La Voce dell’Unitre Marzo 2011 N° 19 Anno accademico 2010–2011 UNIVERSITÀ DELLA TERZA ETÀ UNITRE DIRETTORE CORSI Francesco Campailla Tel. 0942 792358 UNIVERSITÀ DELLE TRE ETÀ PRESIDENTE Carmelo Duro Tel. 0942 756066 E-mail: [email protected] SEGRETERIO Melina Scarcella Tel. 0942 737233 Sede di SANTA TERESA DI RIVA (ME) VICE PRESIDENTE Sebastiano Di Bella Tel. 0942 791944 E-mail: [email protected] TESORIERE Franca Pizzolo Tel. 0942 751062 Sommario: Agricoltura: dal produttore al consumatore Dal produttore al consumatore La ricerca della felicità II relativismo nella cultura contemporanea Come nasce Un giornale La Divina Commedia in Lingua siciliana 2 I relatori hanno spiegato la convenienza economica della filiera corta e la genuinità dei prodotti per la salute dell‟individuo. Da sinistra: A. Aliberti, R. Savoca, M. T. Rizzo e A. Riggi 2 La degustazione 3 Cuntannu e cantannu 3 Controstoria dell‟Unità d‟talia Nonni e nipoti, un cammino insieme 4 4 TERREMOTO E TSUNAMI Quale futuro nel mondo? L‟esplosine alla centrale nucleare di Fukushima Foto Milestone Media La ricerca della felicità - Un‟idea filosofica universale - di Francesca Gullotta I nsieme alla prof.ssa Francesca Gullotta i corsisti dell‟UNITRE si sono cimentati per la prima volta in un breve itinerario filosofico per rispondere alla domanda che cos‟è la felicità. “Non si è mai troppo giovani o troppo vecchi per la conoscenza della felicità” scrive Epicuro nella “Lettera a Meneceo”. E‟ proprio così, cercare di essere felici è un bisogno universale, che attraversa il tempo e le generazioni e non conosce età. Nel tessuto dei concetti con cui la filosofia descrive la vita umana, la felicità è tra i più nobili e difficili da prendere, ma è anche il più diffuso e il più irrinunciabile. Ciascuno di noi desidera, infatti, essere felice, avere una buona sorte, una vita serena, come si evince anche dal significato del termine usato dai Greci, "eudemonia", "avere un buon demone", stare bene. La felicità è stata interpretata ora come una disposizione interiore, un habitus esistenziale, che deriva sia dal comprendere se stessi, che dal moderare gli istinti e le pulsioni, connessa, pertanto, alla virtù e ai comportamenti equilibrati razionalmente, alla saggezza, ora come un breve attimo, un momento isolato, legata, quindi, al superamento del dolore o all‟attesa di qualcosa di agognato. “La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente fra noia e dolore, con intervalli fugaci, e per di più illusori, di piacere e gioia” (A. Schopenhauer) In una delle tante prospettive filosofiche la felicità corrisponde al sentirsi felici. Ma questo "sentirsi felici" cambia da soggetto a soggetto, dipende da tanti fattori e quindi dalla disposizione psicologica ad accettarsi per quello che si è a saper coltivare tutti i momenti nella propria vita. “Per non essere molto infelici il mezzo più sicuro sta nel non pretendere di essere molto felici”(Schopenhauer). Pagina 2 La Voce dell’Unitre IL RELATIVISMO NELLA CULTURA CONTEMPORANEA di Santi Ucchino L ‟ Ispettore Santi Ucchino ha spiegato efficacemente il relativismo, concezione filosofica che non ammette verità assolute nel campo della conoscenza (relativismo gnoseologico), né princìpi immutabili in sede morale (relativismo morale). Esso si diffonde ad Atene nel V sec. A.C ad opera di due filosofi: Pitagora di Abdera e Gorgia di Lentini, che si definivano sofisti, cioè sapienti. Benché criticato da Socrate e poi da Platone e da Aristotele, lo ritroviamo spesso nella filosofia dei secoli successivi, fino ai nostri giorni, e perfino nella letteratura Santi Ucchino (Pirandello, Così è se vi pare e Uno, nessuno e centomila). e i soci dell’Unitre Un‟altra forma di relativismo è quello culturale, che si diffonde a partire dall‟Ottocento ad opera dell‟antropologia culturale, la quale afferma l’equivalenza di tutte le culture e nega che su ciascuna di esse si possano formulare giudizi di valore. Il relativismo si fonda su una contraddizione logica: nega ogni verità assoluta ed afferma se stesso come verità assoluta. Esso si pone come la religione del nostro tempo e come la condizione della democrazia. ma la sua infondatezza è evidente: Nessuno può negare le verità della scienza, sia pure nella loro provvisorietà; Nessuno può negare la verità della storia, che è raccolta di fatti realmente accaduti; Nessuno può negare le differenze di valore esistenti tra le varie culture, per esempio fra una cultura che prevede il taglio della mano per il ladro ed una che afferma che la pena deve servire alla rieducazione del condannato (art. 27 della Costituzione italiana). Nessuno può negare la differenza morale esistente fra i malfattori, che derubano e malmenano un viandante, e il samaritano che lo soccorre. E per quanto riguarda la democrazia, nessuno può negare che essa si fonda su valori universali, quali uguaglianza, libertà, giustizia, rispetto della persona umana. Il relativismo, negando l‟universalità di tali valori ed affermando la legittimità di tutte le opinioni, non solo non può porsi a fondamento della democrazia, ma costituisce la sua negazione, perché finisce per legittimare perfino il dispotismo e la dittatura. COME NASCE UN GIORNALE I talia Cicciò, accompagnata dalla collaboratrice, prof.ssa Anna Maria Crisafulli Sartori, ha trattato il tema come una chiacchierata fra amici; trait d’union il nostro presidente Carmelo Duro, giornalista, da oltre quarant‟anni collaboratore della Gazzetta del Sud di Messina. La signora Cicciò ha sottolineato subito che per essere giornalisti occorre saper esprimere concetti chiari e sintetici, quindi ha sotAnna Maria Crisafulli Sartori tolineato che bisogna attenersi all‟etica giornalistica tenendo pree Italia Cicciò (a destra) sente alcuni punti fondamentali quali la precisione e l‟obiettività (con cautela nei superlativi), il controllo attento della punteggiatura e osservare i principi di economia di spazio e di scadenza in ordine alla tempestività. Ha ricordato, quindi, la regola base di ogni articolo: Chi, dove, quando, come, perché, domande alle quali il giornalista deve rispondere nelle prime dieci righe. Un buon giornale nasce adeguandosi a determinate misure, alle righe necessarie. Anche le scuole svolgono un ruolo importante nella stesura dei giornalini scolastici (“Mondo Ainis”, “Koinè” del liceo Maurolico, “Magazine” della Gazzetta del Sud, ecc.). La relatrice, dopo aver ripercorso l‟evoluzione della tecnica per “fare” un giornale, dalle storiche linotype agli attuali computer, si è soffermata sulle figure del fotografo e della collocazione delle fotografie nella pagina, del collaboratore e del corrispondente chiarendo l‟iter per diventare giornalista pubblicista e professionista. L‟argomento relativo alla figura del collaboratore esterno, una figura fondamentale per la vita del giornale, è stato affrontato dalla professoressa Crisafulli la quale ha messo in evidenza come il collaboratore e il corrispondente debbano essere in grado di scrivere su tutto, dallo sport alla politica, dall‟attualità alla cronaca. Ha quindi sottolineato, in uno con la signora Cicciò, che il lavoro del giornalista è molto impegnativo e dev‟essere supportato da una forte passione, da spirito di sacrificio e da una grande disponibilità. Pagina 3 La Voce dell’Unitre La Divina Commedia in lingua siciliana - Prof.ssa Rosa Gazzara Siciliano R osa Gazzara Siciliano è di Messina dove ha compiuto gli studi laureandosi in lettere all‟età di 19 anni. Ha pubblicato sette sillogi di versi e un romanzo, ottenendo innumerevoli premi in concorsi nazionali ed anche all‟estero. Ha tradotto in lingua siciliana non solo la Divina commedia ma anche l‟Odissea e l‟Eneide con l‟entusiasmo di chi crede nell‟attualità delle opere immortali. Ha pubblicato inoltre: “Piccole storie”, una serie di racconti; “Cunti, chianti e… cosi „i nenti”, trilogia in versi siciliani. A lei si deve anche la Modernizzazione verbale della Beata Eustochia. Rosa Gazzara Siciliano … “Dopu chi scutài i nomi di madami e cavaleri ….. tantu m’accurài, poi cuminciài … Maestru …” Queste sono alcune parole della “La Divina Commedia in lingua siciliana” di Rosa Gazzara Siciliano che ha cortesemente accettato l‟invito dell‟Unitre di S. Teresa offrendo un saggio della sua bravura mentre recitava un pezzo della sua opera scritta pazientemente e con grande passione, estasiando un uditorio attentissimo e piacevolmente soddisfatto. “Cuntannu e cantannu” di Gianni Argurio G ianni Argurio, messinese, cantautore del folklore siciliano anche all‟estero,, ha pubblicato opere in versi siciliani, ha rappresentato il cantastorie nell'opera teatrale. E' stato ospite in varie trasmissioni radiotelevisive della RAI: "Musiche caratteristiche Siciliane", "Poesie e canti di Sicilia", "Alto Gradimento", "L'altro Suono", "Quindici minuti con...", "Prisma, Attività Culturali del TG1", "Cronache Italiane", "Uno Mattina". Moltissime apparizioni nelle TV locali, in particolar modo RTP, Antenna Sicilia, TeleVip, Telecineforum; in radio su Radio Uno e Radio Due RAI e radio libere della Sicilia e della Calabria. Ha firmato brani con Lillo Alessandro e tanti altri noti compositori. Come autore dei testi ha vinto importanti festival. L‟ultimo volume che ha pubblicato è "Nniu nniu...e lu cuntu finiu" che contiene otto "cunti" della Sicilia antica con traduzione in italiano . Ha portato un‟ondata di sicilianità anche fra gli stessi siciliani cantando, da par suo “Amuri amuri”, “Mi votu e mi rivotu” ed altre note canzoni cercando di far cantare i nostri soci con “Vitti ’na crozza”, famosa canzone che racchiude anche un significato non a tutti noto che Argurio ha spiegato, così come “U pisci spada” di Modugno (si colpiva prima la femmina per catturare anche il maschio) .Riportiamo la traduzione in italiano: QUESTA E' LA STORIA D'UN PESCE SPADA - STORIA D'AMORE.... DAI DAI E' LI', L'HO VISTO... - PRENDI LA FIOCINA, UCCIDILO UCCIDILO UCCIDILO AHH... HANNO COLPITO LA TUA FEMMINA DRITTO DRITTO IN MEZZO AL CUORE E PIANGEVA DI DOLORE AHI AHI AHI AHI AHI AHI AHI E LA BARCA LA TRASCINAVA E IL SANGUE SI SPARGEVA ED IL MASCHIO PIANGEVA AHI AHI AHI AHI AHI AHI AHI ED IL MASCHIO PAREVA IMPAZZITO DICEVA: "BELLA MIA NON PIANGERE, BELLA MIA NON PIANGERE, DIMMI PIUTTOSTO COSA DEVO FARE?....." RISPONDEVA LA FEMMINA, CON UN FILO DI VOCE: "SCAPPA SCAPPA AMORE MIO, PERCHE' ALTRIMENTI TI UCCIDONO----" "NO NO NO NO NO AMORE MIO, SE TU MUORI VOGLIO MORIRE ASSIEME A TE SE TU MUORI AMORE MIO VOGLIO MORIRE..." CON UN SALTO SI TROVO' ABBRACCIATO CUORE A CUORE VICINO AD ESSA E COSI' EBBE FINE L'AMORE DI DUE PESCI SFORTUNATI.... DAI DAI E' LI', L'HO VISTO - C'E' PURE IL MASCHIO - PRENDI LA FIOCINA , UCCIDILO,UCCIDILO UCCIDILO AHH.... QUESTA E' LA STORIA - D' UN PESCE SPADA - STORIA D'AMORE...... La Voce dell’Unitre L Pagina 4 Controstoria dell‟Unità d‟Italia - Art. di Filippo Brianni e pur smaglianti luci di una grande Italia, bella, forte, invidiata al mondo, costruita sui pilastri dell‟amore di libertà e della Patria, non bastano a nascondere le ombre di un‟Unità realizzata anche con l‟ausilio di stranieri interessati, massoni e delinquenti e soprattutto pagata con i soldi e il sangue del Sud. Un‟unità politica che ha però alimentato quella che da un secolo e mezzo è diventata la Questione Meridionale. Questo il succo dell‟incontro-dibattito Angelo Garufi (che legge le “luci”), Gabriele Camelia e Carmelo Duro tenutosi martedì sera a Villa Ragno e che è stato organizzato dall‟Unitre, presieduta dal giornalista Carmelo Duro, che ha anche moderato i lavori. Lavori snodati su due binari che alla fine si sono intersecati, in un reciproco riconoscimento della verità storica tanto delle “luci”, di cui si è occupato Angelo Garufi, quanto delle “ombre”, tratteggiate da Gabriele Camelia. Quest‟ultimo ha posto in evidenza il ruolo oscuro e penetrante della massoneria ed ha tracciato il profilo dei quattro principali protagonisti risorgimentali: Garibaldi, Mazzini, Cavour e Vittorio Emanuele II. Ha anche posto l‟accento sulle violenze e le repressioni che hanno accompagnato l‟Unità e sulle false mitizzazioni che hanno caratterizzato la Spedizione dei Mille. Le luci le ha accese Angelo Garufi, ripercorrendo il quadro storico e ritenendo che le ombre tracciate dal suo “interlocutore” Camelia siano state dovute soprattutto all‟ingordigia dei Savoia e all‟inefficienza dei politici siciliani. Nonni e nipoti, un cammino insieme - Prolusione del Prof. Vittorio Nicita Mauro I n Italia ci sono circa 15 milioni di nonni e ogni anno un milione di Italiani ha la gioia di assistere alla nascita del primo nipotino. E ciò perché, in conseguenza del progressivo invecchiamento della popolazione e della diminuzione delle nascite, oggi ci sono molti nonni e pochi nipoti, mentre in passato molti nipoti e pochi nonni. Nella società attuale ai nonni ed alle nonne è riservato un ruolo sempre più importante nella gestione familiare e quando entrambi i genitori lavorano o, peggio, sono separati è proprio ai nonni che spesso è delegata la gestione dei nipoti. Il nonno perciò nella società odierna è un personaggio importante che deve tenersi costantemente aggiornato, saper usare computer/internet e ricordarsi sempre che non con le parole ma con l‟esempio può influire positivamente sui nipotini. Il nonno può collaborare a dare ai giovani nipoti con genitori sempre più indaffarati, la giusta chiave di lettura della vita e dei suoi valori. Decalogo del nonno - Obiettivo: vivere bene la “nonnità” 1. 2. 3. 4. È un personaggio importante: tra l‟altro è stato bambino, adulto e genitore. Deve tenersi costantemente aggiornato in particolare in campo culturale, politico, sociale e sportivo. Deve saper usare computer/internet, anche avvalendosi dell‟aiuto dei nipotini. Parlando con i nipoti deve saper citare ogni tanto qualche aforisma/proverbio, espressione della sua lunga esperienza di vita. 5. Come anche il genitore, non con le prediche ma con l‟esempio può influire positivamente sul nipotino. 6. Non deve criticare figli e generi/nuore in presenza dei nipotini. 7. Non deve mostrare favoritismi o preferenze tra i diversi nipoti. 8. Deve fare di tutto per essere una persona con cui è piacevole stare assieme, anche evitando di citare spesso “la bellezza dei tempi passati”. 9. Deve mostrarsi ottimista, cercando di evidenziare il lato bello delle cose ed in particolare della vita e dell‟amore. 10. Deve sapere infine che, aiutando il nipotino a crescere bene, aiuta tre persone: nipotino, figlio e se stesso. Vittorio Nicita Mauro