La cura del donatore prima durante e dopo il

21/06/2016
QUALIFICAZIONE DEL PERSONALE
ADDETTO ALLA RACCOLTA
DEL SANGUE E DEGLI
EMOCOMPONENTI
La cura del donatore prima,
durante e dopo il prelievo
Dr. G.M. Leonardi
24 Maggio 2016
SANGUE
BENE
COMUNE
1
21/06/2016
In economia per bene s'intende un
oggetto disponibile in quantità limitata,
reperibile e utile, cioè idoneo a
soddisfare un bisogno.
POSTULATO
Ipotesi comportamento individuale
Teoria Economica Standard (TES)
a) Razionali
Gli esseri umani
sono:
b) ottimi calcolatori
c) individualisti ed egoisti
d) materialisti
e) interessati solo al
risultato
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Elinor Ostrom:
premio Nobel per l’economia 2009:
I commons “beni comuni” sono un linguaggio nuovo
Viene definito “bene comune” uno specifico bene
che è condiviso da tutti i membri della comunità.
Vi sono definizioni di bene comune in filosofia, etica,
scienza politica, religione e in giurisprudenza.
Un bene comune è una risorsa condivisa suscettibile di dilemmi
sociali: interrogativi, controversie, dubbi, dispute…)

I giuristi ne analizzano gli aspetti legislativi

Gli economisti considerano l’efficienza dei costi

I filosofi affrontano le questioni epistemiologiche

I sociologi esaminano i comportamenti delle comunità virtuali

Gli scienziati studiano le leggi della natura

I bibliotecari e i tecnici dell’informazione si occupano della raccolta,
dell’organizzazione e dell’accesso alle risorse informative
SANGUE BENE PRIVATO
Il sangue è un bene che ha un suo valore di scambio.
Gli offerenti possono mirare a massimizzare le loro entrate finanziarie, non
salvaguardando le loro condizioni di salute e neppure quella del ricevente
(visto che non vi sono relazioni sociali ma solo di tipo strettamente
economico).
Modello istituzionale: imprese business-oriented.
Corollari: Crescita del PIL / Peggiore qualità ed elevata quantità di sangue
SANGUE BENE PUBBLICO
Il sangue è un bene pubblico, gestito da un’istituzione monopolistica
pubblica.
Tutti i cittadini – salvo specifiche categorie – sono obbligati a effettuare
donazioni di sangue a favore
f
delle strutture sanitarie pubbliche.
E’ una sorta di imposizione pubblica che restringe la libertà degli individui.
E’ la metafora del “servizio militare obbligatorio”.
Modello istituzionale: istituzione pubblica monopolista.
Corollari: peggioramento delle reti sociali / maggiore quantità e peggiore
qualità del sangue
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SANGUE BENE COMUNE
Alla base del valore relazionale del bene sangue si crea il concetto di
donazione anonima e gratuita
Basata sul convincimento che ognuno è possessore di un bene comune (il
sangue) che deve essere messo a disposizione di coloro che ne hanno
bi
bisogno.
I donatori si auto-selezionano e cercano di salvaguardare le proprie condizioni
di salute e quelle dei riceventi.
Modello istituzionale: associazione no profit.
Corollari: Crescita del capitale sociale / Migliore qualità e quantità del sangue
OBBLIGO MORALE
DEL DONATORE VERSO
LA COLLETTIVITA'
UdR
DELLA COLLETTIVITA'
VERSO IL DONATORE
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I bisogni del Donatore
Sentirsi al centro dell’attenzione:
“ricevere attenzioni” nel momento della donazione.
Rendere un evento di per sé spiacevole come piacevole
(creando un’atmosfera rilassante e un clima accogliente).
Deve potersi sviluppare nel donatore il desiderio di tornare e
sentirsi parte di un gruppo.
Poter esprimere i suoi stati d’animo ed eventualmente le
proprie preoccupazioni rispetto al prelievo (soprattutto le prime
volte) o/e le sue perplessità nel continuare.
Sentirsi a proprio agio e al sicuro (instaurare un rapporto di
fiducia).
Sentirsi tutelato nella privacy delle informazioni
mediche/sanitarie.
Essere informato: cosa si fa e perché.
LA SICUREZZA
Il donatore ha bisogno, durante tutte le fasi della donazione,
di sentirsi sempre “al sicuro”.
Quali possono essere le paure del donatore che si avvicina
alla donazione magari per la prima volta ?:
Paura dell’ambiente (ospedaliero/sanitario)
 Paura per la propria salute
 Paura di contrarre malattie
 Paura dell’ago
 Paura della “macchina” [
[se dona in aferesi]]
 Paura del sangue che esce e poi entra [se dona in
aferesi]
 Paura di doversi sottoporre a prelievi aggiuntivi
“coercitivi”
 Paura di stare male durante la donazione e quindi di
“ fare una figuraccia”

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Come fare???
Rendere l'ambiente confortevole (
se
la struttura lo consente. Per esempio luci soffuse e
gradevoli suoni di sottofondo, in modo da non creare un
ambiente troppo “medicalizzato”)
• Creare un ambiente piacevole
ed allegro senza eccedere
• Incentivare l’aggregazione di
gruppo con eventi ed attività.
•
Saper ascoltare senza
esprimere giudizi.
giudizi
• Essere riservati.
• Collaborare tra gli operatori
• Costruire un team ripartendosi
i ruoli equamente
SOPRATTUTTO PREVENZIONE:
CONTROLLARE PRIMA DEL PRELIEVO:
Analisi preliminare degli ambienti e dei materiali:
prima di procedere all’accettazione dei donatori è
opportuno che il personale addetto esegua una verifica
ACCURATA degli ambienti dedicati al prelievo con
particolare attenzione all’efficienza delle attrezzature
(bilance, piani di lavoro, sacche ecc.)
È necessario verificare con l’aiuto di una lista di
controllo, la presenza della strumentazione e dei presidi
terapeutici per il pronto soccorso la cui posizione deve
essere nota a tutti i collaboratori
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PREVENZIONE:
OTTENERE FIDUCIA
MOSTRARE COMPETENZA
DIMOSTRARE VIGILANZA ATTIVA
RASSICURARE SULLA CORRETTA
GESTIONE DELLA RACCOLTA
Per potersi fidare il donatore deve avere la certezza
di essere nelle mani di personale competente e
attento
Se cercherete di creare in sala un ambiente cordiale,
confortevole, tranquillo e rilassato, comunicando sicura
competenza,
t
soprattutto
tt tt alle
ll prime
i
donazioni,
d
i i id
donatori
t i
sentiranno di potersi fidare ed eviteranno di farsi venire le paure
dell’ultimo momento che al minimo stimolo, potrebbero scatenare
pesanti effetti collaterali.
In sala è fondamentale non far trapelare anche minimamente
incertezze, dubbi e distrazioni ma occorre comunicare
COSTANTEMENTE la
l cura e lla massima
i
attenzione
tt
i
per ognii
singolo donatore e per tutto il tempo della procedura, compreso il
periodo di post donazione.
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
Il personale addetto
deve sorvegliare
attentamente l’eventuale insorgenza di sintomi
durante il salasso.
Molto spesso, per esempio,
il distogliere
ll’attenzione
attenzione del donatore instaurando una
conversazione è sufficiente per interrompere
l’iperventilazione.
:
Equilibrato rapporto infermieri/poltrone (Gruppo di
lavoro Standard) (SIMTI), 1995.
 No sale da prelievo “mute”
“mute”.

Qualora sintomi legati all'iperventilazione siano insorti, è possibile
farli regredire invitando il donatore a respirare entro un sacchetto
di carta.
NON SOMMINISTRARE OSSIGENO
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EVENTI AVVERSI
1. Complicanze dovute all’operatore (incidente)
2. Complicanze dovute ai liquidi somministrati (aferesi)
3. Complicanze dovute agli strumenti (aferesi)
4. Complicanze dovute al donatore (reazione indesiderata)
INCIDENTI DI TIPO TECNICO
difficoltosa o insufficiente raccolta del sangue per cause
tecniche
difficoltosa o insufficiente raccolta del sangue per
attrezzatura incongrua
venipuntura dolorosa
comparsa di un ematoma
erroneo prelievo arterioso
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PRELIEVO DIFFICOLTOSO
PER CAUSE TECNICHE
Talvolta può succedere che, nonostante
l’ago sia penetrato correttamente nella
vena,
il
defluire
del
sangue
avvenga
lentamente e si arresti in breve tempo,
oppure non scorra per nulla
ll
PRELIEVO
DIFFICOLTOSO
Questo problema può essere dovuto al fatto che l’ago, pur
penetrato esattamente nel vaso ha l’ugnatura situata contro
la parete venosa che ostacola il defluire del sangue
In questo caso è, di solito, sufficiente una leggera
rotazione dell’ago per porre rimedio a tale inconveniente
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Talvolta la difficoltà nel defluire del sangue può essere
causata dal laccio emostatico troppo stretto, che oltre ad
arrestare il flusso venoso ostacola pure quello arterioso.
Sarà sufficiente allentare il laccio emostatico per permettere
l’affluire
l’ ffl i del
d l sangue nella
ll vena e consentire
i un prelievo
li
normale.
In certi casi, soprattutto quando si eseguono prelievi a
donatori con vene non facilmente reperibili (per es.
soggetti obesi), il mancato prelievo è dovuto al fatto che
l’ago non è penetrato nel lume venoso.
Può accadere che l’ugnatura dell’ago non abbia
attraversato completamente la parete venosa.
In questo caso, sarà sufficiente introdurre l’ago più
profondamente per avere il normale defluire del
sangue.
Più spesso, invece,
i
l difficoltà
la
diffi ltà nell prelievo
li
è dovuta
d
t
all’attraversamento delle pareti venose da parte
dell’ago od al mancato reperimento della vena
prescelta.
In questi casi, quando il decorso della vena può essere
valutato (con la palpazione), si può cercare di
modificare la direzione o la profondità dell’ago per
entrare nel lume venoso.
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Si deve evitare di manovrare l’ago nel tentativo di reperire
in qualche modo la vena. Se non si ha una ragionevole
possibilità di reperirla è meglio sfilare l’ago e ripetere il
prelievo con una nuova sacca.
sacca
ATTREZZATURA INCONGRUA
Sacche difettose
Kit da aferesi difettosi
Aghi spuntati
Difetti nella connessione tra ago e camicia
P
Provette
tt senza vuoto
t
Soluzione  sostituire il materiale
UNA DONAZIONE DI SANGUE NON DEVE DURARE PIU’ DI 12
MINUTI
VENIPUNTURA
DOLOROSA
Un dolore intenso irradiato al momento dell’introduzione
dell’ago
dell
ago può esser riferito alla stimolazione di passanti
nervosi (rami del n. muscolo-cutaneo). Frequenza
1/6.300 donazioni, in un quarto di questi si associa ad
ematoma.
Tale sintomatologia può essere anche molto acuta, così
da innescare una reazione vagale.
vagale
A volte (7%) può perdurare per lungo tempo come
perdita di sensibilità localizzata con parestesie e deficit
motori.
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EMATOMA
È una raccolta di sangue entro un tessuto, con formazione di un
coagulo. È dovuto alla fuoriuscita del sangue da una vena, e può
essere superficiale
È causata
fi i l o profondo.
f d
t da
d un errore
nell’esecuzione del
prelievo
che porta ad un
impreciso
inserimento dell’ago nella vena.
Può anche esser dovuto ad un’insufficiente emostasi dopo
la donazione,
donazione ha una frequenza dell
dell’ 1% nella prima
donazione e dello 0,6 % nelle successive. Più frequente
nelle donne.
Se la vena è superficiale, il sangue si raccoglie sotto la cute. Il
primo sintomo è rappresentato da un rigonfiamento attorno
alla puntura.
Se il vaso è situato in profondità, il sangue infiltra i tessuti
profondi circostanti. Il primo sintomo è il dolore, cui fa seguito
successivamente una tumefazione ed un certo ostacolo alla
mobilità (se si tratta di un ematoma interessante un muscolo).
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Togliere il laccio emostatico e sfilare l’ago dal braccio del
donatore.
Applicare una soluzione sterilizzante.
Esercitare una discreta pressione per 7-10 minuti sull’area al fine
di arrestare l’emorragia e favorire
fa orire il diffondersi del sangue
sang e nei
tessuti circostanti, limitando l’entità dell’ematoma.
Mantenere il braccio del donatore elevato al di sopra del
livello del cuore.
Applicare ghiaccio per 5 minuti.
Nei casi importanti si può ricorrere ad impacchi di alcool
pomate (con eparina, -chimotripsina, ecc.) favorenti il
riassorbimento del sangue stravasato.
od a
PRELIEVO ARTERIOSO
Raramente (1/34.000) può succedere che, per errore, l’ago penetri
nel lume di un’arteria. L’errore è facilmente rilevabile:
 il sangue ha
h un colore
l
rosso vivo.
i
 il sangue esce con rapidità ed a fiotti (sincroni con i battiti
cardiaci).
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L’erroneo prelievo arterioso deve essere con valutato con grande attenzione
data la possibilità di uno stravaso ematico abbondante con la formazione di
un grave ematoma.
Sfilare immediatamente l’ago, ma con gran cura per
evitare un ulteriore traumatismo della parete arteriosa.
Effettuare un tamponamento compressivo esterno con
forza per 10 minuti.
Applicare una benda compressiva con una certa
tensione.
Mantenere sollevato il braccio.
Controllare la presenza del polso radiale
radiale.
Tenere in osservazione il donatore per un tempo
prolungato (almeno 30 minuti).
Complicanze in Aferesi
Con la plasmaferesi o la plasmapiastrinoaferesi si raccolgono dai 400 ai
600 mL di plasma. Non sono mai stati descritti sintomi da carenza di
fattori della coagulazione o di immunoglobuline.
L’ACD (sodio citrato + acido citrico + destrosio) è
l’anticoagulante universalmente utilizzato per la raccolta
di
emocomponenti. Gli ioni citrato agiscono chelando
gli
ioni
Ca++ e bloccando la cascata coagulativa.
Entro
E
t pochi
hi minuti
i ti dall’infusione
d ll’i f i
l ione
lo
i
citrato
it t viene
i
rimosso
i
dal sangue ad opera del fegato, che lo trasforma in glucosio.
Se però il fegato è ipofunzionante, o se la velocità di infusione
è troppo elevata lo ione citrato può non essere rimosso
prontamente dal circolo .
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La riduzione della calcemia, di solito, è ben tollerata dal
donatore. Tuttavia si può verificare uno stato di ipocalcemia
transitoria, del quale il donatore deve essere
informato
in
modo tale che i sintomi possano essere
subito
riferiti,
permettendo un intervento
terapeutico tempestivo
Inizialmente possono comparire parestesie periorali e/o lievi
tremori. Se i sintomi iniziali sono trascurati, possono comparire
nausea, vomito, tachicardia, aritmia, tetania, convulsioni.
 Ridurre al velocità di reinfusione.
 Sospendere temporaneamente la procedura.
 Infondere Calcio gluconato 10% i.v.
EMOLISI MECCANICA
Il non corretto montaggio del kit o il malfunzionamento di un
separatore cellulare può determinare la comparsa di un emolisi.
La linea di raccolta del plasma va quindi osservata per cogliere la
colorazione che di solito viene anche segnalata dallo
diversa colorazione,
strumento stesso tramite specifico sensore.
In caso di emolisi, la procedura viene interrotta, ma di regola il
donatore è asintomatico.
L’accurato controllo della preparazione della macchina e del
montaggio del kit costituiscono la prevenzione di emolisi
meccanica.
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Reazioni indesiderate del donatore
Reazione vasovaso-vagale, Lipotimia, Sincope
Nausea e vomito
Contrazioni e spasmi muscolari
Convulsioni
Ipovolemia
Complicanze cardiache
Reazioni allergiche
NAUSEA E VOMITO
Sistemare il donatore nella posizione più confortevole
possibile.
Invitare il donatore a respirare
profondamente e
p
p
lentamente.
Applicare compresse fredde sulla fronte.
Ruotare la testa del donatore di lato, per evitare
l’aspirazione del materiale rigettato.
Se il donatore vomita, dotarlo di una bacinella e tenere
a portata di mano fazzoletti umidi.
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Il termine LIPOTIMIA deriva dal greco LYPOTHYMEIN che
significa “venir meno lo spirito”. Detta anche PRE-SINCOPE è
costituita dall’insieme di sintomi premonitori (disturbi della
vista, dell’udito, della forza muscolare, vertigini, vomito) ma
senza raggiungere la perdita di coscienza.
La parola SINCOPE deriva dal greco syn koptein” che
significa tagliare insieme,
insieme spezzare,
spezzare interrompere.
interrompere
Consiste in una improvvisa, completa e transitoria perdita di
coscienza, di durata variabile, nel 60% dei casi fino a 10
secondi, nel 3% può durare 1-2 minuti, con recupero
spontaneo.“
È la conseguenza di un insufficiente afflusso (10’’) di sangue al
cervello che può essere provocato da:
Riflesso vaso-vagale
Iperventilazione
Rapida diminuzione del volume sanguigno
Ipoglicemia
Aritmia cardiaca
F
Farmaci
i bloccanti
bl
ti il SN simpatico
i
ti
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REAZIONE VAGALE:
Può essere indotta da:
la vista dell’ago
g
la vista del proprio sangue
la vista del sangue di altri donatori
lo stato di tensione emotiva individuale
lo stato di tensione emotiva collettiva
il dolore acuto provocato dalla venipuntura
il dolore prolungato legato alla posizione dell’ago
altri fattori (stanchezza, arrabbiatura, caldo)
Interrompere la donazione
togliere il laccio emostatico
estrarre l’ago dal braccio del donatore con attenzione,
soprattutto se sono presenti contrazioni muscolari
comprimere la sede della venipuntura per evitare il formarsi di
un ematoma
Creare un ambiente riservato
Richiamare l’attenzione di un medico
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La cosiddetta “immobilità tonica” o feigned death è una reazione
da stimolazione intensa del sistema parasimpatico. Essendo una
reazione spesso utilizzata dall’opossum è anche detta “playing
possum” . Tale reazione è presente anche negli esseri umani .
E’ una reazione automatica e non è legata in alcun modo ad una
scelta consapevole.
In situazioni vissute come “pericolo di vita”, in cui le reazioni di
attacco o di fuga non sono opzioni percorribili in quanto la
minaccia è soverchiante ed insormontabile, viene attivata
l’antica via vagale con reazioni di evitamento passivo di tipo
adattativo, in quanto i predatori tendono a non attivarsi o a non
infierire nei confronti di prede ferme o morte, fino addirittura a
non notarle..
L’insorgenza
e
la
gravità
delle
reazioni
vagali
non
sono
assolutamente da mettere in rapporto con la quantità di sangue
prelevato, in quanto possono verificarsi anche alla digitopuntura o,
addirittura, al solo varcare la soglia della sala prelievi.
Il riflesso vaso-vagale, mediante il sistema neurovegetativo (SN parasimpatico), provoca:
• Il rallentamento della frequenza cardiaca.
• sudorazione e nausea (dovuti ad aumentata attività
vagale).
vagale)
• dilatazione delle arteriole, con notevole riduzione delle
resistenze vascolari a livello della muscolatura striata.
• caduta pressoria.
• la vasodilatazione determina riduzione del volume di
sangue centrale con ipoperfusione cerebrale, che
nella stazione eretta provoca lipotimia, dato che il
cervello ha scarsa autonomia metabolica.
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A seconda dell’intensità distinguiamo reazioni:
Lievissime o Lievi (63-95%)
bradicardia, visione confusa, sudorazione e nausea
+ ipotensione lieve, regrediscono in pochi minuti
Moderate – Lipotimia (3-29%)
(3 29%)
stessa sintomatologia, ma più intensa
Gravi - Sincope (2-8%)
perdita di coscienza, convulsioni
Il personale deve osservare attentamente il donatore
durante e
dopo il prelievo per cogliere i segni iniziali della lipotimia ed
essere in grado di soccorrerlo prima
che insorga la sincope e,
nel caso, una caduta con possibili conseguenze traumatiche.
QUANDO E DOVE
REAZIONI AVVERSE ALLA DONAZIONE DI SANGUE
FREQUENZA RELATIVA
Prima
Durante o immediatamente dopo
1%
26%
Ristoro
Fuori
61%
12%
27
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Le manovre isometriche di contropressione
Durante la fase prodromica di una sincope vasovagale, la pressione del
g cade marcatamente;; qquesta caduta,, di solito,, pprecede la riduzione
sangue
della frequenza cardiaca che, almeno all’inizio di questa fase, può essere
assente.
L’ipotensione è causata dalla vasodilatazione nei muscoli scheletrici dovuta
alla inibizione dell’attività simpatica vasocostrittrice. Studi in acuto con il
tilt-test hanno mostrato come le manovre isometriche siano in grado di
determinare un significativo aumento della pressione arteriosa durante la
fase prodromica di una sincope vasovagale e, in molti casi, permettano al
paziente di evitare o ritardare la perdita di coscienza.
1- Leg crossing (fig. 1): consiste nell'incrociare le gambe
combinando la contrazione dei muscoli delle gambe e
dell'addome per il massimo tempo tollerato o fino alla
scomparsa dei sintomi.
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2 - Arm tensing (fig. 2): consiste nella massima contrazione
isometrica tollerata delle due braccia ottenuta agganciando
una mano all'altra e tirando contemporaneamente verso
l'esterno per il massimo tempo tollerato o fino alla completa
p
scomparsa
dei sintomi.
3- Hand grip (fig. 3): consiste nella contrazione volontaria e
massimale di una palla di gomma (approssimativamente del
diametro di 5-6 cm) tenuta nella mano dominante per il tempo
massimo tollerato o fino alla completa scomparsa dei sintomi.
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Per prevenire la lipotimia è importante che il medico ed il
prelevatore osservino il donatore prima ancora di iniziare la
procedura,
valutandone
lo
stato
di
ansietà
o
l’iperventilazione, cercando di ridurre l’agitazione parlando
t
tranquillamente
ill
t con lui,
l i minimizzando
i i i
d e distogliendo
di t li d la
l sua
attenzione dall’atto che sta per compiersi.
Se lo stato di agitazione persiste, è opportuno effettuare la
donazione col soggetto sdraiato, lasciandolo riposare alcuni
minuti
i ti in
i più
iù all termine
t
i della
d ll stessa
t
Gli stessi accorgimenti vanno applicati nel caso di donatori
con anamnesi positiva per episodi di lipotimia/sincope
Misure preventive
•Tensione muscolare applicata
• Ingestione di 300300-500 mL di acqua
• Distrazione audioaudio-visuale
• Supporto
S
t sociale
i l
• Abilità comunicativa del personale sanitario
30
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DOTAZIONE DELLA SALA PRELIEVI
Ogni sala deve essere attrezzata in modo da far
fronte alle situazioni che si possono verificare in
seguito a malessere del donatore ed i medicinali
devono essere sempre disponibili (e a portata di
mano).
)
DOTAZIONE DELLA SALA PRELIEVI
Attrezzatura minima
1
1.
2.
3.
4.
5.
6
6.
7.
8.
9.
Bacinelle per il vomito
Asciugamani
Ghiaccio o siberine (mattonelle perfrigerate)
Aghi e Siringhe sterili
Set per infusione e.v.
Flaconi di soluzione fisiologica
Tampone da inserire tra le mascelle
Sacchetti di carta o di plastica
Vapori di ammoniaca
31
21/06/2016
Farmaci ad azione cardiovascolare
adrenalina, atropina, dopamina
Cortisonici
idrocortisone, metilprednisolone
Antistaminici
clorfeniramina e.v., prometazina topico
Antipertensivi
clonidina, difedipina
Ansiolitici, tranquillanti minori
Diazepam
Anticonvulsivanti
Antiemetici
Broncodilatatori
Elettrocardiografo con defibrillatore
Gas medicali (ossigeno)
Pallone AMBU con maschera
Cannule orofaringee
Maschere per ossigeno
Per ciascuna delle principali reazioni indesiderate devono essere
allestiti
dei
protocolli
di
intervento
con
precise
indicazioni
sull’eventuale uso dei farmaci (con relativo dosaggio) e sull’uso di
eventuale strumentazione di supporto rianimatorio
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21/06/2016
Il tipo di reazione ed il conseguente trattamento terapeutico devono
essere annotati sulla scheda del donatore (cartacea ed informatica)
e deve esserne fatta comunicazione al CNS tramite il SISTRA.
Deve inoltre essere segnalato se il donatore potrà essere accettato in
successive donazioni.
donazioni
Infarto miocardico – mortalità legata alla donazione di sangue
• Sazama 1990: dal 1976 al 1985 3 decessi in donatori di sangue
intero negli USA: 2 dovuti a infarto miocardico.
• Popovsky 1995: 4 casi di angina(~1/1.000.000 donazioni).
• Rischio in maschi di mezza età, non fumatori,
non diabetici: 0,3-1/1.000.000.
• Decessi probabilmente coincidentali.
ASSISTENZA DOPO IL
PRELIEVO
controllare accuratamente il braccio e,
e arrestatosi il
sanguinamento, medicare.
invitare il donatore a rimanere sdraiato dopo il prelievo per
alcuni minuti, durante i quali dovrà essere costantemente
tenuto sotto osservazione.
quando le condizioni appaiono soddisfacenti, gli si può
consentire di alzarsi.
alzarsi È necessario che qualcuno rimanga
vicino al donatore quando assume la posizione eretta e si
trasferisce nella zona di riposo/ristoro.
33
21/06/2016
ASSISTENZA DOPO IL
PRELIEVORACCOMANDAZIONI
Mangiare e bere qualcosa prima di andar via.
Non lasciare il centro raccolta senza consenso.
Ingerire almeno 500 mL di liquidi nelle 4 h successive.
Non bere alcoolici.
Non fumare per almeno 1 h.
Non praticare attività sportive o pesanti o rischiose nella
giornata.
ASSISTENZA DOPO IL
PRELIEVORACCOMANDAZIONI
Qualora la sede del prelievo riprenda a sanguinare, alzare
il braccio e premere localmente.
Qualora insorgessero vertigini o senso di mancamento,
sdraiarsi (e sollevare le gambe) o sedersi tenendo la testa
tra le ginocchia.
Se persistesse qualsiasi tipo di sintomatologia, tornare in
Sala Prelievi o consultare un medico.
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21/06/2016
Modalità di gestione del donatore dopo la
donazione
Anche se la donazione si è svolta senza inconvenienti, sarà
opportuno raccomandare al donatore di:
•
Non lasciare il luogo di prelievo senza aver mangiato
qualcosa o aver bevuto almeno due bicchieri di liquidi, da
evitare cappuccini o caffè eccessivamente caldi
•
È molto importante la sorveglianza del donatore durante il
ristoro, poiché un buon numero di inconvenienti collegati alla
donazione avviene durante questa fase: l’ambiente di ristoro
deve permettere un’adeguata sorveglianza e un rapido
intervento in caso di necessità
35
21/06/2016
RECUPERO POSTSALASSO
 Il reintegro
g del normale volume di sangue
g
((compreso
p
tra 4.000 e 5.000 mL, a
seconda del peso e della statura) si realizza rapidamente (dai 40 ai 100
mL/ora) in poche ore.
 Con un adeguata ingestione di liquidi il completo reintegro si realizza in
meno di 72 ore.
 La stimolazione della sintesi proteica permette il recupero delle proteine
perdute in 2-3 giorni
 Il numero degli eritrociti di partenza sarà raggiunto dopo 3 settimane
mediante un’accelerazione dell’emopoiesi midollare (aumento dei reticolociti
dal nono giorno dopo il salasso).
 L’intervallo di tre mesi tra 2 donazioni permette di ricostituire i depositi di
ferro.
Arresto cardiaco mentre dona sangue:
41enne salvato da morte improvvisa
L uomo originario di Guglionesi è stato dapprima
L’uomo
ricoverato in Rianimazione e poi sottoposto a un
intervento chirurgico per impiantare un particolare
defibrillatore che ha il compito di eliminare il
rischio di morte improvvisa. Il primario del reparto
di Cardiologia Emilio Musacchio ha diagnosticato
al paziente una malattia rara, la sindrome genetica
di Brugada, patologia difficile da riconoscere, tanto
che il 41enne in passato aveva effettuato diversi
elettrocardiogrammi, ma non erano mai emersi
problemi cardiaci.
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Termoli. Era andato in ospedale per donare il
sangue, e durante la trasfusione si è sentito
male,
tanto
da
avere
un
arresto
cardiocircolatorio.
Il 41enne originario di Guglionesi è stato salvato con
l’intervento tempestivo del direttore dell’unità operativa
di Cardiologia del San Timoteo, il dottor Emilio
Musacchio che con una diagnosi accurata ha individuato
Musacchio,
ed eliminato un problema cardiaco che prima o poi sarebbe
stato fatale.
Il 41enne, nel momento in cui ha accusato il malore, è
stato subito soccorso dai medici presenti. Sono
intervenuti anche gli anestesisti che hanno trasferito il
paziente in Rianimazione dopo i primi accertamenti.
L’arresto cardiaco avrebbe potuto provocargli la
d
decerebrazione,
b i
ma fortunatamente
f t
t
t cosìì non è stato.
t t
L’uomo si è ripreso lentamente, ed è stato in seguito
ricoverato nel reparto di Cardiologia del San Timoteo.
Il professore Emilio Musacchio, considerato uno dei
massimi esperti in campo nazionale della cosiddetta
morte improvvisa
improvvisa”, ad accorgersi che il 41enne era
“morte
affetto dalla sindrome genetica di Brugada, una malattia
rara che porta alla morte improvvisa. Una patologia
difficile da diagnosticare, visto che il paziente aveva
effettuato in passato diversi elettrocardiogrammi, dai quali
non erano mai risultati problemi cardiaci.
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L’equipe diretta dal primario Musacchio ha
sottoposto il 41enne a un intervento
chirurgico, per impiantare un particolare
defibrillatore che ha il compito di eliminare il
p
L’uomo p
potrà
rischio di morte improvvisa.
tornare a condurre una vita normale, senza
alcun rischio. Il professore Musacchio intanto
sta per avviare uno studio genetico familiare
del paziente.
L’esperto
L
esperto
smentisce
inoltre
la
correlazione tra la donazione del sangue
e quanto accaduto al 41enne: non c’è
alcun nesso tra i due episodi.
(Pubblicato il 12/01/2012)
Conclusioni
La donazione di sangue è un
gesto sicuro e nella maggior
parte dei casi assolutamente
innocuo In persone sane e
innocuo.
consapevoli provoca una
piacevole sensazione di
benessere nella fase
postdonazionale causata da
meccanismi psicologici di
gratificazione e da meccanismi
g di tipo
p simpatico
p
fisiologici
mimetico (liberazione di
adrenalina contrattura della
milza, endorfine).
Tuttavia, una eccessiva
imperizia e superficialità
nella fase di selezione del
donatore, durante e dopo la
donazione possono
condurre al disastro…
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