Macroeconomia 9/ed R. Dornbusch, S. Fischer, R. Startz Copyright © 2006 – The McGraw-Hill Companies srl 15 La domanda di moneta Problemi teorici 1. Per moneta s’intende qualsiasi attività comunemente utilizzata come mezzo di scambio. Gli individui desiderano detenere moneta perché essa semplifica le transazioni correnti e future. Poiché il valore nominale della moneta è sempre noto con precisione, si tratta di un’attività molto sicura e liquida, tranne quando il tasso d’inflazione è elevato. Pertanto chi detiene moneta è al riparo da potenziali perdite di capitali legate ad attività più rischiose. 2. In una società in cui non esistesse moneta, il commercio si baserebbe interamente sul baratto. Quest’ultimo, tuttavia, rappresenta un sistema piuttosto inefficiente, poiché presuppone l’esistenza di una “doppia coincidenza di bisogni” tra gli individui coinvolti nella compravendita di beni e servizi. Di conseguenza, prima o poi s’impone la necessità di inventare qualche forma di moneta allo scopo di facilitare le transazioni commerciali: un esempio di sostituto della moneta sono le sigarette americane, che venivano impiegate come mezzo di scambio in Germania durante il periodo di iperinflazione del 19221923, nei campi di prigionia subito dopo la Seconda Guerra Mondiale e, in epoca più recente, in alcuni Paesi dell’Europa dell’Est quando i cittadini persero fiducia nella moneta locale. È più facile, invece, immaginare una società in cui non esiste circolante e tutti dispongono di una carta di credito. La possibilità di acquistare beni senza utilizzare contanti, oltre a essere conveniente per i clienti, consente ai fornitori di beni e servizi di ottenere importanti informazioni riguardo alle abitudini di acquisto della clientela (questo è uno dei motivi per cui i supermercati oggi accettano senza problemi le carte di credito). In una società “senza contanti”, per ogni transazione sarebbe necessario effettuare un trasferimento elettronico di fondi attraverso i computer delle banche. Alla fine di ogni mese dovrebbero essere saldati tutti i conti con l’emittente della carta di credito, anche in questo caso mediante il trasferimento elettronico dei fondi. Un sistema del genere richiederebbe massicci investimenti in tecnologie informatiche, da parte non solo delle banche ma anche di quanti si occupano della commercializzazione di beni e servizi. Benché possa apparire molto efficiente, un’“economia senza contanti” può risultare inadatta per gli acquisti minori, per esempio quando si vuole comprare una rivista in edicola, una lattina di bibita presso un distributore automatico o si deve fare una telefonata urbana. Tuttavia le istituzioni finanziarie hanno già messo in circolazione schede telefoniche e carte personalizzate prepagate che consentono di effettuare piccoli acquisti e dalle quali l’importo speso viene detratto automaticamente. 3. Si potrebbero certamente proporre varie argomentazioni per sostenere l’opportunità di computare nello stock di moneta i limiti sugli anticipi sulle carte di credito, dal momento che queste ultime vengono utilizzate come mezzo di pagamento al posto dei contanti. È possibile, inoltre, che gli individui si servano della linea di credito non utilizzata a scopo precauzionale. Tuttavia, se nel calcolo dello stock di moneta si includono le carte di credito, diventa difficile giustificare l’esclusione di altri tipi di strumenti. Pertanto sarebbe forse preferibile evitare operazioni del genere. Macroeconomia 9/ed R. Dornbusch, S. Fischer, R. Startz Copyright © 2006 – The McGraw-Hill Companies srl 4. Nel decidere quanti traveller’s cheque portare con sé in vacanza, un individuo deve valutare il costo di questi assegni rispetto alle probabilità di essere derubato dei contanti e alla possibilità che assegni personali e carte di credito non vengano accettati. Quanto minore è il costo dei traveller’s cheque e maggiore è la probabilità di essere derubato dei contanti, tanto più grande è la somma che l’individuo deterrà in traveller’s cheque. D’altra parte, sia i contanti sia i traveller’s cheque comportano un costo opportunità, poiché non fruttano interessi. Pertanto, se nel luogo di vacanza le carte di credito vengono accettate, è possibile che gli individui le utilizzino come principale mezzo di pagamento, poiché possono percepire gli interessi sulla moneta depositata fino al momento in cui dovranno rimborsare le spese effettuate mediante la carta di credito. 5. Il costo opportunità misura i benefici o i guadagni ai quali si rinuncia utilizzando una risorsa in un modo anziché in un altro. Coloro che detengono moneta rinunciano al rendimento che avrebbero potuto ottenere investendola, poniamo, in un titolo a reddito fisso (o in qualsiasi altra attività fruttifera non compresa nella definizione di moneta). Per garantire all’investitore un rendimento positivo, i titoli a reddito fisso offrono tassi d’interesse nominali che tengono conto della perdita di potere d’acquisto dovuta all’inflazione attesa nel periodo in cui viene detenuto il titolo stesso. Di conseguenza è il tasso d’interesse nominale e non quello reale a rappresentare il costo opportunità legato al possesso di moneta. Tuttavia, quando l’inflazione è elevata il tasso d’interesse nominale è inferiore al tasso d’inflazione, pertanto sarebbe opportuno utilizzare quest’ultimo come misura del costo opportunità. 6. Più l’inflazione è alta, più gli individui temono una perdita del potere d’acquisto della moneta detenuta. Pertanto, nei periodi di inflazione le probabilità che gli individui detengano denaro liquido sono minori. Quando l’inflazione cresce, infatti, aumenta il tasso d’interesse nominale, che rappresenta il costo opportunità legato al possesso di moneta, e ciò determina una contrazione della domanda di moneta. Dalla formula della condizione di equilibrio nel mercato monetario [L(i, Y) = M/P] si deduce che se i prezzi (P) aumentano in misura maggiore rispetto all’offerta nominale di moneta (M), la quantità reale di moneta (M/P) si ridurrà, quindi anche la domanda reale di moneta diminuirà per riportare il mercato monetario in equilibrio. Nei periodi di inflazione elevata l’offerta nominale di moneta tende a crescere rapidamente, di conseguenza la quantità nominale di moneta detenuta aumenta. 7. Durante i periodi di deflazione il costo legato al possesso di contanti diminuisce e gli individui tendono a detenere più denaro liquido. In tale situazione i rapinatori possono attendersi di ricavare utili molto più alti dalla loro attività. Macroeconomia 9/ed R. Dornbusch, S. Fischer, R. Startz Copyright © 2006 – The McGraw-Hill Companies srl Problemi tecnici 1. (a) L’esistenza di sportelli bancari automatici che consentono di prelevare contanti dai conti di risparmio riduce la necessità di possedere fondi, in contanti o in un conto corrente, a scopo precauzionale. Di conseguenza la domanda relativa a M1 diminuirebbe, mentre non vi sarebbero ripercussioni su quella relativa a M2, in quanto M1 fa parte di M2. (b) Se aumentasse il numero dei cassieri impiegati presso la banca di cui siete clienti, il servizio sarebbe più rapido e ciò potrebbe indurvi a recarvi in banca più spesso per effettuare prelievi. La domanda di M1 diminuirebbe, mentre non vi sarebbero ripercussioni su quella relativa a M2, in quanto l’aggregato M1 è compreso in M2. (c) Un aumento delle aspettative di inflazione provocherebbe una riduzione della domanda di moneta, motivata dal timore di una perdita di potere d’acquisto. Nei periodi di moderata inflazione è possibile che gli individui spostino i propri fondi da conti che offrono un basso tasso d’interesse a conti che fruttano un interesse maggiore. In tal caso la domanda relativa a M1 diminuirebbe, mentre quella riguardante M2 resterebbe invariata. Tuttavia, se l’inflazione è molto alta, può accadere che gli individui decidano di detenere in assoluto una quantità minore di moneta e preferiscano incrementare la spesa in beni durevoli. In una situazione del genere sia la domanda di M1 sia quella di M2 potrebbero diminuire. (d) Un più ampio uso delle carte di credito ridurrebbe la necessità di detenere moneta per le transazioni, anche se gli individui dovrebbero comunque sostenere un costo per utilizzarle. Con buona probabilità essi sposterebbero i propri fondi dai depositi a vista ai depositi a tempo, ovvero dall’aggregato M1 a M2; pertanto la domanda di M1 si ridurrebbe, mentre quella relativa a M2 rimarrebbe invariata. (e) Se gli individui temono che la moneta perda valore in seguito alla caduta del governo, prima che tale evento si verifichi essi cercheranno di spenderne la maggiore quantità possibile nell’acquisto di beni durevoli o commerciabili. Pertanto, sia la domanda di M1 sia quella di M2 diminuiranno. (f) Se aumentasse il tasso d’interesse sui depositi a tempo, gli individui sposterebbero verso questi ultimi una quantità maggiore di fondi dai depositi a vista. Pertanto la domanda di M1 scenderebbe, mentre quella di M2 rimarrebbe invariata. Tuttavia, se i tassi d’interesse delle attività che compongono l’aggregato M2 risultassero superiori rispetto a quelli offerti da altre attività, anche la domanda relativa a tali attività potrebbe diminuire, e di conseguenza si registrerebbe un incremento della domanda di M2. (g) Lo sviluppo dell’e-commerce comporta una riduzione delle operazioni in contanti; aumentano di conseguenza le probabilità che le persone spostino i propri fondi dai depositi bancari ai conti correnti ad alto rendimento fino alla data del saldo delle operazioni. La maggior parte delle operazioni di e-commerce prevede l'utilizzo di carte di credito; in questo caso, pertanto, la risposta è identica a quella fornita alla domanda 1.d. I fondi verranno sottratti a M1 per essere destinati a M2; diminuirà quindi la domanda di M1, mentre non varierà la domanda di M2. A seguito della creazione, da parte di alcune banche, di conti che operano con moneta elettronica, i fondi sono passati da M1 a M2. Prima o poi, il crescente utilizzo di questo strumento di pagamento comporterà la necessità di ridefinire gli aggregati monetari. 2. (a) Quando l’economia entra in una fase di recessione, sia il reddito sia i tassi d’interesse diminuiscono. Poiché la velocità di circolazione della moneta si riduce al decrescere del reddito e Macroeconomia 9/ed R. Dornbusch, S. Fischer, R. Startz Copyright © 2006 – The McGraw-Hill Companies srl dei tassi d’interesse, è logico attendersi che durante una recessione ciò avvenga. Inoltre, essendo la velocità di circolazione della moneta pari al rapporto tra il PIL nominale e l’offerta nominale di moneta, si può facilmente concludere che essa dovrebbe scendere, dal momento che il reddito nominale cade rispetto all’offerta nominale di moneta. (b) La Banca Centrale può influenzare la velocità di circolazione della moneta immettendo o ritirando liquidità dal sistema attraverso le operazioni di mercato aperto. Se l’offerta di moneta aumenta in misura maggiore rispetto al PIL nominale, la velocità di circolazione della moneta si riduce. 3. Questo problema riguarda una situazione opposta rispetto a quella descritta da Baumol e Tobin nell’approccio alla domanda di moneta basato sulla teoria delle scorte. In questo caso, infatti, è necessario compiere un solo prelievo alla fine del mese, mentre è possibile effettuare molti versamenti nel corso dello stesso mese. L’impresa dovrebbe comunque valutare i benefici derivanti dagli interessi guadagnati rispetto ai costi legati alle operazioni di versamento. Il calcolo dell’ammontare di contante detenuto dall’impresa avverrebbe ancora come prevede l’approccio alla domanda di moneta basato sulla teoria delle scorte. 4. (a) La persona cercherà di minimizzare il costo totale della gestione dei contanti (C), che è pari a: C = (n × tc) + iY 2n n = 1 ⇒ C = 1 x 1 + (0,005)(1600)/(2 x 1) = 1 + 4 = 5 n = 2 ⇒ C = 2 x 1 + (0,005)(1600)/(2 x 2) = 2 + 2 = 4 n = 3 ⇒ C = 3 x 1 + (0,005)(1600)/(2 x 3) = 3 + 1.34 = 4.34 n = 4 ⇒ C = 4 x 1 + (0,005)(1600)/(2 x 4) = 4 + 1 = 5 Pertanto il numero ottimale di transazioni è 2. (b) Se la persona effettua 2 transazioni, la quantità media di contanti detenuta è la seguente: Y/2n = 1600/(2 x 2) = 400 dollari c. n = 1 ⇒ C = 1 x 1 + (0,005)(1800)/(2 x 1) = 1 + 4,5 = 5,5 n = 2 ⇒ C = 2 x 1 + (0,005)(1800)/(2 x 2) = 2 + 2,25 = 4,25 n = 3 ⇒ C = 3 x 1 + (0,005)(1800)/(2 x 3) = 3 + 1,5 = 4,5 n = 4 ⇒ C = 4 x 1 + (0,005)(1800)/(2 x 4) = 4 + 1,125 = 5,125 (c) Pertanto il numero ottimale di transazioni rimane 2, ma la quantità ottimale di contanti da detenere diventa 1800/(2 x 2) = 450 dollari. La domanda di moneta aumenta del 12,5%, poiché (450 – 400)/400 = 0,125.