Solidarietà e crisi economica

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vita associativa
«… l’attuale crisi
economica chiede a tutti
più sobrietà e solidarietà»
questo l’appello di Papa
Benedetto XVI - Un invito
forte e chiaro a riscoprire
e ritornare a nuovi valori
e diversi stili di vita
Siamo nel pieno di una crisi economica finanziaria che nessuno sa quanto
durerà né quanto costerà a tutti noi in
termini di instabilità, di insicurezza, di
precarietà.
La crisi ha decisamente cominciato a
produrre i suoi risvolti economici con
un calo della domanda di beni, calo dei
fatturati nelle imprese, con conseguente
messa in mobilità e cassa integrazione
anche per lavoratori impiegati in storiche
realtà produttive del nostro nord-est.
La crisi che stiamo vivendo o per meglio dire subendo, è figlia di un dissesto
finanziario venuto improvvisamente alla luce e il cui obiettivo
prioritario è stato il profitto smodato, a breve termine e senza
rischi.
Una finanza “derivata e strutturata” fondata su apparenze, fatte passare per vere ricchezze e
che negli ultimi anni hanno avuto un rapido e grande successo,
ha spinto all’indebitamento, al
consumo, all’assenza di responsabilità
rispetto ad azioni compiute. E così il sistema privo di adeguate regole giuridiche, ma soprattutto di etica da parte dei
protagonisti, è collassato. Come l’orchestra del Titanic, si è continuato a suonare mentre la nave affondava.
Ricordate Enron !… pochi mesi prima di
fallire presentava un bellissimo bilancio.
Lehman Brothers, addirittura, il giorno
prima del fallimento aveva un rating “eccellente”.
Quindi una crisi non solo finanziaria, anche se ha preso le mosse dal sistema
finanziario. Una crisi non solo economica, pur se in questo ambito sta manifestando i suoi effetti più preoccupanti, a
partire dalle sue gravissime ricadute sul
piano occupazionale.
Una crisi che ha messo in evidenza l’assoluta assenza di criteri etici, in campo
lavorativo, economico e finanziario.
L’appello di Papa Benedetto XVI “…
l’attuale crisi economica chiede a tutti più sobrietà e solidarietà” è un invito
forte e chiaro a riconoscere, riscoprire
e ritornare a nuovi valori e diversi stili
di vita.
Sobrietà non intesa come un banale
spendere meno e alla rinuncia a godere
delle cose buone della vita, ma dare il
giusto valore alle stesse.
Sobrietà come sinonimo di uso non rapace delle risorse, la consapevolezza
che si esiste solo nella relazione con
l’altro e che, nel mondo di oggi, le scelte
di pochi hanno conseguenze su tutti gli
esseri umani e su tutto l’ambiente.
Ma tutto questo cosa ha da vedere con
il volontariato?
In questi anni si è fatto un gran parlare di volontariato, indicato come nuova
risorsa sociale. Il volontariato in tutte le
5
Solidarietà
e crisi economica
di Francesco Rossetto
Vicepresidente Fidas Verona
sue forme rappresenta una componente strutturale del
panorama sociale dell’Italia.
Dalle rilevazioni effettuate dall’Eurispes, e contenute
nelle pagine annuali del Rapporto Italia, emerge con
chiarezza che le Associazioni di volontariato rappresentano, tra le istituzioni
italiane, l’unica realtà
capace di conservare
nel tempo, un livello di
fiducia elevato presso
i cittadini. Come sta
reagendo il mondo del
volontariato a questa
crisi economica?
Nonostante tutto la
voglia di aiutare c’è
ancora, la solidarietà
non è in declino.
È indubbio che la
crisi avrà inevitabilmente delle ricadute
sulle persone che si
dedicano in primis al
volontariato.
Basti pensare ai giovani: il precariato occupazionale in cui si
trova questa componente della nostra popolazione li sta
costringendo a lottare per la loro sopravvivenza e quindi
li allontana in parte dallo spirito solidaristico verso le
persone e la comunità La diffusa precarietà del posto
di lavoro, la richiesta di grande flessibilità degli orari e
le necessità inderogabili della famiglia hanno cambiato
o stanno cambiando l’intera organizzazione della vita,
compreso il modo di
fare volontariato.
Un grosso problema
cui dovranno far fronte le associazioni del
non profit sarà anche
quello finanziario.
Il mondo del volontariato vive ed esplica
la propria missione
grazie alle donazioni
di denaro.
Logicamente meno
disponibilità economica meno elargizioni.
È il caso dell’Acri (l’associazione delle Fondazioni e
delle Casse di Risparmio) che nel corso di un convegno ha evidenziato come per il biennio 2010/2011 a
livello nazionale si registrerà una diminuzione di fondi
a favore del volontariato in media del 42%. Le principali azioni della politica nel nostro Paese sono legate al
contenimento della spesa pubblica, con riduzione dei
contributi e sovvenzioni.
Quindi sarà chiesta ancor più sobrietà alle nostre Associazioni, che risponderanno sempre con efficienza e
razionalità economica.
A Feltre
il 49° Congresso
F.I.D.A.S. nazionale
Tutti a Feltre domenica 2 maggio 2010 per
la celebrazione della “Giornata Nazionale
del Donatore Fidas”. Quest’anno la distanza
da percorrere è modesta, in un paio d’ore di
viaggio tranquillo si arriva, e si arriva in una
località abbracciata da uno splendido paesaggio
contornato dal Parco Nazionale delle Dolomiti
Bellunesi.
E’ l’occasione per vedere, rivedere e visitare una
bella cittadina del nostro Veneto che presenta un
centro storico veramente notevole e dei paesaggi
unici. Ma la partecipazione ad un Congresso è
soprattutto l’occasione per testimoniare la propria
appartenenza ad una grande organizzazione
come la Fidas, alla schiera indispensabile dei
donatori, per invitare tutte le persone sane e
Chiesetta di Passo Rolle
Dal 30 aprile
al 2 maggio 2010
volonterose ad avvicinarsi alla donazione. Partecipare
significa anche ringraziare gli amici di Feltre per essersi
proposti alla realizzazione di questo evento annuale,
che comporta uno sforzo ed un impiego di risorse
umane ed economiche veramente rilevanti.
Noi di Fidas Verona, che abbiamo organizzato quello del
2006, che abbiamo visto arrivare oltre 13.000 donatori,
tra i quali gli amici di Feltre, vorremmo che questa
partecipazione venisse ricambiata per onorare chi si
impegna a favore della solidarietà della donazione.
Donare è un inno alla vita; ritrovarsi insieme da tutte
le regioni italiane diventa un “inno nazionale alla vita”
cantato tutti insieme il 2 maggio 2010 e ogni giorno
quando nei vari centri trasfusionali il donatore porge il
suo braccio offrendo la vita che scorre in lui.
Sis
Nelle foto, sopra: Feltre sotto la neve; a lato: chiesetta
alpina con sullo sfondo le Dolomiti bellunesi
6
la pagina
Influenza A H1N1, Chikungunya, West Nile Virus...:
DAI NOSTRI MEDICI
I donatori che si sono recati nei Centri
Trasfusionali della nostra Provincia
durante l’estate hanno appreso della
sospensione alla donazione per chi ha
soggiornato in alcune province della
pianura padana. Ogni giorno i quotidiani
ci portano notizie diverse circa la nuova
influenza A, i rischi della pandemia, la
vaccinazione. Per fare chiarezza su questi
temi abbiamo intervistato Massimiliano
Bonifacio, medico Ematologo al
Policlinico di Borgo Roma, consigliere
provinciale Fidas Verona e consigliere
nazionale Fidas.
Partiamo subito dalla nuova influenza:
dobbiamo avere paura?
L’influenza costituisce ogni anno un importante
problema di sanità pubblica a causa della sua
diffusione. La cosiddetta influenza “suina” di
quest’anno risulta essere ancora più contagiosa
dell’influenza stagionale, ma il decorso clinico
della malattia nei singoli casi non preoccupa, ed
è paragonabile a quello dell’influenza classica.
Quali sono allora le differenze?
La differenza principale tra l’epidemia, ovvero
l’influenza stagionale, e la pandemia sta proprio
nella rapidità di diffusione di quest’ultima, che
si propaga in breve tempo in tutto il mondo. Si
stima che tra dicembre 2009 e gennaio-febbraio
2010 fino al 20-25% della popolazione italiana
(da 15 a 20 milioni di persone), in assenza di
misure preventive, possa essere colpita dal virus. La rapida ed elevata contagiosità potrebbe
determinare il blocco di tante attività sociali.
La donazione nell’e
relativamente alle sue abitudini di vita e come
disponibilità a garantire la continuità dell’assistenza trasfusionale.
Solo grazie alla disponibilità quotidiana dei Donatori gli ospedali, le case di cura, gli ambulatori
possono disporre del sangue necessario e ogni
cittadino può veder assicurato il proprio diritto
alla salute, alle cure e alla qualità della vita.
A differenza dei malati cronici o delle donne in
gravidanza, il donatore non si vaccina perché
torna utile a se stesso, ma per senso di responsabilità nei confronti degli ammalati che dipendono dalla sua salute e dalla sua possibilità di
continuare a donare.
Che rischi si potrebbero correre se i
Donatori non si vaccinassero?
90% la carica microbica. Si stima che il numero
di contagi da influenza A H1N1 potrebbe essere
ridotto addirittura del 50% se queste norme igieniche fossero diffusamente rispettate.
Oltre a questo, il Ministero
della Salute e le Regioni
hanno concordato un piano
di vaccinazione specifica
per ridurre il rischio di contagio nelle fasce di popolazione deboli per patologie
croniche, i bambini, le donne in gravidanza...
Un discorso a parte merita
la vaccinazione delle categorie “socialmente utili ed
indispensabili”, tra le quali è
inclusa quella dei Donatori
periodici di sangue.
In cosa consistono queste misure
preventive?
In che senso
la vaccinazione dei
donatori di sangue è
diversa da quella degli ammalati
o dei bambini?
La principale forma di prevenzione consiste nel
mettere in pratica poche e semplici misure per
rallentare la diffusione del virus: sembrano consigli banali ma alla prova dei fatti molti di noi
le applicano parzialmente o occasionalmente.
Basta lavarsi le mani strofinandole con acqua e
sapone per 20 secondi per abbattere di oltre il
I Donatori di sangue costituiscono un patrimonio fondamentale, non solo per il valore sociale
e culturale del gesto che compiono, ma anche
per la garanzia di sicurezza che danno al Sistema Sanitario Nazionale.
La sicurezza può essere letta a mio avviso in
due modi: come responsabilità del donatore
NUOVA INFLUENZA: CINQUE SEMPLICI REGOLE DA SEGUIRE
1
Lavare spesso le mani con acqua e sapone o in alternativa con soluzioni disinfettanti,
strofinandole per almeno 20 secondi
2
Coprire la bocca e il naso con fazzoletti di carta monouso quando si tossisce o
starnutisce
3
Evitare l’uso promiscuo di oggetti (bicchieri, posate...) o cibo
4
Non strofinarsi gli occhi o toccare il naso o la bocca con le mani non lavate
5
Stare lontani da persone che presentano i classici sintomi influenzali
Fonte: Ministero della Salute
L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha elaborato
dei modelli statistici per valutare gli scenari in
caso di mancata adesione dei donatori alla vaccinazione: un basso tasso di adesione comporterebbe la riduzione delle
donazioni, e nello scenario
peggiore si avrebbe una
mancanza di 1.600 sacche
di globuli rossi a settimana
per circa 2 mesi (dati ISS),
equivalenti ad altrettante
persone che non potranno
beneficiare di una trasfusione necessaria.
È uno scenario che desta preoccupazione...
Purtroppo sì. Inoltre, nel
primo semestre 2009 i consumi di sangue a Verona
sono aumentati dell’8.7%,
con picchi anche più alti in alcuni Ospedali della
Provincia, come Bussolengo, che tradizionalmente forniva compensazione agli Ospedali cittadini, nel senso che il sangue donato a livello di
ULSS 22 era maggiore di quello consumato.
Durante quest’estate invece le scorte di sangue
hanno spesso toccato il minimo, il che testimonia da un lato l’intensa attività clinica e chirurgica dei nostri nosocomi ma dall’altro impone che
si eviti in tutti i modi un calo delle donazioni.
La vaccinazione sarà obbligatoria per i
Donatori di sangue?
La vaccinazione è sempre un atto volontario,
cui il Donatore si deve sottoporre in piena consapevolezza, come del resto è il gesto stesso
della donazione.
Il vaccino non sarà disponibile in farmacia e ad
oggi (l’intervista è stata fatta il 1 ottobre) non
sappiamo ancora le modalità per la chiamata
dei Donatori alla vaccinazione.
Si prevede che alla Regione Veneto saranno
assegnate circa 57mila dosi di vaccino riservate
ai donatori periodici.
Naturalmente chi non vorrà o non potrà vaccinarsi non sarà escluso dalla donazione, purché
in buona salute.
medica
ecco i “nemici” della donazione
epoca dei nuovi virus
suoni, e utilizza lo stesso adiuvante impiegato
da vari anni per i comuni vaccini stagionali, di
comprovata efficacia e sicurezza.
Non verranno impiegati in Italia vaccini prodotti con virus vivi attenuati, come recentemente
ribadito da una nota del Centro Nazionale Sangue.
Quali altri virus stanno mettendo
a rischio il sistema trasfusionale?
Quali altri consigli si possono dare ai
Donatori?
Il consiglio più importante è, come già detto, di
evitare la diffusione del virus e le occasioni di
contagio.
Un donatore con i sintomi dell’influenza può
contagiare un’intera sala d’aspetto, ed è chiaro che tutti dovranno essere particolarmente
attenti a non creare situazioni di questo tipo.
Probabilmente, saranno messe in atto misure
per allontanare i donatori che presentino sintomi influenzali prima che entrino in contatto con
altri donatori.
In caso di influenza il tempo di sospensione dalla donazione è di 7 giorni, dopo di che si può riprendere normalmente a donare: chi si presentasse prima, o ancora convalescente, farebbe
una trasferta inutile, e rischierebbe di contagiare altre persone sane.
Dopo la vaccinazione è previsto un
periodo di sospensione?
Si può donare trascorse almeno 48 ore dalla donazione, in assenza di febbre.
Molti si chiedono se il vaccino
sia sicuro.
Il vaccino A/H1N1 che sarà distribuito in Italia è
un vaccino di tipo a sub-unità, quindi contenente parti di antigeni del virus, quali la neuroaminidasi e l’emoagglutinina, frammentati con ultra-
Nelle foto, in alto, a sinistra: il virus
dell’influenza A H1N1 visto al microscopio;
a sinistra: un’efficace lavata di mani;
sopra, al centro: un flacone di vaccino
anti-influenzale;
a destra: una zanzara tigre
di Massimiliano Bonifacio
Ematologo ospedale
Policlinico Borgo Roma
direttiva nazionale e i Donatori l’hanno compresa
e si sono adeguati con disponibilità. Il problema è casomai un altro...
Quale?
Siamo stati abituati per oltre un decennio a parlare di sicurezza trasfusionale considerando
solo pochi virus minacciosi: l’epatite B, l’epatite
C e l’HIV.
Ora che i metodi di selezione del candidato donatore e i test eseguiti su ogni sacca hanno sostanzialmente azzerato il rischio di trasmissione
di questi virus, emergono nuovi “nemici”, legati
Due estati fa in Emilia Romagna si è sviluppato
un focolaio epidemico di virus Chikungunya, trasmesso dalla zanzara tigre.
Ad agosto di quest’anno si sono registrati una
decina
di casi di
AVVISO IMPORTANTE: NON RECATEVI A DONARE SE...
malattia
neuroinvasiva 1
Avete la febbre (misurate sempre la temperatura prima di partire da casa)
umana da
West Nile
Non vi sentite in piena forma
Virus, 2
trasmesso dalla 3 Avete sintomi anche lievi, ad es. naso chiuso, tosse, mal di gola
zanzara
comune.
Entrambi
questi virus, dai nomi impronunciabili, provo- in parte al cambiamento climatico (la zanzara
cano nella maggior parte dei casi sintomi lievi tigre è stata “importata” in Italia da pochi anni),
in parte a imprevedibili ondate
in chi viene punto
pandemiche, come avviene ora
dalle zanzare, o
per l’influenza da virus H1N1.
addirittura l’infezioIn alcune zone d’Italia, dove
ne decorre asintol’indice di donazione è inferiore
matica.
a 1.5, pare ragionevole spinTuttavia, essendo
gere i donatori a intensificare
infezioni trasmissila loro attività per compensare
bili per via ematica,
questi fenomeni emergenti.
si è resa necessaA Verona, invece, l’indice di
ria la sospensione
donazione è superiore a 2, ovcautelativa di 28
vero ogni donatore effettua megiorni per i donatodiamente
più
di
2 donazioni l’anno, e non può
ri che avessero soggiornato nelle ore serali e
essere
“spremuto”
ulteriormente.
notturne (quando le zanzare colpiscono maggiormente) nelle province interessate dalla diffusione del virus (nell’ordine Mantova, Rovigo,
Ferrara, Modena, Bologna, Reggio Emilia e Venezia).
Quindi chi risiede in quelle province
non può donare?
Nei mesi scorsi è stato così. Da poche settimane è eseguito nella nostra provincia il test NATPCR che consente di individuare in maniera
sensibile e precoce l’RNA del virus: a questo
test vengono sottoposti tutti i prelievi dei donatori che hanno soggiornato per una sera o una
notte nelle province sopra elencate. In questo
modo non devono più essere sospesi dalla donazione, il che è un indiscutibile vantaggio dato
che l’autunno ancora caldo favorisce la sopravvivenza delle zanzare.
Ci sono stati problemi con i nostri
donatori?
In tutti i Centri Trasfusionali è stata applicata la
Quindi è necessario
trovare nuovi donatori?
È così. Fermo restando l’invito a richiamare i donatori periodici al loro impegno, è fondamentale
affrontare queste piccole (e per fortuna transitorie) crisi attraverso l’arruolamento di nuovi giovani donatori.
Naturalmente il loro non dovrà essere un dono
occasionale, per superare un’emergenza,
ma nell’ottica di una donazione consapevole,
gratuita, responsabile e quindi periodica.
In conclusione ai Donatori diciamo...
... di non aver paura della nuova influenza, di
accogliere l’invito alla vaccinazione e soprattutto di rispondere alle chiamate straordinarie
che potrebbero arrivare dai responsabili associativi.
La vostra sensibilità e la vostra collaborazione, ancora una volta, saranno determinanti per
continuare il nostro impegno per la tutela e il
diritto alla salute di ogni cittadino.
8
la pagina dei giovani
RIFLESSIONI DI UNA COORDINATRICE
I giovani confinati
nella loro zona?
di Alessandra Nicolis
VERONA
Mi ci sono voluti quasi quattro anni, ma alla fine ho
capito, ho capito perché il Gruppo Giovani Fidas ha
avuto un calo di presenze nell’ultimo periodo….
Il GGF è nato con l’intenzione di far parlare i giovani
con altri giovani, trovare iniziative, modi, linguaggi
per raggiungere nuovi donatori nel fiore degli anni.
Questa tecnica ha funzionato e anche molto bene
all’inizio; l’importanza di cercare nuovi giovani donatori è cresciuta e molti presidenti l’hanno capita.
Da qui parte il mio ragionamento. Innanzitutto voglio ringraziare di persona tutti quei presidenti che
si impegnano quotidianamente nella ricerca di
nuovi donatori. Sempre più sezioni si danno da fare organizzando
riunioni, tornei, eventi per coinvolgere i giovani donatori e trovarne
altri.
Trovo che tutto ciò sia molto bello e mi auguro che queste iniziative aumentino di anno in anno.
Ogni sezione o zona ha deciso
di far intervenire il GGF a vari livelli, alcune hanno chiesto solo
l’intervento delle coordinatrici, altri ci hanno coinvolto nell’organizzazione e altri ancora ci hanno
chiesto semplicemente una presenza. Poi ci sono
quelle sezioni che hanno organizzato iniziative per
i giovani senza chiedere da parte nostra nessun
intervento. Nei limiti del possibile abbiamo sempre
Nella foto, sopra:
giovani Fidas
Verona alla
recente festa
del volontariato
in piazza Brà;
a sinistra: due
giovani donatori
al C.T. di Borgo
Roma
cercato di accontentare tutti, però a questo punto
mi sorge spontanea una domanda (o forse più una
provocazione?): se nelle sezioni ci sono i giovani
che si danno da fare per organizzare le loro iniziative, perché poi non partecipano al GGF, ma restano
confinati nella loro zona dove per altro, ribadisco,
fanno un ottimo lavoro?
Mi spiego meglio, se un ragazzo della
zona X comincia a frequentare il nostro
gruppo, quando dovrà organizzare qualcosa nella sua sezione, potrà contare
sull’aiuto di tutti i giovani della provincia,
perché facendo parte dello stesso gruppo, creando, a volte, un legame di amicizia, è più facile ottenere collaborazione.
Come posso chiedere ai partecipanti del
GGF di andare ad aiutare una zona se
non conoscono nessuno e non lo sentono come un problema loro?
Non accetto che questo ragazzo della
zona X si faccia vedere o sentire solo
alla vigilia di un evento che si terrà nella sua zona,
non siamo un gruppo di aiuto e sostegno, non vogliamo andare a coprire dei buchi o delle emergenze, almeno non solo quello.
Ai giovani donatori chiedo costanza nel frequentare il GGF e un interesse che vada oltre i confini
del loro paese, ai presidenti particolarmente attenti
e sensibili chiedo di dare il buon esempio e di incoraggiare i loro giovani ad un impegno più responsabile e consapevole che vada oltre i due tre giorni
di festa di sezione.
Non vorrei con questo mio scritto creare nessuna
polemica ma solo condividere con i lettori questa
mia riflessione.
I giovani per fortuna ci sono e in tanti sono disposti
a prendersi degli impegni, bisogna dar solo loro la
possibilità di farlo. Grazie.
Il volontariato in festa
invade la Brà
Volontariato in festa
domenica 6 settembre.
Tutti in Piazza Bra! O
quasi…
Ogni anno trovare “volontari” per la spedizione
in Bra sembra una missione impossibile…
Ma come ogni anno c’è
chi, in vero spirito di volontariato, “sacrifica” una
bella domenica di sole e
anima lo stand FIDAS. E allora, partiamo…
La posizione è ottimale, ai piedi dell’Arena, la giornata spettacolare: sole, caldo e un mare di gente.
Armati di maglietta 100% purosangue e già con il primo gelato in mano arriviamo nel primo pomeriggio
a dare il cambio a chi, prima di noi, è arrivato con
cappuccio e brioches. L’ombrellone non vuol saperne
di star su, i palloncini si devono gonfiare a bocca, i
gadget sono di già terminati, ma a noi grinta e fiato di
certo non mancano. Gonfia un palloncino, gonfiane
un altro, sistema un po’ l’ombrellone e la gente non
tarda ad avvicinarsi. C’è il bambino che ci indica sognante, il giovane che si riavvicina al dono, il donatore da tanti anni che ci fa un po’ di compagnia, c’è chi
è solo curioso, chi si ferma a far domande.
Arriva l’ora del secondo gelato e di un giretto in via
Mazzini: tutti si girano a guardare le nostre vistose
magliette, qualcuno sorride, altri scrutano con interes-
se. Una cosa è certa, non passiamo inosservati.
A poco a poco l’affluenza cala e arriva il momento di “sbaraccare” (chiamiamo così noi del GGF
lo smontaggio dello stand). Fa il suo ingresso in
Piazza Bra il mitico furgonzin e fa sempre la sua
bella figura! La giornata volge al termine, siamo
stanchi, ma soddisfatti: volontariato è mettere a
disposizione parte del proprio tempo libero in attività socialmente utili. Oggi noi abbiamo messo
a disposizione una piccola parte del nostro tempo libero e abbiamo contribuito a diffondere il messaggio
FIDAS: donare sangue è donare vita!
C.F.
Nelle foto, in alto a sinistra: la locandina della manifestazione; sopra: il mitico “furgonzin” davanti all’Arena;
sotto: il gazebo allestito dai giovani Fidas in piazza Brà
AVVISO:
cambio di indirizzo
Responsabili Fidas Verona ci hanno
segnalato che ancora diversi donatori di
sangue non ricevono, tramite posta, il
nostro giornale causa indirizzi inesatti.
Facciamo quindi nuovamente
appello ai Presidenti, Responsabili di
sezione, e ai Donatori stessi a voler
tempestivamente segnalare alla
Segreteria provinciale Fidas le variazioni
di indirizzo onde permettere
una più regolare
spedizione del giornale.
Si prega, inoltre, di comunicare anche le
variazioni dei numeri telefonici
per eventuali emergenze.
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