Lezioni Cristiano Mutti - Febbraio2010

Laboratorio di Ricerca Visuale
Tecniche di Ricerca Visuale nel Turismo
1-2 febbraio 2010
Sociologia Visuale e Tecniche di Ricerca
www.sociologiavisuale.it
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Laboratorio di Ricerca Visuale
http://www.degano.info/
Laboratorio di Sociologia Visuale
Tra immagine e immaginario
•
Le immagini sono considerate, a buon diritto, tra le componenti
immediatamente più potenti per la promozione delle destinazioni
turistiche.
•
Fotografie di paesaggi e altre icone turistiche “dominano tutte le
forme di promozione turistica dalle brochure, agli spot pubblicitari
fino alla pubblicità su Internet (Jenkins, 2003:305), sembra quindi
che il vecchio cliché che una foto valga più di mille parole sia
assolutamente valido nel campo della promozione turistica.
•
A tale proposito Olivia H. Jenkins (2003) riflette sul cosiddetto ‘ciclo
della rappresentazione’ dell’immagine turistica. Questo ciclo può
diventare anche spirale senza vie d’uscita di cui sono vittime, in
primo luogo, proprio le destinazioni turistiche.
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The circle of representation
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Proiettare, percepire,riprodurre, perpetuare...
• Quando un posto viene fotografato in un determinato modo, il
turista (soprattutto quando non sia un esperto di grafica o
fotografia) percepirà quella proiezione come ‘vera’ (pensiamo solo
a quanto può apparire diverso un luogo ripreso con un
grandangolare piuttosto che con un obiettivo normale, come un
50 mm) ed è probabile che in qualche modo, anche lui, a sua volta
cercherà di riprodurre, e quindi anche di perpetuare, quella
particolare visione.
• Questo accade perché vedere significa “organizzare
l’informazione in una categoria di realtà già precedentemente
esperita” (Steiger, 1995).
• In definitiva, “il territorio turistico assomiglia sempre di più alle
proprie immagini” (Minca, 1996)
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http://www.qviaggi.it
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http://www.osteriabrunello.it/
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http://cattaruzza.visual-basic.it
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http://www.inmilano.com
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Turismo
Sociologia
Visuale
Che cos’è la Sociologia Visuale?
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Che cos’è la Sociologia Visuale?
La Sociologia visuale cerca di introdurre nella ricerca sociale anche i dati audio-visivi
(es. fotografie, film, ma anche quadri o pubblicità), relativi ad aspetti della vita
sociale e di affiancare al tradizionale metodo di indagine e ricerca sociologica
qualitativa il contributo delle tecniche visuali.
Perché?
Perché l’immagine è entrata sulla scena sociologica non solo in quanto OGGETTO di
studio ma anche come STRUMENTO di ricerca e di lavoro
www.visualsociology.org
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Questa branca della sociologia qualitativa considera importante l’uso di tecniche e
metodi di natura iconica nella ricerca sociale (Cipolla e Faccioli, 1995) e individua il
ruolo primario dell’esperienza visuale nel processo conoscitivo, tramite il dato
visuale stesso.
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John Berger dice “Il vedere viene prima delle parole. Il bambino guarda e
riconosce prima di essere in grado di parlare” (Berger, 1998:9), ma cosa significa
vedere? Ovvero cosa succede quando un oggetto entra nel nostro campo visivo?
La luce entra attraverso la retina dell’occhio e il cervello organizza l’informazione in
una categoria di realtà già precedentemente esperita (Steiger, 1995).
Quindi la percezione visiva è un’attività processuale che si svolge in due
momenti: prima l’oggetto visivo si forma come input sensoriale (lo vediamo) e poi la
mente compie su di esso le operazioni di categorizzazione, significazione e
interpretazione.
La visione è quindi scomponibile in tre fasi: sensazione, selezione e percezione
Secondo alcuni studiosi (Piaget) il concetto di velocità è acquisito dal bambino prima
ancora di quello di spazio e di tempo. Lo spazio e il tempo, infatti, stanno lì, evidenti
ma nascosti; un oggetto che cambia posizione invece attira maggiormente
l’attenzione, non richiede riflessioni particolari ma si impone con il suo movimento
(Zichichi, 1999).
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Jon Wagner in Images of Information (1979) individua alcuni metodi propri della
sociologia visuale
1.
Le interviste foto-stimolo
2.
La registrazione sistematica delle interazioni sociali
3.
L’analisi del contenuto delle fotografie prodotte dai soggetti
dell’indagine
4.
La produzione soggettiva di immagini
5.
La ricerca video-fotografica sul campo
Nel 1988, Douglas Harper, in Visual Sociology: Expanding Sociological Vision,
identifica due branche principali della sociologia Visuale, che potremmo chiamare:
1.
Sociologia SULLE immagini: i ricercatori analizzano le immagini
prodotte all’interno di una cultura
2.
Sociologia CON le immagini: i ricercatori stessi producono le immagini,
ovvero costruiscono dei dati visuali ai fini della ricerca sociale
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LE AREE DELLA SOCIOLOGIA VISUALE
Tre aree metodologiche
Foto-stimolo
Video-stimolo
1) Sociologia con le immagini
Produzione soggettiva
Ricerca sul campo
2) Sociologia sulle immagini
3) Restituzione
Interpretazione
Descrizione/Spiegazione
Visualizzazione
Spiegazione/Integrazione
Suddivisione teorica più che pratica
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1) SOCIOLOGIA CON LE IMMAGINI
E’ l'area della ricerca vera e propria e riguarda la produzione o l'uso di immagini come dati per
l'analisi dei comportamenti o come strumenti per raccogliere le informazioni.
Le tecniche più consolidate sono:
- l’intervista con foto-stimolo (photo- elicitation),
- la produzione soggettiva di immagini (native image making)
- la ricerca video-fotografica sul campo (che comprende l'osservazione partecipante, la ripetizione
fotografica e la videoregistrazione dell'interazione)
2) SOCIOLOGIA SULLE IMMAGINI
Comprende l’interpretazione
l'identificazione dei significati simbolici delle immagini che
sono state prodotte nel corso di un'attività sociale, come ad esempio tutte le dimensioni del mondo
visibile e della cultura materiale; e la spiegazione
il processo di identificazione e analisi dei
significati simbolici/culturali/storici di immagini che sono state prodotte allo scopo di raccontare una
storia, ad esempio film di fiction, fotografie, fumetti, storie illustrate.
3) RESTITUZIONE DEI RISULTATI
Visualizzazione
presentazione visuale dei dati (grafici, mappe, diagrammi, tabelle e
modelli) che serve a chiarire le relazioni che ci sono fra i concetti, o anche a crearne di nuovi
(Grady 1999).
Include anche sequenze fotografiche e video, allo scopo di comunicare un messaggio riguardante i
comportamenti studiati. Si tratta di presentare i risultati della ricerca sotto forma di un saggio
sociologico visuale, che, a differenza del documentario, è costruito tenendo sotto controllo i criteri
su cui si basa la ricerca sociologica.
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FOTOGRAFIA
(l’atto del fotografare)
• Una tecnica?
• Uno strumento di registrazione e
documentazione?
• Una forma di espressione?
• Uno attività di conoscenza-esplorazione?
• Una forma di interazione sociale?
• Una modalità per esprimere la propria cultura?
• ……?
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L’IMMAGINE
(il prodotto dell’atto fotografico)
• Un linguaggio?
• Una forma di espressione?
• Un dato?
• Un’oggetto che produce conoscenza?
• Una forma di prodotto culturale?
• ……?
Statica
In movimento
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DATO
INFORMAZIONI INTERPRETATE: Ovvero INSERITE dentro una “cornice” che le
organizza.
Organizzazione dei dati
Il processo attraverso cui le informazioni (recorded observations) che
costituiscono la base empirica vengono TRASFORMATE in dati.
ATTIVITA’ di framing (un osservatore che legge le informazioni e le
colloca entro uno schema).
Possiamo avere una bassa/alta organizzazione dei dati (matrice dati di
un questionario o interviste in profondità).
A rigore bisognerebbe dire che i dati sono
informazioni RE-INTERPRETATE
Ricolfi, 2001
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Ipotetico Frame di organizzazione dei dati visuali
RICERCA:
Turisti – analisi dell’abbigliamento e di alcune pratiche per mezzo della
loro produzione soggettiva d’immagini.
CRITERI GENERALI PER LA RACCOLTA DELLE INFORMAZIONI
• Immagini dal 1990-2000
• Ripresi in posa e in cui si possa vedere tutta la figura
• Reperite solo su Internet
• In qualunque località
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Ipotetico Frame di organizzazione dei dati visuali
• File nome... FA_001-ph.jpg
• Data....
• Fonte....
• Numero soggetti nella foto....
• Si riconosce la località?
• L’immagine è stata fatta con uno
sfondo particolare (es. palazzo famoso,
monumento, etc. che richiama la
località visitata?
• Nell’immagine sono presenti altre
persone?
• Abbigliamento (Estivo,invernale)....
• Abbigliamento (Elegante, ricercato,
etc)...
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Ipotetico Frame di organizzazione dei dati visuali
• File nome... FA_001-ph.jpg
• Data....
• Fonte....
• Numero soggetti nella foto....
• Si riconosce la località?
• L’immagine è stata fatta con
uno sfondo particolare (es.
palazzo famoso, monumento,
etc. che richiama la località
visitata?
• Nell’immagine sono presenti
altre persone?
• Abbigliamento
(Estivo,invernale)....
• Abbigliamento (Elegante,
ricercato, etc)...
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Ipotetico Frame di organizzazione dei dati visuali
• File nome... FA_001-ph.jpg
• Data....
• Fonte....
• Numero soggetti nella foto....
• Si riconosce la località?
• L’immagine è stata fatta con
uno sfondo particolare (es.
palazzo famoso, monumento,
etc. che richiama la località
visitata?
• Nell’immagine sono presenti
altre persone?
• Abbigliamento
(Estivo,invernale)....
• Abbigliamento (Elegante,
ricercato, etc)...
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Ipotetico Frame di organizzazione dei dati visuali
• File nome... FA_001-ph.jpg
• Data....
• Fonte....
• Numero soggetti nella foto....
• Si riconosce la località?
• L’immagine è stata fatta con
uno sfondo particolare (es.
palazzo famoso, monumento,
etc. che richiama la località
visitata?
• Nell’immagine sono presenti
altre persone?
• Abbigliamento
(Estivo,invernale)....
• Abbigliamento (Elegante,
ricercato, etc)...
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Titoli e problemi “visuali” di tipo sociale
Mattioli, 1991
2) Oltre il ritratto: la fotografia come descrizione e narrazione del mondo sociale
1) Fotografia e questioni sociali: safari metropolitano o denuncia della povertà?
2) Alla ricerca dei movimenti dell’Uomo: da sperimentazione scientifica a spettacolo di massa
3) Il fatto in diretta: l’inchiesta televisiva tra giornalismo e ricerca sociale
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Titoli e problemi “visuali” di carattere turistico
Mattioli, 1991
2) Oltre il ritratto: la fotografia come descrizione e narrazione del panorama turistico
1) Fotografia e turismo: safari di piacere o denuncia?
2) Alla ricerca delle mete turistiche: da sperimentazione scientifica a spettacolo di massa
3) Turismo in diretta
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PRESENTARE
Dal latino PRAESENTARE
Da PRAESENS presente.
Portare, Introdurre dinanzi a una persona; Mettere sotto gli occhi di una
persona; per estensione Porgere, far donativo di cose mobili.
Oggettività – Spiegare, nel senso di produrre resoconti pubblici- controllabili (Ricolfi, 1997)
RAPPRESENTARE
Dal latino RE-AD-PRAESENTARE REPRAESENTARI
Composto dalla particella RE che significa di nuovo e PRAESENS –
accusativo PRAESENTEM, interponendo la particella AD a
Rendere presenti cose passate, lontane: quindi esporre in qualsiasi modo
dinnanzi agli occhi del corpo o della mente figure o fatti. – Mostrare in se la
figura di altri; Tenere le veci di altri in assemblee, convegni, commerci, etc.
Adeguatezza – Comprendere, nel senso di saper entrare con successo in determinate forme di vita (Ricolfi,
1997)
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COMUNICAZIONE ICONICA
1. La comunicazione iconica è emotiva, empatica, immediata,
profonda ed espressa spontaneamente dai segnali del corpo;
2. La comunicazione iconica può essere tradotta in quella
verbale, in quanto entrambe si basano su una struttura
simbolica simile;
3. La comunicazione iconica produce informazioni che sono
qualitativamente diverse da quelle ottenute attraverso la
comunicazione verbale, tuttavia la possibilità di tradurre i due
linguaggi consente un processo di ricerca organizzato
interamente sulla prima.
Due diverse modalità con cui fotografi e sociologi utilizzano i concetti
(Faccioli 2005)
FOTOGRAFI
Partono dalle immagini
verso la loro
(soggettiva) traduzione
in concetti
SOCIOLOGI
Partono da idee
astratte verso specifici
fenomeni osservabili,
visti come indicatori o
incarnazioni di quelle
idee.
Entrambe le operazioni consistono nel collegare un'idea a qualcosa
di osservàbile visualmente, ma è il punto di partenza che fa la
differenza. IMPORTANZA DEI CONCETTI SOCIOLOGICI
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Immagine e parola - Principio di COMPLEMENTARIETA’
Creazione di un potente strumento comunicativo ed euristico. L 'immagine, per essere interpretata,
ha bisogno di un contesto, di un significato che la parola è in grado di fornirle. L'immagine,
irrefutabile prova di qualcosa che è esistito davanti all'obiettivo, è debole nel significato - o
POLISEMICA -, che può essere rafforzato dalla parola. Quest'ultima, a sua volta, acquista maggior
forza dall'evidenza fotografica: il verbale e il visuale, insieme, diventano molto potenti.
RAPPORTO FRA IMMAGINE E PAROLA
COMUNICAZIONE VISUALE e COMUNICAZIONE VERBALE
E’ possibile tradurre un linguaggio in un altro?
La comunicazione visuale possiede una qualità PRE-LOGICA
Viene prima del pensiero astratto e permette in modo
simultaneo di cogliere ciò che rappresenta e comunica (sia sul
piano dei concetti che delle sensazioni)
“L'immagine è, rispetto all'espressione verbale, un vera e
propria scorciatoia“ (Termine, 1987)
Tramite l'analisi delle immagini (fotografie o
videoriprese) e la decodifica dei componenti
visuali in comunicazione verbale. Tradurre
l'intuizione, l'arte e la conoscenza implicita in
ragione, fatto e informazione oggettiva
(Collier e Collier, 1986).
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INTEGRAZIONE
L’integrazione di forme comunicative che sono
tra di loro diverse ha, per quanto attiene la
ricerca sociologica, delle conseguenze precise e
di notevole peso, può infatti dare origine a
quattro
importanti
conseguenze
(Cipolla
1993):
1.
La comunicazione letteraria
2.
La comunicazione numerica
3.
La comunicazione orale
4.
La comunicazione iconica
1. Processi di complementarietà
Ogni forma comunicativa si sviluppa seguendo un medesimo percorso metodologico
2. Sinergia operativa
Linguaggi diversi, se usati in modo integrato, producono un maggior riscontro empirico e una
maggiore efficacia descrittiva
3. Dinamiche di controllo/verifica
Verifica su procedure utilizzate, ipotesi di partenza, risultati ottenuti
4. Specializzazione e differenziazione dei compiti
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LE FASI DELLA RICERCA 1
I.scelta del problema e
definizione delle ipotesi o
domanda
V. Interpretazione
ed esposizione
dei risultati
IV. Codifica e
analisi dei dati
II. Formulazione del
disegno della ricerca
(progettazione operativa)
III. Raccolta dei dati o
costruzione del dato
(rilevazione-osservazione)
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LE FASI DELLA RICERCA
(Ricolfi, 1998)
D. Disegno
C. Costruzione base empirica
O. Organizzazione dei dati
A. Analisi dei dati
E. Esposizione dei risultati
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LE FASI DELLA RICERCA 2
I.scelta del problema e
definizione delle ipotesi o
domanda
V. Interpretazione
ed esposizione
dei risultati
IV. Codifica e
analisi dei dati
II. Formulazione del
disegno della ricerca
(progettazione operativa)
III. Raccolta dei dati o
costruzione del dato
(rilevazione-osservazione)
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LE FASI DELLA RICERCA
FASE 3 Rilevazione/osservazione (De Rose, 2004)
Contatto con le fonti di
informazione
Rilevazione delle
informazioni/osservazione
Verifica o
determinazione in
itinere del campione
Registrazione/annotazione
delle informazioni
Controllo in itinere sulle informazioni acquisite
Nuove istruzioni per il personale
FASE 2
Revisione degli strumenti di indagine
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LE FASI DELLA RICERCA
FASE 4 Analisi e interpretazione (De Rose, 2004)
RICERCA QUANTITATIVA
Imputazione e controllo dei
dati
Misurazione
Analisi
descrittiva e
inferenziale
Codifica dei dati e
predisposizione del tracciato
record
Relazioni tra
variabili
Elaborazioni statistiche
Spiegazione
Quadro teorico
e ipotesi di
riferimento
RICERCA QUALITATIVA
Organizzazione tematica
delle informazioni
Trascrizione delle interviste, dei
resoconti di osservazione e
collezione ragionata dei
documenti
Comprensione
Significati
Analisi dei contenuti
Analisi
descrittiva e
interpretativa
Tipologie
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IL DOCUMENTO E LE FONTI
Fonti storiche: qualsiasi informazione (diretta o indiretta), sul passato sociale, dovunque essa si trovi, insieme a tutto ciò
che serve a trasmettere questa informazione (canale informativo). Nel caso della memoria il canale d’informazione è
l’uomo (Bernheim, 1907; Labula, 1856; Giedymin, 1928).
FONTI EFFETTIVE – Le informazioni sul passato più i loro canali di informazione
FONTI POTENZIALI – Tutte quelle a cui è teoricamente possibile accedere
ORALI: tradizioni, cronache, biografie, memorie
VERBALI
SCRITTE: narrative, documentarie, biografie, cronache
documenti pubblici e privati
FONTI
(Pescatore, 1971
riadattata)
MONUMENTI e ANTICHITA’: gioelli, suppellettili, etc.
NON
VERBALI/FIGURATE
IMMAGINI: dipinti, sculture, fotografie, incisioni,
disegni, qualsiasi espressione figurativa
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DOCUMENTO ICONICO
Eikon – immagine
“Qualsiasi rappresentazione visibile, spesso idealizzata, ottenuta mediante il
disegno, la pittura, la scultura o la fotografia, dell’aspetto esteriore di un
oggetto o una persona (Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 1970)
IMMAGINE – connessione con il concetto di SOMIGLIANZA/IMITAZIONE –
Più precisamente di RAPPRESENTAZIONE RIFLESSA (Husserl, 1968) –
Tendenza dell’immagine a sostituire la cosa stessa riprodotta, la
RAPPRESENTAZIONE prende il posto del fatto (Sartre, 1948)
Un criterio di distinzione può derivare dai diversi procedimenti/tecniche
utilizzate per riprodurre tali immagini (come espressioni figurative)
• INCISIONE (anche sinonimo di STAMPA) – Possibilità di avere molteplici
copie – Lavoro su MATRICE quindi a rovescio – Poca visione/controllo del
lavoro rispetto al pittore-scultore. Incisione a RILIEVO (xilografia), in PIANO
(litografia), in CAVO (acquaforte)
• DIPINTO – Su superficie normalmente piana- ripoduce soggetti tratti dalla
realtà visibile che non. Vari tipologie dipinto a olio, acquarello, etc.)
Over London by Rail - Gutav Dore c 1870
• DISEGNO – In base alle tecniche utilizzate possiamo avere disegno a
pennello, disegno architettonico, disegno industriale, ecc.
• SCULTURA – Intaglio e modellazione di qualunque materiale- Sviluppo in
tre dimensioni, inseparabilità dell’immagine dal contesto dello spazio
naturale (qualità della materia, volume, movimento delle ombre).
• FOTOGRAFIA – Espressione figurativa fissata e resa visibile su un
supporto materiale sensibile ai raggi luminosi.
TESTIMONIANZE OCULARI dei fatti osservati
PRINCIPIO DEL TESTIMONE OCULARE (Gombrich, 1985) – Criterio scoperto e applicato per la prima volta dai Greci e
consiste nella regola di attenersi alla rappresentazione di quello e solo quello che potrebbe vedere un testimone oculare da un
particolare punto di osservazione in un momento particolare. L’esperienza del testimone oculare trasmette sia la
rappresentazione di quanto accaduto, sia quella che sarebbe potuto accadere a noi se ci fossimo trovati in quella situazione.
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DOCUMENTO FOTOGRAFICO
Diverso dal termine FOTOGRAFIA DOCUMENTARIA che si riferisce alla capacità narrativa di raccontare i fatti della
realtà da parte del fotografo.
Il testo Il documentario delle edizioni Time-Life (1978), specifica che la fotografia documentaria deve comunicare un
messaggio che sia differente dalla fotografia di paesaggio, del ritratto o dalla scena di strada. Può registrare un
avvenimento, ma l’avvenimento deve avere un significato generale che vada al di là di una fotografia d’attualità.
La fotografia documentaria può quindi essere definita come la rappresentazione del mondo reale da parte di un
fotografo con l’intento di comunicare un messaggio importante (interpretazione soggettiva nel rispetto delle cose).
Dalla definizione di DOCUMENTO si può ritenere che QUALSIASI foto sia un documento poiché può contenere
informazioni utili su un particolare che ci interessa.
Il documento fotografico è un DOCUMENTO ICONICO, il cui supporto informativo è costituito da immagini fotografiche.
DOCUMENTO ICONICO
differenze
DOCUMENTO FOTOGRAFICO
- DIVERSO PROCEDIMENTO
- DIVERSO RAPPORTO CON LA REALTA’ – Le altre espressioni figurative possono essere rispetto alla fotografia, la
traduzione di un qualcosa che è esistito nella mente dell’artista, ma che non necessariamente era presente nel mondo reale
(la mela è fatta tonda dall’artista, mentre in fotografia è la luce ricevuta che le dà forma – Berger & Mohr, 1995).
Non si vuole intendere che sia una fedele riproduzione della realtà, poiché la realtà si presta a essere manipolata in vario
modo prima di essere fotografata, ma che la fotografia dice il vero anche quando riproduce una bugia (Berger & Mohr,
1995). Non è la macchina a falsificare la realtà ma chi sta dietro l’obiettivo (Peters, 1973)
- RAPPORTO INDICALE – In assenza dell’oggetto ci dice che lì dove c’è il segno c’era un oggetto (Eco, 1973).
- RAPPORTO CON IL TEMPO – Il quadro può essere indipendente dal tempo di vita di ciò che è dipinto – ha un proprio,
singolare rapporto col tempo e nella realizzazione del quadro il tempo non è uniforme (l’artista può decidere di dedicare
tempi diversi di lavorazione a parti diverse del dipinto). La fotografia invece ha un rapporto istantaneo con il tempo. Il
tempo fermato in un’immagine è un istante isolato di ciò che sta davanti all’obiettivo. L’istantaneità/rapporto col tempo del
mezzo fotografico è strettamente collegata/o al MOVIMENTO e alla sua rappresentazione
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Come DEFINIRE SOCIOLOGICO l’uso delle immagini?
Dobbiamo considerare il ruolo che ha la teoria in una ricerca basata sulle immagini, allo stesso modo
che in una ricerca basata su questionari o interviste in profondità.
Il lavoro fotografico o di ripresa filmica deve essere guidato da idee e ipotesi teoriche: perchè ciò sia
possibile il sociologo visuale deve imparare a tradurre i concetti sociologici in immagini, allo stesso
modo in cui il sociologo che lavora con fonti scritte e verbali deve saperle tradurre in variabili e in
indicatori di rilievo.
IMPORTANZA DEI CONCETTI SOCIOLOGICI
Nell'atto del fotografare si raccolgono informazioni e tali informazioni devono essere organizzate e
raccolte nei termini di idee verbalizzabili. Se non lavoriamo in questa prospettiva produrremo
informazioni visuali che rifletteranno inconsciamente le nostre personali convinzioni date per scontate.
Inoltre un'immagine, per poter essere considerata un indicatore, deve rispondere a dei precisi criteri metodologici:
• validità
principio di corrispondenza fra immagini e concetto, che può essere tradotto in pratica tramite il
ricorso a meccanismi logici, concorrenziali, teorici;
• attendibilità
principio di credibilità tecnica, che rinvia ad una preparazione professionale e ad una
strumentazione operativa del massimo livello;
• comparabilità
tipo relazionale
principio di confrontabilità secondo codici definiti, che apre le porte ad una logica e ad un agire di
• coerenza
principio di compatibilità dentro una determinata strategia euristica, che connette le icone alla rete
complessiva delle ipotesi della ricerca
• convergenza
principio di congruenza con immagini collaterali, il quale ci impone che il senso di un'icona non
sia incrinato da immagini da essa distanti, comunque successive ed esterne alla ricerca
Cipolla, 1993
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COSTRUZIONE SOGGETTIVA E TRACCIA OGGETTIVA
L 'immagine fotografica mantiene con l'oggetto che rappresenta un rapporto stretto, anche se rappresenta il prodotto di
una relazione fra la realtà e l'interpretazione di quella realtà da parte del soggetto che fotografa. In questo senso si può
dire che una fotografia è l'espressione soggettiva di un reale che comunque è esistito davanti all'obiettivo.
Chi scatta la foto (o filma una scena ) decide che cosa riprendere, quando, con che luce, con quale lente e inquadratura
(o come effettuare il montaggio delle riprese). Da questo punto di vista l'immagine che ottiene è una costruzione
soggettiva. Pur tuttavia, la relazione materiale fra l'immagine e ciò che rappresenta non può essere costruita
soggettivamente: il fotografo non può intervenire tra la luce che emana dall'oggetto fotografato e l'impronta (la traccia)
che lascia sulla pellicola (Berger e Mohr 1995).
RAPPORTO DI INDICALITA’ tra l’immagine e l’oggetto
E’ alla base delle funzioni che l’immagine svolge
FUNZIONI:
1) immagine sostitutiva - "surrogato" della realtà, produce le stesse emozioni che si proverebbero davanti alla cosa
riprodotta. Lo scopo che si raggiunge per mezzo dell'immagine è emotivo, perche «l'immagine "dentro" di noi si
sovrappone per così dire all'immagine al di fuori di noi.
2) immagine documentaria, - “al servizio della realtà”. Mostra il fenomeno a un pubblico più vasto. Lo scopo è
conoscitiva, anche se la funzione sostitutiva rimane. Rientra nella funzione conoscitiva dell'immagine la comunicazione
su ciò che è rappresentato. Se prendiamo, ad esempio, la foto di un gruppo di persone, otterremo informazioni sulla loro
classe di appartenenza attraverso i vestiti, l'arredamento, il luogo dell'azione; i movimenti reciproci ci diranno qualcosa
sulle relazioni e sulle gerarchie, e ciò indipendentemente dalle parole che si stanno dicendo.
3) immagine artistica - non sostituisce niente, ma viene guardata per sé. La funzione, in questo caso, è estetica.
Laboratorio di Sociologia Visuale
INDICATORI VISUALI
Dal momento che non possiamo osservare un concetto ‘direttamente’. L’unica
cosa che possiamo fare è trovare degli indicatori, che sono concetti più semplici
e specifici.
Gli indicatori ci consentono di portare avanti un’osservazione perchè stanno in
una relazione indicale (o semantica) con i concetti più generali (Corbetta
1999) che rappresentano. Ma sono pur sempre reppresentazioni della realtà,
e non una sua diretta codifica, e rimandano a una più generale condivisione e
interiorizzazione dei codici.
NOTA: Ogni processo traduttivo é sempre e comunque un processo di comunicazione e di
interpretazione.
Charles Sanders Peirce, sostiene che ogni segno (interpretato) ha bisogno di un altro segno
(interpretante) che ne chiarisca e specifichi il senso. Tre tipi di rapporti legano interpretato e
interpretante: indicale, simbolico ed iconico.
I tre si manifestano in realtà sempre insieme ma di volta in volta, a seconda del caso, uno
assume la predominanza sull’altro.
Gli indicatori visuali, oltre a caratteristiche quali validità, attendibilità,
comparabilità e rilevanza considerano un altro aspetto, ovvero il grado di
iconicità (Mattioli, 1986). In effetti, il grado di iconicità è strettamente
collegato alla validità di contenuto, ovvero è la ‘misura’ della capacità di
‘riprodurre la realtà’.
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DAI CONCETTI AGLI INDICATORI
L’INDICATORE
I concetti (le proprietà) di cui si occupa la ricerca sociale sono però molto generici, il che implica una
impossibilità di rilevarli empiricamente in modo diretto. Ogni qualvolta i concetti (le proprietà) sono
così generali che non è possibile rintracciare proprietà direttamente osservabili ovvero quando non si
può dare/non è opportuno dare una definizione diretta del concetto è necessario ricorrere ad una
semplificazione del concetto stesso (la proprietà).
Un indicatore è l’espressione di un legame di rappresentazione semantica fra
il concetto generale e un concetto più specifico di cui possiamo dare una
definizione.
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CONCETTO SOCIOLOGICO
“Si un lieux peut se définir comme identitaire, relationnel et historique, un espace qui ne peut se définir ni comme
identitaire, ni comme relationnel, ni comme historique définira un non-lieux” (AUGE’, 1992).
Un luogo che non può essere definito come fonte d’identità, relazionale e storico è un non-luogo.
LUOGO
“NON-LUOGO”
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CODICE
Sebbene l'immagine fotografica non sia il reale, tuttavia è il suo analogon perfetto. Il passaggio dal reale all'immagine non
implica infatti una trasformazione del primo, ma solo una sua riduzione di colore e di prospettiva. Tale passaggio non
implica una scomposizione dell'oggetto in unità ed una costituzione delle unità in segni, cioè non occorre passare attraverso
un codice. L 'immagine fotografica è allora un messaggio senza codice (Barthes, 1985)
- Codice forte
comunicazione verbale (codice linguistico)
- Codice debole/assente
comunicazione visuale
IMMAGINI POLISEMICHE
generare molti significati ed interpretazioni nel processo di osservazlone.
SIGNIFICATO DENOTATIVO dell’immagine (contenuto
della foto). Assenza o debolezza del codice
SIGNIFICATO CONNOTATIVO dell’immagine. Le
sensazioni/idee/concetti che l’immagine richiama nella
mente dell’osservatore. In esso è possibile rintracciare il
senso di chi ha scattato la foto, senso che è a sua volta
legato ai valori culturali della società
COESISTENZA dei due messaggi (denotativo e
connotativo) – NON SONO SCINDIBILI
Nell'interpretazione di un messaggio il cui codice è
debole entrano in gioco diversi elementi: l'oggetto
fotografato, la soggettività del fotografo, le caratteriste
tecniche del mezzo usato, nonche la soggettività
dell'osservatore, dal momento che le foto assumono
significato dal modo in cui le persone coinvolte le
capiscono, le usano e le interpretano (Becker 1995).
L'immagine è perciò il regno della soggettività, sia di chi
la produce sia di chi la guarda e la interpreta.
capaci di
Laboratorio di Sociologia Visuale
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