I.P.I.A. “A. Leone” Nola - (NA) Appunti di fisica per le 1° classi Modulo n° 3 La Cinematica Prof. Giardiello - Tel. 081/5222888 – E-mail [email protected] - 1 Cinematica La cinematica si occupa dello studio del movimento dei corpi senza tener conto delle cause che lo determinano. Le leggi del moto uniforme, del moto vario, del moto circolare, del moto armonico e dei moti composti appartengono alla cinematica. Esse hanno consentito di comprendere alcuni fenomeni naturali e vengono impiegate per risolvere molti problemi pratici. Per lo studio della cinematica occorre avere ben chiari i concetti: di moto, di sistema di riferimento, di traettoria, di spostamento, del tempo, della velocità e dell’accelerazione. Moto Un corpo è in movimento quando a partire da un certo istante occupa via via delle posizioni diverse rispetto ad un sistema di riferimento. In cinematica i corpi vengono assimilati a dei punti, cioè ad oggetti molto piccoli. Tale approssimazione, però, è accettabile quando le dimensioni dei corpi sono irrilevanti rispetto a quelle delle traiettorie da essi descritte. Se ad esempio si studia il moto della terra rispetto al sole oppure il moto di un'automobile rispetto alla lunghezza stradale, le dimensioni dei corpi sono piccole in confronto alle distanze da essi percorsi, perciò è possibile considerarli puntiformi. Sistemi di riferimento I sistemi di riferimento sono costituiti da una terna di assi cartesiani resa solidale con dei corpi rispetto ai quali vengono studiati i moti, da uno strumento di misura delle distanze e da uno strumento per misurare i tempi. Una terna di assi è costituita da tre rette orientate (x, y e z), ciascuna delle quali è perpendicolare alle altre due e con un punto in comune (O) che si chiama origine. Ad esempio il sistema di riferimento terrestre comprende una terna di assi cartesiani solidale con il centro della terra, mentre un sistema di riferimento rispetto alle pareti della stanza nella quale state studiando è individuato da una terna di assi cartesiani solidale alle pareti. Se state passeggiando mentre studiate, la vostra posizione cambia continuamente rispetto alle pareti della vostra stanza, quindi, con il passare del tempo vi muovete rispetto alla terna ad esse solidale. Per studiare il vostro moto occorre eseguire misure di lunghezza per determinare, istante per istante, la vostra posizione rispetto alla terna di riferimento e misure di durata per determinare i tempi di spostamento da una posizione a quella successiva. Il sistema di riferimento nel suo complesso è costituito, quindi, da una terna di assi cartesiani solidale alle pareti, da un metro e da un orologio. Traettoria La traettoria è la linea che si ottiene congiungendo tutti i punti rappresentativi delle posizioni assunte dal corpo durante il suo movimento. Ad esempio, una linea tracciata alla lavagna rappresenta la traettoria descritta dalla punta del pezzo di gesso durante il suo movimento rispetto ad una terna di riferimento solidale ai bordi della lavagna, la scia di fumo lasciata da aerei in volo 2 rappresenta la traettoria descritta dall'aereo nel suo moto rispetto ad una terna di riferimento solidale all'osservatore che lo sta guardando, etc. Spostamento Lo spostamento è una grandezza vettoriale che con il suo modulo individua la lunghezza di traettoria percorsa dal corpo a partire dalla posizione da esso assunta nell'istante in cui si iniziano a contare i tempi. La sua direzione, invece, rappresenta la traettoria descritta dal corpo o la tangente alla traettoria, mentre la sua freccia indica il verso di percorrenza. Facciamo un esempio, supponiamo che voi vi spostate da un punto A a un punto B della vostra stanza descrivendo una certa traettoria. Lo spostamento (S) è definito dal vettore di modulo uguale alla distanza AB, la cui direzione è la retta passante per A e per B mentre il suo verso va da A a B (vedi fig.). L'istante in cui si iniziano a contare i tempi si chiama istante iniziale e in genere si indica con (to), mentre il tempo tra l'istante iniziale e quello finale che nell'esempio fatto corrisponde a quello trascorso per andare dal punto A al punto B, si indica con (t). Essendo lo spostamento una grandezza vettoriale, ovviamente, va composto o decomposto con le stesse regole già studiate nel paragrafo "Operazioni con i vettori". Ad esempio per andare dal punto A al punto B della stanza si può passare anche per il punto C; in tal caso lo spostamento tra il punto A e il punto B si ottiene come somma vettoriale dello spostamento tra A e C e dello spostamento tra C e B. Velocità La velocità è una grandezza cinematica che serve a determinare la rapidità con cui un corpo si sposta in un intervallo di tempo definito. In altre parole, un corpo viaggia ad una velocità maggiore di un'altro quando rispetto ad esso impiega minor tempo per percorre lo stesso tratto di traettoria. Esistono due tipi di velocità: velocità media e velocità istantanea. Velocità Media La velocità media (Vm), di un corpo che percorre uno spazio (S2-S1) in un tempo (t2-t1), si calcola con la formula: Vm = (S2-S1)/(t2-t1) ed è anch'essa una grandezza vettoriale perchè ottenuta come rapporto tra lo spazio che, come detto in precedenza, è una grandezza vettoriale e il tempo che è una grandezza scalare. La sua unità di misura, nel Sistema Internazionale (S.I.) è m/s perchè lo spazio si misura in metri e il tempo in secondi. In alcuni casi la suddetta unità di misura è troppo piccola, si pensi per esempio alla velocità di un automobile che viene espressa in Km/h, oppure alla velocità degli aerei, delle navicelle spaziali, etc. Per trasformare la velocità da m/s in Km/h bisogna tener conto che un chilometro equivale a mille metri ed un'ora a 3600 secondi, per cui i Km/h si ottengono moltiplicando i m/s per 3,6. Nel passaggio inverso, cioè da Km/h a m/s bisogna dividere per 3,6. Concettualmente la velocità media rappresenta quel valore di velocità che mantenuta costante durante tutto il tragitto consente di ottenere lo stesso tempo di percorrenza effettivamente impiegato dal corpo in movimento. Ad esempio, se con un'autovettura s'impiega un'ora per percorrere un tratto autostradale lungo 100 Km, la velocità media è di cento chilometri all'ora anche se ci sono stati dei tratti in cui l'autovettura ha viaggiato ad una velocità superiore a 100 Km/h ed altri tratti dove la velocità è stata inferiore al suddetto valore medio. 3 Velocità Istantanea La velocità istantanea (Vi) di un corpo che all'istante (tì) occupa una certa posizione sulla traettoria è data dal rapporto tra lo spazio infinitesimo (ds) preso nell'intorno della posizione da esso occupata e l'intervallo di tempo (dt), altrettanto infinitesimo, necessario a percorrere il suddetto spazio (ds). La formula della velocità istantanea è la seguente: Vì = ds/dt, la sua unità di misura è m/s e, come già detto a proposito della velocità media, è una grandezza vettoriale. La velocità istantanea rappresenta la velocità posseduta dal corpo in un determinato istante e graficamente è rappresentata dalla tangente alla curva dello spazio nel punto preso in considerazione (vedi fig.). Ad esempio, sono velocità istantanee quelle segnalate dal tachimetro delle autovetture oppure, con qualche approssimazione, quelle segnalate dagli strumenti utilizzati dalla stradale per verificare il superamento dei limiti di velocità. Accelerazione Un corpo accelera quando la sua velocità aumenta al trascorrere del tempo e decelera quando la sua velocità diminuisce. L'accelerazione serve a determinare la rapidità con cui varia la velocità di un corpo. Come per la velocità, anche per l'accelerazione esistono: l'accelerazione media e quella istantanea. Accelerazione media Se si indica con V1 la velocità che un corpo possiede all'istante t1 e con V2 la velocità che lo stesso corpo possiede in un istante successivo t2, l'accelerazione media è data dalla formula am = (V2 - V1)/(t2 - t1) Essa è una grandezza vettoriale e la sua unità di misura è m/s2. Accelerazione istantanea Se indichiamo con dv un incremento infinitesimo, cioè molto piccolo, della velocità a cui un corpo è sottoposto in un intervallo di tempo altrettanto piccolo dt, l'accelerazione istantanea aì è data dalla formula: aì = dv/dt. Graficamente, essa è rappresentata dalla tangente alla curva dello spazio nel punto preso in considerazione (vedi fig.). 4 Per coloro che già hanno acquisito il concetto di limite, l'accelerazione istantanea coincide con il limite, per (Dt) tendente a zero, del rapporto (Dv)/(Dt), dove: (Dv) rappresenta la variazione di velocità che si verifica nell'intervallo di tempo (Dt). Accelerazione di gravità Tutti i corpi che circondano la terra vengono attratti dalla forza di gravità che quest'ultima esercita su di essi e viceversa. Da esperimenti fatti in assenza della resistenza dell'aria con oggetti diversi si è potuto osservare che l'intensità dell'accelerazione di gravità (g) diminuisce dai poli all'equatore (vedi Tab.) però, in un determinato luogo, è la stessa per tutti gli oggetti e nei calcoli viene approssimata a 9,8 m/s2. L'accelerazione di gravità, quindi, è una costante che non dipende dalle caratteristiche degli oggetti e ciò è confermato da un'esperienza molto suggestiva che si può realizzare in laboratorio con un tubo di vetro dal quale viene estratta l'aria tramite una pompa. Disponendo all'interno del tubo una piuma ed una sferetta metallica si può constatare che quando il tubo viene capovolto la sferetta e la piuma toccano il fondo nello stesso istante, cioè cadono contemporaneamente pur essendo di forma e massa diverse. MOTI Traslazioni e rotazioni Un corpo rigido esteso può essere sottoposto a due tipi di moto: traslatorio e rotatorio. Il moto è traslatorio se tutti i punti del corpo, istante per istante, si muovono con la stessa velocità. Inoltre, nel moto traslatorio tutti i punti del corpo rigido subiscono spostamenti paralleli, concordi e di uguale intensità (vedi fig.). Il moto è rotatorio, invece, quando tutti i punti del corpo rigido esteso descrivono traettorie circolari. In quest'ultimo caso è evidente che non tutti i punti del corpo hanno la stessa 5 velocità; per esempio il punto A della ruota rappresentata in fig maggiore rispetto a quella dei punti B e C. ha velocità di modulo Moto Uniforme Un corpo si muove di moto uniforme quando percorre distanze uguali in intervalli di tempi uguali, cioè quando la velocità è costante. Di conseguenza velocità media e velocità istantanea nel moto uniforme coincidono e, inoltre, l'accelerazione è zero. L'equazione oraria del moto è la seguente: S=Vxt dove S è lo spazio (in metri) percorso dal corpo , t è il tempo (in secondi) necessario a percorrere lo spazio S e V è la velocità misurata in m/sec. Se si verifica l'ulteriore condizione che il corpo descrive una traettoria rettilinea, si dice che esso si muove di moto rettilineo uniforme. Supponiamo ad esempio che un'automobile percorre un tratto di strada rettilinea lunga 150 metri e per ogni secondo che passa dall'istante dal quale si iniziano a contare i tempi lo spazio percorso si incrementi di 30 metri. Osservando i valori riportati nella tabella risulta subito evidente che l'automobile in ogni intervallo di tempo di 1 sec. percorre sempre 30 m, cioè percorre spazi uguali in tempi uguali, quindi, la velocità è costante ed essendo la traettoria rettilinea, il suo moto è rettilineo uniforme. Volendo rappresentare su una coppia di assi cartesiani lo spazio S in funzione del tempo t si ottiene una retta passante per l'origine degli assi (vedi Fig.). La pendenza di questa retta rappresenta la velocità dell'automobile, più ripida è la retta tanto maggiore è la velocità e viceversa. La rappresentazione grafica della velocità in funzione del tempo da luogo, invece, ad una retta parallela all'asse dei tempi. L'area del rettangolo che ha per base un intervallo di tempo e per altezza il valore della velocità rappresenta, ovviamente, lo spazio percorso dal corpo nell'intervallo di tempo preso in considerazione. Moto Vario Raramente i corpi si muovono a velocità costante e quando accade che un punto materiale percorre distanze diverse in intervalli di tempo uguali si dice che si muove di moto vario. Un esempio di moto vario è quello di un'automobile che parte da ferma, accelera, rallenta in curva, si ferma al semaforo e poi riparte. Un'altro esempio di moto vario è quello di un sasso 6 lanciato in aria perchè la sua velocità diminuisce quando è in fase ascendente e aumenta quando è in fase discendente e così via. Nel moto vario il grafico spazio-tempo non è più una retta come nel moto uniforme, la velocità non è costante e l'accelerazione è sempre diversa da zero. In questo moto, quindi, velocità media ed istantanea non coincidono e com'è noto la velocità media (Vm), calcolata in un certo intervallo di tempo (Dt), è data dal rapporto tra la distanza (DS) percorsa e l'intervallo di tempo (Dt) impiegato a percorrerla, mentre la velocità istantanea è data dal valore limite a cui tende la velocità media quando la si calcola su un intervallo di tempo sempre più piccolo preso nell'intorno dell'istante che ci interessa. Nel grafico spazio-tempo la velocità media tra due punti A e B coincide con la pendenza della retta passante per A e per B, mentre la velocità istantanea coincide con la pendenza della tangente alla curva nel punto preso in considerazione (vedi grafico). Quando le suddette pendenze aumentano, anche le rispettive velocità aumentano e ove la tangente alla curva diventa orizzontale il corpo è fermo. Quando la velocità cambia nel tempo come nel moto vario si genera un'accelerazione. Il concetto di accelerazione dovrebbe essere familiare ad ognuno di noi perchè è una grandezza fisica conosciuta così come lo è la velocità. Tutti sanno, ad esempio, che l'accelerazione a cui sono sottoposti gli astronauti in fase di lancio è elevata perchè subiscono una forte variazione di velocità in poco tempo. In fisica, per accelerazione intendiamo proprio la rapidità con cui varia la velocità di un punto materiale al trascorrere del tempo. Come per la velocità, anche per l'accelerazione bisogna distinguere quella media da quella istantanea. L'accelerazione media (am) è data dal rapporto tra una variazione finita di velocità (DV) e il tempo (Dt) in cui tale variazione di velocità si verifica. L'accelerazione istantanea (ai) è data, invece, dal limite, per Dt tentende a zero, di DV/Dt. Nel grafico velocità-tempo l'accelerazione media tra due punti A e B coincide con la pendenza della retta passante per i suddetti punti, mentre l'accelerazione istantanea coincide con la pendenza della tangente alla curva nell'istante considerato. La pendenza della suddetta tangente può essere positiva, negativa e nulla. Nel primo caso il corpo in quel punto accelera, nel secondo caso decelera e nel terzo caso l'accelerazione è zero (vedi grafico). Moto uniformemente accelerato (caduta dei corpi nel vuoto) Si dice che un punto materiale si muove di moto uniformemente accelerato quando la sua accelerazione si mantiene costante nel tempo. Ad esempio, se al disco a ghiaccio secco rappresentato nella fig che segue applichiamo una forza (F) costante e scattiamo delle istantanee ad intervalli di tempo regolare si osserva che il 7 disco incrementa la sua velocità sempre della stessa quantità, cioè la velocità varia in maniera uniforme e quindi l'accelerazione è costante. Se indichiamo con (Vo) la velocità iniziale posseduta dal corpo e con (V) la velocità da esso acquisita dopo un tempo (t), l'accelerazione sarà data dalla formula: a = (V-Vo)/t, ovviamente, essendo l'accelerazione costante si ha che accelerazione media ed istantanea coincidono. La formula dell'accelerazione risolta rispetto a (V) da luogo alla seguente altra espressione: V = Vo + at Questa equazione da sola non è sufficiente a definire il moto uniformemente accelerato perchè in essa non compare lo spazio (S), quindi, bisogna ricercare un'altra equazione che leghi lo spazio alle altre grandezze cinematiche. Considerando che nel moto uniformemente accelerato la velocità varia uniformemente è valida, anche, le seguente relazione: Vm = (Vo+V)/2 che consente di calcolare la velocità media (Vm) come semisomma della velocità iniziale (Vo) e della velocità finale (V). D'altra parte la velocità media è pure uguale allo spazio (S) fratto il tempo (t): Vm = S/t e di conseguenza è possibile scrivere l'equazione: S/t = (Vo+V)/t nella quale sostituendo al posto di (V) l'espressione (Vo + at) e risolvendo rispetto ad (S) si perviene a quest'ultima espressione: S = Vot + 1/2 at2. In definitiva le equazioni che caratterizzano il moto uniformemente accelerato sono due e precisamente: 1) V = Vo +/- at 2) S = Vot +/- 1/2at2 Il segno (+) che compare nelle due espressioni vale quando il moto è uniformemente accelerato, mentre il segno (-) si applica quando il moto è uniformemente ritardato. Inoltre, se la velocità iniziale (Vo) è zero, cioè quando il corpo parte da fermo, le formule appena viste si particolarizzano nelle seguenti: 8 1) V = at 2) S = 1/2at2 Il grafico velocità-tempo nel moto uniforme accelerato è una retta tanto più inclinata rispetto all'asse dei tempi quanto maggiore è il valore dell'accelerazione. La suddetta retta passa per l'origine degli assi quando la velocità iniziale è zero (vedi graf. precedente). Quando il punto materiale si muove di moto uniformemente ritardato il grafico velocità-tempo è ancora una retta, ma inclinata verso il basso rispetto all'asse dei tempi. Il grafico spazio-tempo, invece, è rappresentato da una parabola passante per l'origine degli assi (vedi graf.). La tangente alla parabola nell'origine degli assi coincide con l'asse dei tempi quando la velocità iniziale è zero. Caduta dei corpi nel vuoto (Moto naturalmente accelerato) Tutti i corpi che si muovono intorno alla superficie terrestre sono attratti dalla terra con una forza che è direttamente proporzionale alla loro massa e alla massa della terra e inversamente proporzionale alla distanza che li separa dal centro della terra. F = K xMxm/d2 La suddetta forza, in determinate località e per intervalli di quota non molto grandi, può ritenersi costante e di conseguenza anche l'accelerazione di gravità (g) da essa generata è costante; la quale, come visto in precedenza, alle nostre latitudini è circa uguale a 9,80 m/sec2. Tutti i corpi lasciati cadere in caduta libera essendo sottoposti all' accelerazione costante di 9,80 m/sec2, in assenza di attriti, si muovono, quindi, di moto uniformemente accelerato che, nel caso specifico, viene chiamato moto naturalmente accelerato. Le equazioni del moto uniformemente accelerato o ritardato in quest'ultimo caso si trasformano come segue: 1) V = Vo +/- gt 2) S = Vot +/- 1/2gt2 come si vede al posto dell'accelerazione (a) è stata sostituita l'accelerazione di gravità (g). Se la velocità iniziale (Vo) è zero, cioè il corpo viene lasciato cadere da una posizione di riposo, le formule appena viste si modificano nelle seguenti: 9 1) V = gt 2) S = 1/2 gt2 Dalla seconda espressione si può calcolare il tempo di caduta di un corpo che viene lasciato cadere, da fermo, da una certa altezza (h) con la formula: 3) t = radice quadrata di 2h/g Da quest'ultima espressione risulta che il tempo di caduta di un corpo dipende soltanto dalla altezza di caduta e dall'accelerazione di gravità, quindi, corpi di forma diversa e di massa diversa che si trovano alla stessa altezza cadono contemporaneamente. Quando appena detto sembra strano perchè siamo abituati a vedere che in aria i corpi pesanti e di forma affusolata cadono prima dei corpi leggeri e di forma estesa, ciò accade perchè quest'ultimi incontrano maggiore resistenza a muoversi nell'aria. Invero, esperienze di laboratorio dimostrano che in assenza dell'attrito dell'aria corpi di diversa massa e forma cadono contemporaneamente. Infatti, se all'interno di un tubo di vetro dal quale è stata estratta l'aria si lascia cadere una sferetta metallica e una piuma la sferetta e la piuma, come detto in precedenza, cadono contemporaneamente (vedi fig). Moto circolare uniforme Un punto materiale si muove di moto circolare uniforme quando descrive una traettoria circolare a velocità di modulo costante. Tale moto si può realizzare in laboratorio con il disco a ghiaccio secco, così come mostra la fig. Il disco si muove di moto rettilineo uniforme fino all'inizio della traettoria circolare perchè, a partire dall'istante (t), viene agganciato da un filo inestensibile che può ruotare intorno al centro della pista circolare. 10 A partire da tale istante, il filo eserciterà sul disco una forza (Fc), detta forza centripeta, che è diretta verso il centro della traettoria circolare. Per effetto di tale forza, la quale si mantiene costante durante tutta la traettoria circolare e sempre diretta verso il centro della stessa, il disco non può, ovviamente, proseguire in linea retta ma è costretto a descrivere una circonferenza. Se si scattano delle istantanee ad intervalli di tempo uguali si osserva che la lunghezza degli archi di traettoria percorsi nei suddetti intervalli sono tutti uguali tra loro, ciò conferma che il moto è uniforme. Esempi di corpi che si muovono approssimativamente di moto circolare uniforme sono costituiti da quei satelliti artificiali che orbitano intorno alla terra su traiettorie circolari. Su di essi, infatti, agisce costantemente la forza di attrazione terrestre che è diretta verso il centro della terra e, quindi, verso il centro dell'orbita descritta dai satelliti. La forza centripeta, come vedremo meglio in seguito, genera l'accelerazione centripeta (ac) che è diretta anch'essa verso il centro della traettoria. Periodo Si definisce periodo e si indica con (t) il tempo impiegato dal punto materiale a percorrere un giro completo della circonferenza, esso si misura in secondi. Frequenza La frequenza (f) è il numero di giri che il punto materiale compie in un secondo, essa è l'inverso del periodo e si misura in Herz (Hz). Velocità La velocità di un punto materiale che si muove di moto circolare uniforme è data dal rapporto tra la lunghezza della traettoria e il tempo impiegata a percorrerla. Tenuto conto che quando il punto materiale compie un giro completo della traettoria lo spazio coincide con la lunghezza della circonferenza percorsa e il tempo con il periodo, la velocità assume la prima espressione riportata in Fig. e se al posto di (1/T) si sostituisce la frequenza (f) si ottiene la seconda espressione. Velocità angolare La velocità angolare è l'angolo descritto dal raggio vettore (OP) della circonferenza in un secondo. Quando il punto materiale (P) percorre un giro completo della circonferenza, l'angolo descritto dal raggio vettore è di 360°, quindi, la velocità angolare (W) assume l'espressione riportata al punto 4) della Fig. precedente dalla quale, con semplici sostituzioni, si possono ricavare altre due espressioni: una in funzione della frequenza (f) e l'altra in funzione della velocità (V). La velocità angolare è una grandezza vettoriale diretta normalmente al piano che contiene la circonferenza, è applicata nel centro della stessa ed è orientata verso il basso quando il moto è orario e verso l'alto quando il moto è antiorario. L'unità di misura della velocità angolare è radianti fratto secondi (rad/sec). Accelerazione centripeta L'esistenza dell'accelerazione centripeta può sembrare in disaccordo con la definizione stessa di accelerazione la cui genesi, come è noto, è dovuta ad una variazione di velocità. Invero, nel moto circolare uniforme pur essendo costante il modulo della velocità varia istante per istante la sua direzione, la quale deve essere sempre tangente alla traettoria. 11 La suddetta variazione di direzione, essendo la velocità una grandezza vettoriale, da luogo ad una variazione di velocità (DV) diretta radialmente verso il centro della circonferenza (vedi Fig) Il rapporto tra la variazione di velocità (DV) e il tempo (t) in cui la suddetta variazione si verifica corrisponde, ovviamente, all'accelerazione centripeta. Con opportuni passaggi si perviene, poi, alle due seguenti formule: 1) ac = V2/r dove(V) è la velocità ed (r) è il raggio della traettoria circolare 2) ac = W2r dove (W) è la velocità angolare le quali vengono impiegate per calcolare il modulo dell'accelerazione centripeta. Forza centripeta La cinematica, come detto nell'introduzione, studia il moto dei corpi senza tener conto della massa e delle forze che producono il movimento. Quando, invece, terremo conto di queste due importanti grandezze fisiche apprenderemo, dal secondo principio della Dinamica, che la forza, la massa e l'accelerazione sono legate tra loro dalla seguente relazione: F=ma dalla quale è facile ricavare anche l'espressione della forza centripeta (Fc). Infatti, sostituendo al posto di (a) le espressioni di (ac) si ottengono le seguenti formule: 1) Fc = m V2/r 2) Fc = m W2r con le quali si calcola il modulo della forza centripeta. Moto armonico Nella vita quotidiana si incontrano spesso corpi che si muovono di moto armonico. Il moto oscillatorio di una molla, di un pendolo, di un'altalena, etc., per piccole ampiezze di oscillazione, sono tutti esempi di moti armonici. In altre parole, tutti i corpi che compiono piccole oscillazioni intorno ad una posizione di equilibrio si muovono di moto armonico. Un particolare tipo di moto armonico è quello posseduto dalla proiezione di un punto materiale, animato di moto circolare uniforme, sul diametro della traettoria da esso descritta. 12 La fig. precedente rappresenta proprio il moto appena descritto e, come è possibile osservare, quando il punto (P) si muove di moto circolare uniforme la sua proiezione (Q) percorre avanti ed indietro il diametro oscillando intorno al centro della circonferenza. Il periodo (T) del moto armonico posseduto da (Q) è l'intervallo di tempo che il punto impiega per compiere un'oscillazione completa, mentre la frequenza (f) è il numero di oscillazioni nell'unità di tempo. La velocità e l'accelerazione del punto (Q) non sono costanti come quelle del punto (P) ma variano così come mostra la fig. In particolare, la velocità è nulla nell'istante iniziale (t0) cioè quando (P) e (Q) coincidono, aumenta man mano che (Q) si sposta verso il centro della circonferenza, diminuisce dal centro fino all'altra estremità del diametro ove la velocità si annulla per consentire al punto (Q) di invertire il senso di marcia. Nella fase di ritorno del punto (Q) la sua velocità varia allo stesso modo della fase di andata, però assume valori negativi. L'accelerazione, invece, assume il valore massimo nell'istante iniziale cioè quando la velocità è nulla, decresce fino ad annullarsi quando il punto (Q) raggiunge il centro della circonferenza cresce nel secondo tratto fino ad assumere di nuovo il valore massimo all'altra estremità del diametro, inverte il segno e così via. In altre parole, l'accelerazione ha lo stesso andamento della velocità, però è sfasata rispetto ad essa di 90°. Composizione dei moti In precedenza abbiamo preso in considerazione soltanto corpi sottoposti ad un solo movimento. Però, spesso i corpi sono animati da due o più movimenti. Ad esempio, una bomba sganciata da un aereo, rispetto ad un osservatore posto a terra, si muove contemporaneamente di moto rettilineo uniforme in direzione orizzontale se l’aereo al momento del lancio era animato dallo stesso moto e di moto uniformemente accelerato verso il basso per l’azione della forza di gravità (vedi fig. seguente). Osservando attentamente la figura si può facilmente constatare che i vettori velocità si compongono, con la regola del parallelogramma, per dare origine alla velocità risultante. Man mano che la bomba avanza la sua traettoria si incurva sempre più verso il basso perché la componente verticale della velocità aumenta (moto uniformemente accelerato), mentre quella orizzontale rimane costante (moto uniforme). Ovviamente, anche lo spostamento di un corpo soggetto a due o più moti componenti è dato dalla somma vettoriale degli spostamenti dovuti ai singoli moti. 13