedente e
arrivò solo alla diciannovesima posizione della classifica britannica. Iniziò un
periodo di vari litigi tra i componenti del gruppo e si arrivò addirittura ad un
punto in cui Joe lasciava i testi delle canzoni nella cassetta delle poste di
Mick che poi creava la musica.
L'ultimo album con Jonesy (ci sarà poi il cd Cut the Crap ma senza Mick e
Topper) fu Combat Rock, dalla critica definito il migliore, che presenta
eccellenti brani come Should I Stay or Should I Go? scritta dallo stesso Mick.
Dopo questo brillante album i continui litigi nel gruppo continuarono a tal
punto che la situazione non poteva essere più sopportata.
Le principali cause dell'allontanamento di Mick furono le seguenti e lo
riguardarono tutte:
1) Fu ripreso come manager Bernard Rhodes tra le proteste di Mick che era
contrario;
2) Fu negato a Mick di produrre un mixaggio per il singolo estratto da Combat
Rock, Rock The Casbah;
3) Mick voleva produrre Combat Rock come un doppio album, ma i Clash furono
contrari;
4) Fu allontanato Topper Headon dal gruppo e Mick si adeguò alla decisione di
Paul e Joe.
L'ultima goccia che fece traboccare il vaso fu quando "Bernie" fece firmare un
contratto di fedeltà ai Clash e Mick pronunciò la leggendaria frase: «Non mi
importa cosa fanno i Clash...dovete parlare prima con il mio avvocato!». Bernard
così fece pressione con frasi chiaramente provocatorie nei confronti di Mick e
convinse Joe e Paul ad estrometterlo dal gruppo. "Bernie" ebbe così la sua
rivincita nei confronti di Jonesy. Mick accettò la decisione dei tre. La sua
ultima apparizione col gruppo, all'US Festival, negli Stati Uniti, ebbe luogo
davanti al più grande pubblico mai avuto dai Clash.
I Big Audio Dynamite [modifica]
Dopo la sua controversa espulsione dal gruppo nel 1983, forma nel 1984 i Big
Audio Dynamite insieme a Don Letts, gruppo con il quale è stato in attività fino
al 1995. Dei Big Audio Dynamite possiamo ricordare sicuramente il pezzo E=MC2,
che nel 1985 riscosse un buon successo nell'ambito dance.
Tempi recenti
Ultimamente Jones insieme a Tony James ha formato la band Carbon/Silicon. Infine
si è anche cimentato come produttore per l'album di debutto della band The
Libertines e per la nuova band del leader degli stessi Libertines Pete Doherty,
i Babyshambles.
Dopo la sua estromissione dal gruppo, comunque, Mick mantenne sempre ottimi
rapporti con i Clash e ammise che fu "Bernie" a volerlo cacciare e non il
gruppo.
Jonesy suonò ancora una volta con Joe durante una festa in onore dei pompieri
dove riprodussero brani storici dei Clash come White Riot e English Civil War
(un mese prima della morte di Joe Strummer).
Mick Jones si è anche distinto come musicista turnista ( e talora produttore)
per altri artisti, fra i quali Ian Hunter, Ellen Foley, Futura 2000, General
Public e Theatre Of Hate.
Paul Simonon
Paul Gustave Simonon (Londra, 15 dicembre 1955) è un bassista
inglese. È stato il bassista del gruppo The Clash, adesso componente dei The
Good, The Bad And The Queen.
Biografia
Paul, nato il 15 dicembre 1955 a Londra nel duro quartiere di Brixton, frequentò
scuole con prevalenza di studenti di colore, in particolare la Effra Primary
School. Questo gli fece conoscere i suoni jamaicani, il reggae e lo ska. Benché
fosse un cosiddetto hooligan e skinhead (non nazi), dimostrò un grosso talento
come artista (pittore), e vinse anche una borsa di studio per una vicina scuola
dell'arte.
Circa alla metà degli anni 70, fu invogliato a suonare da un ragazzo di nome
Mick Jones e dal produttore Bernard Rhodes che aiutava Jones nel reclutare
musicisti per il suo nuovo gruppo, i London SS. Simonon era stato subito
adocchiato da Mick dopo che aveva accompagnato un amico per sostenere un provino
per i London SS. Egli fu scelto non per la sua particolare bravura nel suonare
(non aveva mai toccato uno strumento a quall'epoca), ma per la sua immagine:
biondo, alto e molto sicuro di sè. Vista la sua avversione per suonare la
chitarra, dopo disastrosi tentativi, Mick gli insegnò a suonare il basso
elettrico. Nel 1976, scioltisi i London SS, Jones e Simonon, reclutarono Joe
Strummer dai 101'ers come cantante e chitarrista e formarono i Clash. Dopo
innumerevoli cambi di batteristi, si unì a loro Terry Chimes, e grazie a varie
esibizioni dal vivo, ebbero subito un notevole seguito nella nascente scena punk
inglese.
Nel 1977 firmarono un contratto con la Epic Records, per la quale realizzarono
il loro primo lavoro, The Clash, che ebbe un notevole successo. Nel 1978 entrò
in pianta stabile nel gruppo il batterista Topper Headon che iniziò subito a
registrare con i Clash l'album Give 'Em Enough Rope. L'anno successivo i Clash
realizzarono London Calling disco nel quale trova posto il primo pezzo composto
e cantato (dopo che Joe e Mick lo convinsero con non poca fatica) da Paul: The
Guns of Brixton. La sua idea era quella di fare una ballata rock, ma date le sue
origini inevitabilmente ne è venuto fuori un reggae nel quale spiccano le note
del basso di Paul. La copertina di London Calling ritrae lo stesso Simonon
mentre distrugge il suo basso (Fender Precision) durante la seconda data di
un'esibizione dal vivo al Palladium di New York. Fu definita da molti
giornalisti La Più Grande Fotografia Rock di Tutti i Tempi. Un aneddoto della
fotografa che scattò la foto, Pennie Smith, dice che Paul inflisse così forte il
basso sul palco che gli si ruppe anche l'orologio: si bloccò alle 21:30, ora
dell'impatto.
Il seguente lavoro fu Sandinista! (1980) un triplo album (in alcune versioni
doppio) al prezzo di uno.
Nel 1982 esce Combat Rock, dotato di pezzi storici come Should I Stay or Should
I Go (che ottenne un grandissimo successo grazie ad uno spot della Levi's) e
Rock The Casbah.
I continui contrasti tra Joe Strummer e Mick Jones (quest'ultimo ebbe decisioni
contrastanti col gruppo, come l'opporsi al ritorno del vecchio manager Bernard
Rhodes), portarono però all'allontanamento dello stesso Jones dal gruppo nel
1983. Si dice che in realtà fu il manager "Bernie" Rhodes a volere fortemente
l'allontanamento di Mick e a comunicarlo a Jones fu Joe che disse: <<Sei fuori>>
e Paul infierì con un: <<Beh sì!>>. I Clash conclusero la loro carriera
discografica con Cut the Crap (Un taglio alle stronzate) nel 1985, con la
presenza dello stesso Paul che rimase fedele a Joe Strummer.
La prima apparizione di Simonon dopo lo scioglimento dei Clash, è nel disco di
Bob Dylan Down in the Groove del 1988. L'unica esperienza successiva di Simonon
sarà la brevissima carriera degli Havana 3 A.M., che riuscirono a pubblicare nel
1991 il loro unico lavoro, dal titolo appunto Havana 3 A.M.. Archiviata anche
questa esperienza, Simonon ritorna al suo primo amore, ovvero la pittura. Ha
esposto i suoi lavori in varie gallerie di Londra, e ha anche creato la
copertina per un album dei Big Audio Dynamite di Mick Jones.
Nel 2006 insieme a Damon Albarn (Blur, Gorillaz) e l'ex-chitarrista dei Verve ha
formato un nuovo gruppo i The Good, The Bad And The Queen. L'album del nuovo
gruppo assomiglia alle sonorità dei The Clash, ma si unisce ai ritmi ascoltati
dal quartetto nel loro viaggio in Etiopia. L'album è stato pubblicato nel
gennaio 2007 accompagnato dai singoli "Kingdom Of Doom" e "Green Fields"
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James Brown
James Joseph Brown (Barnwell, 3 maggio 1933 – Atlanta, 25 dicembre 2006) è stato
un cantante, ballerino e attore statunitense.
Considerato come una delle più importanti figure della musica del XX secolo, è
stato un pioniere nell'evoluzione della musica Gospel e Rhythm and Blues nonchè
del Soul e del Funk.
Era noto anche con alcuni soprannomi (molti autoattribuiti), fra i quali "Soul
Brother Number One", "Mr. Dynamite", "the Hardest-Working Man in Show Business",
"Minister of The New New Super Heavy Funk", "Mr. Please Please Please",
"Universal James","Funky President", "The King of R&B", e il più noto di tutti,
The Godfather of Soul, il padrino del Soul.
Negli anni settanta è stato bandleader del gruppo The J.B.'s citato spesso con
nomi alternativi quali The James Brown Soul Train, Maceo and the Macks and The
Last Word. Come gruppo a sé stante, gli J.B.'s hanno suonato anche come backing
band di Bobby Byrd, Lyn Collins ed altri cantanti.
Biografia e carriera musicale
James Joseph Brown, Jr. (in seguito si fece togliere dal nome anagrafico lo
"Junior") nacque in una baracca nella campagna del South Carolina, anche se
l'artista ebbe a dichiarare di essere nato a Macon, in Georgia.
Crebbe ad Augusta, in Georgia, in condizioni di marcato disagio. Si guadagnò da
vivere lavorando, sin da bambino, come raccoglitore di cotone, come lustrascarpe
e raccogliendo le mance dei soldati neri di stanza in città. Fu infatti
incaricato, non ancora decenne, di procurare clienti per il bordello a cui il
padre lo diede in "affidamento" dopo che entrambi furono abbandonati dalla
moglie e madre.
Cominciò ad esibirsi in qualche piccolo locale della zona, ma allo stesso tempo
commettendo piccoli reati. A 16 anni fu arrestato per rapina a mano armata e fu
recluso nel riformatorio di Toccoa. Qui conobbe Bobby Byrd (per molto tempo
seconda voce del futuro Padrino del Soul, sia sul palco che in studio), la cui
famiglia aiutò quella di Brown ad ottenerne il rilascio sulla parola dopo solo
tre anni di detenzione, a condizione che non tornasse ad Augusta o nella contea
di Richmond.
Fece qualche passo nello sport, in particolare nel pugilato e nel baseball, ma
dovette ritirarsi dall'agonismo a causa di un incidente ad una gamba. Si dedicò
allora a tempo pieno alla musica.
In particolare, si appassionò al gospel, che ascoltava in chiesa fin da piccolo,
allo swing ed al rhythm & blues.
Esordì alle fine degli anni quaranta nel quartetto vocale dei Gospel
Starlighters, destreggiandosi anche alla batteria, all'organo ed al pianoforte.
Alla metà del decennio successivo fondò la sua prima band firmando un contratto
con una delle più celebri case discografiche dell'epoca, la King Records: The
Flames. Spostatosi dal gospel al rhythm & blues, James Brown arriva al successo
nel 1956 con Please, please, please che schizzò immediatamente nella hit parade
di Billboard (e che a tutt'oggi ha collezionato ben 40 dischi d'oro). Seguirono
due album e altri singoli come Try me e Night train, che ottennero tutti un
grande successo.
Negli anni Sessanta Brown fu stabilmente in vetta alle classifiche dei dischi di
rhythm & blues con brani come Prisoner of love, I got you, It's a man's world,
Cold sweat e I'm black and I'm proud. Nel 1962 venne registrato un concerto
tenuto al Teatro Apollo che darà vita all'album Live at the Apollo, diventato un
best seller. Grazie alla sua popolarità riuscì a trasmettere messaggi sui temi
sociali e esistenziali, come l'importanza dell'istruzione e la necessità di
migliorare la propria condizione individuale e sociale. Seguirono altri grandi
successi per Brown, tra i quali It's too funky in here e I got the feeling.
Gli anni Settanta lo videro ancora grande protagonista con ben otto album di
successo: dopo una serie di dieci canzoni che lo proiettarono immancabilmente in
classifica, James Brown si autoproclamò "Il Padrino del Soul" (the Godfather of
Soul), sulla scia del celebre film premio Oscar Il padrino.
Il boom della disco music lo spiazzò un po', ma la sua breve apparizione nella
parte del predicatore invasato nel famoso film The Blues Brothers (di John
Landis, con John Belushi e Dan Aykroyd) lo rilanciò alla grande. Travolgente fu
anche la sua esibizione in Living in America nel film Rocky IV (con Sylvester
Stallone).
Negli anni Ottanta è da ricordare anche il successo in coppia con Afrika
Bambaataa, Unity.
Negli anni seguenti Brown proseguì l'attività dal vivo e in studio,
incoraggiando la rivalità tra Prince e Michael Jackson, da lui considerati suoi
successori.
Non mancherà di lanciare appelli per i diritti umani: da ricordare la sua
battaglia, negli anni 2002-2003, a favore di Amina Lawal, donna nigeriana di 30
anni, condannata ad essere lapidata a morte da una corte islamica del suo paese.
La scomparsa
Nel corso del dicembre del 2006 James Brown comincia ad avvertire dei dolori
fisici che lo portano ad annullare varie date dei suoi concerti. Riesce a
cantare in condizioni precarie il 21 ad un concerto di beneficenza. [1]
Il 24 dicembre, colto da un'acuta forma di polmonite, il "Padrino del Soul"
viene ricoverato all'Emory Crawford Long Hospital di Atlanta, dove muore
all'1:45 della notte. L'artista aveva 73 anni.
Albums
Please Please Please (1959)
Try Me (1959)
Think (1960)
The Amazing James Brown (1961)
James Brown Presents His Band/Night Train (1961)
Shout And Shimmy (1962)
James Brown and His Famous Flames Tour the USA (1962)
Live at the Apollo - RS500 (1963)
Prisoner of Love (1963)
Showtime (1964)
The Unbeatable James Brown (1964)
Grits and Soul (1964)
Out Of Sight (1964)
Papa's Got A Brand New Bag (1965)
I Got You (I Feel Good) (1966)
James Brown Plays James Brown Today and Yesterday (1966)
Mighty Instrumentals (1966)
James Brown Plays New Breed (The Boo-Ga-Loo) (1966)
Soul Brother No. 1: It's A Man's Man's Man's World (1966)
James Brown Sings Christmas Songs (1966)
Handful of Soul (1966)
The James Brown Show (1967)
Sings Raw Soul (1967)
James Brown Plays The Real Thing (1967)
Live At The Garden (1967)
Cold Sweat (1967)
James Brown Presents His Show of Tomorrow (1968)
I Can't Stand Myself (1968)
I Got The Feelin' (1968)
Live At The Apollo, Volume 2 (1968)
Jams Brown Sings Out Of Sight (1968)
Thinking About Little Willie John and a Few Nice Things (1968)
A Soulful Christmas (1968)
Say It Loud, I'm Black and I'm Proud (1969)
Gettin' Down To It (1969)
The Popcorn (1969)
It's A Mother (1969)
Ain't It Funky (1970)
Soul On Top (1970)
It's A New Day - Let A Man Come In (1970)
Sex Machine (1970)
Hey America (1970)
Super Bad (1971)
Sho' Is Funky Down Here (1971)
Hot Pants (1971)
Revolution of the Mind/Live At The Apollo, Volume 3 (1971)
There It Is (1972)
Get On the Good Foot (1972)
Soul Classics (1972)
Soul Classics, Volume 2 (1973)
Black Caesar (1973)
Slaughter's Big Rip-Off (1973)
The Payback (1974)
Hell (1974)
Reality (1975)
Sex Machine Today (1975)
Everybody's Doin' The Hustle and Dead on the Double Bump (1975)
Hot (1976)
Get Up Offa That Thing (1976)
Bodyheat (1976)
Mutha's Nature (1977)
Solid Gold (1977)
The Fabulous James Brown (1977)
Jam 1980's (1978)
Take A Look At Those Cakes (1979)
The Original Disco Man (1979)
People (1980)
Hot On The One (1980)
Soul Syndrome (1980)
Can Your Heart Stand It? (1981)
The Best of James Brown (1981)
Nonstop! (1981)
Live In New York (1981)
Bring It On (1983)
Roots of A Revolution (1984)
The Federal Years, Part 1 (1984)
The Federal Years, Part 2 (1984)
Ain't That A Groove - The James Brown Story 1966-1969 (1984)
Doing It To Death - The James Brown Story 1970-1973 (1984)
Dead On The Heavy Funk 1974-1976 (1985)
The CD of JB: Sex Machine and Other Soul Classics (1985)
The LP of JB (1986)
Gravity (1986)
In The Jungle Groove - RS500 (1986)
James Brown And Friends (1988)
Motherlode (1988)
I'm Real (1988)
Star Time - RS500 (1991)
Messin' With The Blues (1991)
20 All-Time Greatest Hits! - RS500 (1991)
Love Over-Due (1991)
Chronicles - Soul Pride (1993)
Universal James (1993)
Funky President (1993)
Live At The Apollo (1995)
JB40: 40th Anniversary Collection (1996)
On Stage (1997)
The next step (2002)
Singoli
1956: "Please, Please, Please" (R&B N° 5)
1958: "Try Me" (R&B N° 1, U.S. N° 48)
1959: "I Want You So Bad" (R&B N° 20)
1960: "I'll Go Crazy" (R&B N° 15)
1960: "Think" (R&B N° 7, U.S. N° 33)
1960: "This Old Heart" (R&B N° 20, U.S. N° 79)
1960: "You've Got the Power" (R&B N° 14, U.S. N° 86)
1960: "The Bells" (U.S. N° 68)
1961: "Baby, You're Right" (R&B N° 2, U.S. N° 49)
1961: "Bewildered" (R&B N° 8, U.S. N° 40)
1961: "I Don't Mind" (R&B N° 4, U.S. N° 47)
1961: "Just You and Me, Darling" (R&B N° 17)
1968: "America Is My Home", Pt. 1" (R&B N° 13, U.S. N° 52)
1968: "Goodbye My Love" (U.S. N° 31)
1968: "I Can't Stand Myself (When You Touch Me)" (R&B N° 4, U.S. N° 28)
1968: "I Got The Feelin'" (R&B N° 1, U.S. N° 6)
1968: "I Guess I'll Have To Cry, Cry, Cry" (R&B N° 15, U.S. N° 55)
1968: "Licking Stick - Licking Stick" - Part 1 (R&B N° 2, U.S. N° 14)
1968: "Say It Loud - I'm Black and I'm Proud" - Part 1 (R&B N° 1, U.S.
N° 10)
1968: "There Was A Time" (R&B N° 3, U.S. N° 36)
1968: "Tit For Tat" (Ain't No Taking Back)" (U.S. N° 86)
1968: "You've Got To Change Your Mind" (R&B N° 47)
1969: "Ain't It Funky Now" (R&B N° 3, U.S. N° 24)
1969: "Give It Up Or Turnit A Loose" (R&B N° 1, U.S. N° 15)
1969: "I Don't Want Nobody To Give Me Nothing (Open Up The Door, I'll
Get It Myself)" (R&B N° 3, U.S. N° 20)
1969: "Let A Man Come In And Do The Popcorn" - Part One (R&B N° 2, U.S.
N° 21)
1969: "Lowdown Popcorn" (R&B N° 16, U.S. N° 41)
1969: "Mother Popcorn (You Got To Have A Mother For Me)" Part 1(R&B N°
1, U.S. N° 11)
1969: "The Popcorn" (R&B N° 11, U.S. N° 30)
1970: "Ain't It Funky Now" (U.S. N° 24)
1970: "Brother Rapp" - Part 1 &" (Part 2)" (U.S. N° 32)
1970: "Funky Drummer" - Part 1 (U.S. N° 51)
1970: "Get Up (I Feel Like Being Like A) Sex Machine" (Part 1)" (R&B N°
2, U.S. N° 15)
1970: "It's A New Day" - Part 1 & Part 2 (U.S. N° 32)
1970: "Santa Claus Is Definitely Here To Stay" (U.S. N° 7)
1970: "Super Bad" - Part 1 & Part 2 (R&B N° 1, U.S. N° 13)
1971: "Escape-ism" - Part 1 (R&B N° 6, U.S. N° 35)
1971: "Get Up, Get Into It, Get Involved" - P Spank" (R&B N° 26)
1979: "For Goodness Sakes, Look At Those Cakes" - Part I (R&B N° 52)
1979: "It's Too Funky In Here" (R&B N° 15)
1979: "Star Generation" (R&B N° 63)
1980: "Rapp Payback" (Where iz Moses)" (R&B N° 46)
1980: "Regrets" (R&B N° 63)
1981: "Stay With Me" (R&B N° 80)
1983: "The Night Time Is The Right Time" (To Be With The One That You
Love)" (R&B N° 73)
1985: "Living in America (song)|Living in America" (R&B N° 10, U.S. N°
4)
1986: "Gravity" (R&B N° 26, U.S. N° 93)
1987: "How Do You Stop" (R&B N° 10)
1988: "I'm Real" (R&B N° 2)
1988: "Static, Pts. 1 & 2" (R&B N° 5)
1991: "(So Tired of Standing Still We Got to) Move On" (R&B N° 48)
1993: "Can't Get Any Harder" (R&B N° 76)
1993: "Georgia-Lina"
1995: "Respect Me"
1996: "Hooked On Brown"
1998: "Funk On Ah Roll"
2001: "School Is In"
Compilation
Soul Classics (1972)
Soul Classics, Volume 2 (1973)
Solid Gold (1977)
The Fabulous James Brown (1977)
Can Your Heart Stand It? (1981)
The Best of James Brown (1981)
The Federal Years, Part 1 (1984)
The Federal Years, Part 2 (1984)
Roots of A Revolution (1984)
Ain't That A Groove - The James Brown Story 1966-1969 (1984)
Doing It To Death - The James Brown Story 1970-1973 (1984)
Dead On The Heavy Funk 1974-1976 (1985)
The CD of JB: Sex Machine and Other Soul Classics (1985)
The LP of JB (1986)
In The Jungle Groove (1986)
The CD of JB II: Cold Sweat and Other Soul Classics (1987)
Motherlode (1988)
Messin' With The Blues (1991)
Star Time (1991)
Chronicles - Soul Pride (1993)
JB40: 40th Anniversary Collection (1996)
On Stage (1997)
Film
The Blues Brothers (1980)
Rocky IV (1985)
Blues Brothers 2000 (1997)
Lo smoking (2002)