Il Nabucco di Verdi, il secondo appuntamento della stagione lirica

Il Nabucco di Verdi, il secondo appuntamento della stagione lirica
in 21 marzo 2015 | 0 commenti
BRINDISI - ‘Nabucco’ sulle ali dorate della libertà venerdì 27 marzo (ore 20.45) secondo appuntamento al Teatro Verdi di Brindisi con la stagione
lirica. In scena il capolavoro risorgimentale di Giuseppe Verdi, nell’allestimento di Carlo Antonio De Lucia
Dopo l’applauditissima prima del ‘Barbiere di Siviglia’, come secondo titolo in cartellone, la stagione lirica
tradizionale porta in scena ‘Nabucco’ di Verdi, opera in quattro atti fra le più rappresentative e conosciute della
prima fase creativa del compositore, in una produzione firmata dall’Amministrazione provinciale di Lecce. La
drammatica storia della sottomissione del popolo ebraico al giogo babilonese del re Nabucodonosor e
dell’amore impossibile tra Ismaele e Fenena è presentata nell’allestimento di Carlo Antonio De Lucia, sotto la
direzione di Francesco Ledda alla guida dell’Orchestra Sinfonica di Lecce.
Il cast vedrà protagonista il basso venezuelano Ernesto Morillo nella parte di Zaccaria, mentre nel ruolo del
titolo si cimenterà il baritono Carmine Monaco. In quello di Abigaille il soprano tarantino Antonia Cifrone.
Nella parte di Ismaele canterà il tenore macedone Gjorgi Cuckovski, il ruolo di Fenena è affidato al
mezzosoprano Patrizia Patelmo, quello del Gran Sacerdote al baritono Emily De Salve. Il cast è completato da
Annalisa Ragione (Anna) e Simon Dongiovanni (Abdallo). Il Coro lirico di Lecce sarà diretto da Andrea
Crastolla.
“Con questa opera si può dire veramente che ebbe principio la mia carriera artistica”, scrisse il
giovane Verdi in una lettera autobiografica al suo editore Giulio Ricordi. Composto sul libretto di
Temistocle Solera che l’impresario del Teatro alla Scala, Bartolomeo Merelli, aveva inizialmente e
invano proposto al musicista prussiano Carl Otto Nicolai, ‘Nabucco’ permise al genio di Busseto di
superare un periodo particolarmente doloroso della sua vita, tra gli insuccessi delle opere
precedenti e la perdita della moglie e dei due figlioletti, avviando un’ascesa creativa che porterà,
attraverso trenta melodrammi, alle più alte vette della produzione verdiana.
Il ‘Nabucco’ è considerata, a ragione, l’opera più risorgimentale di Giuseppe Verdi. È proprio qui, infatti, che il musicista riesce a colpire il cuore
degli spettatori creando parallelismi tra l’antica vicenda narrata e l’attualità storica italiana, non potendo scrivere apertamente contro l’occupazione
degli Austriaci in Lombardia.
L’inno ‘Va, pensiero’ è il canto nostalgico e struggente intonato dal popolo ebraico in schiavitù.
All’epoca della sua prima rappresentazione, il 9 marzo del 1842 al Teatro alla Scala di Milano,
anche il popolo italiano era costretto alla dominazione austriaca, per cui l’inno diventò il canto
doloroso contro l’occupante austriaco e si diffuse rapidamente in tutta la penisola. L’opera aveva
risvegliato il patriottismo degli italiani e ben presto su tutti i muri delle case e dei palazzi apparve
la scritta «Viva Verdi», che in realtà era l’acronimo di «Viva Vittorio Emanuele Re d’Italia». È
dunque un inno contro la tirannide che identifica un popolo unito dalla speranza di un’idea di
libertà.
“L’ho fatta diverse volte, l’anno scorso a Trapani - ha sottolineato il regista Carlo Antonio De
Lucia durante la presentazione -. La mia lettura è nota, sempre piuttosto fedele alla tradizione. E
così sarà anche la regia di quest’anno, con qualche richiamo simbolico maggiore. Anche perché
ricorre l’anniversario dell’entrata italiana nella Grande Guerra, e quest’opera richiama valori
profondi per la nostra terra. Verdi rimane un Padre della Patria, e non possiamo trascurarlo”.
La causa di Giuseppe Verdi all’unità nazionale fu riconosciuta dalle personalità politiche e statali
dell’epoca. Una volta fatta l’Italia, infatti, il compositore fu invitato a prendere parte al primo
parlamento dell’Italia unita. Giuseppe Verdi, in effetti, fu deputato del neonato Stato italiano per un lustro, dal 1861 al 1865, anno in cui decise che
l’Italia aveva più bisogno di lui in veste di compositore.
Brindisi Oggi