Università degli
g Studi di Ferrara
Servizio di Prevenzione e Protezione
RISCHIO ELETTRICO
Aggiornata a settembre 2011
1
Indice:
- EFFETTI DELLA CORRENTE SUL CORPO UMANO
-DEFINIZIONI
-NORMATIVA
-VALUTAZIONE DEL RISCHIO
-GESTIONE DELL’IMPIANTO
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EFFETTI DELLA CORRENTE SUL CORPO UMANO
Considerazioni generali
Intensità dello stimolo
Le cellule del corpo umano
rispondono ad una curva di
eccitabilitàà (fig.1).
(fi ) Perché
h una
cellula si ecciti (soglia di
eccitabilità) occorrono valori
elevati del prodotto Ixt.
Curva di eccitabilità di una cellula
I0 rappresenta la minima intensità dello stimolo capace di
produrre l’eccitamento
l eccitamento della cellula se applicato per un tempo
indefinito
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3
EFFETTI DELLA CORRENTE SUL CORPO UMANO
Considerazioni generali
I segnali a frequenza elevata (che hanno un periodo T piccolo)
sono meno pericolosi perché eccitano di meno le cellule
(occorrerebbero grosse correnti – Con l’elettrobisturi si
i i tt
iniettano
correnti
ti di frequenza
f
4 5Mh senza problemi).
4-5Mhz
bl i)
Alle frequenze più elevate si manifesta, inoltre, un effetto pelle
che fa passare la corrente verso ll’esterno
esterno del corpo senza
interessare il cuore.
I segnali più pericolosi sono quelli con frequenza compresa
tra 10 e 1000 Hz.
- La corrente continua è meno pericolosa della corrente alternata
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4
EFFETTI DELLA CORRENTE SUL CORPO UMANO
Considerazioni generali
- Nel corpo umano esistono già dei segnali di natura elettrica
che determinano lo stimolo dei muscoli. Se a questi segnali se
ne sovrappongono
pp g
altri esterni si hanno alterazioni ppiù o meno
gravi
- Stimoli elettrici che superano la soglia di eccitabilità e che
provengono dall’esterno possono risultare pericolosi e influire
sulle funzioni vitali
Dall’entità degli
g effetti fisiopatologici
p
g p
prodotti dalla corrente
elettrica sul corpo umano
dipendono i limiti di sicurezza
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EFFETTI DELLA CORRENTE SUL CORPO UMANO
Danni possibili
sono di tre tipi:
1-Interferenza con i segnali elettrobiologici delle fibre nervose e
muscolari
· tetanizzazione (contrazione spasmodica dei muscoli)
· alterazioni della funzione respiratoria (asfissia dovuta
all’impossibilità di funzionamento dei muscoli del petto)
· lesioni neurologiche del midollo spinale (paralisi temporanee)
· fibrillazione cardiaca (contrazione scoordinata del muscolo
cardiaco)
2-ustioni (sviluppo di calore per effetto Joule)
· ustioni nel punto di contatto (più tipici delle tensioni medie ed
alte)
Aggiornata
a settembre 2011
6
3-traumi per urti o cadute
conseguenti
all’elettrocuzione
EFFETTI DELLA CORRENTE SUL CORPO UMANO
Dettaglio dei danni
La tetanizzazione è prodotta dal passaggio della corrente (sia
continua che alternata) nei muscoli e può manifestarsi come:
· formicolio
· scossa dolorosa con possibilità di contrazioni e paralisi
temporanea dei muscoli.
La alterazione
L
lt
i
della
d ll funzione
f
i
respiratoria
i t i sii verifica
ifi quando
d sii
supera la corrente di rilascio. Si hanno problemi di respirazione e
asfissia (occorre una respirazione bocca a bocca entro 33-44 minuti)
Anche le paralisi temporanee si hanno quando si supera la
corrente di rilascio.
Aggiornata a settembre 2011
7
EFFETTI DELLA CORRENTE SUL CORPO UMANO
Dettaglio dei danni
La fibrillazione cardiaca è essenzialmente dovuta al fatto
che
h il cuore (che
( h sii contrae normalmente
l
60-100
60 100 volte
l all
minuto) è raggiunto da un segnale di 50Hz, che crea
contrazioni indesiderate (fibrillazione).
(fibrillazione) Occorre una grossa
scarica elettrica per arrestare la fibrillazione (defibrillatore).
Aggiornata a settembre 2011
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EFFETTI DELLA CORRENTE SUL CORPO UMANO
Dettaglio dei danni
Il ciclo cardiaco è caratterizzato da un momento critico in fase di
recupero della eccitazione ventricolare
ventricolare. Se durante tale periodo
(frazioni di secondo) arriva un altro impulso esterno, si innescano
oscillazioni
osc
o ddisordinate
so d
e ((fibrillazione)
b
o e) che
c e continuano
co
u o anche
c e al
cessare del disturbo. Cade la pressione del sangue con effetti
spesso letali.
Per avere fibrillazione irreversibile (arrestabile solo con
defribillatore) bastano correnti dell’ordine di decine di mA
applicate al cuore per 0.1msec.
0 1msec
Aggiornata a settembre 2011
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EFFETTI DELLA CORRENTE SUL CORPO UMANO
Dettaglio dei danni
Le ustioni si hanno quando la densità di corrente è superiore a
50mA per ogni mm2 di pelle. In genere si determina la rottura
delle arterie ed emorragia.
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EFFETTI DELLA CORRENTE SUL CORPO UMANO
Principali parametri
I parametri che determinano la gravità degli effetti sono
· ll’intensità
intensità della corrente (Ampere)
· il percorso della corrente sul corpo umano
· la du
durata de
del contatto
co
o
· la frequenza della corrente (Hertz) (effetti più dannosi tra 10 e
1000Hz)
In merito all’intensità della corrente si possono distinguere due
valori:
· corrente di soglia = minimo valore percepito
· corrente di rilascio = massima corrente che consente di
interrompere il contatto Aggiornata a settembre 2011
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EFFETTI DELLA CORRENTE SUL CORPO UMANO
Principali parametri: intensità di corrente
La corrente di rilascio corrisponde al massimo valore di corrente
che non provoca paralisi delle mani o degli arti consentendo cosi
di allontanarsi (per le correnti impulsive la corrente di rilascio è
quella del dolore). E’ minore per donne, bambini e persone che
pesano poco.
S
Sopra
t l valore
tale
l
l’interruzione
l’i t
i
della
d ll corrente
t è affidata
ffid t solamente
l
t
all’intervento degli interruttori (magnetotermici e differenziali).
Sotto la soglia di rilascio NON sono necessari provvedimenti
contro le tensioni di contatto
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EFFETTI DELLA CORRENTE SUL CORPO UMANO
Principali parametri:
intensità di corrente
Nella figura a lato sono
sintetizzate le conseguenze
g
del passaggio della corrente
elettrica nel corpo umano
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EFFETTI DELLA CORRENTE SUL CORPO UMANO
Principali parametri: percorso della corrente
Ogni individuo reagisce in modo diverso al passaggio della
corrente per cuii la
l quantità
i à di corrente necessaria
i add innescare
i
l
la
fibrillazione può variare da caso a caso ; nonostante questo, il
percorso seguito dalla corrente ha una grande influenza sulla
probabilità d’innesco. Per questo motivo è stato definito un
“fattore di ppercorso” che indica la ppericolosità dei diversi ppercorsi
seguiti dalla corrente considerando come riferimento il percorso
mano sinistra-piedi.
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EFFETTI DELLA
CORRENTE SUL
CORPO UMANO
Percorso della
corrente sul
corpo umano
Percorso
Fattore di percorso
Mani - Piedi
1
Mano sinistra - Piede sinistro
1
Mano sinistra - Piede destro
1
Mano sinistra - Entrambi i piedi
1
Mano sinistra - Mano destra
0,4
Mano sinistra - Dorso
07
0,7
Mano sinistra - Torace
1,5
Mano destra - Piede sinistro
08
0,8
Mano destra - Piede destro
0,8
Mano destra - Entrambi i piedi
08
0,8
Mano destra - Dorso
0,3
M
Mano
ddestra
t - Torace
T
13
1,3
Glutei -Aggiornata
Mani
a settembre 2011
0,7
15
EFFETTI DELLA CORRENTE SUL CORPO UMANO
Principali parametri: durata del contatto
Esistono dei diagrammi che legano la corrente alternata (10-100Hz)
(10 100Hz)
alla durata del passaggio nel corpo umano (percorso mano-piedi) e
che indicano i valori pericolosi
p
b
a
c
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EFFETTI DELLA CORRENTE SUL CORPO UMANO
Principali parametri: durata del contatto
Il ppiano tempo
p corrente e stato suddiviso in qquattro zone
Zona 1 - Retta “a” di equazione I=0,5 A in cui normalmente non
si hanno effetti dannosi;;
Zona 2 - Tra la retta “a” e la curva “b” di equazione I=10+10/t
(mA), con asintoto verticale I=10 mA non si hanno normalmente
effetti
ff i fisiopatologici
fi i
l i i pericolosi;
i l i
Zona 3 - Tra la curva “b” e la curva “c” (soglia di fibrillazione
ventricolare) possono verificarsi effetti quasi sempre reversibili che
possono divenire pericolosi se a causa del fenomeno della
tetanizzazione,, che impedisce
p
il rilascio,, ci si pporta nella zona 4 ;
Zona 4 - La pericolosità aumenta allontanandosi dalla curva “c” .
Si può innescare la fibrillazione con conseguente arresto cardiaco,
arresto della
d ll respirazione
i i
e ustioni.
i i
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EFFETTI DELLA CORRENTE SUL CORPO UMANO
La pericolosità della corrente diminuisce all'aumentare della
frequenza poichè ad alte frequenze la corrente tende a passare solo
attraverso la
l pelle.
ll Il fenomeno
f
sii chiama
hi
appunto effetto
ff
pelle
ll e le
l
lesioni provocate dal passaggio della corrente elettrica sono solo
superficiali e non interessano organi vitali
Dalla figura a lato si può
notare come le correnti a
frequenza di 50 cicli al
secondo si trovino nella
fascia di frequenze più
pericolose.
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DEFINIZIONI
TIPI DI ISOLAMENTO:
Ogni apparecchio elettrico è dotato di un isolamento tra le parti
attive e tra queste e la carcassa,
attive,
carcassa senza la quale ne sarebbe
impedito il funzionamento. Questo isolamento prende il nome di
ISOLAMENTO FUNZIONALE.
L’isolamento è anche utilizzato pper la pprotezione delle persone
p
contro il pericolo elettrico. Si definisce ISOLAMENTO
PRINCIPALE l’isolamento delle parti attive necessario per
assicurare la protezione fondamentale contro la folgorazione
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DEFINIZIONI
TIPI DI ISOLAMENTO
Al fine di garantire la sicurezza delle persone in caso di guasto
all’isolamento principale si può aggiungere un ulteriore
isolamento. Questo secondo isolamento pprende il nome di
ISOLAMENTO SUPPLEMENTARE.
L’insieme dell’isolamento principale e dell’isolamento
supplementare è denominato DOPPIO ISOLAMENTO
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DEFINIZIONI
CONTATTI DIRETTI E INDIRETTI
I contatti con parti in tensione sono convenzionalmente distinti in
due tipi: DIRETTI e INDIRETTI
CONTATTO DIRETTO: avviene quando si entra in contatto
con conduttori
d
i “nudi”
di o direttamente
di
accessibili,
ibili in tensione.
Può anche avvenire per contatto tramite interposizione di oggetti
metallici.
metallici
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21
DEFINIZIONI
CONTATTI DIRETTI
Esempi:
E
i quando
d sii tocca un filo
fil elettrico
l i scoperto o male
l isolato
i l
oppure quando si toccano con entrambe le mani i due poli della
corrente Il corpo umano è così sottoposto ad una differenza di
corrente.
potenziale (tensione elettrica) che provoca il passaggio di una
corrente elettrica verso terra nel primo caso e attraverso le braccia
nel secondo.
CONTATTO INDIRETTO: avviene quando si entra in contatto
con parti
ti metalliche
t lli h normalmente
l
t non in
i tensione
t i
(MASSA) che
(MASSA),
h a
causa di un guasto o della perdita di isolamento di alcuni
componenti, risultano inaspettatamente in tensione.
Aggiornata a settembre 2011
22
DEFINIZIONI
MASSA
Il termine MASSA indica una parte conduttrice, facente parte
dell’impianto
de
p a to elettrico,
e ett co, che
c e può essere
esse e toccata e che
c e non
o è in
tensione in condizioni ordinarie di isolamento, ma che può andare
in tensione in caso di cedimento dell’isolamento principale.
La carcassa di un motore elettrico e l’involucro metallico di un
apparecchio costituiscono esempi tipici di masse
Aggiornata a settembre 2011
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DEFINIZIONI
MISURE DI PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI
INDIRETTI
CONTATTO INDIRETTO
La persona può essere investita dal passaggio della
corrente elettrica che si scarica verso terra..
Per prevenire tale rischio occorre che negli edifici sia installato
un impianto di messa a terra al fine di collegare allo stesso
potenziale tutte le masse
metalliche
Aggiornata
a settembre 2011
24
DEFINIZIONI
PROTEZIONE DAI CONTATTI INDIRETTI
- IMPIANTO DI TERRA
Consiste in una serie di accorgimenti idonei ad assicurare alle
masse elettriche lo stesso potenziale della terra, evitando che le
stesse possono venire
i a trovarsii in
i tensione.
i
E’ una condizione necessaria ma non sufficiente per garantire la
protezione
t i
Permette l'intervento dell‘interruttore differenziale in caso
diAggiornata
guasto
verso terra.
a settembre 2011
25
DEFINIZIONI
PROTEZIONE DAI CONTATTI INDIRETTI
- INTERRUTTORI DIFFERENZIALI
Oltre all'impianto di messa a terra per garantire la protezione dai
contatti indiretti è necessario installare a monte degli apparecchi
utilizzatori un dispositivo in grado di rilevare la dispersione di
corrente verso terra che interrompa
p il flusso di corrente elettrica
prima che la stessa assuma valori pericolosi.
L'interruttore
L'i
t
tt
differenziale,
diff
i l comunemente
t detto
d tt salvavita,
l it è un
dispositivo elettrotecnico in grado di interrompere un circuito in
caso di guasto verso terra
Aggiornata a settembre 2011
26
DEFINIZIONI
PROTEZIONE DAI CONTATTI INDIRETTI
- INTERRUTTORI DIFFERENZIALI
Non offre alcuna protezione contro sovracorrente o cortocircuito
tra fase e fase o tra fase e neutro, per i quali è invece richiesto un
interruttore megnetotermico. Sono molto diffusi in commercio
apparecchi che integrano entrambi i dispositivi (chiamati
comunemente
t salvavita,
l it da
d un nome commerciale
i l largamente
l
t
utilizzato).
È detto differenziale perché basa il suo funzionamento sulla
differenza di correnti elettriche eventualmente rilevata in ingresso
e in uscita al sistema elettrico in caso di dispersione.
Aggiornata a settembre 2011
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DEFINIZIONI
PROTEZIONE DAI CONTATTI INDIRETTI
- DOPPIO ISOLAMENTO
N ddetermina
Non
i l’interruzione
l’i
i
automatica
i del
d l circuito
i i
Dal collegamento a terra sono esonerati i prodotti provvisti del simbolo
con il quale la ditta costruttrice garantisce l'isolamento rinforzato o
doppio; tale simbolo è costituito da due quadrati concentrici
Esempi:
E
i
Utensili elettrici portatili: se a doppio isolamento
non hanno il conduttore per il collegamento
all’impianto di messa a terra
Tutti gli altri apparecchi devono essere muniti di prese a spina
con polo o contatto per il collegamento elettrico a terra della
massa metallica: le pprese a spina
p
di tipo
p ppiatto utilizzano il ppolo
centrale mentre quelle di tipo rotondo utilizzano una lamella
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laterale.
NORMATIVA
DECRETO LEGISLATIVO 9 APRILE 2008, n. 81
TITOLO III
USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO E DEI
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
CAPO III
IMPIANTI E APPARECCHIATURE ELETTRICHE
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29
NORMATIVA
Articolo 80
Obblighi del datore di lavoro
1. Il datore di lavoro prende le misure necessarie affinché i
lavoratori siano salvaguardati
g
da tutti i rischi di natura elettrica
connessi all'impiego dei materiali, delle apparecchiature e degli
impianti elettrici messi a loro disposizione ed, in particolare, da
quelli
lli derivanti
d i
i da:
d
a) contatti elettrici diretti;
b) contatti elettrici indiretti;
c) innesco e propagazione di incendi e di ustioni dovuti a
p
p
pericolose,, archi elettrici e radiazioni;;
sovratemperature
d) innesco di esplosioni;
e) fulminazione diretta ed indiretta;
f) sovratensioni;
i i
Aggiornata a settembre 2011
g) altre condizioni di guasto
ragionevolmente prevedibili. 30
NORMATIVA
A ti l 80
Articolo
Obblighi del datore di lavoro
22. A tale
l fine
fi il datore
d t
di llavoro esegue una valutazione
l t i
dei
d i rischi
i hi
di cui al precedente comma 1, tenendo in considerazione:
a) le condizioni e le caratteristiche specifiche del lavoro,
lavoro ivi
comprese eventuali interferenze;
b) i rischi presenti nell'ambiente di lavoro;
c) tutte le condizioni di esercizio prevedibili.
33. A seguito
it della
d ll valutazione
l t i
del
d l rischio
i hi elettrico
l tt i il datore
d t
di lavoro
l
adotta le misure tecniche ed organizzative necessarie ad eliminare o
ridurre al minimo i rischi presenti,
presenti ad individuare i dispositivi di
protezione collettivi ed individuali necessari alla conduzione in
sicurezza del lavoro ed a predisporre le procedure di uso e
manutenzione atte a garantire nel tempo la permanenza del livello di
Aggiornata a settembre 2011
31
sicurezza raggiunto con l'adozione delle misure di cui al comma 1.
NORMATIVA
Articolo 80
Obblighi del datore di lavoro
3-bis. Il datore di lavoro prende, altresì, le misure necessarie affinché
le pprocedure di uso e manutenzione di cui al comma 3 siano
predisposte ed attuate tenendo conto delle disposizioni legislative
vigenti, delle indicazioni contenute nei manuali d'uso e
manutenzione delle apparecchiature ricadenti nelle direttive
specifiche di prodotto e di quelle indicate nelle pertinenti norme
tecniche.
tecniche
Aggiornata a settembre 2011
32
NORMATIVA
SANZIONI – art. 87
Dal
a punto
pu o di
d vista
v s a sanzionatorio,
sa o a o o, il pprimo
o co
commaa dell’art.
de a . 80 non
o
è punito.
È però prevista la pena dell’arresto da tre a sei mesi, o
l’ammenda da 2.500 a 6.400 euro, per la mancata valutazione del
rischio elettrico.
Tale valutazione è evidentemente necessaria per individuare le
misure di sicurezza richiamate al comma 3 dell’art. 80,
anch’esso ppunito con la ppena dell’arresto da due a qquattro mesi o
con l’ammenda da 1.000 a 4.800 euro.
Aggiornata a settembre 2011
33
NORMATIVA
Articolo 81
Requisiti di sicurezza
1 Tutti i materiali,
1.
materiali i macchinari e le apparecchiature,
apparecchiature nonché le
installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici devono essere
progettati, realizzati e costruiti a regola d
d'arte.
arte.
2. Ferme restando le disposizioni legislative e regolamentari di
recepimento delle direttive comunitarie di prodotto, i materiali, i
macchinari, le apparecchiature, le installazioni e gli impianti di
cui al comma precedente,
precedente si considerano costruiti a regola
d'arte se sono realizzati secondo pertinenti norme tecniche.
Aggiornata a settembre 2011
34
NORMATIVA
Articolo 82
Lavori sotto tensione
1. È vietato eseguire
g
lavori sotto tensione. Tali lavori sono tuttavia
consentiti nei casi in cui le tensioni su cui si opera sono di
sicurezza, secondo quanto previsto dallo stato della tecnica o
quando i lavori sono eseguiti nel rispetto delle seguenti
condizioni:
a) le procedure adottate e le attrezzature utilizzate sono conformi ai
criteri definiti nelle norme tecniche;
g
0 e I ppurché l'esecuzione di lavori su pparti
b)) pper sistemi di categoria
in tensione sia affidata a lavoratori riconosciuti dal datore di
lavoro come idonei per tale attività secondo le indicazioni della
pertinente
i
normativa
i tecnica;
i
Aggiornata a settembre 2011
35
NORMATIVA
A ti l 82
Articolo
Lavori sotto tensione
c) per sistemi di II e III categoria purché:
1) i lavori su parti in tensione siano effettuati da aziende
autorizzate,, con specifico
p
pprovvedimento del Ministero del
lavoro, della salute e delle politiche sociali, ad operare sotto
tensione;
2) l'esecuzione di lavori su parti in tensione sia affidata a
lavoratori abilitati dal datore di lavoro ai sensi della
pertinente normativa tecnica riconosciuti idonei per tale
attività.
Aggiornata a settembre 2011
36
NORMATIVA
A ti l 82
Articolo
Lavori sotto tensione
22. Con
C decreto
d
d l Ministro
del
Mi i
d l lavoro
del
l
e della
d ll previdenza
id
sociale,
i l da
d
adottarsi entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del
presente decreto legislativo,
legislativo sono definiti i criteri per il rilascio
delle autorizzazioni di cui al comma 1, lettera c), numero 1).
3. Hanno diritto al riconoscimento di cui al comma 2 le aziende già
autorizzate ai sensi della legislazione vigente.
Aggiornata a settembre 2011
37
NORMATIVA
Articolo 83
Lavori in prossimità di parti attive
1 Non possono essere eseguiti lavori non elettrici in vicinanza di
1.
linee elettriche o di impianti elettrici con parti attive non protette, o
cchee pe
per ccircostanze
costa e pa
particolari
t co a
ssi debba
debbanoo ritenere
te e e non
o
sufficientemente protette, e comunque a distanze inferiori ai limiti
di cui alla tabella 1 dell'allegato IX, salvo che vengano adottate
disposizioni organizzative e procedurali idonee a proteggere i
lavoratori dai conseguenti rischi.
2. Si considerano idonee ai fini di cui al comma 1 le disposizioni
contenute nelle ppertinenti norme tecniche.
Aggiornata a settembre 2011
38
NORMATIVA
Articolo 84
Protezioni dai fulmini
1. Il datore di lavoro provvede affinché gli edifici, gli impianti, le
strutture, le attrezzature, siano protetti dagli effetti dei fulmini con
sistemi
i
i di protezione
i
realizzati
li
i secondo
d le
l norme tecniche
i h
Aggiornata a settembre 2011
39
NORMATIVA
Articolo 85
P t i
Protezione
di edifici,
difi i impianti
i i ti strutture
t tt
ed
d attrezzature
tt
t
1 Il datore di lavoro provvede affinché gli edifici,
1.
edifici gli impianti,
impianti le
strutture, le attrezzature, siano protetti dai pericoli determinati
dall'innesco elettrico di atmosfere potenzialmente esplosive
per la presenza o sviluppo di gas, vapori, nebbie infiammabili
o polveri combustibili infiammabili, o in caso di fabbricazione,
manipolazione
i l i
o deposito
d
it di materiali
t i li esplosivi.
l i i
2. Le protezioni di cui al comma 1 si realizzano utilizzando le
specifiche disposizioni di cui al presente decreto legislativo e le
pertinenti norme tecniche di cui all'allegato IX.
Aggiornata a settembre 2011
40
Articolo 86
Verifiche
ifi
e controllii
NORMATIVA
1 Ferme restando le disposizioni del decreto del Presidente della
1.
Repubblica 22 ottobre 2001, n. 462, in materia di verifiche
pperiodiche,, il datore di lavoro p
provvede affinché ggli impianti
p
elettrici e gli impianti di protezione dai fulmini siano
periodicamente sottoposti a controllo secondo le indicazioni
d ll norme di buona
delle
b
tecnica
i e la
l normativa
i vigente
i
per verificarne
ifi
lo stato di conservazione e di efficienza ai fini della sicurezza.
2. Con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con
il Ministro del lavoro, della salute e delle ppolitiche sociali, adottato
sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le
Regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sono
stabilite
t bilit le
l modalità
d lità edd i criteri
it i per l'effettuazione
l' ff tt i
d ll verifiche
delle
ifi h e
Aggiornata
41
dei controlli di cui al comma
1.a settembre 2011
NORMATIVA
Articolo 86
Verifiche e controlli
33. L'esito
L' it dei
d i controlli
t lli di cuii all comma 1 è verbalizzato
b li t e
tenuto a disposizione dell'autorità di vigilanza.
Aggiornata a settembre 2011
42
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
1) IDENTIFICAZIONE DELLE AREE OMOGENEE
Suddivisione della realtà aziendale classificando aree omogenee per
il rischio elettrico, quali ad esempio (elenco esemplificativo non
esaustivo):
a) L
Luoghi
oghi ordinari;
b) Luoghi a maggior rischio in caso d’incendio;
c) Luoghi conduttori ristretti: ossia luoghi che si presentano
delimitati da superfici metalliche o comunque conduttrici in buon
collegamento elettrico con il terreno e che al loro interno è elevata la
probabilità che una persona possa venire in contatto con tali
superfici attraverso un'ampia parte del corpo diversa da mani e piedi
(es i serbatoi metallici
(es.
metallici, scavi,
scavi ecc...
ecc );
Aggiornata a settembre 2011
43
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
1) IDENTIFICAZIONE DELLE AREE OMOGENEE
d) L
Luoghi
hi con pericolo
i l di esplosione:
l i
ossia
i luoghi
l hi in
i cuii possono
formarsi atmosfere esplosive, cioè una miscela con l’aria, a
condizioni atmosferiche,
atmosferiche di sostanze infiammabili allo stato di gas,
gas
vapori, nebbie o polveri combustibili in cui, dopo l’accensione, la
combustione si ppropaga
p g nell’insieme della miscela incombusta;
e) Cabine di trasformazione MT/BT;
f) Locali ad uso medico;
g)) Ambienti
A bi i in
i cuii sii svolgono
l
attività
i i à di zootecnia;
i
h) Cantieri.
Aggiornata a settembre 2011
44
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
1) IDENTIFICAZIONE DELLE AREE OMOGENEE
Tale suddivisione per aree omogenee di rischio elettrico prende spunto
dai campi di applicazione delle varie norme CEI per la progettazione,
progettazione
installazione e manutenzione degli impianti (quali ad esempio CEI 648, CEI EN 60079
60079-10,14,17,
10,14,17, CEI EN 61241
61241-10,14,
10,14, CEI 11
11-1,
1, CEI 0015). Le aree omogenee per rischio elettrico così classificate sono
caratterizzate non solo dalle proprie caratteristiche costruttive e
architettoniche, ma anche dalle attività lavorative svolte, o che
verranno svolte al loro interno. Ai sensi dell’art. 29 del Dlgs 81/2008,
ad ogni modifica organizzativa o del ciclo produttivo si renderà
necessaria una ri-valutazione del rischio finalizzata a identificare la
corretta
co
e cclassificazione
ss c o e de
del luogo
uogo dal
d punto
pu o di
d vista
v s elettrico
e e co e
l’effettiva conformità degliAggiornata
impianti
in relazione all’ambiente di 45
a settembre 2011
installazione
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
2) LA CONFORMITA’ DEGLI IMPIANTI ELETTRICI
La rispondenza degli impianti elettrici ai requisiti di legge,
legge
ossia la realizzazione degli impianti secondo la “regola
dell’arte” è da considerarsi un p
pre-requisito
q
p
per la valutazione
del rischio elettrico. In altri termini, la verifica di conformità degli
impianti è un’attività che deve essere svolta a monte della
valutazione del rischio e che, se non dà luogo ad un riscontro
positivo, determina già una condizione di rischio inaccettabile.
Aggiornata a settembre 2011
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VALUTAZIONE DEL RISCHIO
2) LA CONFORMITA’ DEGLI IMPIANTI ELETTRICI
Il datore di lavoro che intende garantire la conformità degli impianti
dovrà:
a) accertarsi che gli impianti elettrici presenti nei locali siano
installati nel rispetto delle specifiche disposizioni legislative e
regolamentari
l
t i applicabili,
li bili in
i particolare,
ti l
che
h gli
li impianti
i i ti elettrici
l tt i i
siano progettati ed installati a regola d’arte, verificando la
documentazione di progetto e le dichiarazioni di conformità
rilasciate dagli installatori o facendo periziare l’impianto
richiedendo il rilascio della dichiarazione di rispondenza (DIRI) ai
sensi del D.M. 37/08;
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VALUTAZIONE DEL RISCHIO
2) LA CONFORMITA’ DEGLI IMPIANTI ELETTRICI
b) accertarsi che i fabbricati risultino protetti dalle scariche
atmosferiche ((art. 84 del D.Lgs.
g 81/08);
);
c) assoggettare gli impianti a regolare manutenzione e verifica in
base ad un programma di controlli predisposto tenendo conto delle
disposizioni legislative vigenti, delle indicazioni contenute nei manuali
dd'uso
uso e manutenzione delle apparecchiature ricadenti nelle direttive
specifiche di prodotto e di quelle indicate nelle pertinenti norme
p
con idonee registrazioni
g
l’effettuazione di
tecniche,, comprovando
tale attività di manutenzione;
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VALUTAZIONE DEL RISCHIO
2) LA CONFORMITA’ DEGLI IMPIANTI ELETTRICI
d) assoggettare gli impianti alle previste verifiche periodiche di
cui al D.P.R. 462/01 (attività documentata per mezzo dei verbali
rilasciati dal soggetto verificatore).
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VALUTAZIONE DEL RISCHIO
Sulla base delle precedenti considerazioni, la valutazione del rischio
elettrico dovrà concentrarsi sui rischi residui,
residui ovvero sui rischi non
già prevenuti o protetti da una progettazione e realizzazione a
regola
g d’arte,, ed in particolare
p
dai rischi connessi:
- ad una non idonea manutenzione e verifica degli apparecchi
ed impianti
i i i elettrici;
i i
-ad
ad una carente informazione dei lavoratori sui rischi di natura
elettrica;
-- ad una insufficiente formazione sul corretto utilizzo degli
apparecchi ed impianti elettrici.
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VALUTAZIONE DEL RISCHIO
La valutazione del rischio elettrico per gli “utilizzatori”
I lavoratori che “impiegano” semplicemente l’impianto e le
apparecchiature elettriche sono soggetti a rischi sostanzialmente
diversi rispetto a quei lavoratori che effettuano ad esempio operazioni
di manutenzione
t i
degli
d li impianti,
i i ti ossia
i “lavori
“l
i elettrici”
l tt i i” (come
(
definito
d fi it
dalla norma CEI 11-27): se nel primo caso la sostanziale “intrinseca”
sicurezza di impianti ed apparecchi a norma garantisce un lavoratore,
correttamente informato sui concetti basilari del rischio elettrico, nel
secondo caso solo una puntuale definizione dell’ambito di intervento
del lavoratore (ossia la definizione di una precisa procedura
d’intervento), associata ad una specifica formazione e addestramento
in merito al rischio elettrico,
elettrico nonché alla fornitura
fornit ra ed utilizzo
tili o di D.P.I.
D PI
idonei, consente di garantire il raggiungimento di livelli di sicurezza
accettabili .
“accettabili”.
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GESTIONE DELL’IMPIANTO ELETTRICO
UTILIZZO MULTIPLE
Quando e’ ppossibile evitare l’uso di pprese multiple.
Q
p
Quando ciò non è possibile e si devono collegare più apparecchi a una
stessa ppresa,, ad esempio
p il computer,
p
, lo scanner e la stampante,
p
, si ppuò
ricorrere a una presa multipla di forma allungata, chiamata
comunemente "ciabatta", più potente dell'adattatore, costituita da una
spina, un cavo flessibile e un involucro in materiale termoplastico
contenente diverse prese. Rispetto agli adattatori, le "ciabatte“ hanno
il vantaggio di poter collegare contemporaneamente un numero
maggiore di apparecchi.
quelle da 16 ampere
p
o da
Le "ciabatte" utilizzate comunemente sono q
10 ampere. Per non rischiare di sovraccaricarle buona regola
sarebbe quella di leggere la potenza massima espressa in watt (W)
eventualmente riportata sulla "ciabatta" e fare la somma dei watt
Aggiornata a settembre 2011
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di tutti gli apparecchi ad essa
collegati.
GESTIONE DELL’IMPIANTO ELETTRICO
UTILIZZO MULTIPLE
• Le pprese a ciabatta devono essere affisse al muro o agli
g arredi in
posizione verticale e ad almeno 30 cm dal pavimento al fine di evitare
che possono essere danneggiate (calpestate, schiacciate, bagnate,
ecc…);
)
• Le prese multiple devono essere conformi alle relative norme CEI;
• Avere l’avvertenza di utilizzare pprese multiple
p del tipo
p universale
(adatte cioè per ogni tipologia di utilizzatore) onde evitare la necessità
di “adattatori”;
• Non collegare "a cascata" più "ciabatte", inserendole nella stessa
presa: la prima "ciabatta" della catena verrebbe sovraccaricata, con il
rischio di danni all'impianto elettrico o di incendio.
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GESTIONE DELL’IMPIANTO ELETTRICO
SPINE
Di standard ITALIANO
Si trovano nelle versioni da 10 ampere e da 16 ampere: fra un tipo
e l'altro cambia sia la distanza fra gli spinotti che lo stesso
diametro degli spinotti
Una spina del tipo da 10 ampere può essere usata per utilizzatori la
cui potenza non superi 1500 W; anche se viene proposta per
potenze maggiori, in pratica è bene prevedere un certo margine di
sicurezza, pper evitare che, nei ppunti di contatto con la ppresa, la spina
p
possa surriscaldarsi e fondere. Per potenze superiori ai 1500 W è
bene quindi usare una spina da 16 A, che ha spinotti più grossi e
quindi
i di puòò meglio
li sopportare il passaggio
i di correntii più
iù forti.
f i
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GESTIONE DELL’IMPIANTO ELETTRICO
SPINE
Le spine di tipo TEDESCO (Shuko) hanno i contatti per la messa
a terra sui lati del corpo isolante. L'inserimento di queste spine in
prese di tipo italiano non consente il collegamento a terra
dell'apparecchio
dell
apparecchio e deve essere perciò evitato.
evitato
Q
Queste
spine
p
richiedono apposite
pp
pprese a "pozzetto",
p
dotate di
contatti laterali per la terra; in alternativa, le spine tedesche possono
essere collegate ad una normale presa italiana da 16 ampere, usando
un adattatore
d
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